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Autore: Kaggy92    09/02/2017    5 recensioni
Kagome Higurashi ha un sogno: Cantare.
Nella sua città ha tanti amici ed un gruppo affiatato: i Kynja, famosi nella loro scuola e in quei pochi locali in cui suonavano. Sembra tutto perfetto ma qualcosa stravolgerà la sua vita. Il destino stravolgerà la sua vita e dovrà prendere delle decisioni importanti per lei ma soprattutto per il futuro del suo gruppo.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Inuyasha/Kikyo, Miroku/Sango
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Kagome Higurashi è una bella liceale di 17 anni con lunghi capelli neri e occhi anch'essi neri come la pece. Si ritiene una ragazza dolce e generosa, che non si tira mai indietro, neanche nelle situazioni più complicate.

Vive a Shanghai, in Cina.

Shanghai si affaccia sul Mar Cinese orientale ed è attraversata dal fiume Huangpu o comunemente soprannominata come la "Parigi d'oriente" o anche come la "Puttana d'oriente" e no non avete capito male! Veniva chiamata così per il maggior livello di prostituzione e traffico di droga del secolo scorso. Ma fortunatamente le cose ora son diverse e vanta di una grandissima popolarità in tutta la Cina e una vasta popolazione in via di sviluppo.

Ritornando alla storia, Kagome vive in una modesta casa assieme alla sua famiglia composta dalla madre Rumiko, suo fratello Souta e il loro gatto Buyo.

-Kagome muoviti che i tuoi amici ti aspettano in giardino per andare a scuola!- Urlò dal piano di sotto la madre
-Scendo subito!- Avrebbe fatto prima ad aprire la finestra e dirlo direttamente ai suoi amici, ma sapevano quanto le piacesse prendersela comodamente di prima mattina.

Si diede un' ultima occhiata davanti allo specchio: La sua divisa scolastica composto da un gonnellino a righe blu e azzurro appena sopra il ginocchio e la maglia blu scuro a maniche corte, per il caldo, con fiocco rosso annesso.

Non le piaceva molto l'abbinamento, ma con qualche ritocco era riuscita a renderla passabile.

Passò per la cucina lasciando un bacio alla madre e prendendo al volo una fetta biscottata alla marmellata d'albicocca, la sua preferita

-A che ora ritorni Cara?- le chiese la madre mentre continuava a spalmare la marmellata

-Tardi mamma, abbiamo le prove nel pomeriggio. Scappo!- raccolse la sua borsa per quella lunga giornata e uscì trovandosi davanti ai suoi amici: Yusuke Hurameshi, Nobu Takeshima, Aya Minami e Junko Wazeara. Insieme formavano i Kynja.

-Finalmente Kaggy, muoviamoci che rischiamo di arrivare tardi a scuola!- La solita Junko, nel gruppo era come una seconda madre. Si preoccupava sempre per tutti. Era apprensiva, a volte snervante ma anche coccolosa e sempre pronta a dare consigli saggi. Era proprio una mamma!

-Dai juuu non essere così pallosa già di prima mattina- A parlare era stato Yusuke che nel mentre aveva messo un braccio sulla spalla di Kagome appoggiandosi a lei.

Yusuke era molto protettivo verso Kagome, forse perchè era la sua ex, o forse perchè a lui in fondo piacevano tutte le ragazze.

Era un ragazzo un po’ libertino ma molto simpatico, per questo erano rimasti in buoni rapporti nonostante la gente ripetesse che l’amicizia tra ex non esisteva.

-Bhe ragazzi come mai così silenziosi?- Guardò verso Nobu e Aya che ancora non avevano aperto bocca. Passando lo sguardo prima su il ragazzo e poi alla ragazza senza ottenere molto, solo un piccolo accenno di rossore. Normale se si considerava il fatto che erano i più timidi del gruppo.

-I nostri bei due timidi piccioncini si sono messi insieme Kaggy- Eccolo alla riscossa Yusuke, non riusciva a starsene due secondi senza intromettersi negli affari altrui.

-Fanculo Yu… bell’amico che sei!- La scena era abbastanza divertente: Nobu tutto rosso in viso rincorreva Yusuke che a sua volta era stato preso da un attacco di ridarella e scappava dall’amico.

-Dai raga è una bellissima cosa no?- Prese parola Kagome girandosi con un gran sorriso verso Aya  catturandola poi, in un forte abbraccio - Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo, congratulazioni bella-

 

Qual’era la cosa più amata dagli studenti di prima mattina?

L’appello ovviamente!.

Ci si perdeva gran parte della prima ora a segnare i presenti, gli assenti e controllare le varie giustificazioni. In classe poi erano in una trentina senza contare il solito straniero che non capiva una parola di Cinese o Giapponese. Nonostante ciò, il povero ragazzo veniva guardato come se fosse stato un alieno. Erano rari i trasferimenti di ragazzi Occidentali nelle loro scuole pubbliche, soprattutto se parlavano solo Inglese.

 

-Kagome com è andato il compito?- Durante la terza ora avevano avuto un compito a sorpresa di Giapponese e Cinese Antico o come lo chiamava lei ‘Cipponese Antico’. Era una materia da non prendere sotto mano ma fortunatamente erano tutti molto bravi in quella classe, Nobu e Yusuke a parte ovviamente. Fosse per loro non si presenterebbero neanche a scuola e nonostante gli aiuti degli amici raggiungevano appena la sufficienza.
In ogni caso, ad avvicinarla era stata Arashi, una loro compagna di classe, nonchè fan numero uno dei Kynja.

Aveva fondato addirittura un fan club!

-Bene, grazie Arashi. A te?- sorrise amichevolmente a trentadue denti.

-Oooh… bene bene. Sei fantastica Kagome, tutti lo siete ovviamente- Ogni volta che qualcuno nel gruppo le prestava attenzioni varie, lei andava in iperventilazione. Nonostante si conoscessero da tanto, non l’era mai passata. A Kagome questo divertiva parecchio. -oggi fate le prove del gruppo? Posso assistere per qualche foto in esclusiva per i fan? se volete ovviamente, non vorrei disturbarvi- finì con il fiatone causando l’ilarità di Nobu e Yusuke. Proprio quest’ultimo le si avvicinò appoggiando le mani sulle sue spalle

-Ehi, ehi… Calma baby, respira- Cercava di aiutarla, ma ovviamente ottenne solo che la piccola rossa dai capelli raccolti in due codine laterali, incominciasse a respirare ancora più velocemente in mancanza d’ aria.

-Yu! non vedi che così la fai stare peggio? - L’ammonì Kagome ricevendo in cambio uno sguardo da cucciolo con lacrime finte annesse.

Senza curarsi del ragazzo e spostandolo dalla rossa, le si avvicinò posandole una mano sul capo

-Arashi, calmati- le sussurrò - Possibile che ancora non ti sia abituata a vederci e parlarci tutti i giorni?- Il sorriso di Kagome la confortò a tal punto da calmarla in modo che potesse parlarle e rispondere a tutte le sue innumerevoli domande

- Oggi pomeriggio abbiamo l’aula di musica per le prove e si, sei la benvenuta. Basta che pubblichi solo foto belle- le fece l’occhiolino ridendo per poi dirigersi insieme al suo gruppo in mensa salutandola con una mano - a dopo -

****

 

Come ogni scuola orientale, dopo il pranzo gli studenti erano liberi di praticare a varie attività: Le aule potevano essere prenotate per suonare, cantare, fare gruppi di studio o di ripetizioni e ovviamente per le varie sedi dei Club.

Era sorprendente quanti club ci fossero nella loro scuola, i più popolari erano il Kendo, il calcio e cosa molto strana il Karuta.

Il gruppo di Kagome era solito accappararsi l’aula di musica per provare i loro pezzi in via delle serate a cui partecipavano per farsi conoscere.

Una volta entrati nell’aula vi trovarono già Arashi con ben 3 macchine fotografiche, mancavano solo luci e riflettori per farlo diventare uno studio vero e proprio!

-Ciao ragazzi, fate pure come se non ci fossi- disse rossa in viso per la timidezza.

-Ciao Arashi- la salutarono tutti in coro posizionandosi ognuno al loro posto.

Kagome tirò fuori dal suo zaino i vari spartiti dove aveva ritoccato un po’ di cose e aggiunte altre.

-Bene ragazzi, iniziamo con Rose- distribuì i vari spartiti al gruppo -Nobu stai concentrato e ascolta, quando arriviamo qui- Puntò il dito sul foglio facendosi vedere

-L’unico che continuerà a suonare sarà il basso, ovvero tu Yusuke, è il tuo assolo per cui facci venire i brividi - si scambiarono un accenno con la testa per poi proseguire verso tutti - Dopodiché riattaccheremo tutti insieme, Capito? -

Ricevendo un sì generale, Kagome si portò davanti al microfono aggiustandolo alla sua altezza e accendendolo.

Junko partì con il primo giro con la batteria fermando i piatti con una mano e dando l’okey alla cantante.

Dopo di lei partirono Nobu e Aya con la loro chitarra e Yusuke con il suo basso rispondendo in coro

-Ci siamo-  

Kagome si girò immaginandosi il pubblico davanti a lei, chiuse gli occhi per due secondi, inspirò profondamente e lanciò un bacio ad Arashi che proprio in quel momento la stava fotografando.

La musica partì, nell’aria risuonava la voce di Kagome e l’armonia con il quale ognuno svolgeva il proprio ruolo.  

 

I   n e e d   y o u r   l o v e

( h o   b i s o g n o   d e l   t u o   a m o r e )

I ' m   a   b r o k e n   r o s e .

( s o n o   u n a   r o s a   s p e z z a t a )

O h   b a b y ,   h e l p   m e   f r o m   f r o z e n   p a i n

( o h   b a b y ,   a i u t a m i   d a l   d o l o r e   c o n g e l a t o )

W i t h   y o u r   s m i l e ,   y o u r   e y e s ,   

( c o n   i l   t u o   s o r r i s o ,   i   t u o i   o c c h i )

a n d   s i n g   m e ,   j u s t   f o r   m e

( c a n t a   p e r   m e ,   s o l o   p e r   m e )

I   w a n n a   n e e d   y o u r   l o v e . . .

( h o   b i s o g n o   d e l   t u o   a m o r e . . . )

I ' m   a   b r o k e n   r o s e

( s o n o   u n a   r o s a   s p e z z a t a )

I   w a n n a   n e e d   y o u r   l o v e . . .

( h o   b i s o g n o   d e l   t u o   a m o r e )
Rose” di Anna Tsuchiya

 

 

 

A canzone finita, Arashi partì con un lungo applauso  esclamando vari complimenti a tutto il gruppo.

Dopo ogni canzone si prendevano sempre cinque minuti di pausa per non sforzare la voce di Kagome e per rivedere insieme le varie parti per renderle perfette.

Proprio mentre stavano per riprendere con la canzone successiva, qualcuno bussò alla porta fermandoli.

La porta si aprì lentamente, troppo lentamente per i gusti di Kagome manifestando davanti a loro la figura della preside

-La signorina Higurashi è qui?- Chiese con voce seria e rauca. Era una donna sulla cinquantina, robusta, non molto alta e i capelli neri brizzolati.

Kagome alzò il braccio facendosi notare dalla signora

-Sono qui signora Preside- Scese dal palco e le si avvicinò stranita del fatto che fosse sicura di non aver combinato niente di male e che i suoi voti fossero più che buoni

-Ho fatto qualcosa di male per caso?- le chiese preoccupata seguendola fuori dall’aula per parlare in privato.

-No signorina, ha chiamato sua madre- incominciò regalandole un sorriso di circostanza  - Mi ha detto che stava provando con il suo gruppo nell’aula di musica, perciò mi ha chiesto di avvertirla di tornare subito a casa e che è esentata dall’attività pomeridiana per problemi familiari.  

Un vortice di pensieri assalirono la ragazza che conoscendo la madre, mai l’avrebbe fatta tornare a casa per un problema da niente. Neanche se avesse avuto la febbre a 38!

Che fosse successo qualcosa al suo fratellino Souta? al nonno? a lei?

La positività era intrinseca in lei, decisamente.

Tornando in aula, radunò le sue cose sotto lo sguardo dei suoi amici dicendo loro che doveva tornare a casa e che pertanto dovevano continuare a provare senza di lei.

Dando un bacio a tutti i componenti del suo gruppo, come era solita a fare tutti i giorni, soffermandosi più del dovuto con Jun che l’assicurò di esserci in caso di bisogno. Era una cara ragazza e Kagome sapeva che poteva sempre fare affidamento su di lei.

 

F i n e   C a p i t o l o ! !

 

note: Il Karuta è un gioco di carte tradizionale del Giappone. Il mazzo contiene 200 carte, e riproducono brevi composizioni da un’antologia classica di 100 poeti compilata nel XIII secolo chiamata Hyaku-nin Isshu ("cento autori, una poesia"). Metà del mazzo contiene la prima parte di 100 poesie tradizionali chiamate uta, l'altra metà ne contengono la seconda parte, ovvero il continuo della poesia. Quest’ ultime vengono sparse davanti ai giocatori mentre il primo mazzo le gestisce un lettore che le legge una alla volta, prendendole a caso. Il primo tra i due giocatori che prende tra le carte sparse quella che contiene la fine della poesia che il lettore sta leggendo, si aggiudica la carta. Vince naturalmente chi alla fine è riuscito ad accaparrarsi più carte. Ciascuna delle cento poesie, ispirate all'amore, alle stagioni, e a diversi altri temi, è scritta da un autore differente. Il loro stile tradizionale è chiamato tanka ("breve canzone") o, anticamente, waka ("poesia armoniosa"): ogni poesia è composta da appena cinque versi, per un totale di trentuno sillabe.

 

 
   
 
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