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Autore: xhimmelx    05/02/2017    1 recensioni
Khloe ci prova a combattere contro i fantasmi del passato, ma sa che provare non basta. E allora si lascia sconfiggere da questi, più meschini e prepotenti di lei, cadendo quasi ogni notte in un abisso di rancore.
Cameron, invece, si ritiene più forte di tutti quei pensieri che le riempiono la testa ed è con sicurezza che le promette di aiutarla.
Una sicurezza che Khloe sembra odiare ma a cui, in fondo, è costretta ad aggrapparsi.
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FF SU CAMERON DALLAS.
ATTENZIONE: IL RATING DELLA STORIA POTREBBE CAMBIARE.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cameron Dallas, Nash Grier, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20.


 
 
 
La seconda sera a Cancun si rivela essere migliore della precedente. Mentre ieri abbiamo deciso di tornare in hotel subito dopo cena per la troppa stanchezza, limitandoci a starcene per un po’ in piscina, oggi abbiamo in programma una festa organizzata proprio per coloro che partecipano allo Spring Break. È stato Taylor a decidere per tutti, a dire la verità, ma non abbiamo pensato neanche per un secondo di rifiutare.
Si tratta di una festa a tema “Olimpo”, inizialmente un po’ bizzarro e fuori luogo ma, dopo averci pensato su, ci siamo detti che non sarebbe stato poi così male. Proprio per questo, ho lasciato la stanza d’hotel con addosso un semplice e lungo abito bianco che fortunatamente possedevo già, arricchito con qualche accessorio color oro ed una treccia ai capelli, nel tentativo di avvicinarmi almeno lontanamente ad una dea greca. I ragazzi, invece, si sono limitati ad utilizzare i primi abiti bianchi trovati nella valigia.
Alle dieci di sera, quindi, mi trovo insieme al resto del gruppo in un minivan che ci conduce al piccolo resort in cui si terrà la festa. Si ferma infatti dieci minuti più tardi e, dopo aver ricevuto il denaro da parte nostra, corre via lasciandoci davanti quello che all’apparenza sembra solo un piccolo complesso di case dai tetti rigorosamente rossi. Non appena raggiungiamo il retro, però, scopriamo che è qui che sta la magia: ogni singolo appartamento circonda quella che dovrebbe essere la piscina centrale, lasciando spazio anche ad un grande prato verde arricchito con decine di tavolini, un paio di chioschi in stile hawaiano ed un enorme scivolo acquatico. Poiché il tema è l’Olimpo, però, l’atmosfera è abbellita da un insieme di luci gialle soffuse, che corrono lungo i tetti, lungo il bordo piscina e sul prato, da dei fiori di loto che galleggiano in acqua ed una musica che, almeno per ora, sembra essere rilassante. La gente, inoltre, è vestita tutta come noi e molti dei maschi hanno deciso di rispettare il codice di abbigliamento più di quanto abbiano fatto Cameron, Nash e gli altri.
A proposito, non perdiamo nemmeno un secondo prima di dirigerci laddove è concentrata la maggior parte della folla, in una zona del giardino in cui, lo scopriamo dopo, dei ragazzi si stanno già divertendo ad ingozzarsi di birra in delle strane posizioni. Mi chiedo come facciano a non strangolarsi, messi a testa in giù, ma poiché non voglio scoprire la risposta seguo gli altri e mi allontano anch’io. Al contrario, ci avviciniamo al chiosco nella speranza che qui ci sia qualcosa di più tranquillo. Nonostante ci troviamo costretti a fare una fila parecchio lunga, infatti, non vi è nessuno di così scatenato a differenza di poco prima. Il nostro turno arriva, finalmente, dopo circa quindici minuti, così da permetterci di ordinare i nostri cocktail ed allontanarci poi dal chiosco. Con in mano la mia cara dose di Jegermeister e redbull che sorseggio pian piano con la cannuccia, mi posiziono insieme agli altri vicino alla piscina e formiamo in pochi secondi un piccolo cerchio.
-Ragazzi!-  
La voce di Aaron richiama l’attenzione di tutti e, non appena alza in aria il suo bicchiere, comprendiamo al volo le sue intenzioni.  
–A questa vacanza!-   Esordisce infatti non appena ottiene il risultato desiderato, ascoltandoci poi mentre ripetiamo a squarciagola le sue stesse parole.
Dopodiché, cominciamo a bere come se non ci fosse un domani. O meglio, io alterno dei sorsi dal mio bicchiere di plastica a dei baci a stampo lasciati sulle labbra di Cameron, il quale spesso e volentieri mi cerca con lo sguardo fra tutti i nostri amici. Dopo qualche minuto, perciò, mi metto al suo fianco e accerchio il suo busto con il mio braccio, mentre lui fa lo stesso con le mie spalle.
Passiamo gran parte della serata in questo modo, stretti l’un l’altro ma senza naturalmente vietarci il divertimento. Non appena la musica si trasforma infatti in qualcosa di più movimentato, ottenendo come risultato un urlo collettivo da parte di tutti i presenti, io e Cameron ci inoltriamo tra la folla insieme al resto del gruppo. Con il terzo drink fra le mani, proprio come gli altri, comincio a ballare alzando in aria la mano libera e sorseggiando pian piano il liquido arancione nel bicchiere, facendo attenzione a non farlo cadere. Quando poi finalmente me ne sbarazzo, lo butto via e mi concentro completamente su Cameron. Riproducendo quasi la stessa scena del pomeriggio precedente, metto le braccia attorno al suo collo e lascio che il mio corpo si muova al ritmo della musica. Sarà forse per i tre cocktail bevuti nel giro di poco più di un’ora che dò inizio a dei movimenti forse troppo sensuali per me, mentre avvicino ancora di più il mio corpo a quello di Cameron ed unisco i nostri bacini. Tuttavia non provo neanche un briciolo di imbarazzo e, forse per questo, procedo strusciandomi quasi contro di lui, facendo comunque attenzione a non risultare troppo volgare. Tutto questo a lui sembra piacere e quindi, ritenendomi soddisfatta di me stessa, gli lancio un’occhiata un po’ maliziosa e lo stuzzico, portando le sue mani sul mio fondoschiena. Lascio che sia Cameron a scendere man mano sempre di più, e quando arriva al mio sedere, gli do il permesso di rimanere nella stessa posizione per quanto tempo desidera. Continuiamo infatti a ballare senza scollarci l’uno dall’altro, scoprendo poi che non siamo di certo l’unica coppia affiatata in mezzo a tutta questa gente e procedendo quindi senza imbarazzo. Anzi, gli rivolgo un piccolo sorriso prima di lasciargli un bacio sulla bocca, un bacio che a distanza di pochi secondi si fa già più movimentato. Le sue labbra si muovono infatti contro le mie ad una velocità lenta ma decisamente intensa, lasciando poi entrare la mia lingua facendola scontrare con la sua, fredda a causa del ghiaccio nei cocktail. Forse proprio per questa sensazione di freddo, il mio corpo si riempie immediatamente di brividi e mi vedo sempre più sciolta nei confronti di Cameron. Quando le sue labbra si allontanano quindi da me, avvicino le mie al suo collo e, comprendendo all’istante quanto sensibile sia per lui quel punto, non mi fermo finché non faccio comparire una piccola macchia violacea sulla sua pelle. Sento Cameron gemere leggermente mentre lascia trasparire tutta la sua goduria e, quando termino, lo guardo finalmente negli occhi. Lui mi osserva inizialmente stupito, ma si lascia andare subito dopo e sul suo viso compare un’espressione di assenso.
-Piccola, non credevo fossimo arrivati già a quel punto.-   Mi stuzzica dunque, prendendomi chiaramente in giro nel ripetere le mie stesse parole. Tuttavia, nella sua voce non vi è nessun tocco di superiorità o presunzione.
-Beh, starò attenta a non esagerare.-   Lo rassicuro io, facendogli l’occhiolino.
Dopo avermi osservata soddisfatto, poi, Cameron mi afferra la mano e mi porta al di fuori della folla.  
–Prendo qualcos’altro da bere, ho la gola asciutta.-   Mi informa, una volta abbandonata la confusione.    –Tu che vuoi?-
-Un Long Island.-   Rispondo prontamente, nonostante la mia vocina interiore mi stia consigliando di non mischiare troppi drink diversi.
Cameron si dirige immediatamente al chiosco con meno gente ed io rimango sola, in una zona del giardino fortunatamente meno affollata. Mi avvicino quindi ad uno dei tavolini bianchi vuoti e poggio in esso la mia pochette, che per tutto il tempo ho tenuto con me per la troppa paura che me la rubassero. Per ammazzare il tempo, esco fuori il mio telefono e, trovando diversi messaggi che solo più tardi leggerò, mi accorgo che sono già quasi le due di notte. Non appena lo ripongo nella borsetta e sollevo lo sguardo, noto però uno sconosciuto avvicinarsi a passo felpato verso di me con un’espressione furtiva. Immagino già nella mia testa il tipico cliché di un flirt mal riuscito e mi preparo quindi a rifiutarlo a dovere.
Non a caso, non appena si avvicina al mio tavolo,   -Come mai sola?-   mi domanda, volendo forse risultare gentile e premuroso.
-Sto aspettando il mio ragazzo.-   Lo rassicuro all’istante, nel tentativo di far crollare ogni sua singola speranza.
A questo punto, mi aspetto chiaramente che lui insista e mi inviti a ballare. Eppure non sento parole simili fuoriuscire dalle sue labbra. Al contrario, mi ritengo parecchio stupita.
-Beh, forse tu e il tuo ragazzo volete divertirvi un po’.-   Mi punzecchia infatti, ottenendo solo confusione da parte mia.
Lo osservo infatti con un’espressione insicura e leggermente curiosa, vedendolo estrarre qualcosa dalla tasca dei suoi pantaloni. Una volta fatto ciò, mi para davanti una piccola bustina trasparente contenente quelle che di certo non sono delle semplici sigarette, bensì tre canne già preparate. La mia espressione si arricchisce immediatamente di disgusto e contrarietà perché, nonostante io sia stata sempre circondata da persone che fumano, non ho mai avuto la voglia o la curiosità di farlo anch’io.
-No, grazie.-   Rifiuto immediatamente l’offerta del ragazzo, aggiungendo inoltre di non avere soldi per pagarlo.
-Sei proprio sicura?-   Insiste però lui, incitandomi con il suo sguardo determinato.
A questo punto, non mi resta che sbuffare spazientita e smettere di prestargli attenzione, con la consapevolezza che prima o poi andrà via. Incrocio quindi le braccia al petto e scosto lo sguardo da lui alla piscina di fronte a me, sicuramente più interessante.
-Va bene, come non detto.-   Gli sento dire dopo meno di un minuto, sorpresa che si sia arreso così facilmente.
Appena un attimo dopo, mentre vedo il ragazzo andar via, Cameron torna da me con due bicchieri in mano ed uno sguardo stranito.
-Chi era quello?-   Mi domanda con la fronte aggrottata, mentre mi porge il mio drink.
-Solo uno che tentava di vendermi dell’erba, ma è andato subito via.-   Lo tranquillizzo quindi, facendo già un primo sorso dal cocktail.
È molto forte, e l’effetto si sente immediatamente nella mia gola che comincia subito a bruciare contrariata. Il piccolo dettaglio che questo sia l’ennesimo di una “lunga” serie, poi, non aiuta di certo ad ingerirlo meglio. Eppure non sembro prestare attenzione a questi piccoli particolari e, sapendo di poter resistere ancora per un po’ prima di ridurmi come alla festa di Taylor, continuo a bere all’apparenza indisturbata.
Nel frattempo, io e Cameron abbiamo deciso di sederci almeno per un po’ al tavolo, io con la necessità di far riposare i piedi, lui con il desiderio di accontentarmi. Anziché sedermi sull’altra sedia libera, però, vengo incitata da lui ad accomodarmi sulle sue gambe e così, in men che non si dica, mi ritrovo sulle sue cosce, con le sue mani a cingermi la vita ed il suo viso poggiato sulla mia spalla.
-Ti stai divertendo?-   Gli domando a questo punto, voltandomi il più che posso verso di lui.
-Certo.-   Conferma lui di rimando, lasciandomi subito dopo un delicato bacio sulla guancia e facendomi nascere le farfalle sullo stomaco, come se questa fosse la nostra prima volta insieme.
Quando, poco dopo, finisco il mio Long Island con qualche leggero giramento di testa in più, ignoro lo stomaco che mi brucia giusto un po’ e chiedo a Cameron un altro drink.
-Credo che tu abbia bevuto abbastanza.-   Mi corregge però lui, togliendomi di mano il bicchiere ormai vuoto.
Nonostante io mi voglia dimostrare contrariata, so che ha ragione e mi arrendo alla sua volontà, limitandomi a rivolgergli un sorriso raddolcito.
-Come vuoi.-   Sussurro infatti, per poi   -E tu?-  stuzzicarlo.
-Lo stesso vale per me, a meno che tu non voglia vedermi baciare qualche ragazza a caso.-   Risponde prontamente, facendo palesemente riferimento a me e quel suo amico alla festa di Taylor. Kian, credo si chiamasse così.
Mi affretto quindi a lanciargli un leggero schiaffo sul petto e, sapendo di non averlo colpito con violenza, lo osservo a mo’ di sfida. O, per meglio dire, lo avverto di non fare i miei stessi errori. Come a voler smentire i miei stupidi dubbi, Cameron non perde un secondo prima di afferrarmi velocemente il viso e darmi un bacio a fior di labbra, facendomi immediatamente ridere.
Pochi minuti dopo, veniamo raggiunti dal resto del gruppo che si para davanti a noi.
-Ragazzi, stiamo andando via. Voi venite?-    Ci informa Brent, con al seguito una ragazza mai vista prima.
Mi congratulo mentalmente con lui, lanciandogli un’occhiata furtiva, poi mi rendo conto che anche tutti gli altri ragazzi sono in piacevole compagnia.
-Si, arriviamo.-   Dice comunque Cameron fra una risata e l’altra, facendomi alzare dalla sedia e tornando subito dopo a stringermi la mano.
Ci dirigiamo tutti verso l’esterno del resort, dove vi è già il taxi ad attenderci. Chris ci fa sapere infatti di averlo chiamato poco prima di averci avvisati, ottenendo dei ringraziamenti da parte mia.
A dieci minuti di distanza, ci ritroviamo quindi di fronte all’ingresso dell’hotel, già pronti a raggiungere la hall. Veniamo però bloccati dalla voce di Violet che, forse più allegra del solito, richiama la nostra attenzione.
-Noi andiamo a fare una passeggiata in spiaggia, volete venire?-   Ci propone quindi, indicando con l’indice Nash al suo fianco.
La risposta, naturalmente negativa, arriva spontanea da parte di tutti, sia perché è palese che i due piccioncini vogliano rimanere un po’ soli, sia perché i ragazzi hanno altro da fare con le loro nuove amiche. Ridendo, dunque, mi incammino verso l’ingresso e, entrando insieme a Cam e qualcun altro in ascensore, raggiungo il mio piano.
Non appena mi richiudo alle spalle la porta della mia stanza, mi ritrovo completamente sola con Cameron. La testa mi gira ancora un bel po’ a causa dell’alcol, per questo non perdo tempo per togliermi i tacchi e gli accessori di dosso. Poi, notando il ragazzo chiudersi in bagno, ne approfitto per spogliarmi del tutto, togliendomi con qualche piccola difficoltà il lungo abito bianco e rimanendo in intimo. Prendo di fretta una maglietta parecchio larga dalla mia valigia, in modo tale da avere il sedere coperto, e mi sdraio subito dopo sul letto, rimbalzando a causa della forte caduta. Pochi secondi dopo, Cameron esce dal bagno e mi raggiunge a passo lento.
-Tu vai nell’altro letto.-   Lo avverto all’istante, indicando con la mano l’altro materasso vuoto.
Cameron mi rivolge subito un’occhiata stralunata e confusa e il solo pensiero che possa avermi davvero presa sul serio mi fa ridere a crepapelle. Poco dopo, però, torno seria e lo prego di prendere la mia pochette, posta vicino la tv, e, non appena me la passa, la svuoto estraendone telefono, rossetto, soldi e tutto il resto. Quando credo che questo sia tutto, però, un piccolo particolare cade sotto i miei occhi: passando una mano all’interno della borsetta, infatti, tocco un qualcosa di irriconoscibile, qualcosa di plastificato. Lo afferro velocemente e, non appena lo tiro fuori, noto nelle mie mani la dannatissima bustina di canne che quello stupido ragazzo aveva cercato di vendermi alla festa. Cameron mi osserva stupito, finendo già a chi sa quale conclusione, per questo decido di rassicurarlo subito e togliere ogni dubbio dalla sua mente.
-Ti ricordi quel tipo strano alla festa? Deve avermela messa di nascosto nella borsa.-   Gli spiego quindi, risultando confusa proprio come lui.
-Beh, evidentemente ha solo voluto sbarazzarsene senza importarsene dei soldi.-   Mi fa notare Cameron, facendo spallucce.
E, ripromettendomi di gettarla via non appena mi allontanerò da questo hotel, ne approfitto della bizzarra situazione per continuare a stuzzicare il ragazzo, proprio come alla festa.
-Aveva detto che avremmo potuto divertirci, con questa.-    Gli riferisco, lanciandogli un sorriso malizioso poco modesto.
Cameron si scopre immediatamente contrariato alla mia proposta, soddisfacendo naturalmente le mie aspettative. Non avevo di certo intenzione di fumare per la prima volta stasera, coinvolgendo persino lui.
Senza fare scomparire il sorriso dal mio volto,   -Possiamo divertirci anche senza.-   dico, in un invito per niente casto.
Dopodiché, afferro con delicatezza la mano di Cameron, ancora in piedi vicino al letto, e lo faccio avvicinare a me finché non è in grado di sdraiarsi. Senza farsi troppi problemi né troppe domande, si posiziona sopra di me e, facendo peso sulle sue stesse mani poggiate sul materasso, avvicina le nostre labbra. Dà così inizio ad un bacio poco puro e decisamente molto, molto passionale, che mi porta automaticamente a portare le mani sulla sua schiena e a stringere di più la presa. Il bacio diventa pian piano sempre più spinto e violento, mentre fa incontrare con insistenza le nostre lingue e le porta a compiere dei movimenti svelti e provocatori.
Forse grazie alla quantità leggermente elevata di alcol ingerito, sono io a fare il primo passo, mandando al diavolo le mie buone intenzioni. Faccio quindi scendere le mie mani all’altezza del bacino di Cameron, afferrando poi i lembi della sua canottiera e togliendola velocemente di dosso. Cam pare inizialmente colto alla sprovvista, tuttavia non se lo fa ripetere due volte ed asseconda le mie azioni, aiutandomi nella mia impresa. In pochi secondi lo trovo a petto nudo sopra di me, e posso facilmente notare il suo petto alzarsi ed abbassarsi al ritmo del suo battito cardiaco. Decide comunque di imitarmi e, portando anche lui le mani sulla mia enorme t-shirt, la solleva pian piano finché non riesce a gettarla via, al di là del letto. Mi ritrovo quindi seminuda ai suoi occhi, come non accadeva da molto tempo ormai. Per questo vengo inizialmente pervasa da una sensazione di pura stranezza, una sensazione che mi porta quasi a coprirmi con le mie stesse braccia per l’improvviso imbarazzo al quale vengo sottoposta. La verità è che, nelle simili situazioni in cui mi sono ritrovata in passato, è stato il mio desiderio di dimenticare Grayson a convincermi. Non c’era alcun tipo di sentimento in mezzo, a differenza di questa sera. È probabilmente per questa ragione che mi sembra tutto più vero, più reale di quanto mi sarei aspettata, ma, proprio a causa di questa nuova consapevolezza, prendo nuovamente coscienza di me e mi scopro nuovamente piena di potere.
Lascio che la timidezza scompaia pian piano, mentre continuo ad osservare Cameron con uno sguardo un po’ raddolcito, un po’ malizioso. Non appena mi riapproprio di tutta la mia precedente sicurezza, quindi, acchiappo l’elastico della sua tuta e, slacciando il nodo, abbasso velocemente quest’ultima, venendo fortunatamente aiutata da Cameron.
Ci ritroviamo nudi in pochissimi secondi, durante i quali la stanza si arricchisce di così tanta voglia e desiderio che è impossibile, per noi, fermarsi. E non abbiamo intenzione di farlo.
Più di un’ora dopo, Nash e Violet non hanno ancora fatto ritorno nella loro stanza ed io e Cameron ci troviamo ancora sdraiati sul letto, adesso nuovamente vestiti. È stata una nottata magnifica, che se dovessi descriverla in breve mi sarebbe a dir poco impossibile. Siamo ancora abbracciati l’un l’altra, stesi di profilo in modo tale da trovarci faccia a faccia e, mentre la mano di Cameron carezza delicatamente la mia guancia, io faccio lo stesso con il suo fianco, toccandogli i muscoli abbastanza prosperosi. Come a concludere in bellezza la serata, poi, lui si avvicina ulteriormente al mio viso e mi lascia un semplicissimo bacio a fior di labbra, talmente innocente da sopraffarmi con la sua semplicità.
È solo a questo punto che mi tornano in mente tutti i messaggi che avevo ricevuto diverse ore prima, così, staccandomi un po’ da Cameron, allungo il braccio fino ad arrivare al comodino e afferro lentamente il cellulare, ottenendo qualche sbuffo contraddittorio da parte del ragazzo. Gli do però le spalle, ridendolo e prendendolo un po’ in giro, mentre mi concentro sulle diverse chiamate e messaggi ricevuti dai miei genitori e da qualcuno dei miei amici, lì a Los Angeles.
Ciò che più di tutti cattura la mia attenzione, facendomi spalancare apertamente la bocca, è un messaggio non letto da parte di Grayson. La voce nella mia testa mi suggerisce che si tratta di un malinteso, uno stupido errore nell’invio, ma non appena lo apro e noto la lunghezza del testo capisco che non è così. Quel messaggio doveva essere mandato proprio a me. Perciò, sperando di nascondere a sufficienza il telefono dagli occhi di Cameron, comincio a leggere silenziosa.
 
Da: Grayson.
Ciao Khloe, come stai? Non ho idea di ciò che sia successo in tutto questo tempo nella tua vita, né pretendo di saperlo adesso, sbucando dal nulla da un momento all’altro. So di aver sbagliato scomparendo in quel modo dalla tua vita, agendo come se non mi importasse niente di te e come se la nostra amicizia non fosse tanto importante quanto la mia relazione con Grace. E so che non crederai mai alle mie parole, ma voglio a tutti i costi che tu sappia che ti ho voluto davvero bene, che niente di tutto quello che mi lega a te è stato mai superficiale.
È inspiegabile ed inammissibile il mio comportamento, e non mi aspetto di certo che tu lo comprenda o, tantomeno, lo giustifichi, ma voglio comunque spiegarti un po’ delle cose che sono successe nel corso degli ultimi anni. Ho visto alcune delle persone più importanti della mia vita scomparire a causa di Grace e della sua gelosia ma, fra tutte, tu sei stata quella per la quale ho sofferto maggiormente, nonostante non lo dessi a vedere. Ho finto che ti avessi ancora a portata di mano, rivelandomi poi un totale stronzo ed egoista. Per questo ho deciso finalmente di prendere in mano la mia vita e mettere Grace alle strette, obbligandola a scegliere fra me e la sua aspra gelosia. Le ho detto che così non può andare avanti, che ho bisogno dei miei spazi e delle mie persone, e sembra aver capito, almeno per ora, che né tu né gli altri possiate mai essere una minaccia per la nostra relazione. O, almeno, questo è quello che le lascerò credere.
Quando mi hai detto che mi ami, è stata una delle sorprese più inaspettate della mia vita. Non credevo tu potessi mai amare una persona come me, quello che una volta era il tuo migliore amico, specialmente dopo ciò che io ho causato. Ma adesso sono qui a prendermi le mie responsabilità e ad addossarmi ogni mia colpa. Sì, sono stato un totale stupido a non riconoscere prima il vuoto che la tua assenza mi ha causato, o a fingere di poter andare avanti anche senza di te. Non mi aspetto di certo che tu mi perdoni seduta stante, oggi o fra una settimana, ma voglio comunque essere in grado di convincerti pian piano con le mie parole e, soprattutto, con i miei gesti. Ti prego, se mi vuoi ancora bene o se… se mi ami ancora, dimmelo. Farò di tutto per cambiare le cose e porre fine a questa situazione di silenzio, anche se questo dovesse comportare perdere Grace.
Te lo prometto.
 
Ci metto qualche minuto a leggere l’intero messaggio, ma questi pochi minuti mi bastano a colmare i miei occhi rossi di lacrime, che tento disperatamente di coprire. Mi risulta essere tuttavia impossibile, poiché Cameron richiama delicatamente la mia attenzione e mi costringe a voltarmi verso di lui. Così come lui si rende subito conto del mio improvviso cambio d’umore, io mi accorgo con la stessa facilità di come abbia capito la situazione e, probabilmente, letto il messaggio a mia insaputa. A differenza di tutte le precedenti volte, però, stavolta non vi è alcun pizzico di comprensione o rassicurazione sul suo volto o nel suo tono di voce: al contrario, la sua espressione è colma di delusione e amarezza. E come biasimarlo?
Senza dire una parola, mimo un inutile “scusa” con le mie labbra, poiché mi riscopro incapace di proferir parola, e mi alzo il più velocemente possibile dal letto così da dirigermi in bagno. Mi chiudo la porta di quest’ultimo alle spalle e, poggiando la schiena al legno scuro, comincio a piangere a dirotto. Ero finalmente riuscita a lasciarmi Grayson alle spalle e ad acquisire sicurezza nei miei confronti ma, proprio quando credevo di essere al massimo della felicità, è Cameron che comincia a dubitare di me. Glie l’ho letto in faccia, non serviva che facessi domande.
Non appena le lacrime smettono di rigare le mie guance, però, decido di prendere in mano la situazione e, asciugandomi completamente gli occhi, mi convinco ad affrontare Cameron. Quando apro la porta del bagno, però, lui non c’è: la stanza è vuota, così come il balcone e il resto dell’hotel.
 
 
 








 
XHIMMELX.
Buona domenica a tutti, se ci siete!
Allora, in questo capitolo abbiamo un grande ritorno, quello di Grayson.
Ma, un momento, prima di questo vorrei dedicare un piccolo angolo a Cameron e sottolineare quanto lui e Khloe siano dolci insieme. Lo so che le cose possono risultare un po’ affrettate fra di loro, ma…
La sessualità è una parte importante di una relazione e volevo semplicemente far capire quanto Khloe sia presa da Cameron che, a differenza degli altri ragazzi con cui è andata a letto, è uno per cui ne vale la pena mostrarsi “disarmata”. Si fida completamente di lui.
E poi però arriva Grayson, che alla buon’ora decide di rispondere al vecchio messaggio di Khloe, cosa che a lei non è piaciuta per niente. Non possiamo sapere cosa le sia passato per la testa leggendolo -sicuramente troppe cose- eppure la reazione di Cameron è stata decisamente inaspettata.
Probabilmente Cameron non accetta più che Grayson -o anche solo il suo ricordo- faccia parte della sua storia con Khloe, e magari ha semplicemente paura che Khloe possa cambiare idea e pentirsi.
Quindi quello che potrebbe succedere nel prossimo capitolo rimane per ora un mistero.
Ah, voglio aprire una piccola parentesi: mi dispiace che nessuno abbia recensito l’ultimo capitolo, davvero, come sapete vi invito sempre a dirmi che ne pensate ma non posso costringervi.
Come al solito, alla prossima, xhimmelx.


   
 
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