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Autore: Orihimechan    08/02/2017    3 recensioni
Ed è quando dubiti di te stesso, della tua vita, di tutte le tue convinzioni, della persona che ti sta accanto e persino delle tue scelte che dovresti fermarti un attimo a riflettere.
Riflettere su tutte quelle scelte che hai fatto fino ad ora, che ti hanno fatto amare il sole anziché la pioggia, che ti hanno fatto apprezzare Battisti anziché Venditti, che ti hanno fatto dire si quando invece avresti voluto dire no.
Che ti hanno fatto accontentare anziché renderti felice, ma felice davvero.
E quando ti ritrovi a pensare a lui, di nuovo, e ti accorgi che in realtà lui dai tuoi pensieri non c’è mai uscito, bhè in questo caso, forse, dovresti iniziare anche a pensare che probabilmente tutte le tue scelte sono state delle gran scelte di merda.
Nicole Castellani è di fronte un bivio: il ragazzo di sempre oppure l'amico che sembra conoscerla più di quanto lei è disposta a mostrare al mondo?
Dove la porterà il suo cuore?
Because life is made up of choices.
STORIA IN COMPLETA REVISIONE - 07/02/2017 ( SI CONSIGLIA LA RILETTURA COMPLETA )
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Perché col tempo cambia tutto lo sai,
cambiamo anche noi.






POV THOMAS





' Quarantuno. Quarantadue. Quarantatré. Quarantaquattro. '


<< Hai intenzione di farti cadere le braccia a terra? >> chiese Marco accigliato.

' Quarantacinque. Quarantasei. Quarantasette. '

<< Perché? >> domandai affaticato e senza smettere di svolgere l'esercizio.
<< E' da quando siamo arrivati che continui a sollevare pesi >>

' Quarantotto. Quarantanove. Cinquanta. '

<< Non si dovrebbe fare questo in palestra? >> alzai un sopracciglio scettico.
<< Si, ma tu sei quello perennemente seduto sulla panca di legno a fianco gli spogliatoi! >>

' Cinquantuno. Cinquantadue. Cinquantatré. '

<< Sei solo invidioso perché madre natura è stata generosa con me, cugino >> ribatto sornione.
<< Certo, impegnata com’era a farti bello si è dimenticata di darti anche un cervello, cugino >> mi fece verso Marco, ancora seduto nella stessa identica posizione di circa un’ora fa.

' Cinquantaquattro. Cinquantacinque. Cinquantasei. Cinquantasette. '

Dal nostro ingresso in palestra non aveva fatto altro che studiare ogni mio minimo movimento.
Il motivo sinceramente non ero ancora riuscito a capirlo.
Sospettavo facesse parte di qualche proggetto rivolto ad analizzare la psiche umana.
Conoscendolo era ipotesi abbastanza plausibile.

' Cinquantotto. Cinquantanove. Sessanta. '

<< A te invece ha dato solo quello >> ribattei ghignando e terminando la mia terza serie da sessanta.
<< Ti stai facendo bello per Niki? >> chiese con tono di voce divertito
Smisi di svolgere l’esercizio, poggiando - in malo modo - i pesi sulla panca.
Marco aveva incrociato le gambe e con la mano destra stava aggiustandosi i sottili occhiali squadrati, continuando a ridere come un perfetto idiota.
<< Cosa c’entra Nicole ora? >>
<< Assolutamente nulla, ma per lo meno ho attirato la tua attenzione >> sulla sua faccia comparve una smorfia sguaiata che lo fece diventare ancora più idiota di quanto già non fosse.
Andai a sedermi vicino a lui << non dire stupidaggini, mi sono fermato per riposarmi un po’. >>
Di recente avevo imparato a convivere con la sensazione di nervosismo che mi pervadeva ogni qualvolta mi trovavo a parlare con Niki o di Niki.
Inizialmente avevo associato il senso di protezione che nutrivo verso di lei alla mia attitudine a prendermi cura delle persone che mi stavano accanto.
Non so dire con esattezza il momento esatto in cui ho iniziato a tenere a lei, ricordo però nitidamente il giorno in cui vedendola indossare il mio giubbotto mi sembrò così buffa e dolce, lontana anni luci dall'immagine di ragazza forte che si ostinava a mostrare.

E mi piaceva quella parte di lei, ancor di più mi piaceva il modo in cui reagiva alle mie provocazioni, sapevo di averle subito fatto antipatia, vedevo come cercasse sempre di contraddirmi e mi divertiva da morire il suo atteggiamento insolente.
Così avevo iniziato a stuzzicarla, a punzecchiarla, ad infastidirla.
Lo facevo ogni giorno, quando ne avevo l'occasione e molte volte anche senza motivo, ripetevo a me stesso che vederla impazzire di fronte alle mie provocazioni era l'unica ragione che mi spingesse a comportarmi in quel modo.
In realtà la ragione era ben diversa, credo che - inconsciamente - lo ritenessi l’unico modo possibile di attirare la sua attenzione.
La piena consapevolezza che forse, infondo – molto infondo -, una piccola parte di me potesse essere realmente interessata a lei era arrivata - come un fulmine a ciel sereno - qualche settimana fa, quando fui sopraffatto dal disumano istinto di spaccare la faccia del suo fidanzato, colpevole di averla fatta piangere.
Che poi, ero perfettamente consapevole del fatto che in un rapporto di coppia i battibecchi fossero all'ordine del giorno.
Fa parte del pacchetto.
E mi ero anche guardato bene dall'approfondire tutto quello che questo fantomatico 'pacchetto' potesse comprendere.
Una parte di me ripeteva di continuo che non dovevo assolutamente interessarmi a loro, l'altra parte – a quanto pare più influente - sperava con tutta se stessa che non fossero esattamente quel prototipo di coppia e che le loro attività relazionali si limitassero allo stretto necessario.
Magari non erano ancora neanche arrivati al fantomatico "step successivo".

' Certo. Sogna pure ad occhi aperti Thomas. '

Il colpo di grazia l’avevo ricevuto con la notizia di Londra, lasciando che il mio cervello partorisse un'idea malsana che si era, piano piano, fatta strada dentro di me, assumendo le dimensioni di un elefante in mezzo ad una stanza.
La possibilità di partire e poter condividere quella nuova esperienza insieme a lei aveva acceso quella scintilla che mi ostinavo a tenere spenta da un po' di tempo.
Avevo iniziato a considerare quel viaggio come una sorta di possibilità, un occasione che non mi sarei potuto lasciare sfuggire.
Forse, se avessi raccolto tutto il coraggio che fino all’età di diciassette anni non avevo mai utilizzato, avrei potuto fare in modo che si accorgesse finalmente di me.
Quell'idea – in assoluto deleteria e nociva – mi fece capire definitivamente che Nicole non era più ai miei occhi una semplice amica e che, con molta probabilità, non lo era mai stata.
Ero nella merda fino al collo insomma, riuscivo a sentirne la puzza già a chilometri di distanza.
Mi stavo addentrando in un terreno pericoloso, invischiandomi – volontariamente - in una situazione molto più grande di me, inoltre – sulla base di esperienze testate già sulla mia pelle – sapevo con certezza che la fortuna non sarebbe mai stata dalla mia parte.


 

Agosto 2011

Lasciai ciondolare la gambe esausto.
Il mio turno era appena finito ed avevo raggiunto gli altri ragazzi sedendomi su una delle poche amache ancora libere.
Il villaggio turistico mi teneva impegnato quasi ogni giorno.
Lavorare come cameriere nel periodo estivo mi permetteva di mettere da parte un bel gruzzoletto, inoltre (nonostante fosse estremamente stancante) mi piaceva arrivare la sera - con le gambe che rischiavano quasi sempre di staccarsi dal resto del corpo - soddisfatto della giornata appena passata.
Non era esattamente il genere di lavoro che avrei voluto fare da grande però al momento non potevo chiedere di meglio, certo, non riuscivo a godermi pienamente l'estate come il resto dei miei amici ma andava bene così.
<< Vuoi fare un tiro? >> chiese Gerardo porgendomi la sua sigaretta.
Io e lui ci conoscevano da qualche anno, oltre ad essere compagni di scuola abitavano praticamente attaccati. 
Arricciai le labbra << no grazie >>
Avevo sempre odiato l'odore di tabacco e questo lui lo sapeva bene.
<< Oggi è stato un incubo >> disse il responsabile di sala e si accomodò su una delle sedie in vimini vicino a noi.
Allentai il nodo della cravatta << quel gruppo di turisti tedeschi ti ha dato filo da torcere eh? >>
<< Puoi dirlo forte >>
<
< Ha fatto impazzire anche me se può consolarti >>
<< Sarei impazzito volentieri anche io se avessi servito la sventola del tuo tavolo >> s'intromise Gerardo, ammiccando verso di me.
<< Che gambe >> confermò Andrea, il più giovane
<< E che culo! >> enfatizzò Mattia - il veterano del gruppo - simulando la silouette della ragazza.
<< Mi ha scritto il suo numero sul tovagliolo >> dissi sistemandomi meglio sull'amaca.
Estrassi fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni per controllare l'ora.
Trovai tre chiamate di mia madre e due messaggii.
<< Cazzo >>> disse Gerardo prima di dare l'ultimo tiro alla sua sigaretta << perchè tutte le gioie toccano sempre agli altri? >>
Il display segnava le 02,58, non era proprio il caso di telefonare a casa << se vuoi te lo cedo >> estrassi il tovagliolo e lo allungai verso di lui.
<< Vedete >> gonfiò il petto e si girò verso gli altri << ecco a cosa servono gli amici >>
Sorrise soddisfatto e mi diede una pacca sulla spalla, prese il tovagliolo e lo ripose con cura nel taschino del suo grambiule da lavoro.
Aprii la casella dei messaggi e con una mano presi a massaggiarmi il collo.
 

Passa da casa mia domani mattina prima di andare a mare. La mia bici mi ha abbandonato. ” - Marco
 

Digitai un veloce 'va bene' ed aprii il successivo, era da parte di Emma:
 

Ti ricordo che tra un paio di settimane è il compleanno di tuo cugino, qualche idea? ”
 

No. Di solito non siete voi donne quelle che hanno la soluzione per tutto? ” - attesi qualche secondo e le inviai un secondo messaggio - “ e comunque manca ancora un mese. ”
 

Tornai a prestare attenzione alla conversazione.
<< Per me va bene >> acconsentì Maicol, era un ragazzo slanciato e dalla carnagione chiara, ventotto anni suonati e completamente calvo.
Osservai alcuni di loro alzarsi.
<< Tu vieni? >> mi domandò Mattia
<< Dove? >>
Indicò la depandance in fondo << spaghettata di mezzanotte >>
Sentii lo stomaco brontolare << ma sono le 3 di notte >>
Si massaggiò la pancia sornione << non si rifiuta mai una buona spaghettata >>
Annuii e tornai ad osservare il telefono, la cui suoneria mi avvisava di aver ricevuto un nuovo messaggio.
 

Nicole mi aveva avvisato che avresti risposto così. Non rompere ed inizia a pensare a qualcosa! ”
 

Sorrisi divertito << arrivo subito >> dissi poi, facendo segno a Mattia di raggiungere gli altri.
 

La tua amica potrebbe anche rendersi socialmente utile e pensare lei stessa a qualcosa. ”
 

Siamo insieme adesso e, cito testualmente, mi ha chiesto di riferirti che sei una testa di cazzo. ”
 

Elegante come al solito. ”- sollevai lo sguardo per controllare il resto del gruppo. La porta della depandace era completamente aperta e notai che alcuni di loro avevano iniziato a tirare fuori alcune pentole, mentre altri erano intenti ad imbandire il piccolo tavolo ovale al centro della stanza.
 

Senza offesa eh, ambasciator non porta pena. ”

 

Indubbiamente. Adesso vado. ”

 

Riposi il telefono in tasca e mi diressi verso di loro.
Quando Gerardo – finalmente - mi passò un piatto di pasta fumante il telefono suonò di nuovo. Sfubbai spazientito e lo recuperai controvoglia.
L'icona di un messaggio lampeggiava sul display.
 

Per tua informazione, sono fine ed educata con il 99% della popolazione. Il fatto che tu faccia parte del restante 1% dovrebbe farti pensare. Datti una mossa, deficiente. ”
 

Mi lasciai sfuggire una fragorosa risata, sarei stato in grado di indovinare il mittente senza neanche leggerlo.

 

Si può sapere che cavolo ci fai sveglia a quest'ora? ”

 

E' il dieci di agosto. Sto ammirando le stelle. ”

 

Fammi capire, alle tre di notte ti preoccupi di guardare i corpi celesti anziché dormire? ”

 

Sei un maschio, non puoi capire. Tu piuttosto, ti facevo già in letargo. ”

 

Ho appena finito di lavorare, non sono uno scansafatiche come qualcuno di mia conoscenza. ” - nel frattempo arrotolai per bene la forchetta intorno agli spaghetti e li addentai famelico.

 

Certo. Perchè godersi le vacanze estive quando invece si può lavorare. Senza offesa, ho sempre pensato avessi qualche rotella fuori posto. ”

 

Il lavoro nobilita l'uomo ”

 

..e lo rende schiavo. Fatti una bella dormita, ne hai bisogno. ”

 

Buona notte Castellani. ”

 

La risposta arrivò qualche minuto più tardi.

 

Notte scemo. ”

 

 

<< Fidati, sei proprio fregato cugino >> disse Marco riportandomi alla realtà
<< Non dire stronzate! >> risposi irritato
Non avrei confessato neanche sotto tortura.
<< Guarda che si vede lontano un miglio che ti piace >> continuò lui alzandosi e posizionandosi accanto a me.
Sgranai gli occhi terrorizzato.
<< Che intendi dire? >> abbandonai definitivamente il mio esercizio e mi voltai verso di lui.
<< Thomas, l'interesse che nutri verso di lei è palese, e continuare a negarlo rischia solo di renderti ridicolo >> mi rimbeccò serio.
Un dubbio atroce mi balenò in testa.

Se lo aveva capito lui forse allora anche Emma o addirittura la stessa Nicole potevano aver intuito qualcosa.

' Merda. '

Mi grattai il mento preoccupato.
Avrei dovuto immaginare che starle sempre appiccicato, offrirmi di accompagnarla a fare merenda, sentirla praticamente ogni giorno e punzecchiarla venticinque ore su ventiquattro avrebbe potuto far sorgere qualche sospetto.
E pensare che fino a quel momento pensavo davvero di aver tenuto un profilo basso.
Feci un sospiro rassegnato e poggiai i gomiti sulle ginocchia.
Forse confidarmi con qualcuno non mi avrebbe fatto così male.
<< Mi prometti che quello di cui stiamo parlando non uscirà da questa sala? >> chiesi speranzoso voltandomi verso di lui.
<< Tom sono tuo cugino, oltre che il tuo compagno di banco ed amico fidato, non farei mai una cosa del genere >>
Sospirai sconfitto, poi lo fissai per qualche istante.
Marco era una delle pochissime persone di cui mi fidavo nonostante fossi il genere di persona che preferiva tenere pensieri e problemi per se, complice anche la poca propensione ad affidarmi agli altri.
<< Si vede così tanto? >> chiesi alla fine
<< Parecchio >>
<< Cosa dovrei fare secondo te? >> mi scoprii sinceramente bisognoso di conoscere il parere di un amico.
<< Non lo so, è fidanzata Thomas, non è una situazione semplice >> scosse la testa e prese ad osservare il soffitto.
Lo fissai accigliato.
Aveva fatto la scoperta del secolo.
Sapevo anch’io di essermi cacciato in una situazione difficile, il punto era che non sapevo affatto come uscirne - o meglio - conoscevo la soluzione ma al momento mi rifiutavo categoricamente di prenderla in considerazione.
Allontanarmi da lei sembrava al momento la scelta migliore, la soluzione che avrebbe reso tutti felici e probabilmente con una buona dose di forza di volontà ci sarei anche potuto riuscire.
<< Credi che dovrei lasciarla perdere? >> domandai, infastidendomi per aver anche solo pensato una cosa del genere.
<< Credo di si >> vidi Marco distogliere lo sguardo dal soffitto e tornare ad osservare me.
Istintivamente abbassai lo sguardo.
Non era esattamente il tipo di consiglio che avrei voluto sentire.
Mi aspettavo di trovare in lui il supporto di un amico, un complice, una comprensione ed un sostegno che non avevo ricevuto.
Poi pensai che forse, se fossi stato al suo posto, avrei dato anche io un consiglio del genere.
Lo stava facendo per il mio bene.
Annuii distrattamente.
<< Con Emma invece come vanno le cose? >> chiesi deciso a cambiare argomento.
Una scintilla attraversò il suo sguardo. Avevo centrato in pieno l’argomento perfetto per distrarlo.
Conoscevo mio cugino abbastanza bene da sapere che niente – a parte ovviamente i libri - lo interessasse e coinvolgesse di più del discutere dei suoi innumerevoli, complessi ed irrisolvibili problemi di cuore.
<< Non vanno >> disse avvicinandosi di più a me e scuotendo la testa sconsolato.
Mi pentii immediatamente della domanda quando incurvò la schiena intento a confessarsi.
Alzai gli occhi al cielo.

' Maledettissimo me. '

<< Come mai? >> chiesi ritornando ai miei esercizi
Ora che avevo innescato la bomba ne avrebbe avuto per ore, per lo meno potevo allenarmi senza essere disturbato.
<<…e poi non mi calcola minimamente, inoltre hai visto quanta confidenza dà a Gerardo? >> sbottò.

Si grattò le tempie irritato.
A volte Marco era capace di sparare colossali cazzate.
<< Lo stai dicendo seriamente? >> dissi scandalizzato << ma se a malapena si rivolgono la parola? >>
<< Secondo me è una tattica, per non farmi capire che invece tra di loro c’è del tenero >> continuò convinto.
Mi accigliai fissandolo turbato.
Tornai a poggiare i pesi sul parquet, color mogano, della sala << no, decisamente non puoi essere serio >> lo rimbeccai scettico.
Se lo avesse sentito Emma gli avrebbe di certo fatto fare la fine del sacco da box appeso alle nostre spalle.
<< Fidati Tom è come dico io >> rispose risoluto.
E lo avrei senz’altro mandato a quel paese se la vibrazione del mio telefono - dimenticato nella tasca destra della mia tuta - non avesse attirato la mia attenzione.
Lasciai mio cugino al suo insensato flusso di coscienza e lessi il nome che lampeggiava sul display.
Con due grandi falcate iniziai a dirigermi verso gli spogliatoi.
<< Chi è? >> domandò Marco
<< Mio fratello >> risposi vago sparando la prima idiozia che mi era passata per la testa.
Sparii dietro la porta senza verificare se avesse creduto o meno alle mie parole.
<< Niki, ciao >> abbassai il tono di voce nella speranza di non essere sentito e raggiunsi velocemente il punto dove avevo lasciato lo zaino.
<< Disturbo? >> il suo tono di voce era cauto ed esitante, quasi come se stesse valutando - solo in quel momento - se avesse fatto bene a chiamare o meno.
<< No, ho appena finito >> risposi temendo che attaccasse.
In realtà non ero neanche a metà della mia scheda di esercizi.
<< Di già? Thomas ci siamo sentiti un’ora fa ed eri appena arrivato. Non starai battendo troppo la fiacca? >>
Mi appoggiai alla parete e sorrisi. Non potevo di certo dirle la verità.
<< Ho iniziato una scheda leggera oggi e quindi ho finito prima >> avrei dovuto vincere un premio per tutte le stronzate sparate fino a quel momento.
<< Stasera che fai? >>
<< Sto valutando l'ipotesi di vedere un film >>
Soffocò una risata << che nel tuo gergo significa addormentarsi nel giro di dieci miseri minuti. >>
Scossi la testa divertito.
<< E tu? >> chiesi, interessato come non mai di conoscere i suoi programmi.
<< Starò a casa a vedere un bel film anche io >>

' Niente fidanzato. Bene. '

<< Sai già cosa vedrai? >> continuò poi dubbiosa
<< Tu cosa proponi? >> mi sedetti sulla panca di legno alla mia destra.

Il camerino era deserto.
Niki rimase in silenzio per qualche secondo << stesso film? >> propose
Finsi di rifletterci su << andata >>
In realtà avrei accettato qualsiasi cosa avesse proposto.
La senti ridere e istintivamente lo feci anch’io.
Mi stavo proprio rammollendo.
<< Vado a cercare qualcosa da vedere allora, chiamami appena arrivi a casa >>
Richiesta del tutto inutile, l’avrei chiamata anche se mi avesse detto di non farlo.
<< Impegnati mi raccomando >>
<< Tu pensa a restare sveglio >>
<< Questo dipende da te, ovviamente i cartoni animati non sono contemplati >>
<< Ti stupirò >> rispose orgogliosa
<< A dopo >> riposi velocemente il cellulare in tasca e senza neanche cambiarmi raccolsi il mio zaino uscendo dallo spogliatoio.
Intravidi Marco correre sul tappetino.
<< Te ne vai? >> domandò affaticato dalla corsa
<< Già >>
<< Come mai? >>
Esitai un istante.
Non avevo voglia di dirgli la verità, specialmente dopo la nostra ultima conversazione.
<< Mi sono ricordato di non aver svolto il problema di fisica >> buttai lì su due piedi.
<< Non c’è problema, te lo passo io >>

'Oh perfetto.'

<< No grazie, preferisco risolverlo da solo, ci vediamo domani >> conclusi liquidando la questione velocemente.
Gli feci un veloce cenno della testa prima di volatilizzarmi.
Controllai di sfuggita l’orologio.
Tanto più tempo impiegavo per tornare a casa quanto più a lungo avrei dovuto aspettare prima di poterla risentire.
L’essere divenuto – finalmente - a conoscenza della dipendenza che avevo iniziato a sviluppare verso di lei mi face avere, per la seconda volta nell’arco della stessa giornata, la tremenda consapevolezza di essere davvero – ma davvero - nella merda.






 

Essere innamorati e allo stesso tempo avere senno
È concesso a malapena agli dei.








 

Della serie ‘chi non muore si rivede’.
Si, so di essere sparita da un sacco di tempo, di essere imperdonabile e so anche che alcuni di voi non sanno minimamente di cosa diavolo sto parlando, ma il fatto è che sono successe un bel po’ di cose e tra il tempo che non avevo e la mia immaginazione andata in vacanza ad Honolulu non sono riuscita più a scrivere niente e sinceramente non me la sono proprio sentita di buttar giù quattro cosette ‘giusto per’. A questa storia tengo molto, di conseguenza ho preferito lasciarla in standby attendendo il momento propizio per poterla finalmente riprendere. Sono cosciente che sia passato davvero molto tempo dal mio ultimo aggiornamento e che con molta probabilità ormai avrete completamente perso il filo della storia, ne sono sinceramente dispiaciuta, ma spero che riuscirete a comprendere.
Scrivere questo capitolo è stato molto divertente per me e nel contempo difficile; entrare nella testa di un altro personaggio cercando di descriverne gli umori e i pensieri è sempre troppo difficile, spero vivamente di essere riuscita a carpirne gli aspetti. Se vi va e vi fa ancora piacere vi lascio alla lettura di questo nuovo aggiornamento; se vi andasse di recensire e lasciarmi un vostro parere, ne sarei, come sempre ancora più felice.
Questa volta a presto,
Orihime.

* AGGIORNAMENTO DEL 07/02/2017: 
Per tutti quelli che sono finiti per caso a leggere questa storia e per quelli che invece lo hanno già fatto, rendendomi la ragazza più felice sulla faccia della terra, volevo precisare alcune cose: ho iniziato di recente ad effettuare delle modifiche sulla storia, fondamentalmente la trama orizzontale non ha effettuato modifiche ma ho deciso di inserire alcuni passaggi, ti toglierne altri, di spostare dei pezzi di capitoli da una parte ad un altra in base alle esigenze della storia, pertanto è possibile che la disposizione temporale di alcune scene subiranno delle variazioni, saranno inserite scene completamente nuove, flashback, dialoghi e probabilmente aggiungerò qualche capitolo intermedio. Una rilevante ristrutturazione insomma, nella speranza di rendere questo racconto migliore e più interessante.
Continuerò a postare questa piccola nota in tutti gli altri capitoli insieme all'umile richiesta di farmi sapere le vostre opinioni in merito.

PS (e poi giuro che la smetto con i papiri xD): questo capitolo era già presente nella storia anche se come tutto il resto ha subito delle variazioni e ho aggiunto anche delle parti nuove ( quindi in teoria è ristrutturato come tutto il resto ), lo vedrete quindi come aggiornamento perchè ho aggiunto un capitolo nuovo intermedio ossia il n.5 (intitolato: inutile sentirsi liberi quando si ha una gabia dentro), ergo teoricamente l'aggiornamento della storia è dovuto a quel capitolo e non a questo. Non so se mi sono spiegata bene XD credo di essermi persa anche io ad un certo punto! loool
Ora ho davvero finito. Al prossimo aggiornamento che - GIURO - non sarà tra dieci anni ma la prima settimana di marzo.
Un abbraccio,
ORIHIME <3

 

  
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