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Autore: Oducchan    02/02/2017    0 recensioni
Negli spogliatoi è rimasto soltanto uno specchio, nei bagni. Ce n’erano di più, ma Hiyoshi ha chiesto a Kabaji di toglierli tutti un minuto dopo che Atobe-san e il terzo dei terzi anni se n’è definitivamente andato e si è diplomato.
Anche i più orgogliosi hanno i loro momenti di debolezza. Ma è anche per questo che esiste una squadra.
[Hiyoshi - Ootori - Kabaji]
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Chotaro Ootori
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nick autore: Oducchan
Titolo: Ippon
Fandom: Prince of tennis

Personaggi: Hiyoshi Wakashi, Ootori Choutarou, Kabaji Munehiro, Sakaki Tarou
Pairing: NN
Genere: generale, slice of life 
Avvisi: what if/future!fic 

Rating: verde
Conteggio parole: 1027
Note:

Ho sempre voluto scrivere qualcosa sui passgagi di consegne dei vari capitani ai loro successori, ma non ho mai trovato lo stimolo giusto.
Stavolta è toccato a Piyo <3
Scritta per il COW-T, prompt "paura"
Altre note post lettura.

 
Ippon

Negli spogliatoi è rimasto soltanto uno specchio, nei bagni. Ce n’erano di più, ma Hiyoshi ha chiesto a Kabaji di toglierli tutti un minuto dopo che Atobe-san e il resto dei terzi anni se n’è definitivamente andato e si è diplomato.
Ora però non riesce a smettere di fissare il proprio riflesso, corrucciato. Si guarda e si trova così stupido, così patetico. Si assesta la felpa che dovrebbe testimoniare il suo grado, ben drappeggiata sulle spalle; incrocia le braccia al petto, aggrottando la fronte, e… e vorrebbe urlare. Non ha quell’aura di potere e sicurezza che Atobe-sama spandeva attorno a sé, quel carisma brillante e luminoso che attirava ragazzine adoranti e gli permetteva di governare gli oltre ragazzi che affollavano il club. Non ha nemmeno un aspetto un po’ intimidatorio, non incute né timore né rispetto.
Si guarda e vede solo un ragazzino scarno e smilzo che tenta di nascondersi sotto i propri capelli, che tenta di nascondere il fatto di non aver mai vinto nulla d’importante, e che naviga in una felpa da capitano troppo grande per le sue spalle.
Impreca, gettandola a terra con astio. Stringe i pugni, e serra gli occhi, sentendo già il famigliare bruciore delle lacrime.
Altro che gekokujou, altro che ribaltare gli ordini e gli schemi. Non combinerà proprio nulla, e fallirà, oh se fallirà…
-Hiyoshi-kun?-
Hiyoshi si volta di scatto, quando la voce di Ootori gli arriva dalle sue spalle. Lo vede chinarsi a raccogliere la felpa e fissarla costernato, come se gli stesse spezzando il cuore vederla così spiegazzata, così maltrattata. E Hiyoshi sente il panico torcergli le budella, perché tra tutte le persone che non vorrebbe deludere, Ootori, col suo sorriso gentile, la sua voce pacata e quella franchezza con cui gli si rivolge quando lo vede tormentato da qualcosa, è assolutamente in cima alla lista.
-Ti avevo detto di aspettarmi fuori, Ootori-kun!- sbraita, e nel frattempo gli strappa l’indumento dalle mani, accartocciandolo ancora di più. La voce gli si incrina, rauca, a metà della frase, e se è possibile Hiyoshi si arrabbia ancora di più, e per tentare di mascherarsi cerca di indossarla, cacciando brutalmente le braccia su per le maniche –Arrivo subito, mi serve solo un minuto…-
-Hiyoshi-kun- la voce di Choutarou è calma, pacata, comprensiva. Hiyoshi ingoia il groppo di frustrazione e alza lo sguardo per fissarlo con astio, perché proprio non sopporta che l’altro lo tratti con… con compassione, quasi si aspettasse che non sia all’altezza della situazione. Prima che possa aprire bocca, Ootori gli schiaffa entrambe le mani sulle spalle, con forza, facendolo sobbalzare dal dolore.
-Hiyoshi-kun, nessuno si aspetta che tu sia Atobe-san- gli dice, con una tale sicurezza che Hiyoshi sbatte le palpebre incredulo, non riconoscendo il ragazzino incerto e timido cui è abituato nell’adolescente spavaldo e dallo sguardo severo che gli sta dinnanzi. Ootori, se anche nota la sua reazione, non sembra farci caso. Inizia a rassettargli la felpa, allungandogli le maniche sugli avambracci e cercando di distendere la stoffa dove si è spiegazzata, e nel mentre prosegue a sommergerlo di parole –Né nessuno si aspetta chissà che cosa. Per i programmi di allenamento e l’organizzazione basta Sakaki-kantoku, e per le questioni amministrative c’è Kabaji-chan. Tu devi solo… farci da guida. E ne sei più che in grado- conclude, assestandogli altre due pacche sulle spalle –Vero?-
-Certo che sono in grado- sbotta, sentendo le guance bruciare per l’imbarazzo. Ma per chi lo ha preso quel deficiente?! Indispettito, tenta di sgusciare via dalla sua presa, tornando a squadrarsi nello specchio per nascondere eventuali segni della sua crisi.
Con la coda dell’occhio, vede che Ootori gli sorride.
-Stai tranquillo, Wakashi. Nessuno di noi vuole vederti perdere, mai più-
E Hiyoshi vorrebbe protestare. Ce l’ha sulla punta della lingua, una bela sfuriata su come quello dell’anno scorso sia stato solo un momento di debolezza, che non si ripeterà mai più. Che è molto meglio di quella combriccola di pazzoidi che s’è diplomata da un paio di giorni, e che non ha bisogno di nessuno. Solo che proprio in quel momento pure Kabaji pare ignorare i suoi occhi e apre la porta, cacciando la testa nei bagni.
-Tutti ti stanno aspettando, buchou- dice, con la sua voce bassa e strascicata che si ode tanto raramente, e Hiyoshi deglutisce, sentendo di nuovo lo stomaco torcersi dall’ansia e dal timore.
-A…Arrivo- balbetta, prima di dare definitivamente  le spalle allo specchio –Sono pronto-
Ootori ha l’aria di chi vorrebbe dire qualcosa, ma a sorpresa è Kabaji stesso a parlare.
-No, non lo sei- mormora –Neppure Keigo lo era mai-
Sia Choutarou che Wakashi battono le palpebre, presi in contropiede. Poi si guardano, increduli.
-Come?!- sbottano all’unisono. Kabaji, che non parla mai ma ascolta sempre, abbozza un sorriso, scrollando il capo.
-Katsu no wa Hyotei- gracchia, alzando appena un braccio verso il soffitto. Hiyoshi sbuffa, innervosito.
-Basta con quella solfa!- bercia, e intanto s’è mosso senza quasi accorgersene, avviandosi fuori dal bagno e sorpassando i suoi due coetanei. Ootori è il primo a corrergli dietro e a tallonarlo, mentre Kabaji resta indietro di un passo, chiude la porta, e poi li raggiunge in due ampie falcate.
-Ma non abbiamo un altro motto!- osserva Choutarou, frenando giusto in tempo per non franare addosso al suo nuovo capitano, quando questi s’inchioda a squadrare le linee compatte di ragazzi bardati in bianco e azzurro argenteo.
Hiyoshi fa una strana smorfia, come se stesse pensando intensamente a qualcosa. Poi scrolla le spalle.
-Hyotei…. USU!-
-USU!- tuona Kabaji alla sua sinistra, con la voce così alta da far tremare i muri della club house.
-USU!- urla Ootori, alla sua destra, pestando un piede e alzando le braccia al cielo.
-Usu!- rispondono i suoi nuovi sudditi… i suoi nuovi compagni di squadra, che non sembrano molto convinti, ma che capiranno, prima o poi.
E Hiyoshi respira, finalmente libero dalle sue paure. State pronti, Seigaku… stiamo arrivando. Gekokujou!
 
Poco più in là, protetto dall’ombra di un albero, Sakaki osserva il suo nuovo gioiello farsi largo tra la folla, scortato da due angeli protettori che torreggiano su di lui come se volessero schermarlo da ogni pericolo, e sorride. Sarà un anno veramente interessante, se lo sente.


 
Note post lettura:
Perché ho scelto "Osu" come nuovo "Hyotei chant"? A parte essere la risposta standard di Kabaji quando Atobe lo interpella, Osu ha un significato particolare nel karate., in cui significa "
Push On Through Difficulties". Hiyoshi viene da una famiglia che possiede un dojo ed è esperta di Enbu, un particoalre tipo di karate, e ho pensato che potesse essere calzante fargli scegliere un nuovo motto per la squadra che attecchisse dal mondo del karate.
Also, Kabaji così è ultra favorito XD

 
   
 
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