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Autore: biatris    06/02/2017    1 recensioni
Sam si guardò intorno e sperò ancora una volta che arrivassero a salvarla il prima possibile. L'avevano lasciata sola per gran parte del tempo. Ogni tanto una donna del villaggio passava a portarle del cibo e dell'acqua e le chiedeva se andava tutto bene. Lei rispondeva sempre di sì. Cos'altro avrebbe dovuto dire? Era prigioniera su un altro pianeta solo in quanto donna e aspettava che qualcuno venisse a recuperarla spacciandosi per il suo compagno. E quel qualcuno sarebbe probabilmente stato il suo ufficiale superiore.
Ma lei stava bene, si disse. Era quello che si diceva sempre in fondo, pensò. Ne sarebbe uscita viva in qualche modo.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack O'Neill, Samantha 'Sam' Carter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non c’era più. Non era morta. Era scomparsa. Sparita.
Jack guardò la dottoressa.
“Colonnello?” chiese la donna “Ha visto anche lei?”
Jack annuì perplesso.
In quel momento il generale Hammond entrava nella stanza.
“Dov’è il maggiore Carter?” chiese.
Jack fissò il proprio superiore.
“Non lo sappiamo” disse.
Hammond lo guardò incredulo.
“Come sarebbe a dire non lo sappiamo?” chiese “Dove l’avete portata?”
La dottoressa Fraser scosse la testa.
“E’ scomparsa” disse solo.
L’uomo la fissò. Poi fissò il colonnello e infine il letto vuoto.
“Colonnello, ha idea di chi possa averla portata via?” chiese poi.
“No” ammise Jack “Ma di sicuro non sono stati gli Asgard. Quando loro prelevano una persona si vede un lampo di luce ed è tutto molto veloce. Qui è scomparsa nel nulla, come se si stesse disintegrando.”
Il generale Hammond annuì.
“Perquisite comunque la base, ma dubito che troverete qualcosa. Intanto cerchiamo di capire chi può aver fatto questo.”
 
Sam si guardò intorno. Era stesa su una specie di letto, ma non era quello dell’infermeria.
“Ciao” disse qualcuno.
Guardò il proprietario della voce. Sembrava un ragazzino.
“Ciao” salutò “Chi sei?”
“Mi chiamo Yuji. Sono tuo amico, non temere” Disse quello.
“Ciao Yuji. Cosa ci faccio qui?” chiese allora il maggiore.
“Tu stavi male” disse il ragazzo.
“Io…Sì.” Concordò lei “Come lo sai?”
“Ti ho vista” spiegò lui “Tu hai usato la mia pietra.”
Sam lo fissò confusa.
“La pietra del matrimonio?” chiese allora.
L’altro annuì.
“E’ la mia pietra di nascita. Ognuno degli abitanti del mio paese ne ha una. Io ho perso la mia anni fa.”
Sam lo fissò
“Tu sei un ragazzino…” disse.
“Non tutto è come sembra” sorrise lui “Ho centosedici anni.”
Sam spalancò gli occhi.
“Oh. Non si direbbe” commentò.
L’altro rise.
“Puoi farmi tornare dai miei amici?” chiese allora Sam.
Il ragazzo annuì.
“Posso farlo” disse “Ma credo che ci saranno degli inconvenienti.”
Sam sospirò. Mai che le cose andassero nel verso giusto una volta.
“Quali sarebbero questi inconvenienti?” chiese allora.
Il ragazzino la fissò.
“Vedi io posso guarire le persone, ma non posso farle resuscitare dalla morte. Purtroppo quando ti ho portata qui tu eri molto più vicina alla morte che alla vita, il che significa che probabilmente non posso riportarti al tuo stato normale. L’unica cosa he posso fare è portarti ad uno stadio precedente” spiegò.
Sam aggrottò la fronte. Non le era molto chiaro cosa avesse voluto dire il piccoletto, ma non lasciava presagire nulla di buono.
“Stadio precedente?” chiese.
Lui sorrise.
“Voi le chiamate età” disse.
Sam lo guardò.
“Età? Mi stai dicendo che mi faresti ritornare una bambina?” chiese.
Yuji sorrise.
“Non una bambina. Lo stadio di bambino è molto precedente al tuo stadio attuale. Credo che gli umani chiamino lo stadio precedente all’età adulta “adolescenza”.
Sam lo fissò scioccata.
“Ok. Mettiamo che tu mi faccia tornare. Tornerei adolescente?” chiese quindi.
L’altro annuì.
“Non per sempre” specificò.
Sam non capiva. Cosa voleva dire “non per sempre?” Aggrottò la fronte e l’altro dovette accorgersi della sua perplessità.
“Torneresti adolescente, ma la tua crescita sarebbe accelerata almeno nel primo periodo. In qualche anno potresti tornare alla tua età normale e allora si arresterebbe tutto il processo” spiegò Yuji.
Sam sospirò ancora un po’ confusa.
“Ok” disse “Tu mi fai tornare in vita a sedici anni, poi io invecchio velocemente e quando la mia età coinciderà con la mia vera età tutto sarà tornato normale, giusto?” chiese.
L’altro annuì.
Sam ci pensò un attimo. Non aveva mai vissuto la sua vera adolescenza, troppo presa ad essere la bambina prodigio che tutti si aspettavano. Forse questa volta valeva la pena di approfittare dell’opportunità offertale.
“Quanto tempo ci impiegherai a guarirmi?” chiese allora.
“Samantha, sei già guarita” sorrise lui “Ora, se tu mi dirai che vuoi, potrai tornare a casa.”
Sam si fissò effettivamente si sentiva bene. Guardò Yuji e annuì.
“Ti ringrazio dell’opportunità” sorrise.
“Di nulla, Samantha” disse lui sorridendo.
“Una cosa” lo fermò allora Sam.
“Dimmi” rispose lui.
“Tu…La tua razza vive qui? Chi siete?” chiese allora.
“La mia razza vive molto lontano da qui” disse il ragazzino “Quando anche la tua razza sarà cresciuta sono sicuro che ci rincontreremo.” 
Sam capì che non avrebbe saputo di più, perciò sorrise e annuì.
“Grazie Yuji. Sappi che se vuoi io sarò ben lieta di continuare ad essere tua amica” disse solo.
Lui fece un cenno con la testa. Dopodiché lei non percepì più nulla.
 
Jack stava ripercorrendo la strada a ritroso per tornare in infermeria. Teneva la testa bassa. Si sentiva vuoto. Sam non poteva essere scomparsa, non poteva crederci.
“Signore” si sentì chiamare.
Jack si fermò bruscamente. Quella era indubbiamente, e inesplicabilmente, la voce di Sam. Si girò, trovandosi davanti una ragazzina.
Avrà avuto non più di sedici anni, bionda, occhi azzurri. Un attimo, pensò Jack, occhi azzurri. Quegli occhi potevano appartenere solo ad una persona.
“Sam?” chiese sospettoso.
Lei lo fissò e sorrise.
“Sono io” disse sospirando.
Jack era incapace di pronunciare qualunque parola. Quella non poteva essere la sua Sam!!!Aveva non più di sedici anni!!!
“Ok, abbiamo un problema, è evidente” disse Jack.
  
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