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Autore: MAFU    12/02/2017    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 42

“Lilith…” Lamia era attonita. Si trovò davanti la sorella mezza nuda in compagnia di Mephisto ed Amaimon e in reazione allo shock, il suo volto si corrucciò in un’espressione strafottente all’ennesima potenza. “Così hai deciso di farlo.” La canzonò sbuffando incrociando le braccia. Poi con la coda dell’occhio sbirciò Yukio fermatosi accanto a lei sulla difensiva. Lilith scrutava il gruppo con rassegnazione e ormai allo scoperto si sforzò di sorridergli. “Ciao…” mormorò beata muovendo la sua coda. “Ma sei un demone!” l’additò Ryuji divenendo paonazzo, forse per la vista del suo corpo con così pochi veli. Tutti molto confusi non poterono che guardare prima la ragazza e poi i due loschi demoni, in particolar modo Mephisto che battendo le mani fece un saltello verso di loro spalancando le braccia. “Sorpresaaa!” accennò a una reverenza davanti ai ragazzi confusi. “Che sta succedendo!?” sbottò Izumo, “Immagino di dovervi delle spiegazioni…” l’uomo si grattò il pizzetto facendo due passi in sua direzione, “Prima cosa, in qualità di preside vi comunico che le qui presenti Lilith e Lamia Evangeline sono mie protette e che appartengono alla classe più alta delle succubi di Gehenna.” Ci furono reazioni contrastanti a quella notizia. “Succubi!?” I poveri mortali si trovarono in preda a un limbo di occhiate in sequenza prima a Lilith e poi a Lamia non sapendo cosa dire. “Proprio così. Sorpresa...” La donna si scostò i capelli chiudendo gli occhi e voltandosi verso di loro sospirò gonfiando il petto fiera di se stessa. Di fronte a quell’obbligo di smascherarsi, finse di essere sempre stata d’accordo con quel piano. Yukio sudò freddo guardando ogni suo movimento temendo che potesse spiattellare altro come fece con Rin ma non successe. Lamia era rimasta a godersi gli sguardi attoniti dei suoi compagni. “Seconda cosa…” riprese a parlare Mephisto scrutandoli con un velo di malizia, “Le missioni speciali a cui ho chiesto al professor Okumura di sottoporvi erano in parte una scusa per condurvi qui.” Disse sogghignando maligno. Lamia lo scrutò assottigliando lo sguardo, “Tu… Avevi già pianificato tutto non è vero..?” “Certamente…” si voltò a guardarla ma ammorbidì i toni non appena l’occhio gli scivolò su Lilith, rimasta immobile a fissarli con la mela in mano, “Con questa nuova alleanza riuscirò a liberarti. È una promessa.”. La ragazza non riuscì a distogliere lo sguardo da lui senza però riuscire a dimostrare alcuna emozione. “Ah! Io l’ho sempre saputo.” Schioccò la lingua Kamiki posando le mani sui fianchi atteggiandosi a saccente e Koneko avanzando di un passo si sistemò gli occhiali annuendo. “A dire il vero… Ci avevo pensato pure io.” Disse mesto. “Eh!?” Shima invece aveva la mascella dislocata con una faccia da pesce lesso e la fissava inebetito. “Incredibile…” Shiemi si portò le mani alla bocca sgranando gli occhi. “E la mela? A che serve?” Rin aprì bocca a sua volta parecchio scosso dalle circostanze, nonostante sapesse già tutto. Dentro di lui si sentì vagamente deluso per non aver saputo impedire che quel segreto tanto importante venisse svelato e si chiedeva cosa stesse passando per la testa di Yukio, immobile al suo fianco. Il ragazzo guardava il preside torvo in volto. “La mela è il suo punto debole.” Esordì Amaimon uscendo dall’ombra. “Ma io ti conosco!” lo additò Rin sobbalzando, “Ciao ciao fratellino…” “Fratellino?” Ryuji alzò un sopracciglio ma Mephisto recuperò rapido la loro attenzione, “Sciò sciò, non fateci caso… Ora è il momento che vi concentriate sulla missione.” Ammiccò l’uomo facendo retrofront per tornare nei pressi del Re della terra. “La mela non è altro che l’interruttore per liberare i poteri della vostra cara amica Lilith e risvegliare la leggendaria Eva degli inferi.” A quel nome, la ragazzina deglutì rumorosamente. “Vi ho convocati qui per un semplice motivo.” Tornò a voltarsi verso il suo pubblico sogghignando, “Aiutarci a debellarla.”. Nessuno osò fiatare. “Eva degli inferi?” si fece avanti Koneko prendendo coraggio. “Nostra madre.” Gli rispose Lamia allontanandosi da loro di qualche passo, “Lei è la regina delle succubi.” Si voltò di tre quarti per guardare i ragazzi serissima. “La donna più potente di tutta Gehenna.” “E noi come speri possiamo essere d’aiuto!?” sussultò Ryuji scioccato, “Oh Dio perché ho accettato questo incarico!?” piagnucolò Shima con la testa tra le mani, “Almeno è gnocca?” “Shima non è il momento!” Koneko gli dette un pugno in testa facendolo inginocchiare sui sassi. “Pentiti!” strillò il ragazzetto imbarazzatissimo. “State calmi.” Yukio sembrò ritrovare la parola voltandosi a braccia aperte, “Con noi resteranno il preside e Amaimon, il Re della terra.” “Anche tu lo sapevi… Avevo ragione.” Lamia lo guardò di sbieco ma lui non si lasciò intimidire. “Quindi che si fa?” Kamiki era l’unica a mantenere un buon autocontrollo, pronta a combattere, nonostante fosse in presenza di alcuni dei demoni più potenti dell’inferno. Guardò Lilith impassibile e la ragazzina distolse lo sguardo vergognandosi di essere davanti a loro in quelle condizioni. “Deve mordere la mela.” Amaimon s’intromise ancora nel discorso col suo solito fare disinteressato. Anche se era evidente che non vedesse l’ora succedesse. “Aspettate ma… Non abbiamo nessun piano d’attacco?” balbettò Shiemi agitatissima, “Non ce ne sarà bisogno. Per il momento dobbiamo solo assistere alla sua venuta. Dopo farò in modo di comunicarvi la prossima mossa.” Rispose Mephisto sistemandosi il cilindro. “Mephisto…” Lilith finalmente parlò facendo cessare il brusio, il demone si voltò verso di lei dandole completa udienza, “Non dovrebbero essere qui, è pericoloso.” “Ecco, visto? L’ha detto anche lei!” strillò Shima indicandola con una mano ma venne di nuovo zittito con una pacca sulla testa. “Non temere, ho tutto sotto controllo. Ho bisogno che vedano di che pasta è fatta Eva per poterla combattere.” “Io… Non mi riferivo solo a Eva…” Lilith abbassò lo sguardo sui suoi piedi e prendendo fiato tornò ad alzarlo, “Quando rivelo la mia vera forma, gli uomini faticano a trattenersi. Sono così irresistibile da rischiare di corrompervi tutti se non sarete abbastanza forti mentalmente.” “Ed è proprio questo tuo lato che voglio verificare. L’ho voluto sin dall’inizio. Mostrami di cosa sei capace.” Si leccò le labbra Amaimon ricevendo parecchie occhiate stranite. Yukio sgranò impercettibilmente gli occhi realizzando che probabilmente avevano avuto a che fare l’una con l’altro anche in passato, soprattutto nei momenti in cui Lilith era stata ambigua con lui e in particolar modo, quella volta dei secchi in cortile. Aggrottò le sopracciglia componendo l’intricato disegno che lo avrebbe portato alla verità. “Amaimon, orsù non spaventarli.” Lo rimbeccò Mephisto con tono scherzoso, “Questi ragazzi sono più che pronti, Lilith…” si rivolse poi alla ragazza che deglutì in silenzio. “Fermi tutti, ha detto irresistibile?” un campanello si accese nella testa di Shima facendolo saltare in prima fila, “Sì, non ti conviene avvicinarti.” Lamia lo guardò con aria di sufficienza, “Tu mi sembri il più debole di tutti a livello mentale.” Aggiunse. “Che? Io?” sembrò sorpreso ma tutti gli altri annuirono, “Ragazzi!” disse sconsolato sentendosi tradito. “Questa storia rasenta l’impossibile.” Ryuji parlò trafelato una volta che fu riuscito a incasellare tutta quella mole di informazioni nel suo cervello. Era semplicemente attonito, con un velo di rossore rimastogli sulle guance. In tilt. “Avanti, che aspettiamo? Vogliamo chiamarla sì o no questa Eva?” sbuffò Kamiki tirando fuori dalle tasche i suoi talismani. “Sì, fratellone, quand’è che Lilith si trasforma?” insistette Amaimon facendo alzare gli occhi al cielo a Mephisto, “Non avere così tanta fretta, dipende solo da Lilith.” Placò per l’ennesima volta gli animi guardando la ragazza, “Quando sei pronta, cara.” Le disse addolcendo i toni e lei annuì turbata. “Quello che state per vedere…” aprì bocca timorosa, “Potrebbe sconvolgervi.” “Tranquilla, ormai sono assuefatto all’essere sconvolto.” Le rispose Yukio sardonico. “Penso che sia difficile fare peggio di così…” Koneko si grattò una guancia imbarazzato. “Fidatevi di me…” Lilith fece un sorrisetto chiudendo gli occhi inspirando profondamente. “Allora io vado…” disse riaprendo le palpebre senza abbandonare quel sorriso velato. “State indietro... E cercate di non parlare se non venite interpellati.” Mephisto con voce roca intimò gli studenti di addossarsi alla parete alle loro spalle, notando però che Rin aveva già stretto il pugno attorno alla sua spada, batté un paio di colpetti sulla spalla del gemello facendogli segno di trattenerlo nel caso ce ne fosse stato bisogno. Quando poi tutti furono ai ripari, il demone annuì alla ragazza ricambiando a modo suo il sorriso. “Finalmente ci siamo…” Amaimon spalancò gli occhi eccitato. Lilith guardando i suoi compagni sollevò di nuovo la mela serrando le palpebre con grazia. Poi avvicinandola alle labbra socchiuse la bocca e a canini sguainati la morse senza più trattenersi. Non volò una mosca. Col fiato sospeso, la succube deglutì il boccone in estasi per poi sentirsi pervadere da una forza che conosceva bene. Il braccio le scivolò accanto al bacino e la mano come morta si lasciò sfuggire il frutto morsicato dalle dita facendolo rimbalzare a terra e rotolare poco lontano. Ansimò lievemente poco prima di abbandonare la testa all’indietro mentre una coltre di fiori e arbusti faceva la sua comparsa tra le rovine, accompagnata da un diramarsi di fili d’erba verdissimi che a poco a poco invase l’intero salone arrivando a toccare le punte dei piedi dei ragazzi. “Wow…Aveva ragione…” uno di loro si lasciò sfuggire un gemito di stupore, “Sembra l’Eden…” Shiemi ammirò quel crescere di vegetazione variopinta con gli occhi che brillavano, “Quello è l’Eden…” le confermò Lamia per nulla in vena di meraviglia, “Eva ne rubò un pezzo quando venne cacciata dal Paradiso e da allora non la lascia mai.”. Mephisto guardava rapito la sagoma di Lilith allungarsi a poco a poco mentre Amaimon a occhi spalancati fremeva come un bambino a Natale. La ragazza trattenne il fiato piegandosi sempre più all’indietro, la sua chioma crebbe a dismisura e boccoli dorati ricaddero sul suolo arricciandosi in ogni anfratto mentre persino il suo corpo mutò le forme. La biancheria si strappò lasciando posto a un seno prosperoso e due glutei perfetti. La coda biondiccia a poco a poco si fece di un verde intenso culminando nella punta che germogliò come grossa un foglia di Ginkgo Biloba decorata da due cerchi rossi che sembravano donarle un volto. Come un ventaglio le coprì le parti intime ondeggiando. Le sue mani ingrigirono partendo dalle punte delle dita fino a metà avambraccio e dieci artigli neri come la pece fecero la loro comparsa agghindandola con quelle affilate armi letali. Non riuscivano però a vederle ancora il volto. Non appena il giardino smise di crescere, con estrema grazia, sollevò il busto per tornare dritta. I capelli le ricaddero a cascata sulle spalle lasciando spazio a due coppie di corna, la prima lunghissima tendente alla luna e l’altra arricciata a lato delle lunghe orecchie appuntite che avevano fatto la loro comparsa tra le sue ciocche bionde. Ma il punto forte era quel visto perfetto. Occhi grandi, ciglia folte, labbra morbide e delicate come un bocciolo di rosa e iridi del colore dell’oro. Quelle pupille da rettile osservarono intensamente il gruppo col fiato sospeso, senza espressione se non lo stupore di tutti riflessovi dentro. Lilith era davanti a loro, completamente spoglia e assolutamente mozza fiato. Una visione del genere non era possibile da concepire per la mente umana e nessuno trovò la forza di distogliere lo sguardo, se non Lamia. La donna chiuse gli occhi rassegnata. La forma demoniaca della sorella aveva lasciato alle sue spalle le spoglie di bambina rivelando il suo vero aspetto. “Magnifico.” Gli occhi di Mephisto brillarono. Amaimon aveva spalancato la bocca pienamente estasiato da quella visione. “Che…GNOCCA!” Gridò Shima strabuzzando gli occhi. L’eco della sua voce arrivò alle orecchie di Lilith che lo guardò sorridendo compiaciuta. Sbattendo le palpebre ammaliante rivolse poi lo sguardo a Mephisto e Amaimon pavoneggiandosi. “Aveva ragione. Sono sconvolto.” Ryuji non credette ai suoi occhi. Izumo gli rivolse un’occhiataccia distogliendo lo sguardo sentendosi colpita nell’autostima. Lamia in silenzio osservò la reazione di Yukio. La sua integrità trasparì dal fatto che fosse l’unico degli uomini a non aver palesato il suo interesse. Anzi, non sembrava colpito ma innervosito. Rin boccheggiò stringendo ancora di più la presa attorno alla sua spada percependo strane vibrazioni. Mephisto se ne accorse lanciando una seconda occhiata a Yukio che deglutì statuario. Lilith dunque inclinò leggermente il capo studiando uno ad uno i suoi spettatori e si godette ogni singola attenzione, sempre più appagata. “Chi credete che abbia ispirato la Venere di Botticelli?” domandò retorica aprendo le braccia beata. Poi ad un tratto smise di sorridere. “È qui.” Disse in un tono di voce velato come un sussurro lasciandosi ricadere le braccia accanto i fianchi. Il terreno cominciò a tremare e distratti da quella fonte di meraviglia, gli esorcisti scattarono sulla difensiva temendo il peggio. Suguro guardò Koneko di sfuggita e capendosi all’istante, crearono pregando all’unisono una barriera benedetta che avvolse il gruppo come un velo luminoso. Lamia trattenne il fiato impallidendo mentre Mephisto abbassò il capo guardando fisso l’orizzonte. Amaimon non capì bene cosa stesse per succedere ma non staccò gli occhi da Lilith nonostante il pericolo incombente. “Ho un pessimo presentimento.” Yukio sfoderò la sua pistola puntandola contro il pavimento per ogni evenienza. Ma ecco in fondo al salone aprirsi una crepa nel terreno. Con un boato fragoroso, un gigantesco serpente uscì spaccando a metà la sala sparando pezzi di rocce e piante sotto di lui come una cascata di detriti. “Lilith!” Un’acuta voce femminile riecheggiò ovunque nella stanza. Una risata maligna accompagnò la bestia nella sua scesa al cielo e in cima a quel bestione, una donna alta e formosa era in piedi sul suo muso da rettile con le briglie di questa strette in pugno. Bellissima, non c’è che dire ma con uno sguardo che gelava il sangue. Eva. Come vide di avere una piccola platea ai suoi piedi soffocò il riso atteggiandosi a gran diva mostrando a tutti le sue grazie ben fasciate nel suo abito nero come la pece. Il decolté lasciava strabordare i suoi seni abbondanti e come la figlia minore, aveva lunghissimi capelli biondi che re ricadevano sulle spalle. Lunghi guanti le coprivano le braccia e alle estremità unghielli affilati come lame sembravano essere uno dei suoi tanti vanti. Ogni singolo centimetro del suo corpo emanava un’aura di dominio e sensualità, mista a pura intimidazione. Non per nulla era la regina delle succubi. “Alla fine hai ceduto…” dischiuse le sue sensuali labbra borgogna stuzzicando Lilith che di spalle, abbassò il capo chiudendo gli occhi. “E ci hai messo persino meno dell’ultima volta.” Ridacchiò facendosi beffe di lei. La grossa croce scura che aveva appesa al collo traballò sulla sua cassa toracica in preda agli spasmi della risata. Il gioiello scintillò alla luce lunare e al suo interno s’intravide come una piccola fialetta piena di liquido scuro. Come ogni demone che si rispetti aveva poi le corna. Un unico paio, ma lunghissimo e nero proiettato verso l’alto per slanciare ulteriormente la sua figura longilinea. Le vibrazioni negative emanate da quella donna immobilizzarono i ragazzi che inermi la fissavano sfoggiare le sue movenze accattivanti. “Eva, che piacere rivederti…” Mephisto, togliendosi il cilindro, fece qualche passo verso Lilith fermandosi a guardarla col naso per aria subito dopo averle fatto un inchino galante. “Samael… Come mai non mi stupisce vederti in compagnia delle mie figlie?” lo stuzzicò la donna ordinando alla sua cavalcatura con uno strattone di abbassarsi.  “Ti stavamo aspettando…” “Lo vedo…” Eva smontò dal muso della creatura cominciando ad avanzare ancheggiando verso Lilith, rimasta di spalle zitta e muta. Lamia osservò con orrore la madre avvicinarsi alla sorella ma non si mosse, sperando di passare inosservata. “Oh, ma guardate la mia bambina…” la succube, una volta raggiunta, le prese il viso con una delle sue mani artigliate forzandola a guardarla negli occhi, “Non trovate che sia splendida?” la guardò superba avvicinando pericolosamente il volto al suo. Lilith non proferì parola guardando inerme la madre negli occhi mentre le esaminava il viso alla luce. “E che brava…” fiutò l’aria sogghignando maliziosa, “Ti sei conservata intatta per il matrimonio.”. Mephisto sgranò impercettibilmente gli occhi mentre Lamia abbassò la testa già ben consapevole. “Matrimonio?” Nel più completo silenzio, Suguro ripeté interrogativo il concetto tappandosi subito la bocca temendo il peggio “Bon, la barriera!” bisbigliò Koneko invitandolo a rimettere le mani in posizione, “Ah..sì!!”. Amaimon aggrottò le sopracciglia sembrando sempre più infastidito da quella presenza. “Oh… Proprio così.” Eva mollò la presa liberando Lilith e posando le mani sui fianchi guardò Mephisto con aria di sfida, “Sarà il matrimonio del secolo… Ma che dico? Dell’era!” scoppiò di nuovo a ridere con quel tono capace di perforare il cemento, “Udite udite, presto si celebrerà l’unione della mia secondo genita Lilith con Astaroth, il Re del marciume!” alzò le braccia al cielo con un ghigno malato stampato in faccia. Mephisto dissimulò ogni cosa gli stesse passando per l’anticamera del cervello restando impassibile. Yukio guardò immediatamente Lamia fissare il pavimento mentre Izumo rivolse un’occhiata lampante a Ryuji e Shima alle sue spalle. Ognuno cercava appoggio in qualcuno per la confusione sempre più crescente che si stava andando a creare e tra loro anche Lilith che guardò con un velo di sconforto Mephisto, lievemente sbiancato alla notizia. “Astaroth!?” Amaimon strinse i pugni digrignando i denti ma il fratello lo placò posandogli una mano sul petto intimandolo di non fare pazzie. Ora era tutto più chiaro. L’impurità, le fughe dal marciume, Lilith e Lamia di nuovo scappate di casa. Il demone riprese a respirare mantenendo un perfetta faccia da poker. “Le mie congratulazioni.” Chinò il capo sogghignando. Ma Lilith non sembrò lieta di quella reazione. “Grazie, non mi servono i tuoi auguri.” Schioccò la lingua Eva, “Ma visto che sarà una cosa in grande se vuoi sei invitato, anzi siete tutti invitati!” la donna ridacchiò spalancando le braccia rivolgendo le sue attenzioni anche al gruppo di giovani esorcisti, “Oh…Ma cosa abbiamo qui…” si accorse della loro fragile natura umana leccandosi le labbra. “Madre, no!” Lilith trovando coraggio si ribellò alla madre afferrandola per un braccio. “Io… Io ti ho voluta chiamare per dirti che non ho intenzione di sposarmi. Ho deciso.” “Osi forse contraddirmi?” la donna cambiò espressione congelandola col suo sguardo, “Oh… È forse sembrato anche a voi un affronto, per caso?” si rivolse al suo pubblico atteggiandosi a diva del melodramma, ma non ottenne alcuna reazione se non terrore misto a silenzio stampa “Quale dolore al petto, mia figlia ha osato ribellarmisi…” si nascose il volto dietro un braccio fingendosi disperata, dando le spalle a Lilith piegandosi su se stessa, “L’ho sentita… Ha detto proprio…” tradì la sua recita lasciando intravedere un ghigno terrificante, “No!” in un battito di ciglia, colpì Lilith in pieno volto con il pungo caricato in quel teatrino fasullo facendola rotolare tra le rocce per una ventina di metri. Rimase immobile a fissare la figlia ruzzolare sgranchendosi le dita della mano producendo un rumore metallico facendo battere i suoi artigli gli uni contro gli altri. Lamia aggrottò le sopracciglia scossando la testa mentre c’era chi come Rin spalancò la bocca incredulo dalla potenza di quel cazzotto. Nessuno osò fiatare.  La mano di Yukio cominciò a tremare rischiando quasi di perdere la presa sulla pistola ed Eva parve accorgersene. “Ragazzo, ma che bel portamento che hai… Però ti vedo nervoso, posso aiutarti in qualche modo? Oh… Ma ci sei anche tu, Lamia… che piacere rivederti…” li studiò entrambi inclinando il capo beffarda, “E voi altri piccoli esseri umani che mi raccontate? Avete forse paura? Non dovete…” in quel momento Lilith riuscì a tirarsi di nuovo in piedi sulle sue gambe nonostante il colpo della madre sembrasse averla massacrata più del dovuto. Mephisto rimase immobile a guardarla avanzare di nuovo verso la madre a pungi stretti col volto contorto in una smorfia di rabbia. “Lilith, Lilith Lilith… è di nuovo disubbidienza quella che vedo?” Eva la guardò con la coda dell’occhio e provvedette con eleganza e sfiorare la fiala incastonata nel suo pendente graffiandola con gli unghielli. “Molto male…” mormorò. Immediatamente la ragazza si piegò in due dal dolore urlando straziata stringendosi la testa nelle mani mentre Eva rise beandosi della sua sofferenza senza interrompere il contatto con quell’oggetto misterioso. Lamia cominciava a non vederci più ma si morse la lingua per non intervenire. “Soffri, maledetta ingrata!” strillò la regina della succubi con una voce terrificante. Infine interrompendo il contatto, lasciò che la figlia cadesse in ginocchio stremata. “Coraggio, torniamo a Gehenna, abbiamo un matrimonio da sbrigare. Astaroth stava cominciando a spazientirsi.” Sbuffò la donna spazzandosi polvere invisibile dalle spalle. “Lamia, avanti, dalle una sistemata. Non abbiamo tutta la notte.” Guardò la donna intimandola ad avvicinarsi e questa in silenzio prese fiato superando la barriera avanzando rapida verso Lilith, crollata sul pavimento col volto riverso a terra. Mephisto aveva uno sguardo assolutamente terrificante. Stava incenerendo Eva da lontano ma da gran signore non si sbilanciò in nessunissima reazione esagerata. Anzi, con fermezza badò che nemmeno Amaimon cadesse in tentazione assicurandosi che restasse al suo fianco seppur ringhiando. Eva gli stava rovinando il giocattolo. Lamia giunse sotto lo sguardo dei suoi compagni di classe dalla sorella e chinandosi la voltò sulla schiena vedendola respirare affannosamente ricoperta ditumefazioni, fango e sangue. “Lamia… Mi dispiace…” mormorò impercettibilmente la ragazza faticando anche a parlare ma la donna non le rispose, tendendo la mascella. Eva sogghignò guardando la figlia maggiore eseguire alla lettera i suoi ordini, compiacendosene. Lamia infatti, dando le spalle ai ragazzi, spalancò le braccia indirizzando i palmi su Lilith cominciando ad emanare fiammelle color smeraldo contornate da una nebbiolina del medesimo colore. Il fuoco attecchì al corpo della succube moribonda e in un attimo, le ferite erano scomparse lasciando posto alla sua pelle levigata, ancora più morbida e vellutata di prima. Come nuova, Lilith si fece aiutare a rialzare da Lamia e torva lanciò un’occhiataccia alla madre caricandola di astio. “Oh… Guardati… Sei ancora più bella di prima.” Ridacchiò Eva studiandola a fondo. Yukio aveva socchiuso la bocca di fronte a quello strano fuoco emanato da Lamia, ora apparentemente indebolita dallo sforzo e dentro di lui cominciò a sentire una strana sensazione, come se la sua vicinanza alla madre lo disturbasse più del dovuto. “Che cos’era quello?” mormorò Koneko attonito ma nessuno seppe dargli una risposta. Sapevano solo che ora Lilith era di nuovo intatta come se non fosse mai stata sfiorata. Eppure lei ricordava perfettamente il dolore appena provato. “Lilith… Lo sai che non mi piace quando mi guardi in quel modo…” Eva inclinò la testa mettendo un finto broncio, “Per quanto riguarda te, Lamia. Puoi andare.”, la donna guardò la sorella con la coda dell’occhio e senza proferire parola restò immobile. “Lamia, spostati. A quanto pare tua sorella e io abbiamo ancora qualcosa da dirci.” “Madre…Ho detto che non mi voglio sposare!” “Ah… Recidiva eh?” Eva alzò gli occhi al cielo alzando un braccio e dei riccioli di fumo nero si materializzarono dal terreno formando una lunga scia veloce come il tuono. Lilith se la vide arrivare contro a tutta velocità e sbalzando via Lamia ne divenne il suo unico bersaglio venendo scalzata dal terreno e afferrata per una caviglia. Il tentacolo di fumo sbattè Lilith da tutte le parti con violenza inaudita vanificando l’intervento della sorella. “No!” Shiemi si tappò la bocca terrorizzata. Izumo, molto codardamente distolse lo sguardo per non assistere e solo pochi ebbero il fegato di resistere a quello scempio. Lamia sussultò e digrignando i denti indietreggiò impotente buttando l’occhio verso Mephisto, che però non poteva fare assolutamente niente per impedire quegli attacchi spietati. Eva sbattè di qua e di là la figlia tenendola stretta per una caviglia e la ragazza non riuscì neppure a strillare tant’era forte il dolore che provava. “Baltazar, è tua!” schioccando le dita, infine, fece volatilizzare la treccia di fumo scagliando in aria la sua vittima e il serpente la afferrò prontamente nelle sue fauci piegandole il busto all’indietro così che tutti potessero vedere il suo volto straziato. I suoi lunghissimi capelli dondolavano dalla sua nuca pieni di foglie e rametti. Lilith gemendo aprì gli occhi con uno sforzo immane. Le zanne del rettile le perforavano il corpo in più punti passandola da parte a parte e faticava a respirare. Era martoriata, con un rivolo di sangue che le sgorgava a lato della bocca e guardò impotente i suoi amici sentendosi umiliata più che mai. Ma contro Eva non aveva molte speranze. Non finché era in possesso di quella croce maledetta. Non finché aveva totale controllo su di lei, nonostante fosse sangue del suo sangue. “Lilith…” Rin cominciò a tremare sentendo le fiamme di Satana spingere per uscire ma Yukio prontamente lo afferrò per un braccio. “Non ora.” Lo intimò con un sussurro. Eva era troppo concentrata a ridere e torturare la figlia per badare a loro, ed era preferibile continuare a passare inosservati. “Io… Ti strapperò il cuore…” bisbigliò Lilith sorridendo amaramente rivolgendosi alla madre. Di tutta risposta, la donna scoppiò a ridere fragorosamente di fronte alla sua impotenza. “Come vuoi…” sogghignò, “Intanto ti riporterò a Gehenna seduta stante.” Il suo tono di voce suonò come una minaccia, perdendo ogni alone di gioco. “Baltazar, mollala.” Ordinò al serpente e questo aprendo le fauci fece precipitare Lilith in mezzo ai sassi lasciandola schiantare di faccia. “Lamia. Ancora.” Schioccò poi le dita richiamando a sé gli occhi della figlia, e questa chinò il capo come un bravo soldato avanzando di nuovo verso Lilith, ora in fin di vita. Lamia procedette al rituale di poco prima ma era evidente che si stesse spingendo oltre le proprie capacità sforzandosi ai massimi livelli. Rigenerò la ragazza finendo l’opera con un velo di fiatone e sudore sulla fronte. Lilith questa volta si alzò da sola, vedendola in difficoltà. “Bene, salutate i vostri amici. Ce ne andiamo.” Eva batté un piede nervosamente mentre Lamia avanzò a piccoli e incerti passi verso i ragazzi senza lasciar trasparire i suoi pensieri. Fissava Yukio col volto di pietra. “Lamia…” mormorò Lilith deglutendo poi di nuovo si sentì pervadere dall’ira funesta accorgendosi di non potere nulla contro la madre. “Non stare lì impalata, vuoi altre punizioni?” la donna posò le mani sui fianchi stuzzicandola ma lei non riusciva a concentrarsi. “Come desideri…” sollevò gli artigli per richiamare altro fumo cinereo ma a quella vista, Lilith tornò in sé accorgendosi che questa volta Lamia non sarebbe riuscita a ricostituirla se la madre si fosse di nuovo divertita con lei, quindi scossando la testa azzardò un passo verso la sua carnefice. Ma quest’ultima l’afferrò per il collo con un tentacolo di fumo trascinandola davanti al suo naso nera di rabbia. Mephisto fissò la mossa della Regina scuro in volto ma parve improvvisamente avere un barlume di genio. “Vostra maestà Eva degli Inferi…” bloccò la donna dallo sfogare nuovamente le sue frustrazioni sulla ragazza. Nel frattempo, Lamia si era fermata di fronte ai ragazzi, pallida e debole. Tutte le sue energie le aveva trasferite alla sorella. Questo era il suo ruolo, lo era sempre stato. E adesso tutti lo avevano visto. Anche Yukio. Lamia era nata per servirla. La succube strinse i pugni pervasa da un’ondata di rabbia e sconforto che soffocò a fatica. “E adesso che c’è, Samael?” Eva si voltò a guardarlo muovere un passo verso di lei e Lilith col suo fare da galantuomo. “Mi era sembrato avessi invitato anche me e i miei gentili studenti alle nozze…” “E con ciò?” “Nel caso venissero celebrate a Gehenna, essi non vi potrebbero partecipare e non convieni con me che sia un pessimo comportamento per una signora come te rimangiarsi la parola data? Sono poi sempre conoscenti di tua figlia… Quale orrore non renderli partecipi.”. Eva serrò la bocca interdetta scrutandolo con sospetto. “Oh…” batté poi più volte le ciglia rendendosi conto della figura mediocre che avrebbe fatto, “Se la metti così, cosa proponi?” “Ho un’offerta allettante da farti.” “Sentiamola.”. “Concedi a tua figlia una notte in più su Assiah e io ti darò a disposizione un’ala della mia accademia per il matrimonio più sfarzoso che possa immaginarti. Baderò a tutto io, promesso.” “Una notte in più?” “Sì… Consideralo un addio al nubilato…” “Come se il suo soggiorno qui non lo fosse già stato.” “Andiamo, illustrissima Eva… Ti prometto una cerimonia coi fiocchi e addirittura prima del tramonto di domani. Giurin giurello. Parola di demone” l’uomo incrociò le dita dietro la schiena senza farsi vedere mascherando il gesto con un inchino. I ragazzi sussultarono voltandosi a guardarlo e con loro anche Lilith, sconvolta da quell’uscita. Lamia recuperate un po’ di forze, si voltò aggrottando le sopracciglia. Amaimon invece sembrava fremere di riavere la sua bambolina tra le grinfie. “D’accordo… Giusto per farti un dispetto.” Schioccò la lingua Eva mollando la presa su Lilith sogghignando. “Ma se per caso dovesse sparire di nuovo…” la guardò seria, “Ora che so dove si trova la tua preziosa Accademia non esiterò a raderla al suolo, con tutti i suoi abitanti.” Minacciò Mephisto fulminandolo con lo sguardo. “Perciò ti conviene restare trasformata, mia cara.” Ancheggiando, accarezzò la figlia minore poi girando i tacchi tornò dalla sua mastodontica cavalcatura afferrandovi le briglie. “Ci vediamo domani al tramonto…” salì sul muso dell’animale con eleganza mentre questo sollevando in aria la testa si apprestò a tornare da dove era venuto con un tuffo, “Godetevi queste ultime ore di libertà… Figliole.”.
   
 
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