Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: tror_i_thou_doom    18/02/2017    8 recensioni
L’ambiente scolastico fa parte della vita di ognuno di noi.
Spesso, è li che accade tutto.
E’ li che si arriva bambini e si esce adulti, è li che avvengono i più grandi cambiamenti di una persona, è li che si sceglie per il proprio futuro.
Alcuni lo vedono come un ingiustizia, altri come un opportunità per la vita, altri come un dovere o routine quotidiana.
Ma in qualunque modo venga visto, resta sempre e comunque un avventura.
Un avventura in cui sembra di essere in tanti, ma in verità si è sempre da soli.
Ogni azione, ogni scelta ha una conseguenza, e non si può tornare indietro per cambiarla.
Genere: Dark, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Jet the Hawk, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Angolo dell’autrice:
Ho un po’ di cose da dirvi e da spiegarvi.
In questo periodo non ho mai avuto un attimo libero, tra amore, scuola e lavoro.
Questo capitolo l’ho scritto praticamente tutto su carta, e ricopiarlo tutto mi ha richiesto moltissimo tempo, mi scuso per il terribile ritardo.
Scrivendo su carta non mi sono accorta di quanto l’ho fatto lungo, troppo lungo.
In questo momento mi mancano ancora alcune parti e le pagine scritte sono già 108, giusto per rendervi un’idea.
Ho deciso di dividere questo capitolo in tre parti, dato che la prima parte è completa e alla seconda manca proprio un pelo nella parte di Knucks.
Inoltre, non sono molto convinta di lasciarla nella sezione dedicata a Sonic, per il semplice fatto che la fan fiction era nata nel mio cervello come una human-verse, ma di Sonic qui c’è veramente poco, a parte i nomi, è praticamente una storia a se.
Quindi è probabile che prima o poi io cambi definitivamente tutti i nomi e la sposti nel generale, ovviamente se dovesse succedere avvertirò prima di farlo.
Avrete notato che alcune parti non sono in italiano, però metto sempre le traduzioni in fondo.
Mi rendo conto che la cosa è un po’ scomoda, però volevo fare in modo che il lettore entrasse completamente in sintonia con la storia, e lasciare la lingua originale mi sembra un buon metodo.
La sto pure traducendo in inglese (anche se vado molto a rilento, sono la lentezza in persona), poi la traduzione la metterò su Wattpad, dove metterò anche quella originale in italiano ovviamente.
Del resto, spero che vi stia piacendo ciò che ho scritto, ci rivediamo alla fine della terza parte, vi lascio alla storia!
                                         

Capitolo 8 prima parte:
   
     Tempore nihil sanat.
                                                                                                                                                        - Amor, ch'al cor gentil ratto s'apprende
                                                                                                                                               prese costui de la bella persona
                                                                                                                                         che mi fu tolta; e 'l modo ancor m'offende.- 
                                                                                                                                                                                                                                 (Dante Alighieri)


Julie Van Leeuwen

-De fumo in flammam
Tempore nihil sanat
Noli ignoscere
Noli oblivisci
Odire humanum est-

(Arch Enemy – From the song Tempore Nihil Sanat)


SHADOW  ZIEGLER

Le sue labbra sul proprio collo, i respiri affannati.
Piccoli gemiti trattenuti, parole dolci sussurrate qua e la, quasi inudibili.
Le sensazioni erano più forti.
Le sue dita infilate nella schiena, i suoi muscoli tesi sotto ai suoi.
Pelle sudata contro pelle sudata.
Era come un mix delle migliori droghe esistenti, era anche più forte.
Poteva sentirlo, poteva percepirlo con tutto se stesso.
Era come un fiume in piena, un fiume fatto di lussuria e piacere.
Erano una cosa sola ora, un tutt’uno, erano solo loro e le loro anime.

Aveva scelto lui, tra tutte le persone esistenti sulla terra, il suo cuore e la sua mente avevano scelto lui.
Aprì gli occhi, un dolce tepore a riscaldargli il petto.
Accarezzò il ragazzo che dormiva beato appoggiato a lui.
Era quasi incredibile, era quasi impossibile.
Loro si amavano? No, era impossibile in così poco tempo.
Loro si bramavano.
Non amava vedere quella povera ragazza affranta, ma era felice che fosse andata così, che li avesse scoperti.
Aveva portato un po’ di scompiglio si, avevano creato un dramma durato quasi due settimane, ma alla fine lui ne era uscito indenne, con quel ragazzo tanto conteso tra le braccia.
Odiava il fatto che pur essendo con lui, pur essendo con il ragazzo che gli stava facendo vivere un sogno, qualche volta il suo cervello lo costringeva ad affrontare la realtà.
Scourge.
Aveva cambiato comportamento all’improvviso, da quando lo aveva visto con Jet, era rimasto incerto e lo stava controllando.
Scourge era pericoloso, e sapeva che gli stava mentendo, non era stupido e non gli sfuggiva nulla, la cosa peggiore era che più di ogni altra cosa Scourge era vendicativo.
Il suo soprannome significava “Flagello” e vi era un motivo, era estremamente pericoloso ed era meglio averlo dalla propria parte, soprattutto per la posizione in cui si trovava lui.
Sergei Evdokimov era il suo vero nome, e lo stava tenendo d’occhio.
Loro avevano un accordo, probabilmente l’unico motivo per il quale non si erano già scannati a vicenda.
La droga se la dividevano, e facevano a metà con i soldi ricavati.
Non poteva biasimarlo per la sua crudeltà, le loro situazioni non erano poi così diverse, solo che lui se la sarebbe potuta cavare con un pestaggio, l’altro con la giugulare recisa.
Sergei si era fatto vedere debole solo una volta, ed era stato con lui.
Lo aveva trovato in mezzo ad una strada in una zona disabitata, sull’orlo della morte.
Piangeva, e lo implorava di strapparlo dalla sua vita.
Lo aiutò a rimettersi in sesto e fu in quei giorni che stabilirono quell’accordo.
Smise di pensare quando sentì Sonic muoversi tra le sue braccia.
-Sei sveglio?-
-S-si.. – Sbadigliò, e si strofinò quei bellissimi occhi color verde smeraldo, che si ritrovò puntati addosso un attimo dopo.
-Abbiamo dormito tutto il pomeriggio..-
- Beh, diciamo che eravamo abbastanza sfiniti..- Disse, con un sorrisetto malizioso.
Lo aveva fatto suo, ed era stato bellissimo.
Lo aveva fatto suo e non aveva mai provato sensazione migliore.
Lo aveva fatto suo ed era un sentimento così forte quello che provava per lui, che nemmeno era amore, no.
-Credo di non aver mai provato qualcosa di così potente e soddisfacente prima.. Mi hai fatto sentire vivo, vivo per davvero.. Pensavo di odiarti ma sei stato sempre la mia salvezza Sonic.. -
-Nella vita ci si sbaglia spesso.. Se potessi tornare indietro nel tempo, regalerei comunque a te la mia prima volta, perché l’hai resa speciale Shadow, indimenticabile.-
Lo tirò a se e baciò ancora una volta quelle labbra di cui non sarebbe stato mai sazio, erano come una droga, ormai ne era dipendente.
Si staccarono solo quando il telefono dell’altro iniziò a vibrare.
Sonic sbuffò e lui ridacchiò, dandogli una pacca sul culo, l’altro lo fulminò con lo sguardo e poi gli sorrise.
-Pronto?- Si portò il telefono all’orecchio e rimase ad ascoltare, la sua faccia si fece leggermente più sconvolta ad ogni secondo che passava.
-Capisco… Vedrò di fare qualcosa, buona serata..-
Chiuse la chiamata e rimase in silenzio, lo sguardo perso in un punto indefinito.
-Chi era?- Chiese, riscuotendolo.
-La preside..-
-Che!? Cosa è successo? Per caso hanno raso la scuola al suolo?- Chiese, ridacchiando.
Sonic rimase maledettamente serio e a quel punto fece lo stesso, iniziando a preoccuparsi.
-Devo darti una.. Una cattiva notizia.-
-Che è successo?- Era confuso e curioso, cosa poteva mai essere accaduto di così tanto grave? – Son sicuro di non aver fatto niente di male, non è che ci ha visti assieme per caso?-
Lo sentì esitare per un attimo.
-N-non si tratta di noi..-
-E di chi allora?-
-.. Jet.-
Quel nome gli portò alla mente una valanga di ricordi.
La festa, i loro momenti intimi se pure fossero per entrambi degli sconosciuti, il suo stato mentale, il modo in cui lo avevano prelevato da casa sua, i suoi urli e le sue suppliche mentre cercavano di sedarlo.
Aveva cercato invano di contattarlo, per due settimane non vi era stata traccia di lui, ne si Silver, a parte qualche giorno casuale in cui si era presentato con l’aspetto di uno spettro, e parlargli era impossibile.
-Shad..- La voce di Sonic lo riportò di colpo alla realtà, scosse la testa e lo guardò negli occhi.
-Devi andare da lui.- Mise su un espressione sconvolta, Sonic che gli ordinava di andare dalla persona che più odiava? Doveva essere accaduto qualcosa di estremamente orribile.
-Si può sapere che cosa è successo? Di cosa stai parlando? E poi non voglio infastidirti, lo so che ci stai male se lo vedo…-
-Non me ne frega un cazzo Shad della gelosia, devi andare da lui!-
-Spiegami almeno perché, non ci sto capendo un cazzo!- Urlò, si stava spazientendo, Sonic lo stava tenendo troppo sulle spine.
-E’ in ospedale..-
-Wow Sherlock, non l’avrei mai detto!-
-Non quello psichiatrico! Lo hanno trovato in fin di vita nel retro di casa sua, era disidratato, dicono che non ha bevuto , ne mangiato, ne si è mosso dalla posizione in cui i poliziotti lo hanno trovato.. La preside li aveva mandati per farlo riportare a scuola.. Loro lo hanno trovato in quello stato, era praticamente morto Shad..- Si fermò un attimo, poi riprese – Han detto.. Han detto che durante il viaggio verso l’ospedale si lamentava, voleva restare li, continuava a ripetere che ce l’aveva quasi fatta.. E’ svenuto dopo un po’ e si è svegliato da poco, devi andare da lui Shad.. S-se vuoi ti accompagno pure, mi sentirei una merda a non permettergli di vederti, e ad essere geloso quando lui si trova in una situazione simile, non mi importa se lo odio perché nemmeno ci riesco ad odiarlo in questo momento.. Lui non ha nessuno Shad, i suoi genitori erano li quando lui ha iniziato a lasciarsi andare, loro lo sapevano, loro stavano vedendo tutto e non hanno fatto un cazzo per fermarlo! Se ne sono fregati, dopo tre giorni se ne sono andati lasciandolo li così.. Mi fa stare male anche solo il pensiero, che schifo.. E la polizia non fa un cazzo! Non fanno un cazzo..-
Sonic era afflitto e sconvolto, lui invece stava tremando.
Un po’ per la rabbia, un po’ per il dispiacere e la frustrazione.
Quella notizia ebbe lo stesso effetto di una porta sbattuta in faccia, su di lui e su tutti quelli che ne erano venuti a conoscenza.
-V-vado da solo…Non disturbarti tu, inoltre non so quanto possa fargli piacere vederti.. Sai dopo il modo in cui lo hai trattato..-
-Mi sento una merda..- Disse, sospirando.
Lo abbracciò stringendolo forte.
Era come se Jet portasse un briciolo della distruzione che lo perseguitava a chiunque venisse in contatto con lui.
Più il contatto era forte, più la distruzione si ingigantiva.
Non era colpa sua, era colpa dell’ingiustizia di essere in vita.
-Non pensarci Sonic, può succedere di fraintendere le persone, soprattutto le persone come Jet..-
-Spero solo che non sia ridotto troppo male..-
Ci fu un attimo  di silenzio, in cui accarezzò i suoi capelli.
-Sonic..- Cominciò insicuro.
-S-si..?-
-Lo sai com’è Jet, sarà ridotto più che male.-
L’altro affondò di più la testa contro al suo petto, lui lo strinse forte.
Era l’effetto dei sensi di colpa, purtroppo si presentano sempre quando è troppo tardi però.

Ritrovarsi faccia a faccia con lui fu un colpo ancora più duro.
Era irriconoscibile dopo quello che aveva fatto, anche quella bellezza che lo caratterizzava non c’era quasi più, non c’era più nulla di lui, il suo corpo era solo un involucro che ospitava il vuoto più totale.
Gli raccontò di quello che era successo in sua assenza, che molte cose erano cambiate, che stava con Sonic e che la situazione nella loro classe stava degenerando, un po’ per colpa loro, un po’ anche per colpa sua.
Vedeva che il suo sguardo era attento, più lui parlava più l’altro si ravvivava, era quello che gli serviva? Si, qualcuno vicino.
La compagnia di certo non avrebbe risolto tutti i suoi problemi, anzi forse solo una piccolissima parte,ma poco è meglio che niente, giusto?
-Come avete portato tutto quel trambusto in classe?- Chiese, la sua voce era leggermente roca e affaticata.
-Amy è venuta a sapere di noi, io non avevo mai imposto nulla a Sonic, non c’era problema per me se baciava pure lei.. Ma lei lo ha posto davanti ad una scelta e lui.. Beh non ha scelto, ha evitato entrambi per qualche giorno dopo che Amy ci ha beccati assieme, se provavo a parlargli  scappava, che codardo.. Amy ha iniziato a mettere in giro cattive voci su di me, e tuttora non perde mai l’occasione per mettermi nei casini con i professori o con la scuola in generale, che bambina..  La sua vendetta non poteva essere più ridicola.
Mi sentivo solo, perché Sonic pur avendo scelto me restava molto distaccato, infatti ho anche provato a contattare te, o Silver.. Sembravate scomparsi, lui si è presentato a scuola si o no due volte e la maggior parte del tempo l’ha passata in bagno, e non rispondeva! Era come parlare con un muro.. Miles ha pure mostrato un po’ di umanità, Silver era in crisi e lui lo ha abbracciato..  Poi.. Beh poi ho litigato con mio padre, ora è tutto risolto ma sono rimasto fuori di casa per tre giorni, mi aveva letteralmente buttato fuori di casa a calci perché non gli avevo rimediato i soldi per l’alcol, Sonic mi ha trovato e non so perché, si è messo ad urlarmi cose contro, non avevano senso e forse era molto sotto stress per la situazione.. Fatto sta che appena aveva finito di urlare ha detto che potevo stare da lui, durante il tragitto si è messo a piangere e mi ha detto che aveva definitivamente scelto me.. Però aveva paura, l’ho consolato e l’ho rassicurato e solo ora si sta rasserenando veramente.. Beh ecco, ora stiamo assieme ma non vogliamo che si sappia in giro, so che di te posso fidarmi Jet, per questo mi sento libero di raccontarti tutte queste cose..-
Jet gli dedicò quello che doveva essere un sorriso, ma non ci assomigliava neanche un po’ quello, ad un sorriso.
-Sono felice per te.. Ha fatto la scelta giusta, sei un bravo ragazzo Shad, e lui  è dolce.. Si preoccupa sempre delle persone, sarà bello averlo accanto..-
L’altro disse delle parole sincere e poi abbassò lo sguardo, sembrava che faticasse anche solo a muovere la testa.
-Perché sei venuto qua?- Chiese, il suo tono si fece di nuovo funereo  e gli dispiacque sentire quel cambiamento improvviso.
-Sonic mi ha detto quello che è  successo, a lui lo ha detto la preside, mi ha detto lui di venire qua Jet ma dimmi.. Perché? Perché mai arrivare ad un gesto di tale portata.. Così estremo..?-
-Vuoi sapere perché? Non lo so, in quel momento mi sembrava un ottima idea.-
Scosse la testa allibito, l’altro rimase impassibile.
-Jet.. Non ha senso..-
-La mia vita non ha senso!- Sentì tutto il dolore che una persona poteva essere in grado di provare in quell’urlo strozzato.
-S-scusa, faccio pena..- Disse, sommessamente e sottovoce.
-No Jet, no.. Ma dimmi seriamente, cosa ti ha spinto a farlo?-
-I-io.. Stavo molto male Shad, e io non sono capace di vivere ne tantomeno di morire.. Inseguo la morte fuggendo dalla vita, con il risultato di finire sempre tra le braccia di quest’ultima.-
-Allora rassegnati e smetti di scappare, se per forza devi vivere allora fallo, tanto a morire non ci riesci.- Sentenziò, l’altro rimase in silenzio per alcuni minuti, poi puntò lo sguardo stanco nel suo.
-Shad.. Mi porteresti un panino? Ci sono le macchinette qua fuori..-
Annuì, sorpreso da quella richiesta piuttosto insolita da parte sua, in uno scatto fu fuori  e correndo raggiunse le macchinette, prese un panino al salame e tornò da Jet.

Lo mangiò con una lentezza esasperante, ma lo finì.
Era una cosa incredibile per tutti, era pure entrata un infermiera che rimase scioccata nel vederlo addentare quel panino.
-Grazie Shad.. Per non avermi abbandonato..-
-Potrei mai farlo? Le principesse non si abbandonano..-
Lo vide arrossire leggermente.
-Beh dovrebbe essere il mio principe a dirlo..-
-Va bene anche un consigliere o un fante?- Chiese, facendolo ridacchiare, poi tornò serio.
-Avrai il principe più bello e più gentile accanto, il più coraggioso..-
-Perché ci vuole coraggio a stare con una principessa matta vero?- Chiese, ridendo.
Era bello vederlo di buon umore, anche se era pienamente consapevole del fatto che sarebbe tornato di cattivo umore dopo qualche minuto.
-Forse si Jet, forse ci vuole tanto coraggio e anche tanta pazienza, ma non devi considerarle per forza cose negative, vorrà dire che ti amerà con tutto se stesso, e che ti amerà veramente.-
-Grazie Shad.. Grazie mille.- Lo vide sporgersi leggermente, fece lo stesso abbracciandolo.
-Di nulla, chiamami o scrivimi quando hai bisogno ok?-
-Certo.- Disse, staccandosi da lui con un sorriso stampato sul volto.
-Domani verrai a scuola?-
-Si.-
-Ci vediamo li allora? Io ora dovrei andare..-
-Certo, a domani Shad, e grazie ancora..-
Gli stava sorridendo sinceramente e lui ne era soddisfatto.
-Continua a sorridere, sei sempre bello quando sorridi.. A domani,principessa!-
Disse scherzosamente, con una punta di dolcezza nella voce quando pronunciò l’ultima parola.
Lo fece ridacchiare.
-Certo, fante!-
Uscì ridendo e scuotendo la testa, poi tornò subito serio, doveva vedersi con Scourge.

-Sergei.- Disse, con fermezza.
Il ragazzo si stava puntando una pistola alla testa con nonchalance, rideva come se nulla fosse.
Sapeva che doveva aver preso qualcosa di forte prima del loro incontro.
Erano nella sua stanza, una stanza quasi vuota e in penombra, resa inquietante dalla pioggia e dai tuoni che si erano presentati poco prima senza alcun preavviso, nemmeno una nuvola scura.
La stanza di Sergei corrispondeva al sottotetto, vi si chiudeva sempre dentro a chiave quando suo padre era di cattivo umore, a volte non usciva per giorni e nessuno si faceva domande, perché lui era quello rispettato e detestato per eccellenza in quella scuola, in quel paese.
Sapeva che poteva essere frustrante e che non era giusto, che faceva male.
Ma Sergei se l’era cercata, Sergei aveva fatto in modo che accadesse.
-Sergei, abbassa quella pistola.-
-NON DARMI ORDINI!-
-Serg- Tentò di avanzare verso di lui ma si ritrovò la pistola puntata addosso.
-S-sta FERMO dove sei.-
Odiava quei suoi sbalzi di voce, ma sapeva che non lo faceva apposta.
Rabbia.
La rabbia e la frustrazione gli facevano tremare la voce, le mani, tutto il corpo.
Forse aveva paura, ma la camuffava.
Riempiva se stesso di menzogne, si ricopriva di falsità, si lasciava circondare dal suo regno di terrore come se ne fosse a capo, si sentiva il re della paura ma era proprio quest’ultima a soffocarlo ogni giorno.
-Sto fermo, sono fermo qui.. Metti giù la pistola.-
Rise, rise sempre più forte fino a che quella sua risata non divenne inquietante.
Si mise la canna della pistola in bocca e mise il dito sul grilletto, lui spalancò la bocca sgomento.
-S-sergei basta.. Smetti di scherzare.. Non è divertente.-
All’inizio sembrava che stesse per commettere un atto di cui si sarebbe certamente pentito, ma poi lo vide iniziare a muovere la pistola su e giù, imitando quello che doveva essere un pompino.
Sgranò gli occhi, sempre più confuso.
L’altro si tolse la pistola di bocca ridendo, poi scattò e lo prese per i capelli facendolo gemere leggermente per quella presa forte e inaspettata.
Si ritrovò le sue labbra vicine all’orecchio sinistro e la pistola puntata con forza alla tempia destra.
Gemette ancora leggermente e l’altro per poco non ruggiva.
-Ti piace vero? Credi che sia stupido? Mi credi così coglione da non riuscire a capire che te la sei fatta con quella zoccoletta del primo anno? Com’è che si chiama..? Ah si, Jet.. Non ti biasimo, me lo farei anch’io, quello che mi fa incazzare è il modo in cui  tu mi hai mentito Shadow.. COME TI SEI PERMESSO!? NOI DOVREMMO ESSERE SOCI!- Rabbrividì con quegli urli, sapeva di lui e Jet? Non era un problema, glielo aveva detto anche lui.
L’importante è che non sapesse di lui e Sonic.
Non voleva tirare Sonic in quell’immensa rete fatta da casino e pericolo.
Jet non rischiava, certo Storm e i suoi non gli avrebbero dato pace, ma non rischiava veramente di essere immischiato in certe faccende.
Mentre Sonic? Sonic si.
Poteva succedere qualsiasi cosa, se anche solo uno degli scagnozzi di Storm, o qualche conoscente di Sergei fosse venuto a sapere della loro relazione, avrebbero potuto fargli del male per qualsiasi disparato motivo.
-Come posso fidarmi di te, se nemmeno hai il coraggio di dirmi che te la fai con i trans!?-
-J-jet non..-
- Hai ragione, come vuoi definirlo allora? Agender!? Non me ne frega un cazzo di cosa è lui, o cosa ci hai fatto insieme, VOGLIO SAPERE PERCHE’ NON TI FIDI DI ME!-
-PERCHE’ SEI MATTO, SEI UNO PSICOPATICO.-
Sbottò, per poi pentirsene subito.
Non per paura, in realtà si sentiva in colpa.
Sapeva che lo aveva colpito nel profondo.
Sergei non era psicopatico, ne matto, ma era così che tutti lo definivano fin da quando era più piccolo.
Il peggiore momento per lui era stato nella scuola media, suo padre era andato completamente fuori di testa, e a scuola tutti si prendevano gioco di lui, lo sfottevano, gli facevano del male.
Botte a casa, botte a scuola.
Questo accadeva quando era ancora in Russia, era quello che gli raccontava della sua infanzia.
Sergei lasciò cadere la pistola.
Presto iniziò a sentire dei singhiozzi, lo abbracciò e restò in silenzio ad ascoltarlo piangere, sentì le sue unghie stringergli la schiena, stava male.
Più stringeva più stava male.
Dopo non molto quei singhiozzi si trasformarono in risate, poi urli carichi di rabbia, Sergei si staccò da lui e corse contro al muro, colpendolo più e più volte fino a spaccarsi la carne e farsi sanguinare la mano, quando non riuscì più a muoverla ripeté lo stesso con l’altra.
Ma la sua rabbia non era finita, la sua rabbia non sarebbe mai finita.
Lo guardò scivolare contro alla parete sporca del suo stesso sangue e ridere, con lo sguardo puntato al soffitto.
Gli si avvicinò e gli prese le mani.
-Lei hai di nuovo ridotte a brandelli, sei un cattivo ragazzo..-
-E a te che importa..-
-Mi importa.-
-No, io  per te conto solo quando si tratta di affari e droga, quando ti porto i clienti..-
-Sergei..-
-Lo so, lo so.. Non te ne faccio una colpa, dopotutto sono solo un pazzo e nessuno mi considererebbe mai un amico..-
-Smetti di dire stronzate..-
Eppure era quello che spesso pensava di lui, spesso lo considerava solo per gli affari e lo trascurava, ma lui non voleva ammettere una tale cattiveria nemmeno a se stesso.
-Hai presente quel Jet? Un po’ lo invidio.. E’ detestabile, tutti lo odiano eppure guardalo come sta bene con il suo amico.. Come si chiama?-
-Silver..-
-Silver ecco, si prende sempre cura di lui, quando Jet torna da lui  pestato da quelli del nostro gruppo o comunque distrutto per altri motivi, questo Silver lo accoglie sempre a braccia aperte e se ne prende cura.. Chi lo farebbe mai con me? Tu avrai certamente qualcuno a sostenerti, sei popolare e non odiato quanto me, alcuni che ti apprezzano li hai la fuori ma io.. Io no, io posso solo essere pazzo, e cattivo.. Io sono Scourge il pazzo senza cuore! La maggior parte delle persone la fuori nemmeno conosce il mio nome, sanno solo che sono il “temibile Scourge”  e che devono a stare alla larga da me..-
Rimase perplesso e senza parole.
Cosa poteva dirgli?
“Non è vero”?
“ Andrà meglio”?
“Non tutto fa schifo della vita”?
Avrebbe veramente dovuto rifilargli certe cazzate e fregarsene della realtà?
Rimase fermo a pensare senza nemmeno rendersi conto che l’altro si era rialzato, se lo trovò accanto e sobbalzò.
-Vieni, dividiamoci la roba e vattene.- Disse atono, lo fece rabbrividire.
Cosa poteva fare per lui?
Nulla.
Non poteva fare nulla per lui perché lui era intrattabile.
Era inutile cercare di essere gentili con Sergei, finiva sempre per urlarti in faccia e lasciarti perdere.
Tra la sua scorta di roba notò anche dei farmaci, non perse tempo a chiedersi dove li avesse rimediati, si chiese piuttosto perché li avesse.
Non voleva irritarlo altrettante però, glielo avrebbe chiesto un’altra volta.
Sperò che non si trattasse di nulla di grave, non sapeva se odiarlo o volergli bene, ma di certo si preoccupava per lui.
L’essere umano, è strano.

Strano.
Continuò a ripeterselo nella testa, mentre si guardava le mani, le stesse mani con le quali un attimo prima aveva picchiato Jet.
“Strano, l’essere umano è strano”.
Il giorno prima si era preso cura di lui, qualche ora dopo si era ritrovato a picchiarlo.
Forse era rabbia, forse era solo impulsività.
Odiava l’idea di vedere Sonic ferito, non voleva.
Eppure la colpa era di Sonic, non sua.
Non avrebbe dovuto reagire così, no.
Jet lo avrebbe di nuovo visto come una bestia, e lui non voleva.
In fondo in fondo teneva a quel ragazzino, avrebbe voluto vederlo vivo e sereno un giorno, ma in tutto ciò che lo circondava la speranza sembrava essere la prima a morire anziché l’ultima.
Smise di pensare solo quando vide entrare Jet e Silver, seguiti a ruota da un ragazzo mai visto prima, riuscì a vedere la curiosità stampata sulla faccia dello sconosciuto mentre osservava Testa Radioattiva, non si lasciò scappare nessun dettaglio, i suoi occhi avevano seguito il corpo dell’altro fino a che non si era seduto accanto a Silver, poi la prof aveva iniziato a presentarlo.
Anil.
Lui era diverso, lo si capiva anche solo guardandolo.
Era particolare, aveva l’aria di uno che avrebbe portato dei cambiamenti in quella classe, in quella scuola, il quella cittadina di merda.
Non stava esagerando, stava solo sperando.
Contraddicendosi su quello che aveva pensato poco prima.
Una contraddizione, gli umani e la vita stessa sono una contraddizione.

Sarebbe voluto restare con Sonic, baciarlo, abbracciarlo e respirare il suo profumo.
Invece l’unico odore che sentiva li era quello dei cassonetti, e provava solo paura.
Era sempre pericoloso restare li, ogni volta che ci andava rischiava la vita.
Un rumore.
Si fece attento, tirò fuori il coltellino, era pronto a difendersi.
Tutto si fermò quando riconobbe colui che aveva provocato quel rumore quasi impercettibile.
Sonic.
Lo aveva seguito, il suo più grande incubo stava per realizzarsi.
Era troppo tardi per farlo scappare, gli intimò di nascondersi.
I suoi clienti erano già li.
Odiava ritrovarsi in certe situazioni.
Quella dannata pasticca.
Fortunatamente ne aveva alcune di scorta, loro ne avevano chieste sedici e lui gliene aveva date quindici, un errore che avrebbe potuto costargli la pelle.
Pensava di averla scampata, poi una risata lo pietrificò sul posto.
Sapeva bene a chi apparteneva, e avrebbe preferito non sentirla.
-Ti fai fregare come un bimbo Shad..- Era Sergei, rabbrividì.
-Su forza, la metà.- Disse, allungando una mano.
-Scourge, eravamo d’accordo che questi li tenevo io.-
Cercò di essere il più duro possibile, era quello l’accordo che avevano fatto prima che lui desse di matto il giorno precedente.
-Cosa? Hai detto qualcosa? Non ho sentito niente..- Sorrise, mostrando i denti.
Tirò fuori un coltellino dalla giacca.
– Forza Shad, niente scherzi.. Duecento dollari e nessuno si farà male..-
Sergei non si sarebbe fermato davanti a nulla, per questo era un soggetto pericoloso.
Lui non ragionava razionalmente, e le cose le faceva andare come voleva lui, mai con le buone e sempre usando la violenza.
-Scourge per favore, mi servono per le bollette, mio padre mi farà fuori!-
Era disperato, ne avevano parlato a lungo, eppure Sergei era veloce a resettare tutto.
-Ti avevo avvertito!-
Lo vide scattare verso di se, si preparò al dolore.
La lama dritta nella sua spalla, la cane lacerata, strinse i denti ma non urlò nemmeno, emise solo un piccolo gemito.
Vide Sonic uscire dal suo nascondiglio e agì impulsivamente, voleva proteggerlo.
Gli lanciò contro l’unica arma che aveva facendo ben attenzione a non colpirlo.
Doveva spaventarlo, doveva farlo scappare di li.
Lo vide sgomento,si bloccò terrificato.
Esattamente l’effetto che desiderava.
-SCAPPA CAZZO, SCAPPA!-
Gli gridò, cercando di farlo riscuotere.
Sergei lo colpì ancora una volta, quasi nello stesso punto.
Quella volta urlò, non si trattenne.
Era troppo il dolore da sopportare,e vedere Sonic che se ne stava li impallato faceva ancora più male.
-S-shad..- Lo vide tremare ed esitare, doveva essere completamente spaventato da ciò che stava vedendo.
-VATTENE TI PREGO!- Gridò, era già allo stremo e lo aspettava una lotta con Sergei, inoltre lui era disarmato.
Perché la sua vita non faceva altro che tramare contro di lui?
La sua vita era una maledetta stratega.
Sonic si girò tremante e lentamente, poi scattò, come attivato da una forza superiore.
Forse l’istinto.
Lo guardò correre lontano e si sentì ancora più vulnerabile, eppure aveva fatto la cosa migliore.
-CHE CI FACEVA QUI!?-
Si ricordò immediatamente della belva che aveva accanto, doveva affrontarlo.
-Sergei.. Lui.. Passava di qui e si è nascosto quando ha visto arrivare quella gang con cui ho fatto affari un attimo fa, poi ti ha visto mentre mi attaccavi e deve essersi spaventato..-
-HAI IDEA DEL CASINO IN CUI CI TROVIAMO ORA!? ANDRA’ IN GIRO A SPIATTELLARE TUTTO A MEZZO MONDO!-
-Non lo farà S-serge.. Ah..- Una forte fitta alla spalla lo costrinse a piegarsi.
Si chiese perché l’altro non lo stesse attaccando.
Al contrario, se lo trovò accanto con uno sguardo apatico, puntato nel nulla più lontano.
-Non volevo farlo.. Mi servono i soldi..-
Lo guardò perplesso.
-Sergei, mi hai preso a coltellate! Cazzo, potevamo risolverla in un'altra maniera!-
Urlò, era incazzato.
Non poteva sempre dargliela vinta, Sergei urlò con rabbia, lo prese per il collo sbattendolo alla parete di quel vicolo puzzolente e facendolo gemere.
Lo stava seriamente soffocando, cercò di fargli mollare la presa ma l’altro strinse più forte.
Nel mentre, rideva.
Rideva ma allo stesso tempo piangeva.
-Duecento.. Ti prego..-
Osservò sgomento il viso scavato dell’altro, la sua espressione era indescrivibile.
Tentò di dirgli qualcosa ma gli mancava il fiato.
L’altro lo lasciò andare solo quando era al limite, cadde a terra svuotato di tutte le forze, prese un respiro profondo e tossì.
Tornò a dare attenzione a Sergei, lo stava fissando rassegnato e sconvolto.
Perché? Perché era sconvolto? Era lui che stava facendo tutto quello scempio!
Era una macchina omicida e in quel momento avrebbe seriamente apprezzato la possibilità di scomparire.
L’altro si mosse verso di lui che d’istinto, indietreggiò.
-Sono un mostro.. Guarda cosa ti ho fatto..-
-Stammi lontano, sai bene anche tu che non riesci a controllarti in questo momento, sei pericoloso.. Non è per cattiveria..-
-I soldi Shad.-
-Avevamo un accordo.- Disse, freddo.
L’altro sospirò, e gli diede le spalle.
Rimase fermo per un attimo poi si sollevò la maglia, scoprendo la schiena.
La sua schiena pallida e ricoperta di cicatrici, ospitava delle nuove ferite.
Ferite fresche, erano nuove.
Erano ferite da arma da taglio ed erano profonde.
Mise da parte la propria paura e si avvicinò a lui, gli tirò giù la maglia e gli si piazzò davanti.
-Sergei.. Devi scappare da li.-
-Non l’ho sentito arrivare, non ho fatto in tempo a scappare, ne a nascondermi.. Per favore Shad, lo sai che non posso rischiare ancora..-
Tirò fuori i duecento dollari senza alcuna esitazione e glieli passò, l’altro li prese e se li mise in tasca, la mano gli tremava.
-Non poteva lasciarlo da solo in quelle condizioni, non gli importava del dolore che gli aveva inflitto, doveva aiutarlo.-
-Vieni da me Sergei.. Passiamo da casa tua  a lasciare i soldi e poi vieni da me, sono solo per questi giorni, non c’è nessun pericolo.-
-Mi chiedo seriamente come fanno le persone ad odiarti..-
-E’ normale, faccio lo stronzo con loro.-
-E pensa, loro non ti fanno nulla di male e tu li respingi e li insulti con cattiveria, io ti prendo a coltellate e mi ospiti a casa tua..-
Rimase in silenzio per un bel po’ durante la lenta camminata verso casa.
Stava pensando alle sue parole.
In effetti era quasi insensato.
Tutto quello che stava facendo era insensato.
La persona che più aveva odiato fino a qualche settimana prima era il suo ragazzo.
Stava per ospitare un ragazzo che lo aveva appena accoltellato, e se ne sarebbe preso cura.
Riempiva tutti, anche gli sconosciuti, di insulti.
Li odiava immotivatamente e spesso si lamentava perché loro odiavano lui.
Si prendeva cura di Jet e il giorno dopo lo picchiava.
Era un casino.
La sua vita era un enorme, deplorevole casino.


Cosmo Herrera Rojas 

-Catch me as I fall
Say you're here and it's all over now
Speaking to the atmosphere
No one's here and I fall into myself-

( Evanescence – From the song Whisper )



AMILY ROSE


In quei giorni aveva realizzato quanto odio si potesse provare per l’umanità, o quanto l’indifferenza non comportasse alcun tipo di impegno e dovere.
Ormai non gli importava più di vedere il suo amato amoreggiare con la persona che più odiava il mondo, ma il fatto che ne fosse ancora innamorata la uccideva ogni giorno di più, quell’amore le stava portando via tutto ciò che lei era, ogni parte più bella di se, lasciando il posto al marcio.
Lei non era così, non voleva diventarlo ma non ne poteva fare a meno.
Le persone iniziarono ad evitarla, a guardarla con occhi diversi.
Pure nei suoi vlog si poteva vedere quanto ciò che lei era sempre stata stesse morendo, sempre più velocemente.
Quella sera fu invitata ad una festa, veniva invitata spesso ed era li che aveva scoperto il suo nuovo passatempo preferito: ubriacarsi.
Solo da ubriaca riusciva a smettere di pensare a cose sensate, o a lui.


Quando si svegliò quella mattina il mal di testa era più forte del solito, si vestì in modo casuale e si diede una truccata veloce, ormai non era più lei stessa, era uno zombie ma ciò non la infastidiva.
Uscì di casa e si diresse alla fermata dell’autobus con le cuffie nelle orecchie, fu sorpresa di notare che vi erano sia Silver che Jet li, ma non andò a parlare con loro, non c’entravano nulla con lei e lei non voleva avere a che fare con loro.
Quando vide Sonic salire ebbe un fremito, lui si era ripreso ed era bello come sempre, spruzzava gioia da tutti i pori, lo vide guardare nella sua direzione ed evitò il suo sguardo, poi riprese ad osservarlo quando lo vide avvicinarsi ai due svitati.
Non poté capire la conversazione a quella distanza, ma capì che qualcosa non andava quindi si tolse le cuffie e si avvicinò.
Jet tirò un pugno a Sonic in pieno viso, a quel punto scattò per evitargli di rovinare a terra, percepire il corpo dell’altro le mandò delle scariche di brividi dalla testa ai piedi, lo odiava, perché lo stava aiutando?
Si staccò subito da lui e si rivolse a Jet – Ma che cazzo fai? Torni a portare problemi!?- A scuola lo odiavano tutti, chi per come si atteggiava, chi perché faceva perdere le lezioni, altri lo odiavano per il suo aspetto.
Lei faceva parte di chi lo odiava per tutti e tre i motivi, dal suo punto di vista si atteggiava come una puttana in cerca di attenzione, con i suoi problemi metteva in subbuglio tutte le lezioni, e nonostante tutti i danni che gli erano stati fatti o che lui stesso si era provocato, era sempre attraente.
Gli disse di stare zitta e lo assecondò, non gli andava di litigare con lui, non dopo avere visto le sue condizioni, lo odiava si, ma trovarselo davanti in quello stato dopo due settimane di assenza la fece ammutolire.
Cosa poteva sapere lei di lui? Poteva odiarlo, ma non poteva negare quello che stava accadendo a quel ragazzo.
Per un attimo nel suo sguardo vide se stessa, aveva passato molto tempo ad osservarsi in quei giorni, e l’unico sguardo uguale al suo ce lo aveva proprio Jet.
Il modo in cui si rivolse a Sonic le fece tornare alla mente quello che il ragazzo le aveva fatto, l’aveva fatta soffrire, aveva giocato con il suo cuore.
Jet se ne andò tirandosi dietro Silver, che sembrava sconcertato da tutto quello che stava accadendo.
Appena i due svanirono Sonic puntò il suo sguardo carico di speranza nei suoi occhi, lei gli dedicò uno sguardo congelato e si rimise le cuffie nelle orecchie, per poi andarsene.

Appena giunta a scuola si fermò in cortile, ad aspettare Rouge, era da molto che non la vedeva, e aveva bisogno di passare del tempo con lei.
Appena la vide in lontananza le corse incontro e la abbracciò, l’amica si staccò da lei e si fermò ad osservarla sconvolta.
-Tesoro, chi ti ha ridotto così? Chi devo uccidere?- Scosse la testa e sbuffò.
-L’amore, uccidi l’amore! Era così bella la vita prima dell’amore, e adesso non riesco a staccarmelo da dosso, non ci riesco! Mi sta uccidendo dentro, sta ammazzando ogni cosa bella di me! Perché amo Sonic? Mi ha ferita, come si può amare chi ti ferisce? E perché proprio lui doveva ferirmi? Lui era perfetto, non c’era nulla che si potesse detestare in lui, ha sempre fatto solo del bene.. Come ha potuto usarmi in questo modo? Non è colpa sua, ha detto di amarmi, ma Shadow si è messo in mezzo, me lo ha portato via! Mi odia a tal punto da portarmi via la persona che amo? E’ questo che voleva comunicare quello stronzo? Cosa ha Shadow che io non ho!?- Le lacrime le inondarono gli occhi e i singhiozzi iniziarono a scuoterle le spalle, sentì le braccia dell’amica stringerla forte e si abbandonò a lei, alle sue carezze.
-Sonic non ti merita, al massimo può meritare una feccia come Shadow.
Tu sei fantastica Amy, non puoi abbassarti a certi livelli, Shadow è il massimo a cui Sonic può puntare, lo schifo può puntare solo a qualcosa che fa ancora più schifo, non gli permetterò di distruggerti, non meriti di stare male per quello stronzo.-
-Lo pensi davvero Rouge? Lui non sembra affatto uno schifo..-
-A volte lo schifo sta dentro, e quell’ammasso di escrementi te lo ha appena dimostrato, non buttarti giù Amy.. Sbagliando si impara, tipo me con Shadow, vedi come sto bene io? Lui invece può solo mangiare la mia polvere!- Disse ridendo.
-Tu e.. Tu e Shadow?- Rouge si portò una mano ai capelli e sospirò.
-Già, è stata una cosa breve, mi sono subito accorta della merda con cui stavo.-
-Stai anche con i più piccoli?- Rouge mi guardò confusa. – No, perché?-
-Beh.. Lui ha la mia età no?-
-No, lui ha la mia età tesoro, ha solo perso degli anni quand’era più piccolo per questo è in classe con te.- La guardò sconvolta. –Ma quante altre cose di merda lo riguardano!? Lo odio, lo odio, lo odio con tutta me stessa!-
-Suvvia Amy, è solo un imbecille, lascialo perdere.. Tutto passerà, ci sono io qui con te e sono sempre pronta a guidarti tesoro, ora andiamo in classe, meglio non entrare in ritardo.-
Sospirò e seguì l’amica all’interno del’edificio scolastico, si salutarono quando giunsero alla sua classe, si sarebbero riviste alla pausa pranzo.
Appena fu in classe notò che vi era una ragazza piuttosto singolare, mai vista prima.
Voleva avvicinarsi a lei e dirle qualcosa per presentarsi, ma  si bloccò non appena la vide correre dagli svitati, si sedette accanto a Silver e li vide conversare come se si conoscessero da anni, notò Jet distaccato da loro e ciò era strano.
Non seppe perché, lo fece quasi senza pensare, prese il telefono e aprì messenger, cercò il contatto di Jet e gli scrisse un semplice “Hey”,magari le avrebbe risposto, non sapeva nemmeno che cosa voleva dirgli, però vide che Jet se ne stava in silenzio a fare degli esercizi, quindi avrebbe atteso molto per una risposta.

Il soffitto della stanza di Rouge era oppressivo, cosa le aveva detto la testa quando si fece dipingere la stanza di rosso acceso?
Dopo scuola era andata direttamente a casa sua, i suoi erano fuori per lavoro e quando non erano a casa preferivano sempre che lei stesse con qualcun altro, inoltre adoravano Rouge.
L’amica stava fumando sulla finestra, sembrava una donna di classe nelle movenze.
Indossava uno dei suoi soliti vestiti succinti, e guardava il paesaggio.
-Amy, puoi invitare qualcun altro alla festa di stasera? Voglio che ci sia tanta gente, tutto quell’alcol e quel ben di dio sarebbero sprecati!-
-Certamente, faccio un post su Facebook?- L’amica annuì.
-Anche Twitter se ti va, tanto è un attimo.-
-Beh, la notorietà ha la sua utilità, pensavo fosse un inutile conseguenza di ciò che faccio per passione.-
-No credimi, può essere utile a volte.-
-Beh almeno io non l’ho ottenuta mostrando le mie forme in foto!-
Rouge le tirò un cuscino e lei rise.
-Sono una modella alternativa, e inoltre non vedo perché non dovrei condividere questo mio dono con il resto del mondo!-
-Non posso darti torto Rou, certo però che così li stendi tutti i tuoi pretendenti!-
-Ahah, cerco l’amore vero come qualsiasi altra adolescente sognante della mia età Amy, per questo non c’è quasi mai nessun fortunato ad accompagnarmi.-
-Beh, per te non sarà difficile trovare l’amore della tua vita, io invece sono un disastro!-
-Che scema, per me è anche più difficile! Mi vengono dietro per la maggior parte porci e pervertiti, e gli altri mi giudicano male per quello che faccio! Credimi, è difficile.-
-Non ci avevo pensato, ecco uno degli effetti collaterali della notorietà, tante persone sanno più cose di te, di quelle che uno sconosciuto dovrebbe sapere.-
-Si, ma in cambio mi diverto e ho già un ottimo lavoro che mi frutta tanti soldi, devo solo mettermi in posa!-
-Che culo..-
-Oh ma taci! A te basta postare un video dove fai la strada da casa a scuola e ti prendi i soldi, qualche altro mese e inizieranno a chiamarti ai meetings e ad ingaggiarti per fare cose fighe.-
-Non esagerare, non è poi così semplice fare strada in quel modo, diciamo che ho avuto un po’ di fortuna per cominciare ecco!-
-Poi con le mie chiappe come sponsor, non poteva accadere altrimenti!-
Si schiaffò una mano sulla faccia e rise.
-Non è colpa mia se in tutte le foto che fai con me tu sei vestita come una battona dark!- Rouge rise forte e gettò la sigaretta dalla finestra, per poi sedersi accanto a lei sul letto.
-Tesoro, ho appena trovato la tua medicina per guarire da un cuore spezzato!-
-Qual è?- Chiese, speranzosa che l’amica potesse veramente aiutarla.
-Facciamo festa, uscirò con te ogni giorno e ti darò anche una mano a studiare, ci stai?-
-E fare festa dovrebbe aiutarmi a guarire?-
-Certo che si! Capirai quanto è bello divertirsi, e non penserai più a quello che è successo, ti farò stare bene di nuovo, nel giro di due settimane sarai come nuova! E poi tra non molto sarà Natale.. Ci divertiremo un mondo!-
-Rou, manca ancora un mese a Natale.- Disse, piegando la testa di lato.
-Appunto! Un mese vola tesoro! Poi con me, non lo vedrai nemmeno passare.-
-Se lo dici tu! Sai chi potrei invitare oltre alle cento persone che mi hanno già scritto sotto al post?- Rouge si fece attenta. –Chi?-
-Oggi a scuola è arrivato un ragazzo nuovo, anzi per la verità nel mio corso stamattina si è presentata una tipa stramba, che però è andata subito con i due svitati, quindi sarebbero due! A quanto pare la tipa sta con Silver, hai presente? Quel ragazzo con i capelli argento, che sta sempre con il gotico.-
-Si ho presente, ero convinta che Silver stesse con il gotico però! Perché non li inviti? E poi, chi è sto ragazzo nuovo?-
-Si chiama Anil, è mezzo indiano, e ha la tua stessa età se non sbaglio.-
-E’ carino?-
-Si molto, però l’ho visto con Julie-su, e subito dopo con Jet.-
-Julie-su e il gotico? Ma sono due poli opposti!-
-Lo so,infatti secondo me sta solo cercando chi potrebbe essere più adatto per fare amicizia.-
-Io punto sul gotico.-
-Rou, ma testa radioattiva.. Oh, ora che ci penso hai ragione, attira tutti come una trappola per mosche.-
-Guarda che secondo me non è male se ci fai amicizia.-
-Lo pensi sul serio? Parlaci e dovrai ricrederti! E Silver è anche peggio, non so come fa quella Blaze a starci insieme, ha la stessa vitalità di una roccia!-
-Tesoro, potresti gentilmente smetterla di giudicare dalle apparenze? Ti ricordo che sei la stessa persona che due anni fa pensava che Julie-su fosse simpatica!-
-Beh non la conoscevo bene..-
-E loro li conosci bene?-
-No, hai ragione tu.- Disse, passandosi una mano tra i capelli.
Rimasero per un attimo in silenzio, poi le arrivò un messaggio da Jet.
“Non so se ci saremo.”
Per curiosità, provò a tenere una conversazione con lui, ma durò poco perché ad un certo punto smise di rispondere.
“Hai parlato con Anil? E’ simpatico?”
Jet visualizzò e basta.
Ritornò a dare attenzione all’amica.
-Ha detto che non sa se ci saranno.-
-Chi?-
-Jet, Silver e Blaze.-
-Prova a scrivere a Blaze e basta, se non sbaglio è amica di una che conosco, anche se non troppo.. Mi sembra che si chiami Wave, magari vengono loro.-
-Ora la aggiungo.-
Nel frattempo le scrisse Anil.
“ Hey Amily, ci sarò, dammi l’ora  e l’indirizzo.”
-Anil viene.-
-Ahah, lo faremo ambientare subito, batti il cinque!-
Diede il cinque all’amica e rise,poi scrisse i dettagli per la festa ad Anil, che le  rispose con un semplice “Grazie.”
-Io vado in bagno, torno tra un po’!-
-Ok Rou!-
L’amica uscì dalla stanza e lei tornò a dare attenzione alla chat con Anil.
Quel giorno era in vena di chiacchierare e conoscere chi la circondava ultimamente.
“Ti sta simpatica Julie?”
“No, però ha stile.”
“Questo va ammesso,si.”
“Tu fai video su youtube?”
“Si, da molto tempo ormai.”
“Mi sembrava di averti già vista da qualche parte infatti!”
“Com’è il mondo? Se non sbaglio tu sei stato in molti posti.”
“E’ bello, ma dipende anche da dove si va.”
“Hai parlato con Jet?”
Ci mise un po’ a rispondere, però lo fece.
“Si, mi incuriosisce troppo.”
“Incuriosisce tutti, sai già che cosa è successo in tutto questo periodo vero?”
“No, le cose si scoprono lentamente, dice di essere matto.. E’ a questo che ti riferisci?”
“Più o meno, diciamo che ha portato un po’ di scompiglio, l’ultima cosa che è successa è che è mancato per due settimane, aveva provato ad ammazzarsi alla festa che avevo dato, poi da quello che si dice in giro,sarebbe rimasto fermo per giorni senza fare nulla, e lo hanno trovato disidratato e in fin di vita, è stata la preside a farlo cercare.
Ovviamente non so se è andata esattamente così.
Tu ne sai qualcosa di più?”
“No, però quello che mi hai appena detto mi fa capire molte cose.. Finora mi ha detto solo di come viene trattato dalle persone e l’ho visto con i miei occhi, e mi ha accennato a cose su se stesso che però forse vorrebbe tenere private.”
“Io non riesco a parlarci, come hai fatto tu, che lo conosci da si e no cinque ore?”
“Sono solo stato sincero, ma perché ti interessa così tanto?”
“Non so se lo odio o no, però vorrei fare qualcosa per aiutarlo.”
“Non vorrei essere cattivo, per cui ti dico che aiutarlo non è impossibile, però faresti meglio a lasciar perdere, ho passato le ultime ore a studiarlo e ti consiglio di non illuderti, c’è da perderci dietro la testa, per aiutare quel ragazzo.”
Rimase interdetta dopo quella frase.
Forse ciò che faceva dannare quel ragazzo misterioso, era più grande di quello che lei e gli altri si erano immaginati fino a quel momento.
“Cazzo, non immaginavo fosse così complicata la situazione.. Ora devo andare scusami, ci vediamo stasera!”
In realtà poteva anche continuare a parlare, ma non sapeva cosa dire, era rimasta senza parole.
Nel frattempo Blaze le aveva accettato la richiesta d’amicizia, invitò anche lei e la sua amica e lei le rispose che ci sarebbero state certamente, inoltre si sarebbero portate degli amici.
-Eccomi qua!- Rouge rientrò nella stanza e si gettò direttamente sul letto accanto a lei.
-Io direi che è ora di preparare tutto per sta sera, Blaze e Wave ci sono e portano dei loro amici.- Le disse, sorridendo e mettendosi a sedere sulle ginocchia.
-Perfetto! Andiamo,tu sistema il tavolo dell’alcol, io faccio quello del cibo, poi scarichiamo la musica e vediamo di regolare l’impianto radio e tutte le casse che ho sparse per casa! Ci vorrà tutta la giornata!-
-Lo so, ma ne vale la pena!-

Alle otto in punto finirono di preparare tutto, non ci volle molto prima che iniziasse ad arrivare gente.
A quella festa era presente ogni tipo di persona, i timidi, quelli che invece non avevano alcun pudore, gli ubriaconi, i fattoni, grandi gruppi di ragazzi dark; ogni stile era il benvenuto.
Tutti adoravano Rouge in fondo, nessuno rinunciava ad una sua festa.
Vide anche Cosmo e Miles chiacchierare, li salutò e passò un po’ di tempo con loro.
Cosmo era irriconoscibile, quando si faceva festa sembrava completamente un'altra persona, con il trucco pesante e i vestitini corti, Miles non poteva fare altro che cadere ai suoi piedi, ma forse lei non se ne rendeva nemmeno conto dell’attrazione che quel ragazzo aveva per lei.
Riuscì a trovare pure Anil, ci scambiò qualche parola, dopodiché lui rimase sempre in disparte a guardare gli altri.
Fu sorpresa di vedere arrivare Jet, gli corse in contro.
-Hey!-
-C-ciao Amy..- Le sorrise, sembrava che stesse faticando a fare quella semplice azione e ne uscì fuori un sorriso pressoché inquietante.
Era molto imbarazzato, e inoltre sembrava scosso, turbato.
-Silver non c’è?-
-No, l-lui odia le feste.-
-Tu no?-
-Non piacciono nemmeno a me..- Disse abbassando lo sguardo.
-E’ successo qualcosa?- Chiese, cercando il suo sguardo.
-Ho solo.. Ho seriamente bisogno di staccare il cervello, almeno per un po’.-
-Ti va di parlarne?-
-Sinceramente no.. Fatico ancora  a crederci sinceramente.-
-A cosa?- Chiese, confusa.
Intanto, vedendo che la conversazione era diretta a continuare, uscì di fuori con lui dove c’era meno confusione.
-C’è dell’alcol qui?-
-Jet, non vorrei che finisse come l’ultima volta..-
-Ho detto che voglio staccare il cervello, non che voglio morire Amy.-
-Giusto, senti.. Se vuoi puoi stare anche con noi..-
-Sei gentile, ma non credo che gli altri tuoi amici abbiano piacere di vedermi, vedo già Miles che mi guarda male!- Ridacchiò, aveva una risata particolare, era aggraziata come qualsiasi cosa quel ragazzo facesse.
-Potrebbero cambiare idea,magari.. Jet posso farti una domanda piuttosto personale?-
-Certo, cosa vuoi sapere? Ci sono quattro domande che mi fanno spesso, magari è tra queste: Sei gay? Ma sei maschio o femmina? Quanti soldi vuoi per un servizietto? Sei matto davvero?-
Lei scosse la testa, sentire quali erano le cose che gli venivano chieste più spesso la fece rattristare.
-Davvero sono così stronze le persone?- Jet rise.
-Non lo so, non credo che sia colpa loro, deve esserci qualcosa nel mio atteggiamento che ricorda loro una puttana.. In ogni caso, cosa volevi chiedermi?-
-Cosa si prova?-
L’altro rimase interdetto.
-In che senso..?-
-Ad essere te.-
-Confusione, rabbia e delusione.. Anche il dolore ma quello alla fine non lo senti più.
A volte non ho il controllo di me stesso, e sto male per cose che gli altri non possono capire, magari anche solo dire.. Dire “Ciao” a qualcuno che non conosco, sembra così facile ma io.. A volte ho attacchi d’ansia anche solo per una cosa così stupida.
Quello che ho nella testa è un inferno, e queste cose.. Le provano tutti quelli che come me soffrono di questi problemi.. Del resto, non è così male, ho Silver.. E’ l’unico su cui io posso contare, mi capisce e sa cosa provo.
Una cosa che vorrei è una famiglia.
I miei non.. Non mi vogliono, mi trattano come se fossi Satana,mi hanno abbandonato in quel centro di salute mentale, senza nessun contatto non sapevo nemmeno come cazzo comunicare, l’inglese l’ho imparato completamente verso gli undici anni, ho passato tutta la mia infanzia la dentro, ho studiato la dentro, non ho mai avuto contatto con il mondo esterno, ho sempre avuto solo Silver.
Non volevo di certo apparire come una puttana in cerca di attenzioni ai vostri occhi, ma è difficile adattarsi e non so se puoi capirmi.
Non volevo creare tutto quel casino in classe e tantomeno farmi odiare da buona parte della scuola.. Ma io so solo portare problemi a me e a tutti quelli che ho attorno.
Mi dispiace Amy, mi dispiace di essere così..-
Rimase scioccata, sconvolta,sbigottita e senza parole.
Non credeva che sarebbe mai stato possibile che lui si aprisse così tanto a lei, non credeva che sarebbe mai venuta a conoscenza del suo punto di vista.
-Grazie per avermi fatto questa domanda, non credevo che qualcuno mi avrebbe mai chiesto cose non riguardanti il mio aspetto.-
-Jet, scusami.. Devi scusarmi se mai ti ho ferito, ti ho anche odiato ma spesso non capisco un cazzo, scusami..-
Era sincera, non lo avrebbe mai potuto odiare da quel momento in poi.
-Non preoccuparti..-
-Ah, non c’è bisogno di ringraziare.. Anche se di una cosa sul tuo aspetto sono curiosa..-
-Dimmi.-
-Hai mai pensato di volere essere una ragazza?-
L’altro si mordicchiò un labbro poi tornò a guardarla.
-Si, ma poi ho capito che una parte di me è donna, nonostante io sono felice di essere un ragazzo.-
-Ora è più chiaro, scusami la domanda, so che è un argomento delicato.-
-E tu lo hai trattato delicatamente.- Le disse ridacchiando.
-Hai ancora intenzione di ubriacarti?-
-Si.. Ma non preoccuparti, non ho intenzione di fare altro..-
-Lo spero, dai entriamo.-
-Grazie Amy, è stata una bella chiacchierata..- Disse, poi entrò, per un attimo notò il suo sguardo tornare come quando era appena arrivato: distrutto.

Doveva essere almeno mezzanotte, aveva bevuto qualche drink e aveva conosciuto Blaze e Wave.
Non erano male, entrambe leggermente stravaganti , quella sera erano entrambe strafatte e la fecero ridere tantissimo.
Addirittura ad un certo punto Wave era salita in braccio a Blaze cantando a squarciagola, erano veramente andate.
Notò una stanza più affollata delle altre, attirò la sua curiosità e si fece strada tra le persone, quei corpi sudati che si strusciavano l’uno all’altro le davano la nausea, e inoltre era troppo caldo.
Uscì dalla massa, portandosi davanti a tutti e riuscendo finalmente a capire ciò che aveva provocato l’attrazione di massa.
C’era un palo in mezzo alla stanza, e non rimase sorpresa nel vedere che a girarci attorno era proprio Jet.
Si lasciò andare ad un facepalm che poi dilagò in una risata.
Teneva una bottiglia di alcol nella mano destra e ogni tanto beveva un sorso, non si preoccupò tanto dato che stava solo ballando in fondo.
Però presto iniziarono ad arrivare i commenti acidi e stronzi delle persone li attorno.
Lui non sembrava neanche sentirli.
Un ragazzo gli si avvicinò prendendolo per un braccio e iniziò a schernirlo facendogli domande sconce a cui lui rispondeva annuendo e ridendo,  scatenando le risate di tutto il pubblico che si era venuto a creare.
Ad un certo punto quello stesso ragazzo gli tirò un calcio in una gamba facendolo cadere, Jet si stese a terra continuando a ridere, poi si rotolò ricordando le movenze dei gatti.
Recuperò la bottiglia ormai mezza vuota e bevve ancora, un po’ di Alcol gli era finito in faccia cadendo e i suoi capelli ne erano completamente impiastricciati.
Notò Rouge in un angolo portarsi una mano alla bocca e scuotere la testa, comunicarono con lo sguardo: Dovevano fermarlo.
Rouge fu la prima ad agire, corse verso di lui e lo aiutò ad alzarsi, poi gli prese entrambe le braccia bloccandolo girato verso di lei.
-Devi fermarti, ascoltami!-
Jet rise e annuì, continuò a sorriderle mentre lei gli parlava, come se fosse in un mondo tutto suo.
Le venne da piangere, sentì la rabbia aumentare dentro di lei e si mise a gridare, cercando di scacciare tutte quelle persone da quella stanza, molti le diedero ascolto e se ne andarono, ma ci volle un po’ prima che tutti uscissero.
Jet riuscì a liberarsi dalla presa di Ruoge e cadde a terra, bevve ancora.
Non sapevano come gestirlo, fu a quel punto che Anil, che doveva essere li da un bel po’ inghiottito dalla folla, si fece strada tra le ultime persone e le raggiunse.
Strappò la bottiglia di mano a Jet e gliela passò, lei la prese e la appoggiò su un tavolo lontano, poi tornò da loro.
Anil lo sollevò da dietro, poi lo fece appoggiare al muro più vicino, nonostante il muro Jet non riusciva a reggersi, Anil lo sostenne con un braccio e tentò di parlargli per attirare la sua attenzione.
Gli schiaffeggiò una guancia senza usare troppa forza, sembrava veramente preoccupato.
-Riprenditi cazzo! Guardami Jet!- Gli urlò, prendendogli la mandibola con una mano e girandolo verso di se.
-Mmh..- Emise solo quel mugolio, poi si portò una mano allo stomaco e cercò di scansare Anil.
Un attimo dopo vomitò, Anil prontamente lo prese in braccio e frettolosamente si avvicinò a lei e Rouge.
-Dov’è il bagno?-
-Al secondo piano, l’ultima stanza a destra..- Disse Rouge preoccupata.
-Grazie Anil..- Disse, lei era sconvolta a differenza di Rouge che era evidentemente abituata a vedere certe scene.
-Spero che si riprenda, mi ha detto tante cose di se stesso prima, ora non voglio che stia male..-
-Stai tranquilla Amy, è in buone mani.- Le disse l’amica, con tono pacato e cercando di farle mantenere la calma.

Uscì di fuori per una boccata d’aria, Rouge l’avrebbe raggiunta un attimo dopo, era andata a prendere le sigarette nella sua stanza.
Rimase a fissare il vuoto per qualche attimo, che cosa stava facendo della sua vita?
Veramente erano solo feste e divertimento ciò che le serviva per guarire?
Non poteva veramente smettere di pensare, bastava anche solo un oggetto per ricordarle che il suo cuore era distrutto, era inutile racchiudersi in un illusione.
Notò un ragazzo venirle incontro, sentì il vuoto nello stomaco quando riuscì a distinguere chi fosse.
Sonic era li, davanti a lei.
Si teneva un braccio con una mano e teneva la testa bassa.
-Cosa vuoi?- Chiese, astiosa.
-Amy..-
-Mi stai rovinando la vita! Dimmi che cazzo vuoi o vattene immediatamente!-
In un attimo l’aveva portata sull’orlo della disperazione, come se tutti i suoi sforzi per rimettersi in piedi fossero stati annullati all’improvviso.
-Amy io sto male quanto te!-
Lo guardò e scosse la testa, gli tirò uno schiaffo e corse via, tornò in casa e sbatté contro a Rouge, riuscì a riconoscerla a malapena per via delle lacrime.
L’amica la prese per una mano  e se la tirò dietro, lei la seguì inciampando ogni tanto negli scalini, arrivate al primo piano incontrarono Anil che si trascinava dietro Jet, era quasi esanime e avvinghiato a lui, Anil si stava portando via la sua “principessa”, e lei lo avrebbe mai avuto un principe pronto a salvarla dai suoi demoni?
Mai, poiché il suo peggior demone era lo stesso principe che si era impossessato del suo cuore, imprigionandolo nelle sue grinfie per sempre.



Tikal Ganesh

-Notre histoire se termine,
 nos chemins se séparent et la vie
reprend son cours tranquillement.-

( Despised Icon - From the song Les Temps Changent )


SONIC HARVEY

Stronzo.
Ammasso di escrementi, senza cuore, bastardo, traditore, falso.

Rimase a guardarsi sgomento allo specchio del bagno, tastandosi lo zigomo leggermente tumefatto per via del pungo di Jet.
Quel ragazzino non imparava mai, ma non ce l’aveva veramente con lui, aveva altro per la testa in quel momento.
Amy lo aveva aiutato, ma non dimenticò mai quello sguardo raggelante.
L’aveva ferita, aveva ferito una persona che amava e lo aveva fatto per quello stesso sentimento, l’amore.
Come poteva fermare il suo cuore?
Vide Shadow fermarsi sullo stipite della porta del bagno, quando notò il suo viso strinse i denti, facendo irrigidire la mascella.
In un attimo se lo ritrovò accanto, con il mento tra le sue dita mentre gli occhi dell’altro esaminavano il suo viso centimetro dopo centimetro.
-Chi è stato?- Tremava sotto al suo tocco, era quello l’effetto che Shadow faceva agli altri. – N-non importa tranquillo, sto bene è solo un piccolo livido..- Cercò di trovare delle scuse, non voleva mettere Jet nei casini più di quanto già non lo fosse.
-Chi è stato?- Chiese, con un tono più grave. –S-shad davvero, è stata colpa mia, l’ho provocato, non prendertela con lui per fav- L’altro lo interruppe prendendolo per il collo della maglia. – LUI CHI E’?-  Strinse gli occhi e tenne lo sguardo basso, lo amava ma era pericoloso quando si incazzava, dovette ammettere a se stesso che a volte ne era spaventato. –Jet..- L’altro lo lasciò andare e aggrottò le sopracciglia, confuso. –Jet? Sei serio?-
- Si, non prendertela con lui Shad..-
-Dov’è quel coglione?-
-S-shad no.. Lo distruggerai..-
-Non me ne frega un cazzo!- Shadow lo prese per le spalle, digrignò i denti e poi sospirò abbassando la testa, un attimo dopo si ritrovò stretto al suo petto.
Erano rari certi momenti dentro l’edificio scolastico, per cui vi si lasciò andare, godendosi quegli attimi.
Ogni volta che l’altro lo stringeva lui si scioglieva, e non pensava più a nulla.
Tutto si dissolveva lasciando spazio solo a loro due.
-Non gliela farò passare liscia Sonic, puoi scordartelo.-
-Almeno non fargli troppo male, lo odio Shad ma.. Non.. Non mi sembra giusto abbatterlo così, non ha fatto nemmeno in tempo a riprendersi ed era ad un passo dalla morte, ho sbagliato a dirgli delle cose che ora nemmeno ricordo, se ha reagito significa che è veramente frustrato Shad, la colpa è mia.. A volte penso che se fossi io al posto suo, avrei così tanta rabbia che mi trasformerei in una macchina omicida.-
-Ed è quello che lui ha fatto Sonic, si è trasformato in una macchina omicida.. Solo che la rabbia la sfoga tutta su se stesso e non sugli altri.
Non voglio andare contro al tuo volere, ma nemmeno lasciar perdere così.. Ti prometto che ne uscirà vivo, mh?-
-Che testardo..- L’altro gli accarezzò una guancia e ridacchiò. – Lo faccio per te,così magari la prossima volta impari a frenare la lingua.- Concluse lasciandogli un bacio leggero sullo zigomo ferito, lui gli sorrise.
Forse solo lui era capace di vedere tutto il bene che quel ragazzo aveva dentro, Shadow non era cattivo, Shadow aveva solo imparato a difendersi a modo suo.
- Andiamo in classe ora, mh?-
-Certo, cretino.- Gli fece la linguaccia e rise, dirigendosi verso la classe assieme a colui che era l’unico in possesso dell’antidoto per risanargli il suo cuore malato,il suo cuore pericolante sorretto da due colonne: quando una crolla, l’altra  sarà vitale.

Era la seconda ora, avevano matematica.
Sia lui che Shad stavano per crollare dal sonno, anche per colpa dell’ora precedente.
A riscuoterli fu l’entrata caotica di Jet e Silver, non che loro stessero urlando, piuttosto furono dei commenti acidi di Julie-su e del professore a provocare il baccano di tutta la classe, un misto tra varie risatine e insulti appena udibili.
Il professore chiamò Jet alla lavagna e lui eseguì l’esercizio assegnato alla perfezione, molti tra cui il professore,restarono basiti.
Lui in realtà se lo aspettava, si aspettava che quel ragazzo nascondesse tante cose dentro di se, eppure non riusciva a fermare l’odio nei suoi confronti.
Nonostante ciò, non voleva che Shadow gli facesse del male, non voleva farlo cadere quando si era appena rialzato.
Notò lo sguardo raggelante che lanciò a Jet, e ciò non presagiva nulla di buono, sapeva che nulla lo avrebbe fermato.
Appena suonò la campanella Shadow lo afferrò per un braccio, lui lo seguì silenziosamente in direzione di Jet e Silver.
Il primo stava dormendo, l’altro invece lo guardava paralizzato dallo spavento, aveva gli occhi intrisi di paura.
Shadow torreggiava su di loro, tremò quando Shadow afferrò Jet direttamente per i capelli, facendolo svegliare di colpo e mandandolo in panico, lo lasciò cadere ma Silver sembrò sbloccarsi e lo afferrò prima che potesse schiantarsi al pavimento.
Si gettò su di lui, strappandolo dalle braccia di Silver.
-S-shad- Non gli diede nemmeno il tempo di finire il suo nome. –ZITTO!- Ruggì, afferrando Jet per il collo della maglia leggera che aveva addosso, e sbattendolo alla parete più vicina.
Solo quel colpo fu già abbastanza, lo vide dallo sforzo che Jet stava facendo per tenere gli occhi aperti, tutto il suo corpo era teso, i muscoli, i nervi.
Vide Silver cercare di raggiungere l’amico, ma lo fermò, lo tenne bloccato il più possibile anche se si dimenava e dovette ammettere che era forte, sebbene non lo dimostrasse,ebbe comunque la meglio su di lui.
Non lo stava facendo per cattiveria, ma sapeva che Shadow ci sarebbe andato piano con Jet, mentre invece avrebbe massacrato Silver se solo avesse provato a ribellarsi.
-Come ti sei permesso? Credi di poter fare quello che vuoi solo perché sei un coglione problematico? E’ inutile che fai il gradasso, tiri pugni come una puttanella!-
Urlò incazzato, tirandogli un pugno dritto nello stomaco che lo fece piegare in due, Jet si lasciò scivolare contro la parete e tentò di riprendere fiato.
-S-shadow.. Fermati ti prego, non sono in grado di sostenere un tuo pestaggio, per favore.. – Il respiro gli mancava, poteva sentirlo dalla sua voce che uscì forzata, come un sussurro soffocato, vederlo chiedere pietà in quel modo gli fece capire quanto quel ragazzo fosse al limite, ma non aveva veramente intenzione di cedere.
-Non me ne frega un cazzo, non puoi tornare qui e fare quel cazzo che ti pare, senza un cazzo di motivo!-
Shadow era uscito di testa, era accecato dalla rabbia.
Jet abbassò la testa, le forze dovevano averlo abbandonato completamente.
Shadow si scagliò nuovamente contro al più debole, sembrava che potesse spezzarsi con un solo tocco e Shadow lo aveva colpito con forza, a quel punto fremette, lasciando andare Silver che si strattonò dalla sua presa approfittandosi di quell’attimo di distrazione.
Silver si gettò addosso all’amico e come se fosse la sua armatura prese tutti i colpi diretti a lui.
Shadow si accorse di non stare colpendo Jet, e si fermò ancora furente.
Silver si girò verso di lui, senza smettere di proteggere l’amico.
-Scusalo Shadow.. Jet ha reagito così perché ha preso le parole di Sonic come provocazione , cerca di calmarti..-
-Non sa difendersi da solo? Levati dal mezzo!-
-Shadow ascoltami, così non risolvi nulla..-
-Non me ne frega un cazzo se lo ha provocato, ciò non giustifica un pugno in faccia!-
Vide Jet sforzarsi e mettersi in piedi, tremava e si teneva lo stomaco.
-Basta.. Tutti e due.- Non riusciva a reggersi completamente in piedi, rimase piegato ed ebbe un conato di vomito, a quel punto scattò involontariamente verso di lui che corse via, verso il bagno.
Shadow e Silver li avevano seguiti prontamente, vide Jet entrare in una toilet e subito dopo Silver si gettò al suo fianco, cercando di rendersi utile.
Shadow aveva cambiato espressione, probabilmente si sentiva in colpa.
-Ne avevi proprio bisogno?- Chiese Silver proprio a lui, che non diede alcuna risposta.
Jet a quel punto si alzò, con una lentezza assurda. – Lasciali perdere Silv, non mi va di pensare ad altro ora, voglio solo provare a stare bene, e dovresti farlo anche tu..- Si diede una sistemata al lavandino e fece segno a Silver di seguirlo fuori dal bagno, l’altro non si oppose e lo assecondò, in silenzio.
Si girò solo un attimo, e il suo sguardo diceva tutto.
Non era finita, non così facilmente.
Quello sguardo era freddo, astioso.
-Merda..- Quello di Shadow fu solo un sussurro tremante.
- Che cazzo ho fatto!?- Urlò, sbattendo un pugno al muro. –Perché non sono riuscito a fermarmi..? Sono stato un coglione..-
Rimase in silenzio per un attimo, a ragionare.
Shadow aveva capito di aver sbagliato, bastavano già i sensi di colpa a dargli tormento, decise di non farla tanto lunga e semplicemente, si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro.
-Grazie Sonic.. Grazie di tutto, non so come è possibile che tu non mi odi.-
-Non ti ho mai odiato, e mai ne sarò capace.. Ora posso contare solo su di te, non sarebbe così se tu non fossi una persona fantastica, non sarebbe così se ci fosse solo del marcio in te.-
Shadow si strinse leggermente in quell’abbraccio, rimasero così a lungo.
Poteva sembrare stronzo all’apparenza, cattivo o menefreghista.. Ma tutto ciò di cui aveva veramente bisogno erano delle sicurezze, il resto era solo una facciata falsa e lui era riuscito a guardarci oltre.

Aveva passato il pomeriggio con Shadow, era sera inoltrata quando  gli disse che non sarebbero potuti stare assieme quella notte, doveva andare a sbrigare il suo lavoro sporco.
Purtroppo lui non gli diede retta, era preoccupato e non si fidava.
Non voleva lasciarlo da solo ad affrontare certi rischi.
Lo seguì a distanza, cercò di non farsi vedere.
Shadow si fermò in un vicolo e lui fece lo stesso, dietro ad un bidone non molto lontano.
L’altro aspettò, aspettò a lungo guardandosi attorno circospetto, e lui attese con lui, l’ansia iniziò a divorarlo, c’era tensione nell’aria.
Ad un certo punto gli scappò uno starnuto che non riuscì a bloccare, e il suo amato se ne accorse subito, si allarmò e iniziò a guardarsi attorno freneticamente, lo vide tirare fuori un coltellino e tremò, soprattutto quando si diresse nella sua direzione.
A quel punto abbandonò il suo nascondiglio, e Shadow si bloccò, mise via il coltellino e il suo sguardo mutò.
Era furente.
-Che cazzo  ci fai qui? Ti avevo detto di restare alla larga da questa storia! E’ troppo pericoloso devi andartene immediatamente Sonic!-
-Non ne posso più Shad, non posso lasciarti da solo..- Si sentì un rumore in lontananza seguito da un vociare, la paura lo inghiottì di colpo.
Shadow si guardò attorno, poi sbuffò incazzato.
-Nasconditi, coglione!-
Tornò al suo nascondiglio e inspirò profondamente, sperando di non essere visto.
Era terrorizzato da quel luogo e dalla gente che vi abitava, cosa gli aveva detto la testa? Sarebbe dovuto restare a casa sua, come gli era stato imposto da Shadow, ma no, lui era troppo testardo per capire che seguendolo avrebbe potuto mettere in pericolo entrambi!
Un gruppo di ragazzi alti e ben piazzati accerchiarono Shadow, che gli passò la roba, gli altri gli diedero i soldi, tutto sembrava essere andato per il meglio, poi qualcosa sembrò non quadrare.
-Ne manca una.- Il tono di voce di quello che doveva essere il leader della gang era spaventoso.
-Ci deve essere stato un errore, erano quindici per quattrocento dollari.-
-Noi ne avevamo chieste sedici!-
-Ragazzi, state calmi, ve ne do un’altra e la chiudiamo qui, mh?-
-Meglio per te.-
Shadow gli passò un’altra pastiglia e gli altri se ne andarono soddisfatti, fece per uscire, ma una risata lo costrinse a bloccarsi.
-Ti fai fregare come un bimbo Shad..- Era Scourge, rabbrividì.
-Su forza, la metà.-
-Scourge, eravamo d’accordo che questi li tenevo io.-
-Cosa? Hai detto qualcosa? Non ho sentito niente..- Allargò un sorriso raccapricciante e tirò fuori un coltellino dalla giacca. – Forza Shad, niente scherzi.. Duecento dollari e nessuno si farà male..-
-Scourge per favore, mi servono per le bollette, mio padre mi farà fuori!-
-Ti avevo avvertito!- Scourge lo colpì alla spalla, a quel punto scattò ma Shadow gli lanciò il suo coltello accanto ai piedi, sbiancò e si fermò.
-SCAPPA CAZZO, SCAPPA!- Scourge lo colpì ancora una volta e Shadow urlò forte.
-S-shad..-
-VATTENE TI PREGO!-
Si girò tremante e corse via, con le lacrime agli occhi.
Non voleva lasciarlo li, ma forse era la cosa migliore da fare.

Smise di correre solo quando non ebbe più la forza per farlo, le ginocchia gli tremavano , il petto e la gola bruciavano.
Si lasciò cadere a terra, non aveva nemmeno più lacrime da piangere.
Aveva bisogno di qualcuno, e l’unica persona la cui immagine gli si proiettò nel cervello, era Amy.
Sapeva che era alla festa di Rouge, poco lontano da dove era lui.
Si incamminò dolorante, quando fu li e la vide fuori di casa perse un battito.
Era stupenda.
Indossava un vestito che doveva appartenere come minimo a Rouge, i capelli erano mossi e il vento glieli spostava leggermente facendola apparire come una dea ai suoi occhi.
Non aveva smesso di amarla, mai.
Appena fu davanti a lei, gli si strinse lo stomaco vedendo gli occhi con cui lo guardava, prima lo guardava ammaliata, ora lo guardava come si guarda un pezzo di merda, lo fece sentire un verme.
Era da vermi amare? Che colpa aveva lui se il suo cuore era stato intrappolato da due persone diverse?
-Cosa vuoi?- Il suo tono era freddo, era come se stesse parlando con ciò che più detestava al mondo, era forse così? Lui era la sua rovina? Si stavano pugnalando i cuori a vicenda e prima o poi sarebbero morti dissanguati.
-Amy..- Cercò di avviare un discorso, sebbene temesse la sua reazione.
Gli mancavano le sue parole dolsi, la sua gentilezza, il suo profumo.
-Mi stai rovinando la vita! Dimmi che cazzo vuoi o vattene immediatamente!-
Vide lo sgomento e la disperazione nei suoi occhi, si odiava per essere la causa di tutto ciò, avrebbe voluto strangolarsi in quel momento.
-Amy io sto male quanto te!-
Lei lo guardò profondamente delusa e scosse la testa, poi gli tirò uno schiaffo e scappò via in lacrime.
L’aveva ridotta lui in quel modo, era lui la causa di tutti i suoi mali.
Per tutto quel tempo aveva fatto solo del bene, mentre in lui si nascondeva un demone in grado di distruggere coloro che più gli davano fiducia, oltre che se stesso.
Quel demone si era liberato.
Quel demone stava dentro ogni persona.
Quel demone portava l’oscuro nome di Amore.



Capitolo 8: Il tempo non guarisce nulla

-Amore che rapidamente accende i cuori gentili,
fece innamorare costui del bel corpo che mi è stato strappato,

e il modo (nel quale mi uccise) ancora mi tormenta.-

(Dante Alighieri)

Dal fumo alla fiamma
Il tempo non guarisce nulla
Non perdonare mai
Non dimenticare mai
Odiare è umano

(Arch Enemy – Dal brano Tempore Nihil Sanat)

- Prendimi mentre cado
Di che sei qui e che ora è tutto finito
Parlando all’atmosfera
Non c’è nessuno qui e io cado in me stessa.-

( Evanescence – Dalla canzone Whisper )

- La nostra storia termina,
  i nostri cammini si separano e la vita
  riprende tranquillamente il suo corso. -

( Despised Icon – Dalla canzone Les Temps Changent
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: tror_i_thou_doom