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Autore: DreamerGiada_emip    15/02/2017    1 recensioni
Una nuova sposa sacrificale giunge nella villa Sakamaki, il profumo dolce del suo sangue fa impazzire subito i vampiri. Eppure lei è diversa da tutte le spose precedenti: i suoi occhi azzurro ghiaccio sono taglienti lame, i lunghi capelli corvini spargono il suo profumo facendo risaltare maggiormente il candore del suo fiso e il colore dei suoi occhi. È una giovane ribelle senza alcuna intenzione di lasciarsi sottomettere. Chi ha il comando della situazione dunque? I vampiri ammaliati dalla misteriosa e provocante bellezza di lei, ma famelici del suo sangue, oppure la fanciulla attratta da quei ragazzi, ma con un carattere orgoglioso e strafottente?
In tutto questo, lei nasconde un segreto, un segreto di cui nemmeno lei stessa è a conoscenza. Nella lussuosa villa dei Sakamaki, verrà portato alla luce un mistero che forse sarebbe stato meglio se fosse rimasto nell'ombra.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Angel, Demon or Human?'
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Fiamme. Ne sono circondata. Fiamme e voci. Non riesco a uscire da tutto ciò. Sono in trappola. Un topo in gabbia.
 
«La musica di un nuovo inizio segnerà il tuo ritorno» mi inginocchio a terra coprendomi con i palmi delle mani le orecchie. Non voglio sentire. Quella voce è spaventosa, storpiata e maligna. Le fiamme si avvicinano. Il cerchio in cui sono intrappolata si restringe inesorabilmente. Il fuoco inizia a carpire il mio corpo bruciandolo. Grido.
 
Mi sveglio di soprassalto in un bagno di sudore. Vedo sfocato. Non riesco a rendermi completamente conto di dove io mi trovi. Il mio sguardo incontra un viso familiare, anche se la mia mente non riesce a ricordarne il nome del proprietario. Un attimo dopo tutti i miei ricordi ritornano contemporaneamente, la mia mente ridiviene lucida insieme alla mia vista. Riconosco gli occhi verdi e i capelli rossi di Ayato.
 
«Cosa ci fai tu qui?» mi sfrego gli occhi per svegliarmi completamente. Ho addosso un paio di pantaloncini di tuta e una canottiera bianca, sono stata nuovamente cambiata da uno di loro.
 
«Ti ho sentito gridare, quando sono arrivato qui tu stavi dormendo e nonostante i miei tentativi, non riuscivo a svegliarti» i suoi occhi mi fanno capire che mi sta nascondendo qualcosa. Mi sollevo per mettermi seduta e appoggio la schiena al montante del letto.
 
«E…?» lo incito a continuare accompagnando le mie parole con un’occhiata interrogativa. Lui appoggia la mano sul mio avambraccio lasciandola lì per qualche attimo, poi la sposta riportandola sul materasso.
 
«La tua pelle… ustionava, bruciava come se sotto ci fosse un fuoco accesso, non riuscivo nemmeno a toccarti» cerca nei miei occhi la risposta a questa novità.
 
«Che stai dicendo? La mia pelle che bruciava?» lo osservo con un sopracciglio alzato, convinta che si tratti solo di un suo stupido scherzo. La mia convinzione va sgretolandosi vedendo che lui non accenna a smentirmi. «È impossibile, fuori da ogni logica» insisto a mia volta.
 
«Credi ti stia prendendo un giro?» dice a un certo punto dopo avermi scrutata attentamente. Non gli rispondo, sembra essere convinto di quel che dice.
 
«In ogni caso, perché sei qui? Non vi avevo forse detto di starmi lontano? Te, Raito e Subaru» mi scopro le gambe per mettermi a sedere sul bordo del letto. Ho bisogno di una doccia.
 
«La regola vale per tutti, quindi se hai permesso a Subaru di avvicinarsi a te perché noi no?» Raito compare in piedi poco lontano da me. Il suo tono è lagnoso. Anche Ayato mi guarda con occhi da cucciolo bastonato. Alterno lo sguardo da uno all’altro, poi scuoto la testa roteando gli occhi. Appoggio una mano sul viso e una sul petto di Ayato e lo spingo giù dal letto.
 
«Ehy!» mi guarda male il rosso. Gli faccio un sorriso innocente, mentre Raito scoppia a ridere.
 
«Cos’hai da ridere tu?» gli tiro un cuscino dritto in faccia, questa volta è il turno di Ayato per ridacchiare.
 
«Sgualdrinella, sei cattiva» si lamenta Raito riprendendo il cuscino e rilanciandolo sul letto. Gli faccio la linguaccia, poi ritorno seria.
 
«Io sarei la cattiva? E voi che mi mordete in tre contemporaneamente?» li fulmino entrambi con un’occhiata tagliente. Ayato sbuffa sonoramente.
 
«Siamo vampiri, cosa ti aspetti?» ritorna a sedersi a gambe incrociate sul letto, Raito lo segue a ruota nel gesto mettendosi al mio fianco.
 
«Un minimo di gentilezza per la povera ragazza che vi deve sopportare ogni santo giorno» tiro un coppino a entrambi.
 
«Eh no, ora basta» esclama Raito un attimo prima di lanciarsi su di me per accanirsi contro i mi fianchi facendomi il solletico. Io detesto questo ragazzo! Scoppio a ridere e mi lancio indietro sul letto finendo praticamente in braccio ad Ayato.
 
«Non sapevo soffrissi il solletico, dolcezza» apro a fatica gli occhi per osservarlo, ha un ghigno stampato in faccia che non promette nulla di buono. Lo intravedo avvicinare le mani a me e, nonostante le risate incontrollate, riesco ad afferrare un cuscino per tirargli un colpo. Sento il respiro iniziare a mancare. Con lo stesso cuscino con cui ho appena colpito Ayato tiro una cuscinata anche a Raito che smette di torturarmi. Sfuggo fulminea dalla sua presa saltando giù dal letto, sollevo il cuscino oltre la testa.
 
«Fatevi sotto» strillo ridendo, mi preparo a ricevere davvero tante cuscinate. Il solito sorriso malizioso di Raito compare subito sul suo viso. Quel sorriso malizioso che mi ha sempre irritato, ma che ho imparato ad accettare come un suo segno distintivo. Stessa cosa per quanto riguarda il ghigno di Ayato e il suo abbigliamento in uno stile tutto suo. Vedo Raito scomparire sotto i miei occhi e, nemmeno un secondo più tardi, mi sento prendere per i fianchi e sollevare. Schiudo le labbra per protestare, ma vengo lanciata sul letto prima che io possa proferir parola, l’impatto mi toglie il fiato per qualche secondo.
 
«Non ci dovresti sfidare» ridacchia Ayato lanciandomi addosso le coperte in cui sono già in parte avvinghiata, con il suo intervento ci resto completamente incastrata. Mi sollevo e mi tolgo le coperte di dosso.
 
«Ma sei fuori?» chiedo a Raito che se la sta ridendo tranquillamente in piedi al centro della stanza. Gli scaravento contro uno dei tanti cuscini per farlo tacere. Subito dopo mi volto verso Ayato, prendo un lembo del lenzuolo e gli salto addosso facendo in modo che il suo viso finisca sotto di esso. Lo sento borbottare il mio nome in protesta. Sono praticamente sopra di lui.
 
«Come? Non ti sento?» lo prendo un giro ridacchiando. Le sue mani escono dall’intrigo di lenzuola e coperte per andarsi a posare sui miei fianchi e riprendere il solletico in precedenza interrotto. Faccio un salto indietro, mentre un urletto di sorpresa misto a risata scappa dalla mia bocca.
 
«Possibile che dobbiate fare tutto questo casino anche a quest’ora?» riconosco il tono severo e autoritario di Reiji. Ayato mi lascia libera.
 
«Sempre serio e impettito, non è vero Reiji?» viene subito canzonato da Raito che raggiunge me e il rosso sul letto incasinato. Mi siedo a gambe incrociate. Il ragazzo li guarda con aria di sufficienza e non risponde.
 
«Lasciati andare almeno oggi» dice Ayato passandosi una mano tra i capelli. Faccio lo stesso per rimetterli un po’ in ordine dopo la piccola guerra. Rivolgo un’occhiata a tutti i presenti.
 
«Perché? Che succede oggi?» chiedo incuriosita dalla frase del vampiro al mio fianco. Vedo Raito aprire la bocca, ma viene preceduto.
 
«Oggi è l’ultimo dell’anno» mi volto verso la provenienza della voce trovando Shu comodamente sdraiato su uno dei divanetti di camera mia. Il ragazzo sbadiglia senza aprire gli occhi. L’ultimo dell’anno? Ho perso così tanto la cognizione del tempo stando qui, il dormire di giorno e star sveglia di notte mi ha parecchio scombussolata.
 
«Non solo, con oggi sono tre secoli esatti da quando abbiamo raggiunto la maturità e il nostro corpo ha smesso di crescere» aggiunge Kanato comparso dal nulla, anche oggi con il suo adorato Teddy stretto tra le braccia. Trecento anni.
 
«Maturità… che esagerazione» faccio un occhiolino e una linguaccia a ognuno di loro come una presa in giro non offensiva. Intravedo Reiji lanciarmi una gelida occhiata, ma lo ignoro bellamente.
 
«Noi abbiamo più di trecento anni, tu potresti dire lo stesso, giovane Lilith?» mi stuzzica abilmente Raito mentre un suo dito mi percorre la colonna vertebrale facendomi tendere come una corda di violino.
 
«Ovviamente no, è solo un’insulsa umana» Subaru compare appoggiato al muro a un paio di metri dal letto. Incrocio le braccia al petto e sollevo un sopracciglio.
 
«Insulsa umana? Sbaglio o il sangue di questa insulsa umana ti è praticamente indispensabile per sopravvivere?» lo guardo male. Possibile che quando ci sono i suoi fratelli debba sempre fare il menefreghista, stronzo e apatico? Poi improvvisamente mi rendo conto che siamo tutti insieme nella stessa stanza, nella mia stanza. «E poi, c’è una riunione di famiglia in camera mia per caso?»
 
«Volevamo proporti di festeggiare tutti insieme, sgualdrinella» Raito si sdraia senza preavviso sulle mie gambe e mi guarda dal basso. Gli do una spinta e lo sposto facendolo rotolare via dalle mie cosce. Salto giù dal letto e sorrido raggiante.
 
«Sono sempre pronta per festeggiare!» esclamo euforica. Apro le braccia in maniera teatrale e faccio una piroetta avanzando a passo di danza verso il mio armadio. «Andiamo da qualche parte?» chiedo per decidere cosa indossare.  Concentro il mio sguardo su Reiji, dopotutto è lui solitamente che organizza le varie uscite, almeno se ci sono anch’io.
 
«No, stiamo in casa, la notte di capodanno ci sono troppi umani in giro» spiega aggiustandosi gli occhiali sul naso. Lo fa spessissimo, sembra abbia costantemente paura di avere qualcosa in disordine. Apro le ante e osservo i miei vestiti. Una festa in casa. Mi volto verso di loro.
 
«Siete ancora qui? Devo cambiarmi, quindi…» faccio gesto con le mani di smammare dalla mia camera. Reiji e Kanato scompaiono dopo avermi dato un’occhiata veloce. Raito mi fa un sorriso malizioso accompagnato dall’occhiolino di Ayato per poi scomparire entrambi. Rivolgo il mio sguardo a Subaru che ricambia, poi anche lui se ne va. Osservo Shu che ancora non si decide a togliersi dalle scatole, continua sonnecchiare sul mio divano indisturbato.
 
«Shu… vale anche per te» picchietto il piede per terra in attesa della sua scomparsa. Lui sembra non ascoltarmi nemmeno. Mi avvicino svelta a lui, vado dietro al divano. «Se non vuoi che ti butti giù per davvero, esci di qui alla svelta» lo minaccio con le mani puntate sui fianchi.
 
«Noiosa…» borbotta per poi trasportarsi in tutt’altra stanza. Sospiro di sollievo, per poi tornare all’armadio con un sorriso. Frugo tra gli abiti di media lunghezza per trovarne uno comodo anche per muovermi e ballare. Ritrovo un vestito che ricordo mi sia stato regalato da Mihael, lo prendo fuori per osservarlo. Un tessuto candido e morbido fascia il seno e la vita, le spalline sono ricoperte di decorazioni in pizzo a forma di fiori, mentre la gonna è fatta interamente in pizzo con decorazioni anch’esse floreali.
 
«Lilith» mi volto di soprassalto stringendo al petto l’abito bianco. Subaru è alle mie spalle, tiene una mano dietro la schiena.
 
«Cosa c’è?» chiedo osservandolo attentamente in quegli occhi fiammeggianti. Lo vedo fare qualche passo verso di me, poi avvicina a me la mano che teneva nascosta. Mi porge tre rose bianche e una rossa.
 
«Mia madre adorava indossare le rose bianche sui suoi vestiti, mi farebbe piacere che le indossassi anche tu per stasera» dice distogliendo lo sguardo dal mio, sembra vergognarsi di quel che dice. Tolgo le rose dalla sua mano e mi accorgo che ha tagliato via tutte le spine dal gambo. Gli faccio un sorriso.
 
«Sarà un piacere» sento le mie guance scaldarsi improvvisamente quando le nostre mani si sfiorano. Lui mi lancia uno sguardo e un attimo dopo è già scomparso, sorrido di nuovo inconsciamente non appena riguardo le rose. Mi tolgo alla svelta canotta e shorts, per indossare quello splendido abitino corto. Vado in bagno e prendo un paio di orecchini fatti di argento e perle indossandoli. Mi osservo allo specchio. Ora tocca ai capelli, vorrei qualcosa di nuovo. Subito mi illumino prendendo le rose, inizio a modellare i capelli velocemente e usare i gambi delle rose e piccoli nastri per tenerli fermi. Quel che ne esce mi soddisfa parecchio. Ho lasciato da parte la rosa rossa, prendo delicatamente lo stelo e ne annuso il dolce profumo. Spezzo il gambo e la appunto sul corpetto del vestito, appena sopra la gonna.
 
In un attimo sto scendendo dalle scale più che orgogliosa del risultato ottenuto. Mi aspettano in salotto, sento le voci di Ayato e Raito presi in un’animata discussione come al solito. Prendo un respiro profondo e spalanco le grandi porte del salotto. Sei paia di occhi si posano sulla mia figura. Sono al centro dell’attenzione e mi rendo conto che gli sguardi che mi dedicano non mi dispiacciono affatto, poiché non sono affamati, solo stupiti. Come il mio quando raggiungo gli occhi del più giovane dei fratelli.
   
 
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