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Autore: xhimmelx    12/02/2017    1 recensioni
Khloe ci prova a combattere contro i fantasmi del passato, ma sa che provare non basta. E allora si lascia sconfiggere da questi, più meschini e prepotenti di lei, cadendo quasi ogni notte in un abisso di rancore.
Cameron, invece, si ritiene più forte di tutti quei pensieri che le riempiono la testa ed è con sicurezza che le promette di aiutarla.
Una sicurezza che Khloe sembra odiare ma a cui, in fondo, è costretta ad aggrapparsi.
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FF SU CAMERON DALLAS.
ATTENZIONE: IL RATING DELLA STORIA POTREBBE CAMBIARE.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cameron Dallas, Nash Grier, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 22
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Ieri sera la frittata si è ribaltata da un momento all’altro, portandomi dal godere sotto le mani di Cameron al piangere a causa di Grayson senza preavviso. Ho cercato Cam in giro per l’hotel per almeno mezz’ora, non trovandolo né nelle stanze degli altri, né in piscina o alla hall, così mi sono detta che se proprio non voleva essere trovato mi sarei subito arresa. E questo è ciò che ho fatto, me ne sono tornata in camera, adesso finalmente in compagnia di Nash e Violet, e mi sono addormentata non rispondendo a nessuna delle loro domande, lasciando scoperta l’altra metà del letto nel caso in cui Cameron avesse deciso di tornare.
Quando poi la mattina mi sono svegliata, ho immediatamente sentito la sua presenza al mio fianco. Dopo essermi svegliata per bene ed essermi fatta coraggio, mi sono voltata nella sua direzione con la convinzione che fosse tutto passato, ma ogni mia speranza è crollata non appena, fissando i miei occhi sui suoi e sorridendogli appena, lui ha distolto lo sguardo e si è alzato frettolosamente dal letto. Ho chiuso quindi gli occhi ed è stato come ricevere una pugnalata in pieno petto, poiché avevo come la sensazione che la vacanza si stesse pian piano rovinando a causa di quel fottutissimo messaggio.
Non abbiamo parlato per gran parte della giornata, escludendo quelle poche volte in cui lui si è degnato di farmi qualche monotona domanda e io di dargli qualche monotona risposta, accorgendomi di essere minuto dopo minuto sempre più incazzata nei suoi confronti. Non gli chiedevo di certo comprensione, ma il peso delle parole di Grayson era già troppo grosso da sopportare per aggiungerne un altro. Per questo, nonostante morissi dal desiderio di spiegare i miei sentimenti a Cameron, ho preferito rimandare quel momento il più possibile, riscontrando inoltre troppa ostinazione da parte sua.
 
Alle sei del pomeriggio, Violet ed Elizabeth hanno proposto di distaccarci per un po’ dalle attività dello Spring Break ed organizzare invece un nostro falò, decisamente più intimo e tranquillo. Sono stata tentata più volte dal desiderio di rifiutare e starmene in hotel tutta sola ma, sapendo che ciò non avrebbe portato ad alcuna soluzione, ho accettato la loro proposta così come hanno fatto tutti gli altri. Un’ora più tardi quindi, in seguito all’acquisto delle tende e di qualche bottiglia di alcol e all’aver raccolto un po’ di legna, ci siamo diretti in spiaggia e abbiamo cercato la zona meno affollata, quella che più facesse il caso nostro.
Ci troviamo dunque vicino al confine della spiaggia, con un’enorme scogliera da un lato e degli ombrelloni che si vedono solo in lontananza dall’altro. I ragazzi si sono offerti di appiccare il fuoco, ottenendo degli ottimi risultati dopo parecchio tempo, mentre io, Violet ed Elizabeth abbiamo fatto del nostro meglio per montare le tende, impiegandoci una buona mezz’ora. Perlomeno, la goffaggine nei nostri movimenti ha aiutato a farmi ridere e distrarre un po’. Come se un po’ di pace non mi possa essere concessa, però, Effy non perde tempo prima di ricavare qualche informazione in più, portando me e Violet ad isolarci ulteriormente dal gruppo dei ragazzi.
-Khlò, è da stamattina che tu e Cameron siete distanti. Che è successo?-   Mi chiede infatti la bionda, tentando di risultare meno inopportuna con la sua voce delicata.
Violet, che sa sicuramente più di lei poiché condividiamo la stanza, mi osserva un attimo intimorita, come se avesse paura della mia inaspettata reazione. Abbassa poi lo sguardo e si concentra sulla sabbia, lasciando che mi sfoghi a modo mio. Stavolta ho intenzione di dire la verità. Non nei minimi dettagli, magari, ma questo è ciò che le mie due migliori amiche meritano.
-È a causa di Grayson.-   Rispondo quindi, dando solo un piccolo indizio.
I volti delle due si colmano improvvisamente di stupore e confusione, non comprendendo evidentemente come Grayson possa aver a che fare con la mia nuova relazione.
-Cameron sa chi è Grayson o, almeno, conosce i nostri trascorsi.-   Spiego dunque, nel tentativo di render loro tutto più comprensibile.   –Dopo un’eternità, ieri ha deciso di farsi vivo con un messaggio in cui mi spiegava quanto fosse pentito e… Cameron teme che io possa provare qualcosa per lui.-
Qualche secondo di silenzio segue il mio breve racconto, ma esso stesso viene immediatamente interrotto dalla voce acuta ed infuriata di Violet che si dimostra già contrariata.
-Mi stai dicendo che sta agendo da coglione perché è geloso di quell’altro coglione?-   Mi domanda retoricamente con la bocca spalancata, non sapendo che in realtà la situazione è decisamente più complicata di così.
-Già, dovresti smetterla di circondarti di coglioni.-   Mi rimprovera perciò Effy, alleggerendo subito l’atmosfera e facendo ridere sia me che la rossa.
Fingo di dargli ragione e mi mostro più forte del dovuto, ma Violet interrompe la mia messa in scena e decide di tornare seria ancora per un po’.
-A parte gli scherzi, credo dobbiate risolvere al più presto.-   Mi suggerisce infatti, poggiandomi una mano sulla spalla a mo’ di consolazione.   –Vacci e parlagli, adesso.-
-Esatto, così possiamo tutti goderci questo falò.-   Aggiunge poi Elizabeth, decisamente esaltata.
Almeno per ora, le do ragione e mi avvicino insieme alle ragazze al resto del gruppo. Vedo Cameron messo un po’ in disparte mentre smuove con un legnetto la legna che costituisce il falò, ignorando le battute che Matt gli sta rivolgendo. Ha gli occhi persi nel vuoto, puntati verso un punto indeterminato fra le fiamme ardenti, ed una lattina di birra in mano che di tanto in tanto si porta alle labbra. In seguito ad un lungo sospiro, quindi, mi avvicino lentamente a lui come se avessi paura di essere nuovamente aggredita dalla sua indifferenza, mentre Matt, al contrario, fa per allontanarsi comprensivo.
Rimango in piedi alle sue spalle, mentre invece lui è abbassato all’altezza del fuoco ed è totalmente ed esclusivamente interessato ad esso.
-Cam, possiamo parlare?-   Lo supplico dunque, trattenendomi con difficoltà dal posizionare le mani a mo’ di preghiera.
Cameron fa solamente spallucce, come se la questione non lo toccasse minimamente, ma decido di essere almeno per una volta più matura di lui e mi mostro pian piano sempre più determinata.
-Risolviamo quello che è rimasto in sospeso.-   Lo sprono, rivolgendomi a lui con un tono quasi disperato.    –Non voglio rovinare la serata, né a noi né agli altri.-
Finalmente, la voce di Cameron raggiunge le mie orecchie, pur se con qualche difficoltà. 
-Non farlo allora.-   Mi suggerisce semplicemente, continuando a rivolgermi le spalle e facendomi addirittura sentire umiliata.
Comincio a stufarmi di questa situazione, dei suoi inutili capricci e del mio coraggio che si nasconde sempre nei momenti meno opportuni. Non a caso, sembro quasi approfittare della sua ostilità per ritirarmi nuovamente nel mio guscio e non uscirne più, non dovendo dare alcuna spiegazione a nessuno.
-Al diavolo.-   Sussurro quindi nervosa, non tanto con Cameron quanto con Grayson ed il suo tempismo perfetto.
Dopodiché, mi allontano dal ragazzo e mi incammino verso la borsa frigo, posizionata vicino alle tende. Ne esco fuori una lattina di birra e la apro, determinata a finirla nel minor tempo possibile, per poi raggiungere il piccolo cerchio di persone che si è formato attorno al falò e sedermi accanto a Violet, abbastanza lontana da Cameron.
 
Il sole è tramontato già da moltissimo tempo, lasciando spazio ad un velo scuro colmo di stelle ed arricchito da una magnifica mezzaluna. Subito dopo aver mangiato, dando inizio ad una cena improvvisata fatta di hamburger, hot dog e patatine, siamo tornati a sederci attorno al falò come poco prima. Mi scopro essere ancora una volta lontana da Cameron, il che non è di certo una casualità. Al contrario di quanto mi aspettassi, comunque, ci siamo entrambi impegnati a non rovinare la festa agli altri, piuttosto abbiamo fatto di tutto per ignorarci e non iniziare delle inutili discussioni davanti ai nostri amici.
Ad un certo punto della serata, Chris ha tirato fuori la sua chitarra, che ha naturalmente portato con sé da Los Angeles, ed ha pian piano riscaldato l’atmosfera con delle canzoni fortunatamente calme e rilassanti. Wonderwall ha rappresentato il picco della serata, poiché ognuno di noi ha cominciato a cantare a squarciagola, senza vergogna né insicurezza. Una delle mie canzoni preferite aggiunta ad un magnifico falò in spiaggia a Cancun, durante lo Spring Break, ha dato vita ad un ricordo che di certo non eliminerò mai dalla mia mente. Poi, invece, la musica degli Oasis è svanita per dare spazio a canzoni più movimentate, di quelle che si sentono di continuo alla radio e, nonostante spesso e volentieri le detesti, non puoi fare niente per far sì che escano dalla tua testa. Ci siamo tutti improvvisati Rihanna, Charlie Puth, Drake e chi più ne ha più ne metta per gran parte della serata, finché le nostre voci non sono quasi scomparse.
Dopodiché, Chris ha chiuso nella custodia la sua chitarra e, ottenendo degli sbuffi in cambio, qualcuno di noi ha persino cominciato a sbadigliare. Cameron più di tutti, non a caso si è alzato per primo e ha annunciato a tutti il suo abbandono.
-Io vado in tenda, sono stanco.-   Ci informa infatti, mettendo in scena uno sbadiglio palesemente finto sul suo viso che, però, è sinceramente cupo.
Ci guardiamo tutti in faccia in cerca di opinioni, lasciando intanto che il ragazzo compiesse la sua volontà e andasse ad isolarsi dalla festa. Cerco silenziosamente pareri nei volti di Violet ed Effy, che dal canto loro mi ribadiscono ancora una volta di andare da lui. Forse per facilitarmi il compito, invitano poi Tom, Nash e tutti gli altri a ritirarsi e andare a dormire.
Non appena ognuno raggiunge la propria tenda, dunque, rimango completamente sola e, dopo aver lanciato una veloce occhiata al fuoco ancora acceso, alzo lentamente la zip della tenda che Cameron, a dir la verità, dovrebbe condividere con me. Lo trovo ancora sveglio, con il mano il suo cellulare e gli occhi inespressivi e fissi sullo schermo, mentre le sue dita digitano qualcosa in maniera troppo veloce.
La tenda, fatta per sole due persone, risulta essere fin troppo stretta per me e Cameron, che in questo momento non abbiamo intenzione di rivolgerci la parola. Mentre lui continua a mostrarsi indifferente nei miei confronti, infatti, con chi sa quale pensiero per la testa, io non trovo ancora una volta il coraggio sufficiente a tirare fuori le palle e prendere in mano la situazione. Al contrario, mi sbrigo a raggiungere il lato vuoto della tenda e mi sdraio delicatamente, cercando in tutti i modi possibili di non disturbare o anche solo sfiorare Cameron. Non ho idea del perché si stia comportando così, né del perché si sia ostinato a non voler sentire le mie spiegazioni, nonostante io non abbia fatto proprio nulla di sbagliato. Credo però che tutte le mie rivelazioni ed i miei sfoghi su Grayson accumulati col passare del tempo abbiano portato a questo, ad una situazione di pura negazione da parte di Cam. Per la seconda volta in due giorni, mi ripeto quindi di non essere nella posizione adatta ad incolparlo.
-Cam…-   Sussurro dunque, con l’improvviso bisogno di una sua reazione ed il desiderio di sentire la sua voce calda e dolce.
Nessuna risposta arriva però alle mie orecchie e, non appena mi volto verso di lui, noto con dispiacere che mi ha già dato le spalle e si è probabilmente addormentato da chi sa quanto tempo.
L’ora successiva trascorre allo stesso modo, con il respiro lento di Cameron che riempie il silenzio ed i miei pensieri che non fanno altro che confondermi ulteriormente le idee. Non faccio altro che girarmi e rigirarmi nella mia postazione, sempre tentando di non fare troppo rumore, ma tutti i miei sforzi sono vani poiché il sonno non vuole impadronirsi del mio corpo. Mi guardo attorno per l’ennesima volta e il mio sguardo si posa per caso sul mio zaino, messo nell’angolo della tenda. Mi ricordo allora della bustina di erba che mi ero portata dall’hotel con la speranza di gettarla via al più presto ma, sfortunatamente, ho completamente dimenticato di sbarazzarmene a causa di tutta questa storia con Cam. Ed è a questo punto che un pensiero provocatorio e decisamente spaventoso attraversa la mia mente, un pensiero che mi fa alzare su due piedi senza che io possa davvero controllare i miei movimenti. “Dicono tutti che dà un effetto rilassante” constato tra me e me, cercando forse di autoconvincermi del fatto che quella che sto per fare non è poi una cazzata così grossa. “Si tratta solo di un attimo di divertimento e distrazione”.
Muovendomi con passo felpato, mi avvicino allo zaino e ne tiro fuori la bustina di plastica, prima di poter sollevare la zip della tenda ed uscire fuori con la massima delicatezza. Esaudisco quindi i desideri di Cameron e lo lascio tutto solo, senza avvertire né lui né gli altri del mio allontanamento e, dopo aver rubato un accendino dallo zaino di Aaron, abbandono il falò. Mi incammino verso una meta a me sconosciuta, un posto abbastanza lontano dal resto del gruppo ma non abbastanza vicino alla confusione che vi è ancora dall’altro lato della spiaggia. Quando trovo il rifugio adatto a me, dunque, mi avvicino alla riva e mi siedo, bagnandomi un po’ il sedere a causa della sabbia fresca. Estraggo dalla bustina una delle tre canne che mi sono state concesse da quel ragazzo e, ringraziandolo adesso mentalmente, la accendo molto lentamente con l’accendino. Non sono per niente sicura di ciò che sto per fare, ma non voglio assolutamente farmi domande e pensarci su a lungo: sarà un solo e semplice strappo alla regola, un’eccezione che non sarà mai più ripetuta.
Chiudo quindi quella che fingo sia una sigaretta fra le mie labbra e aspiro leggermente, ma questo primo tentativo fallisce e mi porta a tossire rumorosamente. Faccio un secondo tiro, un terzo e degli altri ancora, non mi fermo e tento di ignorare il più possibile il bruciore alla gola che mi ha assalita dal primo secondo, riscontrando però non poche difficoltà.
Comincio a sentirne l’effetto parecchi minuti più tardi quando, con anche un’altra lattina di birra al fianco, mi rendo conto di essere parecchio frastornata e confusa. Mettendo da parte il “malessere” fisico che ne consegue, mi abbandono a dei viaggi mentali di quelli mai fatti prima. Osservo le stelle sopra di me e noto persino una stella cadente, oppure un meteorite, attraversare il cielo nero che mi sovrasta. Se solo potessi scomparire per qualche minuto con la stessa facilità di quella stella, che viaggiava alla velocità della luce, tutto sarebbe sicuramente più semplice. Non sarei qui, tutta sola, con gli occhi e la gola quasi in fiamme e delle tentazioni strane per la testa.
Ed è proprio a causa di una di queste tentazioni che l’istinto mi dice di prendere il telefono e, con più determinazione del previsto, rispondere al messaggio di Grayson. Con tutto quello che è successo con Cameron, a dire la verità, non ho avuto neanche il tempo di pensare a cosa sarebbe stato giusto dirgli nel caso in cui avessi voluto rispondergli, ma adesso che mi trovo in delle condizioni poco lucide la soluzione appare più semplice ai miei occhi. Vorrei dirgli che dovrebbe andare al diavolo per essersi reso conto della verità troppo tardi, vorrei dirgli che non merito tutto ciò che mi ha fatto passare così come lui non merita il mio perdono, né oggi né fra un mese. Avrei così tante cose da scrivergli, eppure so che sarebbero delle parole sprecate, parole che lui non capirebbe. Perciò, sbloccando lo schermo del cellulare, mi ritrovo con una sola, semplice cosa da dirgli.
 
A: Grayson.
Non cercarmi più.
 
Al contrario di quanto mi aspettavo, non una lacrima esce dai miei occhi già fin troppo irritati, bensì vengo immediatamente pervasa da un senso di immensa liberazione. Le mie tre semplici parole segnano la fine di una lunghissima serie di pianti e disperazioni, lamentele e rancore, ma mai avrei potuto pensare che sarebbe stato così piacevole pronunciarle. Ho chiuso con Grayson, con il nostro passato condiviso e con tutto ciò che di sbagliato ho scritto nella mia agenda. Tempo fa mi ero ripromessa che un giorno ce l’avrei fatta, con o senza di lui. Oggi, invece, posso confermare con fermezza che sì, andrò avanti solo ed esclusivamente senza di lui. Senza altre scelte. Ed è una realizzazione magnifica, un passo da gigante che fino a qualche settimana fa ritenevo impossibile, nonostante le promesse di Cameron.
Ma vengo distratta da una voce che chiama il mio nome, una voce apparentemente lontana da me ed ignota, che mi rimbomba ovattata nelle orecchie. Eppure, la sola cosa che sento la necessità di fare, è allontanarmi ulteriormente da essa, dalla realtà e dalle conseguenze della mia scelta riguardo Grayson. Mi sento stanca e spazientita, per questo, senza neanche pensarci su due volte, mi alzo e mi incammino verso l’oceano di fronte a me. Mi immergo in acqua con la necessità di rinfrescarmi la mente ed isolarmi ancora per un po’ e, per la stessa ragione, non appena raggiungo l’altezza giusta sprofondo per qualche secondo nel fondale, con gli occhi chiusi e le labbra serrate.
Passano uno, due, dieci secondi e per un po’ il mio tentativo sembra raggiungere l’effetto desiderato. La voce, però, si fa sempre più vicina a me, secondo dopo secondo, fino a che non vengo tirata di peso fuori dall’acqua. E, in meno di un secondo, mi rendo conto che non si trattava di nient’altro se non della voce di Cameron che, insieme a Violet e Nash, mi cercava in lungo e in largo. Cam, infatti, mi trascina per le braccia verso la riva e, una volta fattami sedere nel bagnasciuga, completamente fradicia, mi mette una tovaglia sulle spalle.
-Khloe, che diamine ti è saltato in mente?!-   Urla a mo’ di rimprovero, subito dopo avermi asciugata così da far scomparire i miei brividi di freddo.
-Oh, “Dio ha un piano”.-   Lo richiamo però io, imitando in malo modo le parole incise sul suo bracciale, quello che tempo fa mi ha fatto cambiare idea su di lui.
Del tutto confuso, Cameron si sta sicuramente chiedendo cosa ci faccia io qui ma, non appena il suo sguardo cade sulle due canne rimaste intatte, pare comprendere ogni cosa. Mi osserva infatti in un misto di preoccupazione e disgusto, spostando gli occhi da me alla bustina e viceversa ed allontanando le sue mani dal mio corpo. Dopo aver chiesto ai nostri amici di lasciarci soli, poi, si riconcentra severo su di me.
-È così che hai deciso di scappare dai problemi? Facendo queste stronzate?-   Mi rimprovera determinato, mentre lo osservo serrare la mascella per trattenere chi sa quale altro tipo di insulto.
-Ne riparleremo domani, ora non ne sei chiaramente in grado.-   Aggiunge dopo, mettendosi in piedi e facendo per voltarmi le spalle.
A questo punto, però, stufa dei suoi richiami, mi alzo anch’io e lo fermo afferrandogli il braccio.
-Che c’è, sei preoccupato per me solo perché ho fumato una cazzo di canna?!-   Lo provoco non appena si gira verso di me, guardandolo a mo’ di sfida.   –È da ieri notte che mi ignori!-
Cameron torna quindi indietro, avvicinandosi ulteriormente a me, e fa in modo che la mia mano si stacchi dal suo braccio.
-Non dire cazzate, Khloe. Sai perché l’ho fatto.-   Ribadisce dunque, inarcando le sopracciglia.
-Oh, quindi credi che ci siano delle giustificazioni al tuo comportamento immaturo?-   Lo stuzzico io, mettendocela chiaramente tutta per ricevere una reazione da parte sua, la prima dopo ventiquattro lunghe ore.
-Hai letto il messaggio di Grayson e sei cambiata all’istante, come il giorno e la notte! Non venirmi a dire che non pensi ancora a lui. Te l’ho letto negli occhi, Khloe, per questo non ho avuto bisogno che tu mi spiegassi niente.-   Replica lui, dandomi finalmente delle dovute spiegazioni.
Spiegazioni che comunque non accetto, poiché sono semplicemente affrettate ed errate. Cameron è giunto alle sue fottutissime conclusioni senza prima chiedere il mio parere, finendo per convincersi di una cosa del tutto incorretta e che, quasi, mi offende. Decido però di mostrare un po’ di comprensione nei suoi confronti poiché, per tutto questo tempo, lui non ha fatto altro che fare lo stesso con me. Così, rilassando notevolmente il mio viso ed alleggerendo la mia espressione, riprendo la sua mano fra la mia e punto gli occhi sulle nostre dita intrecciate, nonostante Cameron sia ancora molto rigido.
-Ascolta, posso capire perché tu sia giunto a delle simili conclusioni, eppure avrei preferito che mi dicessi apertamente tutto quello che ti passava per la testa.-   Lo informo quindi, mentre con la mano libera sistemo meglio il telo sulle mie spalle.
-Per sentirmi dire che ho ragione? Non lo avrei accettato.-
-No, il contrario: ti avrei detto che hai completamente torto. Giusto poco fa ho risposto al suo messaggio chiedendogli di non cercarmi mai più! Sai che se avessi provato ancora qualcosa per lui non lo avrei mai fatto.-
All’udire questa mia ultima dichiarazione, il volto di Cameron si fa meno rigido e severo ed i suoi occhi si puntano svelti su di me, spalancati a causa della sorpresa. Posso benissimo capire che non si aspettasse una cosa del genere, non a caso le sue iridi castane sono adesso ricche di sollievo e stupore. Per questo gli sorrido apertamente dopo aver fissato il mio sguardo sul suo, un sorriso attraverso il quale tento di incoraggiarlo e convincerlo più che posso.
-Devi fidarti di me, Cam.-    Aggiungo quindi, stringendo ancora di più la mia presa.
Ed è come se in un solo secondo il mio malumore fosse scomparso, senza preavviso. Tutta la rabbia che provavo nei confronti del ragazzo o, meglio, del suo comportamento poco opportuno, svanisce insieme alla mia angoscia. Sono sincera con lui, lo so: non ci sono né sotterfugi né menzogne nelle mie parole, niente che possa anche solo lontanamente nascondere dei sentimenti verso Grayson. Guardandomi intensamente negli occhi, Cameron sembra afferrare al volo tutto ciò che mi passa per la testa e, così, decide di accontentarmi. Decide di fidarsi di me, così come io ho fatto con lui sin dal primo giorno. O quasi.
-Mi dispiace se ho così tante cicatrici, mi dispiace se non riesco a resistere neanche un giorno senza piangere e mi dispiace se mi odio, se parlo sempre dei miei problemi e se risulto noiosa. Mi dispiace se non sono così perfetta ma, soprattutto, mi dispiace se non potrò mai essere abbastanza per te. Mi dispiace se per tutto questo tempo non ho fatto altro che riempirti la testa con le mie stronzate, ma voglio rimediare, okay?-    Aggiungo poi tutto d’un fiato, a tal punto da non riuscire quasi più a respirare.
Noto Cameron sbuffare subito dopo stufo e   -Scusa.-   sussurrare, come imbarazzato di sé stesso.   –Non so perché ho agito in quel modo, in un attimo ho subito creduto che sarebbe stato impossibile farti dimenticare di Grayson, di nuovo.-  
-Beh, non ce n’è bisogno.-    Lo correggo all’istante, lanciandogli un sorriso d’intesa.   –Me lo sono già lasciato alle spalle, non dobbiamo più pensarci.-
Cameron porta le sue mani ai lati del mio viso e posiziona i pollici vicino alla mia bocca, per poi attrarmi maggiormente a sé e stringermi in un abbraccio forte e caloroso, così da non farmi più sentire freddo. Cam, comunque, si allontana leggermente dal mio corpo e mi dà un lungo bacio a fior di labbra, un fantastico gesto di riappacificazione. Dopodiché si abbassa sulle ginocchia e raccoglie da terra la bustina di plastica, promettendomi che sarà lui a buttarla via nel giro di pochi minuti.
Poi    -Che diceva il messaggio, comunque?-    chiede, mentre accerchia le mie spalle con un braccio e insieme ci incamminiamo verso il falò.
-Un mucchio di stronzate.-   Ammetto, rifiutandomi di tirare ancora una volta in ballo Grayson.
 
 
 
 
 



XHIMMELX.
Buona domenica a tutti, se ancora c’è qualcuno che si fila la mia storia!
Beh, io l’avevo detto che non tutto poteva andare a meraviglia fra Cameron e Khloe, e così è stato. Ma semplicemente perché Cameron ha così tanta paura di perdere Khloe che, dopo quel messaggio di Grayson, ha quasi perso le speranze e si è finto scontroso ed indifferente.
Per fortuna, però, a Khloe è bastato riflettere sulla reazione di Cam per capire che lui vale molto più di Grayson e delle sue scuse.
Finalmente ce l’ha fatta, è riuscita a voltare pagina.
Quindi sì, possiamo dire che da questa lite è nato qualcosa di positivo e Cameron è riuscito a mantenere la sua promessa iniziale.
Quanto sono belli.
Detto questo, mi dileguo e se qualcuno legge ancora con interesse la mia ff lo pregherei di farmi sapere che ne pensa.
Alla prossima, xhimmelx.

 

-Che diceva il messaggio, comunque?-
-Un mucchio di stronzate.-
   
 
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