Prompt
(gentilmente offerto dalla dolce Yssis): Afuro
vuole essere celebrato come divino dispensatore d’amore...
[1 Gennaio]
- Per
l’ultima volta, Afuro, San
Valentino non
è una festa in tuo onore!
– sbotta Hera, per quella che
probabilmente è la milionesima volta. – Non ho
nessuna intenzione di passare quella
giornata ad idolatrarti come una presunta
divinità, né lo vorranno i nostri amici. Ci tocca
farlo già tutti gli altri
giorni, non ti sembra sufficiente? Abbiamo bisogno di una pausa! -
Il ragazzo
biondo seduto a gambe
incrociate sul divano del soggiorno si imbroncia ancora di
più, offeso dalla
riluttanza del proprio fidanzato. Tadashi lo trova spaventosamente
simile ad un
sinuoso gatto viziato.
- Ma
Tadashi, perché non capisci? Io
sono l’incarnazione della Dea dell’Amore! Questa
festa è fatta apposta per me!
Merito una qualche celebrazione, non potete sottrarvi! –
protesta
accoratamente, testardo.
Il moro si
morde a sangue la lingua.
“Un calcio
in culo…” pensa. “Ecco
cosa ti meriteresti!”
C’erano
giorni in cui Tadashi quasi
credeva che la febbre da “Zeus” gli fosse ormai
completamente passata, che
Afuro avesse finalmente sgonfiato il suo ego e potesse comportarsi da
persona
normale. Non pretendeva umile, ma almeno dotata di buon senso.
E poi
c’erano giorni come quello, in
cui Terumi apriva bocca e diceva stronzate allucinanti, come in quel
caso
specifico. E in quelle giornate Hera avrebbe voluto solo prenderlo per
il
colletto di una di quelle sue magliette firmate e scuoterlo
violentemente,
giusto per provare a farlo scendere con i piedi per terra.
- Guarda
che, se volessimo essere
precisi, la divinità greca alla quale ti
sei convinto di assomigliare non ha
nulla da spartire con la ricorrenza di
San Valentino. Assolutamente niente. – ribatte, giusto per
irritare il biondino
con la sua pignoleria, sperando di annoiarlo abbastanza da farlo
desistere.
- Ma
è la Festa dell’Amore, Tadashi!
Dell’Amore! Non ha importanza se non è una
tradizione greca, l’Amore non ha
confini religiosi o culturali, così come i suoi messaggeri.
Quindi un
riconoscimento mi è dovuto. – risponde Aphrodi,
pronto, rimarcando la propria
cocciuta convinzione con uno sguardo deciso e irremovibile.
“Niente.
È peggio di un bambino…”
-
Terumi… - il moro prese un profondo
respiro. – Almeno per il quattordici febbraio gradirei tanto
che fossi tu a
organizzare qualcosa di carino per me. Tanto
per cambiare, sai, razza
di Narciso. – lo ammonisce, mettendo subito in chiaro che non
è disposto a
sopportare sceneggiate quel fatidico giorno.
- Ma
così è noioso, non saremmo
diversi dalle altre coppie. –
“È
questo il punto!”
- Sei
proprio una casalinga, Hera.
–
- Se ci
tieni tanto a fare
l’alternativo perché non vai in giro per la
città vestito da Cupido a
dispensare il tuo cosiddetto amore,
Aphrodi?
– sbotta, punto nell’orgoglio. Una
casalinga lui? Gliel’avrebbe fatta vedere!
- Bene,
allora lo farò! Sono sicuro
che verrò sicuramente omaggiato, così potrai
guardare e imparare come si porta
rispetto ad un Dio! – salta su, impettito.
- Come ti
pare, biondo ossigenato. Sappi
che me ne ricorderò. – sibila, sentendo subito
arrivare le proteste di Terumi a
proposito del suo colore di capelli “assolutamente
naturale”. Che parli pure,
ha smesso di ascoltare ormai da un pezzo.
***
- E quindi
com’è finita quella
storia? – chiede Aporo, seduto insieme agli altri ex-membri
della Zeus attorno
al tavolino di un bar.
Per tutta
risposta Tadashi, seduto
compostamente, indica la vetrina oltre alla quale i ragazzi possono
vedere un
Afuro in tenuta divina, completa di tunica, ali, arco, frecce e una
alquanto
pacchiana corona di rose, che dispensa i suoi fantomatici sermoni
sull’amore,
capaci di far morire d’invidia ogni più accanito
predicatore.
- Alla
fine quell’idiota ha deciso di
conciarsi davvero così. E’ da stamattina che va
avanti. Sta collezionando gli
insulti dei vicini, un paio di denunce per schiamazzi e gli hanno
persino
offerto vari ingaggi pubblicitari. –
- Spero
che tu abbia ripreso tutta la
scena. –commenta Demete, curioso.
-
Ovviamente si, è tutto ripreso. Non
potevo sprecare un’occasione del genere. –
- Ma,
Tadashi… -
- Si?
Dimmi, Tomo. –
- Immagino
che tu non gli abbia detto
che oggi è il quindici febbraio e che San Valentino era
ieri, dico bene? –
Il moro
prende una cucchiaiata di
gelato, che adora mangiare anche in un mese freddo come febbraio, e
lancia
un’occhiata al biondo fuori dal bar.
- Non ci
ho pensato nemmeno per un istante.
– commenta, ghignando perfidamente e facendo rabbrividire di
terrore gli amici
seduti al tavolo.
Quello era
solo l’inizio…
Dopotutto,
se lui portava il nome della divinità più
vendicativa di tutto
l’Olimpo un motivo c’era.
Angolo
del Corvo:
Salve a
tutti ^^
Eccomi qui
anche a San Valentino,
festa per cui mi sento abbastanza indifferente, in realtà.
Non ne ho
particolare simpatia, specie perché il mio rapporto con il
romanticismo è di
tipo allergenico.
Quindi non
stupitevi se il caro
Tadashi è un po’ caustico, sono le mie influenze ^^
Ma
è sempre interessante provare cose
che si trovano al di fuori della propria area di conforto, e non mi
sarei mai
sottratta ad una sfida del genere ;)
Spero di
avervi divertito, comunque.
Kiss