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Autore: Layla    10/02/2017    1 recensioni
Tamao Ishida è una delle tante schiave senza nome che lavorano come sarte per la yakuza.
La sua vita cambierà il giorno in cui deciderà di scappare e finirà per nascondersi nel pullman dei Pierce The Veil e si unirà a loro. Scoperta dall'Immigrazione verrà sposata da Jaime, per cui ha una cotta, riuscirà a farlo innamorare di lei o il loro rimarrà solo un matrimonio di facciata?
Yukari Yidashi è la merchgirl dei Pierce The Veil cotta di Vic Fuentes, ma non è detto che sia lui l'uomo che davvero ama.
Forse è una persona del suo passato che aveva considerato sempre e solo un amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Preciado, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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19)Il vestito da diva.

 

Yukari p.o.v

 
È passato un mese dalla dichiarazione di Lee ed è arrivata l’estate.
Questo mese è stato una specie di equilibrio tra lati positivi e negativi. I lati positivi sono stati il fatto che davvero la casa è abbastanza grande per avere ognuno i suoi spazi, sono uscita parecchio con gli altri Bring Me The Horizon, ho fatto amicizia con le loro ragazze e il fatto che il ricordo del bacio con Vic ha iniziato a sbiadire. Quelli negativi sono stati l’imbarazzo quando incontravo Lee in giro per casa, il non sapere cosa dirsi, la confusione sui miei sentimenti per lui e la sensazione di farlo soffrire.
Ho provato a chiedere di nuovo a Lee di potermi trasferire dai miei, ma lui ha reagito male, come una persona spaventata, e ho deciso di lasciar perdere. Non so perché mi voglia qui, ma probabilmente per lui è peggio che io me ne vada del fatto che io rimanga facendolo soffrire, forse pensa che un mio andarmene sia come rifiutare lui. Non è così e non sono riuscita a farglielo capire, ormai quello che è fatto è fatto.
Sto preparando le valigie, domani andremo nella sua casa a Brighton, al mare.
Tutti i ragazzi ne hanno una ed è una vecchia tradizione andarci ogni estate, un modo come un altro per cementificare la nostra amicizia.
Quest’anno verranno anche Tamao e Jaime che staranno a casa mia e io – di nuovo – a casa di Lee, facendo continuare questo dannato carosello. Mi chiedo se smetterà mai, se mai il mio cuore mi darà un responso su chi amo davvero o se rimarrò per sempre bloccata in questa situazione.
Sbuffo mentre metto via l’ennesimo vestito, forse dovei rimanere qui, ma nessuno accetterebbe questa soluzione: sono stata via troppo tempo per mancare a questo rito.
Beh, almeno vedrò Tamao.
Lei è felice adesso, Jaime corrisponde il suo amore, ma la cosa non mi sorprende: lui ha sempre avuto una grandissima attrazione per lei e gli serviva solo un po’ di tempo per accettare di esserne innamorato.
Che sia la stessa cosa per me?
Tamao ha detto così, ma chissà io forse sono l’eccezione che conferma la regola o forse sono come tutti gli altri ed è difficile accettarlo. Pensiamo sempre di essere unici, diversi, ma in realtà non ci comportiamo in modo differente dalla massa, ci piace pensare di essere un’eccezione per non massacrare il nostro io.
Se fossi come tutti gli altri in questo caso mi andrebbe bene, vorrebbe dire stare con Lee e mi scappa un sorriso all’idea di noi due mano nella mano a fare i fidanzatini.
È in momenti come questi che la mia confusione è massima, cosa significano questi pensieri?
Che lo amo?
Che sono attratta da lui?
Nessuna di queste cose?
Sono stanca di questa continua guerra nel mio cervello, non vedo l’ora che finisca, voglio solo un po’ di pace.
“Tutto a posto, Yukari?”
La voce di Matt Kean mi fa voltare.
Lui è appoggiato allo stipite della porta e mi guarda.
“Mh, sì. Perché?”
“Ti ho chiamato non so quante volte per chiederti se volevi mangiare una fetta di anguria con noi, ma non hai mai riposto.”
“Scusa, ero immersa nei miei pensieri.”
“Come va con Lee?”
“Bene, diciamo. È un po’ imbarazzante vivere qui dopo che si è dichiarato, ma lui non vuole che io me ne vada e non me la sento di contraddirlo, mi sento già abbastanza in colpa per aver creato questa situazione.
In ogni caso dovremo convivere anche a Brighton.”
“Non vai a casa tua?”
Io scuoto la testa mettendo l’ennesima maglietta in valigia.
“Ho dato le chiavi di casa mia a Jaime e Tamao.”
“Ah, vengono anche loro?”
“Aye.”
Lui fa una smorfia buffa.
“Qual è il problema?
Siete amici di Jaime e Tamao è una bravissima persona, l’hai visto anche tu.”
“Sì, ma questo è un rito tra di noi, loro non c’entrano.”
“Secondo questa logica né Hannah, né Emma, né Chloe dovrebbero venire allora.”
“È diverso.”
“Non si era parlato di una fetta di anguria?”
Chiedo io per sviare il discorso.
“Sì, certo. Ti stavamo aspettando in salotto.”
“Chi c’è?”
“Tutti. Jordan ha detto che deve fare un annuncio importante.”
“Riguarda la band?”
“Non credo.”
“Arrivo.”
Metto un vestito in valigia e poi seguo il bassista fino al piano inferiore, in salotto c’è la band al completo e le ragazze.
“Ciao.”
Saluto un po’ a disagio, la presenza di Lee mi fa sempre sentire colpevole.
“Bene, adesso che sei arrivata possiamo mangiare.”
Esclama allegramente Hannah, prendendo un piatto con tante fette di anguria e uscendo fuori, nella zona della piscina. Lo appoggia a un tavolo e prende una fetta, Oli e Matt N. si scambiano uno sguardo complice che non mi piace per niente.
Dopo aver mangiato la prima fetta iniziano a sputarsi a vicenda i semi del frutto, scatenando una vera e propria guerra che comprende anche lo scappare, sapevo che sarebbe finita così. Date un’anguria a quei due e scateneranno la terza guerra mondiale!
Nella foga della battaglia Emma rischia di cadere in piscina e solo l’intervento pronto di Lee lo impedisce, Jordan lancia un urlo selvaggio che impietrisce tutti, Oli e Matt N. deglutiscono  e ingoiano i semi che stavano per sparare.
“Cosa succede, Jordan?”
Gli chiede il cantante, incredulo per la reazione del tastierista.
“Dovete stare attenti a Emma, è incinta. Non vorrete uccidere il pesciolino prima ancora che entri nel grande acquario?”
Lo guardiamo tutti sconvolti, Emma incinta?
“Beh, ormai è andata.
L’annuncio che volevamo farvi è che sarò padre, Emma è incinta.”
Come da copione parte una selva di urla e tutti i ragazzi iniziano a dare pacche sulla spalla al povero Jordan, mentre Hannah e Chloe iniziano a domandare cose come ci si sente e che nome daranno al piccolo Fish.
“Complimenti, Emma.”
Sorrido io, lei mi sorride a sua volta.
“Grazie mille, Yukari.”
“Come ci si sente a sapere che dentro di te c’è un’altra vita?”
“È strano, ma bellissimo.
È il frutto dell’amore tra me e Jordan e sono troppo felice che ci sia, non ce lo aspettavamo, ma è stata la sorpresa migliore della nostra vita.”
“Immagino, sono felice per voi.”
“E tu, Yukari?”
“Quando rimarrò incinta?”
Domando perplessa.
“No, quando tu e Lee…”
“Non lo so.”
Mugugno a disagio, ma perché tutti finiscono per farmi sempre la stessa domanda?
È proprio necessario ricordarmelo sempre?
Lo so benissimo che c’è questa situazione e sto tentando di risolverla!
Forse a occhi estranei non sembra, ma è così.

 
Il giorno dopo Lee mi sveglia molto presto, la sveglia segna le cinque di mattina.
Io esco dalle lenzuola e lui arrossisce leggermente visto che indosso solo una maglia lunga come pigiama,  io la guardo e sospiro. Provo a coprirmi le gambe, ma con scarsi risultati.
“Mi dispiace.”
“Di che?
Sono io che non mi so controllare, come se non avessi mai visto le gambe di una ragazza.”
Il suo tono è amaro e mi fa male sentirlo così, darei un braccio per tornare indietro e chiudere la porta della mia camera quando lui ha sentito la conversazione tra me e Tamao.
A quest’ora starebbe soffrendo di meno e io potrei pensare con meno ansia, ma non si può tornare indietro solo cercare di affrontare le conseguenze del presente, anche se non è facile o ti fa soffrire.
“Va tutto bene, Lee.”
“Già, vieni che la colazione è pronta.”
Metto i pantaloncini che di solito indosso a casa e poi lo seguo al piano inferiore, in cucina c’è già il mio solito caffè con una brioches, lui ha il suo latte e cioccolato.
“Grazie, Lee.”
“Di niente. Non riuscivo a dormire e ho deciso di preparare la colazione.”
“Come mai?”
“Niente di che, non preoccuparti.”
“C’entro io?”
“Yukari, per favore lascia perdere.”
Io sospiro di nuovo.
“Va bene.”
Lo so che sono io la responsabile del fatto che dorma poco o male.
Visto che anche io ho problemi a dormire lo sento mentre cammina come un’anima in pena per la casa, cercando di non fare rumore ma finendo sempre per urtare qualcosa: non è molto coordinato, ma adoro anche questo lato di lui.
Bevo il mio caffè e salgo a cambiarmi indossando un vestito a fiori rossi senza spalline, non è della Drop Dead e Oli si lamenterà, ma a me piace molto.
Mi fa sentire una diva degli anni ’50 e ogni ragazza ha bisogno di sentirsi tale ogni tanto. Prendo le mie valigie e le porto al piano di sotto, Lee si fa scappare un microscopico sbuffo che mi fa ridacchiare.
“Perché diavolo voi ragazze vi portate dietro la casa quando dovete andare da qualche parte?”
“Metti che debba andare a una festa elegante o ci siano altre occasioni?
Meglio essere prevenute.”
“A Brighton ci sono dei negozi, non andiamo nel bel mezzo del Sahara.”
“Qual è il problema?
Le valigie le porta la macchina, non tu.”
“Ma ci staranno anche le mie?”
“Sì, non ti preoccuparti.”
“Se lo dici tu.”
Io sospiro.
“Non sono convinta che sia una buona idea che venga io, Lee.
Stiamo perdendo anche l’amicizia.”
“No, smettila con queste stronzate.
Ti prego, Yukari.”
“Ma tu stai male.”
“No, io sono quello di sempre.
Avrei commentato su quelle valigie anche se non fossi cotto di te, cazzo.
Non dare la colpa a tutte le cose che succedono alla mia dichiarazione.”
“Lee, lo so che non dormi.
Vuoi farti le poche vacanze che ti concedi da insonne?”
“E tu come lo sai?
Forse perché non dormi anche tu?
Potrei farti la stessa domanda.”
“Io non passo tutto il mio tempo sballottato da un posto all’altro del mondo.”
“No? E chi ha venduto la roba dei Pierce The Veil seguendoli in tour?
Il tuo clone?”
Io abbasso la testa e incasso il colpo.
“Ok, solo che sono preoccupata per te.”
“Non ci schianteremo in macchina, te lo prometto.”
“Non è questo, Lee.
Sono certa di non farti bene e non riesco a perdonarmelo.”
Abbasso di nuovo gli occhi, lui mi rialza la testa con un movimento brusco e io lo guardo sorpresa.
In un attimo le sue labbra sono sulle mie e io ricambio con la stessa passione che ci sta mettendo lui, la sua lingua chiede il permesso di entrare e io glielo concedo, così siamo catturati in una lotta per la dominanza, io sono vagamente consapevole di come abbia chiuso a doppia mandata la porta di casa e di come indietreggiamo verso il divano.
Ci stacchiamo solo per riprendere fiato e io gli salto in braccio allacciando stretta le mie gambe al suo bacino facendolo gemere. Continuiamo a baciarci fino a che arriviamo davanti al divano e lui mi fa stendere per raggiungermi subito e baciare la mia mascella e poi il collo, io lo inarco per facilitargli il lavoro e lui lecca e succhia lasciandomi un piccolo livido.
“Lee, dobbiamo partire.
Che diremo agli altri?”
Ansimo accarezzandogli i capelli.
“Che non è suonata la sveglia, qualcosa ci verrà in mente.”
“Con questo succhiotto?”
Lui mi appoggia un dito sulla bocca e mi guarda con gli occhi liquidi per il piacere.
“Sh. Lo so che lo vuoi anche tu, lo sento.”
“Oh, fanculo! Hai ragione!”
Gli do un altro bacio, ma breve, questa volta sono io a baciargli la mascella, il pomo d’Adamo e poi il collo.
“L’avessi saputo mi sarei fatto la barba.”
“La tua barba mi eccita, fai silenzio.”
Lui geme come risposta o forse perché anche io gli sto lasciando un succhiotto, le sue mani intanto trafficano con la cerniera del mio vestito, malferme e al terzo tentativo riesce a togliermelo e a farlo volare su una poltrona.
“Te lo volevo togliere da quando te lo sei messo.”
Io mi porto un braccio sui seni, perché un po’mi vergogno a farmi vedere mezza nuda da lui, ma Lee me lo sposta dolcemente.
“Sei bellissima, non nasconderti.”
Con gentilezza mi slaccia il reggiseno e inizia ad accarezzare un seno, mentre succhia il capezzolo di quell’altro facendomi gemere, non sapevo fosse così bravo!
Gli tolgo la maglietta e accarezzo il suo fisico un po’ morbido sorridendo, le sue mani intanto scendono sempre più in basso, verso il mio centro.
Ansimo violentemente quando sento un suo dito dentro di me.
“Sh.”
Mi zittisce con un bacio mentre inizia a muoverlo, dando inizio a un carosello di sensazioni piacevoli, il mio corpo lo asseconda nei movimenti, chiedendo implicitamente di più. Lui se ne accorge e mi toglie le mutandine e poi sorride sbilenco prima di portare la sua faccia al livello delle altre labbra e iniziare a succhiare e a leccare mentre con un dito mi tortura il clitoride. Io ormai gemo e ansimo solo, dicendo ogni tanto il suo nome come fosse una preghiera, mi sta portando lentamente all’orgasmo e lo sa.
Le ondate di piacere si fanno sempre più forti, le mie gambe iniziano a scalciare e con un gemito altissimo raggiungo l’orgasmo, è proprio bravo e il fatto che lo sia diventato sperimentando su un corpo che non sia il mio mi provoca una fitta di gelosia prima che il corpo si disconnetta.
Quando torno in me noto che adesso è nudo anche lui, con una bella erezione che ha bisogno di qualcuno che se ne prenda cura. Ribalto le posizioni e prendo il suo membro, facendo poi scorrere la mano su di esso.
“ ‘Kari, non ti fermare, ok?”
“Sh.”
Mi abbasso fino a prenderlo in bocca e lo sento tremare, mi appoggia una mano sulla testa e detta il ritmo.
Quando è prossimo all’orgasmo smetto, lui mi guarda senza capire, io alzo un sopracciglio e lui mi rivolge un sorriso birichino.
Ribaltiamo di nuovo le posizioni e lui entra finalmente in me con una spinta violenta e un po’rude che mi fa gemere di piacere e mi fa tirare un po’ i suoi capelli.
Lee rallenta il ritmo e intanto mi bacia con dolcezza, le sue mani mi accarezzano i seni, le mie invece accarezzano la sua schiena. Quando aumenta di nuovo il ritmo gliela graffio la schiena, ma a lui non sembra dare fastidio, ormai siamo sudati e ansati.
Un solo corpo e una sola anima, vicini all’orgasmo.
Un ultima spinta e raggiungiamo insieme il culmine e io vedo le stelle.
Non sono mai stata così bene con qualcuno, non ho mai sentito una connessione così profonda sia carnale che spirituale, lui intanto si è accasciato su di me, la testa tra le mie tette.
Quando fa per uscire da me lo fermo.
“Ti prego, stai così.
Lee, è stato meraviglioso.”
Gli accarezzo i capelli umidi e lo sento sorridere contro di me.
“Anche per me.”
“Adesso dormiamo, altrimenti ci schiantiamo davvero in macchina.”
“E gli altri?”
“Non si era parlato di una sveglia che non si era sentita?”
Lui ridacchia.
“Yukari, ti amo.”
“Un giorno te lo dirò anche io, adesso dormi, piccolo.”
Gli do un bacio in fronte, lui ci copre e poi abbracciati su un divano che forse è troppo stretto ci addormentiamo felici e soddisfatti.
Ci svegliamo dopo due ore di sonno e ci sorridiamo felici e insonnoliti, lui fa correre le sue dita tra i miei capelli.
“Buongiorno, principessa.”
“Ohayoo, ouji sama.”
Lui sorride ancora di più.
“Sono secoli che non parli in giapponese, come mi hai chiamato?
Maledetto inglese lardoso?”
Io gli do un pugnetto sulla spalla.
“Ti ho chiamato principe, scemo!”
“Oh, e come si dice principessa?”
“Ohime sama.”
“Allora mia Ohima sama, alziamoci e rifacciamo colazione, ci aspettano cinque ore di macchina.”
Si alza e si riveste, mentre io mi avvolgo un attimo nella coperta.
“Non spiare!”
“Inglese lardoso, nel caso non l’avessi capito mi piace il tuo corpo.”
“Grazie, di solito penso che piaccia perché sono un chitarrista famoso.”
Io sospiro.
“Lee, mi piacerebbe anche se fossi una persona comune. Adesso, vai in cucina che mi vesto.”
Per tutta risposta si siede su una delle poltrone del salotto e mi giarda rivestirmi con aria soddisfatta, facendomi sbuffare.
“Mi raccomando non ubbidirmi sempre.”
Lui mi fa una linguaccia e si alza in piedi.
Insieme facciamo una breve colazione, carichiamo le nostre valigie in macchina e poi partiamo.
Lee canticchia una vecchia canzone dei BMTH che sembra “Deathbeds”, io invece ho sonno, appoggio il viso alla sua spalla.
“Daisuki desu.”
Mormoro e poi chiudo gli occhi sorridendo.
Non credo passerà molto tempo da quando gli dirò “Ti amo” perché quello che è successo stamattina ha cambiato un po’ di cose e spazzato via dei dubbi.
Mi sveglio quando ormai siamo in prossimità di Brighton, di buon umore, il sole splende sulla vecchia Inghilterra e mi sembra un buon presagio.
“Buongiorno, principessa.”
“Buongiorno, mio principe.
Quanto manca al castello?”
“Una mezzoretta direi.”
“Ottimo.”
“Cosa diremo agli altri?”
“Penso che capiranno come sono andate le cose senza spiegare loro nulla, sono maestri del doppio senso.”
Lee ride di gusto.
“Sei pentita, Yukari?”
“Assolutamente no.”
Appoggio una mia mano sulla sua sulla leva del cambio.
“Bene.”
Rimaniamo in silenzio, tranquilli, Lee a un certo punto imbocca l’uscita per Brighton e così, di fatto, la nostra vacanza inizia.
Lee guida fino a dove abbiamo le nostre ville, un quartiere tranquillo che dà sul mare, l’ideale per rilassarsi e godersi un po’ di ozio. Non è comunque troppo lontano dal centro e dai suoi locali, cosicché ci si può anche divertire. Passiamo davanti a una serie di villette costruite all’inizio del novecento e dipinte con colori pastello, fino a che non scorgiamo la villa di Lee. Lui ferma la macchina, io scendo ad aprire e mi rovo davanti Oli che abita nella casa accanto alla nostra.
“Come mai siete in ritardo?
Vi siete persi il rendez-vous e vi giuro che non era in uno scantinato e non c’era nessun tedesco.”
Poi il suo sguardo cade sul mio foulard e sul suo volto si dipinge un ghigno molto divertito.
“Ho capito cosa stavate facendo, birichini!
Non potevate aspettare fino a Brighton?
Dicono che l’aria di mare ecciti, ma ci credo che il povero Lee non abbia resistito, il tuo vestito grida di essere tolto, Yukari.”
Io gli do una manata sulle spalle.
“Dai, Sykes! Spostati!”
“Na na na! Come è stato?
Il mio ragazzone è stato all’altezza della sua fama?
Quella cosa che i chitarristi fanno miracoli con le dita…”
“Sykes, voglio entrare a casa mia! Se non ti sposti ti metto sotto con la macchina!”
Bercia Lee.
“Comare Oli, mi sa che dovrai aspettare.”
Lui sbuffa, alza una man in segno di saluto e se ne va, io apro finalmente il cancello e Lee entra.
“Quel ragazzo è veramente pettegolo!”
Commenta appena fuori dalla macchina.
“Vuoi tenere tutto segreto?”
“No, ma non mi va nemmeno di dire a tutti come faccio sesso.
Sono affari miei, nostri, che ne pensi?”
Io prendo una valigia.
“Penso che tu abbia ragione.”
Iniziamo a portare le nostre cose in casa e io mi sento come rivitalizzata dall’aria del mare, mi sento bene come non accadeva da secoli.
Forse il mare e Lee sono la mia cura.

Angolo di Layla.

Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione

   
 
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