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Autore: Midnight Writer    14/02/2017    1 recensioni
La favola di due cuori che si cercano, tessendo la trama della storia del loro amore e della loro umanità.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Otabek Altin, Yuri Plisetsky
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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[Yuri's P.O.V]
Non  aveva intenzione di perpetuare  nella cieca ignoranza e nell'oziosa e noiosa accidia, che però doveva ammettere che al fianco di Otabek era diventata dolce come il miele. Era ormai notte tarda e Beka dormiva profondamente, decise quindi di agire in quel momento. Indossò il mantello purpureo  del suo cavaliere e si incamminò verso una destinazione a lui non gradita. Da quando, circa un mese prima, era stato con il suo compagno alla città imperiale e aveva notato il quadro nefasto, il tarlo del dubbio si era insinuato nella sua mente: davvero ciò che gli era stato dato come motivazione per la sua maledizione era la vera profezia? 
Davvero questa essenza magica datagli senza possibilità di rifiuto aveva una seria motivazione?
O forse semplicemente suo padre aveva ingigantito la questione?
Si recò da colui il quale anni prima era stato causa di quelle sue ali maledette.
Bussò alla porta di Tiresia, stregone e indovino di corte,  per poi sfondarla quando si rese conto che non avrebbe avuto risposta facilmente e cominciò a chiamarlo a gran voce.
Non appena questi lo vide spalancò gli occhi e insieme la bocca, sconcertato.
"Yuratchka Plisetsky." Disse
"In persona." Rispose "Ho una domanda." Tuonò poi
"Non posso rispondere ad alcun tuo quesito." 
Yuri generò una fiamma dalla sua mano e afferrò la veste di Tiresia.
"Tu mi hai donato questo potere che non voglio e potrei usarlo per ucciderti. Credo che ti convenga parlare."
Terrorizzato, l'indovino si divincolò dalla sua presa
"Una profezia ho riferito a tuo padre, della quale tu sei a conoscenza."
Innegabile era che, prima di ricevere la sua maledizione, suo padre gli aveva riferito una profezia, della quale non era però affatto certo
"Lo so." Rispose tuttavia "ma ho bisogno che tu me la ripeta." 
"La profezia di che che tu sei destinato a governare il regno al fianco di un uomo."
Poche parole bastarono per far sì che le sue supposizioni acquisissero veridicità. Ciò che pensava era assolutamente vero: suo padre gli aveva riferito una profezia ben peggiore.
"Un'altra cosa c'è da dire: un particolare che fino ad oggi non è noto ad anima viva se non la mia: quando il tuo abito subirà un mutamento, saprai che il tuo amore vero avrà raggiunto il suo apice."
"Altro?" Chiese Yuri sbuffando e lasciando andare 
"In realtà sì. Il regno è tenuto sotto un assurdo regime di terrore e povertà: la vita pian piano diventa sempre più insostenibile e il popolo a stento riesce ad avere un pasto caldo ogni settimana. Hai visitato molti luoghi, tra cui la capitale stessa e confido che tu te ne sia accorto. Yuratchka, è il momento che tu segua il tuo destino. Marcia sulla città e reclama ciò di cui nel tuo sangue risiede il possesso."
Lasciò la casa del l'indovino senza proferire parola, permettendo che il silenzio nella sua bocca gli facilitasse l'ascolto della sua mente tempestosa. 
Era quasi giunto il mattino e il cielo iniziava a farsi aranciato mentre tornava al luogo in cui lui e Beka dimoravano, indugiando là dove potesse trovare delle piante utili per un infuso e della frutta per la colazione del suo cavaliere.

[Otabek's P.O.V]
Lentamente si svegliò col fresco odore di menta che gli solleticava le narici. Trovò il consueto piatto di frutta che Yuri gli preparava ogni giorno ad aspettarlo, ma non vide la sua fata a dargli il buongiorno. Ormai era più che certo che nulla di ciò che avesse vissuto fosse un sogno, quindi nel suo cervello subito trillò un fortissimo campanello d'allarme, il quale lo fece subito alzare e uscir a cercarlo. 
Lo trovò seduto sulla medesima roccia nella medesima posizione di quando l'aveva visto la prima volta. Ciò che lo turbava non era tanto quello, che di per sé era una stupenda visione, bensì l'espressione che aveva sul volto, sintomo che stava pensando troppo. Si arrampicò sulla roccia e si posizionò dietro di lui, poggiando il mento sulla sua spalla e stando attenta non ferire le sue ali, per poi baciarlo delicatamente alla base della mandibola e sussurrargli il buongiorno. Non ebbe risposta, quindi decise di inginocchiarsi davanti a lui. Notò che lo fissava senza vederlo, ripercorrendo dietro i suoi occhi spenti chissà quale funesto ricordo.
"Yuri..." Provò a chiamarlo dolcemente, senza tuttavia ottenere una reazione
"Yuratchka." Lo chiamò quindi con tono perentorio, ottenendo finalmente in risposta un sobbalzo e il risveglio della fata dai suoi pensieri occulti 
"Oh, Beka... Buongiorno." Disse per poi baciandolo delicatamente e fugacemente sulle labbra
"Dov'eri?" 
"Dovevo fare una cosa... Ma hai mangiato?" Gli chiese in maniera calma
"No che non ho mangiato!" Sbottò "mi sveglio senza trovarti e secondo te mi preoccupo di mangiare?" 
Si rese conto di aver alzato troppo il tono di voce quando Yuri ebbe ben tre cambi di espressione repentini: dapprima spalancò gli occhi, come se avesse appena realizzato l'iter delle sue azioni, poi spostò per terra lo sguardo e, prima che Otabek potesse scusarsi per averlo ferito, il biondo alzò lo sguardo e lo fissò con le sue iridi di ghiaccio con quello sguardo da guerriero di quando erano andati alla capitale. 
"Uno di questi giorni tornerò alla città imperiale." Disse imperioso
"Vorrai dire torneremo."
"So ciò che ho detto. Non ho alcuna intenzione di metterti in pericolo."
"Non sarò affatto in pericolo-"
"Sì che lo sarai!" Lo interruppe "Già da subito ho fatto un errore a permetterti di starmi vicino, pensi che adesso possa anche permettere che ti uccidano?"
"Ma almeno spiegami perché dovrebbe succedere tutto questo."
"Non ho la minima intenzione di farlo. Quando meno te l'aspetto me ne andrò e sarà inutile venire a cercarmi perché non mi troverai su questa roccia. Discorso chiuso." 
Decise di non controbattere, ma mai avrebbe permesso che Yuri andasse da solo: a qualsiasi costo l'avrebbe seguito.
   
 
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