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Autore: lmpaoli94    18/02/2017    0 recensioni
Era lì seduta in quel letto d’ospedale. Era ferma immobile. Da troppo tempo non si muoveva. Era quasi un anno che era in coma per colpa di un brutto incidente stradale. I genitori e tutti i familiari non avevano mai perso la speranza. Nemmeno il suo ragazzo Roberto che stava sempre accanto a lei nella certezza che un giorno si fosse risvegliata… Ma un giorno l’arrivo di una ragazza sconosciuta in ospedale che ha avuto lo stesso incidente della sua amata, gli avrebbe cambiato l’esistenza.
Genere: Angst, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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16°
 
«Ciao papà, dove sei stato tutto questo tempo?» domandò Angelo appena sua padre varcò la soglia di casa. «Ciao Angelo. Oggi sono stato a trovare una persona e sono andato al lavoro»
«Chi sei andato a trovare?»
«Oh, dopo ti racconto e ti prenderà un colpo. È pronta la cena?»
«Ecco, vedi… Me ne sono dimenticato…»
«Cosa? Ti ho dato un preciso compito stamattina ed era tuo dovere compierlo. Cosa hai fatto in tutto il giorno?»
«Sono stato un po’ a giro con gli amici»
«Ah, certo. I tuoi amici perditempo sono più importanti delle tue faccende di casa. Dove andremo a finire?»
«Papà, mi sono scordato una piccola cosa. Non farne una questione di stato»
«Ne faccio eccome! Non è la prima volta che ti scordi di adempiere ai tuoi doveri. Io lavoro tutto il giorno mentre tu rimani a casa a far niente o vai a giro con tizi che tu chiami amici!»
Questa era la vita della famiglia Ruvini. Dopo che la moglie di Enrico era morta in seguito ad un tumore, padre e figlio si dovevano rimboccare le maniche per tirare avanti.
Il padre di Angelo, Enrico, era un brillante venditore di auto, ma dopo la morte di sua moglie, non è stato più lo stesso.
Angelo aveva frequentato il liceo classico, ma con scarsi risultati. Non era riuscito nemmeno a superare la prima superiore.
Faceva dei lavoretti ai suoi parenti santuariamente, giusto per guadagnare qualcosa.
Ma purtroppo era più quello che spendeva che quello che guadagnava.
Tra uscite con gli amici e soldi sprecati in bevute e sigarette, lui e suo padre arrivavano alla fine del mese quasi in deficit.
 Per fortuna la defunta signora Ruvini aveva lasciato in eredità abbastanza soldi da vivere dignitosamente per anni.
Questi soldi venivano usati per pagare le bollette arretrate.
Insomma, questa era la vita di quella famiglia, che molto velocemente si stava sfasciando.
«Mi dici ora che cuciniamo? Non abbiamo nulla da mangiare immediatamente!» continuò a bofonchiare il padre di Angelo visibilmente irritato.
«Andiamo a prendere qualcosa fuori. Una pizza, un hamburger o che so io»
«Sai che i soldi ci servono. Basti tu che li vai a spendere a destra e a manca. Mi domando in cosa li spendi…» «Mangiando un panino o prendendo qualche bevuta con gli amici»
«Sì, e magari offri sempre a loro mentre loro non offrono nulla a te»
«No, ti stai sbagliando… Cambiando discorso, quale è la cosa che mi dovevi dire?»
«Te la dirò più tardi. Ora vado a farmi una doccia rilassante»
Angelo si interpose tra suo padre e le scale che conducevano al piano di sopra.
«No, ne parliamo ora»
«Tu prima cerca di trovare qualcosa da mangiare e poi forse ne parleremo»
«Sai quale è il tuo problema, papà? Che rimandi sempre le cose a dopo. Fai sempre tutto dopo»
«Al contrario di te che non fai proprio nulla! A proposito, ho un lavoretto per te. Il signor Gravsky deve ripulire le grondaie ed è troppo vecchio per farlo da solo. Quindi ho fatto il tuo nome e ha accettato che tu vada ad aiutarlo»
«Pulire le grondaie? Non ci pensare nemmeno! Domani mattina devo andare in osp…»
«Devi andare dove?»
«Oh, da nessuna parte, papà»
«Ah sì? Bene, allora puoi fare il lavoro a cui sei stato richiesto»
«Ma non potrei farlo un altro giorno? Domani è proprio impossibile»
«E cosa avresti da fare eh? Svegliarti a mezzogiorno?»
«Ehm… Devo aiutare Renato ad aggiustare una macchina che ha appena comprato»
«Figliolo, guarda che non mi inganni. Lo so benissimo che il tuo amico Renato non se ne intende di macchine. Non sa nemmeno la differenza tra un carburatore e un filtro per l’aria condizionata. Vado a farmi la doccia e poi ne riparliamo»
 
«Ora che hai finito di fare i tuoi porchi comodi, mi vorresti dire la cosa che stai tenendo nascosta?»
«La vuoi proprio sapere?» domandò Enrico fissando intensamente suo figlio.
«Sì! Avanti!»
«Bene, tieniti forte, perché sto per rivelarti…»
E proprio in quel momento in cui il padre di Angelo si stava preparando a parlare, qualcuno suonò alla porta.
«Ecco qui le pizze che avete ordinato» disse colui che consegnava pizze a domicilio.
«Quanto le devo?»
«12 euro»
«Ecco. Tenga» disse Angelo porgendo il denaro
«Grazie e arrivederci»
Angelo aveva ordinato alcuni pezzi di margherita della sua pizzeria preferita che stava vicino alla sua abitazione.
«Tu, hai ordinato la pizza?»
«Sì, non è fantastico? Senti che buon odorino. E sono stato così bravo da prendertela pure a te»
«Oooh, tante grazie! Cosa ti ho detto prima? Che dobbiamo…»
«Risparmiare il più possibile, lo so. Ma io non posso resistere al profumo di questa pizza»
«Non resisteresti nemmeno al sapore della droga…» mormorò suo padre distogliendo lo sguardo.
«Che cosa hai detto? Mi stai forse accusando che sono un drogato?»
«Certo che no, figliolo. Però talvolta alzi un po’ troppo il gomito» ribattè con tono pacato Enrico mentre si era voltato verso il frigorifero per prendere una lattina di birra.
«Guardami in faccia quando ti parlo!» ringhiò Angelo. «Non ti permettere mai più di parlarmi di questa storia, è chiaro? Io sono un ragazzo per bene, al contrario di quello che pensi tu»
«Sì certo… Mangiamo in pace poi vado a letto»
«No, tu non ti muovi di qui finchè non mi dici una volta per tutte…»
«Angelo, hai un fratello. Ecco, l’ho detto»
Il giovane ragazzo rimase letteralmente folgorato dalla dichiarazione del padre, tanto che non gli credette e lo prese per matto.
«Ahahah ma ti sei bevuto il cervello?»
«No caro mio. Oggi, per la prima volta, l’ho conosciuto. E sai dove? In carcere»
«Oh benissimo. Quindi ho un fratello criminale»
«Fratellastro, per essere precisi. È stato concepito con una che avevo conosciuto al liceo e che al primo rapporto sessuale l’ho messa incinta»
«Bel colpo, papà. Ma non ti vergogni? Se lo sapesse la mamma…»
«La mamma lo sapeva»
«E… Non si è mai arrabbiata con te?>»
«No perché gli ho detto che non l’avevo mai più frequentata dopo la prima notte che ero stato insieme a lei, e la mamma mi ha creduto»
«Non ci posso credere… Stai parlando sul serio?»
«Mai stato più serio in vita mia»
«Se fossi stato in mamma, a quest’ora ti avrei buttato fuori di casa»
«E perché? Come ti ho appena detto, non aveva nulla di cui preoccuparsi. Io non ho mai mentito a tua madre. Preferivo morire invece che mentirgli o tradirla»
«Che bel gesto nobile da parte tua» disse ironicamente Angelo.
«Sì, sì, scherza pure, ma è la verità»
«E dimmi, come si chiama questo sconosciuto? Non vedo l’ora di conoscerlo, sai? Chissà quante cose abbiamo in comune»
«Credo che tu l’hai già incontrato… Si chiama Roberto»
«Roberto!!!» gridò con gran voce il ragazzo dopo che aveva sputato la sua birra sulla pizza come cenno di incredibile sorpresa.
«Sì esatto… La domanda che ora mi sorge è dove vi siete conosciuti…»
«Qui nei dintorni… Oh Cristo, Roberto mio fratello no! Questo non lo posso accettare! È tutta colpa tua!» «Ah si? E perché mai?»
«Se non avessi conosciuto quella poco di buono di sua madre, a quest’ora saremmo più tranquilli e ci gusteremo in pace questa pizza»
«Non parlare così di lei! Non te lo permetto!»
«Sennò cosa mi fai?» domandò il ragazzo lanciando la sfida a suo padre.
«È sempre una mia cara amica!»
«Ma fammi il piacere!»
«E comunque, non cercare di mentirmi…»
«E su cosa ti mentirei?»
«Anche se Roberto non mi ha detto nulla al riguardo, immagino che tu l’hai conosciuto in ospedale per accaparrarti la fiducia di una famiglia per poi conquistare la sua ragazza! Non è forse così? Rispondi immediatamente»
«No, io…»
«Ecco dove passi gran parte del tempo… Ma ora non sarà più così»
«E perché, scusa?»
«Perché ti proibisco di tornare in ospedale e importunare quelle persone!»
«Io non importuno un bel niente! Chiedilo pure ai coniugi Palieri»
«Ok, lo farò»
«No, no aspetta… Vado d’accordo con tutti, tranne che con la madre della ragazza. Stranamente con lei non ho mai legato»
«Un buon motivo perché tu non la veda più»
«Scordatelo! Ora che finalmente Rebecca si è svegliata, non starò lontano da lei!»
«Cosa?! Rebecca si è svegliata?!»
Angelo divenne pallido in volto perché aveva capito di aver rivelato qualcosa che non tutti dovevano sapere…
«Beh, non del tutto…»
«Questa si che è una bella notizia. Devo parlarne con Roberto. Chissà come sarà contento quando saprà che la sua fidanzata si è finalmente svegliata!»
«Cosa? Diresti al suo omicida che si è svegliata?»
«Mmh?...»
«Roberto non ti ha detto che è stato lui a mandare in coma Rebecca?»
«Sì, me l’ha detto…»
«E allora non credi che sia imprudente dirgli questo segreto? Dopo Rebecca tornerebbe ad essere in grave pericolo. Roberto potrebbe scappare di prigione, andare in ospedale e finire il lavoro che aveva iniziato un anno fa’»
«No, non credo che Roberto possa tornare a fare una cosa del genere… Sì è pentito»
«Non dargli ascolto. Piuttosto, credi a me che mi conosci da una vita. Lui l’hai appena conosciuto oggi» Enrico rifletteva attentamente sulle parole convincenti del malvagio di suo figlio.
«Sì… Forse non hai tutti i torti… Ok, non gli dirò niente»
«Bravo» disse con un sorriso amaro il ragazzo.
Ora Angelo era consapevole che il segreto che legava lui e i parenti più stretti sulle condizioni della ragazza, era al sicuro.
Ma non si sarebbe immaginato che una donna  vicino a lui, gli avrebbe messo i bastoni fra le ruote.
   
 
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