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Autore: FunnyYoungMe    15/02/2017    1 recensioni
Spesso la gente deve seguire altri in una strada dove non vogliono camminare: per affrontare una verità che fa male e per fare tutto ciò con una faccia seria, perché ti sei già arreso; o per nascondere il senso di vuoto con un atteggiamento doloroso di non essere te stesso...
Kyuhyun lotta per mantenere chi è diventato, mentre invece Yesung si dà per vinto nella sua vinta. Entrambi hanno bisogno dell'altro per essere chi sono veramente...
N.d.A: Ciao a tutti. Questa non è la solita storia d'amore KyuSung e quello che voglio davvero è, per tutti quelli che si prenderanno il tempo di leggerla (spero le diate una possibiità), che vi piaccia!!!
DISCLAIMER: Non mi appartengono Kyuhyun e Yesung, anzi, non mi appartiene nessun Super Junior menzionato. La storia non è mai accaduta nella realtà; è solo un prodotto della mia immaginazione, per cui a me appartiene solo la trama.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Kyuhyun, Un po' tutti, Yesung
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Evviva!! Sono riuscita a tornare oggi :)
Sì, il mercoledì probabilmente riuscirò ad aggiornare sempre...
Lettori/lettrici, davvero, io non mordo né mi arrabbio per i commenti :/ Comunque, se volete lasciare delle recensioni, siete i benvenuti ;) 
Buona lettura! 
P.S: Rispondete alle domande del capitolo precedente?


È un cliché dei...

 

Casa di Kyuhyun

 

Dopo quel giorno da dimenticare, Yesung non aveva più visto il ragazzo, visto anche che non era più uscito dalla sua stanza. Era così che piaceva a Yesung; anche a casa sua le volte in cui lasciava la “prigione”, o la sua stanza, erano rare e solo per passare un po’ di tempo con il coniglio di Sungmin, in cortile.

“Fame. Ho così tanta fame; ho finito tutti i miei cioccolatini”, disse Yesung chiudendo la finestrella.

Era arrivata la sera e la “zia” era andata da lui, una volta in tutto il giorno, con il pranzo, che lui aveva rifiutato, e ora aveva bisogno di lei. Aspettava di vederla entrare in camera con del cibo, possibilmente con della carne. Al solo pensiero, il suo stomaco brontolò.

“Che fortuna...”, sibilò Yesung e si sedette di fianco a Bunny. “Non ti ho dato da mangiare oggi, vero?”

“Allora, io potrò essere affamato, ma per nessuna ragione al mondo lascerò che tu patisca la fame, altrimenti Sungmin mi uccide. Sa essere abbastanza spaventoso quando vuole e pratica arti marziali perciò, per salvarmi dalla sua ira, andrò nella cucina del ragazzino a prendere qualcosa per te e per me” e detto ciò, Yesung aprì la porta della sua stanza ‘temporanea’.

I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa: lungo il corridoio c’era della gente, tanti ragazzi e ragazze, che ridevano, bevevano e facevano cose sconce. I suoi occhi innocenti non riuscivano a sopportare le scene da quanto erano rivoltanti.

“Suppongo patiremo la fame”, disse all’animaletto, ma il modo in cui Bunny saltellava sulle zampe gli spezzò il cuore. “Okay, okay, vado”, sussurrò, arrendendosi davanti alla dolcezza dell’animaletto.

Se c’era una cosa che odiava erano le feste in casa perché ci andava molta gente, un sacco di persone affollate, facce sconosciute.

Perfetto, per prendere qualcosa da mangiare, il moro doveva attraversare il suo incubo di persone ignote. Ciononostante, riuscì a farsi strada tra i corpi, scivolando tra gli ‘animali festaioli’, anche chiamati ricchi amici di quel ragazzino. Era in questi momenti che ringraziava di avere un corpo piccolino. Arrivò all’unico posto non profanato, sorprendentemente la cucina, e di nuovo fece per tornare in camera sua, attraversando la folla di ragazze e ragazzi ubriachi, riuscendo a sopravvivere e arrivando in camera intero.

“Certo che quel ragazzino viziato ha un sacco di amici. Insomma, non veri amici, ma solo un branco di licenziosi mezzo adulti che non hanno altro da fare nella loro miserabile ricca vita”, disse il moro con disgusto.

“Avevo ragione. Lui è il tipico ragazzo ‘godiamoci la vita con i soldi di papà, troie fighe e alcool’. Il tipo peggiore, irresponsabile e narcisista, buono a nulla.” La sua attenzione tornò sul cibo che si era portato in camera e che stava mangiando sul letto.

 

Stanza di Yesung

 

“Posso nascondermi qui?” Un ragazzo minuto e carino era fermo sulla soglia della camera. Era un viso conosciuto e il moro sapeva di averlo visto da qualche parte, ma non ricordava dove.

“Posso?” Ripeté e Yesung annuì.

“Perché ti nascondi?” Chiese il moro e il nuovo arrivato ridacchiò alla domanda repentina.

“Sono stanco e vorrei riposarmi; è un caos lì fuori.”

“Non c’è bisogno di dirmelo”, mormorò lieve Yesung e il bel ragazzo lo guardò confuso. Yesung subito lo riconobbe.

“Tu sei il ragazzo che ha quasi colpito Bunny!” Istintivamente indicò il coniglio che mangiava felice la sua insalata.

“Io ho...” Ryeowook si accigliò cercando ricordare. Quando gli tornò in mente la scena, annuì. “Mi spiace per quella volta: non lo avevo visto ed ero...”

Yesung scosse il capo e interruppe la sua scusa. “Non preoccuparti; non è successo niente. Quello che succede nel passato rimane lì.”

“Perché non sei scappato ed eri perfino intenzionato a sacrificarti per un animale?”

“Io...”, abbassò il capo e dalla sue parole traspariva dolore: “Non ne ho idea, almeno non una chiara. Magari in quel momento, sacrificarmi non mi sembrava un’idea così cattiva.”

Non si aspettava di sentire quello. “Kyunnie aveva ragione: è un po’ strano”, pensò Ryeowook.

La maniglia si abbassò e la porta si aprì, rivelando il biondo chiamato Eunhyuk che baciava, più mangiava agli occhi di Yesung, un altro ragazzo appeso al suo collo che sembrava un pesce. Quando il biondo aprì gli occhi e si allontanò dall’altro per invitarlo ad entrare, vide che la stanza non era vuota, maledicendo sotto voce. Chiuse quindi la porta, mormorando un flebile “scusate” prima che qualcuno cominciasse a ridere: Ryeowook si era girato verso il moro e lo aveva visto con gli occhi coperti, portandolo a ridere divertito.

“È finita”, disse abbassando le mani dell’altro.

“Per questo odio andare alle feste. Sembrano un’orgia”, ammise Yesung e quando si rese conto di ciò che era uscito dalle sue labbra, fissò il ragazzo, sperando non lo avesse sentito. Questi scoppiò a ridere fragorosamente.

“Che c’è di divertente? È vero.”

“Scusa, ma il modo in cui l’hai detto era divertente… È per questo che non sei fuori?!”

“Quello e perché non è come se fossi stato invitato.”

“Oh.” Ryeowook sorrise cordialmente. “Allora ti invito io”, disse.

“Grazie ma no. Non voglio veramente, dato che sono davvero noiose le feste.”

“Quindi è qui che ti sei perso?” Fermo sulla soglia, con una lattina di birra in una mano, c’era il ragazzino, i cui occhi si spostarono sulle mani del duo: Ryeowook stava ancora tenendo tra le sue mani quelle di Yesung. Lentamente, il moro si liberò dalla sua presa.

“Non sapevo fossi caduto così in basso… O sei talmente ubriaco da non renderti conto che davanti a te non c’è un...”

“Cosa vuoi?” Disse Ryeowook, non volendo che l’amico finisse la frase.

“Eddai, c’è pieno di vere bellezze, maschi e femmine. Se ti piacciono i ragazzi stasera, se vuoi, te ne trovo io uno e puoi divertirti con lui quanto tu voglia… Ma con questo qui sarà difficile.” Il suo sorrisetto significativo sostituì l’espressione brontolona di poco prima.

“No, non voglio nessuno. Solo, chiudi la porta e vattene.”

“Perché mai vorresti stare con...”, Kyuhyun fece un passo in avanti, “… quello strano puffo?”

“Oh, sei ancora qui?” Disse Yesung mentre sollevava la testa. “Cosa vuoi?”

Kyuhyun strinse la lattina che aveva in mano. Quel piccolo testone lo stava facendo nuovamente, comportarsi come se non avesse sentito ciò che aveva detto lui, come se non lo avesse notato.

“Tsk, come se non mi avessi visto”, Kyuhyun rise, “o sei ancora troppo imbarazzato per affrontarmi?”

“Perché dovrei esserlo? Non sono io quello ubriaco”, rispose Yesung sinceramente, anche se da una parte voleva mettere a dura prova la pazienza del ragazzo.

“Tu, nanerottolo testone, sai cosa voglio dire, e dovresti sentirti onorato che io abbia perfino preso in considerazione di parlare con qualcuno come...”

“Mi sono stancato di parlare con te. Se non hai altro da dire, chiudi la porta ed esci”, lo interruppe il moro, destando la bestia interiore del giovane.

Ryeowook si rese conto di ciò che aveva appena provocato e si alzò, spaventato per quello che il suo amico avrebbe potuto dire o fare senza volerlo. Avrebbe ferito il moro e Kyuhyun se ne sarebbe pentito il giorno dopo.

“Andiamo”, disse il più basso prendendolo dalle spalle, cercando di allontanarlo da lì e prima di andarsene disse, sorridendo dolcemente: “Buonanotte.”

“Buonanotte anche a te”, replicò Yesung mentre guardava il duo allontanarsi, il vicino non di buon grado. Secondo Yesung, si meritava di essere trattato così.

 

Mezz’ora dopo

 

Non era passato molto tempo quando sentì la luce su di sé. Il moro si sedette quando vide il vicino tenersi alla maniglia della porta.

“Cosa vuoi questa volta?” Domandò Yesung, stanco dell’atteggiamento di Kyuhyun.

“Voglio solo dormire con te”, mormorò l’altro e il moro si paralizzò a quella frase perversa detta d’impulso spudoratamente.

Un senso di panico lo pervase, tuttavia non avrebbe permesso che il suo viso esprimesse quanto era disorientato. Il ragazzino stava dicendo cose come quelle solo perché non era sobrio, ciononostante Yesung era a disagio perché le persone ubriache tendono ad essere ossessive e ad avere strani desideri. Yesung non era dell’umore per avere a che fare con lui.

“Esci dalla mia stanza”, disse il dormiglione abbastanza annoiato. Tutto ciò che voleva fare Yesung era dormire e non litigare con il ragazzo ubriaco.

“L’ultima volta che ho controllato, questa era casa mia, perciò ogni stanza è mia”, disse Kyuhyun, lasciandosi cadere sul letto a faccia in giù.

“Ehi! Vai via”, strillò Yesung quando sentì il corpo dell’altro di fianco al suo.

“No-o”, riuscì a dire il bruno nel suo stato semi incosciente, in cui stava per cadere in un dolce sonno.

“Non voglio dormire con te. Non mi piace”, il moro piagnucolò come un bambino, lasciando da parte il tono seccato che aveva cercato di mantenere.

“Non ti farò niente. Adesso taci, mi stai facendo venire il mal di testa.” Quello sorprese il maggiore, anche se era restio ad arrendersi.

“Certo che no, non te lo permetterei.” Sentì le sue guance accaldarsi. “Solo che dormo da solo.”

“Stasera, lasciami… solo… Voglio… dormire con te, solo stanotte”, a malapena sussurrò incoerentemente Kyuhyun; il moro dovette fare del suo meglio per afferrare quello che stava mimando, più che dicendo.

“Fa’ come vuoi, basta che non mi tocchi.” Voltò la schiena al ragazzo, coprendosi bene con le coperte, come a volere creare una barriera dall’altro ragazzo.

Yesung aveva solo bisogno del calore del letto e delle coperte per addormentarsi. Era come essere dentro una calda incubatrice, perfetta per dei dolci sogni. Lui voleva solo dormire; niente incubi e neanche sogni.

 

Dopo mezzanotte

 

Caldo. C’era troppo caldo. Il calore della serata aveva riscaldato la notte. Yesung si rigirò nel letto, peggiorando la situazione; l’unica soluzione era quella di sfilarsi la maglia che indossava. Dormiva sempre con i vestiti che usava durante il giorno e poi, durante la notte, se ne toglieva.

Quando Yesung sentì una brezza accarezzargli la pelle, sapeva che era ora di tornare al calore delle coperte, ma la sua attenzione venne attirata dal corpo dormiente sopra le coperte: il vicino, in posizione fetale, tremava per il freddo.

Yesung si alzò pigramente, maledicendo il ragazzo più volte. Non poteva lasciarlo al fresco della notte, per cui doveva fare qualcosa e l’unica cosa che riuscì a pensare fu quella di liberare il piumone da sotto il corpo del vicino e coprirlo con quello. L’impresa si rivelò più difficile del previsto, dato che il bruno pesava e quindi tirare fuori la trapunta fu molto difficile. Yesung cadde sul letto due volte letteralmente coperto di sudore, ma infine riuscì a coprire Kyuhyun con le coperte che erano sotto il suo grosso corpo.

“Mangia meno e fai più esercizi, invece di bere soltanto”, sibilò rabbioso il moro a bassa voce mentre si copriva con le coperte per non morire di freddo. “Ora non avrai freddo e, se tutto va bene, dormirai bene, perché per te, la mattina sarà un inferno.” Yesung scosse il capo. Non capiva come mai qualcuno dovesse bere così tanto e poi soffrire di più a causa del piacere del momento.

Kyuhyun aprì gli occhi e solo quell’azione gli fece male alla testa. Istintivamente si portò la mano alla testa, sentendola spaccarsi in due, e dal dolore si arrotolò ancor di più, prima di rendersi conto che qualcuno era sdraiato sul suo petto. Abbassò lo sguardo e vide la fronte di Yesung riposare sul petto, il suo respiro colpiva leggermente la sua camicia e le sue mani piccole tra le cosce.

Il vicino somigliava a un piccolo bebè, facendo desiderare a Kyuhyun di avvicinarglisi ancor di più e stringerlo in un abbraccio. In quel momento vide che l’altra sua mano era sotto il collo del maggiore. Al pensiero che probabilmente erano stati in quella posizione durante tutta la notte sorrise malizioso e disse arrogantemente: “Non mi toccare, eh?” Lo strinse ancor di più.

“Lo sai che sei l’unica persona con cui ho letteralmente dormito insieme? Non posso crederci neanche io… Quindi c’è sempre una prima volta”, e con quelle parole sussurrate, si addormentò nuovamente.

 

Mattina seguente

 

Che scena dolce da coppia amorevole: il ragazzo carino tenuto stretto, coccolato, come se non ci fosse un domani, da quello più mascolino. L’illusione, però, si sarebbe spezzata presto, quando il più piccolo si spostò e, ancora sbadigliando, aprì gli occhi.

Yesung estese gli arti, picchiando qualcosa di duro, che risultò essere il petto del vicino. Il moro si rese conto della vicinanza e fece per spostarsi, ma il più giovane lo strinse a sé, la sua mano posata sulla sua schiena, fermando i suoi movimenti. Il ragazzo si sentì in trappola: i suoi tentativi di liberarsi erano inutili. Come aveva detto durante la notte, il demone viziato pesava sicuramente tonnellate e non kilogrammi.

“Non muoverti così tanto: ho mal di testa”, disse Kyuhyun.

“Sei sveglio?!” Domandò Yesung alzando lo sguardo sull’altro, che annuì.

“Posso andarmene quindi?” Più che una domanda era una frase ironica che significava “Voglio essere liberato.”

“No.” La sua risposta irritò ulteriormente il più basso.

“Perché no? No, non rispondere. Non m’importa. Ora che sei sveglio, posso andarmene come voglio.”

“Quindi prima non hai abbandonato il mio petto perché non volevi svegliarmi? Come sei dolce”, il suo sorrisetto malizioso distintivo.

“Devi essere ancora ubriaco”, disse il moro alzando gli occhi al cielo, esasperato, e in qualche modo riuscì a liberarsi. “E ora, vai in camera tua.”

“Mi piace di più questo letto. È prova della nostra notte bollente insieme”, disse Kyuhyun con tono vellutato ma divertito.

Yesung lo colpì alla testa. “Sempre pieno di scemenze… Ed è solo mattina.”

“Ouch”, si lamentò Kyuhyun. “Ho ancora i postumi della sbronza , sii gentile almeno dopo...”

“Smettila con queste insinuazioni perverse. Spero che i postumi ti uccidano”, disse e saltò fuori dal letto.

“È un cliché dei...” Yesung sbatté la porta come protesta alle seguenti parole di Kyuhyun, “… rapporti occasionali.”

 

   
 
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