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Autore: Ammie    17/02/2017    0 recensioni
Una storia che emoziona, che appassiona, che fa sorridere, che fa sognare e che ha a che fare con la cucina.
Sto parlando di Tadashi e Akira. La loro storia vissuta dal punto di vista della ragazza, che seppur con un temperamento aggressivo si sente persa negli occhi scuri del fidanzato.
Tra i veloci battiti dei loro cuori si presenteranno vari ostacoli, alcuni molto difficili da superare. Solo di una cosa sono certi: del forte amore che li lega...
Riusciranno a restare uniti oppure si arrenderanno alle prima difficoltà?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akira Todo, Tadashi Karino
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sempre più vicini, ma…


-Ciao- disse, deliziosamente arrossita.
-Ehi…- abbassò in modo furtivo lo sguardo sul morbido seno, ma poi trovò i suoi occhi. - Chi devo ringraziare per tutto questo?- domandò attirandola a se, incendiando con lo sguardo un tipo dietro di lei.
Gli schioccò un bacio sulle labbra. –Lydia. Ti spiego dopo, a cena- continuò, tirandogli la mano.
Per un attimo Tadashi rimase incantato dalla vista del suo fondoschiena, ma poi si costrinse a seguirla. Avrebbe dovuto aspettare il dessert per certe cose.
 
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-Allora…- sfogliò distrattamente una rivista di moda. –Hai fatto colpo, vero?-
Akira uscì dalla sua enorme cabina armadio, con almeno dieci diversi abiti tra le mani. Li poggiò sul letto prima di sospirare. –Quando ho accettato il tuo aiuto per la ricerca del vestito giusto credevo mi avresti effettivamente aiutato, Lydia-
La rossa alzò lo sguardo annoiato. –Ti sto aiutando, mia cara. Più di quanto tu non creda-
-Ma se non ti sei mai alzata da quella poltrona!-
-È molto comoda-
-Oh mio Dio!- si lasciò cadere esasperata sul materasso. Non riusciva a credere quanto avessero legato negli ultimi giorni. Certo, aveva un carattere difficile e le sue battute erano ancora un po’ acide, ma aveva capito che in fondo persino la sua scorza dura nascondeva una generosità invidiabile. Aveva messo da parte la cotta per Tadashi e, a causa dell’improvvisa noia degli ultimi giorni, era diventata la sua stilista personale.
-Te l’ho detto: devi metterti qualcosa di stretto. Ciò che hai qui non serve a niente, se non per andare alla casa di riposo-
Sospirò un’altra volta e chiuse gli occhi, ripensando alla serata che aveva trascorso con il suo ragazzo. Il dolce in particolare era stato di suo gradimento. Alzandosi e piazzandosi di fronte allo specchio, scoprì di essere parecchio arrossita. –Con chi andrai al ballo?-
Chiuse improvvisamente la rivista. –Credevo che stessimo parlando di te, fino a poco fa-
-Non lo so, Lydia. Ti comporti in modo strano ultimamente e…- strabuzzò gli occhi sorpresa. –Tu stai pensando a un ragazzo- disse, voltandosi a guardarla.
Lydia arrossì furiosamente. –Basta. Sono qui per aiutare te, ricordi? E ora provati quel vestito blu-
Akira non mollò. Voleva saperne di più. –Andrai con lui al ballo?-
La rossa si alzò e uscì nella terrazza, in cerca di aria fresca. –Non è così facile- disse, sentendo dei passi fermarsi dietro di lei. –Non mi sopporta. È evidente. Eppure non riesco a smettere di…- si bloccò.
-Lydia…-
-È più grande di me e non fa altro che guardarmi male. Non lo capisco-
-Quindi la noia di questi giorni…-
-Sì, avevo bisogno di fare qualcosa per distrarmi- sbuffò.
Akira non aveva la minima idea che il suo comportamento fosse dettato da qualcosa di così importante. Forse avrebbe dovuto prestarle più attenzione, ma Lydia, d’altro canto, non era mai stata una persona tranquilla, dunque aveva creduto che il problema si sarebbe risolto da solo. –Andiamo in città. Facciamo compere e pranziamo assieme- propose.
Si voltò, trovandosi faccia a faccia con la sua recente amica. –Come mai sei così gentile, dopo tutto ciò che ti ho fatto?-
-La verità? Non ne sono sicura. Ma ultimamente ho visto una Lydia gentile e stranamente disponibile e… Non lo so- alzò le spalle. –Non sei così cattiva come vuoi far credere-
-Mmh… Sarà meglio andare. Non voglio tardare troppo dato che offri tu-
-Certo- sospirò ancora.
 
Davanti a un bel pranzo italiano, l’atmosfera si era decisamente rilassata. Erano sedute accanto alle finestre, vicino ai fiori profumati, e la pasta aveva un aspetto deliziosamente invitante. –Allora- disse Akira. –Abbiamo fatto shopping, ma non ho trovato l’abito giusto…-
-Ci sono ancora un paio di negozi in cui vorrei andare-
-Okay…-
-A proposito, dovresti evitare di raccogliere i capelli in questi giorni. Si vede il succhiotto-
Akira reagì imbarazzata, sciogliendo la coda di cavallo e lasciando che i morbidi capelli nascondessero la fine della serata con Tadashi. Arrossì vistosamente. –Non potevi dirmelo prima?-
-Quanto vi siete spinti?- domandò tranquilla.
-Lydia!-
La rossa rise. –Non siete più all’asilo. Questo è l’anno del diploma, sai?- posò la forchettata di pasta. –Dovresti avere un po’ d’esperienza, ormai-
Se avesse saputo che il pranzo si sarebbe trasformato in un interrogatorio a luci rosse, avrebbe volentieri fatto a meno di uscire. –Sono cose private- sussurrò.
-Uffa. Va bene, la smetto- disse. Poi alzò lo sguardo verso l’alto. –Scommetto che il collo non è l’unico punto in cui ti ha lasciato dei succhiotti-
-Lyd…-
-Ho le allucinazioni? O vuoi due state davvero pranzando assieme?-
 
-Allora…?- domandò Tadashi.
-Mi ha offerto il pranzo, sì- annuì la rossa.
Lentamente, la sua ragazza si girò, mostrandosi in tutta la sua imbarazzata bellezza. Un forte desidero si fece largo in lui. –Come mai sei tutta rossa?-
-La tua ragazza è sensibile a certi argomenti- disse, riprendendo a mangiare.
Si abbassò arrivando al suo livello. –Tutto bene?- chiese dolcemente, carezzandole il ginocchio libero dalla gonna.
Alla ragazza vennero i brividi, tanto quel contatto le provocava piacere. –Sì…-
-Mi è venuta fame- poi prese a sussurrare. –Ma non solo di pasta…- sorrise.
 
Akira ridacchiò impacciata. –Tadashi, non credo che sia il mom…- ma si bloccò quando sentì la mano del ragazzo scivolare sotto la gonna, stringendole piano la coscia.
-C’è uno sgabuzzino là dietro, se avete così tanta voglia d’intimità- disse improvvisamente Lydia, facendoli arrossire entrambi.
Tadashi ritirò subito la mano e con un gesto veloce si raddrizzò, portandosi la mano tra i capelli. Non aveva idea di che cosa gli fosse preso. Se non fossero in un luogo pubblico probabilmente l’avrebbe già presa tra le braccia. –Non volevo…-
-Era solo…-
-Risparmiatevi le scuse. È ovvio che siete in calore. Potreste almeno farmi finire la pasta senza…- si zittì. Il suo sguardo vagò dietro all’avventuriero, prima di alzarsi, mormorare qualche parola di scusa e uscire dal locale.
-Che le è preso?-
La giovane alzò le spalle, ancora rossa in volto. –C’è un ragazzo che le piace. O a cui non va a genio. Non ne sono sicura…- si mordicchiò il labbro.
Tadashi la guardò dolcemente, prima di sedersi al posto di Lydia e continuare a mangiare la pasta rimasta sul piatto. –A proposito, come mai hai tutti i capelli arruffati?-
-Ti ci metti anche tu?!-
 
Nella serra della S.A. c’era un odore delizioso. Akira aveva appena sfornato la sua torta alla frutta ed era contenta che il suo ragazzo, Yahiro e Finn la stessero apprezzando. Si mise a sedere nella sua solita poltrona in vimini, osservando Ryuu e i due gemelli avviarsi verso l’uscita, per avvertire i professori dell’assenza di due studenti.
-Quindi Kei e Hikari sono partiti?- domandò Tadashi ad Akira.
-Il bruto aveva da fare a Londra e Hikari ha insistito per accompagnarlo. Altro dolce, Finn?-
-Oh, no. Grazie.- sorrise.
-Come mai a me non lo chiedi mai?- domandò l’avventuriero.
Yahiro prese parola. –Perché sa benissimo che ne mangeresti un’altra fetta comunque, che lei te lo chieda oppure no-
Alzò un sopracciglio irritato. –Disse l’uomo che ha già mangiato tre fette di torta-
-Io non ingrasso-
-Nemmen…-
-Basta voi due! Ecco- disse poi, posando il vassoio con il restante della torta di fronte a Tadashi. –È tutta tua-
-A proposito, Akira- la bionda riprese a parlare, mentre i due ricominciarono il duello per il dolce. –Hai trovato il vestito giusto?-
-Non ancora…-
-Ma il ballo è domani sera!-
-Lo so…- si torturò le mani. –Ma non ho trovato nulla che mi convincesse-
-Mmh. Avresti dovuto iniziare prima la ricerca…-
Chiuse gli occhi e si appoggiò allo schienale. Certo, Finn aveva ragione, ma ultimamente aveva avuto un po’ da fare tra la sua relazione e Shou. –Lydia mi ha dato l’indirizzo di un negozio… Spero di trovare ciò che sto cercando-
-Da quando tu e Lydia siete amiche?- chiese Yahiro.
-Oh, già. L’altro giorno le ho trovate a pranzare insieme- deglutì. –È stato scioccante, in un certo senso-
-Che cosa vuole fare?-
-Niente- rispose Akira. –Siamo più o meno amiche, credo…- sospirò. –Non è così male-
La bionda era sorpresa. -Davvero?-
-Davvero- sospirò nuovamente, quando sentì la campana suonare.
 
Era perfetto, era l’abito giusto per il ballo.
Aveva seguito i consigli della sua più recente amica e questo era il risultato: un vestito totalmente di pizzo nero, così stretto che prima di provarlo temeva le sarebbe stato decisamente troppo piccolo. Era un tessuto che lasciava quasi trasparire il suo corpo, coprendolo però sulle zone più intime. Era incantevole, seducente e favoloso. La stringeva silenziosamente in vita rendendole i fianchi sottili ma sensuali; le fasciava il fondoschiena in modo tremendamente erotico; cadeva sulle sue gambe perfettamente. Adorava lo scollo: non era molto profondo, ma era sufficientemente stretto, quel che bastava per permettere al seno di essere messo in primo piano, prosperoso e invitante.
Forse era un po’ troppo per la festa dell’ultimo anno, ma proprio perché era l’ultimo anno, voleva mettersi un po’ in mostra, per il suo ragazzo ma soprattutto per se stessa.
Stava per tornare nel camerino, quando un applauso catturò la sua attenzione. Si girò, notando come Shou, appoggiato a un muro, sorridesse guardandola.
-Sei… Wow- disse, non togliendole gli occhi di dosso. -Andrai al ballo vestita così?- disse avvicinandosi.
Akira reagì imbarazzata, coprendosi come meglio poteva. Quella situazione la metteva a disagio. –Shou, potresti evitare di…-
-Credevo di potermi tenere tutto dentro, ma non ci riesco. Sei troppo bella e non voglio sprecare altre occasioni o perdere altro tempo- continuò verso di lei.
-Ascolta, Tadashi sta venendo a prendermi e vorrei evitare altre situazioni complicate…- si morse le labbra, non sapendo che altro dire. Pregò mentalmente che Shou si allontanasse e la smettesse di guardarla in quel modo strano.
-Mi piaci, Akira. Non faccio altro che pensare a te. Giorno e notte- le prese una mano e le baciò i palmi, facendola arrossire per l’eccessivo gesto di affetto. –Voglio che tu sia la mia ragazza. Lo desidero davvero-
-Shou, io…-
-Ssh. Io tengo a te, e non ce la faccio a vederti soffrire a causa di quello stupido-
Akira strabuzzò gli occhi in un mix di rabbia e shock. –Non parlare così del mio ragazzo! Abbiamo risolto tutto e…-
-Non riesci a capire che non ti renderà mai felice quanto me? E non coprirti- disse rude, prendendole i polsi e allontanandoli dal suo corpo.
Con quel gesto, Akira si sentì improvvisamente in panico. Shou, né nessun altro, si era spinto così tanto in sua presenza, e la forza con cui le stringeva i polsi la spaventava. –Lasciami, Shou. Lasciami- ripetè.
-Akira, ascoltami- disse serio, bloccandola contro la parete. –Diventa la mia ragazza, io…-
-No- iniziò a tremare lievemente. –Io sto con Tadashi. Mi dispiace, ma non c’è altro da dire-
Il ragazzo la spinse ancora sulla parete. –Dammi una possibilità-
-No, io sto con Tadashi- ripeté. -Lasciami andare. Mi stai spaventando, Shou- lo guardò dritto negli occhi, sperando di convincerlo.
L’altro, tuttavia, fece qualcosa che la immobilizzò dallo stupore: la baciò. Premette le sue labbra su quelle della ragazza, avido e brusco, bloccandole sempre i polsi e premendosi addosso a lei.
La paura si fece largo in lei, sentendosi bloccata sia fisicamente che mentalmente: non sapeva che fare. Ma quando sentì Shou entrare con la lingua, continuando a baciarla senza dar cenno di volersi fermare, capì che doveva reagire. Cercò di dimenarsi quanto più le era concesso, ma lui era più forte. La teneva saldamente schiacciata tra se stesso e la parete, impedendole qualsiasi via di fuga. Si liberò solo un attimo dal bacio, giusto il tempo di riprendere fiato.
-Lasc… Mmh!-
Riprese a baciarla, stavolta facendo scivolare una gamba tra quelle della ragazza per aumentare il contatto fisico.
Akira cercava di ribellarsi, ma non riusciva a liberare le braccia e il panico si faceva sempre più forte, facendole cadere qualche lacrima sulle guance. Poi, accadde tutto in un attimo.
-Che diavolo pensi di fare alla mia ragazza?!-
All’improvviso si sentì libera. Aprì gli occhi solo per vedere Tadashi che lo staccava a forza da lei, facendolo cadere a terra con un pugno in pieno volto. Non l’aveva mai visto così arrabbiato. Era davvero furente, accecato dall’ira. Lo vide abbassarsi e dargli un secondo pugno, poi un terzo…
-Ta… Tadashi- lo chiamò piano.
Al suono della sua voce si rialzò e andò verso di lei, prendendola tra le braccia e stringendola a sé. La guardò negli occhi, per studiare fino a che punto quell’essere l’avesse spaventata. –Ssh… Sono qui con te- disse, riportandola tra le sue braccia.
A quel punto, Akira liberò un pianto che non sapeva nemmeno di avere trattenuto così a lungo.

 
 
Ho deciso di riprendere questa storia grazie a un messaggio di una vecchia amica, a cui dedico un enorme ‘grazie’. Il prossimo sarà l’ultimo capitolo.
 
Spero vi possa piacere.
  
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