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Autore: Layla    03/02/2017    1 recensioni
Tamao Ishida è una delle tante schiave senza nome che lavorano come sarte per la yakuza.
La sua vita cambierà il giorno in cui deciderà di scappare e finirà per nascondersi nel pullman dei Pierce The Veil e si unirà a loro. Scoperta dall'Immigrazione verrà sposata da Jaime, per cui ha una cotta, riuscirà a farlo innamorare di lei o il loro rimarrà solo un matrimonio di facciata?
Yukari Yidashi è la merchgirl dei Pierce The Veil cotta di Vic Fuentes, ma non è detto che sia lui l'uomo che davvero ama.
Forse è una persona del suo passato che aveva considerato sempre e solo un amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Preciado, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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18)Il  sapore della felicità.

 
Tamao p.o.v.

 
Mi sveglio tra le braccia di Jaime sorridente e un po’ indolenzita.
Ieri sera abbiamo fatto l’amore e io ho perso la mia verginità, sono sulla mia nuvoletta personale e non voglio scendere.
Do un’occhiata alla sveglia e noto che segna le dieci, di solito a quest’ora ci svegliamo e decido di fargli una sorpresa. Gentilmente mi libero dalla presa delle sue braccia e poi mi metto le mie mutande e la sua maglia, poi me ne vado in cucina. Inizio a preparare i pancakes e metto sul gas il suo latte e l’acqua per il mio the.
Voglio sorprenderlo con una colazione a letto.
Quando tutti i pancakes sono pronti li metto su un piatto che poi appoggio su di un vassoio insieme al latte, al mio the e ai biscotti.
Cammino verso la camera da letto e trovo mio marito già sveglio e sorridente, meraviglioso!
“Buongiorno!”
Gli dico con il mio miglior sorriso.
“Buongiorno anche a te.
Mi hai portato la colazione a letto?"
Io annuisco, lui annusa l’aria come un cane.
“Latte con il cacao e pancakes.
Ah, Tamao! Ti amo!”
Io sorrido, ma dentro di me si affacciano un paio di domande, una su questa frase, l’altra sulla notte appena trascorsa.
Appoggio il vassoio sulla sua parte di letto e lui inizia a mangiare voracemente, io invece bevo il mio the con calma, pensierosa, inzuppandoci ogni tanto qualche biscotto.
Sono felice che lui abbia apprezzato la colazione, sembra un bambino il giorno di Natale, perfettamente soddisfatto dei regali che ha ricevuto. Io sono uno di quei regali o cosa?
Adesso sono abbastanza ansiosa, è ora di chiarire le cose una volta per tutte, non si può più rimandare perché stanotte ha cambiato tutto.
Finiamo di mangiare, io porto il vassoio con le tazze e i piatti in cucina e torno in camera da letto con un’espressione seria in volto.
“Cosa c’è, Tamao?”
“Dobbiamo parlare, Jaime.”
Mi siedo accanto a lui.
“Quando prima hai detto che mi ami lo hai fatto solo perché eri trasportato dall’entusiasmo per l’arrivo della colazione o perché lo pensavi davvero?
E cosa significa stanotte?
Hai deciso di fare sesso perché mi ami o solo perché avevi voglia e c’ero io?”
Lui annuisce e poi inaspettatamente sorride.
“Penso sia arrivato il momento di mettere le carte in tavola senza nascondermi dietro alla solita scusa che ho bisogno di tempo, l’ho usata fin troppo non credi?”
Io non so cosa dire.
“Sei libera di dire la verità, siamo marito e moglie e tra noi non devono esserci segreti.”
“Penso di sì, Jaime.
Io ti amo, ma questa non è una novità. Lo sai benissimo, solo che non ho voluto farti alcuna pressione, perché ti sono grata per avermi salvato la vita.”
“Ok, la verità, Tamao, è che ne abbiamo passate tante insieme.
In una situazione del genere due persone possono o innamorarsi o odiarsi.”
Io deglutisco, il cuore stretto in una morsa.
“Nel nostro caso io mi sono innamorato di te.
Dio, l’ho detto finalmente! Credevo che non sarei mai riuscito a dire queste parole perché mi sono dimostrato un codardo.
Ti amo, Tamao.
Ti amo perché sei tu. Sei dolce e timida, ma sai anche farti valere.
Sai gestire le situazioni, anche quelle difficili, sai essere ironica e dare risposte che sanno rimettere a posto le persone solo con un po’ di sana ironia.
Sei forte perché hai sopportato per tanti anni una vita inumana.
Credo di dover ringraziare i miei genitori perché la loro visita me l’ha fatto capire, sei stata gentilissima con loro e li hai conquistati.
Questo ha smosso qualcosa, ha portato a galla tutti i sentimenti che mi sforzavo di tenere nascosti perché un po’ mi faceva paura iniziare una nuova storia, lo ammetto.
Lo sai che sono sempre stato attratto da te, ma non ero sicuro che questo bastasse per iniziare una storia seria, ma ieri sera ho capito che ti amavo.
Non eri un’amica o una sorella come mi dicevo, ma una ragazza che amavo esattamente così come era.
È stato liberatorio, mi sono sentito bene e in pace con me stesso.
Ed è per questo che ho fatto l’amore con te, perché ti amo.
Mi ci è voluto un po’, ma alla fine l’ho capito.”
Io mi porto le mani alla bocca e scoppio a piangere.
“Tamao?”
“Sono lacrime di gioia, sono troppo felice.
Grazie, Jaime, grazie.
Ti amo anche io, ti amo più della mia stessa vita.
Ti avrei lasciato andare se tu avessi voluto perché il tuo benessere viene prima del mio.”
Lui si avvicina a me e mi abbraccia forte, poi mi bacia con passione e io sono felice perché so che mi ama.
Lo fa perché mi ama, non per altri motivi.
Potrei morire qui ed essere felice.
Ci stacchiamo e sorridiamo come due bambini e poi ci baciamo di nuovo, le nostre lingue che lottano per dominare le une sulle altre, le sue mani che corrono lungo la mia schiena, le mie che gli tirano leggermente i capelli nella foga del momento.
Continuiamo a baciarci e ad arretrare verso il letto, dove cadiamo e io mi ritrovo sul suo peto massiccio, che mi fa sentire a casa.
Lui mi bacia la mascella, poi scende verso il collo e succhia e lecca un punto che mi fa particolarmente gemere, io mi inarco e le nostre intimità vengono a contatto e per un attimo rimaniamo tutti e due senza fiato: tra di noi è passata una scossa elettrica di puro piacere.
“Tamao.”
Geme lui e riprende la sua discesa baciando le clavicole e la pelle vicino al bordo della sua maglia, dopo un po’ me la tolgo rivelando i miei seni nudi. Con gentilezza ribalta le posizioni e si mette sopra di me, prende un seno tra le mani, mentre bacia, lecca e succhia il capezzolo dell’altro.
“Jaime!”
Sospiro mentre dà un piccolo morso che mi fa alzare il bacino verso di lui, gemendo più forte e facendo scontrare di nuovo le nostre intimità.
Ci fermiamo un attimo per riprendere fiato, poi io salgo su di lui, gli baci e accarezzo il petto e poi scendo fino ai boxer. Mi ci vuole una sola occhiata per capire che sono di troppo e glieli tolgo, lui mi aiuta, muovendo le gambe scompostamente.
Lo guardo negli occhi e prendo in mano il suo membro, iniziando a muovermi su e giù, il suo volto si deforma per il piacere. Io sorrido e dopo un po’tolgo la mano e mi abbasso per continuare il lavoro con la bocca, ma lui mi ferma.
Mi adagia sul letto e mi toglie le mutandine, poi con un sorriso birichino, infila un dito nella mia intimità, facendomi gemere. Subito dopo la sua testa si posiziona tra le mie gambe e sento la sua lingua muoversi dentro di me, succhiando e leccando con abilità, mentre con il pollice mi tortura il clitoride.
Io gemo e ansimo, stringo le coperte con le mani e le gambe attorno alla sua testa.
Quando arrivo quasi al culmine del piacere lui si sposta e finalmente mi penetra con spinte lunghe e dolci, in cui ansiamo insieme.
Continuiamo così fino a raggiungere l’orgasmo insieme, i nostri nomi urlati nello stesso momento,
Anche questo è amore.

 
Alla fine rimaniamo abbracciati per quasi tutta la mattinata a raccontarci le cose più stupide di noi: come i gusti preferiti del gelato, aneddoti dell’infanzia e altro ancora.
È un momento magico che vorrei non finisse mai perché non mi era mai capitato di essere così in sintonia con un persona, Jaime sembra capirmi al volo e lo stesso succede per me.
È bello finire le frasi uno dell’altra o ridere nello stesso momento senza un perché.
È in attimi così che mi dimentico di non avere una famiglia alle spalle e di avere trascorso dieci anni della mia vita facendo un lavoro degradante, non pagato e rischioso.
Le urla di mio padre mentre picchiava la famiglia?
Si dimenticano.
Il dolore che provavo quando mi prendeva a cinghiate?
Si dimentica.
Il rumore ritmico della macchina da cucire?
Si dimentica.
Le punizioni dei miei carcerieri?
Si dimenticano.
La bolla beata di felicità si rompe con il suono del campanello, Jaime mi guarda perplesso, si mette un paio di pantaloni corti e va ad aprire la porta.
“Mamma, papà!”
Lo sento urlare poco dopo, a me viene un colpo al cuore.
Esco dal letto e mi rivesto alla velocità della luce, mi pettino alla bell’e meglio e raggiungo mio marito. I miei suoceri mi lanciano un’occhiata eloquente e io mi guardo, indosso una maglia di Hime e i miei capelli sono raccolti in un coda sbilenca.
Sembro o una profuga o una che ha appena finito di scopare e dato che non sono appena scesa da un barcone stracarico, da un camion o altri posti, è buona la seconda e loro lo hanno capito.
Arrossisco violentemente e tento di borbottare qualcosa, ma la voce mi tradisce e finisco per non dire nulla ed è meglio così, si sarebbe aggiunto imbarazzo all’imbarazzo.
“Ehm, buongiorno.”
“Ciao, Tamao.
Scusa se vi abbiamo disturbato, sappiamo che una giovane coppia ha le sue esigenze.”
Io divento ancora più rossa quasi viola.
“Volevamo dirvi che ci piacerebbe uscire con voi un’ultima volta, abbiamo prenotato un volo per domani mattina.”
La faccia di Jaime è sorpresa quanto la mia, non ci aspettavamo una cosa del genere.
“Come mai volete partire così presto?”
Chiede infine mio marito.
“Volevamo essere sicuri che il tuo matrimonio con Tamao fosse per amore e non per altre ragioni e ora siamo convinti che vi amate e non ci sembra il caso disturbare ulteriormente la vostra luna di miele.”
Noi due annuiamo, non troppo sorpresi dalla motivazione della loro visita.
In fondo ce l’aspettavamo, ci siamo sposati da un momento all’altro, senza dire nulla a nessuno, un po’ di perplessità era comprensibile.
Sono lieta di avere superato la prova, è una piccola vittoria.
“Ehm, capisco.
Dove vorreste andare?”
“Vorremmo andare a un ristorante giapponese per provare la cucina con cui Tamao è cresciuta.”
“Uhm, va bene.”
Vado a prendere l’elenco del telefono e cerco il numero del mio ristornate giapponese preferito, lo chiamo e prenoto un tavolo per quattro.
“Io vado a fare una doccia.”
Jaime si eclissa e mi lascia da sola con i miei suoceri, una situazione decisamente imbarazzante.
“Come sono le ragazze in chimono?”
“Uhm, immagino interessanti agli occhi degli occidentali.”
“Ne hai uno?”
“Beh, Yukari ne deve avere alcuni.”
“Ti andrebbe di indossarne uno?”
“Va bene.”
Accetto perplessa e quando Jaime esce dalla doccia me ne faccio una io e poi torno in camera e mi  metto a cercare tra i vestiti della mia amica.
Alla fine trovo uno yukata rosso scuro con disegni di sakura rosa chiaro e fucsia, con un obi di satin rosso brillante e ricamato a motivi floreali.
Io li indosso e alla fine la mia figura magra è valorizzata dal vestito e sta persino bene con i miei capelli biondi. Miracolo dei miracoli riesco a fare anche un fiocco praticamente perfetto sull’obi.
Sono pronta per l’ultima battaglia e mentre mi trucco per un attimo traccio due segni rossi tra le guance e gli occhi, come i pellirossa prima della guerra o la ragazza di Bastardi senza gloria mentre si prepara per la premiere che ammazzerà tutti i nazisti.
Sono pronta.

 
Il locale che ho scelto non è molto lontano da Buckingham Palace e all’esterno sembra una comune casa londinese, nulla che prepari il visitatore all’interno.
I proprietari lo hanno trasformato in una perfetta casa giapponese d’altri tempi con il tatami, il fusuma, i paravento con delicate decorazioni a motivi floreali e di gru.
Quando entriamo i genitori di Jaime trattengono il fiato sorpresi, una ragazza arriva subito a riceverci e io indico ai miei ospiti che devono togliersi le scarpe, loro eseguono senza fiatare.
“Buongiorno, benvenuti al Sakura!
Posso fare qualcosa per voi?”
“Vorremmo mangiare qui, ho prenotato un tavolo a nome Preciado.”
“Potreste attendere un attimo?
Devo solo controllare.”
“Certo.”
La ragazza in chimono se ne va e poi torna dopo qualche minuto.
“Eccomi, io sono Yukiko e sarò la vostra cameriera. Per qualsiasi problema rivolgetevi a me, ora vi accompagno al vostro tavolo, sarete affamati.”
Mh, sì.
Fare sesso mette fame.
Seguiamo la ragazza in una sala divisa da tanto separé per dare la giusta privaci ai clienti, noi prendiamo posto all’ultimo che è dotato di una finestra da cui si può ammirare il giardino interno, che è ovviamente in stile giapponese.
“È davvero un bel posto!”
Esclama colpita la signora Preciado.
“Sono felice che via stia piacendo, è uno dei miei ristoranti preferiti.”
Loro mi sorridono e leggono il menù, ma smettono subito.
“Tamao, ci affidiamo a te.”
“Va bene.”
Quando la ragazza ritorna per prendere le nostre ordinazioni io le dico di portare ramen come primo e una grigliata di carne come secondo. Lei annuisce e poco dopo torna con dell’acqua e della cherry cola per noi.
“Com’è il ramen?”
“Buono, è una zuppa con della pasta e della carne e anche del pesce.
Vi piacerà o almeno lo spero.”
Dico incerta, ma loro mi sorridono in modo rassicurante.
“Siamo sicuri che sarà buonissimo.”
Mi rispondono in modo incoraggiante, io spero che a loro piaccia, non dubito della bontà del cibo.
“Tu sai cucinare questo tipo di cibo?”
“Certo.”
È  il cibo che mangiavamo a casa, quello che preparava mia madre e che mi ha insegnato a cucinare.
Ha un sapore dolce amaro, perché se da un lato ripenso con piacere a quando mia madre trascorreva del tempo con me, dall’altra penso a quello che mi hanno fatto.
Mia madre può forse sembrare una vittima anche lei – e forse lo è – ma non la perdonerò facilmente per non essersi opposta a nessuna delle decisioni prese contro di me.
“Tamao?”
La voce di Jaime mi riporta alla realtà.
“Sì?”
“A cosa stavi pensando? Ti sei estraniata per un attimo.”
“Alla mia famiglia, mia madre mi ha insegnato a cucinare i piatti che mangerete e altri.”
“Capisco.”
Per fortuna lui non aggiunge altri commenti e spero che i miei suoceri non chiedano nulla sulla mia famiglia, cosa che fortunatamente accade, forse hanno intuito che c’è della ruggine tra di noi.
Non hanno nemmeno idea di cosa sia successo nella mia famiglia ed è meglio così.
La cameriera arriva con i ramen e non c’è molto spazio per le chiacchiere, sono tutti impegnati a cercare di usare correttamente le bacchette.
Dopo aver assaggiato qualche boccone entrambi i miei suoceri sorridono e anche Jaime ha un’espressione soddisfatta sebbene conosca già la cucina di questo ristorante.
“Sono davvero buoni questi ramen, potresti darmi la ricetta quando usciamo dal ristorante?
Vorrei cucinarli anche a casa, anche se dubito che useremo le bacchette per mangiarli là.”
Io sorrido.
“Certo, le darò la ricetta. Sono felice che le siano piaciuti.”
“Sì. Penso sia corretto cercare di conoscere le tue radici e poi vogli stupire le mie amiche con qualche nuova ricetta giapponese.”
“Smettetela di mangiare di cibo mentre mangiamo, godetevelo piuttosto.”
Borbotta il signor Preciado, facendomi ridacchiare.
“Va bene, caro.”
Risponde paziente Maria.
Continuiamo a mangiare e devo dire che adesso che la tensione si è sciolta posso godermi meglio i ramen e mi sembrano i migliori che io abbia mai mangiato.
Forse perché da dolci amari sono passati al sapore di un’altra piccola vittoria, se Maria vuole cercare di capire il mio mondo significa che mi ha accettato nel suo.
Finiamo i ramen, la cameriera porta via i piatti e i miei suoceri sembrano rilassarsi.
“Rimarrete a Londra tutto il tempo della luna di miele?”
“No, mamma.
Tra un paio di settimane andremo a Brighton, Yukari ha una casa vacanze lì e poi ha detto che ci raggiungerà con i Bring Me The  Horizon. Adesso è a Sheffield, ospite di Lee Malia se non sbaglio.”
“Sono bravi ragazzi questi tizi?”
“Sì, più o meno sì. Nessuno è perfetto.”
“Come mai Yukari non è tornata a San Diego?”
“Uhm, diciamo che ha litigato con Vic. La verità è che nessuno sa con precisione cosa sia successo, ma visto che lui è stato molto freddo con lei quando ci siamo salutati alla fine del tour abbiamo dedotto che ci siano state delle discussioni.”
“Capisco.”
La signora Preciado guarda me, forse pensa che io sappia qualcosa – e non si sbaglia – ma non tradirò la mia amica raccontando della sua cotta per Vic.
“Mi stava simpatica quella ragazza.”
Interviene Juan.
“Sapeva mettervi in riga ed è una qualità piuttosto rara in una ragazza. Mi dispiace sapere che probabilmente non sarete più affidati a una tale persona.”
“Papà, siamo tutti cresciuti ormai! Sappiamo badare a noi stessi!”
“Sì, ma avere un elemento forte aiuta sempre e rassicura i genitori.
Sarete anche cresciuti, ma per me rimarrai il ragazzino che deve essere protetto, anche se forse adesso questo compito non tocca a me, ma a qualcun altro.”
L’uomo fa un cenno nella mia direzione.
“Cercherò di fare del mio meglio per mettere in riga Jaime, non posso promettere nulla per gli altri perché non so andrò ancora in tour con loro. Non ne abbiamo ancora parlato e poi vorrei provare a lanciare una mia linea di abbigliamento.”
“Non sapevo ti interessassi di moda.”
“So cucire molto bene e vorrei sfruttare questa capacità.”
Ci ho messo dieci lunghi e sofferenti anni per perfezionarla.
“Beh, è un’ottima idea.”
La madre di Jaime mi sorride, sono lieta che approvi il mio piano per il futuro perché è dalla merda di un passato orribile che nascono fiori come questo.
La cameriera ci porta la carne e anche questo piatto viene apprezzato, finito il pranzo decido di lasciare a Jaime un po’ di tempo da trascorrere con i sui genitori senza me tra i piedi e me ne torno all’appartamento.
È un po’ che voglio parlare con Yukari e potrei chiamarla su Skype, così le mando un messaggio a cui lei risponde subito: può parlare con me.
Arrivo a casa e accendo il computer senza cambiarmi, la mia amica mi chiama subito e ha una faccia pallida e preoccupata. Che sia successo qualcosa?
“Ti sta bene il mio chimono.”
Mi dice con un mezzo sorriso.
“Scusa, non volevo usarlo, ma i genitori di Jaime mi hanno chiesto di indossarne uno.”
“Scherzavo, puoi mettere tutti i miei vestiti e non ci sono problemi.
I genitori di Jaime?”
“Sì, è qualche giorno che sono qui. Sono venuti a controllare che la loro nuora giapponese non sia una pazza, una fanatica o una interessata solo ai soldi.
Ho passato l’esame comunque.”
Mi accendo una sigaretta  e l’osservo ancora: ha una vistosa ricrescita nei capelli che ora sono di un pallido azzurro con qualche sfumatura lilla.
No, c’è decisamente qualcosa che non va. Non è da Yukari trascurare i suoi capelli in questo modo.
“Yukari, cosa è successo?
Da quando Lee ha interrotto la nostra conversazione non ti sei fatta più sentire e adesso ti ritrovo pallida e trascurata. Cosa è successo?”
Lei sospira e si accende una sigaretta a sua volta.
“Avevi ragione su Lee, ha una cotta per me, anzi mi ama proprio.
Quando ha interrotto la nostra conversazione mi ha confessato i suoi sentimenti, io sono confusa, non so di preciso cosa provo per lui. Siamo amici da talmente tanto tempo che non so se lui mi possa piacere come ragazzo.”
“Vivi ancora da lui?”
“Sì, ho cercato di andarmene per poter pensare in pace e con lucidità, ma lui me l’ha impedito.
Non potevo spezzargli così il cuore e sono rimasta, ma non so se sia la cosa giusta, forse gli sto solo facendo più male senza capire nulla dei miei sentimenti.”
“Anche io ho qualche dubbio sul rimanere, non puoi proprio andartene?”
“No, Tamao. Gli ho promesso che sarei rimasta e non posso venire meno a una promessa, non sarebbe corretto, non credi?”
“Hai ragione, ma tu cosa provi?”
“Un affetto profondissimo, ma non so se sia amore.
È tutto confuso, nella mia testa e nel mio cuore, non so cosa fare.”
“Credo che solo il tempo possa darti una risosta o almeno a me è successo così.”
“Sì, ma nel frattempo quanto soffrirà Lee? Lui non se le merita, è una delle poche persone che mi è stata sempre vicina.”
“A volte il dolore è necessario, non dico che sia una bella cosa, ma ogni tanto è così che va.”
Lei fa una smorfia poco convinta, so che detta come ho fatto io sembra una gran cazzata, ma è vero: io ne sono la prova vivente.
Ho aspettato e sofferto, ma poi ho avuto quello che volevo e spero che succeda lo stesso a Lee, lui mi sembra perfetto per Yukari.
Calmo e misurato almeno quanto lei è impulsiva.
Sono certa che sarebbero una bella coppia, ma come ho detto solo il tempo potrà darmi una risposta.
A me e a Yukari.

Angolo di Layla.

Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione.

   
 
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