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Autore: vero511    12/02/2017    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ZACK’S POV
Come ogni mattina, mi reco in azienda pronto ad affrontare una nuova giornata di lavoro. Mentalmente organizzo i miei piani e appena mi siedo dietro la scrivania, agenda in una mano e caffè nell’altra,  posso subito iniziare a sbrigare i miei impegni.
 Le ore passano piuttosto rapide e finalmente mi posso concedere un frugale pasto, anche se in ufficio per non perdere tempo negli spostamenti. Matt dovrebbe arrivare a farmi compagnia e già che ci sono avrò la possibilità di distrarmi almeno un po’ da tutte queste scartoffie che mi stanno facendo venire un terribile mal di testa.
“Ehi amico!” “Matt, ce ne hai messo di tempo” lo rimprovero scherzosamente. “Per farmi perdonare il ritardo ti ho portato il dolce” risponde prontamente. “Non vedo nessuna bella ragazza” replico ed entrambi scoppiamo in una sonora risata. “Scherzi a parte, chantilly con fragole” afferma mostrandomi la squisita torta. Amo i dolci e avendo alcuni attrezzi della palestra a casa, ho la possibilità di mantenermi in forma anche nei periodi in cui sono particolarmente impegnato con il lavoro. “Perdonato”.
“Mi ci voleva proprio una pausa!” Matt si appoggia pesantemente allo schienale della poltrona e si pulisce con un tovagliolo. “Ti faccio lavorare troppo forse?” domando ironicamente. “Mm…forse…” “Idiota!” Gli lancio una pallina di carta e mi rilasso a mia volta. “Sarà meglio che torni al lavoro o il mio capo si arrabbierà” mi fa l’occhiolino. “Oh farà molto più che arrabbiarsi, potrebbe addirittura licenziarti”. Si incammina verso l’uscita sorridendo, neanche minimamente preoccupato per la minaccia. “Ah, Zack” si ferma con la mano sulla maniglia e si volta ad osservarmi. “Quando è finito il turno, vieni nel vecchio ufficio, devo parlarti di una cosa”. Prima che possa chiedere spiegazioni, è già sparito.

Sono veramente curioso di sapere cosa deve dirmi quello squilibrato del mio migliore amico. Mi sento così tanto trepidante da sbrigare ogni compito con estrema rapidità e semplicità, come se in questo modo cercassi di far scorrere le ore più velocemente. Come disse Quasimodo? Ed è subito sera. Magari lo fosse, così potrei interrompere la mia impegnativa giornata lavorativa e svelare il mistero.
Mentre rimugino su ciò che potrebbe dirmi Matt, mi rendo conto che ultimamente sta passando molto tempo con la segretaria…non è che… No. Impossibile. Me l’avrebbe detto prima, o quantomeno mi avrebbe accennato qualcosa. Assalito dai dubbi, decido finalmente di distrarmi e tenermi occupato calcolando le spese dell’azienda. Non voglio credere che un’altra persona a cui tengo non mi abbia detto la verità. Sì, insomma, ormai non siamo più dei ragazzini e non siamo costretti a dirci ogni cosa, ma un possibile fidanzamento la ritengo una notizia importante che andrebbe comunicata.
In ogni caso, dovrei seriamente imparare a dare più fiducia a Matt. Come dopo aver scoperto di Ellie e Arthur e aver accusato ingiustamente il mio amico, mi sento in colpa. Probabilmente è giusto dare almeno il beneficio del dubbio a coloro a cui vogliamo più bene.

Riflessioni, impegni e qualche guaio da sbrogliare e posso finalmente dichiarare concluso l’orario di lavoro.
Mi reco rapidamente  verso l’ufficio vecchio e constato che i corridoi sono completamente sgombri. Qualcuno potrebbe pensare che sia inquietante l’ambiente serale con alcune luci spente e nessuno a popolare i locali, ma io l’ho sempre trovato piuttosto emozionante. Forse perché, dal momento che l’azienda è mia, è un po’ come una seconda casa per me e di conseguenza so di essere al sicuro.
Finalmente raggiungo il luogo dove mi è stato dato appuntamento e noto che la lampada all’interno è accesa e riesco anche a sentire delle voci.
“Matt, mi puoi spiegare che diavolo sta succedendo?” Irrompo nella stanza al culmine della curiosità e la prima cosa, o per meglio dire persona, che vedo è Ellie. Mi osserva molto sorpresa e a disagio e da questo suo comportamento, comprendo che neanche lei sia a conoscenza di ciò che sta accadendo. Lancia uno sguardo omicida a Matt e…Jennifer? Ma cosa ci fa lei qui? Cosa ci facciamo tutti qui?
Quell’idiota del mio migliore amico sorride sornione. “Zack, accomodati. Ora che la squadra è al completo, possiamo metterci all’opera”. Squadra? Okay, non sto capendo assolutamente nulla. “È uno scherzo?” Domando a Matt. “No, si tratta di una cosa seria. Ellie spiega per favore”. “I-io? No! Siete voi quelli che hanno elaborato un piano e siete stati voi a coinvolgerlo.” Non è arrabbiata, ma molto frustrata e probabilmente al suo posto lo sarei anche io. “Va bene, basta fare i bambini! Faccio io”. Jennifer prende la parola e ancora una volta rimango colpito dal suo essere autoritaria. È incredibile come una donna così gracilina e in apparenza insicura, sia così audace.
Inizia a parlare e mi racconta in modo dettagliato e metodico di un certo Allen, che a quanto pare è l’ex di Ellie e cosa peggiore, ha manie da stalker e degli amici poco raccomandabili. “E noi cosa centriamo in tutto questo?” Nonostante mi dispiaccia per la mia impiegata, non possiamo improvvisarci detective. Anche se, a guardare l’espressione furba di Matt, è proprio quello che hanno in mente questi due pazzi. “Ellie non ha abbastanza materiale per recarsi dalla polizia ed è preoccupata per il figlio che è solamente un bambino” “Lo so” mi lascio sfuggire e Bonnie e Clyde mi osservano curiosi. “Va bene, passate al piano non ne posso più di aspettare.” Ellie, che fino a questo momento era rimasta in religioso silenzio, si risveglia e riporta l’attenzione su cose più importanti e meno imbarazzanti.
“Si, giusto. Allora, avevo pensato, dato che abbiamo dei fondi piuttosto consistenti… potremmo…si, ecco…” Io e la bionda ci osserviamo impazienti per poi tornare con lo sguardo sui nostri colleghi. “Matt. Vieni al punto. Entro stanotte possibilmente.” Tira un lungo sospiro e butta fuori le parole. “Zack, so che tu te la cavi con la tecnologia, potresti in qualche modo seguire Allen?” Rimaniamo per un momento tutti in silenzio a guardarci. “Mi stai chiedendo di mettere un microchip addosso a quel ragazzo?” Traduco notando lo sguardo perplesso di Ellie. “Sapete che è illegale?” “Oh, andiamo non sarebbe la prima volta.” Risponde prontamente Matt. “Senza contare che è per  una buona causa” aggiunge Jen. “Ammettendo che io sia d’accordo, come facciamo a fargli avere l’aggeggio?” “Posso farlo io…” Ellie sembra titubante e non ha tutti i torti. “Sei sicura di volerlo fare?” È la prima volta che interagiamo direttamente da quando siamo qui. “No… però devo farlo per Alex. Sono disposta a tutto pur di proteggerlo, ma non sono sicura di voler coinvolgere tutti voi”. Vuole salvare tutti. Forse è questo pensiero a darmi la carica per far uscire le parole dalla mia bocca: “Facciamolo.”

Voglio delineare bene il piano per poterlo mettere in pratica nei prossimi giorni, così dico alle ragazze di avvisare a casa che faranno tardi. Mentre loro sono fuori, mi avvicino a Matt. “Da dove ti è venuta questa idea? La tua vita era forse diventata troppo monotona?” “Zack, hanno bisogno di noi. Quando Jennifer mi ha raccontato la storia era molto preoccupata per Ellie…”  “E tu ti sei preoccupato per Jennifer” “E tu ora lo sei per Ellie”. Ci osserviamo come se avessimo capito più l’uno dell’altro che di noi stessi. Il nostro momento viene interrotto dal ritorno delle due. “Eccoci”. Prendiamo tutti posto attorno alla scrivania.” Innanzitutto ho bisogno di bere qualcosa.” Matt è il prescelto per svuotare la macchinetta del caffè, nel frattempo chiedo alla segretaria cosa avevano in mente. “Non capisco nulla di tecnologia, per cui non so bene cosa fare, ma pensavo che Ellie potesse chiedere ad Allen di vedersi con una scusa, così da fargli avere il microchip senza che lui se ne accorgesse. In seguito, monitorarlo per qualche giorno. Quantomeno per capire che se sia possibile affidargli Alex il tempo da lui richiesto”. “Potrebbe funzionare”. L’idea mi piace, non è nemmeno troppo rischiosa. “Ora è il momento di concentrarci sui dettagli: la scusa da usare con questo Allen per l’incontro e dove mettere il chip”. “Potrei dirgli che ho intenzione di dargli una possibilità e voglio accordarmi per fargli passare qualche ora con il bambino”. “A meno che non sia completamente idiota, si renderà conto che c’è qualcosa di strano sotto…” asserisce Matt con delle tazze fumanti in mano. “Non se io gli spiego che è stato Alex a chiedere di lui”. “E un problema è risolto. Il prossimo?” “Sulla maglietta?” Propone Jennifer. “Appena la laverà, il microchip non sarà più funzionante” Rispondiamo all’unisono io e Ellie. “Vedo che siete sulla stessa lunghezza d’onda” scherza Matt e noi ci guardiamo per un secondo imbarazzati.  “La soluzione migliore sarebbe il telefono…” asserisce poi. “Ellie quanto sei brava a sedurre?” Spostiamo tutti l’attenzione su Jennifer che ha lo sguardo di una che la sa lunga. “Se tu riuscissi a tenerlo impegnato per qualche minuto, Zack non dovrebbe metterci molto a installare il chip”. “Ottima idea!” Concorda subito il mio amico. Ellie mi guarda disperata in cerca di un sostegno. Sinceramente l’idea che possa sedurre quel soggetto mi crea una punta di nervosismo, ma forse è l’unico modo. “Non so neanche da che parte cominciare” sbuffa sonoramente. “Dammi il telefono” allungo una mano verso di lei. La vedo riluttante e insicura. “Fidati di me”. E stranamente lei lo fa.

Ehi Allen, ho ripensato molto a quello che mi hai detto e vederti insieme ad Alex mi ha fatto uno strano effetto. È giusto darti una possibilità, vorrei invitarti da qualche parte, così per parlare da soli e con calma.   

Meglio non partire troppo in quarta, come si suol dire. Non sarebbe da Ellie e lui si accorgerebbe subito che qualcosa non quadra. La risposta arriva immediatamente:
Mi piacerebbe molto, sai quanto io tenga a noi due. Una cena questo weekend può andar bene?

Faccio rapidamente un paio di calcoli e il chip dovrebbe essere pronto per quella data.
Benissimo, così avrò il tempo di trovare un abito adatto.

Sei sempre bellissima.

“A questo rispondi tu, mi viene la nausea a leggere certe cose” ripongo schifato il telefono nelle mani di Ellie. “Benissimo signori, abbiamo due giorni per insegnare alla Wilson a diventare una predatrice e renderla assolutamente meravigliosa.”



-N/A- 
Buongiorno ragazze! Innanzitutto vi vorrei ringraziare per tutto, siete fantiastiche davvero! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e vi ricordo ancora una volta dell'esistenza del gruppo di whatsapp a cui potete aggiungervi:) al prossimo capitolo, baci.
  
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