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Autore: shinepaw    13/02/2017    1 recensioni
Bella e Leya stanno finalmente insieme, ora che quest'ultima ha deciso di restare. E vissero felici e contente? Tra un rivale agguerrito, proposte speciali e un passato ancora non lasciato completamente alle spalle, il lieto fine si prospetta - non solo per loro! - lontano... se non irraggiungibile!
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Sequel di Juliet & Juliet.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Keeping Love Again'
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Leya's point of view

- Mikhaaaaaail - piagnucolo, comparendo nella sua stanza. Sta leggendo, ma non è completamente assorto nella lettura, poiché alza il capo e mi guarda.

- Sì? - dice, abbozzando un sorriso.

- Mi devi aiutare.

- Certo, sorellina - replica, continuando a sorridere. Si alza da dove è seduto e ripone il libro sul comodino.

- Voglio che sia tutto perfetto, fra una settimana. Si festeggia, qua, no...?

- Si festeggia - mi rassicura, avvicinandosi.

- Tu... tu conosci bene i dintorni, vero? Cosa c'è oltre alla spiaggia, la piscina o il parco? Dove potrei portarla?

Mio fratello si gratta la testa, riflettendo.

- Hmm... c'è l'acquario, il cinema, il centro commerciale... hmm... credo di avere un buon programma che copre tutto il giorno, posso proportelo? Anzi... - gli occhi gli luccicano, il sorriso si fa divertito. - Posso proporvelo, o gentil signorina?

Ridacchio, rifugiandomi tra le sue braccia. Adoro mio fratello.

- Certo, saggio avventuriero - replico nel suo stesso tono, mentre lui mi stringe forte, ma con affetto.

- Il mattino potresti portarla all'acquario, quando non c'è quasi nessuno. Non so se le piaccia andare al cinema o fare shopping ma, a parer mio, non vale la pena andarci, ci sarà un sacco di gente e non vi divertirete affatto. Per il pranzo... a quello ci pensiamo dopo, eh? Il pomeriggio potresti portarla ad un concerto, c'è una band locale che suona; so che mancava loro un chitarrista e come sostituto temporaneo hanno preso mio padre, posso procurarvi i biglietti. Non so cosa potreste fare dopo di esso... ci inventeremo qualcosa. Potreste cenare al ristorante, no? E poi una romantica passeggiata in spiaggia...

- Mikhail?

- Hm?

Gli stampo un sonoro bacio sulla guancia e lui arrossisce lievemente.

- È perfetto. Sei un genio, fratellone! - trillo, strofinando il volto contro il suo.

- N-non è niente di che... a-anche io e Liam faremmo cose del genere, se ne avessimo il tempo... - ribatte, avvampando ulteriormente.

- Giusto! - mi allontano un po' per permettergli di respirare. - Cosa farete, tu e Liam?

- Niente - risponde, cercando di mascherare la delusione. Ma a me non sfugge nulla e di sicuro non mi sfugge il breve lampo di tristezza nei suoi occhi di liquirizia. - Probabilmente quello che facciamo ogni giorno.

- Allora faremo qualcosa noi due - annuncio, appoggiando la testa sul suo petto. - Perché ti voglio tanto tanto bene, Mikhail!

- Anch'io ti voglio bene, Leya...

~~~

San Valentino

Bella's point of view

- Allora noi andiamo, tesoro - asserisce la mamma, ridacchiando quando John la bacia sul collo. Non può aspettare di essere fuori, dove io non li posso vedere? - Fa' la brava.

- Avvisaci se esci - aggiunge John. - Ciao, Bella!

- Ne dubito... - borbotto fra me e me, prima di abbozzare un sorriso di saluto. - Ciao. Divertitevi.

Ed escono. È la mattina di San Valentino e io ora sono definitivamente a casa da sola, senza contare la mia immancabile compagna canina: Brook è stato affidato ieri sera allo zio Geoffrey e famiglia e, sempre ieri, John ha annunciato che lui e la mamma sarebbero stati fuori tutto il giorno. Non ho idea di cosa faranno, non lo voglio nemmeno sapere.

Neanch'io so cosa farò. Probabilmente nulla. A volte ci vogliono giornate di ozio totale. Dopotutto Leya non mi ha detto niente, suppongo sia troppo impegnata e non mi dispiace. Credo...

Suonano al campanello ed io vado ad aprire. Sarà John che avrà dimenticato qualcosa come è suo solito fare.

E invece...

- Leya?

- Buongiorno, Солнышко* - dice, sorridendo. - Buon San Valentino. Sei bellissima.

- Io? - chiedo incredula, mentre lei mi attira a sé per baciarmi. La sua bocca è dolciastra di lucidalabbra alla fragola o alla ciliegia.

No, io sono in pigiama e ho i capelli tutti arruffati, mentre lei indossa un vestito rosa chiaro e due treccine le cingono il capo da una parte e dall'altra, mentre il resto dei capelli sono stati lasciati sciolti; una coroncina di fiori finti del medesimo rosa del vestito le impreziosisce il capo.

- Spero non avrai intenzione di restare a casa in pigiama tutto il giorno - mormora sulle mie labbra. - Ho un mucchio di cose in programma per noi due, oggi.

- E se rifiutassi per restare a casa in pigiama tutto il giorno? - la stuzzico. Sorride.

- L'opzione 'rifiuta' non è contemplata. E se lo fosse... non ti libereresti comunque di me.

- Mi arrendo - sospiro, rubandole un rapido, ultimo bacio. - Entra.

- Ma sei a casa sola? - chiede, mentre finisco di fare colazione e lei accarezza Yuuhi.

- Già. Brooklyn è da zio Geoffrey e la mamma e John sono usciti per un super appuntamento o qualcosa del genere - rispondo, pulendo e mettendo a posto ciò che ho utilizzato. Un sorriso enorme compare sul viso della mia ragazza.

- Bella?

- Hm?

- Preparati.

- Per cosa? - domando, fingendo ignoranza.

- Per il nostro super appuntamento.

Sospiro.

- E va bene. Aspettami qui.

- Uff... non posso guardarti mentre ti cambi?

- No - rispondo, ignorando i suoi occhioni azzurri ed imploranti. La consolo con un rapido bacio. - Farò in fretta.

Perciò in dieci minuti scelgo un paio di jeans e una maglietta che siano un po'... eleganti, e poi sistemo i capelli, legandoli in una coda alta.

Torno da Leya e lei mi guarda e sorride: il suo sguardo è intenso, colmo di ammirazione e meraviglia, di devozione. Sotto di esso tremo lievemente, chiedendomi se anch'io la guardi così quando disegna e si estrania dal mondo, quando la osservo pensando che non lo sappia.

- Sei bellissima, Солнышко - ripete dolcemente.

- Anche tu - mormoro, avvampando un poco. Si avvicina e mi bacia la fronte.

- Andiamo.

- Dove?

- È una sorpresa!

Sospiro di nuovo, divertita.

- Yuuhi! Vieni qui! Andiamo a fare una passeggiata con Leya!

La mia migliore amica canina non se lo fa dire due volte e si lascia docilmente mettere il guinzaglio. Leya mi prende la mano libera e non districa le dita dalle mie né quando arriviamo alla fermata del bus né sul bus. Qualche passeggero ci guarda indecifrabile, qualcun altro ci chiede se può accarezzare Yuuhi.

Io ad ogni fermata domando alla mia ragazza se dobbiamo scendere, ma lei sorride e risponde sempre di no.

- Non dirmi che vuoi arrivare al capolinea e tornare indietro... Leya. Non è divertente.

- Goditi il viaggio, brontolona - mi rimbecca lei, divertita, baciandomi una tempia. Un'ora e mezza e due cambi di bus più tardi giungiamo finalmente a destinazione: l'acquario.

Devo lasciare Yuuhi in uno spazio apposito per i cani, eppure non mi sento dispiaciuta quanto dovrei. Almeno avrò le mani libere per fare foto decenti...

- Ricordo di essere venuta qua una volta, quand'ero piccola, con la mamma e Paul - dico, mentre attraversiamo un corridoio il cui soffitto è parte di una vasca.

- Paul? Il suo capo?

- Sì. Non ero una bambina particolarmente vivace, ma rammento che la mamma aveva paura di perdermi e lui ci accompagnò per aiutarla a tenermi d'occhio.

- Che gentile.

- Già.

In verità ci sono stata anche un'altra volta, con Akira e Ryuu: il mio migliore amico continuava a passarmi caramelle e suo fratello non faceva che porre domande alle guide che si trovavano in ogni sala, per poi informarci di tutto quello che sapeva riguardo questo o quell'animale marino.

Però non lo dirò a Leya. Questo è il nostro appuntamento.

E mentre passiamo pigramente di vasca in vasca scappa qualche bacio, qualche tenerezza e tante foto. L'acquario è quasi deserto.

- Signore, signore - dice Leya, fermando un uomo di mezza età. Il suo accento ora non più così marcato rispunta di botto, sembra una turista. - Potrebbe fare una foto a me e alla mia ragazza? Per favore?

Lui ci osserva sbigottito, però annuisce. La mia ragazza poggia le mani dietro la mia schiena e mi costringe a piegarmi all'indietro, rubandomi un lunghissimo bacio.

- Leya! - sibilo, senza fiato, mentre il signore s'affretta a restituirle il cellulare e fugge. Ride.

- Le lontre sono i miei animali preferiti, qui - afferma, indicando quella nella foto che è apparsa alle nostre spalle proprio al momento dello scatto.

- Hmpf...

Alla fine passiamo al negozio di souvenir.

- Vuoi prendere qualcosa?

- Hmm... forse. Tu?

- Ho già preso qualcosa per Dragan l'altro giorno, quando sono stata qui con Mikhail.

- Oh.

Abbozza un sorriso imbarazzato e cala il silenzio.

- L'abbiamo scelto insieme. Dopotutto è pur sempre suo padre.

- Oh - ripeto. La conversazione cade.

È ora di pranzo. Siamo di nuovo sul bus (ho recuperato Yuuhi, ovviamente!) e il mio cellulare vibra. Lo controllo: quattro chiamate perse dalla mamma, una da John e una da Akira. Ops, non ho avvisato che uscivo, troppo presa dall'appuntamento.

Chiamo la mamma e, dopo cinque secondi d'attesa, lei risponde. Aiuto.

- M-mamma?

- Bella, dove sei? - chiede, in ansia. Non sembra arrabbiata.

- Con Leya. Eravamo all'acquario. Scusa, io...

- Oh, grazie al cielo! Ho chiamato a casa ma non ha risposto nessuno, ti ho chiamata, John ti ha chiamata, ho chiesto a Crystal se eri lì ma non c'eri, Akira ti ha chiamata...

- Mi dispiace, mamma - dico con un filo di voce. - Non volevo farti preoccupare. Mi son dimenticata...

Sospira rumorosamente. E io lo so, è un sospiro di sollievo.

- Non farlo mai più.

- Lo prometto. Mi... mi dispiace davvero, mamma. Scusa.

Un altro sospiro decisamente sollevato. E poi... sorride, lo sento.

- Va tutto bene, tesoro. Spero tu ti diverta, con Leya. Solo... non fare tardi, okay?

- Okay. Divertiti anche tu, mamma. Ti voglio bene.

- Anch'io, tesoro.

Due secondi di silenzio prima che attacchi. Incrocio lo sguardo di Leya e lei appoggia la testa sulla mia spalla.

- È tutta colpa tua - bisbiglio.

- Oh no - replica, sorridendo innocentemente.

- Mi fai perdere la testa.

- Ed è un male?

- Il peggiore dei mali.

- Addirittura?

- Addirittura sì.

- Terribile - ridacchia, prima di rubarmi un bacio. Pranziamo a casa sua, con suo fratello. Lui se ne resta discretamente in un angolo per non disturbarci.

Dopo aver mangiato usciamo di nuovo.

- E adesso dove andiamo?

- Altra sorpresa! - risponde Leya, sorridendo. - Ti è piaciuto l'acquario?

- Sì... - borbotto, ed è la verità. Ma quello che mi piace in generale è passare del tempo con lei.

Sorride ulteriormente e io distolgo lo sguardo per non restarne abbagliata. O innamorarmi di più.

- Dobbiamo prendere ancora il bus?

- Sì, ma stavolta non dobbiamo andare lontano.

Infatti scendiamo dopo un paio di fermate. Ah, conosco questo posto: qua si tengono eventi all'aperto come concerti e spettacoli teatrali, e festival della musica, dei fumetti...

Il palco nella grande piazza è stato allestito per un concerto. Non c'è moltissima gente, non dev'essere un cantante o un gruppo famoso. E poi non ho visto manifesti...

- Chi suona?

- Una band locale. Alla chitarra c'è uno dei papà di mio fratello, è lui che mi ha procurato i biglietti. Oh! Non ci ho pensato... spero che la musica non dia fastidio a Yuuhi. Possiamo sempre andarcene.

Abbozzo un sorrido, stropicciando un orecchio del mio cane.

- Le piace la musica, è abituata ai rumori forti. Starà bene.

Leya mi lancia un'occhiata contenente un pizzico d'apprensione.

- Voglio dire... se la musica non ti piace... non siamo obbligate a rimanere fino alla fine...

Premo dolcemente le labbra sulle sue, alzandomi appena sulle punte perché è un poco più alta di me.

- Non hai nulla di cui preoccuparti. È il miglior appuntamento di sempre - bisbiglio, piano, molto piano, perché ammetterlo è difficile.

- Okay... Солнышко - replica, accarezzandomi la nuca. Poi inizia il concerto: la musica non è male, peccato non conosca alcuna canzone. Yuuhi se ne sta tranquilla seduta al mio fianco, percepisco la sua presenza contro la mia gamba.

- Non è così male! - grido, per sovrastare il rumore. La mia ragazza, che mi stava guardando, distoglie rapidamente lo sguardo ed annuisce.

- Sì, lo penso anch'io! Ecco, guarda! Quello è uno dei papà di mio fratello! - esclama, indicandomi un tipo sul palco che penso di aver già visto da qualche parte.

Tre ore più tardi, con immenso sollievo delle nostre gambe, termina il concerto e relativamente in fretta riusciamo ad infilarci nella folla senza perderci e ad andare a riposarci in un posto più tranquillo.

- Mi fanno malissimo le ginocchia - mugugno, distendendo le gambe sull'erba.

- A chi lo dici... beata Yuuhi - asserisce Leya. La mia quattrozampe tende immediatamente le orecchie nell'udire il proprio nome e le chiede un po' di coccole.

- E adesso?

- Adesso ci riposiamo fino all'ora di cena, se non c'è qualcosa in particolare che vuoi fare. Vuoi il gelato?

- Volentieri.

- Ho visto una gelateria, nei dintorni. Dunque... cosa posso portarle, mia meravigliosa principessa?

La guardo male.

- Non penserai di andarci da sola! E di pagare anche per me, magari.

- Perché? - domanda con aria offesa. - Non posso viziare la mia ragazza, il giorno di San Valentino?

- E tutti gli altri trecentosessantaquattro, dimentichi - sbuffo. - Vengo con te.

E così ci ritroviamo in una piccola ed affollata gelateria giusto il tempo di comprare il gelato e tornare fuori, cercando di non rovesciarcelo addosso.

Di nuovo sedute sull'erba, io osservo la gente che passa, Yuuhi tenta di rubarmi il gelato e Leya guarda me.

- A che pensi? - chiedo. Domanda pericolosa. La risposta è quasi sempre eccessivamente sdolcinata, più della vaniglia sul mio cono.

- Al fatto che tu sia bellissima anche con la bocca sporca di gelato come un porcellino.

Come volevasi dimostrare.

Mi passo il dorso della mano sulle labbra.

- A chi hai dato del porcellino? - domando minacciosa, impiastricciandole il naso di vaniglia e cioccolato.

- Bella! - esclama, allibita. Yuuhi le lava la faccia, contenta, strappandole una risata.

Alla fine restiamo lì sedute a far niente per almeno un paio d'ore, ognuna con i propri pensieri. Niente baci, solo mani che si accarezzano distrattamente.

Ceniamo in un ristorante davvero molto chic, molto pieno, la sera. Leya ha pensato a tutto, ha prenotato, perché altrimenti non avremmo trovato posto.

Regna un'atmosfera romantica e lei non fa che giocherellare con le mie dita, sorridendomi.

- Grazie per oggi - mormoro.

- La giornata non è ancora finita - ribatte.

La cena è deliziosa e il conto piuttosto salato, perciò la convinco a dividerlo a metà. Dopo cena ci ritroviamo in spiaggia. Il sole è quasi ormai completamente tramontato oltre l'orizzonte e sta baciando il mare, tingendolo di rosa.

Io e Leya camminiamo per un po' mano nella mano e Yuuhi corre libera davanti a noi; dopo un po' ci fermiamo a scattare una foto.

- Spero che tu abbia apprezzato questo appuntamento - asserisce, attirandomi a sé per i fianchi. Le cingo il collo con le braccia.

- Mi è piaciuto moltissimo - ammetto, baciandola sulla guancia. - Grazie. Ti amo.

E arrossisco, nascondendo il volto nella sua spalla. Prende dolcemente il mio viso tra le mani, sorridendo con tenerezza.

- Ti amo anch'io - sussurra, baciandomi. - Buon San Valentino, Bella.



*Raggio di sole o piccolo sole in russo
   
 
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