Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: WolfieIzzy    03/02/2017    2 recensioni
Aprile 1795. Eleanor Kenway è su una carrozza diretta a Parigi, dopo aver affrontato un viaggio partito quasi un mese prima da casa, in America. Vuole scoprire di più sulla sua famiglia. Vuole scoprire da dove viene. Vuole diventare un'Assassina come suo padre, Connor. In Francia la aspetta il suo destino, e il Maestro Arno Victor Dorian, che la addestrerà per farla diventare un'Assassina perfetta e con il quale combatterà per il futuro della Nazione. Ambientata dopo gli eventi di Assassin's Creed Unity.
NB: Questa storia cerca di essere il più possibile fedele sia ai fatti storici reali, che a quelli fittizi appartenenti alla storia di Assassin's Creed. Qualsiasi modifica apportata al "canone" storico reale e/o appartenente al mondo di AC è voluta ed è utile ai fini della storia. Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arno Dorian, Napoleone Bonaparte, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
'Ah, una cosa.' mi disse mentre uscivamo. 
'Non voglio essere chiamato più Monsieur o Signore. Mi fa sentire dannatamente vecchio. Ora sono il tuo Maestro, e... dammi del tu, per favore. Ho solo sei anni più di te.'

Io lo guardai e sorrisi. 'Va bene, Maestro, sarà fatto.' 

Ci avviammo verso la sua residenza, il cielo di Parigi era cosparso di stelle. 

Mentre camminavamo mi chiese qualcosa in più su di me.

'...Quindi hai passato un'infanzia relativamente tranquilla.' 

'Diciamo di si, sono sempre stata abbastanza protetta. A discapito ovviamente del mio rapporto con mio padre: lo vedevo sempre poco. Era spesso in viaggio, e io mi sono affezionata al mio tutore. Fortunatamente c'era lui.' dissi, ripensando a Winston.

'Ti manca? Deve essere strano essere lontano da casa, da sola.'

Annuii. 'Devo dire di si. Lo confesso, in barca ho passato più di qualche notte con le lacrime che scendevano. Tutto questo mi spaventava un po', non essendo mai stata abituata a cavarmela per i fatti miei.'

'Posso capirti... più o meno. La mia è una vicenda un po' più complicata.' disse. 'E anche abbastanza lunga. Ma avremo tempo di conoscerci meglio e parlare quanto vorremo.'

Eravamo arrivati alla Villa De La Serre.

'Beh, allora buonanotte, Maestro.' gli dissi, appoggiandomi al cancello.

'Buonanotte, Eleanor. Domani inizamo: ti aspetto in Place de la Guillotine alle otto, sotto l'obelisco. Ti insegnerò a muoverti per la città senza farti notare.' mi disse.

'Sono impaziente.' dissi. Uscì sarcastico, ma lo ero davvero. 

'A domani, Eleanor.' mi sorrise.

'A domani, Maestro.' feci un mezzo inchino e mi avviai alla locanda. Domani avrei iniziato sul serio.


La mattina dopo mi presentai in orario in Place De la Guillotine. La città si stava animando, il sole si stava alzando nel cielo. 

Mi diressi verso l'obelisco dove era appoggiato Arno, intento a leggere un giornale. Aveva il cappuccio abbassato, qualche ciuffo che gli incorniciava il viso. Mi fermai qualche secondo ad osservarlo.

Scossi la testa e mi avvicinai.

'Buongiorno.' dissi.

Lui alzò la testa e sorrise.

'Buongiorno Eleanor. Come stai?'

'Abbastanza bene, grazie. Non ho dormito molto... l'eccitazione, mi sa.' dissi.

Lui ridacchiò. 'È comprensibile. Dimmi Eleanor, cosa vedi?' indicò la piazza.

'Beh, delle persone... qualche bancarella.. delle guardie.' dissi, alzandomi in punta di piedi.

'Ottimo.' disse. 'Cominciamo: dobbiamo arrivare dall'altra parte della piazza senza farci notare dalle guardie e soprattutto da qualche rivoluzionario ancora un po' troppo entusiasta.'

'E come facciamo?' gli chiesi.

Lui si avvicinò a me. Dalla tasca interna del cappotto tirò fuori qualcosa di ripiegato, della stoffa credo. Me la passò.

'Un regalo.' disse. 

Io la dispiegai e la alzai davanti ai miei occhi. Era un cappuccio da attaccare al mio cappotto. Stessa stoffa, stesso colore verde scuro. Lo adattai e lo infilai. Non mi ostruiva la visuale, anzi. E in più mi avrebbe nascosta, il che era perfetto.
Ora mi sentivo un'Assassina a tutti gli effetti.

'È fantastico, Maestro. Grazie.' dissi. 

Arno sorrise. 'Ti sta benissimo. Ora possiamo iniziare.' 

Annuii.

'Una delle prime regole del Credo: Nasconditi alla vista. Seguimi.' disse.

Si alzò il cappuccio sul capo e si infilò in mezzo alla folla, facendomi segno di stargli vicino. 

Lo seguii in mezzo alle persone. Arno mi fece fermare, avvicinandomi a lui con la mano.

'Guardati intorno. Concentrati.' mi disse.

Io feci come diceva: mi concentrai sulle persone, le osservai con attenzione. Non molto distanti, vidi due figure che mi sembrarono evidenziate, più luminose rispetto alle altre. Due guardie. Mi concentrai meglio, strizzando leggermente gli occhi: ora apparivano illuminate rispetto all'ambiente e alle persone circostanti, che si erano oscurate. 
Com'era possibile?

Scossi la testa, e guardai Arno.

'Credo di aver visto...'

'Si, Eleanor. Hai appena usato l'Occhio Dell'Aquila. Non avevo dubbi sul tuo possesso di questa qualità: probabilmente per te è ereditaria, quindi non ci sarà nemmeno bisogno di insegnartela.'

'Wow... avevo sentito della sua esistenza, ma questa è la prima volta che scopro di averlo.'

'Scoprirai di averne tante altre, di qualità. Fidati di me. Ti farò diventare un'Assassina perfetta.' 

Gli sorrisi, e lui a me. Stavamo iniziando a coltivare un ottimo rapporto, e questa cosa mi rendeva davvero felice.

Arno mi insegnò quella mattina a muovermi tra la folla senza farmi individuare dalle guardie, e alla fine della giornata ero riuscita a imparare molti trucchetti per passare inosservata. 

'Impari in fretta.' mi disse. 'Non ci vorrà molto a farti diventare un soldato.'

Io gli sorrisi. 'Spero di essere pronta presto.' 

Si era fatto abbastanza tardi, e Arno mi accompagnò alla locanda, dandomi appuntamento al giorno dopo davanti a casa sua per 'vedere quanto te la cavi con la spada.' 

Io non vedevo l'ora di iniziare.

Mi presentai puntuale il giorno dopo davanti alla residenza De La Serre, dove Arno mi accolse e mi accompagnò nel giardino all'interno.

Si tolse la giacca rimanendo in camicia, consigliandomi di fare lo stesso.

'Bene, Eleanor.' disse, estraendo la spada. 'Fammi vedere che sai fare.' 

'Ah, così, subito?' dissi, lanciando la giacca su una panchina ed estraendo la mia spada corta dal fodero.

Arno ridacchiò. 'Certo. Sono impaziente.' Abbassò lo sguardo sulla mia spada.

'Carina.' disse. 'Ma per l'allenamento è meglio usarne una di dimensioni normali, leggermente più grande.' 

'Va bene.' dissi.

Tornò dentro casa e ne uscí un paio di minuti dopo con una spada simile alla sua, con un manico molto elegante e decorato finemente.

Io appoggiai la mia sulla panchina sopra la giacca.

'Wow, è stupenda.' dissi, quando me la porse. Ne ammirai i dettagli eleganti, doveva essere una spada da donna.

Arno sorrise. 'Questa è più adatta. Ora possiamo iniziare.' 

'Perfetto.' dissi, mettendomi in posizione. Arno mi osservò attentamente, mentre cercavo di rimanere il più ferma possibile in posizione di guardia, con un piede avanti e la spada alzata. 

'Bene, è un ottimo inizio' disse, ma all'improvviso spostò le mani sui miei fianchi, aggiustandomi la posizione della schiena. Non mentirò, mi colse di sorpresa, facendomi sussultare leggermente. Aveva un tocco delicato, fortunatamente.

Mi alzò leggermente il mento con un dito, e io lo guardai di sfuggita, il suo viso e il suo sguardo concentrato su di me.
'Ora sei perfetta.' Io sorrisi.

Arno si mise in posizione davanti a me. 'En garde.' disse.

Io lo fissai attentamente, pronta a captare qualsiasi movimento. 

Dopo qualche secondo, partí velocissimo, attaccandomi. Io indietreggiai con successo e risposi, facendo scontrare la lama della mia spada con la sua.

'Un buon inizio.' disse, ritornando in posizione. 'Ora attacca tu.'

E cosí feci, subito dopo, forse un po' troppo di fretta dato che Arno riuscí a pararmi e a spostarsi di lato.
'Avanti.' disse. 'Continuiamo.' 
Io lo attaccai di nuovo con un fendente ben piazzato, al quale lui rispose prontamente attaccando in risposta. Io parai e continuammo cosí per qualche secondo, fino a che non riuscí a disarmarmi, puntandomi la punta della spada sotto il mento.

Ridacchiò. 'Molto bene, Eleanor. Sai come muoverti.' abbassò la spada, permettendomi di poter riprendere qualche respiro. Era velocissimo e aveva una tecnica impeccabile, come avevo sentito dire.

'Grazie, Maestro.' dissi, recuperando la spada. 

Il secondo duello riuscí più o meno uguale, solo che non riuscì a disarmarmi cosí facilmente e io riuscii a scovare un punto scoperto all'altezza del suo fianco, dove mi lanciai. Non feci in tempo ad avvicinarmi di un passo, pero', che Arno si era già defilato e mi aveva affiancato, afferrandomi per la vita.

Non riuscii a capire come aveva fatto e mi irrigidii, ma purtroppo questo non mi aiutò, perchè si avvicinò al mio orecchio e mi sussurrò 'Piano, lionne.'* 
Io diventai paonazza, sorridendo nervosamente.

'Stavo per prenderti...' dissi, cercando di nascondere il colore delle mie guance. Arno mollò la presa e non distogliendo il suo sguardo dal mio, disse: 'Esatto, stavi per.' Io gli feci una linguaccia, causando una sua risata.

'Avanti, continuiamo.' 

Continuammo per quasi tutto il giorno, io ero sfinita. Ma ero anche felicissima. Arno era un Maestro fantastico, e quel giorno avevo imparato un sacco di cose sul duello con la spada. 

* leonessa, in Francese. 
Angolo dell'autrice: 

Salve belli. Spero che la storia vi stia piacendo, mi sto impegnando un sacco a scriverla. Mi era mancato un sacco farlo. Sarei felice di sapere cosa ne pensate! Vi piace Eleanor? Come pensate procederà?
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: WolfieIzzy