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Autore: _stfu_    16/02/2017    0 recensioni
Dodici prompt per dodici storie ognuna apparentemente a sé stante, ma tutte unite da un unico fattore: Yokohama.
Yokohama avvicina ed allontana le persone; luogo di nuovi incontri, scontri e purtroppo anche addii, ma rappresenta il comune denominatore di tutti i fatti, presenti e passati, che verranno narrati.
È questa città, quindi, il filo conduttore degli avvenimenti che seguiranno.
Personaggi per capitolo:
1. Fukuzawa Yukichi & Mori Ougai
2. Atsushi Nakajima & Dazai Osamu
3. Gin Akutagawa & Higuchi Ichiyou
4. Kunikida Doppo & Dazai Osamu
5. Oda Sakunosuke & Andrè Gide
6. Fyodor Dostoevsky & Nathaniel Hawthorne
7. Oda Sakunosuke & Dazai Osamu
8. Akutagawa Ryunosuke & Higuchi Ichiyou
9. Chuuya Nakahara & Akutagawa Ryunosuke
10. Francis Scott Fitzgerald & Nakajima Atsushi
----INCOMPLETA-
Genere: Angst, Erotico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Crack Pairing | Personaggi: Atsushi Nakajima, Chuuya Nakahara, Osamu Dazai, Ryuunosuke Akutagawa, Un po' tutti
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Prompt: “Ho sempre voluto incontrare un angelo" disse sovrappensiero, mentre passava il coltello lungo la sua schiena, incidendoci delle ali.
Personaggi: Fyodor Dostoevsky / Nathaniel Hawthorne 


 


 

 

Era disposto a qualsiasi cosa pur di far sì che Margaret si salvasse e potesse riaprire nuovamente gli occhi.
Sapeva che le preghiere non sarebbero servite a nulla, che l'unica cosa di cui aveva bisogno erano serie cure mediche per guarire da tutte le ferite che aveva subito durante lo scontro con il Diablo della Port Mafia.
Quella donna, che tanto spesso trovava insopportabile, troppo presa da sé stessa e dalle cose materiali e talvolta così egoista, proprio lei gli aveva fatto da scudo nonostante fosse stata già gravemente ferita, salvandogli la vita, lasciando da parte la propria volontà di risollevare le sorti della sua famiglia di nobili origini, ormai decaduta.
Per questo motivo ora lui era disposto a tutto.
Avrebbe perfino stretto un patto con il demonio, mettendo da parte la propria religione, pur di averla nuovamente al suo fianco.
Se Dio non ascoltava le sue preghiere, si sarebbe rivolto a qualcun altro.
-Ho sempre voluto incontrare un angelo.
Disse sovrappensiero, mentre passava il coltello lungo la sua schiena, incidendoci delle ali.
Hawthorne sentiva una mano fredda premergli in mezzo alla schiena, mentre quel coltello rovente penetrava nella sua pelle, scavando la carne.
Nella stanza c'era un fastidioso odore di alcol, disinfettante e bruciato.
Il momento più doloroso fu quando il demonio passò sulla scapola e poi giù, sulle costole; si sentì quasi svenire, il dolore insopportabilmente atroce, ma strinse i denti e rimase cosciente fino alla fine, senza urlare, senza emettere un fiato.
Era una soddisfazione che non gli avrebbe dato.
Dei nervi dovevano essere stati distrutti perché la schiena era ormai diventata insensibile in alcuni dei punti in cui stava lavorando, non avvertiva altro che il fastidio della lama bollente contro la propria pelle.
Aveva le nocche bianche da quanto stringeva i pugni, i muscoli contratti e sul volto una smorfia di dolore; era al limite della sopportazione, ma ormai sembrava che il demonio avesse finito.
Lo sentì ridere flebilmente, mentre il coltello affondava ora più in profondità, non più a continuare il disegno, ma nel fianco, appena sotto le costole.
Di nuovo avvertì quella sgradevole sensazione che lo aveva accompagnato per tutto il tempo di quell'operazione.
Il suo aguzzino rimase immobile con la lama dentro il suo corpo per alcuni istanti, che ad Hawthorne sembrarono ore, poi lo estrasse.
Sembrava soddisfatto del suo lavoro.
Dostoevsky si alzò, riponendo il coltello sporco di sangue, e passò due dita lungo la sua schiena nuda, lo sguardo fisso sull'ultima ferita inferta che sanguinava debolmente, e che aveva ormai macchiato le coperte prima immacolate.
Aveva un dito tra le labbra e continuava a morderne l'estremità quasi sanguinante.
 
-Ora che posso fidarmi della tua lealtà, potremo cominciare a lavorare insieme.
 
Dopo quelle parole lo sentì uscire, chiudendo la porta alle sue spalle.
Per quanto fosse distrutto trovò la forza di sorridere tra sé e sé. Quel dolore non era stato inutile, era solo una prova di Dio, per giudicare se fosse pronto per affrontare quel nuovo disegno e poter finalmente aiutare Margaret.

 


Il titolo disgraziatamente non ci azzezza assolutamente nulla con la storia, ma stavo scorrendo tra le varie canzoni sul computer quando mi imbatto in questa ed automaticamente penso a Fyodor, quindi diamo la colpa a lui :^^
Tanto amore per Vodkaboi anche se è uno psicopatico omicida :^^
Alla prossima 
( Angolo autore peggiore non poteva esistere, chiedo venia perché mi rendo conto che per queste cose non sono proprio portata.)  
  
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