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Autore: Meramadia94    02/02/2017    1 recensioni
Dall'arrivo di Kitty a Londra è passato un anno e la vita scorre tranquillamente. Ma un giorno questa quiete viene interrotta, e un caso di tentato omicidio attacca al cuore uno dei fratelli Holmes. Sherlock, aiutato da John, indaga. Ma ben presto si accorge che per risolvere il caso, dovrà far luce su un mistero irrisolto di un anno prima. Il caso diventa una corsa contro il tempo che in caso di sconfitta potrebbe costare molto cara.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Sherlock, John e Catherine avevano deciso che la cosa migliore da fare fosse mettere anche Mycroft, al corrente delle loro ultime scoperte ritenendo che il caso potesse interessare anche a lui, data la situazione che si era venuta a creare.
Un avvelenamento che poteva benissimo essere un regolamento di conti, una vendetta, un modo per colpire Sherlock tramite Kitty, si era rivelato molto di più.
Un germe modificato che serviva come arma biologica.
Se quello non era cruccio del Governo Britannico... inoltre era anche un modo di Sherlock per far sapere al fratello cosa stesse passando Cath, in tutti i dettagli e senza che questi poi prelevasse dalla strada la sorella come era solito fare con John per chiedergli come stava.
'' Credo che sia il momento di far intervenire gli elementi migliori dell' MI5.''- fece Mycroft dopo aver ascoltato il resoconto del fratello.
'' Non lo fare.''- gli sconsigliarono i due consanguinei.
'' Hanno ragione.''- li appoggiò John -'' Abbiamo individuato un potenziale esecutore, se si sente braccato potrebbe fuggire in un paese senza estradizione.''- ed anche ammesso che gli uomini di Mycroft riuscissero a fermarlo... con cosa lo potevano trattenere? Su di lui avevano certezze, sì, ma non erano con le certezze che si chiedevano mandati d'arresto o condanne in tribunale.
L'unico modo per bloccargli il passaporto ed impedirgli di scappare, il tempo necessario per raccogliere quelle prove per loro vitali, sarebbe stato riaprire dei vecchi provvedimenti penali su Dale Collins... peccato che almeno da quel punto di vista fosse immacolato. Per il momento.
'' Come posso non fare nulla quando c'è un arma biologica probabilmente sul punto di essere messa a punto del tutto, sapendo che c'è un pesce che può portarci a prendere il pescecane?''- fece Mycroft. Non osava nemmeno immaginare i danni che avrebbe potuto fare.
Per quel che ne sapeva, i creatori avrebbero anche potuto minacciare di liberare il veleno nell'aria del Regno Unito tenendo in ostaggio non solo tutti i cittadini dell'Inghilterra... ma anche di tutto il mondo occidentale, solo per ottenere il rilascio di qualche pericolo  per la pubblica sicurezza da tempo recluso nelle migliori prigioni dello stato.
'' Lestrade lo sta facendo seguire a distanza.''- fece Sherlock -'' quello non è certo un mastermind del crimine... è solo un ragazzino ottuso e presuntuoso che vuole vendicarsi di tutti quelli che in qualche modo lo hanno umiliato o offeso i suoi sentimenti, ma che a detta di Molly e dello stesso Reed non sarebbe nemmeno capace di prendere una vena per fare un'iniezione.''
'' Appunto.''- fece il maggiore -'' Un idiota che non sa con cosa sta giocando. Doppio pericolo.''
'' Cathy, tu cosa ne pensi?''- fece John. La giovane Holmes non si era ancora espressa, sembrava come persa in un turbine, con la mente rivolta chissà dove.
Pareva essere tornata ai primi giorni in cui era iniziata quella brutta storia, quando le avevano detto che il suo innamorato era stato avvelenato con una sostanza che non riuscivano ad identificare e che quindi non potevano curare al meglio.
Lui, dal canto suo, aveva passato lunghe ore di consulto con gli esperti di tossicologia e alla fine avevano optato per un siero che non combatteva l'azione assassina del veleno, ma ne ritardava gli effetti.
Per Nicolàs, Molly, Catherine, lui e tutte le persone coinvolte era sofferenza allo stato puro, anche per quelli che parevano non essere toccati più  di tanto, ma era peggio che cercare di estrarsi un coltello che ormai pareva essersi calcificato nella ferita.
'' Cosa penso?''- fece Cath inspirando profondamente -'' Che se questo tale ha usato una sostanza velenosa sulla prima che gli è capitata a tiro, magari perchè sperava di ottenere un bel gruzzolo in cambio, e che se ora ha cercato di fare la pelle a qualcun'altro solo per evitare di essere punito... allora non ci sono attenuanti. Deve andare in galera. E chi ha creato questa pestilenza, con lui.''- nel dir così si alzò dal pavimento su cui era rimasta seduta fino a quel momento, recuperò la borsetta e la giacca e si diresse in direzione dell'uscita.
Voleva vederlo. Voleva vedere Nick, fino a che il trattamento farmacologico gli permetteva di restare nel mondo dei vivi. Era una Holmes, e come tutti i suoi familiari era poco propensa a lasciare tutto nelle mani di una Divinità, e francamente in quel momento l'unica cosa che le avrebbe dato gioia e piacere oltre a vedere Nicholas perfettamente guarito, era anche vedere chi gli stava facendo questo dietro le sbarre di un carcere di massima sicurezza.
Un po' si sentiva in colpa.
'' Per le persone, amarti, volerti bene dev'essere una maledizione...''- pensava camminando i diciassette scalini che la dividevano dalla porta d'ingresso -'' se una ad una rischiano di morire o muiono come mosche...''
...
...
...
'' Sta reagendo bene.... insomma...''- fece Mycroft una volta che la sorella ebbe lasciato l'appartamento -''... è la seconda volta che le succede.''
'' La seconda?''- fece John stranito dall'ultima battuta del maggiore degli Holmes.
Sherlock confermò.
'' Sì... questo caso ha molte analogie con un evento traumatico che l'ha coinvolta qualche hanno fa... quando andava ancora al liceo, per l'esattezza.''- spiegò Sherlock -'' Quando Cath era molto piccola aveva fatto amicizia con una bambina che all'asilo non faceva che piangere e gridare.''- sulle prime non riusciva a capire che ci trovasse di così straordinario sua sorella nell compagnia di un altro essere umano, che tra l'altro era la bambina più piagnucolona mai conosciuta sino a quel momento... ma poi le vedeva giocare nel salone della loro casa, con un tutù da ballerina ed una coroncina di plastica e quasi quasi invidiava quel feeling così particolare tra le due bambine.
'' Hanno frequentato le stesse scuole, ed anche se avevano solo quindici anni avevano già deciso di andare a studiare nella stessa università, qui a Londra.''- spiegò Sherlock.
Però c'era qualcosa che non tornava. John ricordava bene quando era arrivata Catherine un anno prima, dicendo loro che aveva deciso di laurearsi in criminologia chiedendo il permesso di restare con loro sino a che non avesse trovato un posto tutto suo... ma non aveva mai fatto cenno a quell'amica così fidata e così vicina.
'' E questa ragazza adesso dove si trova?''-  chiese il medico.
'' Al cimitero di Liverpool.''- fece Mycroft lapidario -'' Durante il secondo anno di scuola superiore, dopo le vacanze primaverili per la precisione, nella scuola iniziò a circolare una sostanza stupefacente. Nessuno si fece domande quando venne lanciata la prima pietra, ma la responsabilità venne attribuita proprio all'amica di Catherine.''
'' E lei che ha fatto?''- fece John curoso più che mai.
'' Come è logico, Taylor Smith, così si chiamava l'amica in questione negava di essere lei la responsabile, ma quando una forte dose di droga venne ritrovata proprio nel suo armadietto personale la situazione precipitò.''- spiegò Sherlock. Lui personalmente non aveva mai creduto alla colpevolezza della ragazza. Vero, era ansiosa, piagnucolona e per certi versi si domandava come fosse possibile essere intelligenti e tediosi allo stesso tempo, ma proprio perchè era una ragazza intelligente sapeva che non avrebbe mai nascosto della merce che scottava come ferro rovente nel primo posto in cui la commissione disciplinare scolastica avrebbe cercato.
Peccato però che non tutti fossero in grado di riflettere o avessero voglia di scavare a fondo persino quando tutto era troppo semplice.
'' Ma Cath non ha creduto alla colpevolezza dell'amica, vero?''- fece John.
Sherlock annuì -'' Lei no, ma tutti gli altri sì. Iniziarono ad ignorarla e se non la ignoravano la prendevano in giro pesantemente, mettevano false voci in giro sul suo conto ed avevano persino creato una pagina sui social network per insultarla e deriderla. Quando Cath si è accorta che la situazione era diventata ingestibile e che Taylor minacciava di crollare si è rivolta a noi per chiedere aiuto.''
'' Che genere di aiuto...?''
'' Qualsiasi cosa potessimo fare.''- fece Mycroft -'' Sherlock aveva deciso di infiltrarsi come tirocinante universitario per poter osservare da vicino la scena del delitto sia tutti i potenziali colpevoli, io invece avevo fatto richiesta per aprire un'indagine nei confronti delle due ragazze che avevano lanciato l'accusa nei confronti della Smith... ma non è bastato purtroppo.''
Infatti, come voleva la trama già scritta di tutte le storie di bullismo, o per lo meno di molte storie del genere, Taylor si era buttata dal parapetto del tetto della scuola gridando la sua innocenza.
'' Si è uccisa?''- chiese John provando pietà per quella vita finita troppo presto.
'' Sotto gli occhi di Kitty.''- fece Sherlock -'' quel giorno ero andato a prenderla a scuola perchè volevo parlare con Taylor... e nel giro di due secondi tra me e lei è caduta proprio Taylor.''- Sherlock si bloccò.
Solo in quel momento si rendeva conto di quello che aveva fatto: tre anni fa, aveva inferto a John lo stesso identico dolore che sua sorella aveva sperimentato in prima persona.
'' Nessuno ovviamente si è azzardato a darle fastidio direttamente, perchè sapevano che la nostra famiglia aveva dei contatti diretti con la polizia...ma dopo la morte di Taylor, per Cath le cose sono state molto difficili.''- concluse Mycroft. E se lo diceva era perchè lo sapeva: aveva chiesto ad Anthea di prelevare gli uomini meno '' dotati'' affinchè si appostassero vicino alla scuola e alla loro casa natale perchè la tenessero d'occhio, pronti ad intervenire se lo ritenevano necessario.
Non che sospettasse o temesse che la sorella facesse qualcosa di avventato o di stupido, ma anche se Holmes era pur sempre una ragazzina che aveva subito un grave lutto, e la prudenza non era mai troppa.
Era venuto a conoscenza che i compagni di scuola, pur non osando proferirsi direttamente, la additavano come la complice della spacciatrice suicida, e lui e sua madre le avevano persino offerto di cambiare scuola, di intercedere con la madre per farla andare a completare gli studi per il diploma a Londra, lontano da tutto quello che poteva ricordarle l'amica tragicamente scomparsa, ma Catherine si era opposta a tutte le proposte, insistendo con veemenza per continuare a frequentare quel liceo.
Un ultimo regalo a Taylor, nel tentativo di non voltarle le spalle almeno da morta.
'' Abbiamo cercato in tutti i modi di convincerla che non aveva colpe. Non c'è stato verso di convincerla.''- aggiunse Sherlock -'' I misteri le sono sempre piaciuti, ma...''
''... è stata la fine della sua amica che ha fatto scattare tutto...''- concluse John. Per lo meno adesso, capiva il controllo che la ragazza si stava imponendo per non crollare. Marie Marcado era proprio come Taylor: una persona indifesa, magari pescata a caso, sacrificata per il fine '' superiore'' di qualcun'altro.
Reed, come Taylor, aveva visto la sua vita, la sua reputazione andare a rotoli, senza nessuno disposto a credergli, tranne un suo ex studente...
E Nicholas, ci si era ritrovato in mezzo, nel disperato tentativo di rimettere le cose a posto o per lo meno, ridurre i danno al minimo.
E Cath, oltre a dover gestire la propria emotività per quel caso in cui era in gioco la vita di colui che aveva scelto come compagno di vita, doveva riaffrontare i fantasmi del passato.
Francamente si stupivano che non avesse ancora ceduto e della calma che aveva mantenuto sino a quel momento... e forse dovevano averne paura.
Le persone eccessivamente calme e controllate potevano essere paragonate a delle bombe ad orologeria. Potevano esplodere da un momento all'altro.
Si chiedevano quanto ci avrebbe messo Cath a scoppiare...

Quando arrivò in ospedale ed entrò nella stanza di Nicolàs, incredibile ma vero, lo trovò sveglio. E per un attimo si era quasi illusa che fosse solo un brutto sogno, che tutto quello affrontato sinora non era reale, ma solo un brutto sono... in fin dei conti, era una Holmes, l'attività onirica normale non era proprio nei suoi standard...  poi si ricordò che i medici lo avevano detto che Nicolàs aveva degli spruzzi di lucidità che però non duravano molto e che in quel breve lasso di tempo dovevano evitargli sforzi ed emozioni troppo forti, o il suo cuore avrebbe finito per cedere ancora prima che il veleno si mangiasse l'ultima cellula sana che aveva in corpo.
Entrò nella stanza e lo vide.
Pallido, dimagrito, il volto segnato dalla sofferenza... eppure le regalò un sorriso angelico quando la vide entrare nella stanza.
Un sorriso che le scaldò il cuore... e lei voleva rivederlo ancora in futuro... magari mentre rassicurava un bambino o qualcuno che stava male e che aveva perso la speranza, che fino a che l'attività elettrica celebrale non cessava c'era vita, e che finchè c'era vita lui non si sarebbe arreso.
'' Ehy...''- la salutò -'' che sono giè morto...?''
'' No...''- fece la giovane sedendosi accanto a lui -'' non sei morto... Dio, non sai quanto mi dispiace per...''
Si sentiva davvero in colpa.
Ormai era appurato che Nicolàs non era stato colpito per una vendetta contro di lei o contro suo fratello... ma lei era la sua fidanzata.
Ed aveva il compito di sostenerlo, proteggerlo ed aiutarlo.
E non riusciva nemmeno a  trovare un idiota che non sapeva nemmeno prendere una vena per fare un prelievo del sangue che lo stava uccidendo... che razza di investigatore era? Non riusciva a salvare la sua migliore amica dalle infamie delle compagne di classe invidiose e ora nemmeno l'uomo che amava...
'' Ma guarda che io non ho paura di morire...''- fece Nicholas sorridendo debolmente -'' Ho incontrato te... solo... ti chiedo di fare qualcosa per me...''
'' Certo Nick... tutto.'' fece la ragazza sofrzandosi di non piangere disperatamente. Lo stava perdendo. Le stava morendo sotto gli occhi... proprio come Taylor sette anni prima e non aveva fatto niente per impedirle di buttarsi dal parapetto...
'' Ascolta... so che te ne stai già occupando ma ti prego... Reed è un brav'uomo. E non si merita una cosa del genere...''
'' Io ti giuro, tesoro mio... chi ti ha ridotto così non avrà un solo giorno di pace. Il governo britannico in persona si sta mobilitando...''
'' Molly.... ti occuperai di lei, vero...?''- fece il giovane medico con fare apprensivo -'' Lo so che è una ragazza forte... ma nessuno sopporta di rimanere soli al mondo in questo modo...''
'' Ma lei non è sola.''- fece Kitty -'' Ci sei tu, con lei. Tu uscirai di qui... ti do la mia parola.''
Nick sorrise carezzandole il viso -'' Ma se così non dovesse essere...  devi promettermelo.''
Ricacciò indietro un singulto.
'' Te lo prometto.''
'' Bene...''- fece Nick -'' Per ultimo... Fiamma Scarlatta è tua.''
Kitty sorrise. Il suo fidanzato adorava la sua moto, tant'è che le aveva dato un nome... chissà quanti equivoci avrebbe potuto credere se non avesse saputo quel dettaglio...
Si bloccò. E se...
'' Ti senti bene?''- fece il medico preoccupato dall'improvvisa immobilità della ragazza. Sperava vivamente di non averla contagiata... però si trattava di un caso di avvelenamento non di una malattia trasmissibile con il contatto, trovava strano che Catherine si fosse ammalata.
Kitty iniziò a rimuginare su quel dettaglio... era un'idea folle, ma in fin dei conti era pur sempre un ipotesi valida come qualsiasi altra... che però non le dava la certezza assoluta di trovare il bastardo che aveva ridotto il medico in quello stato, ed anche se così fosse stato avrebbe certamente negato ogni responsabilità del caso e se c'era un antidoto per salvargli la vita di certo non l'avrebbe detto a lei.
C'era solo una cosa che poteva fare. Pericolosa. Tratti suicidi... ma era l'unica cosa che poteva fare.
'' Tu non morirai. Non oggi. Promesso.''- nel dir così lo baciò. Un bacio in cui affogò tutto quello che sentiva in corpo in quel momento: odio, rabbia, paura, probabili giorni felici che non sarebbero mai esistiti... avrebbe giurato di aver sentito delle lacrime solcarle il viso.
In quel momento vennero raggiunti da Molly.
'' Oh, scusate... non sapevo che...''- fece la giovane patologa imbarazzata -'' vi lascio soli...'''
'' Molly aspetta...''- fece la ragazza  raggiungendo la sua potenziale cognata, portandola fuori dalla stanza con sè.
...
...
...
'' Puoi restare un po' con lui?''- fece la giovane Holmes.
'' Sì...''- fece la patologa con un'espressione tra il preoccupato ed il confuso -'' ma perchè, tu dove vai?''
'' Credo di aver capito.''
Gli occhi di Molly s'illuminarono di gioia e speranza.
'' Si chi è stato?''
'' Ho una mezza idea di come sia entrato in contatto con il veleno, a quel punto trovare il colpevole dovrebbe essere questione di poco, ma devo fare un controllo.''- spiegò Kitty.
'' Chiamo Greg...''- fece Molly prendendo il cellulare, solo per venire fermata dalla giovane Holmes.
'' Meglio di no. Se lo cogliamo di sopresa è più facile che si tradisca... vado, mi assicuro di averci visto giusto e poi facciamo intervenire la polizia.''
'' Va bene.''- fece la patologa mettendo a posto il cellulare -'' mi terrai informata vero?''
La giovane le sorrise per rassicurarla prima di allontanarsi.

Perfetto. Ora doveva solo mantenere il sangue freddo ed i nervi saldi. Era un tentativo di suicidio. Prima cosa appurata.
Peccato che fosse anche l'unico modo per fermare il veleno che stava uccidendo Nicolàs. Forse sarebbe riuscita a combattere il dolore della perdita, in fin dei conti, l'aveva già fatto non più tardi di sette anni prima... ma Molly? I loro genitori erano morti e per molto tempo, l'unica famiglia che aveva avuto la patologa era proprio il fratello maggiore.
E comunque non era giusto che una donna fosse morta in '' onore della scienza omicida'' e che un medico bravo e competente fosse stato tagliato fuori dal lavoro che tanto amava magari per una stupida ripicca...
Ma cosa più importante non poteva lasciare che un uomo onesto morisse per colpa di un delinquente che voleva incastrare qualcuno e che aveva già fatto tanto male...
L'aveva già permesso una volta.
Non l'avrebbe fatto di nuovo.
Fermò un taxi e vi salì.
'' Allora...''- fece il tassista voltandosi verso di lei -'' dove andiamo?''
Non fece in tempo nemmeno ad aprire ibocca che il tassista la aggredì con un fazzoletto imbevuto di qualche sostanza narcotizzante. Gli afferrò il polso, lottando per allontanarlo da sè ma il narcotico iniziava già a fare effetto.
In pochi secondi, il suo mondo sprofondò nel buio.
La battaglia finale iniziava.

  
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