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Autore: Dea Agnesa    18/02/2017    5 recensioni
MALEC.
Alec è un giovane ragazzo di 18 anni, non potrebbe chiedere di meglio perchè si è appena diplomato e non vede l'ora di trascorrere una serena estate con i suoi amici prima di iniziare il college.
Purtroppo non sempre le cose vanno come ci aspettiamo.
A volte un semplice giorno come tanti altri può trasformarsi in un incubo.
Quando tutto cambia, come si comporterà Alec per superare il dolore? chi potrà aiutarlo?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alec uscì fuorì ed ebbe un brivido di freddo che gli percorse tutta la schiena. Dietro di sé avvertiva la presenza dell'uomo che lo aveva aiutato al bar. Scese un paio di scalini e si fermò ad osservare il vicolo di fronte. Era buio, l'unica fonte di illuminazione proveniva dalla strada adiacente, da cui Alec sentiva anche i rumori del traffico. Ebbe l'improvvisa voglia di tornare indietro. Da quando era arrivato a Tokyo non si era mai separato da Magnus e ora si sentiva insicuro, ma ormai non aveva scelta, poteva farcela anche da solo, non sarebbe stato difficile. Ascoltare le informazioni, tornare dentro e riferire tutto a Magnus. Poteva farcela.

- Dov'è l'uomo con cui devo parlare?- chiese Alec guardandosi in giro.

Come per rispondere alla sua domanda, un uomo in completo nero, con i capelli lunghi e unti e un tatuaggio che gli copriva l'orecchio e gran parte del collo, uscì dal buio, andando incontro ad Alec, con un sorrisetto beffardo sul volto.

- 彼は男ですか?(è lui il ragazzo?)- chiese questo all'altro.

- それは彼であります(Si è lui )- gli rispose.

- Scusate, ma io non capisco il Giapponese!- disse Alec indietreggiando.

I due uomini sorrisero. Erano pericolosamente vicini. “Pericolosamente” perchè ad Alec venne in mente proprio questo termine?

- Perdonaci, siamo proprio dei maleducati – rispose l'uomo del bar.

- É carino- disse l'altro guardandolo avidamente.

- Io torno dentro!- fece Alec voltandosi per andarsene.

L'uomo del bar scattò in avanti, veloce, e afferrò Alec da dietro bloccandogli le braccia e schiacciandolo.

- Ehi, che fai?!! lasciami!- gridò Alec che cercava di divincolarsi.

- Tu non vai da nessuna parte!- gli rispose questo avvicinando la sua bocca all'orecchio di Alec.

Alec cercava in tutti i modi di liberarsi dalla presa, ma l'uomo era più alto e più muscoloso, lo teneva talmente stretto che sentì le costole incrinarsi.

- Abbiamo un messaggio da consegnare a Magnus Bane – disse l'altro. Tirò dalla tasca un coltello lungo e affilato – E non ho della carta in cui scriverlo...- sorrise malefico – Penso che userò la tua bella pelle chiara per inciderlo sopra -

Alec sgranò gli occhi e cominciò a scalciare per non far avvicinare l'uomo con il coltello.

- Lasciatemi! Che cosa volete da me!?- gridò Alec

L'uomo che lo teneva fermò ringhiò infastidito e gli appoggiò una lama sulla gola.

- Stai zitto, moccioso! Fai un passo falso e ti squarcio la carotide -

Alec si zittì all'istante e chiuse gli occhi disperato, cercando di reprimere le lacrime. Gli venne lacerata la maglietta, scoprendo il torace liscio e chiaro.

- Sei così invitante. - gli disse l'uomo dai capelli unti, toccandolo avidamente – Dopo averti deturpato la pelle mi divertirò un po' con te -

La porta dalla quale erano usciti si aprì di scatto e Alec ebbe un balzo al cuore. Magnus era lì, con una mano sulla maniglia, ansimante per aver corso e con la camicia mossa dal vento. Quando i loro occhi si incrociarono Alec seppe di essere salvo.

- Il ragazzo è mio – disse Magnus scendendo le scale – Non mi piace quando vengo privato di ciò che mi appartiere -

- Oh, ma noi te lo ridaremo...quasi illeso, Bane. Adesso non ti avvicinare, o lo ammazzo!- gli intimò l'uomo che aveva strappato la maglietta ad Alec.

Magnus avanzò con le mani sollevate e lanciando ogni tanto uno sguardo veloce ad Alec per assicurarsi che stesse bene.

- Sono disarmato – gli fece notare lui – Prendete me e lasciate andare lui. È me che volete no?- mentre gli si avvicinava Magnus cominciò a sbottonarsi la camicia – Sto molto meglio io a petto nudo. Andiamo, divertitevi con me -

I due uomini si scambiarono un'occhiata, presi alla sprovvista dalla richiesta di Magnus. Poi accadde tutto in un'attimo, Alec vide prima Magnus sorridere dopo aver lanciato un'occhiata alla sua sinistra, poi guardarlo facendogli l'occhiolino. Il ragazzo con tutta la forza che aveva in corpo si spinse indietro colpendo con la testa l'uomo che lo teneva fermo. L'impatto fu talmente forte che per un'attimo ebbe un capogiro, poi si sentì afferrare dal gomito e venne, letteralmente, lanciato da Magnus in un angolo lontano dalla rissa. Alec cadde a terra, la testa gli faceva male ma alzò il capo per vedere cosa stava succedendo. Non sapeva da dove fosse sbucato, ma al fianco di Magnus era arrivato Adrian che, con una forza che non si sarebbe mai immaginato, afferrò per il collo l'uomo dai capelli unti e lo buttò a terra. L'altro che si teneva la bocca insaguinata con una mano, cercava di colpire Magnus con la lama del coltello. Adrian si avvicinò a passo pesante e lo sguardo furente, bloccò la mano dell'uomo e gli diede una gomitata in pieno volto.

- Mi sono rotto il cazzo ti salvarti il culo, Magnus!- gli disse puntandogli un dito contro – E chiudi quella camicia, PerDio!-

Magnus scoppiò a ridere – Ti piace quello che vedi? -

- Vai – gli rispose rimboccandosi le maniche – Mi occupo io di loro -

- Adrian ...-

- VAI! Prendi il ragazzino e andate!- gli urlò Adrian.

Magnus dopo una breve esitazione, si voltò per andare a sollevare Alec da terra.

- Ce la fai?- gli chiese

- S..Si...mi gira solo un po' la testa-

- Sei stato bravissimo – gli disse Magnus tenendolo per la vita.

Quando rientrarono nel locale sembrava che nessuno si accorgesse di loro, la gente continuava a divertirsi, incosapevoli di quello che era appena successo a pochi passi da loro.

- M..Magnus...- Alec era sconvolto, solo adesso cominciava a realizzare quello che quegli uomini gli avrebbero potuto fare.

- Dobbiamo andare Alexander – gli rispose Magnus trascinandolo fuori.

- Magnus!!-

L'uomo sentendo la voce strozzata di Alec si fermò, per guardarlo. Aveva gli occhi lucidi e tremava.

- Alexander – gli disse Magnus prendendogli il volto tra le mani – Nessuno ti toccherà, non glielo permetterò, va bene? Si? - Alec fece si con la testa – Adesso sbrighiamoci -

Magnus fermò un taxi, fece salire prima Alec e poi entrò lui.

- ハイアットホテルでは、今!(Al Hyatt Hotel, subito!)- gli disse al tassista.

- Magnus...mi dispiace, è tutta colpa mia! - gli disse Alec coprendosi il volto.

- No, tesoro – rispose Magnus cullandolo tra le braccia – La colpa è mia, ma non ti succederà niente. Niente-

Durante tutto il tragitto, non fecero altro che tenersi abbracciati. Alec pian piano riuscì a tranquillizzarsi, più si allontanavano da quel vicolo più riusciva a riprendere lucidità. Tutti i dettagli di quell'ultima ora gli affioravano nella mente più vividi che mai. Ricordava perfettamente il volto dei suoi aggressori, le braccia dure che lo tenevano fermo, lo sguardo di malefico divertimento dell'uomo che voleva approfittarsi di lui, la puzza di sigarette che emanava, le sue mani che lo toccavano. Si strinse più forte a Magnus.

Quando il taxi si fermò Magnus scese per primo, pagò distrattamente, e guidò Alec fino all'ingresso dell'Hotel, guardandosi sempre attorno. Mentre camminavano per raggiungere gli ascensori, Alec cercava di coprire la sua maglietta ridotta a brandelli. Non voleva dare nell'occhio, guardò Magnus, anche lui aveva ancora la camicia aperta, ma sembrò non farci caso, il suo viso era una maschera di dolore e preoccupazione nonostante cercasse di non darlo a vedere. Probabilmente stava pensando al suo amico, Adrian, che era rimasto da solo a vedersela con quei due uomini. Ad Alec non piaceva molto, aveva un qualcosa che gli faceva rizzare i peli sulle braccia, un aspetto feroce. Quella era esattamente la parola con cui l'avrebbe descritto. Quando l'aveva visto combattere, gli era parso che gli piacesse far del male, era rude e aggressivo. Magnus sapeva anche difendersi bene, ma al contrario di lui, quella grazia che lo contrastingueva nella vita quotidiana, si rifletteva anche nel modo in cui lottava. Era fine ed elegante anche quando sferrava un pugno. Combatteva per difendersi, Adrian combatteva per uccidere.

Appena arrivarono in camera Magnus andrò dritto verso l'armadio cominciando a togliere i vestiti di Alec e buttandoli sul letto.

- Magnus?-

- Alexander, prendi la valigia e metti dentro le tue cose. Fai presto -

Alec fece come gli aveva detto. Cominciò a mettere dentro tutto quello che gli capitava a tiro, in maniera automatica.

- Stiamo andando via?- gli chiese quando la sua valigia fu quasi pronta.

- No, TU stai andando via. Torni a Londra – gli rispose Magnus che nel frattempo stava trafficando con il suo cellulare.

- Cosa??- disse Alec – Io non me ne vado senza di te! -

- Il tuo volo è stato prenotato – gli rispose lui mettendosi il cellulare in tasca.

Alec era rosso di rabbia e guardava Magnus senza credere a quello che gli aveva appena detto.

- Io non mi muovo di qua, non puoi obbligarmi -

- Alexander, non puoi rimanere con me, è pericoloso -

- Chi erano quei tizi? Cosa volevano da te? Se ha a che fare con mio fratello devo saperlo!-

- É meglio che tu non lo sappia. Adesso torni a casa, vivi la tua vita e dimentichi quello che è successo. Il caso di tuo fratello è chiuso, è a casa e sta bene. -

Ma cosa stava succedendo? Magnus non poteva davvero dirgli quelle cose. Come poteva pretendere che Alec tornasse a casa come se niente fosse. Pensava davvero che bastava rimandarlo a casa come un pacco postale?

- No, Magnus! Non ci torno a casa...rimango con te. Lo so che sei preoccupato per quello che è successo, ma farò più attenzione. Te lo prometto!- Alec si avvicinò all'uomo prendendogli una mano e cercando di farlo ragionare.

- Non capisci. È troppo pericoloso e se stai con me non riuscirò a proteggerti!-

- Insieme possiamo farcela...noi due...-

- Non c'è nessun NOI, Alexander!- gli gridò Magnus. - Mi dispiace che tu ti sia illuso ma è ora che torni a casa -

Alec sarebbe dovuto rimanere colpito da quelle parole, eppure guardò Magnus con sicurezza. Sapeva quello che stava cercando di fare l'investigatore, non era la prima volta che cercava di allontanarlo. La prima volta che si baciarono nel suo studio, voleva proteggersi dai sentimenti che sentiva per il giovane e così aveva interpretato un ruolo, lo stesso che stava interpretando adesso. Voleva apparire un uomo freddo e senza sentimenti ma Alec gli aveva saputo leggere il cuore e niente lo avrebbe fatto vacillare dalle sue convinzioni. Poteva anche sbattergli in faccia la porta cento volte, ma lui l'avrebbe riaperta. Staccò la sua mano da quella dell'investigatore, e quando questi fece per allontanarsi Alec gli circondò il collo con le braccia.

- Puoi dirmi quello che vuoi. - gli sussurrò Alec – Che sono solo un ragazzino, che non posso capire quello che sta succendendo, che non ci tieni a me...feriscimi quanto ti pare. Io non ti lascio. -

Magnus rimase immobile. Il suo cuore batteva forte, Alec lo teneva talmente stretto che poteva sentirlo. Chiuse gli occhi quando anche Magnus lo abbracciò e cominciò a spingerlo delicatamente con il corpo verso la parete. Alec affondò le sue mani nei capelli di Magnus, aveva bisogno di sentirlo vicino, voleva toccarlo e baciarlo. Luomo doveva avere lo stesso desiderio perchè afferrò la sua camicia e se la sfilò, fece la stessa cosa con la maglietta di Alec. Quando la schiena del giovane toccò il muro avvertì il freddo della superfice.

- Alexander – gli disse Magnus tenendogli la testa ferma con una mano- Tu non sei un ragazzino...- i suoi occhi erano lucidi mentre parlava – sei il mio angelo -

- Allora fammi stare al tuo fianco..- gli rispose Alec

Magnus gli rispose con un bacio. Le loro bocche si incontrarono dapprima dolcemente poi sempre con più desiderio. Alec emise un gemito che venne smorzato però dalla bocca di Magnus. L'investigatore gli alzò una gamba e fece aderire i loro corpi mezzi nudi. Si staccò da lui e lo guardò come se volesse imprimere nella memoria ogni dettaglio del ragazzo.

- Tesoro, devi fidarti di me. Torna a Londra, io ti raggiungerò il prima possibile -

- No..- rispose Alec riavvicinandolo e baciandolo di nuovo. Fu di nuovo Magnus a staccarsi.

- Alexander, ti prego...non rendere le cose più difficili. Credi che per me sia facile lasciarti andare? Ma devo fare ciò che è necessario per proteggerti. E mi dispiace dirtelo ma tornerai a Londra anche contro la tua volontà – gli sorrise Magnus.

- Niente mi farà cambiare idea..- gli rispose Alec

Magnus lo inchiodò al muro, con un po' troppa forza.

- Hai la testa più dura di un mulo! Dannazione, Alexander!-

Prima che Alec potesse rispondere sentirono bussare alla porta. Rimasero immobili trattenendo il fiato. Poi altri colpi più forti e una voce.

- Magnus..sono io, apri cazzo!-

Era la voce di Adrian. Alec roteò gli occhi al cielo, avrebbe capito che fosse lui anche solo per l'utilizzo dei termini volgari. Magnus corse ad aprire.

- Hai fatto più tardi del previsto, stai perdendo colpi – lo salutò Magnus.

Adrian non gli rispose e andò dritto a buttarsi sul divano. Era stravolto, aveva un taglio nella coscia, i pantaloni erano macchiati di sangue, così come le sue mani. Si accese una sigaretta e si accasciò sul divano per riprendere fiato. Magnus e Alec si avvicinarono, quando lui li notò a petto nudo disse:

- Ho interrotto qualcosa?-

- Si- rispose Alec

- No!- aggiunse Magnus – Cosa è successo? - chiese ad Adrian.

- Uno è scappato...mi dispiace Magnus -

- E l'altro?- chiese Alec

Adrian e Magnus non gli risposero. L'investigatore si passò una mano tra i capelli e si sedette vicino ad Adrian.

- Alexander deve andarsene – disse Magnus tenendosi la testa fra le mani e guardando a terra.

- Cosa vuoi che faccia? - gli chiese Adrian.

- Scusate! Io non vado da nessuna parte!- si piazzò davanti a Magnus – Credevo che fosse chiaro ormai!-

Adrian lo guardò con rabbia, si alzò di scatto sovrastandolo.

- Sei solo un ragazzino viziato! Non possiamo pensare anche a te, non lo capisci?!-

- Ma chi ti ha chiesto niente!?- gli urlò Alec.

- Siete in pericolo, COGLIONE CHE NON SEI ALTRO! Se sei così desideroso di andare all'altromondo posso pensarci io, ADESSO! -

Alec strinse i pugni e fece per avvicinarsi a lui ma Magnus si mise in mezzo.

- Adesso basta!- disse lui. Guardò con serietà sia Alec che Adrian.

- Adrian, puoi aspettarci fuori?- chiese Magnus.

L'amico sbuffò e andò via. Magnus si voltò verso Alec, in piedi di fronte a lui, che tremava di rabbia. Gli si avvicinò, lo prese per le mani e lo fece sedere sul divano.

- Ti chiamerò ogni giorno – gli disse Magnus dolcemente, accarezzandogli il volto.

- No -

- Tornerò presto, da te – continuò Magnus

- No,no..no – Alec negava con la testa.

Magnus gli prese il volto tra le mani, tenendoglielo fermo. Lo baciò sulla fronte, vicino all'occhio destro e a fior di labbra.

- Fammi sistemare le cose, poi staremo insieme -

- Ho paura che se ti lascio adesso non ti rivedrò più – gli confessò Alec

- Non mi succederà niente – gli sorrise Magnus – Te l'ho detto, tornerò da te...tornerò sempre da te -

Alec lo guardò scoraggiato. Sapeva che non sarebbe riuscito a fargli cambiare idea e non voleva essere un peso per lui. Perchè era questo, in effetti, un peso. Un ragazzo inutile che non era capace di difendersi da solo.

- A che ora è l'aereo?-

- Tra poco – gli sorrise incoraggiante Magnus. Lo fece alzare e insieme andarono verso l'armadio per mettersi qualcosa addosso.

 

 

 

 

Ciao a tutti lettori :) spero che il capitolo vi sia piaciuto, lo divido in due parti così posso aggiornare prima sennò dovevate aspettare che finissi anche l'altra parte. Spero che vi sia piaciuto. Grazie di tutto :* per le recensioni, per seguire la storia, per averla messa tra le preferite...graaaaziiie :D. Cosa pensate che succederà adesso? Alec viene rispedito da Magnus a Londra...pensa sia più al sicuro, voi che ne dite? E Adrian, che opinione vi siete fatti di lui? Nella prossima parte del capitolo ci sarà ancora ihihihi spero che non vi stia sulle scatole come sta ad Alec.

 

 

  
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