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Autore: Lady_Erato    12/02/2017    0 recensioni
Isaac ha lasciato Beacon Hills da diverso tempo. Non crede che tornerà mai dal branco. Decide di trasferirsi da New York in una nuova città. Nuova vita, nuovi amici... nuovo amore o nuovi nemici? Chi sta avvelenando gli animali del Yellowstone Park ? Tutto ciò ha un legame con il soprannaturale ?
Possibile variazione rating in futuro.
Possibile OOC
Genere: Generale, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Chris Argent, Derek Hale, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Scott McCall
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Isaac credette e sperò, eccome se lo fece, di aver frainteso le parole di Aron.

Poteva aver scoperto il suo segreto? Impossibile. Non aveva avvertito la presenza di nessun licantropo, neanche il la loro scia olfattiva ed inoltre non aveva l'aria di un cacciatore.La neve scendeva pigra sul terreno, l'alta siepe del giardino sembrava una solida ed alta barriera di ghiaccio. Sentiva l'odore selvaggio del bosco invaderlo, abbracciandolo con prepotenza. Camminò verso l'entrata,rimuginando sulle parole dell'uomo.

Appena chiuse lo scuro portone, avvertì un odore forte in casa sua: una scia di muschio con un accenno di menta.Di primo impatto si agitò, finché non riconobbe le note olfattive.

Dalla porta si affacciò un sorridente Chris Argent.

 

Se ne stava lì, sulla soglia ad osservarlo con in mano un sandwich.

Per giustificare il suo ingresso indicò un piccolo arnese vicino allo svuota tasche all'entrata, era un maestro nello scassinare qualsiasi serratura.

‹‹Ho visto che hai fatto la spesa, hai comprato tutte cose nutrienti, bravo. Devi avere più cura di te ora che vivi da solo e anche il branco è lontano››.

Già, il branco. In ogni istante combatteva quella mancanza.

Era più magro dall'ultima volta che l'aveva visto a New York e la barba era sempre più grigia.

Rivedere una faccia familiare dopo mesi passati a destreggiarsi in un ambiente a lui sconosciuto con persone nuove alleggerì il peso che si portava sulle spalle da tempo.

Essere sempre all'allerta, iniziare qualsiasi conversazione con i piedi di piombo, voltarsi sempre ogni cinquanta passi lo stava logorando.

‹‹Sono qui per te Isaac, devo assicurarmi che questo posto sia sicuro››.

Addentò il sandwich lentamente.

‹‹Capisco, quindi hai trovato qualche informazione sull'esistenza di un clan di cacciatori da queste parti? ››.

L'uomo sorrise nel fascio di luce proveniente dalla cucina e premette un interruttore per illuminare il salone.

Solo in quel momento Isaac notò sul suo tavolo una serie di documenti, di fascicoli e di foto.

Si avvicinò per esaminare meglio quest' ultime, prendendone alcune tra le mani dalle dita affusolate e pallide.

La prima lo ritraeva al supermercato al reparto ortofrutta, la seconda al diner mentre parlava con Tom ed Alex, la terza mentre passava un vassoio ad un distratto David e ce n'erano almeno altre trenta.

‹‹Cosa vuol dire? Chi mi sta spiando ? ››.

Sentiva il cuore aumentare i suoi battiti ed il respiro entrare ed abbandonare velocemente i polmoni.

Era in pericolo?

‹‹Non ti stanno spiando, ti stanno proteggendo››.

Il ragazzo gettò le foto sulla superficie lignea stizzito.

‹‹Che vuol dire? ››.

Chris finì con calma di masticare ed estrasse dalla tasca posteriore dei pantaloni un oggetto attaccato ad una catenina, probabilmente argento, portandolo davanti agli occhi di Isaac per permettergli di osservarlo al meglio.

Il ciondolo era tondo, spesso quanto un Iphone e vi era impresso un disegno geometrico dall'aria antica.

Sollevò gli occhi guardando l'uomo con una nube di cieca confusione negli occhi.

‹‹Ti sarei davvero lieto se la smettessi di muovere ogni tua azione per indovinelli, credevo che voi cacciatori foste più pragmatici ! ››.

In risposta l'altro sbuffò sonoramente per manifestare il suo senso di insofferenza e scrollando le spalle.

‹‹Guardalo bene, non l'hai visto da nessuna parte ? ››.

Analizzò con maggior attenzione quello strano simbolo.

‹‹Forse l'ho visto su qualche lapide al cimitero di Beacon Hills››.

In quel momento successe qualcosa che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato, che nessuno avrebbe mai immaginato.

Chris prese Isaac per il collo della pesante giacca rossa e con una forza che sapevano entrambi che avesse, lo sbatté forte al muro.

‹‹Ti cresco come un figlio mio e tu non sei neanche in grado di guardare a terra mentre cammini!

Se ci fossero dei cacciatori interessati ad ucciderti l'avrebbero fatto da un pezzo sull'uscio di casa tua! ››.

Il viso di Isaac si tramutò in una maschera di dolore e vergogna. A differenza del suo padre biologico sapeva quanto il cacciatore tenesse a lui.

Si staccò da lui e poi lanciò con violenza la collana sul tavolo, lasciando un notevole graffio.

‹‹Quel simbolo appartiene ad un clan di cacciatori irlandesi che sembra avere il controllo totale su questa città. Si trova ovunque... ››.

Tirò fuori dal suo borsone da viaggio altre foto.

‹‹L'ho visto impresso sulle pareti del municipio, sulle cassette della posta di alcune case, sullo steccato dei parchi! Tu che vivi qui non hai mai davvero visto dove stessi mettendo i piedi, dannazione ! ››.

Sfogò la sua frustrazione su una lampada vicino alla televisione, gettandola a terra con il gesto del braccio e passandosi le mani tra i capelli.

Il ragazzo era ancora con le spalle al muro, spaventato da quella rabbia che sembrava ricordargli suo padre.

Quando il cacciatore si sedette gli si avvicinò lentamente e questo sospirò.

‹‹Ho perso Allison, non posso perdere anche te, lo capisci? ››.

In tutta risposta abbassò il capo per poi rivolgere lo sguardo alla lampada rotta.

‹‹Non ho controllato la rabbia, scusami››.

‹‹Tranquillo, succede anche a me. Quindi chi sono questi cacciatori? ››.

Chris riprese tra le mani le foto.

‹‹Non lo so. Le foto erano in una busta verde qui fuori dalla tua porta,insieme al ciondolo. C'era solo scritto : "Táimid fhiach na daoine a thabhairt dúinn an fiach" e le tue iniziali››.

‹‹Cosa sarebbe questa strana lingua? ››.

L'uomo ne tracciò la traduzione sotto la frase stessa.

‹‹Noi cacciamo chi ci dà la caccia››.

Isaac sembro afferrare il concetto base annuendo.

‹‹Io non sono una minaccia per loro e se seguono il codice come te non mi faranno del male finché non mi macchierò del sangue di qualche persona, ma perché hai detto che mi stanno proteggendo? ››.

L'altro gli passò il ciondolo con aria molto solenne ed una piega sulle labbra che aveva l'aria di essere il fantasma di un sorriso.

‹‹Quando noi cacciatori troviamo una creatura del sovrannaturale con lo stemma di un clan al collo abbiamo la certezza che se gli dovessimo torcere anche solo un capello i suoi protettori lo verranno a sapere e cercherebbero vendetta, sangue per sangue ››.

Il mannaro scosse la testa distrattamente dirigendosi verso la cucina per prendere un bicchiere d'acqua.

‹‹Perché dovrebbero proteggere me? ››.

‹‹Non lo so, per questo lo chiederemo al loro capoclan ››.

Il più giovane incredibilmente travolto dalla stanchezza, improvvisamente sgranò gli occhi.

‹‹C'è un tale, si chiama Aron e lavora con me al diner, mi ha accompagnato a casa. Ha detto che qui intorno è pericoloso per un lupo solitario, ma non so se sappia effettivamente chi sono ››.

L'uomo strinse la labbra in un'espressione corrucciata, la stessa di Allison, il ché gli causò una fitta al cuore.

‹‹Domani indagherò, ti accompagnerò a lavoro così mi farò un'idea dell'ambiente. Quattro occhi sono meglio di due››.

***

Dopo avergli mostrato la camera degli ospiti si diresse nella sua quasi trascinando i piedi.

Aprendo la porta iniziò a spogliarsi, gettando tutto nella cesta degli abiti da lavare.

Passò diverso tempo a lavarsi i denti guardandosi attentamente allo specchio. Non aveva una bella cera,se a Livingston ci fossero stati dei mendicanti, con quella faccia sarebbe riuscito a farsi dare qualche spicciolo anche da loro.

Sorrise amaramente al suo riflesso.

Prima di stendersi sul letto chiuse le tende della finestra ed in quel momento notò un qualcosa di insolito.

In giardino, sotto la sua finestra, davanti alla cucina, notò la neve smossa, una grande quantità.

Sembrava che un animale si fosse accucciato lì per diverse ore, forse fino all'arrivo di Chris se non oltre.

"Beh, è normale, la casa confina con il bosco", si disse.

Per lui rimaneva comunque un fatto anomalo.

Che fosse una coincidenza il fatto che da quel punto si poteva avere una visuale sia della cucina che del soggiorno?

Isaac andò a dormire più confuso di prima.

Non avevano idea di chi fosse a capo dei cacciatori, cosa volessero da lui, chi fosse dei loro e dove si trovassero.

Mancavano cinque giorni alla luna piena, l'ennesima lontana dal branco.

Un lupo solitario è debole, ma con Chris al suo fianco avrebbe superato tutto questo, l'avrebbero fatto insieme,come farebbero padre e figlio.

***

 

Lo risvegliò dal suo sonno di piombo un rumore sordo proveniente dal giardino, come se qualcuno avesse scavalcato la siepe ghiacciata e fosse crollato sul candido manto innevato. Si alzò e si mosse alla chetichella verso la camera degli ospiti. Il respiro gli morì in gola quando vide Chris portarsi l'indice alle labbra, intimandogli di fare silenzio.

Insieme scesero le scale e ad un gesto del cacciatore, Isaac capì che era il momento di diversi e che a lui sarebbe toccata la parte posteriore del giardino.

Entrambi controllarono che nessuna finestra fosse forzata e che nessuna porta, quella dell'ingresso e quella posteriore, fossero forzate. Come dei ladri in casa propria uscirono tramutandosi nell'essenza della circospezione.

Il ragazzo dagli occhi ormai dorati girò le chiavi nella toppa e così fece con il pomello.

Fuori non avvertiva il minimo rumore, come se fossero intrappolati in una bolla demoniaca. Una puzza di sangue e putridume lo assalì come se il suo naso fosse immerso in una pozza di acido, facendogli lacrimare gli occhi.

All'angolo del suo giardino c'erano animali ammassati gli uni sopra agli altri, senza vita.

Branchi interi di orsi e linci.

Un lamento lo fece voltare di scatto.

C'era ancora vita in quell' Inferno ?

Sembrava che Lucifero avesse deciso di trasferire il suo regno degli inferi nel giardino del ragazzo.

Sotto la finestra dove aveva notato la neve smossa prima di andare a dormire, trovò un leone di montagna su un letto di sangue.

L'animale alzò i suoi occhi e il ragazzo si specchiò in due cerchi dorati identici ai suoi.

Notò solo allora che tutti gli animali sul dorso, sul muso o sulle zampe portavano il marchio del clan irlandese.

Uno sparo lacerò quell'atmosfera demoniaca, ma il dolore non arrivò mai.

Si svegliò mentre Argent lo scuoteva vigorosamente per le spalle.

Era stato solo un sogno.

‹‹Me ne parlerai domani, scendo a prepararti un calmante naturale così potrai dormire››.

Non era stato un sogno, era stato un incubo.

***

Quando Argent scese le scale trovò Isaac sul divano con una tazza di caffè tra le mani.

Gli occhi erano cerchiati di viola, come se un bambino con un pastello a cera vi avesse calcato troppo e ripetutamente sopra. Il volto era tirato come le vele di un galeone e la pelle era pallida più della neve stessa. Chiunque avrebbe notato da almeno un miglio di distanza che quel ragazzo non doveva aver chiuso occhio, se non per un paio di ore.

‹‹Credo che dovresti telefonare al tuo capo e dirle che ti prendi un giorno di malattia ››.

L'altro lo sentì varcare la porta della cucina e aprire il frigorifero pieno come la metro newyorkese nell'ora di punta.

Aveva pensato all'incubo per tutta la notte annotandosi tutti i dettagli, come se avesse potuto dimenticarli in un battito di ciglia, ma certe cose non si dimenticano mai.

Chris ritornò da lui alcuni minuti dopo con un intruglio verde in un bicchiere dall'aspetto non proprio invitante ed un piatto con pane ai cereali tostato ricoperto da una marmellata ai mirtilli dal colore intenso.

‹‹Quella roba non la bevo, per quanto mi riguarda puoi concimarci le piante fuori››.

L'adulto gli piazzò l'intruglio proprio sotto il naso in modo da poter percepire un odore tutt'altro che sgradevole, così Isaac si fece coraggio e trangugiò serrando gli occhi la bevanda verdeggiante.

‹‹Non era tanto male, ma non chiederò cosa tu vi abbia messo. Che piani hai per oggi? ››.

‹‹Credo di portarmi dietro di notebook e sedermi al diner finché non terminerai il turno... ››.

L'altro alzò il sopracciglio vagamente scettico mentre la sua carnagione ricominciava ad avere una tonalità rosea quantomeno dignitosa.

‹‹Ti presenterai in veste di padrino magari. La versione ufficiale è che sei un ranger che si è ritirato da tempo e vive di rendita grazie agli immobili in affitto››.

Chris soppesò l'idea grattandosi delicatamente la barba incolta e osservando un punto non molto ben definito nello spazio davanti a loro, tra la televisione e la finestra.

‹‹Si può fare, perché prima di prepararti non mi racconti dell'incubo? ››.

Isaac sospirò gravemente massaggiandosi l'attaccatura del naso e dopo un momento di esitazione gli rivelò cosa aveva sognato senza nascondere la forte angoscia che ora sembrava abbracciarlo come una presenza inquietante e demoniaca.

‹‹Ho anche notato della neve smossa sotto la finestra della mia stanza, in un punto dove chiunque avrebbe avuto modo di osservarci ed ascoltarci ieri sera, tra la cucina ed il soggiorno ››.

Il cacciatore annuì lentamente per poi alzarsi stiracchiandosi come un bambino.

‹‹Non so come interpretare questa scoperta. Quel qualcuno forse lavora per il clan oppure vuole farti fuori, ma perché fermarsi per la mia presenza? Andiamo ora, almeno durante il tuo turno potrò fare qualche telefonata e qualche ricerca sul web ››.

‹‹Potresti cercare anche delle informazioni su Aron Lancaster? Ieri mi ha accompagnato a casa, dice di conoscere anche gli Hale ››.

In risposta l'altro alzò il pollice salendo le scale.

***

Fortunatamente Isaac quel giorno era stato assegnato al turno del pomeriggio, quindi si concessero un po' di riposo ed un pranzo leggero.

 

Rimasero in silenzio per tutto il tragitto a piedi.

La neve aveva smesso di scendere incessantemente e il sole si ergeva imponente nel cielo senza alcuna nuvola ad oscurarlo.

‹‹Tra quattro giorni c'è la luna piena, cerca di non farti dare il turno di notte se ci riesci››.

Il ragazzo annuì frettoloso in risposta indicando lo Zanna Bianca pochi metri più avanti.

Fu il primo ad entrare e notando che non c'era tutto questo grande movimento, indicò a Chris un tavolo dove sedersi in tranquillità lontano da occhi indiscreti.

Jill gli regalò un caldo sorriso da dietro il bancone, mentre Paul gli si avvicinò cautamente uscendo dalla cucina con un'espressione curiosa dipinta sul viso.

‹‹Quello lì è un tuo amico? ››.

‹‹Chris è il mio padrino, è venuto a trovarmi per un po' di giorni››.

Jill alle loro spalle si schiarì la voce timidamente ed i due si voltarono.

‹‹Ragazzi, se Candace vi vede con le mani in mano vi butta fuori a bastonate››.

Quella semplice frase bastò momentaneamente per chiudere il discorso.

Dieci ordinazioni più tardi, Isaac passò dai tavoli al bancone, permettendo a Jill di allontanarsi per una telefonata, del resto la situazione era calma. Pochi tavoli erano occupati e per lo più da studenti liceali con notebook e libri che ricoprivano quasi interamente la superficie metallica. Al bancone non era seduto nessuno e dalla sua postazione poteva tranquillamente osservare Chris con il capo chino e lo sguardo scocciato dietro lo schermo nero.Alzò lo sguardo incrociando gli occhi stanchi del ragazzo e sorridendogli in modo rassicurante.

 

D'un tratto un tuono incredibilmente assordante preannunciò un acquazzone in arrivo. La temperatura era salita di poco ed il sole era stato oscurato da nuvole scure come la pece. Lo scenario che gli si presentava fuori dalle finestre gli provocò una fitta al cuore.

"Sembra lo stesso di quando siamo andati al campo di internamento giapponese. La notte in cui è morta Allison".

Il cacciatore, come il mannaro guardò fuori dalla vetrata accanto a lui, strinse violentemente le palpebre e spostò nuovamente l'attenzione sulle sue ricerche.

Jill rientrò prima che iniziassero a scendere le gocce di pioggia, indicò i tavoli facendo capire ad Isaac che se ne sarebbe occupata lei, permettendogli di rimanere dietro al bancone.

Era la sua postazione preferita, da lì gli sembrava di avere tutto sotto controllo... Per una volta.

La pesante porta il ferro e vetro venne aperta violentemente da un gruppetto di ragazzi che tentavano di fuggire dalla tempesta.

A parte il loro esser zuppi, con abiti grondanti acqua, il licantropo notò il loro vestiario non troppo ricercato, ma sicuramente costoso.

Un pomeriggio aveva accompagnato Lydia ed Allison al centro commerciale, dove le due ragazze l'avevano torturato per ore disquisendo su abiti e tessuti. Al termine della giornata aveva assimilato così tante nozioni da poterci scrivere un libro.

Senza degnare i camerieri di uno sguardo, il gruppo, composto da quattro ragazzi, si sedette al tavolo accanto a quello di Chris, che sbuffò sonoramente.

Era finita la pace.

‹‹Hey, bambolina ...-urlò sguaiato uno schioccando le dita verso Jill- tre porzioni di pancakes e un hamburger. Sbrigati››.

La ragazza sparì in cucina ed Isaac la seguì repentinamente.

‹‹Glieli porto io questi, tu rimani qui››.

Le accarezzò distrattamente una spalla e lei annuì di rimando scuotendo la coda bionda.

Quando l'ordine fu pronto, sforzandosi di mantenere la calma, camminò a passo deciso verso il tavolo degli stro stolti. Avevano su per giù la sua età e da più vicino li studiò meglio.

Tutti e quattro sembravano fatti con la carta carbone : capelli scuri, un lieve accenno di muscoli intravedibili dai maglioni stretti e una faccia da schiaffi, ciliegina sulla torta degli sguardi da pioggia di testosterone. In verità uno di loro era abbastanza taciturno, giocava con il telefono e sembrò disinteressato nei confronti del suo gruppo, o branco, di amici.

‹‹Senti coso, dov'è la bella biondina, quella con quelle gambette niente male? ››.

Isaac posò i piatti sul tavolo senza rispondere, subito dopo arrivò Paul con le bevande. Quello che sembrò un po' il trascinatore del gruppo, con un gesto rude fece cadere il bicchiere di Coca Cola sul tavolo,rovesciandola anche addosso a Paul che subito sparì alla ricerca di qualcosa per sistemare quel disastro.

‹‹Hey femminuccia sbrigati, non vedi che casino hai fatto? ››.

La tempesta si stava spostando dentro il diner, altro che fuori.

Isaac si posizionò davanti al tavolo, prese una porzione di pancakes e gliela rovesciò addosso.

Tutto il gruppo si alzò, fatta eccezione per il membro più introverso, e si scostò dal tavolo per fronteggiare il cameriere. Chris fu fulmineamente al suo fianco, mettendosi in mezzo.

Uno dei gorilla si mosse per dare un pugno al cacciatore che con un gesto fluido trattenne l'attacco e scaraventò il mal capitato contro il tavolo.

Tutto il locale si era come congelato, in attesa di una prossima mossa.

Il mannaro sentì di essere al limite del suo autocontrollo. Cosa sarebbe successo?

Ne valeva la pena? Assolutamente sì.

Se ne sarebbe pentito? Mai.

‹‹Pezzi di deficenti, smettetela subito! ››.

Una voce femminile fu più forte di qualsiasi schiamazzo selvaggio degli uomini, squarciò la tempesta con la sua voce come se stesse ruggendo.

Tutti si voltarono verso di lei.

I gorilla erano intimiditi, quello che a parer di Isaac dovette essere il più giovane, ovvero quello disinteressato alla rissa, scavalcò quelli che probabilmente non erano davvero amici suoi e si diresse verso la ragazza che con una sola frase aveva pietrificato tutto.

‹‹Mona, io non ho fatto niente ››.

Lei si avvicinò e, nonostante la statura media, sembrò quasi sovrastare Chris ed Isaac.

‹‹Chiedete immediatamente scusa, prendete scopa, mocio, quello che cazzo vi pare e ripulite tutto subito o vi faccio passare un brutto quarto d'ora ››.

Era decisa, quasi feroce e in tutta sincerità ne fu quasi intimorito.

Come dei soldatini, i gorilla chinarono il capo e ringraziarono silenziosamente Jill e prendendo dalle sue mani dei secchietti con alcuni panni, uno sgrassatore,delle spugnette e uno con un mocio.

Quella che avrebbe ribattezzato come "comandante" si voltò verso di lui.

‹‹Ti chiedo scusa, non sono cattivi ma solo incredibilmente stupidi››.

Aveva i capelli raccolti sotto il cappuccio di una giacca nera, ma ad Isaac non sfuggì una piccola ciocca di un castano molto scuro, quasi corvina, mossa, notò anche dei riflessi pressoché violacei.

Il volto aveva dei tratti gentili e delicati, molto femminile e dalla forma ovale.

La pelle pallida faceva risaltare dei grandi occhi verdi, cui iride aveva un accenno color terra bruciata.

Quel finisco così minuto rendeva il contrasto con il carattere autoritario ancora più marcato.

‹‹Non preoccuparti. Prendi qualcosa mentre i tuoi amici finiscono di pulire? ››.

La ragazza spostò lo sguardo dal gruppo di gorilla ad Isaac. Analizzò con la coda dell'occhio anche Chris.

‹‹Mi dispiace, ho un po' da fare, magari se ne riparla un altro giorno ››.

Squadrò per l'ultima volta i suoi amici e uscì dal diner.





Lady's Corner
Per ora cosa ne pensate ?

Ci vediamo al prossimo capitolo ! (P.S. Mi trovate su Wattpad come MissHeka)

   
 
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