Serie TV > Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: _ Arya _    11/02/2017    3 recensioni
Killian Jones, 29 anni, vive a Londra con suo fratello Liam ed è co-proprietario di un pub. Un incidente ha rovinato la sua vita portandogli via la fidanzata, la loro bambina non ancora nata e una mano. È seducente e di bell'aspetto, ma dietro la sua maschera da duro nasconde un'anima profondamente ferita, che cura impegnandosi a limitarsi ad avere soli relazioni occasionali.
Emma Swan, 18 anni, vive coi suoi genitori e suo figlio Henry. Ufficialmente lavora alla boutique di moda della sua amica Regina, ma in realtà segue una cacciatrice di taglie per imparare il mestiere. Ha avuto un'infanzia difficile segnata da malattie e prese in giro: quando la sua vita è migliorata ci ha pensato il suo primo ragazzo a ributtarla nel baratro. Pur soffrendo ancora di depressione, è una ragazza forte e indipendente e non mostra mai le sue debolezze.
Quando Liam convincerà il fratello a provare ad unirsi ad un gruppo di supporto, i destini dei due ragazzi si incroceranno: saranno troppo diversi o riusciranno ad unirsi e rimettere insieme i pezzi delle loro anime?
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Liam Jones, Neal Cassidy, Regina Mills
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Self awareness







EMMA POV

In un primo momento non avevo potuto che rimanere sorpresa. O meglio, scossa.
Poi avevo fatto due conti: erano passati solo 2 anni e 5 mesi da quando avevo fatto sbattere Ryan in galera. Dunque, era stato rilasciato con 7 mesi d'anticipo.
Per un attimo, un solo attimo, ero andata nel panico. Prima ancora di iniziare a tremare, tuttavia, avevo realizzato una cosa: non avevo paura. Era ingiusto, certo, ingiusto che io avrei dovuto portare per sempre le cicatrici di quella notte e lui, dopo aver trascorso neanche tre anni in prigione, sarebbe tornato alla sua vita.
Nel frattempo, però, tante cose erano cambiate... io ero cambiata. Ed ero cambiata più di quanto potessi immaginare, perché pensandoci lucidamente mi ero resa conto di non provare proprio niente. Né dolore, né risentimento... niente. Forse non avevo ancora superato il trauma in maniera definitiva, ma ero ad un ottimo punto. Uno stupido messaggio su Facebook non poteva fare niente né a me né a Henry. Così, mi ero limitata a chiudere la pagina per seguire il programma della giornata, che iniziava con l'andare a parlare coi miei genitori: forse questa sarebbe stata finalmente la volta buona.
Ero serena e felice, soprattutto grazie alla bellissima serata passata con Killian, che si stava facendo sempre più spazio nella mia vita... e nel mio cuore. Dopo aver chiarito la situazione era diventato tutto ancora più facile e leggero, ed eravamo rimasti sul divano a mangiare la pizza e guardare Harry Potter fino a mezzanotte e mezza. E poi c'erano stati i baci, gli abbracci, le tenerezze... era stato tutto così naturale, perfino il rifugiarmi contro il suo petto per tutta la durata del secondo film, leggermente stanca ma ancora incapace di chiedergli di andar via. La ciliegina sulla torta era stato il bacio della buonanotte, così intenso da accompagnarmi fino al risveglio, col sapore delle sue labbra ancora impresso sulle mie.
-Aurora io vado, ci vediamo più tardi! Ciao Henry!- esclamai, correndo giù per le scale ormai completamente in forma. L'unico problema era il polso ancora un po' dolorante e qualche graffio visibile che avrei dovuto continuare a coprire col fondotinta, ma la mia testa stava benissimo. Erano spariti anche i leggeri dolori per tutto il corpo dovuti all'impatto col terreno, e mi consideravo davvero molto fortunata ad essermela cavata con così poco. Avevo anche cancellato la visita di controllo, avrei chiesto a mia madre di cambiarmi la fasciatura: dopotutto era una cosa che faceva tutti i giorni.
Uscita di casa inspirai l'aria fresca del mattino lasciandomi colpire il viso dai raggi solari, poi raggiunsi il mio fidato maggiolino giallo.
Era una bella giornata e io non ero mai stata così positiva in tutta la mia vita.

 

-Mamma, piano! Sembra che non ci vediamo da una vita!- esclamai cercando di ricambiare quell'abbraccio stritolante in cui mi avvolse mia madre non appena misi piede in casa.
-Oddio, scusa, ti ho fatto male tesoro? Stai bene?
-Sto benissimo, rilassati. Sono solo... sorpresa.
-Hai ragione. È che mi manca averti intorno, tesoro. È... tutto diverso senza te ed Henry... pensi di riconsiderare l'idea di tornare a casa?
-Per ora no...- confermai, seppur un po' dispiaciuta -Ho bisogno di libertà. Non che con voi non sia libera ma sai... ecco, indipendenza è la parola giusta. Avrò solo 18 anni ma sono stata fin troppo dipendente da voi tra malattie e tutto... e voglio imparare a cavarmela da sola.
-D'accordo...- sospirò con un sorriso triste -Vorrei non fosse così, ma immagino tu abbia ragione. Vieni, entra, papà sta preparando i pancake... spero non li abbia bruciati.
Quello sì che mi sorprese, invece. Da quando in qua mio padre aveva imparato a fare i pancake? Non che non avesse mai cucinato per noi, anzi, ma non era un esperto di dolci, a quelli ci avevamo sempre pensato io e la mamma. La seguii dentro curiosa, stupendomi del buonissimo odore proveniente dalla cucina: strano ma vero, non aveva bruciato niente!
-Ciao papà...
-Emma! Scusa, arrivo... non voglio rovinare la colazione...
Annuii e seguii mia madre a tavola, scambiandomi un'occhiata fugace con lei. Due sere prima in ospedale non ci eravamo salutati in maniera molto pacifica, dato che si ostinava a non voler accettare che frequentassi Killian. Se il giorno successivo ne avessero discusso non lo sapevo, ma speravo davvero che riuscisse almeno a rispettare le mie scelte.
-Ecco qua... come mai non hai portato Henry?
-Io... magari ve lo porto più tardi ma ora volevo avere un paio d'ore da sola con voi. Vi dispiace?- domandai, mentre l'uomo posava il piatto pieno di pancake a centro tavola, per poi finalmente accomodarsi di fronte a me, squadrandomi.
-No, certo che non ci dispiace. Come stai? Il polso? La testa?
-I capogiri sono spariti... il polso va meglio. Ho pure fatto la pizza senza tanti problemi.- gli assicurai sollevando il braccio per confermargli le mie parole. Per un attimo restammo tutti in silenzio, ma avevo deciso che quel giorno doveva andare tutto per il verso giusto, così decisi di romperlo per prima.
-Ok, sappiamo che non sono venuta solo per fare colazione... anche se ovviamente non rinuncerò a divorare almeno due o tre pancake- iniziai, strappando un sorriso a entrambi -Sono venuta per parlare. Di nuovo. Dato che l'altra sera non abbiamo avuto modo di concludere...
-Per colpa nostra- concluse mia madre. Mio padre strinse le labbra, ma tanto per cambiare non negò. Quell'incidente si stava dimostrando sempre più una cosa positiva, su tutti i fronti. Ad averlo saputo, quasi quasi mi sarei gettata sotto una macchina oltre una settimana prima. O forse no, ma il concetto era comunque quello.
-Ci dispiace, Emma. Io sono la prima a condannare chi giudica senza conoscere, è solo che sei la mia bambina e... ero spaventata. Temevo potessi soffrire di nuovo, ma quando vi ho visti l'altro giorno... eri così... sai, piena di gioia. Eri imbarazzata, è vero, ma eri felice. E lui mi è sembrato un ragazzo molto tenero e premuroso... quindi voglio chiederti scusa, tesoro.
E dispiaciuta lo sembrava davvero, molto. Forse in un'altra occasione non sarei stata tanto incline al perdono, ma proprio perché, come lei stessa aveva detto, ero felice, non avevo alcuna voglia di tenere il muso. Aveva riconosciuto il suo errore e si era scusata: mi bastava.
-Papà?- feci quindi, volendo ascoltare anche la sua opinione prima di chiudere la questione una volta per tutte.
-Beh, io... immagino... immagino che non sia poi così male- borbottò -Si ricordava di me?
-Non subito... ma abbiamo parlato di quella cosa e ci è arrivato. E mi ha spiegato anche i motivi di ciò che ha fatto. Tu sapevi tutto, non vedo perché lo odi tanto.- sputai il rospo, cercando di non suonare acida. Aveva da poco perso quella che sarebbe stata la sua famiglia, aveva bevuto e aveva picchiato quell'uomo solamente perché l'aveva trovato ad importunare una povera ragazza. Cosa c'era di tanto sbagliato in tutto ciò?
-Il fatto è, Emma... che in qualsiasi circostanza ci si trovi, la violenza non è la soluzione.
-Certo, perché se la mamma non ti avesse fermato tu non avresti picchiato Ryan!- gli feci notare, ricordando perfettamente la scena del giorno in cui avevamo incrociato il ragazzo davanti all'ingresso del tribunale. Se non fosse stato per la mamma – io ero troppo scossa per riuscire ad intervenire – non solo non avrebbe potuto essere il mi avvocato, ma si sarebbe beccato anche una bella denuncia per aggressione, probabilmente.
-E' diverso. Sei mia figlia e lui ti aveva fatto del male...
-Ma non lo è! L'unica differenza sta nel fatto che Killian non conosceva quella ragazza e il tipo non le aveva ancora fatto del male. Doveva aspettare che gliene facesse?!
-Va bene! Hai ragione.- esclamò infine, battendo i pugni sul tavolo.
-Che?
-Hai ragione! Ok? Non è che non mi piace perché penso sia una persona cattiva... ma temo non sia giusto per te. Che non sia in grado di controllare la rabbia. E l'età...
-Lascia stare l'età! Preferiresti davvero che frequentassi uno stupido moccioso? Perché la maggior parte dei ragazzi della mia età lo sono e non puoi negarlo. E posso assicurarti che Killian non ha nulla di violento.
Beh, non proprio nulla nulla, sapeva diventare molto passionale e sospettavo di non aver neanche visto la metà di quanto potesse esserlo, per ora... ma era un dettaglio su cui potevo sorvolare.
-Sei felice?
-Sì. Sono felice.
-Va bene. Allora mi basta. Mi dispiace...
-Dovresti prenderti qualche lezione dalla mamma, non sei bravo a scusarti... ma va bene...- sorrisi infine, per alzarmi da tavola ed andare ad abbracciare entrambi. Tutto sembrava ancora più bello coi miei genitori a sostenermi – o almeno ad accettare le mie scelte. Avrei sicuramente avuto bisogno della loro vicinanza, e probabilmente di qualche consiglio, e ora sapevo di potergliene parlare senza problemi. E a questo punto, tanto valeva provare subito: non volevo porgergli una domanda troppo diretta, ma avevo bisogno di una piccola spinta per capire quale fosse la scelta giusta in merito alla proposta di Killian. Certo, non saremmo stati soli, ma avremmo comunque viaggiato tutti in coppie e non avevo proprio idea di cosa aspettarmi. Se da un lato volevo dirgli di sì, dall'altro non riuscivo a fare a meno di pensare che fosse troppo presto.
-Il prossimo week-end è il compleanno di Killian e parte con gli amici. Mi ha chiesto se voglio andare anch'io- sputai d'un fiato, per poi liberare l'aria dai polmoni. Un po' più difficile fu trovare la forza di alzare lo sguardo per leggere le loro reazioni.
Mio padre aveva la mascella serrata, mentre la mamma aveva inclinato la testa di lato, e sembrava leggermente dubbiosa.
-Sì insomma... forse viene anche Regina. Ma non vuole dirmi dove... sarà una sorpresa.
Ancora silenzio: forse, dopotutto, non era stata proprio un'ottima idea lanciare una bomba del genere. Fino a poche settimane prima ero stata completamente disinteressata ad avere una relazione, e adesso volevo addirittura partire col mio ragazzo.
-Tu... pensi sia una buona idea?
-Io... non lo so...- ammisi, abbassando lo sguardo -Non che non mi fidi di lui, sia chiaro. È solo che... è un viaggio e stiamo insieme solo da due giorni. Non è come uscire fuori a cena.
-Se non sei convinta lascia perdere- intervenne mio padre -Se è un bravo ragazzo come dici tu, spiegagli i tuoi dubbi e capirà senza problemi.
-Non è che non sono convinta. Io... la verità è che voglio andare, ma non so se... se sono pronta.
-Pensi abbia... un certo tipo di aspettative?
-No! Assolutamente no!- esclamai, sperando di non essere arrossita. Dopo il discorso che avevamo fatto, però, ero convinta al 100% che non si aspettasse proprio nulla. Mi aveva fatto capire che, se fosse stato necessario, avrebbe pazientato per anni interi ed era una cosa dolcissima.
-Allora cos'è che ti ferma, tesoro?- fece mia madre dolcemente, aprendosi in un sorriso.
-Io... niente. La ragione immagino. Ma...in realtà niente.- realizzai. A fermarmi era solo l'idea che fosse presto, il senso comune in poche parole... ma da quando in qua mi interessava ciò che era giusto per principio?
-Sapete cosa? Vi va di tenere Henry per il fine settimana?
-Quindi andrai?
-Penso di sì. Ve lo confermerò domani.
-Basta che tu sia sicura. Poi se alza le mani devi solo dirmelo e vede cosa gli combino...
-Papà, tranquillo, non lo farà!- risi della sua espressione minacciosa, e quello incrociò le braccia offeso guardandomi come per dire “io sono serissimo”. E lo era sicuramente, ma sapevo anche che non ce ne sarebbe stato alcun bisogno. Prima o poi avrebbe capito che Killian era davvero un bravissimo ragazzo, nonostante le apparenze potessero ingannare.
-Non dare retta a tuo padre... e ovviamente terremo Henry con piacere! Vero David?
-Quello è ovvio!- assicurò -Ho il fine settimana libero tra l'altro, se ci sono scartoffie me le porterò a casa... però se parti fatti sentire ogni tanto. Una chiamata, un messaggio...
-Ok, ok! Ma sarebbero soltanto tre giorni, non un mese!- gli feci notare, continuando a ridere.

 

***


KILLIAN POV

-Lo sai che manca poco e hai perso la scommessa, vero amico?
-Cosa?- alzai lo sguardo confuso su August, mollando il secondo bicchiere di birra appena svuotato. Quella era una giornata un po' morta a causa della pioggia e del freddo intenso, ma gli altri avevano insistito per uscire dato che ero stato male per un bel po' e non mi ero mosso da casa. Alla fine avevo deciso che un'uscita a bere con gli amici non mi avrebbe fatto male, anzi.
-Tra meno di una settimana si parte. E tu ignori qualsiasi ragazza ti guardi.
-A meno che non abbia ottenuto qualcosa con la diciottenne...- intervenne August.
Mentre gli altri rizzavano le orecchie curiosi, io fui indeciso se maledirlo o ringraziarlo. Forse avrei optato per la seconda, però, dato che mi aveva semplificato le cose; ancor prima di uscire avevo deciso che quella sera avrei raccontato ai ragazzi della storia con Emma. Il punto era che non sapevo da dove iniziare, e August mi aveva dato l'input.
-Sì, in realtà è così.
-Te la fai con una diciottenne e non ci dici niente?! A parte a lui?
-Scusate, avete ragione. Ma è... è diverso.- borbottai, rendendomi conto di essere imbarazzato. Vantarmi delle mie conquiste era semplice, ma parlare di Emma era tutto il contrario... provavo sentimenti così forti per lei, che io stesso ne avevo paura.
-Diverso in che senso?
-Diverso nel senso che non è che me la faccio con lei. La sto frequentando. Seriamente, voglio dire. Ci conosciamo da oltre un mese ormai, quasi due ma...
-Ma non voleva dartela?
-Graham, basta!- alzai la voce, battendo sul tavolo e facendo sì che un po' di gente si voltasse a guardarci. Anche August, Graham e Arthur rimasero a bocca aperta, così abbassai lo sguardo.
Avevo esagerato? Forse. Ma il fatto che si parlasse così di lei, mi aveva fatto ribollire di rabbia, più di quanto avrei potuto aspettarmi.
-Scusate. Non ci sono ancora andato a letto, ok? È una storia seria, ragazzi. Quello che c'è tra me ed Emma non è un gioco. Stiamo insieme. È molto giovane e ha anche un figlio, ma è una ragazza meravigliosa e... mi fa stare bene.- ammisi, studiando attentamente i loro sguardi. Eravamo un bel gruppo e ci conoscevamo da anni, ma nessuno di noi aveva mai avuto una storia seria da allora, ed eravamo abituati così. Essere l'uno la spalla dell'altro, divertirci e conquistare bellissime donne con cui trascorrere delle notti di fuoco. O semplicemente passare le serate al bar a bere e chiacchierare, ma non così profondamente... non come riuscivo a fare con Liam e Robin.
-Scusa tu. L'avevo capito, sai. Più o meno.
-Cosa?
-Era da tanto che non guardavi più nessuna, amico, l'ho notato. E sono sicuro che l'abbiano notato anche loro- accennò ad August e Arthur, e loro annuirono -Così come mi sono accorto che Arthur è uscito con la stessa ragazza per ben sette volte.
Il diretto interessato arrossì, e a dire il vero fui sorpreso anch'io: Graham aveva proprio occhio, io non ci avevo davvero fatto caso! Era un buon osservatore, ma in fondo da un detective della polizia avrei dovuto aspettarmelo.
-Come si chiama la tua fiamma?
-Guinevere... Gwen.
-Bene!- concluse August -Brindiamo a Emma e Gwen, e a questi due che potrebbero essere i primi tra noi a mettere la testa a posto!
Lieto che il discorso si fosse alleggerito tanto facilmente, sollevai il bicchiere insieme agli altri e accettai il brindisi. Parlare con loro si era rivelato più facile di quanto avevo creduto, e in quel momento realizzai che in fondo eravamo tutti sulla stessa barca. Le nostre avventure avevano semplicemente colmato il vuoto che avevamo dentro, chi per un motivo e chi per un altro. Ma alla fine, trovare la persona giusta con cui riuscire ad essere felici ogni giorno, era il desiderio di tutti.
-Killian, una cosa...
-Spara, Humbert.
-Tu ti stai innamorando di questa ragazza?
E rimasi in silenzio... anche se la risposta era già sulle mie labbra.
Oh mio dio.
Fino a quel momento non ci avevo davvero pensato, non avevo riflettuto sulla natura dei sentimenti per Emma che ogni giorno crescevano sempre di più.
-Sì... credo di sì.- ammisi, a lui e a me stesso.
E forse le cose erano ancora più gravi del previsto: forse non mi stavo innamorando di Emma, forse ne ero già innamorato.

 

***


EMMA POV

-Grazie Cora. Per non aver detto niente a Regina.
-Emma, figurati. Sarò anche la madre della tua migliore amica, ma mi sembra di capire che tu sia qui per motivi professionali.
-Sì. Sì è così.- ammisi, trovando improvvisamente interessantissimi i libri sullo scaffale dello studio di Cora Mills. L'avevo contattata il pomeriggio del giorno prima, dopo il discorso coi miei, sperando avesse un'ora libera da dedicarmi e avevo avuto fortuna. Avevo deciso di avere bisogno di un'ultima opinione, ma da parte di qualcuno che sarebbe stato capace di essere completamente oggettivo. E chi meglio di una persona che lo faceva per lavoro?
Quando più di due anni prima i miei mi avevano mandata da Cora, non ero pronta ad aprirmi con una persona sconosciuta, mentre ora era proprio ciò di cui avevo bisogno.
-Accomodati pure, dai. Vuoi una tazza di tè?
-No, no, grazie...- borbottai, prendendo posto sul divano, così mi seguì e si sedette sulla poltrona di fronte a me. Il problema è che non sapevo proprio da dove iniziare, non avevo tempo di raccontarle tutta la storia, e certi dettagli non volevo comunque condividerli.
-Emma, lo sai che puoi dirmi tutto, vero? Non sono qui per giudicarti, così come ti ho detto un paio di anni fa. E ammetto di essere stata piacevolmente colpita dalla tua chiamata, non me l'aspettavo.
-Già neanch'io...- confermai, ed entrambe ci lasciammo sfuggire una piccola risata -Il fatto è che non sono mai stata una persona incline a chiedere aiuto. Anzi, in realtà non è che sono venuta perché mi serve aiuto... un consiglio, più che altro. Sai, uno oggettivo... che non venga dalla mia migliore amica o dai miei genitori.- ammisi.
Ormai ero quasi certa di accettare, ma qualche piccolo dubbio non mi aveva ancora abbandonata del tutto.
-Dimmi pure, ti ascolto.
-Ok...- decisi, chiudendo gli occhi e poggiandomi sullo schienale del divano -Ho un ragazzo. Un uomo in realtà, ha quasi 30 anni. Ci conosciamo da quasi due mesi, l'ho conosciuto al gruppo di supporto... e ci piacciamo, credo dal primo momento. Beh, non proprio, almeno per quanto mi riguarda. Ora stiamo insieme, credo... ok, no, stiamo insieme. Il fatto è che abbiamo avuto un solo vero appuntamento, e neanche in grande dato che siamo stati a casa a mangiare la pizza e vedere la tv, eppure stiamo insieme. Credo che il problema sia proprio questo... le cose tra noi stanno crescendo in fretta, credo troppo in fretta. Sembra tutto naturale, non è forzato... eppure non può essere normale che una relazione nasca tanto velocemente. Cosa devo fare?
Solo allora respirai, riaprendo gli occhi per guardare la donna, che sembrava confusa e anche abbastanza colpita. Ovviamente mi rendevo conto di aver parlato un po' troppo, ma il bisogno di liberarmi di quelle parole era stato troppo grande. Avevo necessità di capire.
Perché in fin dei conti, avevo realizzato che il problema in sé non era il viaggio: era quella relazione che stava andando a gonfie vele, con un vento molto più forte del previsto.
-Va bene... lascia che ti faccia solo una domanda. Il fatto che le cose stiano andando così velocemente, ti crea qualche disagio?
-Mi spaventa.
-Ti spaventa perché dovrebbe spaventarti, o perché hai qualche paura concreta?
-Beh, no...
Quali problemi concreti potevano esserci? Killian era meraviglioso, paziente, sapeva farmi star bene e gli piacevo così com'ero, con tutti i miei difetti. Adorava perfino mio figlio, e mi aveva fatto capire che il fatto che fossi madre non lo spaventava. Ma non era proprio questo, il punto? Perché potesse nascere qualcosa di così forte, serviva tempo. Noi avevamo bruciato decine di tappe.
-E allora, io credo che tu abbia già la risposta... non pensi? Voglio dire, ti fa la corte da oltre un mese alla fine, no? Non mi pare poi così poco.
-No, certo, ma io all'inizio... l'ho trattato male, diciamo. Poi per un po' ci siamo frequentati in amicizia, anche se ci piacevamo...
-E allora? Vi siete frequentati. Avete imparato a conoscervi, ad apprezzarvi... e alla fine avete capito che valeva la pena tentare di avere qualcosa in più. A me questa sempre una cosa più che naturale, non importa se non avete avuto decine di appuntamenti galanti... ogni storia è diversa. Magari ora le cose si stanno muovendo più velocemente, semplicemente perché già conoscete cose di voi che altri scoprono durante gli appuntamenti...
Tanta ovvietà mi lasciò spiazzata: la sua spiegazione era tanto semplice, eppure quadrava perfettamente. Come avevo fatto a non arrivarci da sola? Era ovvio che io e Killian non avessimo trascorso la serata a parlare di cosa ci piaceva, perché già lo sapevamo. Conoscevamo già così tante cose l'uno della vita dell'altra.
-Grazie. Grazie Cora, davvero! Io mi stavo facendo problemi inutili e... ti ringrazio.
-Non c'è di che, cara. Io non ho fatto niente se non condurti a realizzare ciò che già sapevi!
-Sì beh, ammettere di conoscere già la risposta non è facile. Senti io... io vado. Ma ti pago l'ora intera ovviamente.
-No, lascia stare, offre la casa. A patto che mi risponda a una domanda.
-Oh... d'accordo. Cosa?
-Te lo chiedo da mamma della tua migliore amica, non da psicologa. Quest'uomo con cui ti vedi... è un bravo ragazzo?
-Lo è...- sorrisi, rilassando i muscoli -Lo è davvero. In realtà è il migliore amico dell'uomo con cui esce Regina.
-Oh!
-Oddio, sapevi che esce con qualcuno, vero? Mi ucciderà...
-Tranquilla!- mi rassicurò la donna con una risata -Lo sapevo, solo non ho avuto modo di conoscerlo. E lui è un bravo ragazzo? Non le dirò che ne abbiamo parlato... non voglio pettegolezzi, sono solo una mamma preoccupata...- fece scuotendo le spalle.
-Sì, non hai di che preoccuparti. Robin è un bravissimo ragazzo, anche più di quello con cui esco io. Cioé, sono entrambi fantastici ma sono diversi...
-Bene, questo mi basta. Grazie, Emma!
-Grazie a te! Allora ciao, ci vediamo presto! I miei pensavano di invitare te e Regina a cena, qualche volta...
-Volentieri! Ciao cara, è stato davvero un piacere.
-Anche per me- sorrisi, prima di chiudermi la porta dietro e scendere le scale allegra. Cora era riuscita a togliermi ogni dubbio: sarei andata con Killian e avrei smesso di chiedermi cosa fosse giusto e cosa no. Sarebbe stato il mio istinto a dirmelo, e in questo momento mi gridava di fare i bagagli e prepararmi al viaggio; sarebbe sicuramente stata una bella avventura, ovunque saremmo andati... e nel frattempo, avremmo continuato a conoscerci sempre meglio.
Una volta fuori presi il cellulare e guardai l'orologio, erano le 18.30: mancava ancora mezz'ora all'orario dell'appuntamento che io e Killian ci eravamo dati, per prenderci un hamburger e perché io gli comunicassi ciò che avevo deciso. Niente cena galante stavolta, dato che alle 20.30 avrebbe raggiunto Robin e gli altri per dare una mano al locale. Anch'io mi ero offerta di aiutare, ma avevamo convenuto che con un polso fuori uso avrei rischiato di combinare danni.
Così mi diressi verso la piazza, decisa a sedermi ad aspettarlo al Burger King, dato che faceva freddo e stava anche ricominciando a piovere.
-Emma.
E in un attimo, un masso mi colpì in pieno stomaco.
No, non un masso... una roccia. O meglio, una montagna intera.
L'ultima persona che desideravo e che mi sarei aspettata di vedere, era di fronte a me. Era cambiato, ma non abbastanza perché non mi creasse lo stesso disgusto che avevo provato nei suoi confronti dopo quella sera. I miei muscoli si pietrificarono, impedendomi di correre via o perfino di urlare, e un senso di malessere mi invase tutto il corpo. Avevo la testa così pesante che sarei potuta svenire da un momento all'altro.
-Emma, ti senti bene?
-Non avvicinarti, Ryan.










 

Angolo dell'autrice;
Ciao! A quanto pare avevo il capitolo quasi pronto da pubblicare, perfino revisionato... quindi gli ho datto solo una letta veloce per sistemare qualche dettaglio.
Emma alla fine ha notato il messaggio di Ryan solo al mattino, e ovviamente non poteva non esserne scossa... ma è rimasta lucida e si è resa conto che nonostante l'ingiustizia, non prova più niente per lui. Paura, odio... nulla. Solo indifferenza. Quindi ha deciso di ignorarlo, ed è andata a casa sua per sistemare finalmente le cose coi suoi genitori. E questa volta è andata molto meglio, anche con David... che ha accettato che finché lei è felice, si farà andare bene qualsiasi sua scelta. E ha anche ammesso che non è che ce l'ha con Killian perché pensa sia una cattiva persona...
Così, i genitori hanno saputo come aiutarla riguardo la sua scelta per il viaggio... e per essere certa, ha contattato anche Cora, che le ha fatto capire che in fondo non ci sarebbe nulla di strano se accettasse, e la relazione non sta correndo così tanto... si è solo sviluppata in maniera diversa.
Anche Killian ne ha parlato coi suoi amici, e sono tutti contenti per lui... diciamo che ad entrambi sta andando molto bene ultimamente.
Ma ovviamente, siccome io sono cattiva, e non va bene che tutto vada così bene... è arrivato Ryan.

Anyway. Avete visto il panel con Jen e Colin? Meravigliosi, li adoro tanto insieme! E sono tanto curiosa per l'episodio musical!
E poi ho visto LaLaLand. Non dico nulla... (Gio, ora capisco cosa volevi dire... il finale.)
Un abbraccio e a presto! :*
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: _ Arya _