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Autore: Sonia6    16/02/2017    4 recensioni
Oliver, Felicity, Tommy, Curtis, Laurel e Sarah sono amici da praticamente sempre. Vediamo cosa succede nelle loro vite a partire dal liceo. Affronteranno amori, perdite, delusioni. C'è chi si sposerà, chi verrà creduto morto per anni, chi scoparirà, chi tornerà come Eroe... Questa è la storia di una grande amicizia che si protrarrà negli anni e per tutta la vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 18…
SCUSATE SE E’ PIU’ CORTO DEGLI ALTRI. MI RIFARO’…. UNA PREMESSA: ESSENDO IO ASSOLUTAMENTE E TOTALMENTE IGNORANTE IN MATERIA DI MAGIA ED OCCULTO (IN QUANTO NON MI INTERESSA MINIMAMENTE) HO DOVUTO IMPROVVISARE. SPERO DI NON ESSERE CADUTA NEL BANALE. SE SI, PAZIENZA ;)
BUONA LETTURA!!!
 
 
 
 
I ragazzi si stavano preparando indossando ognuno il proprio costume. Costantine osservava rapito quella specie di rituale che rendeva i suoi nuovi amici degli Eroi. Ma è indossare una maschera che rende qualcuno un Eroe?  Aveva visto con quanta devozione queste persone si prendevano cura uno dell’altro, percepiva nell’aria l’affetto che li univa ed il fatto che avrebbero sacrificato la vita per il bene comune. I costumi proprio non c’entravano niente. Oliver gli aveva salvato la vita su Lyan Yu, lui lo aveva ringraziato donandogli un marchio sulla pelle che lo avrebbe protetto ma, sapeva, quello non sarebbe stato abbastanza. Anni erano passati in attesa di rendergli il favore. Quella sera avrebbe pareggiato i conti e se per farlo doveva rischiare la vita, lo avrebbe fatto. In fondo non aveva niente da perdere. Passava le sue giornate a combattere anime perdute, fantasmi ed esseri maligni che per la maggior parte delle persone non esistevano. Non aveva una vera vita da moltissimo tempo, e se Oliver Queen aveva chiesto il suo aiuto, il minimo che poteva fare era darglielo. Non aveva alcuna preparazione da fare per scendere in campo, perciò si limitò a mettersi in un angolino ad osservare. Non lo avrebbe mai più detto in vita sua, ma Felicity vestita così lo attirava parecchio, onde evitare una freccia in un occhio, decise di tenere quel pensiero tutto per se. Poi, voltandosi verso Sarah e Nyssa, alzò gli occhi al cielo imprecando su quanto la vita fosse ingiusta per lasciare che due donne così belle non fossero etero. Dopo tutta quella frustrazione, comunicò al gruppo che aveva bisogno di una boccata d’aria, così dicendo uscì dal covo per fumare una sigaretta.
 
Oliver stava armando il costume con tutte le sue attrezzature. Il volto scuro, adombrato, carico di tensione e paura. Si, paura. Perché il Team, i suoi amici, in quel momento erano dietro di lui e si stavano preparando a combattere una guerra probabilmente persa in partenza, ma lo avrebbero fatto, lo avrebbero seguito. Fra loro Felicity. Lei aveva già dimostrato di sapersela cavare, l’aveva vista in battaglia. Mille Lune e mille Soli potevano passare, mille battaglie e mille minacce, ma lei sarebbe rimasta sempre e comunque la sua dolce e pacifica Felicity, il suo cuore, la sua anima, la sua coscienza, la sua migliore amica e amante, la sua vita. Girava e rigirava nella sua mano le frecce da mettere nella faretra. Se le avesse messe al loro posto, sarebbe stato pronto ed avrebbe dovuto voltarsi a guardare in faccia il suo gruppo. Forse qualcuno di loro non lo avrebbe più visto, forse qualcuno di loro sarebbe caduto stanotte. O forse sarebbe successo a lui. Questo era troppo da sopportare. Prolungò l’attesa di quel momento
 
Felicity era pronta per andare, come gli altri del resto. Aveva impostato sui cellulari del Team le Coordinate dell’ultimo avvistamento di Damien. Aveva raccolto tutto ciò che le sarebbe servito quella sera e aveva trovato il tempo di fermarsi ad osservare Oliver. Le voltava le spalle intento ad organizzare le sue armi, notò che giocherellava con una freccia. In quel momento capì che pensieri, brutti pensieri assillavano la sua mente. Avrebbe voluto andare da lui, stringerlo forte e dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma non poteva. Nemmeno lei ci credeva, ma sapeva che in quel momento l’unica cosa di cui lui aveva bisogno era stare da solo con i suoi demoni. Guardò il suo volto e ci lesse paura, lo conosceva troppo bene per sapere che quel sentimento non era per se stesso ma per il resto della squadra. Fel, in quel momento, adottò una tecnica di rilassamento insegnatale dalla Guaritrice della Lega degli Assassini, chiuse gli occhi, riempì i polmoni, trattenne il respiro per dieci secondi poi buttò fuori l’aria molto lentamente, ripeté l’operazione altre due volte  e disse
 
“Oliver, dovremo andare”
 
Il ragazzo si bloccò. Possibile che lei non abbia paura? Possibile che frema in lei questa voglia di combattere? Solo a lui quella battaglia portava la strana sensazione che si ha quando si pensa che tutto andrà male? Mise le frecce esattamente dove avrebbero dovuto stare, sospirò e si voltò. I ragazzi, i suoi amici, il suo esercito erano disposti in semicerchio pronti per andare, lo guardavano in attesa. Lui scorse uno ad uno i loro volti. Malcom, abile arciere e uomo pericoloso; Nyssa una buona persona nonostante la discendenza alquanto dubbia; Sarah, sua amica e sorella; Jhon, suo fratello; Roy, il suo allievo; Felicity, il suo tutto. Sorrise a quell’ultimo volto. Quello stesso volto lo ricambiò con la medesima espressione. Indossò la maschera e tirò su il cappuccio. Ogni pensiero o dubbio sparì all’istante. Quella notte avrebbe fatto ciò che era necessario per salvare la città.
 
Il gruppo si diresse ai propri mezzi di trasporto. Jhon, Malcom e Constantine partirono con il furgone che utilizzavano sempre nelle missioni, Roy prese la sua moto che teneva al covo, Sarah e Nyssa saltavano di tetto in tetto in classico stile Lega, mentre Oliver e Felicity si diressero verso la Ducati nera di Arrow. Prima di salire, la ragazza prese la mano di lui dicendo
 
“Tutto bene?”
 
Lui si voltò verso di lei, le tolse il cappuccio, prese il suo viso tra le mani e la baciò. Fel istintivamente intrecciò le sue nei capelli del ragazzo, poteva sentire il contrasto della pelle bollente contro il kevlar freddo che poggiava sulla testa di Oliver. Lui approfondì il bacio. Non ne sapeva la ragione, ma un brivido passò lungo la schiena della ragazza. Lui si staccò e poggiò la fronte contro quella di lei chiudendo gli occhi e disse
 
“Qualunque cosa succeda, voglio che tu sappia che ti amo e che questa condizione non cesserà mai, nemmeno se dovessi morire stanotte. Nell’ipotesi opposta invece, cioè che io viva e tu muoia. Giuro che non avrò pace fino a che non ti avrò vendicato, che la mia vita non sarà mai più come prima e che non smetterò, finchè vivrò, di cercarti negli occhi di ogni altra donna che incontrerò sul mio cammino, e in ognuna di esse io ti ritroverò. Non smetterò mai, mi hai capito? Mai.”
 
“Oliver…” le lacrime scendevano calde sulle guance di Felicity che, senza parole, saltò al collo del suo uomo e lo baciò. Una volta tornato nelle vesti di Arrow, montò in sella e guardandola negli occhi disse
 
“Guardami la fuori ok? Teniamoci d’occhio. Voglio che siamo ben presenti in ogni momento”
 
“Ok” sussurrò Fel  avvinghiandosi a lui
 
 
 
 
Si recarono alla baia di Starling City, Felicity l’aveva visto proprio qui dalle telecamere del traffico. Trovarono i suoi uomini, ma di Darkh non c’era traccia. I ragazzi cominciarono a combattere, facendo fuori quanti più soldati possibili, ma non era semplice, si moltiplicavano come funghi. Non li vedevano nemmeno arrivare. Ben presto furono accerchiati
 
“Ma da dove saltano fuori?” chiese Malcom
 
“E’ Darkh. Credo che li stia…. creando” rispose Constantine
 
“Vuoi dire che non sono…. Umani?” intervenne Fel
 
“Voglio dire che sono percezioni”
 
“Ma puoi toccarli!” esclamò Sarah
 
“E’ la magia!” gridò il biondo in cravatta mentre si lanciava contro uno di loro “E per farli davvero fuori, dobbiamo fermare il loro creatore”
 
Il Team riprese a battersi, consapevoli di lottare contro il niente. Ma quel niente, sapevano, poteva comunque ucciderli. Oliver tra una mossa e l’altra, controllava gli altri, come ogni capo fa, e con lo sguardo cercava Felicity. Lei faceva la stessa cosa. Finchè si cercavano e si trovavano, andava tutto bene. Oliver avrebbe potuto continuare per tutta la notte.
 
“Bene, bene, bene” La lotta si bloccò “Vedo che avete fatto la conoscenza dei miei nuovi alleati” disse un sorridente Damien Darkh arrivato da non si sa dove
 
“In realtà siamo qui per te!” gridò Oliver
 
“Lo so…. Spero non vi dispiaccia se ho preferito lasciare i miei nuovi amici a farvi compagnia. Non sono stati maleducati vero?”
 
“Basta Darkh! Questa storia finisce ora!”
 
“Ah si?! E dimmi, Queen, come pensi di potermi sconfiggere? Perché, non so se l’hai notato, io so utilizzsre la magia”
 
“Non aspettavo altro che tu me lo chiedessi” disse sorridente Ollie.
 
In quel momento fece la sua apparizione Constantine. Una risata squarciò il silenzio che si era creato. Una risata proveniente dal nemico
 
“Scusa, questo…. Tenente Colombo anni 60 chi sarebbe?”
 
“Tenente Colombo?!” chiese stranito Constantine
 
“Per via della giacca a vento credo” gli sussurrò Felicity
 
“Oh” commentò il ragazzo “Ad ogni modo, sono qui per te Darkh!”
 
“Ci conosciamo?”
 
“Non credo…. Io sono quello che vive nell’ombra, colui che viene fuori  solo per prendere a calci nel culo i demoni, aiuto le persone a liberarsi dall’occulto. Non saprai mai chi sono, non mi troverai mai e mai vorrai farlo…. Io sono John Constantine”
 
Così dicendo alzò le braccia e volse il suo sguardo al cielo, gli occhi socchiusi, il corpo tremante. Sussurrava parole incomprensibili. D’improvviso un fulmine, poi nuvole, grosse, sempre più grosse andarono a formarsi sopra di loro. Un vortice di fumo denso scendeva verso il ragazzo che aveva giunto le mani sopra la testa. Aprì gli occhi e con un urlo agghiacciante scagliò quella sostanza verso Darkh. In un attimo fu buio
 
“Che è successo? Ha funzionato” chiese Felicity. Nessuno rispose
 
Il fumo si andava dissolvendo e, in mezzo ad esso, apparve Damien sorridente avvolto da un’aurea luminosa, Galleggiava sospeso in aria come se fosse in una bolla gigantesca.
 
“Direi di no” sussurrò Constantine ansimante per lo spreco di molta energia
 
“Molto bravo…. Ma non abbastanza” gridò il cattivo
 
“Adesso che facciamo?” chiese Jhon
 
La bolla che racchiudeva Darkh svanì e lui lentamente toccò di nuovo terra. Sorrideva.
 
“Jhon?” chiese Oliver al biondo
 
“C’è un altro modo, ma non ho l’occorrente. Non possiamo fare molto per stasera”
 
“Non lo lascio andar via così!!” disse Arrow
 
“Oliver no!!!” gridò Fel
 
Ma in un secondo fu sopra al nemico. Calci, pugni, parate, salti. I due erano alla pari fino a che caddero entrambi ai lati opposti della strada.
 
“Aaahhh” sospirò Darkh mentre si alzava da terra e si scuoteva la polvere dal vestito “Oliver Queen sei così…. testardo. Credo che verrai con me stasera”
 
I ragazzi si guardarono confusi. Non capivano cosa intendesse. D’improvviso, dall’acqua, apparve un container in plexiglass, con delle luci led tutte intorno, la porta della stanza misteriosa si aprì. Ollie si voltò verso Darkh e questi, con una rapida mossa, come a voler schiaffeggiare l’aria, scaraventò Arrow all’interno della scatola trasparente facendolo sbattere sulla parete e cadere rovinosamente a terra. La porta si chiuse.
 
“Oliver!!!!!” urlò Felicity.
 
Lui non poteva sentirla. Ma poteva vederla. Vide sul suo viso terrore e amore, paura e speranza. Lui si alzò poggiando le sue mani alle pareti. La guardò sussurrando il suo nome, ed anche se erano molto distanti lei vide che la guardava. D’improvviso la scatola si mosse, lui abbassò lo sguardo e vide che stava sprofondando, con gli occhi velati di lacrime guardò per l’ultima volta il suo amore e sorrise, prima di scomparire negli abissi. Nel silenzio assoluto, un urlo paralizzò i presenti
 
“Oliver…. Noooooooooo!!!!” Dig la prese al volo prima che le convulsioni del pianto la facessero cadere a terra.
 
 
 
“Che cosa cazzo è successo?” gridò Jhon a Constantine una volta tornati al covo.
 
“Non ha funzionato”
 
“Questo l’ho capito. Perché?”
 
“Ci sono diversi modi per togliere i poteri. Quella che pratica Darkh è magia nera. Il metodo che ho usato stasera è il più comune, ma non va bene per tutti”
 
“Ma hai detto che c’è un altro modo” chiese Malcom
 
“Si, ma devo procurarmi delle cose. Foglie di Artemisia, Cicoria, Assenzio e delle erbe cinesi antiche che ho con me”
 
“E come funziona? Fai una specie di pozione magica?” disse Roy
 
“Si, possiamo chiamarla così”
 
“E come pensi di farla bere a Darkh?” domandò Nyssa
 
“Non è per lui. La berrò io. Con la formula giusta assorbirò io i suoi poteri”
 
Lo guardarono atterriti. Nessuno voleva fare la domanda che comunque tutti pensavano. Intervenne Jhon
 
“Hai detto che è magia nera. Non sarà pericoloso?”
 
“Ho a che fare con l’occulto tutto il giorno tutti i giorni. So quello che faccio. Non preoccupatevi”
 
“Va bene. Fai una lista delle cose che ti mancano, ce ne occuperemo” disse Sarah avvicinandosi poi a Felicity
 
Felicity. Dopo la crisi alla baia, non aveva più aperto bocca. Si trovava in una specie di shock post traumatico. Arrivata al covo si era seduta alla sua postazione a fissare lo schermo spento del suo pc. Non poteva credere di aver perso Oliver. Tutto quel bel discorso che lui le aveva fatto si era appena avverato. Inconsapevolmente fece il riassunto della loro vita. Si erano trovati, finalmente dopo anni di dubbi, poi lui era naufragato, dopo 5 anni all’inferno era tornato, ma lei venne rapita e costretta a diventare quello che era adesso, ma era tornata e si erano ricongiunti. Di nuovo. E adesso…. Adesso…. Poteva già essere morto. Il suo principale rammarico, al momento, era non avergli detto quanto lo amasse, poi il buio
 
“Fel, tesoro…” disse Sarah “Guardami”
 
Lei  guardò la sua amica, ma non la vide.
 
“Fel….” Sussurrò ancora il Canarino “Ehi Constantine! Puoi aiutarla?” chiese implorante
 
Il biondo si avvicinò a Felicity, la scrutò, schioccò le sue dita davanti al suo viso e disse
 
“Certo”
 
Poggiò la sua mano destra sulla fronte della ragazza, con il dito indice ed il medio della sinistra toccò la bocca di Fel. Mosse le labbra senza emettere alcun suono. Poi smise di toccarla, fece un passo indietro e la osservò. Lei si destò come da un sogno, cominciò a sbattere le palpebre e dalla sua bocca uscì
 
“Che è successo?”
 
“Sei tornata con noi” rispose sorridente Constantine
 
 
 
Quella notte fu interminabile, nessuno di loro voleva andarsene a casa. Il ragazzo stava producendo la sua pozione dopo che Roy e Nyssa gli avevano procurato tutto il necessario. Dig, Sarah e Malcom  stavano sfogando la loro rabbia allenandosi con i bastoni. Fel aveva appena avviato, per l’ennesima volta, le ricerche sulle telecamere del traffico. Non poteva fare molto, così si avvicinò a quello che pareva sempre di più essere uno stregone
 
“Ehi” disse lei
 
“Ehi”
 
“Senti, volevo ringraziarti per prima”
 
“Figurati”
 
“E grazie anche per quello che stai facendo. E’ pericoloso e non sei costretto a farlo. Sei una brava persona Jhon”
 
“Sai ragazzina, mi hanno detto molte cose. Quella che va per la maggiore è –arrogante figlio di puttana- ma mai nessuno mi ha detto che sono una brava persona”
 
Si sorrisero come vecchi amici, poi lui, serio, continuò
 
“Lo faccio per Oliver. Lui mi ha salvato la vita in passato. Adesso tocca a me”
 
“Pensi…. Pensi che sia ancora vivo?”
 
“Credo di si” poi poggiò una mano su quella di Fel continuando “E noi lo troveremo”
 
 
 
“Ancora niente dalle telecamere?” chiese Dig
 
“Niente” rispose Fel
 
“Deve pur essere da qualche parte!” disse Roy
 
“Se è sott’acqua, come pensi che le telecamere possano vederlo?” chiese Nyssa
 
Fel spalancò gli occhi come faceva ogni volta che un’idea brillante le balenava in testa e disse
 
“Non lo trovo perché E’ sott’acqua!” e corse verso i suoi attrezzi
 
“E adesso non ti seguo più” disse Dig
 
“Avete presente l’ascensore che ha portato Oliver nelle acque profonde? Credo che sia li che Darkh abbia creato il suo mondo” adesso la vecchia parlantina si era impossessata di lei. Farneticava mentre muoveva le mani su pezzi di metallo, viti, bulloni e chiavi inglesi
 
“Potresti essere più specifica?” chiese Sarah
 
“Darkh ha creato un mondo sotterraneo dove gli uomini sono sani, l’aria è pulita, non esiste criminalità o morte. Le persone non sono più persone, ma macchine perfette. Credo che l’entrata per questo mondo sia sott’acqua”
 
“Ne sei certa?” chiese Roy
 
“Lo saremo presto” rispose lei “con questo!”
 
“Perdonami, vedo solo rottami e viti” esclamò Sarah
 
Fel si girò con un martello in una mano e la matita nell’altra dicendo “Questo perché non usi l’immaginazione! Devi vedere le potenzialità dell’oggetto!” e si voltò di nuovo verso il tavolo da lavoro
 
“Ok, perché non ci dici cosa stai costruendo e non ci pensiamo più?!” intervenne frustrato Roy che impazziva ogni volta che la bionda si comportava in quel modo
 
“Un drone sommergibile. Andiamo a scovare la tana di quel bastardo”
 
 
 
Fel aveva passato la notte insonne. Tre ore ci aveva messo per costruirlo, ma ce l’aveva fatta. Gli altri si erano addormentati al covo mentre lei continuava a lavorare. Il mattino seguente, dopo essersi rifocillati, lavati e cambiati con abiti normali, si recarono alla baia per far entrare in azione il giocattolo della bionda.
 
“Speriamo che funzioni” si lasciò sfuggire Arsenal
 
Fel lo fulminò, poi poggiò la sua creazione a terra dicendo “Forza piccolino”, fece due passi indietro e lo accese. Il drone si alzò in aria e, a tutta velocità, si tuffò in acqua. Fel accese le telecamere per vedere il fondale, gli altri si accerchiarono intorno a lei. Dopo quasi un’ora trovò quella che sembrava essere una botola a tenuta stagna. L’entrata del mondo fittizio di Damien. Segnò le Coordinate indicate sul radar e richiamò il suo drone. Tornarono al covo consapevoli di essere molto vicini a sconfiggere Darkh
 
“Ha funzionato!” esclamò Roy
 
“Ok” commentò Felicity puntandogli scherzosamente il dito contro  “Devi smetterla di fare così. Il mio orgoglio ed il mio ego si offendono. Certo che ha funzionato! Con chi credi di parlare? Sotto le vesti di Hakima c’è ancora la piccola nerd occhialuta e logorroica”
 
I ragazzi risero, dopo tanto tempo risero.
 
“E adesso?” chiese Sarah
 
“Adesso andiamo a fargli il culo!” rispose Felicity
 
 
 
 
   
 
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