19)Il vestito da diva.
Yukari p.o.v
È passato un mese dalla dichiarazione di Lee ed è
arrivata l’estate.
Questo mese è stato una specie di equilibrio tra lati
positivi e negativi. I lati positivi sono stati il fatto che davvero la
casa è
abbastanza grande per avere ognuno i suoi spazi, sono uscita parecchio
con gli
altri Bring Me The Horizon, ho fatto amicizia con le loro ragazze e il
fatto
che il ricordo del bacio con Vic ha iniziato a sbiadire. Quelli
negativi sono
stati l’imbarazzo quando incontravo Lee in giro per casa, il
non sapere cosa
dirsi, la confusione sui miei sentimenti per lui e la sensazione di
farlo
soffrire.
Ho provato a chiedere di nuovo a Lee di potermi
trasferire dai miei, ma lui ha reagito male, come una persona
spaventata, e ho
deciso di lasciar perdere. Non so perché mi voglia qui, ma
probabilmente per
lui è peggio che io me ne vada del fatto che io rimanga
facendolo soffrire,
forse pensa che un mio andarmene sia come rifiutare lui. Non
è così e non sono
riuscita a farglielo capire, ormai quello che è fatto
è fatto.
Sto preparando le valigie, domani andremo nella sua casa
a Brighton, al mare.
Tutti i ragazzi ne hanno una ed è una vecchia tradizione
andarci ogni estate, un modo come un altro per cementificare la nostra
amicizia.
Quest’anno verranno anche Tamao e Jaime che staranno a
casa mia e io – di nuovo – a casa di Lee, facendo
continuare questo dannato
carosello. Mi chiedo se smetterà mai, se mai il mio cuore mi
darà un responso
su chi amo davvero o se rimarrò per sempre bloccata in
questa situazione.
Sbuffo mentre metto via l’ennesimo vestito, forse dovei
rimanere qui, ma nessuno accetterebbe questa soluzione: sono stata via
troppo
tempo per mancare a questo rito.
Beh, almeno vedrò Tamao.
Lei è felice adesso, Jaime corrisponde il suo amore, ma
la cosa non mi sorprende: lui ha sempre avuto una grandissima
attrazione per
lei e gli serviva solo un po’ di tempo per accettare di
esserne innamorato.
Che sia la stessa cosa per me?
Tamao ha detto così, ma chissà io forse sono
l’eccezione
che conferma la regola o forse sono come tutti gli altri ed
è difficile
accettarlo. Pensiamo sempre di essere unici, diversi, ma in
realtà non ci
comportiamo in modo differente dalla massa, ci piace pensare di essere
un’eccezione per non massacrare il nostro io.
Se fossi come tutti gli altri in questo caso mi andrebbe
bene, vorrebbe dire stare con Lee e mi scappa un sorriso
all’idea di noi due
mano nella mano a fare i fidanzatini.
È in momenti come questi che la mia confusione è
massima,
cosa significano questi pensieri?
Che lo amo?
Che sono attratta da lui?
Nessuna di queste cose?
Sono stanca di questa continua guerra nel mio cervello,
non vedo l’ora che finisca, voglio solo un po’ di
pace.
“Tutto a posto, Yukari?”
La voce di Matt Kean mi fa voltare.
Lui è appoggiato allo stipite della porta e mi guarda.
“Mh, sì. Perché?”
“Ti ho chiamato non so quante volte per chiederti se volevi
mangiare una fetta
di anguria con noi, ma non hai mai riposto.”
“Scusa, ero immersa nei miei pensieri.”
“Come va con Lee?”
“Bene, diciamo. È un po’ imbarazzante
vivere qui dopo che si è dichiarato, ma
lui non vuole che io me ne vada e non me la sento di contraddirlo, mi
sento già
abbastanza in colpa per aver creato questa situazione.
In ogni caso dovremo convivere anche a Brighton.”
“Non vai a casa tua?”
Io scuoto la testa mettendo l’ennesima maglietta in valigia.
“Ho dato le chiavi di casa mia a Jaime e Tamao.”
“Ah, vengono anche loro?”
“Aye.”
Lui fa una smorfia buffa.
“Qual è il problema?
Siete amici di Jaime e Tamao è una bravissima persona,
l’hai visto anche tu.”
“Sì, ma questo è un rito tra di noi,
loro non c’entrano.”
“Secondo questa logica né Hannah, né
Emma, né Chloe dovrebbero venire allora.”
“È diverso.”
“Non si era parlato di una fetta di anguria?”
Chiedo io per sviare il discorso.
“Sì, certo. Ti stavamo aspettando in
salotto.”
“Chi c’è?”
“Tutti. Jordan ha detto che deve fare un annuncio
importante.”
“Riguarda la band?”
“Non credo.”
“Arrivo.”
Metto un vestito in valigia e poi seguo il bassista fino al piano
inferiore, in
salotto c’è la band al completo e le ragazze.
“Ciao.”
Saluto un po’ a disagio, la presenza di Lee mi fa sempre
sentire colpevole.
“Bene, adesso che sei arrivata possiamo mangiare.”
Esclama allegramente Hannah, prendendo un piatto con
tante fette di anguria e uscendo fuori, nella zona della piscina. Lo
appoggia a
un tavolo e prende una fetta, Oli e Matt N. si scambiano uno sguardo
complice
che non mi piace per niente.
Dopo aver mangiato la prima fetta iniziano a sputarsi a
vicenda i semi del frutto, scatenando una vera e propria guerra che
comprende
anche lo scappare, sapevo che sarebbe finita così. Date
un’anguria a quei due e
scateneranno la terza guerra mondiale!
Nella foga della battaglia Emma rischia di cadere in piscina e solo
l’intervento pronto di Lee lo impedisce, Jordan lancia un
urlo selvaggio che
impietrisce tutti, Oli e Matt N. deglutiscono
e ingoiano i semi che stavano per sparare.
“Cosa succede, Jordan?”
Gli chiede il cantante, incredulo per la reazione del tastierista.
“Dovete stare attenti a Emma, è incinta. Non
vorrete
uccidere il pesciolino prima ancora che entri nel grande
acquario?”
Lo guardiamo tutti sconvolti, Emma incinta?
“Beh, ormai è andata.
L’annuncio che volevamo farvi è che
sarò padre, Emma è
incinta.”
Come da copione parte una selva di urla e tutti i ragazzi iniziano a
dare
pacche sulla spalla al povero Jordan, mentre Hannah e Chloe iniziano a
domandare cose come ci si sente e che nome daranno al piccolo Fish.
“Complimenti, Emma.”
Sorrido io, lei mi sorride a sua volta.
“Grazie mille, Yukari.”
“Come ci si sente a sapere che dentro di te
c’è un’altra vita?”
“È strano, ma bellissimo.
È il frutto dell’amore tra me e Jordan e sono
troppo
felice che ci sia, non ce lo aspettavamo, ma è stata la
sorpresa migliore della
nostra vita.”
“Immagino, sono felice per voi.”
“E tu, Yukari?”
“Quando rimarrò incinta?”
Domando perplessa.
“No, quando tu e Lee…”
“Non lo so.”
Mugugno a disagio, ma perché tutti finiscono per farmi
sempre la stessa domanda?
È proprio necessario ricordarmelo sempre?
Lo so benissimo che c’è questa situazione e sto
tentando
di risolverla!
Forse a occhi estranei non sembra, ma è così.
Il giorno dopo Lee mi sveglia molto presto, la sveglia
segna le cinque di mattina.
Io esco dalle lenzuola e lui arrossisce leggermente visto
che indosso solo una maglia lunga come pigiama,
io la guardo e sospiro. Provo a coprirmi le gambe, ma con
scarsi
risultati.
“Mi dispiace.”
“Di che?
Sono io che non mi so controllare, come se non avessi mai
visto le gambe di una ragazza.”
Il suo tono è amaro e mi fa male sentirlo così,
darei un
braccio per tornare indietro e chiudere la porta della mia camera
quando lui ha
sentito la conversazione tra me e Tamao.
A quest’ora starebbe soffrendo di meno e io potrei
pensare con meno ansia, ma non si può tornare indietro solo
cercare di
affrontare le conseguenze del presente, anche se non è
facile o ti fa soffrire.
“Va tutto bene, Lee.”
“Già, vieni che la colazione è
pronta.”
Metto i pantaloncini che di solito indosso a casa e poi
lo seguo al piano inferiore, in cucina c’è
già il mio solito caffè con una
brioches, lui ha il suo latte e cioccolato.
“Grazie, Lee.”
“Di niente. Non riuscivo a dormire e ho deciso di preparare
la colazione.”
“Come mai?”
“Niente di che, non preoccuparti.”
“C’entro io?”
“Yukari, per favore lascia perdere.”
Io sospiro di nuovo.
“Va bene.”
Lo so che sono io la responsabile del fatto che dorma
poco o male.
Visto che anche io ho problemi a dormire lo sento mentre
cammina come un’anima in pena per la casa, cercando di non
fare rumore ma
finendo sempre per urtare qualcosa: non è molto coordinato,
ma adoro anche
questo lato di lui.
Bevo il mio caffè e salgo a cambiarmi indossando un
vestito a fiori rossi senza spalline, non è della Drop Dead
e Oli si lamenterà,
ma a me piace molto.
Mi fa sentire una diva degli anni ’50 e ogni ragazza ha
bisogno di sentirsi tale ogni tanto. Prendo le mie valigie e le porto
al piano
di sotto, Lee si fa scappare un microscopico sbuffo che mi fa
ridacchiare.
“Perché diavolo voi ragazze vi portate dietro la
casa
quando dovete andare da qualche parte?”
“Metti che debba andare a una festa elegante o ci siano altre
occasioni?
Meglio essere prevenute.”
“A Brighton ci sono dei negozi, non andiamo nel bel mezzo
del Sahara.”
“Qual è il problema?
Le valigie le porta la macchina, non tu.”
“Ma ci staranno anche le mie?”
“Sì, non ti preoccuparti.”
“Se lo dici tu.”
Io sospiro.
“Non sono convinta che sia una buona idea che venga io,
Lee.
Stiamo perdendo anche l’amicizia.”
“No, smettila con queste stronzate.
Ti prego, Yukari.”
“Ma tu stai male.”
“No, io sono quello di sempre.
Avrei commentato su quelle valigie anche se non fossi
cotto di te, cazzo.
Non dare la colpa a tutte le cose che succedono alla mia
dichiarazione.”
“Lee, lo so che non dormi.
Vuoi farti le poche vacanze che ti concedi da insonne?”
“E tu come lo sai?
Forse perché non dormi anche tu?
Potrei farti la stessa domanda.”
“Io non passo tutto il mio tempo sballottato da un posto
all’altro del mondo.”
“No? E chi ha venduto la roba dei Pierce The Veil seguendoli
in tour?
Il tuo clone?”
Io abbasso la testa e incasso il colpo.
“Ok, solo che sono preoccupata per te.”
“Non ci schianteremo in macchina, te lo prometto.”
“Non è questo, Lee.
Sono certa di non farti bene e non riesco a
perdonarmelo.”
Abbasso di nuovo gli occhi, lui mi rialza la testa con un
movimento brusco e io lo guardo sorpresa.
In un attimo le sue labbra sono sulle mie e io ricambio
con la stessa passione che ci sta mettendo lui, la sua lingua chiede il
permesso di entrare e io glielo concedo, così siamo
catturati in una lotta per
la dominanza, io sono vagamente consapevole di come abbia chiuso a
doppia
mandata la porta di casa e di come indietreggiamo verso il divano.
Ci stacchiamo solo per riprendere fiato e io gli salto in
braccio allacciando stretta le mie gambe al suo bacino facendolo
gemere.
Continuiamo a baciarci fino a che arriviamo davanti al divano e lui mi
fa
stendere per raggiungermi subito e baciare la mia mascella e poi il
collo, io
lo inarco per facilitargli il lavoro e lui lecca e succhia lasciandomi
un
piccolo livido.
“Lee, dobbiamo partire.
Che diremo agli altri?”
Ansimo accarezzandogli i capelli.
“Che non è suonata la sveglia, qualcosa ci
verrà in
mente.”
“Con questo succhiotto?”
Lui mi appoggia un dito sulla bocca e mi guarda con gli occhi liquidi
per il
piacere.
“Sh. Lo so che lo vuoi anche tu, lo sento.”
“Oh, fanculo! Hai ragione!”
Gli do un altro bacio, ma breve, questa volta sono io a
baciargli la mascella, il pomo d’Adamo e poi il collo.
“L’avessi saputo mi sarei fatto la barba.”
“La tua barba mi eccita, fai silenzio.”
Lui geme come risposta o forse perché anche io gli sto
lasciando un succhiotto, le sue mani intanto trafficano con la cerniera
del mio
vestito, malferme e al terzo tentativo riesce a togliermelo e a farlo
volare su
una poltrona.
“Te lo volevo togliere da quando te lo sei messo.”
Io mi porto un braccio sui seni, perché un po’mi
vergogno
a farmi vedere mezza nuda da lui, ma Lee me lo sposta dolcemente.
“Sei bellissima, non nasconderti.”
Con gentilezza mi slaccia il reggiseno e inizia ad
accarezzare un seno, mentre succhia il capezzolo di
quell’altro facendomi
gemere, non sapevo fosse così bravo!
Gli tolgo la maglietta e accarezzo il suo fisico un po’
morbido sorridendo, le sue mani intanto scendono sempre più
in basso, verso il
mio centro.
Ansimo violentemente quando sento un suo dito dentro di
me.
“Sh.”
Mi zittisce con un bacio mentre inizia a muoverlo, dando
inizio a un carosello di sensazioni piacevoli, il mio corpo lo
asseconda nei
movimenti, chiedendo implicitamente di più. Lui se ne
accorge e mi toglie le
mutandine e poi sorride sbilenco prima di portare la sua faccia al
livello delle
altre labbra e iniziare a succhiare e a leccare mentre con un dito mi
tortura
il clitoride. Io ormai gemo e ansimo solo, dicendo ogni tanto il suo
nome come
fosse una preghiera, mi sta portando lentamente all’orgasmo e
lo sa.
Le ondate di piacere si fanno sempre più forti, le mie
gambe iniziano a scalciare e con un gemito altissimo raggiungo
l’orgasmo, è
proprio bravo e il fatto che lo sia diventato sperimentando su un corpo
che non
sia il mio mi provoca una fitta di gelosia prima che il corpo si
disconnetta.
Quando torno in me noto che adesso è nudo anche lui, con
una bella erezione che ha bisogno di qualcuno che se ne prenda cura.
Ribalto le
posizioni e prendo il suo membro, facendo poi scorrere la mano su di
esso.
“ ‘Kari, non ti fermare, ok?”
“Sh.”
Mi abbasso fino a prenderlo in bocca e lo sento tremare,
mi appoggia una mano sulla testa e detta il ritmo.
Quando è prossimo all’orgasmo smetto, lui mi
guarda senza capire, io alzo un
sopracciglio e lui mi rivolge un sorriso birichino.
Ribaltiamo di nuovo le posizioni e lui entra finalmente
in me con una spinta violenta e un po’rude che mi fa gemere
di piacere e mi fa
tirare un po’ i suoi capelli.
Lee rallenta il ritmo e intanto mi bacia con dolcezza, le
sue mani mi accarezzano i seni, le mie invece accarezzano la sua
schiena.
Quando aumenta di nuovo il ritmo gliela graffio la schiena, ma a lui
non sembra
dare fastidio, ormai siamo sudati e ansati.
Un solo corpo e una sola anima, vicini all’orgasmo.
Un ultima spinta e raggiungiamo insieme il culmine e io
vedo le stelle.
Non sono mai stata così bene con qualcuno, non ho mai
sentito una connessione così profonda sia carnale che
spirituale, lui intanto
si è accasciato su di me, la testa tra le mie tette.
Quando fa per uscire da me lo fermo.
“Ti prego, stai così.
Lee, è stato meraviglioso.”
Gli accarezzo i capelli umidi e lo sento sorridere contro
di me.
“Anche per me.”
“Adesso dormiamo, altrimenti ci schiantiamo davvero in
macchina.”
“E gli altri?”
“Non si era parlato di una sveglia che non si era
sentita?”
Lui ridacchia.
“Yukari, ti amo.”
“Un giorno te lo dirò anche io, adesso dormi,
piccolo.”
Gli do un bacio in fronte, lui ci copre e poi abbracciati su un divano
che
forse è troppo stretto ci addormentiamo felici e soddisfatti.
Ci svegliamo dopo due ore di sonno e ci sorridiamo felici
e insonnoliti, lui fa correre le sue dita tra i miei capelli.
“Buongiorno, principessa.”
“Ohayoo, ouji
sama.”
Lui sorride ancora di più.
“Sono secoli che non parli in
giapponese, come mi hai chiamato?
Maledetto inglese lardoso?”
Io gli do un pugnetto sulla spalla.
“Ti ho chiamato principe,
scemo!”
“Oh, e come si dice
principessa?”
“Ohime sama.”
“Allora mia Ohima sama, alziamoci e rifacciamo colazione, ci
aspettano cinque
ore di macchina.”
Si alza e si riveste, mentre
io mi avvolgo un attimo nella coperta.
“Non spiare!”
“Inglese lardoso, nel caso non
l’avessi capito mi piace il tuo corpo.”
“Grazie, di solito penso che
piaccia perché sono un chitarrista famoso.”
Io sospiro.
“Lee, mi piacerebbe anche se
fossi una persona comune. Adesso, vai in cucina che mi vesto.”
Per tutta risposta si siede su
una delle poltrone del salotto e mi giarda rivestirmi con aria
soddisfatta,
facendomi sbuffare.
“Mi raccomando non ubbidirmi
sempre.”
Lui mi fa una linguaccia e si
alza in piedi.
Insieme facciamo una breve
colazione, carichiamo le nostre valigie in macchina e poi partiamo.
Lee canticchia una vecchia
canzone dei BMTH che sembra “Deathbeds”, io invece
ho sonno, appoggio il viso
alla sua spalla.
“Daisuki desu.”
Mormoro e poi chiudo gli occhi
sorridendo.
Non credo passerà molto tempo
da quando gli dirò “Ti amo”
perché quello che è successo stamattina ha
cambiato
un po’ di cose e spazzato via dei dubbi.
Mi sveglio quando ormai siamo
in prossimità di Brighton, di buon umore, il sole splende
sulla vecchia Inghilterra
e mi sembra un buon presagio.
“Buongiorno, principessa.”
“Buongiorno, mio principe.
Quanto manca al castello?”
“Una mezzoretta direi.”
“Ottimo.”
“Cosa diremo agli altri?”
“Penso che capiranno come sono
andate le cose senza spiegare loro nulla, sono maestri del doppio
senso.”
Lee ride di gusto.
“Sei pentita, Yukari?”
“Assolutamente no.”
Appoggio una mia mano sulla sua sulla leva del cambio.
“Bene.”
Rimaniamo in silenzio,
tranquilli, Lee a un certo punto imbocca l’uscita per
Brighton e così, di fatto,
la nostra vacanza inizia.
Lee guida fino a dove abbiamo
le nostre ville, un quartiere tranquillo che dà sul mare,
l’ideale per
rilassarsi e godersi un po’ di ozio. Non è
comunque troppo lontano dal centro e
dai suoi locali, cosicché ci si può anche
divertire. Passiamo davanti a una
serie di villette costruite all’inizio del novecento e
dipinte con colori
pastello, fino a che non scorgiamo la villa di Lee. Lui ferma la
macchina, io
scendo ad aprire e mi rovo davanti Oli che abita nella casa accanto
alla nostra.
“Come mai siete in ritardo?
Vi siete persi il rendez-vous
e vi giuro che non era in uno scantinato e non c’era nessun
tedesco.”
Poi il suo sguardo cade sul
mio foulard e sul suo volto si dipinge un ghigno molto divertito.
“Ho capito cosa stavate facendo,
birichini!
Non potevate aspettare fino a
Brighton?
Dicono che l’aria di mare
ecciti, ma ci credo che il povero Lee non abbia resistito, il tuo
vestito grida
di essere tolto, Yukari.”
Io gli do una manata sulle
spalle.
“Dai, Sykes! Spostati!”
“Na na na! Come è stato?
Il mio ragazzone è stato
all’altezza della sua fama?
Quella cosa che i chitarristi
fanno miracoli con le dita…”
“Sykes, voglio entrare a casa
mia! Se non ti sposti ti metto sotto con la macchina!”
Bercia Lee.
“Comare Oli, mi sa che dovrai
aspettare.”
Lui sbuffa, alza una man in
segno di saluto e se ne va, io apro finalmente il cancello e Lee entra.
“Quel ragazzo è veramente
pettegolo!”
Commenta appena fuori dalla
macchina.
“Vuoi tenere tutto segreto?”
“No, ma non mi va nemmeno di dire a tutti come faccio sesso.
Sono affari miei, nostri, che
ne pensi?”
Io prendo una valigia.
“Penso che tu abbia ragione.”
Iniziamo a portare le nostre cose in casa e io mi sento come
rivitalizzata
dall’aria del mare, mi sento bene come non accadeva da secoli.
Forse il mare e Lee sono la
mia cura.
Angolo di Layla.
Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione