PROIBITO
Ciao
a tutte: ragazze, come le ultime volte mi sono trovata di fronte ad un
bivio... pubblicare così com'è oppure aspettare e commentare,
ringraziare, infiocchettare...Visto che domani vado da Carletto a Parigi (beh, un po' di soddisfazione se la deve pur prendere anche la sottoscritta scrittrice, no? ^__^ No: in realtà vado con il mio Beranrd personale per lavoro...), ho pensato che forse era meglio pubblicare subito, così com'era il capitolo...
Questo sarà pertanto un capitolone luuuunghissimooo, che potrete tranquillamente frazionare in più volte, prolungando la lettura! ^__^ E' un capitolo a più voci, facilmente sezionabile!!!
A breve andrò avanti!
Per chi segue 'Havoked': come avrete capito sono mooolto incasinata e in più non ho avuto il tempo per mettermi un po' *seriamente* a scrivere un nuovo capitolo... pertanto anche a questo giro, salta l'aggiornamento, ma, MA HAVOKED NON E' MORTA... è solo in pausa per problemi esistenziali non indifferenti della sottoscritta!!!!
58 - Planning Armageddon - Jane, Felix, Edward, Demetri, Marcus & Alice
***
Jane
***
Tu
sei lì, fermo immobile come si addice ad
una vera guardia. Il mantello ti piomba a pennello nascondendo il tuo
corpo:
solo la tua altezza non si può nascondere, quella e il tuo sguardo
fiero.
Ti
ammiro: ti conosco da... non ricordo più
da quando ti conosco... un’eternità di tempo e quello che più di tutto
mi ha
sempre colpito in te è il tuo sguardo. Due rubini incastonati in un
letto di
avorio che brillano e scattano con la rapidità di un predatore e
l’arguzia di
una volpe.
Sei
grande e grosso, enorme e ti mostri
aggressivo e saccente, alle volte, ma non quando sei con noi: i tuoi
amici, i
tuoi complici.
Lo
sai, Felix? Ho scelto di vestire di rosso
per te... per poterti stare vicina, per poterti guardare e condividere
un
segreto. E poi l’ho fatto perché sei stato tu a domandarmelo, anche
se...
d’accordo, forse l’invito non è arrivato mentre eri del tutto
consapevole... Da
quel giorno mi guardi con soggezione, ma io credo che ci sia anche del
rispetto
per me, vero? Perché sono stata fedele a quello che ho promesso
unendomi a voi.
Avevano
dei sospetti su di te ed io dovevo
indagare, con ogni mezzo… ed io, allora, conoscevo solo la tortura e il
terrore... Sai una cosa, Felix? Quando uso il mio potere è come se
entrassi
nella mente della mia vittima e andassi a toccare ogni nervo e ogni
suggestione
capace di procurare dolore. Nella tua mente ho trovato una forza di
volontà
estrema e piegarti è stato molto difficile. Te lo ricordi quello che ho
fatto,
mentre eri dilaniato dal dolore che ti procuravo, torturatrice
torturata dal
suo stesso peccato? Io non potrei dimenticarmelo mai, perché un bacio
rubato a
chi si ama è un ala spezzata per un angelo. Il rimorso per quel mio
gesto
avventato brucia ancora sulle mie labbra... eppure è stata la cosa più
bella di
tutta la mia esistenza.
Sono
morta che avevo quindici anni: ero una
bambina, per Aro. Ero una bambina per tutti e tale sono rimasta... ma
nel mio
cuore sono cresciuta, sono diventata una donna ed io... il mio corpo è
ancora
acerbo, ma è pronto ad affrontare quello che si chiama amore! I miei
occhi sono
grandi, ma hanno visto tanto dolore e tanto ne hanno inflitto... Il mio
comportamento è quello di una ragazzina, ma è questo che devo fare, per
attenermi al ruolo che mi è stato cucito sulle spalle e al quale sono
vincolata. Io, la piccola, diabolica Jane, che attacca senza pudore,
senza la
consapevolezza di quel che infligge, come un bambino che stacca le
zampe ad una
cavalletta, e dopo ride...
Gianna
è l’unica che accetta attezioni da
me: la voglia di farla diventare il mio spuntino pomeridiano se n’è
andata
quando, per la prima volta, mi ha detto ‘Grazie’ e mi ha abbracciata.
Io non
avevo fatto nulla per lei, se non parlarle un po’ di come capissi cosa
significa essere in trappola, mentre il tuo cuore soffre per un amore
che non
si riesce a vivere. Ero ferrata sull’argomento... era il leit-motif
della mia
esistenza, e l’amore che non ama, anche se amato, sei sempre stato tu.
Fai
un leggero inchino ad Aro e Caius, che
ti hanno ordinato di scortare Gianna a Parigi, poi indietreggi di un
passo e
lasci che sia chiamata io.
-Jane,
vieni avanti-, obbedisco.
-Tu
affiancherai Felix e Demetri e ti
accerterai che Gianna incontri e parli solo con Leonardo. Poi lascerai
che lei
venga portata via e interrogherai lui: se occorre, usa le maniere
forti.
Ricordati la priorità: accertarsi che lei non
ricordi nulla di Volterra
e che si fidi di lui al punto di seguirlo sua sponte
qua da noi, quando
sarà opportuno-
Annuisco
e rivolgo un’occhiata glaciale ai
miei due compagni di missione. Ancora Gianna non sapeva nulla... le
sarebbe
occorso un vestito elegante...
Gianna
incontrerà il suo Leonardo durante
una festa di gala... ecco perché Alice mi ha detto di portare con me
l’abito
che avevo comprato a Firenze... Chissà se anche noi entreremo alla
festa...
potrei comunque avere il mio ballo.
Ti
allontani seguendo un ordine che io non
ho recepito. Capisci che sono in difficoltà, che non so che fare e,
prima di
fare un altro passo, allunghi la tua mano da sotto al mantello e tiri
con
delicatezza il mio, facendomi cenno di seguirti. Un guizzo veloce e il
tuo
sguardo mi è celato, perché ti volti.
Ti
seguo.
Ti
ho già seguita verso una strada che mi
condurrà alla distruzione di quel che mi sono costruita in secoli e
secoli di
lavoro e abbattimento di quello che desidero per me.
Ti
seguirò ancora, combatterò per te, se me
lo chiederai, ma per ora mi basta che tu mi rivolga la parola, perché
da allora
io non ho più il coraggio di ricordarti la mia voce, crudele e subdola,
mentre
ti facevo del male.
Il
salone è alle nostre spalle: percorriamo
il corridoio Est ed usciamo nella nebbia sul Portale che dà sulla
campagna.
L’abitazione di Gianna è poco distante, scoppierà di gioia, quando
saprà che le
sue preghiere sono state esaudite.
Faccio
un passo nella sua direzione, per
chiamarla, ma una mano blocca il mio braccio.
Mi
volto.
Sei
tu.
-Jane...
devo parlarti...-
***
Felix
***
-Jane,
devo parlarti-, le dico trattenendola
per un polso. Com’è esile e delicato... come può un esserino
all’apparenza così
fragile possedere un potere così terribile?
Mi
guardi incredula: lo so, è strano che ci
si parli, dopo quel brutto incidente... E’ stata forse la sola volta in
vita
mia che non sono riuscito a trattenere le urla di dolore. Sei stata
l’unica a
riuscirci e poi mi hai allontanato dal dolore, relegandolo in un
agolino buio
della mia coscienza, mentre sentivo il tocco tiepido delle tue labbra
sulle
mie. Non si può! Non è giusto! Tu sei una bambina!
Poi
ti sei unita a noi, perché te l’ho
chiesto io, perché una come te era più prudente averla come amica, che
come
nemica e ho imparato a conoscere aspetti del tuo carattere che non
immaginavo.
Sei
gentile con Gianna, premurosa e a tratti
materna... perché lo fai? Cosa ti spinge ad essere cordiale con le due
vampire
Erica e Silvia? Forse l’età? No... perché tu non hai quindici anni, tu
sei
intrappolata nel corpo di una quindicenne, ma hai vissuto molto di più,
sei
diventata cinica e falsa, per recitare il ruolo che ti è stato imposto.
Tu sei
una calcolatrice, ma, l’ho capito in questi anni, nel senso buono del
termine:
non ti sfugge una virgola, riesci ad avere la situazione sotto
controllo.
Solo
due volte ti ho vista perderti e
lasciar trapelare quello che hai dentro, nascosto dietro la maschera
che
indossi: quando stavi torturandomi e mi baciasti, e poco fa, quando ti
sei
distratta davanti ad Aro.
-Cosa
c’è, Felix?-, mi domandi,
ricomponendoti.
-Che
hai?-, ti rispondo con una domanda: è
necessario che tu sia in te, come sempre, perché la nostra missione è
sottile,
difficile, specie ora che Edward si è unito a noi e ancora non sa nulla
di
Leonardo...
Mi
guardi torva: mi dirai che non hai nulla,
lo so già. Invece non rispondi e con uno strattone ti liberi dalla mia
presa
sul tuo polso.
-Jane,
cosa ti prende? Ti sei distratta
davanti ad Aro...-, insisto.
Abbassi
gli occhi ed inspiri.
-Jane...?-,
cavolo, tu sei la nostra arma
letale, colei che, insieme a Renata, è la più infiltrata in mezzo ai
capi, se
tu ci molli, addio piano! Che ti prende, Jane? Non farai la spia, vero?
Tu
non... non sei così, vero? Tu sei una ragazzina
corretta...
-Sono
solo felice per Gianna-, rispondi
guardandomi, poi torni ad abbassare lo sguardo a terra, -...ed infelice
per
me...-, bisbigli appena, ma io ti sento.
Ti
prendo per le spalle, mi guardi
sconvolta, me ne pento, lascio cadere le mia braccia lungo il corpo.
Mi
ricordi mia sorella: l’unico ricordo che
conservo della mia vita da umano, un milione di anni fa.
-Che
è successo, Jane?-, la mia voce esce
dolce, più del dovuto. Mi guardi e per un attimo i tuoi occhi brillano,
poi
quella luce si offusca e ti scappa uno sbuffo strafottente.
-Che
mi è successo? Niente, ovviamente. Non
succede mai niente a me. Solo che avevo speso abbastanza per un abito
per la
festa di stasera: soldi buttati via-, ti sei fatta acida: lo sapevo.
Come
sempre.
-Hai
sentito Aro? Ci toccherà scortare
Gianna ad una festa: lo indosserai lì il vestito, sciocchina!-, ti
assesto un
colpetto sulla testa. Per un istante la tua immagine si sovrappone a
quella di
mia sorella, che sarebbe avvampata e avrebbe avuto un battito più forte
del
cuore.
-Ma
non avrò con chi ballare... Alec resta
qua-, insisti. Alec, Alec e sempre Alec! Quando sei in difficoltà,
attingi a
lui e alla sua estraneità ai nostri piani, lo lodi, dici che non è
cattivo e
che potremmo fidarci di lui. Che palle, sempre con questo Alec!
-E
allora arraggiati: balla con Demetri,
balla con un umano, non ballare!-, ti rispondo e so che sto
esagerando... Mi
volti le spalle e ti incammini verso la casa di Gianna.
-Vado
da lei: ha più bisogno di me, adesso-,
dici e te ne vai. Scuoto la testa: sei proprio testarda!
Ti
guardo allontanarti e sparire alla mia
vista, ma il ritmo dei tuoi passi che accelerano fin quasi a correre,
mi fa
capire che, stavolta, sono stato io lo stupido.
-Io
vado-, dice Demetri, che era rimasto in
disparte, -Heidi sarà furiosa... voglio salutarla come si deve...-,
allude e mi
lascia da solo nella strada, come uno stoccafisso.
Il
nostro aereo partirà alle 18:50
dall’aeroporto di Firenze, abbiamo ancora qualche ora da riempire, qua
a
Volterra: andrò da Edward, ho alcune domande da porgli e alcune
spiegazioni da
dargli...
***
Edward
***
Oggi
il mondo sta per finire: i segnali ci
sono tutti.
Ho
appena scoperto di essermi unito ad un
gruppo di sovversivi che intendono rovesciare il comando di Volterra e
cioè di
tutto l’universo vampiro sulla terra; mi è stato offerto di salirne a
capo e
coloro che mi hanno appoggiato, invitato, fornito una via di fuga dai
miei
stessi carcerieri, che hanno strappato e sciupato il mio amore per
Bella,
stanno invece tramando alle mie spalle, nascondendomi qualcosa che la
riguarda
personalmente e che non mi piace affatto.
Inoltre
Alice si è unita a Jane per ordire
altre trame, lei, che la odia quasi quanto suo fratello Alec; Aro ha
dichiarato
che ‘qualcuno’ si sta innamorando di Bella e adesso quell’armadio a tre
ante di
Felix sta per bussare alla mia porta, per parlarmi.
I
suoi pensieri sono più rumorosi dei suoi
passi, e certamente lui non brilla per discrezione dei movimenti.
-Vieni-,
comando prima che bussi alla mia
porta, -cosa vuoi?-. Noto che Demetri non c’è: strano, di solito
Demetri è la
mente e Felix fa da spalla.
-Sarò
veloce-, proprompe e mi fissa con
occhi che paiono fiamme ardenti.
Sollevo
appena le sopracciglia. Sono
scettico, sono confuso, non so più a chi o cosa credere.
-Voglio
che tu mi dica cosa sai di Jane: è
strana... temo che voglia abbandonarci, tradirci... ha come la testa
altrove,
come se stesse ordendo altri piani, oltre ai nostri-, Felix gesticola,
si
mostra risoluto nello smascherare un tradimento che, lo sa meglio di
me, non
esiste.
Felix
mente...
Non
riesco a trattenere un sorriso
strafottente.
-Che
ridi?-, si blocca, è alterato...
-Sei
buffo!-, non aggiungo una parola in più
e lui prosegue la sua pantomima. Gli concedo altri due minuti,
poi lo
attacco al muro e mi faccio dire io la verità che voglio sapere.
-Perché
non lo domandi direttamente a lei!-,
lo interrompo, sbottando.
-Stiamo
parlando di tradimento: sai cosa
significa, Edward?-, mi guarda come se fossi scemo. Lui chiede a me se
so cosa
sia il tradimento?? E’ ridicolo...
-So
cosa significa-, mi alzo e mi avvicino a
lui, facendolo indietreggiare, -E anche tu lo sai, vero?-
Inspira,
scopre i denti, mi fissa
studiandomi, come un predatore chiuso in gabbia.
Mi
ha fatto incazzare...
-Tra
tutti, Jane mi sembra la più coerente e
la più coraggiosa! Tu vuoi che ti dica cosa so di lei? Allora tu dimmi
cosa sai
di un certo ‘Leonardo’ del quale mormorano tutti e che ha a che fare
con me o
con cose che mi appertengono!-, la mia era una domanda alla quale non
avrò
risposta, forse un morso, è più probabile, visto che la mia mano è
vicina al
suo viso...
-Isabella
Swan non ti appartiene...-,
risponde invece e mi si solidifica il sangue nelle vene.
Sbatto
gli occhi, lo guardo perplesso,
immobile. No, dovrei sfruttare il momento, invece e farmi dire tutto
quello che
sa... ma non riesco a muovere un muscolo...
Isabella
Swan non ti
appartiene.
Cosa
significa? Cosa hanno fatto a Bella,
che ruolo ha Carlisle in tutto questo e chi è questo dannato Leonardo?
-Chi
è Leonardo-, ascolto la mia voce uscire
quasi impercettibile dalle mie labbra: non l’ha comandato il mio
cervello,
eppure è quello che voglio sapere. La mia non è una domanda: Felix deve
rispondermi, non ha alternativa. Lo leggerò nella sua mente, se non
collaborerà.
-Non
ci provare... sono allenato con Aro-,
ghigna e si avvicina a me. Mi guarda dall’alto in basso.
-Non
devi più pensare a lei, ormai. Quella
donna... non deve mettere mai più piede a Volterra e tu... tu dovrai
starle
alla larga-, la sua è più una richiesta accorata, che non
un’imposizione
arbitraria.
Mi
prende per le spalle, mi scrolla, -Hai capito,
Edward? Qualunque cosa accada, tu devi stare lontano da lei. Tutti noi
dobbiamo
farlo...-, ne parla come se fosse qualcosa di pericoloso, e invece è
solo la
mia Bella...
-La
rivoglio indietro...-, mi pento subito
di quel che ho detto: per due volte ho parlato di lei come di un
oggetto, una
cosa di cui è possibile disporre a piacimento, come ha fatto
Carlisle... ma lei
deve essere libera di penasre conla sua testa, di vivere la sua vita...
di
tornare da me, quando vorrà...
-Lei
è pericolosa! Ficcatelo in testa:
dimenticatela!-, Felix fa per uscire, lo trattengo per un polso. Di
nuovo un
ringhio nasce dal suo petto e si ferma sulle labbra increspate,
lasciando
scoprire i denti.
-Chi
e’ Leonardo-, sono perentorio. Esigo
una risposta e Felix lo capisce: abbassa lo sguardo, con uno strattone
si
libera dalla mia presa, esce.
-Non
posso dirtelo...-, sussurra prima di
sparire dietro al corridoio.
Se
non me lo dice lui, me lo dirà Demetri...
***
Demetri
***
Sento
i suoi passi avvicinarsi: sto
coccolando un po’ Heidi, come piace tanto a lei... tra poche ore ho un
aereo e
non potrò passare la mezzanotte con lei... dovevo farmi perdonare e
vorrei
farlo ancora ma...
-Perdonami...-,
le dico in un bacio sulle
labbra, mi alzo e, rapidissimo, arrivo alla porta prima di lui.
-Che
c’è?-, gli domando seccato: cazzo,
Felix, lo sapevi che ero qui e che stavo facendo...
-Lui
lo sa-, dice agitato: nei suoi occhi
posso leggere un sottile velo di terrore.
-Frena:
chi sa cosa?-, temo di
aver capito, ma voglio la conferma.
-Edward
mi ha domandato di Leonardo-
-Che
hai risposto?-, sono preoccupato e
anche Felix lo è. Lo sarebbero tutti, Aro compreso… ma qualcuno ha
fatto un
errore e ha fatto sì che Edward si interrogasse.
-Ho
detto che non posso dirglielo-, abbassa
gli occhi. Heidi compare alle mie spalle e fa scivolare le mani sui
miei
fianchi… Le ho detto che non deve lasciarsi andare quando c’è Felix… lo
so che
lui prova qualcosa per la mia compagna, ma in nome della nostra
amicizia si è
fatto da parte. Ma ora devo risolvere questo problema…
-Già,
non possiamo permettere che lui faccia
pazzie e che scopra la verità…-, mi sforzo di pensare ad una scusa
valida da
dare ad Edward, una scusa che possiamo sostenere anche se lui legge la
nostra
mente.
-Per
essere nella guardia di Aro da
centinaia di anni, siete piuttosto sprovveduti-, ecco, appunto: come
non detto…
lui è qui. Le mani di Heidi si stringono appena su di me, Felix si
irrigidisce,
Edward appare e mi guarda con quegli occhi gialli che mi fanno sentire
un
criminale.
E
soprattutto ha ragione marcia: siamo degli
sprovveduti. C’è un tempo per ogni cosa: il tempo delle bugie sta forse
per
finire?
-Adesso
voglio la verità-, scandisce le
parole una ad una, fissandomi intensamente: sì, l’hai letta nella mia
mente la
domanda, vero? E hai risposto tu per tutti noi… Tu sei la parte lesa,
Edward,
da sempre. Quello che dobbiamo proteggere, quello che ha acceso le
nostre
speranze ormai da più di dieci anni.
-Te
la dobbiamo…-, ti dico e l’espressione
di Felix, a metà tra lo sconvolto e il compiaciuto, mi dà forza per
andare
avanti.
-Non
qui, andiamo alla cantina-, comando e
nessuno di loro fiata. Heidi mi bacia sul collo e, con uno sguardo, mi lascia uscire,
seguendo Felix ed
Edward: è una cosa che dobbiamo sbrigare tra noi.
Lo
faremo.
-Prima
però è giusto che sia presente anche
Marcus…-, ci incamminiamo fino alle sue stanze e, con un segnale
concordato, lo
chiamiamo e lo osserviamo uscire da una porta laterale e precederci
alla
cantina.
***
Marcus
***
Sapevo
che sarebbe arrivato questo momento
e, onestamente, volevo che arrivasse presto: ero stato io a far sì che
Edward
avesse i primi sospetti, l’avevo fatto volontariamente. Mi piaceva,
quel
ragazzo e non volevo iniziare con il piede sbagliato un sodalizio che
avrebbe
portato soltanto del bene a tutti.
Mentirgli
ancora avrebbe significato essere
scorretti con lui e giocarci la sua fiducia.
Siamo
riuniti nella ‘cantina di sotto’: ci
si accede da una botola nascosta dalle assi di legno sotto al tavolo
attorno al
quale, solo poco tempo prima, abbiamo stretto il patto tra di noi.
Edward è
teso, Felix e Demetri sono impauriti e il loro legame di amicizia si è
fatto
più forte che mai.
E’
Demetri il primo a parlare, poi toccherà
a me. E’ giusto che sia così.
-Quello
che dobbiamo dirti non ti piacerà,
Edward, ma devi promettermi che non farai cose di cui ti potresti
pentire…-, il
giovane Cullen annuisce.
-Sono
pronto a sapere tutta la verità su
questo Leonardo e su quel che c’entra Bella in questa storia-, i suoi
occhi si
accendono di bagliori dorati, la sua volontà si alimenta di un vecchio
sentimento che sta tornando a bruciare sulle ceneri di una delusione
recente.
E’
pronto a sapere ed io non lo farò
aspettare oltre.
-Tutto
è iniziato dieci anni fa, quando tu,
Alice e Isabella Swan arrivaste a Volterra. Aro aveva capito il tuo
potenziale
fin da quando venisti a chiederci di ammazzarti, disse che era un segno
del
destino il tuo arrivo. Disse che non ti avrebbe lasciato andare via, a
qualunque costo-, Edward si irrigidisce, un ringhio sommesso nasce dal
suo
petto affannato. Felix e Demetri si avvicinano a lui.
-Poi
arrivarono Isabella ed Alice ed Aro
impazzì dalla brama di potere e conoscenza che la presenza delle due
ragazze
avrebbe rappresentato per i Volturi: voi tre insieme avreste costituito
una
triade imbattibile. Lui vide in Isabella un potenziale immenso, che
nessuno dei
suoi vampiri finora aveva mai manifestato: Isabella sarebbe stata lo
scudo
capace di proteggere lui e chiunque avesse voluto, senza la necessità
di un
contatto fisico, come con Renata. Voi tre sareste stati la perfetta
macchina
strategica che mancava ancora a Volterra. Ma qualcosa andò storto…-, lo
guardo
attentamente, per capire se davvero è pronto a veder crollare
miseramente il
castello di carta in cui ha vissuto per tutto questo tempo.
-Aro
ha fatto andare via Bella, come aveva
promesso… Lui ha… lui l’ha lasciata libera di vivere da umana la sua
vita…-,
sta vacillando, prova a convincermi della realtà che conosce, forse non
è
pronto a sapere, forse non è ancora il momento. Oppure è proprio adesso
che
devo attaccare…
Carico
il colpo e scocco.
-Aro
ti ha mentito: ricordi quando ti ha fatto addormentare da Alec,
assieme ad Alice, per cancellare la memoria di Bella, come tu avevi
domandato?-, annuisce e continua a fissarmi, bramando la verità dalle
mie
labbra.
-Lui
non aveva la minima intenzione di lasciar andare Bella… ma ha
dovuto…-, già… ricordo ancora il suo disappunto sfociato in ira, quando
si era
reso conto che oltre a perdere lei aveva perso anche uno dei suoi più
fidi segugi…
-Cosa
intendi?-
-L’ha
fatta mordere per trasformarla-, Edward mi guarda perplesso, si
volta verso Demetri e Felix, per cercare una conferma delle mie parole.
I due
annuiscono appena, contriti. La verità graffia.
-Perché
non l’ha fatto lui-, la sua domanda non è logica… dovrebbe
arrabbiarsi, urlare… eppure pone la domanda più appropriata.
-Un
re ha sempre i suoi assaggiatori… e in quel caso ebbe proprio
fortuna-, stavo arrivando ad innescare la bomba. Saremmo riusciti a
contenere
l’esplosione?
-Che
significa?-, è sospettoso, come un animale che vede chiudersi ogni
via di fuga. Lui vorrebbe fuggire dalla verità tanto bramata. Ma non lo
farà,
il ragazzo ha coraggio da vendere.
-Significa
che Bella era immune al nostro veleno. Il morso si risarcì
subito e lei rimase umana. Neanche una cicatrice sul suo collo esile-,
ricordo
quel momento come fosse ora, ricordo che l’avevo vissuto come qualcosa
di già
visto che tornava alla ribalta dopo secoli.
-Come..
come è possibile?-, il tappo sta per saltare, Edward non riesce
più a contenersi, Demetri e Felix si fanno più vicini.
-Ho
una mia teoria… ma credo che sia stato un bene, per lei,no? Solo
che adesso, chiunque la morda, corre un rischio incalcolabile…-
-Che
è successo al vampiro che l’ha morsa?-, ha paura di sapere la
risposta, eppure la conosce già: io gliel’ho già rivelata parlandone
con
Gianna. Edward era vicino a noi, ho voluto che
sentisse il nostro
discorso, che fosse preparato alla verità.
-E’
tornato umano dopo tre giorni di sofferenze inaudite. Morire e
rinascere vampiro è doloroso, ma tornare umano, con tutto il peso della
fragilità e del tempo che si era dimenticato… quello credo sia ancora
più
difficile…-, ricordo ancora quel poveretto, ricordo le cure amorevoli
di
Gianna, il disprezzo di Aro, il nostro sconforto.
-Leonardo-,
dice semplicemente, senza domandare, senza presumere.
-Sì-,
rispondo rapido.
-Anche
Gianna era…-, ha fatto due più due ed ha ottenuto un cinque.
-No,
Gianna è sempre stata umana: per amore suo Leonardo accettò di
essere schiavo di Aro. Per proteggerla ancora si è sottoposto a quello
che lui
ha progettato-
-Leonardo
è con Bella?-, stavolta una nota stonata di paura incrina la
sua voce salda e feroce. Ha paura che le venga fatto del male: non ha
capito
che è lei quella pericolosa per noi vampiri…
-Sì,
è a Parigi, con lei: la tiene d’occhio per conto di Aro. Ormai
Leonardo non ha più alcun potere: è un uomo come tanti altri.
Invecchia, dorme,
si ammala, piange…-
Edward
si muove, aprendo la cortina creata attorno a lui da Felix e
Demetri come Mosè fece con le acque e cammina per la stanza,
meditabondo: non
ha ancora digerito la notizia, non ha compreso quello che gli ho
raccontato.
Sono certo che il suo pensiero è rivolto solo a Bella…
-Com’è
possibile che lei…?-, domanda voltandosi, nei suoi occhi la luce
della speranza è offuscata dalla delusione di un sogno infranto.
-Ho
visto solo una volta una cosa simile, in tutta la mia vita, circa
trecento anni fa e non potevo credere alla coincidenza…-, rifletto su
come Aro,
Caius ed io rimanemmo di stucco quando la verità sulla ragazza si
palesò ai
nostri occhi, come era avvenuto allora, con la ragazza rumena.
-Quale
coincidenza?-, l’avevo punto sul vivo: Bella Swan al centro di
una coincidenza che affondava le sue radici tre secoli prima che
nascesse…
-Era
già esistita una donna con la stessa capacità di ridurre a mortale
un immortale con il suo solo sangue e, anche quella volta, la sua sorte
era
stata indotta da un vampiro che conoscevamo bene, e che adesso tu
conosci bene…-, questo, in realtà, non avevo progettato di dirglielo…
-Chi?-,
sai già la risposta, Edward… ti guardo e non ho il coraggio di
spezzarti ancora il cuore.
-CHI??-,
non urlare...
-Carlisle
Cullen, con il suo “bacio del vampiro”, l’unico capace di
creare l’arma perfetta da usare contro altri vampiri-, ripeto le parole
come se
fosse una definizione dell’enciclopedia: le cose non stavano così, ma
era
quello che Aro riteneva: per questo aveva sempre avuto rispetto per
Cullen.
Edward
si immobilizza, i suoi occhi mutano dall’oro al nero più buio
che possa esistere al mondo, le sue mascelle si contraggono, i denti si
mostrano a noi. La sua sofferenza e la delusione lo attanagliano in
maniera
evidente a tutti.
-Maledetto…-,
sibila tra i denti, ma ancora non sa la vera storia di
quel che è successo alla sua amata.
-MALEDETTO!!!!-,
urla, e subito Demetri e Felix lo braccano tappandogli
la bocca, rischiando di essere morsi, cercando di calmarlo. Devo
concludere il
mio racconto o non ne usciremo vivi.
-La
caratteristica assunta dal sangue di Isabella, così come da quello
dell’altra donna, è un effetto collaterale del vero potere di tuo
padre,
Edward: lui è il solo a poter salvare la vita ad un umano senza
renderlo un
vampiro, ma può farlo solo in particolari condizioni… evidentemente
anche con
Isabella si è trovato a dover prendere una decisione…-, sono perplesso:
forse
la cicatrice sul polso della ragazza aveva a che fare con quella
storia… Edward
pare calmarsi un po’, la curiosità vince sull’ira, mi ascolta più
docilmente: i
suoi occhi, se potessero, lacrimerebbero.
-E’
plausibile che Isabella Swan abbia rischiato la vita, prima di
giungere a Volterra, perché un vampiro aveva bevuto quasi tutto il suo
sangue o
comunque perché che lei stessa stava morendo dissanguata?-, gli
domando: se la
risposta è affermativa, l’arcano è risolto. Dopo dieci anni, saprei il
perché
di tante cose accadute quella notte misteriosa e nera.
Edward
annuisce come rapito in un ricordo atroce dal quale viene
sopraffatto. Scuote la testa, la piega, il suo volto è contratto in
un’espressione di disperazione totale, come se una realtà crudele
apparisse ai
suoi occhi per la prima volta e lo scuotesse dalle fondamenta.
-Lui
mi… disse che dovevo andare via… che ci avrebbe pensato lui a
Bella…-, mormora a se stesso, come se il suono della sua voce potesse
rendere
reale un dubbio che, come un tarlo, lo ha sempre stuzzicato nel più
profondo
della sua coscienza.
Non
so cosa stia ricordando, ma deve essere qualcosa di molto doloroso.
Annuisce ancora e si lascia cadere inerme tra le braccia di Demetri e
Felix.
-Se
tuo padre era presente, in quel momento, allora devi solo a lui la
salvezza di Isabella-, gli dico, per confortarlo, ma soprattutto perché
è la
sacrosanta verità, mi guarda con oggi sgranati e vitrei. Non comprende.
Vado
avanti.
-Ma
adesso lei è pericolosa per chiunque sia come noi. Per questo
Leonardo è stato mandato a tenerla d’occhio: lei è l’arma che vorrebbe
Aro. O
come umana, o come vampira-, una molla scatta nella sua
mente, Edward si
riaccende, si volta verso di me, mi osserva: i suoi occhi sono tornati
del loro
colore, guizzano dalla brama di sapere ogni cosa.
-Vampira?-,
non capisce… vorrei che non l’avesse domandato…, -Non hai
detto che chiunque la morda non avrebbe effetto su di lei? Non sarà mai
una
vampira, lei non…-
-Tutti
tranne chi l’ha resa così: solo tuo padre Carlisle ha il potere
di trasformarla, come fece con la ragazza rumena, una volta che lei,
ormai, era
divenuta vecchia-, gli ho dato il colpo di grazia.
-Lui…
lui è… io l’ho lasciata a lui… l’ho lasciata all’unico che può
ancora farle del male…-, una maschera di terrore si dipinge sul suo
volto.
Cerchiamo di calmarlo, tutti e tre, con scarsi risultati, Felix è
l’unico che
riesce a dire qualcosa di sensato.
-Se
lui l’ha salvata dalla morte una volta, non le infliggerà mai la
dannazione eterna, Edward! Stai tranquillo!-, ma lui non gli crede, lui
sa
qualcosa di più, perché non gli crede, continua a sussurrare che
gliel’ha
portata via, che è un traditore che Bella non è al sicuro.
-Lei
è mortale, Edward. Non sarà mai al sicuro. E Aro ha trovato il
modo di assicurarsi la sua completa sottomissione...ma non chiedermi
come,
perché non lo so. So solo che è di lui, che dovresti preoccuparti,
perché non
ha mai spostato la sua attenzione da quella potenziale vampira…-
Sono
sincero ed Edward è ferito. Penzola dalle braccia dei miei due
compagni come un burattino a cui sono stati tagliati i fili, la testa
abbandonata, i capelli che ricadono in una massa rossa e scomposta.
Poi,
piano piano, solleva il capo, contrae i muscoli, si riprende pezzo
dopo pezzo il comando sul suo corpo, mi guarda, sorride diabolico.
-Pagherà:
Aro pagherà. Pagheranno tutti quelli che hanno osato muovere
un dito su Bella e pagherà chiunque osi sfiorare solo con il pensiero
l’eventualità di usare Bella per il suo tornaconto. Pagherà Caius che è
stato
complice e pagherà anche Carlisle Cullen, per il potere che si è
arrogato su di
lei, perché è stato disonesto con me. Perché Bella non sarà
mai sua-
***
Alice
***
-Oh
no… No… No!-
-Alice ?
Alice, che succede ?-, le
mani piccole e magre di Jane sono sul mio viso, mi trattiene il volto,
cerca di
farmi tornare alla realtà, di rapirmi alla visione che si è delineata
davanti
ai miei occhi mentre stavo parlando con lei. Non ce la faccio, non ci
riesco,
tutto è cambiato ancora, tutto dipende da Edward, adesso: lui ha
fatto... lui
ha scelto e tutto è cambiato.
Sento
Jane che mi abbraccia, tenendomi
stretta a sé, con una mano sulla mia bocca: ho urlato, forse? Qualcuno
mi ha
sentita? Siamo in pericolo? Non riesco a recuperare la totale
padronanza del
mio corpo, come se quello che il mio potere sta mostrandomi fosse
qualcosa di
talmente grave da mettere in ombra ogni altro scenario.
-Alice!-,
Jane mi strattona: sento la mia
testa oscillare avanti e indietro, pesantemente, come se dovesse
staccarsi dal
collo. Poi alcuni piccoli schiaffi sulle mie guance esangui, -Alice!!-
Basta:
devo tornare in me. Inspiro
lentamente e a fondo, finché l’aria della mattina non invade i miei
polmoni.
Sbatto gli occhi e torno a vedere la realtà attorno a me.
-Carlisle
è in pericolo…lui non deve...-,
no, lui non deve avvicinarsi a Volterra, ad Edward, lui deve lasciare
Bella,
deve fuggire lontano dall’ira di suo figlio lui...
-Devo
portargli un messaggio?-, domanda Jane,
aiutandomi ad esprimere il fiume di pensieri che si accavallano nella
mia mente.
Sì... lei lo vedrà, questa notte, potrà mettrelo in guardia dalla furia
cieca
che Edward potrebbe operare contro di lui.
-Sì :
allontanalo da Bella, digli che
lui è in pericolo, che Edward ha saputo la verità e vuole
riprendersela. Digli
che è pronto a tutto pur di vendicarsi di avergliela portata via. Digli
che non
dovrà mai e poi mai venire qua a Volterra-, ho paura.
La
rabbia di Edward è terribile: ho paura di
lui per la prima volta in vita mia. Ho paura di quello che potrebbe
fare, se
Jane non riuscisse nel suo scopo stanotte e Bella e Carlisle
suggellassero il
loro amore, con passi che potrebbero essere irreversibili...
Il
mio piano di riunire la mia famiglia sta
andando a rotoli: quello che è avvenuto tra Edward e Carlisle è
irrimediabile,
lo sento... a questo punto io posso solo contenere i danni e sperare in
un
perdono...
-Vai,
Jane. Vai e aiutami a salvare questa
famiglia-
Disclaimer: i personaggi e gli argomenti trattati appartengono totalmente a S. Meyer. La storia è di mia fantasia e non intende paragonarsi a quella concepita e pubblicata da S. Meyer.
***
Twilight, New Moon, Bella Swan, i Cullen, i Volturi, Stefan e Vlad, il Clan di Denali, il Wolf Pack dei Quileute sono copyright di Stephenie Meyer. © Tutti i diritti riservati.
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Ragazze, scusate, ma non ce la faccio a rispondere a ciascuna di voi singolarmente...
Così dico a tutte un GRAZIE enorme!!!
Un abbraccio a tutti e grazie davvero di cuore!
♥♥♥
Ciao a tutti quelli che mi seguono E recensiscono e...
(cambio slogan)
Il Signore disse:
andate e moltiplicatevi...
A tutti gli altri:
CORAGGIO!!!!
A ME FA PIACERE SCRIVERE PER LA VOSTRA GIOIA,
MA NON MERITANO UN PO' DI GIOIA ANCHE GLI SCRITTORI?
Ciao e cmq grazie!