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Autore: vero511    19/02/2017    1 recensioni
Ellie Wilson 24 anni, appena arrivata a New York insieme alla sua gioia più grande: il figlio Alex. Lo scopo della giovane è quello di ricominciare da zero, per dare la possibilità ad Alex di avere un futuro diverso dal passato tumultuoso che lei ha vissuto fino al momento del suo trasferimento. Quale occasione migliore, se non un prestigioso incarico alla Evans Enterprise per riscattarsi da vecchi errori? Ma Ellie, nei suoi progetti, avrà preso in considerazione il dispotico quanto affascinante capo e tutte le insidie che si celano tra le mura di una delle aziende più influenti d’America?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ELLIE’S POV
“È proprio necessario?” domando frustrata. “Vuoi scoprire la verità o no?” chiede a sua volta Zack. Per un momento mi perdo a osservarlo: indossa una giacchetta nera di pelle rivestita di pelo all’interno, un maglione e dei jeans dello stesso colore. Fa un certo effetto vederlo vestito così, ma ciò che colpisce maggiormente è il suo portamento: fiero e deciso. Lo stesso che mantiene quando è in azienda affidando impieghi o tenendo i conti. Voleva evitare di essere riconosciuto da troppe persone, ma temo che se non abbasserà un po’ il capo, non passerà inosservato. “Zack dovresti comportarti come una persona normale anziché usare quel tono” lo riprende scherzosamente Matt. C’è anche lui con noi e non solo: secondo il progetto iniziale avrei dovuto comprare l’abito adatto all’appuntamento insieme a Jennifer, ma dal momento che il capo ha ritenuto assolutamente necessario un parere maschile e la mia amica non voleva sentirsi di troppo, la squadra al completo è stata coinvolta. “Avrete intenzione di seguirmi anche in bagno?” Li squadro uno per uno. “Se tu fossi in grado di sbrigliare i tuoi affari da sola, no. Ma dal momento che hai un disperato bisogno di aiuto…” Il suo modo di parlare saccente mi infastidisce non poco e devo fare di tutto per mantenere il mio autocontrollo. “Almeno posso sapere dove stiamo andando esattamente?” Guardo Matt. “È una zona molto rinomata per i suoi negozi” “Costeranno un occhio della testa…” “Offre l’azienda e poi in questo modo avremo la possibilità di restare soli con i commessi”. La cosa non mi aggrada, non voglio avere altri debiti con loro, ne ho già abbastanza. “Ehi” Jennifer mi posa una mano sulla spalla distanziandoci dai ragazzi. “So che è una situazione scomoda, ma ricorda che lo stai facendo per Alex”. Ha ragione, nel profondo so di star facendo la cosa giusta. “E poi, meravigliosi vestiti gratis e la compagnia di quei due… insomma, quante donne vorrebbero essere al nostro posto?” “Jennifer!” Ridiamo e mi sento un po’ più leggera.

“Che tipo è questo Allen?” La domanda interrompe la scansione completa che sto mettendo in atto in questo luogo. Credo di non essere mai stata in un negozio del genere: i pavimenti sono specchi, accanto alle pareti sono poste delle sedie eleganti con imbottiture rigonfie, ogni angolo è luminoso e le pareti gialle rendono maggiormente l’effetto di ampiezza e scintillio.  “Come?” Osservo Zack confusa. “Contrariamente a ciò che pensate voi donne, non siamo tutti uguali”. Con la coda dell’occhio, noto Matt fare un cenno di assenso. “Siete voi a darci modo di pensarlo” lo sfido e i nostri amici ridacchiano alle nostre spalle. “Signor Evans, che piacere! Qual buon vento la porta qui?” Con mia somma sorpresa, compare un giovane uomo. “Marcel! Mi dispiace non essermi fatto sentire, ma ero molto indaffarato” “Come sempre del resto” Risponde il commesso dandogli una pacca sulla spalla. “Noto che sei in ottima compagnia. Signorine” prende la mano a me e a Jennifer, che nel frattempo si è avvicinata, e ci bacia il dorso della mano come un gentiluomo di altri tempi. “Matt, giusto?” Si rivolge poi al ragazzo. “Marcel è un piacere rivederti”. “Non ne dubito” Alza le spalle e mi sta già simpatico. “Allora, chi sarà la mia opera d’arte della giornata?” Evidentemente non sta più nella pelle e ci osserva trepidante. “Ellie, ovviamente. Mi stupisce che tu non ti sia accorto di come sia ridotta”. L’emozione provata a sentire pronunciare il mio nome da Zack scompare immediatamente, trascinata via dalla furia cieca causata dalle parole che lo hanno seguito. “Suppongo sia tu, vieni cara” Marcel mi porge un braccio e la mia rabbia si assopisce. Sono messa davvero così male? “Non preoccuparti, ho capito che eri tu solo perché in mezzo a loro tre si vede che sei tu l’unica non completamente a suo agio in questo tailleur che indossi. Non sei assolutamente in cattive condizioni.” Mi rassicura immediatamente dopo aver accettato il suo invito. Lascio i miei compagni e mi ritrovo in un’altra stanza molto simile alla prima, ma qui noto più abiti e  mi accorgo anche che sono meno adatti ad un ambito lavorativo e che sarebbero perfetti per un appuntamento. “Come sapevi che avevo bisogno di un vestito per una cena?” “Zack non ti ha mai parlato di me, eh?” Mi domanda avvicinandosi ai capi. “Oh ti prego non vorrei mai sminuirti. Diciamo che io e Zack non parliamo molto, cioè lui è il mio datore di lavoro”. Mi osserva stranito e posso comprenderlo. Quale capo porterebbe una sua dipendente a comprare abiti così costosi se non avesse un secondo fine? “È una situazione complicata…” “Ehi, non preoccuparti. Non mi servono dettagli, o meglio, mi servono riguardo la serata per capire cosa farti indossare. Nient’altro.” È veramente una persona cortese, simpatica e ad un primo impatto affidabile, sono contenta di essere stata affidata alle sue competenze. “Sai cara, ad occhi comuni il mio lavoro può sembrare una stupidaggine, ma non è affatto così. Solitamente le donne sono più comprensive perché conoscono l’importanza del giusto abito. Perché non vai a metterti comoda nella sala successiva? Ti farò raggiungere dai tuoi amici mentre seleziono alcuni vestiti adatti a te”. Faccio come mi è stato chiesto e inizio a togliermi giacca e scarpe per essere comoda quando dovrò cambiarmi. “Credevo ti avesse rapita” afferma Jennifer ridendo. “Pare stia selezionando qualcosa per me”. “È il migliore nel suo campo, non ci deluderà”. “Non lo farò di certo” Marcel sbuca alle nostre spalle con un unico abito in mano. La cosa ci lascia non poco perplessi. “Non pensavo che la Wilson fosse messa così male da non poter essere salvata neanche da te” scherza Zack, anche se l’unico a divertirsi è lui. Me la pagherà per tutte queste offese gratuite, poco ma sicuro. “Al contrario, credo invece che sia talmente bella da non aver granché bisogno del mio aiuto”. Dal suo modo di porsi e di parlare ho intuito che è omosessuale, il che mi dispiace perché se così non fosse stato, l’avrei sposato all’istante. Ben ti sta Evans. “Allora vediamo subito come ti sta” si intromette Matt.

Il camerino è enorme, con ben quattro specchi così che io possa vedere la mia immagine completa da ogni angolazione. Non ci sono stupide tendine che non si chiudono completamente, ma una porta vera e propria. Poso il mio completo sullo sgabello nell’angolo e indosso quello fornitomi da Marcel: il tessuto è nero e morbido, arriva poco sopra le ginocchia ed è lievemente più stretto sul giro vita. Il seno è coperto da una sorta di incrocio che comincia dalla parte inferiore donando delle pieghe particolari, infine, da dove finisce il tessuto più accentuato al collo è presente uno strato sottile e trasparente. È semplicemente perfetto. Non troppo pretenzioso, ma elegante. Sembra quasi riflettere la mia persona, Marcel è davvero il migliore. Come se l’avessi chiamato, bussa alla porta: “Ellie, ti ho portato un paio di scarpe, dovrebbero essere del tuo numero” e infatti è così. Ha decisamente un buon occhio. Penso mentre mi destreggio sulle decollté che mi sono appena state portate. Finalmente mi sento pronta per il parere dei miei accompagnatori, così esco dal camerino e all’udire il suono dei tacchi sul pavimento lucido, tutti si voltano ad osservarmi. “O mio Dio, ma sei meravigliosa!” Jennifer è la prima a parlare e dopo averla ringraziata calorosamente, sposto titubante lo sguardo verso i ragazzi. Mi stanno entrambi osservando senza dire una parola, hanno gli occhi sgranati e la bocca socchiusa, ma nonostante questo, percepisco che non stanno propriamente pensando la stessa cosa. Mentre l’espressione di Matt è di pura ammirazione, quella di Zack è fuoco puro e incandescente: non un singolo bagliore nei suoi pozzi di ghiaccio mi riconduce a semplicità e candore, ma solamente a malizia e passione. Resto incatenata e riesco solo a percepire un lieve movimento alle mie spalle, e poi, la consapevolezza di essere soli. Si avvicina con passo felpato, come un predatore e io resto immobile come se fossi caduta in trappola. Si ferma poco distante, riesco a sentire il suo respiro e l’intensità della sua colonia mi inebria. Mi squadra dal basso verso l’alto e poi si sofferma sui miei occhi. Non sono mai stata un’amante dei tacchi e quando Zack Evans mi sta così vicino, indeboliscono il mio equilibrio già precario e mi portano ad odiarli ancora di più. La mia pelle inizia a formicolare quando sento la sua mano alzarsi e avvicinarsi al mio viso, ma poi va oltre: prende il fermaglio che ho tra i capelli e questi immediatamente ricadono sulle mie spalle in morbide onde. Volto lievemente il viso verso di essi e quando torno dritta, Zack è decisamente troppo vicino. “Così mi piacciono di più, ora sì che sei perfetta” sussurra al mio orecchio e temo di poter svenire da un momento all’altro. Ma lui se ne va con passo svelto, lasciandomi sola e destabilizzata ad osservare le gote rosse attraverso il riflesso nel pavimento e a cercare di recuperare almeno un briciolo di compostezza.
“Allora, cosa ti ha detto?” Jennifer mi affianca e ancora una volta ci distanziamo dai ragazzi. Se Marcel si è accorto di qualcosa in seguito a quella scena, sono contenuta che non ne abbia fatto parola; ma la sua discrezione purtroppo non è caratteristica comune alla mia amica. “Ha detto solo che andava bene il vestito”. Sminuisco l’accaduto e non so se lo sto facendo più per sedare la sua eccessiva curiosità o la mia paura nei confronti degli effetti che mi causa la sua vicinanza. “Non ti credo, ma non voglio insistere dato che i prossimi giorni saranno impegnativi” mi fermo ad osservarla. “Che vuoi dire?” “Non te l’hanno detto? Domani passerai l’intera giornata con il capo, da quanto ho capito vuole portarti da qualche altra parte e ha anche intenzione di simulare la cena con Allen, così da farti capire come comportarti”. “Aspetta, cosa?” Attendiamo che i nostri accompagnatori ci raggiungano e li fulmino immediatamente. “Che diavolo è questa storia Evans?” “Sei stata tu a dire che non sapevi neanche da che parte cominciare a sedurre un uomo, io sarò il tuo mentore. Domani. Niente storie, ti passo a prendere alle undici”. So già che domani sarà una giornata veramente molto lunga.



-N/A-
Buongiorno ragazze! Spero stiate bene e che il capitolo vi piaccia, avrei anche l'immagine del vestito ma purtroppo non so come inserirla qui su efp :( Comunque vi ricordo che se  volete potete aggiungervi ai gruppi di Facebook e Whatsapp! Un bacio <3

 
  
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