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Autore: Jashin99    05/02/2017    1 recensioni
Anno X794
Sono passati quasi tredici mesi da quel giorno
Il giorno in cui tutto finì
No, sarebbe meglio dire: il giorno in cui tutto iniziò a finire
***
/-Tutto è orribile, Cana.-.
-E ancora non riesco a credere che sia successo tutto così in fretta, o che il responsabile sia...-.
-Non è Natsu.- Lo fermò Cana.
-Non è Natsu.- Ripeté.
-Non è il mio amico.-.
-Capisco quello che provi, ma...-.
-No, tu non capisci.-.
-Non puoi capire quello che ho provato quel giorno. Non puoi...-.
La missione, Zeref, Natsu, Lucy...
-Ehi!-.
Cana rabbrividì.
-Scusami, io... mi sono lasciata trasportare dai ricordi.-./
/
Attenzione: Linguaggio un poco scurrile
Genere: Azione, Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: E.n.d., Kinana, Lisanna, Natsu, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Fairy End'
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A long time ago, we used to be friends
But I haven’t thought of you lately at all
If ever again, a greeting I send to you,
Short and sweet to the soul I intend.
We used to be friends a long time ago.
We used to be friends a long time ago.
We used to be friends a long time ago.
We used to be friends,
A, ah-ahh-ahh-ahh
A, ah-ahh-ahh-ahh
A, ah-ahh-ahh-ahh
A, ah-ahh-ahh-ahh

(We Used to Be Friends-Dandy Warhols)

Non sono ancora morta.”.
Ci sto provando, giuro che ci sto provando.”.
Le braccia fanno male.”.
Le gambe fanno male.”.
Le ali fanno male.”.
Il mio corpo fa male.”.
Muovermi fa male.”.
Respirare fa male.”.
Rimanere ferma fa male.”.
Perché non posso morire?”.
Con l'occhio destro ancora aperto, forse ormai senza più una palpebra per chiuderlo, vide una sagoma nera spostarsi di fianco a lei, la sua pelle era bruciata e il suo viso era bloccato in un'orribile smorfia di furia e dolore.
-IL BRACCIO!!! IL BRACCIO!!! MI AVETE DISTRUTTO IL BRACCIO!!!-.
-VI DISTRUGGO!!! VI DISINTEGRO!!!-.
Sì, ti prego, fai in fretta, non ce la faccio più.”.
Ti prego, uccidimi, uccidimi, non chiedo altro.”.
ZAM
-Argh!!!-.
Una spada le si era conficcata in petto, poi una voce si levò alle sue spalle, una voce familiare, chissà, forse lei l'avrebbe uccisa.
-LASCIALE STARE!!!-.
Una seconda spada fischiò in aria ma mancò la donna, perché era indietreggiata e ringhiava sommessa.
-Non ti darò un'altra possibilità!- Continuò la voce: -Arrenditi ora, oppure affrontami!-.
Arrendersi? Dopo, dopo ci sarebbe stato tempo, dopo che sarebbe morta poteva arrendersi, dopo...
L'altra gridò, poi indietreggiò ancora e un portale nero si aprì dietro di lei.
Dove porta? Forse nell'aldilà? Ti prego, ti prego, portami con te!”.
Ma non lo fece, e scomparve da sola.
No! Perché se n'era andata senza finirla? Perché era stata così crudele?
KLENG
Erza Scarlet atterrò davanti a lei con un fragore metallico.

Erza? Lei era buona, era sempre stata gentile con lei, di certo l'avrebbe accontentata, avrebbe posto fine a quel dolore!
Invece voltatasi verso di lei fece cadere le spade che teneva.
No, come farai a uccidermi senza spade? Raccoglile, raccoglile ti prego!”.
Corse da lei e le prese la testa tra le mani, urlando il suo nome.
Così mi fai male, Erza! Perché mi fai questo? Avanti, ti prego, uccidimi! Ti prego!”.
La lasciò andare e si girò da un'altra parte, chi è che stava scuotendo adesso?
Torna qui, ti prego. Torna qui, Erza. Uccidimi, ti prego. Erza, sei mia amica, fallo, ti prego.”.
Uccidimi, uccidimi, non ti chiedo altro, per favore, uccidimi.”.
Erza tornò da lei e la sollevò, appoggiandola sulla sua schiena.
No, no, che fai? Uccidimi, uccidimi Erza, non farmi soffrire più!”.
Raccolse qualcos'altro da terra, una carcassa informe, era lei che scuoteva prima?
Cosa fai? Guardami, guardami, guarda me, lascia perdere il resto! Avanti, uccidimi!”.
Uccidimi!”.
UCCIDIMI!!!”.



Un'ora prima
Juvia riaprì gli occhi, si sentiva letteralmente a pezzi.
Dov'è Juvia? Cosa le è successo?”.
Qualcosa la stava schiacciando e la costringeva alla forma liquida.
Fluì fuori da quella prigione e tornò normale; vide che era un grosso masso, piovuto da chissà dove, che l'aveva travolta.
Un momento, un masso? Da dove veniva? Ah, cos'era successo al palazzo?! Era distrutto! L'ultima cosa che Juvia ricordava era un grosso boato, e poi... e poi...
Si massaggiò la fronte, si sentì mancare ma si riprese subito.
Juvia non aveva tempo da perdere, Juvia doveva trovare gli altri! Sì, ma loro dov'erano, e dov'era Juvia?
-Ah...-.
Il suono di un sospiro gelido la fece sobbalzare.
Alzò la testa e vide, in mezzo a uno spiazzo, una figura incappucciata che avanzava trasversalmente rispetto a lei, lasciandosi dietro una scia ghiacciata che congelava la terra.
Juvia trasalì.
Ma quello è...”.
In mano stringeva, alzandola e abbassandola al ritmo dei suoi passi, la testa di un uomo.
...Nab-san! No! No! Non è possibile!”.
-Chi sei tu???- Gli gridò.
La persona misteriosa si fermò.
CRACK
La testa mozzata esplose in mille schegge di ghiaccio, e lui si volse verso di lei.
Vide due bagliori verdi brillare sotto il cappuccio, e percepì un grande pericolo.
E infatti due spine ghiacciate attraversarono il suo corpo d'acqua e si schiantarono sulla parete alle sue spalle, distruggendola definitivamente.
-Maledetto! Juvia te la farà pagare!!!-.
Il nemico abbassò il braccio con cui aveva spazzato per colpirla, e soffiò un alito ghiacciato.
-Juvia... Loxar...-.
-Come conosci il nome di Juvia? Chi sei tu?-.
Chiunque fosse si lanciò all'attacco, scivolando tra i sassi come su un terreno ghiacciato.
-Water Slicer!-.
Gli lanciò contro due lame d'acqua, ma come quelle lo toccarono, diventarono di ghiaccio e sparirono, e con il suo stesso movimento lui le spedì addosso due lance ghiacciate.
Può farlo anche Juvia!”.
Le lame la trapassarono di nuovo senza ferirla, allora lei ricoprì le mani d'acqua formando due artigli, preparandosi a colpirlo quando fosse arrivato alla sua portata.
-Water Claw!-.
Ma il nemico unì le mani e creò una spada di ghiaccio, pronunciando l'imprevedibile.
-Ice Make: Sword...-.
I due attacchi cozzarono l'uno sull'altro, e i contendenti scattarono all'indietro, squadrandosi attentamente.
Juvia era sconvolta.
Quella magia... non è possibile! No, Juvia non può crederci!!!”.
Il suo avversario sospirò di nuovo, avvicinando di nuovo le mani.
-Non farlo!!! Non puoi essere tu!!!-.
-Ice make: Lance...-.
Sulle sue mani si modellò una lancia di ghiaccio che puntò contro di lei.
Juvia era disperata, più la verità diventava palese più la rifiutava.
No!!! Dite a Juvia che non è vero!!! Ditele che è solo un brutto sogno!!!”.
Ma la lancia che la trapassò le gridò il contrario.
Mise una mano sulla ferita, stavolta in parte aveva accusato il colpo.
Però non era quello che le faceva male.
-Perché? Perché fai questo???-.
Ma lui la ignorò ancora.
-Ice Make: Snow Tiger...-.
Una tigre di ghiaccio si avventò contro di lei.
Juvia strinse i pugni.
-Juvia non lo accetta! Juvia non può accettarlo!!! SIERRA!!!-.
Il suo corpo, portato a una temperatura sovrumana, iniziò a bollire.
-WATER RUSH!-.
Si gettò sulla tigre, sciogliendola, e poi sul demone, che nemmeno tentò di schivarla.
Semplicemente gli passò attraverso, senza che si piegasse o gemesse.
Juvia si fermò, voltandosi verso di lui, mentre lentamente si raffreddava. Era pericoloso rimanere a lungo in quello stato.
Eppure lui non la guardava neanche, teneva il volto visso davanti a sé dandole le spalle.
CRACK
Il suo mantello si riempì di crepe e iniziò a fumare.
Cosa? Si sta sgretolando? Ma il mio Sierra non è in grado di...”.
-È il ghiaccio.-.
La sua voce serpentina, dal tono mostruosamente freddo, la fece impallidire.
-Ah.. La reazione del ghiaccio con l'acqua bollente ne scinde la superficie e lo fa sublimare in nebbia.-.
Era ancora girato e parlava con molta tranquillità e scioltezza, come un maestro ai suoi alunni, il suo mantello però stava sparendo rapidamente, mostrando un paio di pantaloni larghi di un azzurro chiarissimo e una schiena possente coperta da una folta chioma di capelli arruffati, ma anche quelli stavano evaporando, circondandolo di una nebbia che lo rendeva quasi evanescente, come uno spettro dall'alito vacuo.
-La mia pelle è coperta di ghiaccio, e così il tessuto di cui mi vesto. Perciò non sorprenderti per quello che mi sta succedendo, Juvia.-.
Il modo in cui disse il suo nome lo fece rabbrividire, era come se stesse nominando un qualche composto chimico, un soggetto di studio, una cosa per cui provare un interesse distaccato.
Non era possibile che fosse lui a chiamarla così, non poteva credere al ragazzo che le era davanti.
-Perché.... perché tutto questo?-.
Il Cambiato la guardò di profilo, il viso nascosto dal vapore se non per la pupilla smeraldina con cui le trapassava il cuore.
-Juvia...-.
-Lyon-sama???-.



BANGBANGBANGBANGBANGBANGBANGBANG
Kina!!!”.
Kinana rotolò a terra e ricaricò le pistole.
-Manchi di convinzione, Kinana.-.
Delle rune si illuminarono attorno a lei, facendola saltare in aria.
-Urr!-.
Si rimise in piedi e ricominciò a sparare, ma il ragazzo schivava con facilità tutti i proiettili.
-Ti sbagli!!! Io so cosa sto facendo!!!-.
-Non è quello che ti sto dicendo.- Ribatté lui, estraendo la spada.
-Sai bene ciò che stai facendo.-.
SWISH
Se lo ritrovò davanti, lanciato verso di lei, con la sua lama che le stava per trapassare l'occhio.
Cosa???”.
-È solo che non ti piace.-.
SBAM
-Invero il Vostro cavaliere è qui, Lady Kinana!!!-.
Freed barcollò di lato, e Kinana si ritrasse, poi sogghignò.

-Sei forte, forse anche più di me-kina.-.
Dan alzò la lancia, preparandosi a colpire.
-Ma da solo non ci sconfiggerai mai!-.
Il damerino digrignò i denti, comprendendo il suo svantaggio. Questo per circa due secondi, poi si calmò e si rimise dritto.
-Ah, vi chiedo perdono se mi sono espresso male. Quando mai ho detto di essere solo?-.
-Quando? Quando?-.
Kina alzò la testa di scatto, quelle voci erano di...
-Shià, huando?-.
Cosa?”.
Bickslow fluttuava sopra di lei a testa ingiù.
-Bleah!- Tirò fuori la lingua, spostandosi più in alto.
Tsch! Certo, loro due sono sempre insieme-kina!”.
Si guardò intorno, cercando i cinque pupazzi che di solito lo circondavano.
Non ci sono, eppure ho sentito le loro voci!”.
Poi li vide, in alto.
Ma non erano le solite marionette di legno.
Granate???”.
I tappi saltarono e le cinque bombe iniziarono a cadere su di loro.
-Ordunque, me ne occuperò io!-.
Dan usò il raggio della sua lancia per rimpicciolirle prima che toccassero terra, e detonarono come dei petardi.
-No!!! I miei cuccioli!!!- Si disperò Bickslow, mettendosi le mani in testa.
Che melodrammatico, sapeva meglio di lei che poteva controllare le loro anime e spostarle in altri oggetti!
-Tu!- Indicò Dan:-Me la pagherai!-.
Lei fece spallucce.
-Uhm! Ma sì, pensaci pure tu!-.
-Sì, mia signora!-.
Il cavaliere tentò di saltargli addosso, ma lui si spostò all'indietro e Dan atterrò senza averlo nemmeno sfiorato.
-Perdinci!- Balzò di nuovo, e Bickslow si scansò di nuovo; così, a furia di saltare e volare, i due si allontanarono, lasciando Kinana e Freed da soli.
-Kina! Molto bene, dovrò solo occuparmi di te!-.
Si voltò verso di Freed; il ragazzo era seduto a gambe incrociate, con le palpebre abbassate e il braccio proteso a scrivere rune in aria.
-Non riesco proprio a capire perché vuoi combattere contro di me, Kinana.-.
-Io??? Sei tu il primo che ci ha attaccati!!!-.
-I tuoi ricordi ti tradiscono. Io vi ho fermati e tu ti sei messa a spararmi addosso come una pazza.-.
-Oh? Come, così?- Alzò la pistola e fece fuoco.
PEW
Il proiettile svanì nell'aria prima di raggiungere il mago.
-Proprio non capisco. Un tempo eravamo compagni, non dovremmo lottare tra di noi.-.
-Eh? Compagni? E poi cosa, “amici”? Ahahahahah! Ma non scherziamo! Non ci parlavamo nemmeno, e poi proprio tu parli di questo, che hai quasi distrutto la gilda???-.
-Sei iniqua. Considera che anche tu, quando facevi parte di Oracion Seis...-.
Kinana trasalì.
-Tu! Cosa sai del mio passato?-.
Freed aggrottò la fronte.
-Uh, chi può dirlo. Perché dovrei condividere un'informazione con te, mia cara traditrice?-.
Kinana strinse i pugni, fissandolo con un occhio di fuoco.
-Che diritto hai di tenermi nascosto il mio passato-kina???-.
-E tu che diritto hai di chiedermelo, kina?-.
In preda alla rabbia, gli scaricò addosso la pistola, fallendo di nuovo.
-Merda!!! Damerino del cazzo!!! Non ho mai pensato a te né come amico né come uomo, ma da ora ti considererò come un nemico da uccidere!!!-.
Freed smise di tracciare le rune e sospirò.
-Questo mi ferisce molto. E io che non ho mai smesso di pensare a voi tutti.-.
Riaprì l'occhio, tinto del nero della notte.
-Peccato, dovrò proprio rivedere le mie priorità.-.
Kinana gettò l'arma ed estrasse la spada.
-Ora ti uccido, stronzo-kina!!!-.



-Miao!-.
Millianna scattò sulle quattro zampe, atterrando addosso al soldato, poi con un miagolio e un morso gli strappò via la spalla.
Il tipo urlò, e lei si rimise sulle due zampe, pulendosi il sangue dalla bocca.
Alzò il piede per schiacciargli la testa, ma PUM! Una palla di fuoco la colpì al fianco e la fece volare via; la gatta fece un paio di giravolte e atterrò sugli artigli, squadrando con viso vispo la persona che l'aveva colpita.
-Oh? Ma sei tu, senpai! Ti trovo bene per essere morta!-.
La senpai, nascosta nell'ombra di un corridoio crollato, sputò a terra.
-Pfui! Ma proprio tu dovevi capitarmi-dechi? E cos'è questa storia che sono morta?-.
Millianna sbatté le palpebre un paio di volte, continuando a sorridere.
-Ma senpai, proprio tu me l'hai insegnato! Chi fallisce viene ucciso, e tu hai fallito un saaaaaaaacco di volte!-.
-Guarda che quella regola valeva solo per te, e solo io potevo applicartela-dechi!-.
La coda della gatta scodinzolò e lei si mise a graffiare la parete alla sua destra per affilare le unghie.
SCRAW SCREW SCRAW SCREW
-Però, senpai, voglio mostrarti che ho fatto tesoro dei tuoi insegnamenti, nya!-.
SCRAW SCREW SCRAW SCREW
-Perciò permettermi di ammazzarti-nyah!!!-.
PUM
Con un pugno, la senpai distrusse la parete
-Tsch! Lo sai, io non ti ho mai sopportata, e non vedo perché dovrei cominciare ora!-.
Le labbra di Millianna si alzarono in un sorriso maligno che tradì la sua finta spensieratezza, così come i suoi occhi felini che guizzarono da un punto all'altro del corpo di Ginger per cercare un punto debole.
E ne trovò molti.
-Sei completamente scoperta, senpai-nya.-.
-Ma dai? Parla quella in calze e reggiseno! Cosa dovresti essere, una neko-mistress???- Gridò l'altra battendo i pugni, e il suo corpo prese fuoco.
Millianna si leccò le labbra: -Ti farò a fette, senpai!-.



Juvia si schiantò a terra, urlando per il dolore.
Il braccio! Juvia non ha più il braccio!!!”.
Il suo braccio sinistro, infatti, ce l'aveva ancora in mano Lyon, che la sovrastava.
Lyon, quel ragazzo era Lyon, il suo viso, il suo corpo muscoloso, i suoi occhi appuntiti, tutto erano di Lyon.
Tutto meno la sua anima.
Juvia tentò di rialzarsi, ma lui la bloccò.
-Non lo fare, non ne vale la pena... farò in modo che tu non soffra...-.
-Ma che stai dicendo, Lyon-sama??? Perché fai questo a Juvia??? Non ti ricordi di lei???-.
Lui non la ascoltava, e le puntava contro l'indice, che si illuminò d'azzurro.
No! Perché faceva così? Com'era potuta accadere una cosa del genere? Perché, perché, perché era diventato un demone???
-Cosa ti è successo, Lyon-sama?- Singhiozzò: -Non ricordi che Juvia è tua amica? Lyon-sa
Il raggio le passò in mezzo agli occhi, e lei smise di muoversi.
Lyon la guardò distrattamente per qualche secondo, poi alzò i tacchi.
-Juvia Loxar... eliminata...-.

Eliminata?
Le dita di Juvia si chiusero sulla terra, mentre la ferita sulla sua fronte si richiudeva con uno schizzo d'acqua.
Eliminata?
Aveva davvero...
Aveva davvero...
Provato a uccidere Juvia!!!
SPLASH
Il braccio in mano a Lyon esplose in una pozzanghera d'acqua e si ricongiunse alla spalla a cui apparteneva.
-Ah...-.
Il Cambiato si voltò proprio mentre lei si rimetteva in piedi.
-Tu hai provato a uccidere Juvia... tu sei un nemico...-.
La sua voce uscì roca mentre avvertiva l'interno del suo corpo cambiare, mescolarsi, indurirsi in una lastra di ghiaccio.
Se avesse potuto guardarsi allo specchio, avrebbe visto i suoi capelli e i suoi occhi diventare di ghiaccio; ma la trasformazione maggiore era dentro di lei.
Ghiaccio...
Lo sentiva scorrere nelle sue vene e infiammarle i muscoli, lo sentiva ridarle forza e riempirla di rabbia, cieca rabbia, come mai ne aveva provata prima.
Lyon inclinò la testa di lato.
-Hai assorbito il mio ghiaccio... non è possibile...-.
Faticando a contenersi, Juvia gli rispose: -Il ghiaccio... non è che acqua solida... e Juvia controlla l'acqua... quindi controlla anche il ghiaccio! WATER CYCLONE!!!-.
Unì le mani e sparò un getto d'acqua ghiacciata, Lyon lo dissipò con un gesto della mano.
-Interessante... allora io posso dire che l'acqua è ghiaccio liquido... e quindi che io controllo l'acqua...-.
-Però non assorbirai Juvia!!! Water Jigsaw!!!-.
Si lanciò contro di lui roteando su sé stessa fino a diventare un vortice, ma ancora una volta Lyon non ne fu intimorito.
-Occhio...-.
Quando lo attraversò sentì due punte gelide sfiorarle il viso, poi quando si fermò si accorse di non avere più l'occhio sinistro.
Cosa???”.
Si voltò e vide che Lyon giocherellava con una mano con il suo bulbo ghiacciato, fino a sbriciolarlo in tante piccole schegge.
Ma lei non sentiva dolore, solo freddo.
-Maledetto! Jigsaw!-.
Stesso attacco di prima, stessa reazione, stesso esito, stavolta l'altro occhio.
Ora non ci vedeva più, tuttavia le bastò concentrarsi per ricreare con l'acqua un nuovo paio di bulbi.
-Questo genere di attacchi sono inutili con Juvia!-.
Lyon lanciò l'occhio strappato in aria, riprendendolo in mano e ripetendo il gesto un paio di volte.
-Nemmeno se... ti strappassi il cuore?-.
A quelle parole Juvia portò istintivamente le mani sul petto, Lyon ne approfittò e le scagliò contro il bulbo che le trapassò i palmi e poi il seno.
-Argh!-.
Acqua, ghiaccio e sangue uscirono dalla sua bocca, e si trovò in ginocchio, senza più difese.
-Ice Make: Eagle...-.
Delle lame, anzi, delle vere e proprie aquile di ghiaccio saettarono verso di lei.
No! Juvia non sarà ferita dall'acqua! Juvia è acqua!!!”.
Non seppe come ma riuscì a sciogliere le aquile e ad assorbirle nel suo corpo. Sentì più freddo, e il terreno sotto i suoi piedi iniziò a ghiacciarsi.
Gelava dalla furia.
-Lyon-sama!- Lo chiamò: -Juvia non capisce, Juvia non potrà mai capire perché sei diventato così, ma sappi che anche se un tempo eri suo amico lei non si tratterrà! Perché ora sei un nemico dei suoi amici!!!-.
-Anf... la cosa non... mi interessa affatto... perché sia tu che i tuoi amici... morirete a breve...-.
-Questo Juvia non lo permetterà!!!-.
-Non te lo chiesto...-.
-Stai zitto!!! Whirlpool!!!-.
Furiosa scagliò una lancia d'acqua che si sarebbe dovuta trasformare in mulinello davanti a Lyon, per prenderlo di sorpresa. Ma lui sembrò scomporsi in tanti fiocchi di neve e sparire.
Come? Dove...”.
-Juvia... eppure dovresti saperlo...-.
La sua voce sibilava nell'aria attorno a lei, eppure non riusciva a vederlo, né a percepirlo.
-Se l'acqua è ghiaccio liquido... il vapore è ghiaccio aereo... e io posso diventare ghiaccio... come acqua... come anche gas...-.
Gas? Era diventato di gas? Ma allora come faceva a colpirlo???
TAP
Un tocco gelido sulla sua schiena, poi la sua voce.

-Ice Make: Phanter...-.
...
Non capì bene cos'era successo.
Vide solo una pantera di ghiaccio spuntare dal suo corpo e fermarsi davanti a lei.
Poi venne il dolore.
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.
Il suo grido rimbombò tra gli edifici distrutti come il ruggito di una tigre, ma il cacciatore alle sue spalle non ne fu né spaventato né eccitato; rimase calmo, col dito sul grilletto.
La pantera si disgregò e Juvia, esanime, cadde in avanti; ma Lyon la afferrò per i capelli e la tenne in piedi, nonostante le sue ginocchia fossero ormai collassate.
Una lama gelata le graffiò il fianco del collo, per poi allontanarsi di lato, pronta a decapitarla.
-Lyon-sa-ugh-bluagh!- Rigurgitò altra acqua e altro sangue, alzando le pupille morte al cielo.
-Arrenditi, e sarò rapido.-.
Arrendermi... non posso farlo... ho promesso ai miei amici... ho promesso a Gray-sama...”.
I suoi pensieri andarono di nuovo a Gray, al dannato giorno in cui se n'era andato.
/-Gray-sama!!! Gray-sama!!!-.
Juvia si appoggiò all'uscio del cancello, esausta per la corsa.
Gray era lì, di spalle, che si allontanava da lei senza dirle niente.
-Gray-sama!!! Dove stai andando???-.
Lui non rispose, non rallentò, non diede segno di averla sentita.
Eppure lo sapeva, lei lo sapeva che la stava ascoltando, allora perché la ignorava?
-Gray-sama! Aspetta! Ti prego!-.
Mosse un piede per raggiungerlo, ma si accorse del ghiaccio che lo bloccava.
-No... no! Torna indietro, Gray-sama!!!-.
Lui era sempre più distante, presto sarebbe sparito dalla sua visuale, allora le gambe cedettero e si mise in ginocchio.
-Gray-sama... io ti prometto... ti prometto che Juvia diventerà più forte! Quando tornerai Juvia sarà abbastanza forte da starti accanto!!!-./
Juvia ha promesso che... Juvia ha promesso che...”.
-JUVIA HA PROMESSO CHE NON AVREBBE PIANTO PIÙ!!!-.

-Stai piangendo.-.
ZAK



Le corde schioccarono ai suoi piedi, fendendo la roccia.
-Miao! Le hai schivate di nuovo!-.
-Tsch! Colpetti del genere non mi farebbero male nemmeno se mi prendessero!-.
Corse attorno alla rompiballe, incendiando i pugni.
-Nyah! Allora perché le hai schivate tutte?-.
-Non è ovvio-dechi?-.
Spiccò un balzo, intrecciando le dita in un unica, grande farf... no, cioè, ci assomigliava per la forma.
-Perché soffro terribilmente il solletico!-.
La colpì alla nuca, lei cacciò un miagolio e si spiaccicò a terra.
-Dechi!- Ginger sbuffò, allontanandosi a grandi passi.
-Uffa! Io speravo di divertirmi un po'-dechi!-.
-Neko!!!-.
Ginger si scansò di lato e Millianna si schiantò dov'era prima.
-Sarò felice di accontentarti, senpai!-.
Ginger girò gli occhi, ma non si arrendeva mai? Considerando che la sua nuca spruzzava sangue come una ragazza col ciclo... Eppure lei sorrideva come una tonta.
-Ora farò sul serio-nya!-.
Allungò gli artigli e iniziò a ruotare le braccia attorno alle spalle, fino a farle diventare due trottole appuntite.
Ginger abbassò le spalle, sconsolata.
-Quante volte hai provato a colpirmi con quella tecnica-dechi?-.
-Uh?-.
Qualcosa le aveva graffiato la guancia.
Merda!”.
Si tuffò indietro, rimanendo colle gambe piene di tagli.
-Ma che... dannazione!-.
Riuscì a rialzarsi congelando le ferite, ma dovette indietreggiare ancora per non farsi prendere.
-Sei sorpresa, senpai? Ho imparato a usare lo spostamento d'aria per aumentare il raggio d'azione-nya! Sei fiera di me?-.
Fiera” non era la parola giusta, più che altro nera di rabbia.
Millianna avanzò di un passo e l'aria tornò a graffiarla, costringendola ad alzare le braccia per difendersi.
Solo che stavolta sentì qualcosa di strano.
Un momento, queste sono...”.
Spazzò un braccio e l'afferrò, e una delle trottole smise di girare.
-Aria-dechi? Mi prendi per il culo? Tu stai usando delle corde sulle punte delle dita, vero?-.
Millianna abbassò anche l'altro braccio.
-Miao! Sei proprio intelligente! Certo che quelle corde sono in grado di spaccare il metallo, mi sorprende che tu riesca a prenderne una in mano!-.
Heh, in effetti stava sanguinando, ma pazienza.
-Non c'è niente che non possa prendere, e non c'è niente che non possa bruciare o congelare! Io sono il demone del ghiaccio e del fuoco!!! Ehi, non osare farmi l'eco!!!-.
Detto questo incendiò il filo, risalendo fino alla sua mano che si incendiò.
Millianna se la guardò entusiasta.
-Ehi, che figo, le dita mi bruciano! Cioè, ahi, che male, le mie dita bruciano-nya!!!-.
Rialzò il viso solo per trovarsi un calcio congelato sopra di lei.
-GELA ALL'INFERNO!!!-.
Notò solo all'ultimo il sogghigno stampato sul suo volto, e l'altra mano allungarsi verso il suo ventre.
Dechi!
Non riuscirò a schivarla in tempo!
Mi prenderà!
Oppure io prenderò lei!
Chi ucciderà chi?
Oh, che eccitazione!!!
Che eccitazione-dechi!!!
Ma all'ultimo la gatta sparì, lasciando il posto al paesaggio distrutto alle sue spalle.
No, anche quello era cambiato, quindi la colpa poteva essere solo sua.
E infatti lei era al suo fianco.
-Sensei, bastarda! Perché ti sei messa in mezzo-dechi? La posso sconfiggere da sola-dechi!!!-.
-Scu-scusa.- Fece Minerva: -Mi pareva che fossi in pericolo.-.
-Grrrrrrrrrr...-.
-Nyah!- Miagolò Millianna, che ora era a una decina di metri da lei.
-Come hai fatto a finire laggiù?-.
Con la magia scema del teletrasporto, ecco come!”.
Con un pugno spedì Minerva lontano.
-Non importa, ti assicuro che non saremo più interrotte-dechi!-.
Millianna scrocchiò le dita.
-Non spero altro, nyah!-.
CRACK
La sua testa si piegò di lato sotto il peso della scarpata, poi volò via e finì addosso a un cumulo di macerie.
Ginger rimase esterrefatta, non l'aveva neanche visto arrivare.
-Keheheheh!-.
Il ragazzo biondo appena comparso scoppiò in una risata isterica.
-Hai fatto il tuo tempo, micetta! Ora tocca a me divertirmi!-.
Teneva le ginocchia aperte e le braccia alzate, come se fosse ubriaco, e anche i suoi occhi non sembravano tanto sobri, dato che erano delle spirali rosse, oppure dei cerchi concentrici, non capiva.
-Eh? E tu chi saresti?-.
-Keheheheh! Io sono Zancrow, ex-membro dei Sette Fratelli del Purgatorio!-.
Ginger alzò un sopracciglio.
-Non mi dice niente-dechi.-.
Zancrow rimase con un palmo di naso.
-Come? Vuol dire che non hai mai sentito parlare di Grimoire Heart???-.
Ginger si scaccolò.
-Che è, un cornetto?-.
L'aria intorno al biondo iniziò a tremare. Un momento, era calore?
-Vuol dire che non sai chi sono? Io sono Zancrow, il God Slayer del fuoco!!!-.
Ginger si bloccò e abbassò il viso a terra, fulminandosi i piedi da sola.
-Ehi-ehi, fammi capire bene-dechi...-.
-Prima un tipo del ghiaccio...-.
-Poi una ragazza-gatto...-.
-E ora un bastardo del fuoco...-.
Un tornado di fiamme la circondò, dando sfogo alla sua ira.
-COS'È, CERCATE DI SOSTITUIRE IL MIO PERSONAGGIO-DECHI???-.
E Zancrow, invece di tremare, se la rideva di gusto.
-Keheheheh! Meraviglioso! Sembrano delle fiamme davvero ottime!!!-.
-Oh, ti piaceranno!!! Ma mai quanto piaceranno a me!!!-.
E si gettò all'attacco, mentre il suo corpo era diventato tutto un fuoco.



Il corpo decapitato di Juvia crollò al suolo.
La sua testa penzolava inerme tra le mani di Lyon, che ne stringeva i capelli.
La girò in modo di guardarla negli occhi.
Teneva le palpebre socchiuse e la bocca appena aperta, probabilmente colta nel momento in cui il dolore stava lasciando posto alla paura.
Stava per lasciarla cadere a terra, quando dalle sue labbra uscì un fievole fiato.
Viva? Non posso crederci...”.
Eppure ben presto l'alito si trasformò in un soffio vero e proprio.
Non capisco come sia possibile... chiunque non sopravvive con la testa mozzata... forse è immortale?”.
E poi l'inspiegabile: la testa stessa sparì nell'aria con un ultimo, grande soffio.
Non sarà che...”.
Guardò a terra, anche il corpo si stava dissolvendo.
-Ah...-.
Davanti a lui si formò una nube di vapore bianca, che iniziò a vorticare.
-Se Lyon può trasformarsi in gas, allora può farlo anche Juvia!-.
La voce della ragazza era inconfondibile, dunque si era salvata in quel modo.
Poco male.
Alzò un braccio e iniziò a soffiare una brezza gelata.
-Forse sei in grado di diventare di gas, ma in quella forma è difficile non disperdersi...-.
E difatti la nube cominciò a dissiparsi.
-Cosa? Eh? Aiuto! Aiutate Juvia!-.
Sfortunatamente ebbe la prontezza di condensarsi in acqua e di cadere sul terreno, per poi ricomporsi in forma solida.
-Anf, anf, anf...- La ragazza era in ginocchio e ansimava, ma era ancora viva.
-Sei ripetitiva... se morissi adesso ti risparmieresti molta sofferenza...-.
-No... no, Juvia non può arrendersi!-.
La ragazza si rimise in piedi, eppure quelle rapidi trasformazioni e quelle esperienze di premorte ripetute avrebbero fatto crollare la psiche di chiunque. Quella ragazza... cosa la spingeva a rialzarsi ancora?
-Juvia non può... Juvia non può tradire i suoi amici!-.
Strano, strano davvero, i suoi occhi erano gelidi per il ghiaccio assorbito, e allora cos'era quel fuoco che ardeva nelle sue increspature azzurre?
Nulla di importante, solo un flebile bagliore che doveva essere spento.
-Ed è per questo motivo che Juvia riuscirà a salvare anche te, Lyon-sama! È una promessa!!!-.
Lyon ascoltò attentamente quelle parole, che risuonarono vuote nelle sue orecchie.
-Invece è per questo che tu non riuscirai mai a sconfiggermi...-.
Juvia sussultò.
-Che cosa intendi?-.
Lyon sospirò.
-Vedi, se si trattasse di forza fisica, o di potenza magica, forse avresti l'1% di possibilità di battermi... ma il tuo problema è che non vuoi uccidermi... sei debole, ti fai controllare dalle emozioni, e perdi lucidità...-.
-No! Ti sbagli, L-
-Sei tu che ti sbagli... anzi, l'umanità intera sbaglia... le emozioni, a cui date tanto peso, a cui i tuoi stupidi compagni si affidano ciecamente, vi condurranno al disastro... sono motivazioni tanto fragili e volubili che basta poco per modificarle e per stravolgerle, e quindi per abbattervi...-.
-Prendiamo te: se ora ti ritieni forte, è solo perché segui un'emozione che ti fa ritenere tale, è la stessa cosa... ma se la tua emozione cambiasse, e diventasse disperazione, la tua forza mancherebbe, e perderesti, anzi, ti arrenderesti di tua spontanea volontà... anche la pietà che provi nei miei confronti è quanto di più simile alla disperazione che il tuo coraggio può farti provare... disperi di vedermi così, e quindi mi compatisci... e non sei pronta a eliminarmi, perché le tue sciocche emozioni te lo impediscono... ma tu pensi che ti diano forza, e qui sbagli...-.
-Ora capisci la tua contraddizione, Juvia Loxar? Per sconfiggerti basta farti disperare, ovvero farmi compatire, ovvero farti rialzare ancora, finché non crollerai da sola... è per questo che ti ho detto di arrenderti subito, perché quando capirai il tuo errore, cadrai nella vera disperazione... e, inesorabilmente, ti autodistruggerai...-.
Juvia scosse la testa, ma le lacrime ai suoi occhi erano la prova inconfutabile che implicitamente gli dava ragione.
Lyon chiuse gli occhi, pronto a darle il corpo di grazia verbale.
-Io non seguo le emozioni, io seguo solo gli ordini... la fedeltà ai superiori, e la stretta attinenza alla missione, garantisce la mia totale vittoria... su di te, sui tuoi sciocchi amici e sulle tue emozioni...-.
PAF
Riaprì gli occhi di scatto, e si trovò sbilanciato di lato, con un insolito calore alla guancia.
Riuscì a ritrovare l'equilibrio, e vide che Juvia era davanti a lui, con il braccio proteso verso la direzione su cui stava cadendo.
Gli aveva dato... uno schiaffo?
Il colbacco le copriva gli occhi, il suo viso era serrato in una smorfia di disgusto.
-Non accetto che tu dica questo. Tu puoi criticare Juvia. Tu puoi prendere in giro i suoi sentimenti. Tu puoi dire che lei è debole, e superficiale, e volubile.-.
Lyon sussultò nel vedere lo sguardo con cui lo minacciava.
Era lo stesso della ragazza-lupo della foresta... era lo stesso che l'aveva fatto tremare... e che lo faceva tremare anche adesso.
-Ma non accetto che tu insulti i suoi compagni!!! Perciò ritira, ritira subito quello che hai detto su di loro!!!-.
Per un secondo, Lyon non seppe cosa dire.
Poi scoppiò a ridere.
-Ahahah! Ahahahahah!-.
Si mise una mano sullo stomaco, le ferite iniziavano a farsi sentire, ma le palpitazioni del suo petto erano troppe per farle smettere.
-Ahahahahahahah!!! Non ci posso-non ci posso credere!!! Ma non capisci, Juvia, non capisci???-.
Sgranò gli occhi, sentendosi il corpo infervorare di una fiamma ostile, pericolosa, dannosa, ma che non voleva affatto spegnere.
-È questa, è proprio questa la prova! Mossa dalla tua putrida compassione, mi hai dato un semplice schiaffo quando potevi uccidermi!!! E anch'io, che mi sono fatto prendere dall'arroganza, ho abbassato la guardia tanto da farmi attaccare così stupidamente! E ora, ora che sto ridendo, sono così distratto da non riuscire a muovermi come vorrei! Le emozioni, le emozioni sono il nostro cancro, le emozioni sono la nostra rovina!!!-.
Juvia resistette al suo sguardo folle con uno più deciso che mai.
-Tu ti sbagli! Tu dici che siamo stupidi perché le nostre emozioni possono tradirci da un momento all'altro! E forse hai ragione, forse siamo stupidi, forse siamo deboli, ma è così che siamo noi umani, e non lo cambierei per nulla la mondo! Siamo deboli, deboli per natura, impotenti rispetto ai mostri come voi, eppure sopravviviamo, e vinciamo, e a volte ci sacrifichiamo pur di vincere! E sono i nostri sentimenti a muoverci, sono loro la nostra forza inesauribile, senza di essi saremmo solo macchine, incapaci di ragionare, in balia dei più forti, come sei tu ora! E quello non vuol dire vivere, vuol dire semplicemente esistere, vuol dire essere tristi, vuoti e deboli! Quella è la vera debolezza! Non è la compassione, non è la sconfitta in battaglia, e non è nemmeno la morte, ma è la fuga dai propri sentimenti!!!-.
Si mise una mano sul petto, infiammandosi sempre di più e versando lacrime di ghiaccio, scatenando onde di brividi caldi sulla schiena del ragazzo, lo stesso incendio che si stava propagando col gas che gli usciva dalla bocca.
-E forse i sentimenti sono incostanti, forse ci portano alla sconfitta, forse mi porteranno a morire! Ma sta a noi fare in modo che non sia così! Sta a noi non farci vincere dalla disperazione! Sta a noi decidere come vivere!!! È la nostra vera forza, la libertà di non seguire gli ordini degli altri, la libertà di provare sentimenti, e la libertà di esserne padroni!!!-.
-E sappi che io non voglio ucciderti, ma non perché provo compassione! Tu non mi susciti pietà, no, mi susciti disgusto, collera e tristezza! Però se questa rabbia che provo mi guidasse, allora avresti ragione tu, sarebbe meglio non provare niente, e rifugiarsi nei tuoi freddi ordini! Ma quello che provo per te non è solo rabbia, e non è solo compassione! È amicizia! È affetto! Ed è...-.
Deglutì, prendendosi un secondo per dire quell'ultima parola:- Ed è amore!-.
-Io ti amo, Lyon-sama!!!-.
...
Silenzio.
Lui non rideva più.
Io ti amo, Lyon-sama!”.
Perché...”.
Perché quella frase mi risuona in testa?”.
Perché di tutto il suo futile discorso, proprio questa frase?”.
Ah, ecco perché.
Perché l'amore era la malattia più infida.
-Irrilevante...-.
Alzò la mano e le fendette il ventre.



Si guardò intorno, la cella era come l'aveva lasciata nove mesi prima.
Piccola, buia e sporca, com'era la sua occupante, avvolta in un nero mantello da cui trasparivano ciocche bionde, per il resto nuda e tremante.
Non sapeva che ci faceva lì, non sapeva perché aveva smesso di guardare Sayla e Mirajane venire pestate per andare a trovare quella persona.
Lei era raggomitolata ai suoi piedi, e a parte le labbra che fremevano, non si muoveva, forse nemmeno si era accorta di lui.
Meglio così, si girò e si avviò verso la porta.
-Na...tsu...-.
Sentirla pronunciare il suo nome con quel soffio leggero fu come se la stanza intera stesse collassando su di lui.
Si fermò, ma non si voltò.
-Sei tu, Natsu?-.
Non le rispose.
Gli era bastato sentirla parlare per capire che in tutto quell'anno non era cambiata affatto.
Ancora era aggrappata al lui di un tempo.
Lei sorrise, lo capì dal fatto che ora la sua voce era più rapida e acuta.
-È bello rivederti, Natsu.-.
Rivederlo? Buffa scelta di parole, bastava uno sguardo per capire che non apriva più gli occhi da mesi.
-Come... stai, Natsu? Mangi abbastanza? Sei diventato... più alto?-.
Lui rimase zitto, e lei rise.
-Sembro tua madre, scusami. È solo che... sono felice che tu sia qui...-.
Ora stava lacrimando.
E.N.D. sbuffò, proprio non era cambiata di una virgola.
-Non riuscirò mai a capirti, Lucy Heartphilia.-.
Lucy sorrise di nuovo, doveva piacerle quando la chiamava per nome.
-Noi ci siamo sempre capiti, Natsu, non ricordi?-.
Fece per ammonirla di non chiamarlo per nome, ma poi lasciò perdere, con lei era inutile.
Doveva aver perso parte delle sue capacità mentali quando l'aveva “uccisa”.
-Hey, perché non porti qui anche Happy e gli altri la prossima volta? Vedrai, ci divertiremo, noi ci... ci...-.
Scoppiò a piangere, e gli fece male, profondamente.
Più che altro per il fastidio che gli dava quel suono.
Si voltò e la prese per il collo, sollevandola da terra.
-Ohi, piantala, mi fischiano le orecchie.-.
Lei si zittì e lo “guardò” a bocca aperta senza capire.
-Tsch!-.
La mollò e lei ricadde seduta.
Alzò un piede per darle un calcio ma, come temeva, non ci riuscì.
-Merda. Non riesco ancora a colpirti. Speravo di riuscirci ora che sono cambiato, invece...-.
-Cambiato? No, che dici? Sei come ti ricordavo. I tuoi capelli rosa, come posso dimenticarli?-.
I capelli? Ridicolo, erano la cosa che era cambiata di più, essendo diventati rosso fuoco!
Ah, ma che ci stava a fare lì???
-Ancora non capisco perché finsi di ucciderti quella volta. Natsu non sapeva di poterti teletrasportare, e E.N.D. non ne aveva alcun motivo; è come se il questo corpo si fosse mosso da solo. E tutt'ora...-.
Mise una mano sotto il suo mento, ma invece di strangolarla la accarezzò dolcemente.
-...non posso ferirti, anche se ci provo. Tu sei il mio punto debole, quello che mi lega ancora alla mia umanità. E alla mia debolezza.-.
Lucy scosse la testa, stava piangendo di nuovo.
-Non è debolezza... è forza... è la nostra forza... è il legame che ci unisce, Natsu... è il legame della nostra gilda...-.
Il Cremisi, che più lei parlava più si sentiva infuriato, a quella parola scoppiò.
-Basta con queste sciocchezze! Non esiste più nessuna gilda! In questo preciso momento io sto recidendo tutti i membri di Fairy Tail, tutti, dal primo all'ultimo!!!-.
Ok, non proprio tutti, la ragazza dai capelli bianchi (Elisarianna, o una cosa simile) e il fesso di ferro voleva trasformarli in demoni per farli ammazzare a vicenda, ma comunque la sostanza era quella.
Lucy rimase senza parole, boccheggiando incredula, ed era così voleva vederla, a pezzi e disperata!
-No, non posso crederci... Natsu, non faresti mai una cosa s-
Stavolta riuscì a strozzarla, seppur per qualche secondo; dopodiché la sua mano si aprì in uno spasmo e lui indietreggiò sconvolto.
Ma si riprese subito.
-Invece lo sto facendo, e proprio adesso mi sto godendo lo spettacolo! Stanno tutti dando di matto, sai? Si stanno uccidendo tra loro!!!-.
Lucy strisciò come un verme fino a lui, implorandolo: -No! Ferma tutto questo! Fermati finché sei in tempo!!!-.
-Fermarmi? Ahahahahah! Questo è solo l'inizio!!!-.
-Non è vero! I tuoi compagni! I tuoi amici! Loro sono la nostra gilda! Fairy Tail!-.
-Io appartengo a Tartaros, anzi, agli Etherias! Non appartengo più agli umani, e non appartengo più a te! Anzi, anche se ora non ci riesco, presto riuscirò a distruggerti, e quel giorno ogni mia debolezza svanirà con te!!!-.
-Non farlo! Non ucciderli! Farai del male te stesso in questo modo! Ne soffrirai, ne soffrirai più di tutti! Ti prego, ti scongiuro, torniamo a casa! Torniamo a casa! Torniamo...-.
Ma lui già non c'era più.
   
 
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