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Autore: MAFU    20/02/2017    1 recensioni
[Lilith x Amaimon] - [Lilith x Mephisto] - [Lamia x Yukio]
“Yukio , non vedo niente …” Si lamentò Rin che mentre seguiva Yukio come un ombra avanzava nell’oscurità del corridoio. Le vecchie e malconce travi di legno del pavimento polveroso scricchiolavano ad ogni loro passo riecheggiando nel silenzio più tetro.[...] Dalla parte opposta del corridoio, a passo fiero, Mephisto camminava con disinvoltura nell’oscurità. Passando accanto ad una delle massicce porte delle stanze del dormitorio si fermò sentendo un rumore sospetto. Un rumore di acqua corrente aveva attirato la su attenzione. “Qui c’è qualcosa che puzza …” Pensò rimanendo in ascolto finché lo scrosciare non cessò. A quanto pare quella era la porta di uno dei bagni. “ Mhm .. qui c’è davvero qualcuno ..” Afferrò con decisione la maniglia di ottone e con uno strattone spalancò la porta.
Lilith e Lamia sono sorelle. Tutto lascia pensare che in passato abbiano avuto a che fare con Mephisto...ma la loro vera natura fatica ad essere tenuta a bada...
(!!!)Ci sono espliciti riferimenti al manga(!!!)
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amaimon, Mephisto Pheles, Un po' tutti, Yukio Okumura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAP 43

 
Eva si era inabissata nel terreno in groppa al suo serpente sparendo esattamente com’era arrivata. Tutto tacque. Il conto alla rovescia per il matrimonio era appena iniziato e Lilith non aveva idea di che cosa stesse tramando Mephisto. Gli lanciò una rapida occhiata prima di sospirare e chiudere gli occhi. “Come avete visto…” ruppe il silenzio potendo di nuovo parlare senza temere ritorsioni tornando a guardarli, “Questa sono io e quella era… Mia madre.” Abbassò il capo sconfortata. “Ah! Non provare a fare quella faccia perché è tutta colpa tua!” Lamia incrociò le braccia acida e la sua voce gracchiante echeggiò in tutto il salone. “Adesso sono tutti affari tuoi!” aggiunse col broncio. Lilith la guardò immusonita fulminandola con gli occhi. “Mi spiace dirtelo ma sono anche affari tuoi.” Le rispose a tono. “Ragazze…” Mephisto provò a mettersi in mezzo ma per poco Lamia non gli mangiò la faccia, “Come non detto…” alzò le mani facendosi da parte. Le succubi si guardarono in cagnesco sotto lo sguardo degli altri ragazzi. Suguro e Koneko avevano sciolto lo scudo e stavano cercando di riperdere le forze mentre Yukio si era allontanato da Lamia per portare loro delle vitamine in capsula. “Ottimo lavoro.” Mormorò il ragazzo. “Assolutamente no, io ho già dato. Sei stata tu a scegliere di fidarti di pizzetto, io me ne lavo le mani!” la maggiore delle sorelle indicò malamente il demone che sentendosi chiamato in causa fece una faccia allucinata. “Calme…” le intimò venendo ignorato. Rin guardò il fratello controllare che i suoi compagni di classe stessero bene con un groppo in gola. Sentiva il bisogno di fare qualcosa per aiutare le sue amiche ma non sapeva che cosa. Così rimase in silenzio a rimuginare. “Veramente credi che non subirai nessuna conseguenza dopo il matrimonio?” “Perché dovrei? Sei tu che hai deciso di buttarti in pasto ad Astaroth. Ti guarderò marcire ridendo, puoi starne certa. Poi mi godrò la mia libertà!” “Lamia, qual è il tuo dovere!?” “No Lilith, non tirare in ballo il mio dovere perché sono stufa! Ho consumato tutte le mie energie stasera per un tuo capriccio e ne ho abbastanza. Arrenditi, hai toppato!” “Lamia, qual è il tuo ruolo!?” “Allora insisti! Che accidenti vuoi che c’entri il mio ruolo!?” “Dimmi qual è il tuo compito. Dillo ad alta voce!” “Servirti e riverirti forse!? Volevi che mi umiliassi davanti a tutti e va bene io sono al tuo servizio! Quando ti rompi io ti aggiusto e così nei secoli dei secoli come una balia senza stipendio! Sei felice adesso!??” Seguì un lungo silenzio in cui le sorelle lasciarono che le loro urla si depositassero al suolo mentre nessuno aveva osato fiatare. Yukio si voltò attonito a guardare le litiganti con ancora in mano l’astuccio delle pastiglie. “Dovresti avere la risposta ora…” mormorò Lilith amareggiata smettendo di strillare. Lamia la guardò interdetta sforzandosi di giungere a una conclusione. “Ci sei arrivata?” le chiese allora Lilith guardandola pentita. “Mi prendi in giro? Non ha senso… Quando tu sarai maritata a quella cosa io sarò finalmente libera, tutto qui.” “No… Ti sbagli. Nostra madre ti ha creata per un motivo e quando io non avrò più bisogno di te sai cosa succederà?” “Me ne farò una ragione.” “Credi forse che nostra madre ti lascerà in vita quando non le servirai più?”. A quelle parole Lamia sbiancò, perdendo tutta la sua grinta. Mephisto inspirò profondamente restando impassibile mentre Amaimon alle sue spalle era ancora tenuto a bada dal suo braccio. “Stai farneticando! Qui l’unica nella merda sei tu e lo sei sempre stata!” ringhiò Lamia arrivando quasi a piangere dalla rabbia, “Lamia ragiona, è di Eva che stiamo parlando! Non ha scrupoli e tu lo sai bene! Devo ricordarti che cosa ci ha fatto? Che cosa ti… Ha fatto!?” Lamia sgranò gli occhi respirando affannosamente, “No! No no e ancora no! Non ci credo, come osi dirmi certe cose!?” “È la verità, L’ho sentita io stessa dirlo ed è per questo che ho insistito tanto per trascinare anche te in superficie!” “E perché me lo stai dicendo ora!?” “Perché TI VOGLIO BENE!!” il grido infuriato di Lilith colpì Lamia come la palla di un cannone facendola capitolare. La ragazza chinò il capo con gli occhi lucidi e le lacrime sgorgarono da sole sulle sue guance. Poi crollò in ginocchio singhiozzando in silenzio. Si strinse nelle spalle tremando sotto gli occhi sbarrati della sorella che come in un limbo la fissava inerme. Deglutendo, si spazzò gli occhi umidi con la manica della camicia e sorrise amaramente guardando in basso, “Così… A quanto pare ci sono dentro fino al collo…” disse ironica, “Credevo di poterla fare franca e invece… Mi tocca aiutarti ancora.” Scossò il capo rassegnata. “Yukio la guardò impassibile ma i suoi occhi tradirono un barlume di compassione. “E va bene. Vediamo di spaccare il culo a quella zoccola allora.” Sogghignò infine la succube con decisione indirizzando tutto il suo astio verso il vero nemico: Eva. Lilith alzò il capo sorpresa, seppur ancora in lacrime ma prima che potesse parlare, Mephisto comparve alle sue spalle coprendola con il suo mantello bianco, “Op! Non vorrei prendessi freddo…” le disse con un mezzo sorrisetto. Poi aiutandola a rialzarsi le posò le mani sulle spalle avvicinandola a se e si fermò impettito dietro di lei, “Propongo di cambiare loco e radunarci tutti nel mio ufficio per una più agiata chiacchierata.” Guardò i ragazzi col suo fare da oratore. Amaimon fissò entrambi intensamente mentre i ragazzi guardandosi tra di loro annuirono in balia della stanchezza. Lilith sollevò gli occhi per guardare il suo salvatore per poi abbassarli di nuovo su Lamia che ora la guardava con occhi diversi. Non ce l’aveva più con lei e aveva il su solito ghigno beffardo stampato in faccia.
Lilith si era appollaiata su una poltrona attaccata alla finestra più lontana dalla cattedra di Mephisto.  Dando le spalle ai ragazzi, seduti per terra in cerchio di fronte a questa, teneva ben stretto il mantello per coprirsi lasciando scoperta solo la sua bizzarra coda che ondeggiava lentamente come un ventaglio. Scrutava il cielo stellato in silenzio non degnando della minima attenzione i presenti. La luce della luna le illuminava il volto rendendolo candido come la neve. “Hey signorinella, stiamo parlando di come salvarti, potresti almeno partecipare.” Lamia la chiamò scocciata ruotando il busto per guardarla. Ma la ragazza non si voltò limitandosi a battere le palpebre, “Sto pensando.” Rispose dopo poco. Mephisto, appoggiato contro la scrivania la fissò intensamente mentre Amaimon sedutovi sopra con i piedi a penzoloni era intento a succhiare un lecca lecca assorto nei suoi pensieri. “Puoi benissimo venire a pensare qui con noi.” Continuò Lamia sbuffando e la sorella finalmente la degnò di uno sguardo seppur scossando il capo, “No… Non mi piace come mi guarda Shima.” Indicò il ragazzo con una faccia paonazza riversa a terra. Sembrava si stesse trattenendo dall’urlare o fare qualche pazzia. Lamia si voltò a guardarlo, era seduto tra Izumo e Ryuji che a loro volta osservarono il compagno sofferente. La donna alzò un sopracciglio intuendo qualcosa e sospirò. “Lo avevo detto io…” fece spallucce rassegnata, “Shima… Tutto bene?” Koneko si sporse a guardarlo dal fianco di Suguro, parendo molto preoccupato e Shiemi si nascose la bocca dietro una mano in ansia. Renzou annuì a scatti cercando di non staccare gli occhi dal pavimento. “Che gli prende?” Rin posò involontariamente una mano sul fodero della sua Katana percependo una strana sensazione e Yukio divenne un pezzo di ghiaccio sistemandosi gli occhiali. “Credo siano gli effetti di una Succube.” Disse atteggiandosi a professore e guardò Lamia di sfuggita per ottenere conferma, ma chi meglio di lui poteva saperlo? La donna lo guardò in silenzio cambiando posa per sedersi. “È l’effetto che faccio io.”, fu però Lilith ad aprir bocca e Mephisto sogghignò. Alzando lo sguardo incrociò i suoi occhi scrutarlo da lontano. Amaimon sputò lo stecchino del lecca lecca guardandola a sua volta con occhi da cacciatore. “Sono naturalmente predisposta per istigare gli uomini ad avere contatti con me. Mi bramano e desiderano e perdono controllo di loro stessi.” Sospirò, “Per colpa mia sono anche scoppiate guerre…” la ragazza tornò a guardare fuori dalla finestra, “Mai sentito parlare di Troia?” tornò a guardarli ma involontariamente incrociò di nuovo lo sguardo di Mephisto. “Oh sì, nostra madre è abbastanza famosa.” Le rispose sarcastica Lamia. Lilith la guardò con un velo di esasperazione per poi scrutare i ragazzi negli occhi uno ad uno, “Quindi… Cercate di guardarmi il meno possibile… Almeno finché mi siete così vicini o impazzirete.” “Come sta facendo Shima?” Rin lo indicò con un pollice con nonchalance e il ragazzo iniziò a tremare, “Già… Cercate di tenerlo fermo.” Lilith chiuse gli occhi voltandosi verso la finestra. “Non ce la faccio più…” digrignò i denti il poveretto grondando sudore. “Shima!?” Kamiki sobbalzò a quella voce inquietante e Ryuji gli afferrò un braccio prontamente, “Oh… Sta per esplodere.” Lo guardò anche Lamia, “Non letteralmente spero!” sbottò il ragazzo paonazzo. “State calmi, basta non fargli guardar Lilith, giusto?” aprì bocca Yukio che aveva evitato di darle attenzioni tutta la sera, “Per lui è troppo tardi.” Rispose la donna senza entusiasmo. “Se magari lo ignoriamo gli passa…” provò a proporre Koneko un po’ incerto ma nessuno ebbe da obiettare. “Allora, che idee abbiamo per salvarci le chiappe?” Lamia inclinò il busto all’indietro reggendosi con le braccia, “Lilith, avanti partecipa.” Aggiunse poi guardando la sorella tornata nel suo mondo. “Finché Shima è in quelle condizioni è meglio che non mi avvicini.” Rispose con voce velata, “E poi potrebbe essere l’ultima volta che vedo il cielo… Lasciamelo godere.” Mormorò. “Come sei tragica…” alzò gli occhi al cielo l’altra e si rivolse ai suoi compagni, “Bene, ci sono idee?” fulminò Mephisto che per primo le aveva cacciate in quella situazione e molti seguirono il suo esempio. Il demone alzò le sopracciglia sentendosi un po’ osservato e dissimulò chiudendo gli occhi grattandosi il pizzetto, “Ci sto pensando.” Rispose con charme. “Fratellone, perché non uccidiamo Eva e basta?” aprì bocca Amaimon con lo sguardo fisso su Lilith, “Deve morire.” “Amaimon, non è così facile… Usa la testa.” “Effettivamente con il ciuffo che si ritrova potrebbe infilzarla a morte.” Osservò Rin sarcastico ma l’occhiataccia che gli rivolse il demone gli fece rimangiare tutto e badare agli affari suoi. Yukio guardò Lamia e lei alzò un sopracciglio chiedendosi a che stesse pensando. “Ora che ci penso, le informazioni di cui disponiamo sono un po’ poche per pensare a un piano che abbia successo…” Koneko si grattò il mento pensieroso, “Koneko ha ragione, dobbiamo sapere di più su di voi per aiutarvi…” gli dette man forte Ryuji ancora rosso in volto. “E…Ecco Suguro… Sei rossissimo in volto, sicuro di stare bene?” si preoccupò Shiemi vedendolo accanto a Shima, ora con le unghie piantate nel pavimento. “Sto benissimo!” le rispose agitato l’accusato cercando di calmarsi. Izumo aggrottò le sopracciglia e gli occhi le scivolarono su Amaimon in disparte, “Posso chiedere perché anche lui è qui?” lo indicò acida, “Chi? Io?” Amaimon si puntò un dito al naso sentendosi vagamente infastidito da quell’atteggiamento, “Porta rispetto, Sono uno degli otto Re di Gehenna.” “Appunto, che ci fa lui qui?” ripeté la domanda e Mephisto intervenne prima che Amaimon perdesse la pazienza, “Amaimon è qui per aiutarci a sconfiggere Eva, come immagino sapete… I Re di Gehenna sono figli di Satana e come tali sono fratellastri dei nostri cari gemelli Okumura.” Guardò i due seduti l’uno accanto all’altro a gambe incrociate, “Sappiamo anche che lei è Samael adesso. Un altro Re.” Lo guardò Koneko ruotando il busto verso di lui, “Oh… già… Ma avreste già dovuto saperlo visto che nel volantino illustrativo dell’accademia me ne vanto. Quindi… Questo dovrebbe portarvi alla conclusione che..?” l’uomo cercò di guidarli alla soluzione con occhiate insistenti ma non volò una mosca. Ricevette solo occhiate storte. “Sei un megalomane?” lo canzonò Lamia, “Santa pace…” alzò gli occhi al cielo, “I giovani d’oggi non hanno proprio un briciolo di logica.” “Che questa è tutta un’enorme riunione di famiglia?” alzò un sopracciglio Yukio sarcastico. “Esatto! Più o meno…” gli alzò il pollice il preside, “E questo è un modo per dirvi che la nostra è tutta una grande alleanza per salvare le vostre amiche. Ergo, Amaimon è qui per questo motivo.” “In più lei è la mia donna.” Il citato fissò Lilith intensamente. Mephisto deglutì serrando la bocca guardandolo con la coda dell’occhio mentre i ragazzi sobbalzarono, “Che!?” saltò su Rin. Lamia guardò accigliata Mephisto facendo poi un mezzo ghigno vedendolo preso in contropiede. “Orsù, non è il momento di reclamare il territorio.” Fece sciò all’aria come se stesse scacciando le parole del fratello. Lilith in tutto questo si era voltata a guardare Amaimon senza alcuna espressione. “Qui ora siamo tutti di tutti.” Fischiettò con nonchalance, “Che schifo, non vorrà mica dare inizio a una mega orgia!?” bisbigliò Rin all’orecchio di Yukio, “Ti ho sentito.” Mephisto lo guardò con gli occhi a mezz’asta, “E comunque no. Non mi sembra il caso.” Sospirò. “Devo…Toccarla…” la voce strozzata di Shima interruppe il discorso attirando a sé le attenzioni. “Shima, no!” Ryuji rinforzò la stretta ma il compagno si tirò in piedi lo stesso con le unghie e liberandosi scattò a tutta velocità contro Lilith, “Dannazione!” Kamiki digrignò i denti cercando i suoi foglietti per l’evocazione ma Lilith fu più rapida di lei. La ragazza si voltò impassibile e sospirando alzò un braccio tenendo stretto il mantello con l’altro. “Mia!” strillò il posseduto in preda ai bollenti spiriti saltando la gamba di Lamia facendo per buttarsi addosso alla fonte dei suoi desideri malati. Ma muovendo un dito verso Shima in repentino avvicinamento, in una frazione di secondo la succube arrestò la sua corsa facendogli schizzare sangue da ogni orifizio. Il ragazzo cadde a terra in un lago borgogna boccheggiando privo di sensi. I ragazzi spalancarono la bocca a attoniti davanti a quello spettacolo macabro. “L’ha ucciso!” strillò terrorizzato Koneko col viso tra le mani, “Shima!” gridò Ryuji attonito. Lamia guardò la sorella con aria di sufficienza sospirando, “Deve sempre dare spettacolo…” sibilò impercettibilmente. “Tranquilli non è morto…” disse Lilith tutta tranquilla, “Gli ho semplicemente alleggerito la pressione sanguigna… Il sangue stava andando in punti in cui non doveva.” Aggiunse scendendo dalla poltrona e avanzando di qualche passo verso di loro leccandosi uno schizzo di sangue a lato della bocca, “Non abbiate paura.” Sorrise velatamente continuando ad avanzare lasciando che i lunghi capelli strisciassero sul pavimento sporcandosi le punte di rosso. Mephisto sogghignò lievemente guardando la giovane succube atteggiarsi. “Lilith è… Cattiva?” mormorò Shiemi terrorizzata ma Lamia la guardò ridacchiando, “Fidati, quello per un demone è essere buono… Avrebbe potuto ucciderlo ma ha scelto di salvarlo dalla follia.” Disse con poco entusiasmo. Yukio la guardò storto assottigliando lo sguardo. Si ricordò di quel bacio anticipato sentendosi stringere alla bocca dello stomaco. Ora mancavano solo tre giorni al limite e lo sentiva. Ma si sforzò di dissimulare, non voleva assolutamente che quella storia uscisse pubblicamente e cercò di comunicarlo con lo sguardo al preside. “Assolutamente… Divino…” Amaimon sogghignò ammirando Lilith dopo che aveva sfoggiato i suoi poteri. L’interesse era evidente nei suoi occhi. Sembrava in brodo di giuggiole. “Ora posso sedermi con voi.” La ragazza si fermò nel posto vuoto tra Lamia e Kamiki inginocchiandosi. Si sistemò con grazia il mantello in modo che le coprisse le grazie lasciandole comunque intravedere. Stava godendo appieno di quel corpo provocante. Tutti i presenti la fissarono senza riuscire a evitarlo e Mephisto incrociò le braccia sogghignando soddisfatto da quella vista. “Finalmente ci degni della tua presenza.” Disse sarcastica la sorella guardandola di sottecchi. Kamiki però non riusciva proprio a non sentirsi strana in sua presenza. La guardò aggrottando le sopracciglia sentendosi sotto pressione. A differenza che ai ragazzi, a lei e Shiemi l’aspetto di Lilith non creava ammirazione ma timore. Si sentivano inferiori e minacciate. “Mi sento a disagio…” mormorò Shiemi facendosi piccola piccola incrociando per un istante gli occhi d’oro della succube intenta a scrutarli in silenzio. Quelle pupille sottilissime la inquietavano. “Noi succubi siamo fatte per repellere il sesso femminile e attrarre quello maschile...” Disse Lilith con tutta calma, “Proprio così…” annuì Lamia con un ghigno beffardo guardando Izumo con aria di superiorità. “Ma la cosa fastidiosa è che mia sorella è così pur non essendo una succube completa.” “Succube completa?” alzò un sopracciglio Ryuji, e Lilith guardò accigliata Lamia, “Già… Lilith non si è ancora sviluppata, diciamo…” Lamia guardò Mephisto dritto negli occhi. “È tutto merito della mia genetica. Eva mi ha creata così irresistibile per potermi usare come merce di scambio e ottenere ciò che vuole.” Gli rispose la diretta interessata, “Ti ha… Creata!?” Yukio la guardò interrogativo, “Aspetta, ma quindi… Il matrimonio con Astaroth è…” Koneko sussultò, “Sì esatto, è un baratto.” Gli rispose Lamia ignorando Yukio. “Ma la vera domanda è perché a Eva interessi qualcosa in cambio da Astaroth.” Il ragazzo la guardò serio, “Io un’idea ce l’avrei…” Lilith guardò Yukio sorridendo amaramente, “Eva è la più spietata delle macchine calcolatrici di tutto l’inferno, lei è la regina delle Succubi.” Guardò altrove.  “Dovete sapere che noi succubi rientriamo nella categoria dei demoni del sangue.” Guardò i ragazzi uno alla volta studiando i loro volti rapiti, “Nel libro di testo non ci sono granché informazioni su di voi.” Disse Kamiki, “Infatti… Come sapete, i demoni di solito si dividono in otto categorie: Fuoco, Acqua, Terra, Aria, Marciume, insetti, Luce e Tempo; Ma le principali e più diffuse sono le prime cinque. Noi ci poniamo all’esterno del cerchio venendo spesso sottovalutate o totalmente ignorate.”, “Ma i demoni del sangue sono quanto di più pericoloso possa esserci.” Continuò il discorso Lamia leccandosi le labbra, “Apparteniamo alle tenebre, ci mimetizziamo e siamo in grado di sortire dominio su tutto ciò che contenga sangue. Pensateci bene cosa questo significhi… Sangue è vita e se qualcosa è vivo… Ha sangue.” La stanza piombò nel silenzio più tetro. “Perciò…” la voce di Lilith spezzò il silenzio, “Non è difficile immaginare del perché Eva voglia avere controllo su Astaroth, il Re del marciume…” “Astaroth…” ripeté Koneko rimuginando a lungo, “Il marciume comprende anche Ghoul, zombie e putrefazione… In sostanza tutto ciò che è morto.” Disse sgranando gli occhi vedendo accendersi una lampadina. “Eva vuole avere dominio sia sulla vita che sulla morte.” Ryuji sgranò gli occhi a sua volta realizzando quanto tutto ciò fosse allarmante. Mephisto divenne serissimo guardando le sorelle coi muscoli in tensione. “Se nostra madre riuscisse nel suo intento, nessuno potrebbe più fermarla.” Concluse Lamia. “Ma perché vorrebbe così tanto potere? Insomma… L’abbiamo vista poco fa, non ne ha bisogno…” saltò su Shiemi balbettando, “Non lo sappiamo.” Ammise amareggiata Lilith, “So solo che se domani andrò in sposa a quel mostro, di me non rimarranno che funghi.” Rabbrividì. “Oh sì… Immagina la prima notte di nozze con Astaroth…” Lamia le si avvicinò all’orecchio sussurrandole qualcosa, “E poi dovrai…” continuò sempre più divertita mentre la sorella sbiancava sbarrando progressivamente gli occhi, “E infine lui…” Lilith non ce la fece più e alzandosi di scatto coi conati, si precipitò a vomitare nel porta ombrelli. Lamia prese a sghignazzare senza contegno spanciandosi davanti allo sguardo attonito dei ragazzi. Lilith sollevò la testa abbracciata al vaso guardandola storto. “Che spasso, potrei raccontarti qualsiasi cosa sul sesso!” ridacchiò animatamente la sorella senza accorgersi che l’altra si era alzata in piedi con in braccio quell’affare. Con molta calma, senza essere minimamente notata, si avvicinò a lei e le rovesciò il portaombrelli in testa facendola agitare come uno scarabeo ribaltato, “CRISTO SANTO CHE SCHIFO!” la voce orripilata della succube rimbombò da dentro il contenitore. Con uno scatto se lo tolse buttandolo lontano respirando affannosamente in preda ai brividi con gli occhi a palla. “Sei fortunata che oggi ho mangiato soltanto una mela.” Lilith tornò a sedersi con garbo accanto a lei, che aveva appena qualche pezzetto di buccia nei capelli. Mephisto aveva assistito alla scena con un ghigno di sorpresa mista a puro divertimento e Amaimon aveva su per giù la medesima espressione. Solo i loro compagni di classe sembrarono vagamente schifati. “Ben ti sta. Adesso chi è che prende in giro chi?” Incrociò le braccia Lilith mettendo il broncio. “I…In che senso potresti raccontarle di tutto sul…” balbettò Ryuji di nuovo paonazzo, “Voi demoni non… Insomma…” guardò le sorelle nel panico. “Com’è possibile che esista una succube vergine? Sulla Wiki dice che siete conosciute anche come demoni del sesso!” Kamiki aveva estratto il cellulare per fare una ricerca ancor prima che intavolassero il discorso e sembrava paonazza tanto quanto Ryuji. Mephisto alzò un sopracciglio smettendo di ridere studiando il viso imbarazzato di Lilith. “Che c’è di strano? Non hai mai sentito parlare di demoni vergini?” la ragazza lo guardò gonfiando le guance dalla vergogna, “Vergine!?” Shima rinvenne alla parola. Lilith si voltò impassibile a guardarlo, “Credo che abbia bisogno di un altro giro.” Sollevò una mano ma venne tempestivamente fermata. “Stavamo dicendo…?” Koneko cercò di recuperare la situazione facendo da mediatore. “Se ecco… Lilith è così attraente e potente… Perché Eva vorrebbe disfarsi di lei in cambio del potere sulla morte?” domandò a Lamia, intenta a pulirsi i capelli schifata. “Semplice…” la succube alzò la testa sogghignando maliziosa, “Perché si sente minacciata.” Disse con tono irriverente. “Ed è lo stesso motivo per cui ha voluto che Lilith restasse illibata fino al matrimonio combinato.” “Non capisco…” “La verginità la rende oltre che incompleta, il frutto proibito di tutti gli inferi. Ogni demone brama di corromperla e… Non avete idea di quanti siano passati da me nella speranza di arrivare a lei.” Sospirò Lamia e Yukio la guardò di sfuggita, “In più, Lilith ora come ora pur essendo acerba…” sbirciò di sottecchi la sorella sembrando un po’ seccata, “È la seconda donna più potente di tutta Gehenna.” Fece una pausa per riprendere fiato, “Ma in potenza, potrebbe benissimo essere la prima.”. I ragazzi sussultarono fissando la compagna col fiato sospeso. Mephisto si leccò le labbra restando impassibile, si vedeva però che era intento ad architettare qualcosa. “Eva ha paura che se Lilith divenisse una succube completa potrebbe annientarla e prendere il suo posto. L’ha creata fin troppo bene…” Lamia rise amaramente accennando alla sorella, “Credo voglia fare in modo che Astaroth la corrompa prima che possa sviluppare i suoi poteri rendendola un ammasso di marciume innocuo.” “Se il vanto di Lilith è proprio questa sua bellezza ultraterrena perché Astaroth vorrebbe deturparla? A che scopo? Non la desidera proprio per questo?” s’intromise Yukio con le sue domande, “Ad Astaroth interessa Lilith soprattutto per i suoi geni. Gli serve solo per figliare creature incredibilmente potenti generate dalla loro unione ed Eva glielo lascerebbe fare in quanto poi lui le ha promesso di metterle anche a sua disposizione. Nascerebbero ibridi dotati di sangue, per capirci. Anche se impuro.” Rispose la donna, “Ma quindi non si potrebbe ecco… Fare in modo che Lilith divenga una succube completa prima del matrimonio e lasciare che sconfigga Eva?” “Se fosse stato possibile lo avremmo già fatto da un pezzo, non credi?” alzò un sopracciglio Lamia. “Nostra madre la tiene in pugno.” “E come?” “Mi ha rubato il cuore.” Parlò Lilith guardandolo sconsolata, “E il cuore di un demone è la cosa più importante da difendere. Ha letteralmente in mano la mia vita.” Ammise seppur a fatica. “Me lo prese la prima volta che tentai la fuga, onde evitare che lo facessi ancora. Avete visto la croce che pende al suo collo?” “Quell’enorme affare di metallo?” chiese Rin con poco tatto, “Sì…” lo guardò lei, “Al suo interno vi è il mio cuore, ridotto in un fluido all’interno di una fiala. Se questa dovesse spezzarsi, morirei.” Calò il gelo. “È in questo modo che mi ha trovata. Quando mi trasformo, il cuore di demone si attiva indicandole la mia esatta ubicazione e percepisce ogni mia mossa. Se dovessi tramutarmi in succube completa, lei lo saprebbe e distruggerebbe il cuore. Avete visto che effetto mi fa anche solo se lo graffia.” Rabbrividì. “Quindi che vogliamo fare domani? Il tempo è agli sgoccioli.” Lamia guardò Mephisto seccata, “Davvero brillante l’idea del matrimonio lampo, comunque. Complimentoni.” Disse con estremo sarcasmo. “Grazie, lo so ⋆” “Ero ironica.” Lo guardò storto. “La mia idea…” si scollò dalla scrivania cominciando a passeggiare avanti e indietro molto lentamente, “È quella di celebrare il matrimonio in una zona protetta dell’Accademia. In pompa magna e con molti molti ospiti.”, Lilith sussultò. “In che senso vuoi celebrarlo? Noi stiamo cercando un modo per evitarlo!” sbottò Lamia, “Calma…” la quietò Mephisto fermandosi, “Credevo volessi aiutarmi…” mormorò Lilith socchiudendo la bocca sentendosi la terra cadere sotto i piedi, “Ed è così, ma non posso farlo apertamente… Rischierei di incrinare i rapporti con mio fratello e guai mai…” si riferì ad Astaroth, “Però… Provate a ragionare su come funzionano i matrimoni a Gehenna.” La guardò sogghignando. “Esattamente come quelli di qua, idiota.” Lamia lo guardò di sbieco, “Niente affatto! Una parte della cerimonia comprende che gli sposi bevano un calice del sangue l’uno dell’altro per sugellare l’eterna unione.” “Gh… Immagina quanto debba fare schifo il sangue di quel mostro… Come minimo sarà corrosivo.” disse schifata la succube incrociando le braccia guardando altrove ma Lilith fissava Mephisto immobile, cercando di cogliere il messaggio tra le righe. “Chi celebra di solito i matrimoni? O per meglio dire, chi celebrerà questo matrimonio?” domandò Koneko molto intelligentemente, “Eva.” Sussurrò Lilith sgranando gli occhi. Poi alzandosi in piedi dette loro le spalle avvicinandosi di qualche passo alla finestra. In silenzio tese una mano verso il vetro senza però toccarlo. “Ho capito.” Si voltò poi sorridendo raggiante. “Eh?” Lamia alzò un sopracciglio ruotando il busto verso di lei. “Eva sarà a distanza estremamente ravvicinata, giusto?” “E con ciò?”, Lilith non rispose limitandosi a sorriderle soddisfatta spostando infine gli occhi su quelli di Mephisto, intento a guardarla compiaciuto. “So come fare.” Annunciò facendo piombare i presenti nello sgomento, “Ma ho bisogno che qualcuno mi copra le spalle.” “A quello ci penso io.” Amaimon scese dalla scrivania avanzando rapido verso di lei, “Ho intenzione di radunare un po’ di demoni che mi devono un favore… Compreso il mio fratellino Iblis.” Il suo volto impassibile lasciava trasparire determinazione. Si fermò a dieci centimetri dalla ragazza restando a fissarla negli occhi in silenzio. “Non permetterò che Astaroth ti porti via da me.” Bisbigliò infine il demone prendendola per i fianchi ribaltandola all’indietro in un improvviso casquè. I loro nasi si sfiorarono e Lilith immobile si limitò a respirare moderatamente persa in quelle pupille senz’anima. Mephisto distolse lo sguardo spostandolo sui suoi studenti, straniti dalla scena. Poi però, Amaimon limitandosi a sfiorarle una guancia con la punta del naso, non la baciò tornando a distendere la schiena. “Vado e torno.” Annunciò e guardando Lilith negli occhi fino all’ultimo, estrasse una chiave dalla tasca aprendo un varco dimensionale nella porta, sparendovi dietro chiudendola con foga. “Perfetto.” La voce di Mephisto tornò al centro della loro attenzione attirando i loro sguardi, “Per quanto riguarda voi, sarete ugualmente d’aiuto. Tutto ciò che dovrete fare è assicurarvi che l’impurità non raggiunga Lilith.” Sogghignò, “Dopotutto, ormai dovreste essere pratici in materia.” Guardò Rin ammiccando e il ragazzo alzò gli occhi al cielo. “Non di nuovo…” piagnucolò Shima provando questa volta ad alzarsi, era rimasto a terra privo di forze fino a quel momento. “Shima, stai bene?” Koneko finalmente gli rivolse le sue attenzioni andando ad aiutarlo. Lilith si scansò allontanandosi di qualche passo, temendo una recidiva e osservò il ragazzino reggere il compagno. “Se il piano è tutto qui, propongo di andare a riposare…” disse il piccolo guardando l’orologio da parete, “Sono ormai le tre del mattino e Shima è piuttosto debole…” “Concordo, domani sarà una giornata difficile.” Ryuji si alzò e con sorpresa di Kamiki, le tese una mano per aiutarla a mettersi in piedi. Lei arrossendo lievemente accettò quell’aiuto seppur riluttante e a poco a poco anche gli altri si alzarono. “Spero per te che funzioni questo piano… Non che abbia esattamente capito in che cosa consista.” Lamia si spazzò il sedere fulminando Mephisto, “L’importante è che lo sappia tu, Lilith.” Si rivolse poi alla sorella sbuffando. Yukio le sfilò accanto tendendo la mascella e fu il primo ad andare alla porta. Aprendola stette immobile ad aspettare che tutti uscissero ordinatamente. “Buona notte fanciulli, e sogni d’oro!” Mephisto li congedò passeggiando appresso la cattedra con le mani dietro la schiena, “Buona notte Lord Pheles…” s’inchinarono a turno i ragazzi uscendo. Rin prese la sua Katana in silenzio ma prima che potesse avviarsi verso il dormitorio, Mephisto lo fermò, “Rin…” sussurrò mentre nella stanza rimanevano solo loro due, Yukio e le succubi, “Domani le tue fiamme saranno l’asso nella manica. Ma vedi di tenere sempre stretto il tuo cuore di demone… Non come tuo solito. In bocca al lupo.” Si fece serissimo accennando alla Katana e il ragazzo deglutì annuendo a scatti. “Buona notte Lord Pheles.” Disse Yukio vedendo arrivare Rin e sbirciando Lamia con la coda dell’occhio uscì dietro al fratello, “Io vado. Ci vediamo in stanza.” Lamia non volendo fare da terzo incomodo uscì seguendoli a ruota lasciando però la porta aperta. Mephisto e Lilith rimasti soli si fissarono per un po’ in silenzio. Lui si fermò impettito accanto alla scrivania con un mezzo ghigno stampato in faccia mentre lei reggeva il mantello guardandolo senza espressione. Quegli occhi tremendi lo trafissero attirandolo come un magnete ma non si mosse. Fu bensì lei ad azzardare un primo passo verso di lui togliendosi lentamente l’indumento che le aveva gentilmente prestato, “Grazie.” Gli disse porgendoglielo ora completamente spoglia, coperta solo dai capelli. “Non c’è di che…” sogghignò lui prendendo il suo mantello posandolo sul tavolo e si guardarono ancora in silenzio. Erano a una trentina di centimetri l’uno dall’altra e senza accorgersene, Il demone si sporse verso di lei avvicinandosi tremendamente alle sue labbra ma si fermò appena in tempo. “Ci vediamo domani.” Mormorò Lilith sorridendo maliziosa senza staccare gli occhi dai suoi e lui, mascherando il suo essersi piegato in quel modo con un accenno d’inchino, la vide girare i tacchi e avviarsi ancheggiando verso l’uscita. La sua coda volteggiava libera e le corna scintillavano alla luce della luna. “Sogni d’oro, Lilith.” Sussurrò infine mordendosi un labbro sogghignando.
   
 
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