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Autore: Emmastory    05/02/2017    4 recensioni
Anche se il tempo continua a scorrere, le cose nell'un tempo bella e umile Aveiron sembrano non cambiare. La minaccia dei Ladri è ancora presente, e una tragedia ha ora scosso l'animo dei nostri amici. Come in molti hanno ormai capito, quest'assurda lotta non risparmia nessuno, e a seguito di un nobile sacrificio, la piccola ma coraggiosa Terra sembra caduta in battaglia, e avendo combattuto una miriade di metaforiche e reali battaglie, i nostri eroi sono ora decisi. Sanno bene che quest'assurda e sanguinosa guerra non ha ancora avuto fine, ma insieme, sono convinti che un giorno riusciranno a mettere la parola fine a questo scempio, fatto di sangue, dolore, fame, miseria e violenza. Così, fra lucenti scudi, affilate spade e indissolubili legami, una nuova avventura per la giovane Rain e il suo gruppo ha inizio. Nessuno oltre al tempo stesso sa cosa accadrà, ma come si suol dire, la speranza è sempre l'ultima a morire.
(Seguito di: Le cronache di Aveiron: Miriadi di battaglie)
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Le cronache di Aveiron'
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Capitolo IV

Periodo di pace

E così, una prima battaglia contro i Ladri sembrava vinta. Ci eravamo feriti, ma finalmente ripresi, e ammirando il levarsi e lo scomparire del sole dal cielo, che puntualmente lo lasciava vuoto e libero alla luna, avevo avuto tempo e modo di accorgermi del passare di un’altra settimana. Data l’attuale situazione, noi tutti viviamo ancora nella residenza di Lady Fatima, ma questo non ci tocca. Siamo felici, e pronti a qualsiasi cosa pur di continuare a difenderci. Ora come ora, sono occupata a guardare oltre il vetro della finestra della mia stanza. La luce solare è tenue, ma una leggera brezza spira accarezzandomi i capelli. La finestra è ora aperta, e a occhi chiusi, inspiro profondamente. Il periodo appena trascorso non è certo stato il migliore delle nostre intere e rispettive vite, ma ci sentiamo bene. Dopo quanto è accaduto durante quella battaglia, io stesa sono ancora viva, e mentre il tempo scorre, non posso fare a meno di pensare a Terra. Quel piccolo angelo mi ha letteralmente salvata, ed è solo grazie a lei se sono ancora qui. Le mie ferite non sono ancora guarite del tutto, e anche se una in prossimità del mio occhio si è ora cicatrizzata, è ancora visibile. Lentamente, il freddo diviene tiranno, e richiudendo la finestra, ammirai il mio riflesso nel vetro. Sospirando lievemente, vi posai una mano sopra, e voltandomi, mi sedetti sul letto. Ero completamente sola, e Stefan non era con me, e beandomi di tali momenti di solitudine, continuavo a pensare e torturarmi la mente e le membra. Nascosi poi il viso fra le mani. Sentivo gli occhi bruciare come fuoco vivo, e in silenzio, piansi. Eravamo ancora vivi e vegeti, certo, ma feriti, e non soltanto fisicamente. Ormai quasi un intero mese se n’era andato,  ma nonostante l’andar del tempo, che nessuno arresterà mai, ognuno dei miei ricordi era ancora ben impresso nella mia mente. Tentando di rallegrarmi, faccio del mio meglio per concentrarmi sulla vita che ora vivo, e facendolo, provo sentimenti contrastanti. Da un lato c’è la felicità legata all’essere ancora viva e avere il mio intero gruppo accanto, l’orgoglio verso la mia piccola salvatrice Terra, e anche lo stupore provato nel vederla svegliarsi dal suo coma, e dall’altro, in un antro completamente opposto del mio animo ancora ferito, il dolore che mi ha colpita nel vedere ogni persona  a me cara soffrire per tutto questo. Una guerra insulsa, che nessuno riesce a spiegare, e che ora, mentre sono occupata e intenta sia a pensare che a piangere,  sta sicuramente riempiendo di sangue, morte e distruzione le strade della mia bella e umile Aveiron. Mia città e regno natale, che ora, per colpa di gente del calibro dei Ladri, sta perdendo, oltre al suo originario splendore, anche la forza e la capacità di restare in piedi. Quelle orribili persone la stanno letteralmente distruggendo, e fra le lacrime, continuo a pensare. Qualche giorno fa, mia figlia Terra mi ha fatto un disegno. Ha preso una semplice matita in mano, e poi l’ha colorato. Un disegno della nostra casa ad Ascantha. Noi tutti, inclusi i nostri amici Soren, Basil e Samira, siamo lì, davanti alla porta di casa, intenti a sorridere. Mi sono ora calmata, e guardandolo, respiro. Le lacrime che hanno ricominciato a bagnarmi il viso sono figlie della mia ritrovata felicità. È soltanto un disegno, ma ha un gran significato. In fin dei conti, tornare indietro, a vivere la nostra vecchia e calma vita è un desiderio comune, che risiede nel cuore di ognuno di noi, compreso il suo, che a detta di suo padre e di chi la conosce, è di vero e puro oro. In altri termini, siamo tutti qui, uniti, a sperare in un periodo di pace.
   
 
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