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Autore: Florence    02/06/2009    12 recensioni
"Io, Carlisle Cullen, non avevo mai capito cosa significasse davvero cogliere un frutto proibito. Non fino a quando l'avevo incontrata di nuovo, dieci anni dopo e la dolcezza di quella mela mi aveva rapito. Quello che mi accadrà, sarà solo colpa mia, colpa dell'uomo che è sopravvissuto dentro al vampiro e di lei che, inaspettatamente, ha scaldato il mio cuore spezzato. Edward... perdonami..." E se a Volterra i Volturi si fossero comportati diversamente? Cosa è accaduto in dieci anni a Isabella Swan? E quale ruolo ha Carlisle in tutto questo? (What if... che prende l'avvio dalla fine di "New Moon" di S. Meyer)
Genere: Malinconico, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Carlisle Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Proibito' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Proibito-58


PROIBITO

Ciao a tutte: ragazze, come le ultime volte mi sono trovata di fronte ad un bivio... pubblicare così com'è oppure aspettare e commentare, ringraziare, infiocchettare...

Visto che domani vado da Carletto a Parigi (beh, un po' di soddisfazione se la deve pur prendere anche la sottoscritta scrittrice, no? ^__^ No: in realtà vado con il mio Beranrd personale per lavoro...), ho pensato che forse era meglio pubblicare subito, così com'era il capitolo...

Questo sarà pertanto un capitolone luuuunghissimooo, che potrete tranquillamente frazionare in più volte, prolungando la lettura! ^__^  E' un capitolo a più voci, facilmente sezionabile!!!
A breve andrò avanti!

Per chi segue 'Havoked': come avrete capito sono mooolto incasinata e in più non ho avuto il tempo per mettermi un po' *seriamente* a scrivere un nuovo capitolo... pertanto anche a questo giro, salta l'aggiornamento, ma, MA HAVOKED NON E' MORTA... è solo in pausa per problemi esistenziali non indifferenti della sottoscritta!!!!

ANGOLO PROMOZIONALE: VI SEGNALO 'SORELLE', LA MIA ULTIMA ONE-SHOT CON CUI HO PARTECIPATO AD UN CONCORSO SU TWILIGHT!

Ed ora... Buona Lettura! ^__^

58 - Planning Armageddon - Jane, Felix, Edward, Demetri, Marcus & Alice

 

 

***

Jane

***

 

 

Tu sei lì, fermo immobile come si addice ad una vera guardia. Il mantello ti piomba a pennello nascondendo il tuo corpo: solo la tua altezza non si può nascondere, quella e il tuo sguardo fiero.

Ti ammiro: ti conosco da... non ricordo più da quando ti conosco... un’eternità di tempo e quello che più di tutto mi ha sempre colpito in te è il tuo sguardo. Due rubini incastonati in un letto di avorio che brillano e scattano con la rapidità di un predatore e l’arguzia di una volpe.

Sei grande e grosso, enorme e ti mostri aggressivo e saccente, alle volte, ma non quando sei con noi: i tuoi amici, i tuoi complici.

Lo sai, Felix? Ho scelto di vestire di rosso per te... per poterti stare vicina, per poterti guardare e condividere un segreto. E poi l’ho fatto perché sei stato tu a domandarmelo, anche se... d’accordo, forse l’invito non è arrivato mentre eri del tutto consapevole... Da quel giorno mi guardi con soggezione, ma io credo che ci sia anche del rispetto per me, vero? Perché sono stata fedele a quello che ho promesso unendomi a voi.

Avevano dei sospetti su di te ed io dovevo indagare, con ogni mezzo… ed io, allora, conoscevo solo la tortura e il terrore... Sai una cosa, Felix? Quando uso il mio potere è come se entrassi nella mente della mia vittima e andassi a toccare ogni nervo e ogni suggestione capace di procurare dolore. Nella tua mente ho trovato una forza di volontà estrema e piegarti è stato molto difficile. Te lo ricordi quello che ho fatto, mentre eri dilaniato dal dolore che ti procuravo, torturatrice torturata dal suo stesso peccato? Io non potrei dimenticarmelo mai, perché un bacio rubato a chi si ama è un ala spezzata per un angelo. Il rimorso per quel mio gesto avventato brucia ancora sulle mie labbra... eppure è stata la cosa più bella di tutta la mia esistenza.

Sono morta che avevo quindici anni: ero una bambina, per Aro. Ero una bambina per tutti e tale sono rimasta... ma nel mio cuore sono cresciuta, sono diventata una donna ed io... il mio corpo è ancora acerbo, ma è pronto ad affrontare quello che si chiama amore! I miei occhi sono grandi, ma hanno visto tanto dolore e tanto ne hanno inflitto... Il mio comportamento è quello di una ragazzina, ma è questo che devo fare, per attenermi al ruolo che mi è stato cucito sulle spalle e al quale sono vincolata. Io, la piccola, diabolica Jane, che attacca senza pudore, senza la consapevolezza di quel che infligge, come un bambino che stacca le zampe ad una cavalletta, e dopo ride...

Gianna è l’unica che accetta attezioni da me: la voglia di farla diventare il mio spuntino pomeridiano se n’è andata quando, per la prima volta, mi ha detto ‘Grazie’ e mi ha abbracciata. Io non avevo fatto nulla per lei, se non parlarle un po’ di come capissi cosa significa essere in trappola, mentre il tuo cuore soffre per un amore che non si riesce a vivere. Ero ferrata sull’argomento... era il leit-motif della mia esistenza, e l’amore che non ama, anche se amato, sei sempre stato tu.

 

Fai un leggero inchino ad Aro e Caius, che ti hanno ordinato di scortare Gianna a Parigi, poi indietreggi di un passo e lasci che sia chiamata io.

-Jane, vieni avanti-, obbedisco.

-Tu affiancherai Felix e Demetri e ti accerterai che Gianna incontri e parli solo con Leonardo. Poi lascerai che lei venga portata via e interrogherai lui: se occorre, usa le maniere forti. Ricordati la priorità: accertarsi che lei non ricordi nulla di Volterra e che si fidi di lui al punto di seguirlo sua sponte qua da noi, quando sarà opportuno-

Annuisco e rivolgo un’occhiata glaciale ai miei due compagni di missione. Ancora Gianna non sapeva nulla... le sarebbe occorso un vestito elegante...

Gianna incontrerà il suo Leonardo durante una festa di gala... ecco perché Alice mi ha detto di portare con me l’abito che avevo comprato a Firenze... Chissà se anche noi entreremo alla festa... potrei comunque avere il mio ballo.

 

Ti allontani seguendo un ordine che io non ho recepito. Capisci che sono in difficoltà, che non so che fare e, prima di fare un altro passo, allunghi la tua mano da sotto al mantello e tiri con delicatezza il mio, facendomi cenno di seguirti. Un guizzo veloce e il tuo sguardo mi è celato, perché ti volti.

Ti seguo.

Ti ho già seguita verso una strada che mi condurrà alla distruzione di quel che mi sono costruita in secoli e secoli di lavoro e abbattimento di quello che desidero per me.

Ti seguirò ancora, combatterò per te, se me lo chiederai, ma per ora mi basta che tu mi rivolga la parola, perché da allora io non ho più il coraggio di ricordarti la mia voce, crudele e subdola, mentre ti facevo del male.

Il salone è alle nostre spalle: percorriamo il corridoio Est ed usciamo nella nebbia sul Portale che dà sulla campagna. L’abitazione di Gianna è poco distante, scoppierà di gioia, quando saprà che le sue preghiere sono state esaudite.

Faccio un passo nella sua direzione, per chiamarla, ma una mano blocca il mio braccio.

Mi volto.

Sei tu.

-Jane... devo parlarti...-

 

 

***

Felix

***

 

-Jane, devo parlarti-, le dico trattenendola per un polso. Com’è esile e delicato... come può un esserino all’apparenza così fragile possedere un potere così terribile?

Mi guardi incredula: lo so, è strano che ci si parli, dopo quel brutto incidente... E’ stata forse la sola volta in vita mia che non sono riuscito a trattenere le urla di dolore. Sei stata l’unica a riuscirci e poi mi hai allontanato dal dolore, relegandolo in un agolino buio della mia coscienza, mentre sentivo il tocco tiepido delle tue labbra sulle mie. Non si può! Non è giusto! Tu sei una bambina!

Poi ti sei unita a noi, perché te l’ho chiesto io, perché una come te era più prudente averla come amica, che come nemica e ho imparato a conoscere aspetti del tuo carattere che non immaginavo.

Sei gentile con Gianna, premurosa e a tratti materna... perché lo fai? Cosa ti spinge ad essere cordiale con le due vampire Erica e Silvia? Forse l’età? No... perché tu non hai quindici anni, tu sei intrappolata nel corpo di una quindicenne, ma hai vissuto molto di più, sei diventata cinica e falsa, per recitare il ruolo che ti è stato imposto. Tu sei una calcolatrice, ma, l’ho capito in questi anni, nel senso buono del termine: non ti sfugge una virgola, riesci ad avere la situazione sotto controllo.

Solo due volte ti ho vista perderti e lasciar trapelare quello che hai dentro, nascosto dietro la maschera che indossi: quando stavi torturandomi e mi baciasti, e poco fa, quando ti sei distratta davanti ad Aro.

-Cosa c’è, Felix?-, mi domandi, ricomponendoti.

-Che hai?-, ti rispondo con una domanda: è necessario che tu sia in te, come sempre, perché la nostra missione è sottile, difficile, specie ora che Edward si è unito a noi e ancora non sa nulla di Leonardo...

Mi guardi torva: mi dirai che non hai nulla, lo so già. Invece non rispondi e con uno strattone ti liberi dalla mia presa sul tuo polso.

-Jane, cosa ti prende? Ti sei distratta davanti ad Aro...-, insisto.

Abbassi gli occhi ed inspiri.

-Jane...?-, cavolo, tu sei la nostra arma letale, colei che, insieme a Renata, è la più infiltrata in mezzo ai capi, se tu ci molli, addio piano! Che ti prende, Jane? Non farai la spia, vero? Tu non... non sei così, vero? Tu sei una ragazzina corretta...

-Sono solo felice per Gianna-, rispondi guardandomi, poi torni ad abbassare lo sguardo a terra, -...ed infelice per me...-, bisbigli appena, ma io ti sento.

Ti prendo per le spalle, mi guardi sconvolta, me ne pento, lascio cadere le mia braccia lungo il corpo.

Mi ricordi mia sorella: l’unico ricordo che conservo della mia vita da umano, un milione di anni fa.

-Che è successo, Jane?-, la mia voce esce dolce, più del dovuto. Mi guardi e per un attimo i tuoi occhi brillano, poi quella luce si offusca e ti scappa uno sbuffo strafottente.

-Che mi è successo? Niente, ovviamente. Non succede mai niente a me. Solo che avevo speso abbastanza per un abito per la festa di stasera: soldi buttati via-, ti sei fatta acida: lo sapevo. Come sempre.

-Hai sentito Aro? Ci toccherà scortare Gianna ad una festa: lo indosserai lì il vestito, sciocchina!-, ti assesto un colpetto sulla testa. Per un istante la tua immagine si sovrappone a quella di mia sorella, che sarebbe avvampata e avrebbe avuto un battito più forte del cuore.

-Ma non avrò con chi ballare... Alec resta qua-, insisti. Alec, Alec e sempre Alec! Quando sei in difficoltà, attingi a lui e alla sua estraneità ai nostri piani, lo lodi, dici che non è cattivo e che potremmo fidarci di lui. Che palle, sempre con questo Alec!

-E allora arraggiati: balla con Demetri, balla con un umano, non ballare!-, ti rispondo e so che sto esagerando... Mi volti le spalle e ti incammini verso la casa di Gianna.

-Vado da lei: ha più bisogno di me, adesso-, dici e te ne vai. Scuoto la testa: sei proprio testarda!

Ti guardo allontanarti e sparire alla mia vista, ma il ritmo dei tuoi passi che accelerano fin quasi a correre, mi fa capire che, stavolta, sono stato io lo stupido.

-Io vado-, dice Demetri, che era rimasto in disparte, -Heidi sarà furiosa... voglio salutarla come si deve...-, allude e mi lascia da solo nella strada, come uno stoccafisso.

Il nostro aereo partirà alle 18:50 dall’aeroporto di Firenze, abbiamo ancora qualche ora da riempire, qua a Volterra: andrò da Edward, ho alcune domande da porgli e alcune spiegazioni da dargli...

 

***

Edward

***

 

 

Oggi il mondo sta per finire: i segnali ci sono tutti.

 

Ho appena scoperto di essermi unito ad un gruppo di sovversivi che intendono rovesciare il comando di Volterra e cioè di tutto l’universo vampiro sulla terra; mi è stato offerto di salirne a capo e coloro che mi hanno appoggiato, invitato, fornito una via di fuga dai miei stessi carcerieri, che hanno strappato e sciupato il mio amore per Bella, stanno invece tramando alle mie spalle, nascondendomi qualcosa che la riguarda personalmente e che non mi piace affatto.

Inoltre Alice si è unita a Jane per ordire altre trame, lei, che la odia quasi quanto suo fratello Alec; Aro ha dichiarato che ‘qualcuno’ si sta innamorando di Bella e adesso quell’armadio a tre ante di Felix sta per bussare alla mia porta, per parlarmi.

I suoi pensieri sono più rumorosi dei suoi passi, e certamente lui non brilla per discrezione dei movimenti.

-Vieni-, comando prima che bussi alla mia porta, -cosa vuoi?-. Noto che Demetri non c’è: strano, di solito Demetri è la mente e Felix fa da spalla.

-Sarò veloce-, proprompe e mi fissa con occhi che paiono fiamme ardenti.

Sollevo appena le sopracciglia. Sono scettico, sono confuso, non so più a chi o cosa credere.

-Voglio che tu mi dica cosa sai di Jane: è strana... temo che voglia abbandonarci, tradirci... ha come la testa altrove, come se stesse ordendo altri piani, oltre ai nostri-, Felix gesticola, si mostra risoluto nello smascherare un tradimento che, lo sa meglio di me, non esiste.

Felix mente...

Non riesco a trattenere un sorriso strafottente.

-Che ridi?-, si blocca, è alterato...

-Sei buffo!-, non aggiungo una parola in più e lui prosegue la sua pantomima. Gli concedo altri due minuti, poi lo attacco al muro e mi faccio dire io la verità che voglio sapere.

-Perché non lo domandi direttamente a lei!-, lo interrompo, sbottando.

-Stiamo parlando di tradimento: sai cosa significa, Edward?-, mi guarda come se fossi scemo. Lui chiede a me se so cosa sia il tradimento?? E’ ridicolo...

-So cosa significa-, mi alzo e mi avvicino a lui, facendolo indietreggiare, -E anche tu lo sai, vero?-

Inspira, scopre i denti, mi fissa studiandomi, come un predatore chiuso in gabbia.

Mi ha fatto incazzare...

-Tra tutti, Jane mi sembra la più coerente e la più coraggiosa! Tu vuoi che ti dica cosa so di lei? Allora tu dimmi cosa sai di un certo ‘Leonardo’ del quale mormorano tutti e che ha a che fare con me o con cose che mi appertengono!-, la mia era una domanda alla quale non avrò risposta, forse un morso, è più probabile, visto che la mia mano è vicina al suo viso...

-Isabella Swan non ti appartiene...-, risponde invece e mi si solidifica il sangue nelle vene.

Sbatto gli occhi, lo guardo perplesso, immobile. No, dovrei sfruttare il momento, invece e farmi dire tutto quello che sa... ma non riesco a muovere un muscolo...

Isabella Swan non ti appartiene.

Cosa significa? Cosa hanno fatto a Bella, che ruolo ha Carlisle in tutto questo e chi è questo dannato Leonardo?

-Chi è Leonardo-, ascolto la mia voce uscire quasi impercettibile dalle mie labbra: non l’ha comandato il mio cervello, eppure è quello che voglio sapere. La mia non è una domanda: Felix deve rispondermi, non ha alternativa. Lo leggerò nella sua mente, se non collaborerà.

-Non ci provare... sono allenato con Aro-, ghigna e si avvicina a me. Mi guarda dall’alto in basso.

-Non devi più pensare a lei, ormai. Quella donna... non deve mettere mai più piede a Volterra e tu... tu dovrai starle alla larga-, la sua è più una richiesta accorata, che non un’imposizione arbitraria.

Mi prende per le spalle, mi scrolla, -Hai capito, Edward? Qualunque cosa accada, tu devi stare lontano da lei. Tutti noi dobbiamo farlo...-, ne parla come se fosse qualcosa di pericoloso, e invece è solo la mia Bella...

-La rivoglio indietro...-, mi pento subito di quel che ho detto: per due volte ho parlato di lei come di un oggetto, una cosa di cui è possibile disporre a piacimento, come ha fatto Carlisle... ma lei deve essere libera di penasre conla sua testa, di vivere la sua vita... di tornare da me, quando vorrà...

-Lei è pericolosa! Ficcatelo in testa: dimenticatela!-, Felix fa per uscire, lo trattengo per un polso. Di nuovo un ringhio nasce dal suo petto e si ferma sulle labbra increspate, lasciando scoprire i denti.

-Chi e’ Leonardo-, sono perentorio. Esigo una risposta e Felix lo capisce: abbassa lo sguardo, con uno strattone si libera dalla mia presa, esce.

-Non posso dirtelo...-, sussurra prima di sparire dietro al corridoio.

Se non me lo dice lui, me lo dirà Demetri...

 

***

Demetri

***

 

Sento i suoi passi avvicinarsi: sto coccolando un po’ Heidi, come piace tanto a lei... tra poche ore ho un aereo e non potrò passare la mezzanotte con lei... dovevo farmi perdonare e vorrei farlo ancora ma...

-Perdonami...-, le dico in un bacio sulle labbra, mi alzo e, rapidissimo, arrivo alla porta prima di lui.

-Che c’è?-, gli domando seccato: cazzo, Felix, lo sapevi che ero qui e che stavo facendo...

-Lui lo sa-, dice agitato: nei suoi occhi posso leggere un sottile velo di terrore.

-Frena: chi sa cosa?-, temo di aver capito, ma voglio la conferma.

-Edward mi ha domandato di Leonardo-

-Che hai risposto?-, sono preoccupato e anche Felix lo è. Lo sarebbero tutti, Aro compreso… ma qualcuno ha fatto un errore e ha fatto sì che Edward si interrogasse.

-Ho detto che non posso dirglielo-, abbassa gli occhi. Heidi compare alle mie spalle e fa scivolare le mani sui miei fianchi… Le ho detto che non deve lasciarsi andare quando c’è Felix… lo so che lui prova qualcosa per la mia compagna, ma in nome della nostra amicizia si è fatto da parte. Ma ora devo risolvere questo problema…

-Già, non possiamo permettere che lui faccia pazzie e che scopra la verità…-, mi sforzo di pensare ad una scusa valida da dare ad Edward, una scusa che possiamo sostenere anche se lui legge la nostra mente.

-Per essere nella guardia di Aro da centinaia di anni, siete piuttosto sprovveduti-, ecco, appunto: come non detto… lui è qui. Le mani di Heidi si stringono appena su di me, Felix si irrigidisce, Edward appare e mi guarda con quegli occhi gialli che mi fanno sentire un criminale.

E soprattutto ha ragione marcia: siamo degli sprovveduti. C’è un tempo per ogni cosa: il tempo delle bugie sta forse per finire?

-Adesso voglio la verità-, scandisce le parole una ad una, fissandomi intensamente: sì, l’hai letta nella mia mente la domanda, vero? E hai risposto tu per tutti noi… Tu sei la parte lesa, Edward, da sempre. Quello che dobbiamo proteggere, quello che ha acceso le nostre speranze ormai da più di dieci anni.

-Te la dobbiamo…-, ti dico e l’espressione di Felix, a metà tra lo sconvolto e il compiaciuto, mi dà forza per andare avanti.

-Non qui, andiamo alla cantina-, comando e nessuno di loro fiata. Heidi mi bacia sul collo e, con uno  sguardo, mi lascia uscire, seguendo Felix ed Edward: è una cosa che dobbiamo sbrigare tra noi.

Lo faremo.

-Prima però è giusto che sia presente anche Marcus…-, ci incamminiamo fino alle sue stanze e, con un segnale concordato, lo chiamiamo e lo osserviamo uscire da una porta laterale e precederci alla cantina.

 

***

Marcus

***

 

Sapevo che sarebbe arrivato questo momento e, onestamente, volevo che arrivasse presto: ero stato io a far sì che Edward avesse i primi sospetti, l’avevo fatto volontariamente. Mi piaceva, quel ragazzo e non volevo iniziare con il piede sbagliato un sodalizio che avrebbe portato soltanto del bene a tutti.

Mentirgli ancora avrebbe significato essere scorretti con lui e giocarci la sua fiducia.

 

Siamo riuniti nella ‘cantina di sotto’: ci si accede da una botola nascosta dalle assi di legno sotto al tavolo attorno al quale, solo poco tempo prima, abbiamo stretto il patto tra di noi. Edward è teso, Felix e Demetri sono impauriti e il loro legame di amicizia si è fatto più forte che mai.

E’ Demetri il primo a parlare, poi toccherà a me. E’ giusto che sia così.

-Quello che dobbiamo dirti non ti piacerà, Edward, ma devi promettermi che non farai cose di cui ti potresti pentire…-, il giovane Cullen annuisce.

-Sono pronto a sapere tutta la verità su questo Leonardo e su quel che c’entra Bella in questa storia-, i suoi occhi si accendono di bagliori dorati, la sua volontà si alimenta di un vecchio sentimento che sta tornando a bruciare sulle ceneri di una delusione recente.

E’ pronto a sapere ed io non lo farò aspettare oltre.

-Tutto è iniziato dieci anni fa, quando tu, Alice e Isabella Swan arrivaste a Volterra. Aro aveva capito il tuo potenziale fin da quando venisti a chiederci di ammazzarti, disse che era un segno del destino il tuo arrivo. Disse che non ti avrebbe lasciato andare via, a qualunque costo-, Edward si irrigidisce, un ringhio sommesso nasce dal suo petto affannato. Felix e Demetri si avvicinano a lui.

-Poi arrivarono Isabella ed Alice ed Aro impazzì dalla brama di potere e conoscenza che la presenza delle due ragazze avrebbe rappresentato per i Volturi: voi tre insieme avreste costituito una triade imbattibile. Lui vide in Isabella un potenziale immenso, che nessuno dei suoi vampiri finora aveva mai manifestato: Isabella sarebbe stata lo scudo capace di proteggere lui e chiunque avesse voluto, senza la necessità di un contatto fisico, come con Renata. Voi tre sareste stati la perfetta macchina strategica che mancava ancora a Volterra. Ma qualcosa andò storto…-, lo guardo attentamente, per capire se davvero è pronto a veder crollare miseramente il castello di carta in cui ha vissuto per tutto questo tempo.

-Aro ha fatto andare via Bella, come aveva promesso… Lui ha… lui l’ha lasciata libera di vivere da umana la sua vita…-, sta vacillando, prova a convincermi della realtà che conosce, forse non è pronto a sapere, forse non è ancora il momento. Oppure è proprio adesso che devo attaccare…

Carico il colpo e scocco.

-Aro ti ha mentito: ricordi quando ti ha fatto addormentare da Alec, assieme ad Alice, per cancellare la memoria di Bella, come tu avevi domandato?-, annuisce e continua a fissarmi, bramando la verità dalle mie labbra.

-Lui non aveva la minima intenzione di lasciar andare Bella… ma ha dovuto…-, già… ricordo ancora il suo disappunto sfociato in ira, quando si era reso conto che oltre a perdere lei aveva perso anche uno dei suoi più fidi segugi…

-Cosa intendi?-

-L’ha fatta mordere per trasformarla-, Edward mi guarda perplesso, si volta verso Demetri e Felix, per cercare una conferma delle mie parole. I due annuiscono appena, contriti. La verità graffia.

-Perché non l’ha fatto lui-, la sua domanda non è logica… dovrebbe arrabbiarsi, urlare… eppure pone la domanda più appropriata.

-Un re ha sempre i suoi assaggiatori… e in quel caso ebbe proprio fortuna-, stavo arrivando ad innescare la bomba. Saremmo riusciti a contenere l’esplosione?

-Che significa?-, è sospettoso, come un animale che vede chiudersi ogni via di fuga. Lui vorrebbe fuggire dalla verità tanto bramata. Ma non lo farà, il ragazzo ha coraggio da vendere.

-Significa che Bella era immune al nostro veleno. Il morso si risarcì subito e lei rimase umana. Neanche una cicatrice sul suo collo esile-, ricordo quel momento come fosse ora, ricordo che l’avevo vissuto come qualcosa di già visto che tornava alla ribalta dopo secoli.

-Come.. come è possibile?-, il tappo sta per saltare, Edward non riesce più a contenersi, Demetri e Felix si fanno più vicini.

-Ho una mia teoria… ma credo che sia stato un bene, per lei,no? Solo che adesso, chiunque la morda, corre un rischio incalcolabile…-

-Che è successo al vampiro che l’ha morsa?-, ha paura di sapere la risposta, eppure la conosce già: io gliel’ho già rivelata parlandone con Gianna. Edward era vicino a noi, ho voluto che sentisse il nostro discorso, che fosse preparato alla verità.

-E’ tornato umano dopo tre giorni di sofferenze inaudite. Morire e rinascere vampiro è doloroso, ma tornare umano, con tutto il peso della fragilità e del tempo che si era dimenticato… quello credo sia ancora più difficile…-, ricordo ancora quel poveretto, ricordo le cure amorevoli di Gianna, il disprezzo di Aro, il nostro sconforto.

-Leonardo-, dice semplicemente, senza domandare, senza presumere.

-Sì-, rispondo rapido.

-Anche Gianna era…-, ha fatto due più due ed ha ottenuto un cinque.

-No, Gianna è sempre stata umana: per amore suo Leonardo accettò di essere schiavo di Aro. Per proteggerla ancora si è sottoposto a quello che lui ha progettato-

-Leonardo è con Bella?-, stavolta una nota stonata di paura incrina la sua voce salda e feroce. Ha paura che le venga fatto del male: non ha capito che è lei quella pericolosa per noi vampiri…

-Sì, è a Parigi, con lei: la tiene d’occhio per conto di Aro. Ormai Leonardo non ha più alcun potere: è un uomo come tanti altri. Invecchia, dorme, si ammala, piange…-

Edward si muove, aprendo la cortina creata attorno a lui da Felix e Demetri come Mosè fece con le acque e cammina per la stanza, meditabondo: non ha ancora digerito la notizia, non ha compreso quello che gli ho raccontato. Sono certo che il suo pensiero è rivolto solo a Bella…

-Com’è possibile che lei…?-, domanda voltandosi, nei suoi occhi la luce della speranza è offuscata dalla delusione di un sogno infranto.

-Ho visto solo una volta una cosa simile, in tutta la mia vita, circa trecento anni fa e non potevo credere alla coincidenza…-, rifletto su come Aro, Caius ed io rimanemmo di stucco quando la verità sulla ragazza si palesò ai nostri occhi, come era avvenuto allora, con la ragazza rumena.

-Quale coincidenza?-, l’avevo punto sul vivo: Bella Swan al centro di una coincidenza che affondava le sue radici tre secoli prima che nascesse…

-Era già esistita una donna con la stessa capacità di ridurre a mortale un immortale con il suo solo sangue e, anche quella volta, la sua sorte era stata indotta da un vampiro che conoscevamo bene, e che adesso tu conosci bene…-, questo, in realtà, non avevo progettato di dirglielo…

-Chi?-, sai già la risposta, Edward… ti guardo e non ho il coraggio di spezzarti ancora il cuore.

-CHI??-, non urlare...

-Carlisle Cullen, con il suo “bacio del vampiro”, l’unico capace di creare l’arma perfetta da usare contro altri vampiri-, ripeto le parole come se fosse una definizione dell’enciclopedia: le cose non stavano così, ma era quello che Aro riteneva: per questo aveva sempre avuto rispetto per Cullen.

Edward si immobilizza, i suoi occhi mutano dall’oro al nero più buio che possa esistere al mondo, le sue mascelle si contraggono, i denti si mostrano a noi. La sua sofferenza e la delusione lo attanagliano in maniera evidente a tutti.

-Maledetto…-, sibila tra i denti, ma ancora non sa la vera storia di quel che è successo alla sua amata.

-MALEDETTO!!!!-, urla, e subito Demetri e Felix lo braccano tappandogli la bocca, rischiando di essere morsi, cercando di calmarlo. Devo concludere il mio racconto o non ne usciremo vivi.

-La caratteristica assunta dal sangue di Isabella, così come da quello dell’altra donna, è un effetto collaterale del vero potere di tuo padre, Edward: lui è il solo a poter salvare la vita ad un umano senza renderlo un vampiro, ma può farlo solo in particolari condizioni… evidentemente anche con Isabella si è trovato a dover prendere una decisione…-, sono perplesso: forse la cicatrice sul polso della ragazza aveva a che fare con quella storia… Edward pare calmarsi un po’, la curiosità vince sull’ira, mi ascolta più docilmente: i suoi occhi, se potessero, lacrimerebbero.

-E’ plausibile che Isabella Swan abbia rischiato la vita, prima di giungere a Volterra, perché un vampiro aveva bevuto quasi tutto il suo sangue o comunque perché che lei stessa stava morendo dissanguata?-, gli domando: se la risposta è affermativa, l’arcano è risolto. Dopo dieci anni, saprei il perché di tante cose accadute quella notte misteriosa e nera.

Edward annuisce come rapito in un ricordo atroce dal quale viene sopraffatto. Scuote la testa, la piega, il suo volto è contratto in un’espressione di disperazione totale, come se una realtà crudele apparisse ai suoi occhi per la prima volta e lo scuotesse dalle fondamenta.

-Lui mi… disse che dovevo andare via… che ci avrebbe pensato lui a Bella…-, mormora a se stesso, come se il suono della sua voce potesse rendere reale un dubbio che, come un tarlo, lo ha sempre stuzzicato nel più profondo della sua coscienza.

Non so cosa stia ricordando, ma deve essere qualcosa di molto doloroso. Annuisce ancora e si lascia cadere inerme tra le braccia di Demetri e Felix.

-Se tuo padre era presente, in quel momento, allora devi solo a lui la salvezza di Isabella-, gli dico, per confortarlo, ma soprattutto perché è la sacrosanta verità, mi guarda con oggi sgranati e vitrei. Non comprende. Vado avanti.

-Ma adesso lei è pericolosa per chiunque sia come noi. Per questo Leonardo è stato mandato a tenerla d’occhio: lei è l’arma che vorrebbe Aro. O come umana, o come vampira-, una molla scatta nella sua mente, Edward si riaccende, si volta verso di me, mi osserva: i suoi occhi sono tornati del loro colore, guizzano dalla brama di sapere ogni cosa.

-Vampira?-, non capisce… vorrei che non l’avesse domandato…, -Non hai detto che chiunque la morda non avrebbe effetto su di lei? Non sarà mai una vampira, lei non…-

-Tutti tranne chi l’ha resa così: solo tuo padre Carlisle ha il potere di trasformarla, come fece con la ragazza rumena, una volta che lei, ormai, era divenuta vecchia-, gli ho dato il colpo di grazia.

-Lui… lui è… io l’ho lasciata a lui… l’ho lasciata all’unico che può ancora farle del male…-, una maschera di terrore si dipinge sul suo volto. Cerchiamo di calmarlo, tutti e tre, con scarsi risultati, Felix è l’unico che riesce a dire qualcosa di sensato.

-Se lui l’ha salvata dalla morte una volta, non le infliggerà mai la dannazione eterna, Edward! Stai tranquillo!-, ma lui non gli crede, lui sa qualcosa di più, perché non gli crede, continua a sussurrare che gliel’ha portata via, che è un traditore che Bella non è al sicuro.

-Lei è mortale, Edward. Non sarà mai al sicuro. E Aro ha trovato il modo di assicurarsi la sua completa sottomissione...ma non chiedermi come, perché non lo so. So solo che è di lui, che dovresti preoccuparti, perché non ha mai spostato la sua attenzione da quella potenziale vampira…-

Sono sincero ed Edward è ferito. Penzola dalle braccia dei miei due compagni come un burattino a cui sono stati tagliati i fili, la testa abbandonata, i capelli che ricadono in una massa rossa e scomposta.

Poi, piano piano, solleva il capo, contrae i muscoli, si riprende pezzo dopo pezzo il comando sul suo corpo, mi guarda, sorride diabolico.

-Pagherà: Aro pagherà. Pagheranno tutti quelli che hanno osato muovere un dito su Bella e pagherà chiunque osi sfiorare solo con il pensiero l’eventualità di usare Bella per il suo tornaconto. Pagherà Caius che è stato complice e pagherà anche Carlisle Cullen, per il potere che si è arrogato su di lei, perché è stato disonesto con me. Perché Bella non sarà mai sua-

 

 

 

***

Alice

***

 

 

-Oh no… No… No!-

-Alice ? Alice, che succede ?-, le mani piccole e magre di Jane sono sul mio viso, mi trattiene il volto, cerca di farmi tornare alla realtà, di rapirmi alla visione che si è delineata davanti ai miei occhi mentre stavo parlando con lei. Non ce la faccio, non ci riesco, tutto è cambiato ancora, tutto dipende da Edward, adesso: lui ha fatto... lui ha scelto e tutto è cambiato.

Sento Jane che mi abbraccia, tenendomi stretta a sé, con una mano sulla mia bocca: ho urlato, forse? Qualcuno mi ha sentita? Siamo in pericolo? Non riesco a recuperare la totale padronanza del mio corpo, come se quello che il mio potere sta mostrandomi fosse qualcosa di talmente grave da mettere in ombra ogni altro scenario.

-Alice!-, Jane mi strattona: sento la mia testa oscillare avanti e indietro, pesantemente, come se dovesse staccarsi dal collo. Poi alcuni piccoli schiaffi sulle mie guance esangui, -Alice!!-

 

Basta: devo tornare in me. Inspiro lentamente e a fondo, finché l’aria della mattina non invade i miei polmoni. Sbatto gli occhi e torno a vedere la realtà attorno a me.

-Carlisle è in pericolo…lui non deve...-, no, lui non deve avvicinarsi a Volterra, ad Edward, lui deve lasciare Bella, deve fuggire lontano dall’ira di suo figlio lui...

-Devo portargli un messaggio?-, domanda Jane, aiutandomi ad esprimere il fiume di pensieri che si accavallano nella mia mente. Sì... lei lo vedrà, questa notte, potrà mettrelo in guardia dalla furia cieca che Edward potrebbe operare contro di lui.

-Sì : allontanalo da Bella, digli che lui è in pericolo, che Edward ha saputo la verità e vuole riprendersela. Digli che è pronto a tutto pur di vendicarsi di avergliela portata via. Digli che non dovrà mai e poi mai venire qua a Volterra-, ho paura.

 

La rabbia di Edward è terribile: ho paura di lui per la prima volta in vita mia. Ho paura di quello che potrebbe fare, se Jane non riuscisse nel suo scopo stanotte e Bella e Carlisle suggellassero il loro amore, con passi che potrebbero essere irreversibili...

Il mio piano di riunire la mia famiglia sta andando a rotoli: quello che è avvenuto tra Edward e Carlisle è irrimediabile, lo sento... a questo punto io posso solo contenere i danni e sperare in un perdono...

 

-Vai, Jane. Vai e aiutami a salvare questa famiglia-

 

 





 

***

 ... to be continued...

 

***

Disclaimer: i personaggi e gli argomenti trattati appartengono totalmente a S. Meyer. La storia è di mia fantasia e non intende paragonarsi a quella concepita e pubblicata da S. Meyer.

***

Twilight, New Moon, Bella Swan, i Cullen, i Volturi, Stefan e Vlad, il Clan di Denali, il Wolf Pack dei Quileute sono copyright di Stephenie Meyer. © Tutti i diritti riservati.

La storia narrata di 'Proibito', le circostanze e quanto non appartiene a Stephenie Meyer è di invenzione dell'autrice della storia che è consapevole e concorde a che la fanfic venga pubblicata su questo sito. Prima di scaricare i files che la compongono, ricordate che non è consentito né il loro uso pubblico, né pubblicarli altrove, né la modifica integrale o di parti di essi, specialmente senza permesso! Ogni violazione sarà segnalata al sito che ospita il plagio e verrà fatta rimuovere.
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Molte grazie a chi ha commentato lo scorso capitolo!!! ^__^
Ragazze, scusate, ma non ce la faccio a rispondere a ciascuna di voi singolarmente...
Così dico a tutte un GRAZIE enorme!!!


Un abbraccio a tutti e grazie davvero di cuore!

♥♥♥

Ciao a tutti quelli che mi seguono E recensiscono e... 

(cambio slogan)

Il Signore disse:

andate e moltiplicatevi...

... e moltiplicatevi!!!

A tutti gli altri:

CORAGGIO!!!!

A ME FA PIACERE SCRIVERE PER LA VOSTRA GIOIA,

MA NON MERITANO UN PO' DI GIOIA ANCHE GLI SCRITTORI?

Ciao e cmq grazie! 

 

 

   
 
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