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Autore: _BlueLady_    21/02/2017    1 recensioni
Fine e Rein: due ragazze come tante, un pò maldestre, esuberanti, con un pizzico di vitalità in più.
Due ragazze come tante, solo gemelle. Una fortuna per molti, una sfortuna per loro.
Soprattutto quando i ragazzi da loro amati dimostrano ogni volta di avere una preferenza per la gemella opposta, anche in estate, in occasione di una vacanza col loro gruppo di amiche.
La domanda sorge spontanea: "Perchè preferiscono sempre lei a me? Cos'ho io di sbagliato?"
Sorgono così gelosia, invidia, frustrazione, rammarico.
"Sarebbe bello, almeno per una volta, essere come lei"
Il desiderio nasce spontaneo, quando prima era soltanto semplice curiosità.
Grazie ad una singolare successione di eventi, che comporterà la realizzazione di un episodio a dir poco straordinario, Fine e Rein capiranno che non è sempre la bellezza fisica la carta vincente che ci rende amabili agli occhi di una persona, e che essere se stessi nell'anima e nel corpo, conservando la propria integrità, è il principio più importante.
Perchè essere amati per ciò che si è, è la cosa più bella che ci possa mai capitare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~ CAPITOLO 11: PROPOSTA INDECENTE ~
 
- E allooora? Com’è andata?- le accolse Altezza con un sorriso a trentadue denti non appena le vide rientrare in casa dopo la loro romantica uscita.
Rein e Fine si scambiarono un’occhiata di intesa, senza sapere cosa raccontare alla bionda, visto e considerato che essendosi appena ricongiunte sul vialetto di casa dopo essersi separate, non avevano nemmeno avuto il tempo di scambiarsi tra loro un’opinione sui rispettivi appuntamenti.
Fu Rein a parlare per entrambe, tentando di trovare il modo più rapido ed indolore per togliersi la curiosità della bionda di dosso: - E’ andata… uhm… relativamente bene, direi –
- Cosa significa relativamente? – domandò la bionda, alzando un sopracciglio.
- Beh, diciamo che Re… Fine si è lasciata un po’ troppo andare in fatto di cibo, e…- cominciò l’altra, incapace di mentire -… come al solito ho dato spettacolo a tavola – continuò Rein al posto della sorella, rivolgendole un’occhiata fulminante.
- Niente di nuovo, quindi – asserì la bionda, ormai per niente stupita del comportamento delle due gemelle – e ditemi, è successo qualcosa di piccante? Un bacio? Una dichiarazione? Un secondo appuntamento?- domandò maliziosa, con la curiosità a mille.
- Quante domande, era soltanto un’uscita a quattro in fondo! – esclamarono le due, cercando di sviare l’argomento il più possibile – Mai sentita la parola “scaramanzia”, prima d’ora? -
- Avanti, non fatevi pregare! Non potete lasciarmi a bocca asciutta dopo che ho duramente lavorato per voi per procurarvi questo appuntamento! – piagnucolò la bionda stizzita.
- Stanno arrivando Mirlo e Lione – tagliarono corto quelle, accennando ad Altezza di voltarsi per accogliere l’arrivo delle altre due amiche.
- Ma che…?!- fece la bionda, non appena si rese conto che alle sue spalle non c’era anima viva.
Quando si voltò nuovamente in direzione di Fine e Rein, notò con profonda disapprovazione che le due avevano approfittato della sua distrazione per svignarsela a gambe levate.
L’avevano fregata.
- Che ingrate – bofonchiò inacidita, dirigendosi in cucina – tanto prima o poi saranno costrette a dirmi tutto, non possono sfuggirmi in eterno. Oppure… – afferrò un pacchetto di cracker dalla credenza, cominciando a sgranocchiarne svogliatamente qualcuno - … potrei chiedere direttamente informazioni da altre fonti attendibili – sorrise birichina, ridacchiando tra sé e sé.
 
- Sei perfettamente consapevole del fatto che Altezza non si accontenterà di questa fuga improvvisata e tornerà alla carica più determinata che mai, vero? – domandò Fine alla sorella non appena rientrarono nelle loro camere.
- Cos’altro dovevo dirle? Tanto verrà comunque a sapere tutto da Bright e Shade, che differenza credi che faccia? – le rispose Rein accigliata, maledicendosi per aver regalato al moro un’occasione perfetta per prenderla in giro per il resto della sua esistenza.
Nell’ultima mezz’ora l’aveva dimenticato, ma ora che ci ripensava a mente fredda si rese conto di avere fatto davvero una pessima figuraccia di fronte ai due ragazzi, alla tavola calda.
Il solo ricordare Bright osservarla scioccato mentre si ingozzava neanche fosse una donna delle caverne appena risorta nella civiltà la fece arrossire di imbarazzo.
Come poteva essere stata così stupida? Si disse, constatando che quell’uscita era stata sicuramente tra le più imbarazzanti della sua vita.
“Peggio dell’uscita con Toma” pensò tra sé e sé, riportando alla mente ricordi decisamente imbarazzanti.
Erano appena alla prima uscita, ma non stava andando relativamente bene. Toma era sicuramente un ragazzo affascinante, diligente, popolare, ma una volta uscitaci insieme si era accorta di quanto non fosse esattamente il tipo adatto a lei.
Conoscendolo meglio, si era resa improvvisamente conto di quanto la sua perfezione le risultasse noiosa. Assecondava ogni sua richiesta, era poco propositivo, direzionava il discorso su argomenti superficiali e di scarso interesse.
A Rein non piacevano i tipi così: lei aveva bisogno di qualcuno che le tenesse testa, intraprendente, qualcuno con cui instaurare una conversazione che andasse oltre al “cosa hai fatto oggi a scuola”. Toma era decisamente più apparenza che sostanza, e lei se n’era resa conto solo in quel momento.
Mentre erano seduti ad un tavolino intenti a gustare una coppa di gelato, intraprendendo un interessantissimo discorso sulla condizione metereologica di quel giorno, le era arrivato sul cellulare un messaggio di Fine, desiderosa di sapere come stesse andando l’appuntamento.
Presa dall’esasperazione, e contenta finalmente di poter fare una conversazione degna di definirsi tale, aveva scritto in fretta e furia, inviando il messaggio senza neanche rileggerlo “Appuntamento disastroso. Con un sasso avrei sicuramente una conversazione più interessante. Non penso lo rivedrò”, ma non aveva più ricevuto risposta.
L’appuntamento si era concluso una volta terminata la coppa di gelato, e Toma si era prontamente offerto di accompagnarla a casa.
Il suo cellulare squillò appena si misero in cammino: Toma non fece in tempo a dirle che si era trovato bene in sua compagnia, che lesse il messaggio che aveva appena ricevuto.
Il suo volto si incupì improvvisamente, e subito le lanciò un’occhiata torva non appena alzò lo sguardo dal display del cellulare.
- Io abito da questa parte – esclamò, indicando la direzione esattamente opposta alla casa di Rein.
- Ah, io abito esattamente dall’altra part…-
- Lo so dove abiti. Penso che tu sia perfettamente in grado di tornare a casa da sola-
Quella risposta così acida l’aveva lasciata completamente spiazzata. Toma le aveva dato le spalle e si era diretto verso casa, senza neanche salutarla.
- Ma… aspetta! Non volevi farmi compagnia?- l’aveva chiamato lei, senza capire quello strano comportamento.
- Perché invece non chiedi ad un sasso? Sono sicuro ne incontrerai parecchi lungo la strada –
L’aveva lasciata così, incredula, sola, con l’amaro di quella frecciatina in bocca.
Una volta tornata a casa, Fine l’aveva assalita eccitata ed emozionata, pregandola di raccontarle ogni minimo dettaglio, dato che non aveva più avuto sue notizie dal messaggio che le aveva inviato.
- Deduco che sia andata bene, visto e considerato che non hai nemmeno degnato di uno sguardo il cellulare per rispondermi!- aveva esclamato la rossa con un sorriso che andava da un orecchio all’altro.
- Fine ma che diavolo stai dicendo? Non hai letto il messaggio che ti ho inviato poco fa?- le aveva domandato confusa.
Fu allora che un feroce dubbio le era balenato in testa, come un fulmine a ciel sereno. Guardò con foga il cellulare, per controllare a chi mai poteva aver inviato il messaggio destinato alla sorella. Quando realizzò di avere inviato la sua risposta nientedimeno che a Toma stesso, avrebbe voluto morire in quel preciso istante. Finalmente si spiegava il suo comportamento poco educato, e la risposta acida che ne era conseguita.
Da quel giorno, Toma non la degnò più neanche di uno sguardo.
Un’orda di depressione la invase nello sfiorare quel terribile ricordo.
Decisamente i primi appuntamenti non erano il suo forte.
- Rein, ma mi stai ascoltando?- si sentì chiamare a un tratto dalla sorella, riscuotendosi dai suoi pensieri.
- Che hai detto?-
- Dicevo che nonostante il tuo spiacevole incidente, l’appuntamento con Bright è andato piuttosto bene – disse Fine, sorridendole soddisfatta.
- Non me ne parlare, avrei voluto sotterrarmi – piagnucolò Rein con un nodo allo stomaco ripercorrendo la scena avvenuta qualche ora prima – Scusami per averti messa in imbarazzo di fronte a Shade. È stato più forte di me – disse alla sorella, sinceramente dispiaciuta.
- Ah, non preoccuparti, ho visto di peggio – rispose Fine con un’alzata di spalle.
- Nonostante ti abbia completamente rovinato la reputazione con Shade, tu non mi odi?- le domandò incredula, quasi commossa dal gran cuore che dimostrava avere la sorella nei suoi confronti.
- Non ti sei allontanata troppo da come mi comporto in realtà – ridacchiò Fine sedendosi sul letto – La differenza è che io, per quanto possa ingozzarmi, non vomito mai. Devi fare più esercizio, sorellina –
- Fineeee!- la travolse Rein in un abbraccio, scoppiando in un pianto di gratitudine.
- E poi, vedendoti in quello stato, Shade si è seriamente preoccupato per te. Ha insistito tanto perché anche l’appuntamento mio e di Bright non sfumasse come il vostro, che ho preferito lasciarti alle sue cure – continuò la rossa nei panni della turchina, sorridendo soddisfatta – In un qualche modo sei riuscita ad attirare la sua attenzione su di te. Io non ci sarei mai riuscita –
- È stato terribilmente imbarazzante – confessò la turchina nei panni della rossa, ormai rassegnata all’evidenza.
- Più imbarazzante di quando inviasti quel messaggio a Toma?-
- Ti prego di non ricordarmelo. Comincio a pensare di non essere fatta per i primi appuntamenti –
- Beh, sorridi sorellina: ormai il primo è andato. Da qui in poi non potrai che migliorare – esclamò la rossa allegramente.
- Di positivo c’è che grazie al mio innato senso dello stile, hai fatto colpo – le disse Rein sorridendole entusiasta – Shade ha detto che questo vestito ti sta benissimo! – le gote della sorella si imporporarono un poco, sinceramente soddisfatta – Te l’ho sempre detto che le gonne ti risaltano le gambe! –
- Grazie Rein, dico davvero. Beh, Shade com’è?- le domandò la gemella su di giri.
- Potrebbe essere meglio – E non guardarmi così, sai che non lo sopporto! – Voglio dire, è senza ombra di dubbio un bel ragazzo, ma deve imparare a rapportarsi meglio con le persone. Comunque – confessò – è più sensibile di quel che credevo. È un ragazzo che sa usare la testa, non come la maggior parte dei nostri coetanei per i quali dieci cervelli funzionano come uno solo. Ha una sua sensibilità, mi ha stupito
- Sono contenta di sentirtelo dire – asserì Fine in un sorriso – Lo stesso vale per me. Non avrei mai pensato di dirlo con un tipo come lui, ma lo approvo. Il fatto di sapere che sto lavorando per procurarti un ragazzo quantomeno umano mi fa sospirare di sollievo. Non avrei mai potuto buttarti tra le braccia di un idiota – esclamò risoluta Rein, ma profondamente coerente con quello che era il suo pensiero.
Fine la ringraziò ancora una volta silenziosamente con un sorriso affettuoso.
- E di Bright che mi dici? – saltò su la turchina eccitata, ansiosa di sapere come era andato l’appuntamento della sorella nei suoi panni.
- Ti dirò – affermò la rossa con convinzione – è meno snob di quello che credevo. All’inizio pensavo fosse un tipo un po’ costruito, troppo buono e gentile per i miei gusti. Doveva esserci qualcosa sotto. Poi parlandoci mi sono resa conto che in realtà Bright è quello che è, ovvero un ragazzo estremamente buono e socievole. Andrete sicuramente d’accordo, voi due –
- Lo sapevo!- cinguettò l’altra entusiasta, balzando in piedi sul letto – Bright è perfetto in tutto e per tutto! –
- Però…- si rabbuiò Fine improvvisamente, trascinando la gemella nella preoccupazione - … non hai la netta sensazione di imbrogliare? –
Rein piombò di nuovo accanto la sorella, abbandonandosi come un fantoccio sul morbido materasso del letto.
- Ovvio, mi piacerebbe poter uscire con Bright nei miei panni, e non dovermi spacciare per te con Shade, ma cosa possiamo fare? Messe come siamo messe, non vedo altra alternativa se non quella di cercare di comportarci normalmente finché non troviamo una soluzione al nostro problema – ammise la turchina pensierosa.
- Rein, ammettiamolo, il nostro comportamento non può certo definirsi normale – asserì Fine, ripensando alla maniera disastrosa con cui entrambe avevano tentato di rimediare inutilmente ai pasticci creati da quella situazione paradossale.
- Hai ragione – ridacchiò Rein sommessamente – non mi stupirebbe se gli altri avessero già cominciato a sospettare qualcosa –
- Cosa possiamo fare per tornare normali? – domandò la rossa, sinceramente preoccupata.
- La prima cosa da fare è cercare di capire come siamo finite in questa situazione bizzarra. Una volta trovata la chiave del mistero, cercheremo una soluzione. Prima scopriamo che ci è successo, prima ne usciamo fuori –
 
¤¤¤¤¤¤
 
La mattina seguente l’allegra comitiva si diresse in spiaggia come suo solito, pimpante ed energica per la nuova giornata di mare che l’attendeva.
Rein e Fine si erano alzate tardi, come loro solito, entrambe con l’ombra di due occhiaie violacee in viso: avevano passato fino a tarda notte ad arrovellarsi il cervello in cerca di una soluzione al loro scambio di corpi; avevano guardato documentari, letto libri, cercato in internet tramite il cellulare, ma non erano riuscite a trovare nulla che potesse venire in aiuto al loro problema.
Niente, nemmeno un indizio su come aveva potuto scatenarsi quel curioso fenomeno.
- Che sia dovuto ad un allineamento particolare di qualche pianeta con la Terra?- aveva domandato Fine a Rein dubbiosa.
- Non lo so, ma dobbiamo capire cosa c’è sotto – rispondeva l’altra in preda al nervosismo, constatando che anche l’ultimo sito internet che aveva visitato non le era stato per niente utile.
- E se dicessimo agli altri che cosa ci è successo e chiedessimo aiuto a loro?-
- E passare per due pazze da rinchiudere in manicomio? Andiamo, Fine, chi vuoi che possa credere ad uno scambio di corpi? –
Se già l’agitazione aveva contribuito a rendere difficoltoso il sonno, l’ultima risposta che ricevettero da internet tolse loro completamente qualsiasi voglia di dormire.
Fine, difatti, digitando su Google testuali parole “Come uscire da uno scambio di corpi”, si era improvvisamente ritrovata a navigare su un sito di coppie di scambisti, dove un certo “Stallone01” aveva inviato loro una richiesta di video chat per rimediare un incontro piccante assieme alla moglie.
Fine aveva accidentalmente pigiato il bottone di avvio della chat anziché rifiutare, e le due gemelle si erano improvvisamente ritrovate davanti allo schermo un uomo tutto muscoli affiancato dalla moglie dalle labbra rifatte simili ad un canotto da spiaggia, che subito spalancarono gli occhi sorpresi quando le videro, così giovani eppure così desiderose di sperimentare.
- Ah, ma siete due donne!- aveva esclamato l’uomo, avvicinandosi allo schermo per scrutarle meglio – Beh, poco male, sarà un’esperienza nuova per te, amore mio!- aveva detto entusiasta alla moglie, la quale era esplosa in una risata accondiscendente – Poi però posso partecipare??-
- Fine, che diamine hai fatto!! Esci subito da qui! – aveva esclamato Rein nel panico, mentre la sorella chiudeva frettolosamente la chat, più agitata di lei, strillandole mille scuse mortificata.
- Quando imparerai ad usare quel dannato cellulare come si deve? – biascicò Rein cascando dal sonno alla sorella, mentre passeggiavano in stile zombie poco distanti dalle amiche – Per colpa tua stanotte ho avuto gli incubi –
- Mi dispiace, come potevo immaginare che internet interpretasse le parole “uscire” e “scambio di corpi” con qualcosa di sessualmente discutibile! – si giustificò Fine, traumatizzata quanto la sorella, se non di più.
Arrivate in spiaggia l’allegra comitiva si ricongiunse con la restante parte di amici: Auler e Sophie erano lì già da un’oretta prima di loro, mentre straordinariamente Bright e Shade erano puntuali.
- Fatto le ore piccole stanotte?- domandò il moro a Fine, notando i riflessi violacei delle occhiaie spaziare sul volto delle due gemelle – Da cosa lo deduci? – mugugnò lei assonnata, senza neanche realizzare che era proprio il moro a rivolgerle la parola.
- Basta guardarvi per capire che non avete proprio una bella cera – asserì lui di rimando, notando l’atteggiamento stranamente pacato che gli riservava la turchina da un po’ di tempo a quella parte.
- Lasciamo stare – si sentì rispondere dalla rossa, altrettanto mogia e distrutta.
- Non dirmi che sei stata tutta la notte sveglia a ripensare alla pessima figura che hai fatto ieri alla tavola calda – gli sussurrò lui maligno all’orecchio, sapendo di cogliere la rossa su uno dei suoi punti deboli, e testando la sua reazione.
Non appena udì quelle parole, Rein sentì una fitta trafiggerle l’orgoglio, e si limitò ad osservare in cagnesco il moro, maledicendolo a vita per la sua malalingua.
- Chissà che non sia stato proprio tu a provocarmi i conati di vomito – sibilò arcigna, sperando in una rivincita.
Shade scosse la testa divertito, constatando che le sue supposizioni sulla rossa non erano affatto sbagliate: - Qualcosa mi dice che è stata la tua abbuffata selvaggia a scatenare tutto – e Rein, amaramente, non riuscì a trovare qualcosa con cui controbattere.
Fine si limitò ad osservarli in silenzio, senza avere neanche la forza di rimproverare la sorella per il comportamento che stava tenendo nei confronti del ragazzo che le piaceva.
Shade, d’altra parte, si ripromise di ritestare in futuro il caratterino della rossa, così simile a quello della sorella che in quel momento invece si mostrava così passiva di fronte a lui.
- Fa un gran caldo oggi – constatò Bright su di giri, puntando con lo sguardo verso il mare che sembrava invitare tutti a rinfrescarsi col richiamo delle sue onde – Che ne dite di farci tutti assieme una nuotata? – propose, soffermandosi ad osservare Rein come per ricevere un appoggio morale.
Lei, per tutta risposta, si irrigidì di botto, prima di tutto perché Bright l’aveva appena guardata negli occhi sorridendole, e poi perché era perfettamente consapevole di non poter fornire al biondo l’appoggio morale che tanto sperava di ottenere.
Quindi mentre tutti gli altri, Fine compresa, troppo presa dall’entusiasmo per pensare, esplodevano in un coro di assenso, lei si limitò a pronunciare il suo – Magnifica idea – sottovoce, quasi non volesse farsi sentire, maledicendosi intimamente per la sua folle fobia dell’acqua che avrebbe sicuramente smascherato lei e la sorella.
Come spiegare, infatti, che la campionessa di nuoto del gruppo, quella che vinceva tutte le gare nuotando fino alla boa e oltre, improvvisamente non era nemmeno in grado di pucciare un piede nell’acqua?
Non poteva utilizzare ancora la scusa del ciclo, erano passati dieci giorni ormai!
Doveva pensare ad una scusa, e in fretta.
Parte del gruppo si era già avviata a riva, e Rein poté scorgere da lontano la sorella che, persa nel suo mondo, era già pronta a tuffarsi in acqua.
Rein la raggiunse tendando di non dare nell’occhio, e la strattonò per un braccio per richiamare la sua attenzione.
- Rein, vieni anche tu con noi? – le domandò la finta turchina non appena la vide, come se ciò che le stava chiedendo fosse la cosa più naturale del mondo.
- Fine, dimmi che non ci hai pensato davvero – sibilò lei tra i denti, lanciandole un’occhiata mista tra panico e rimprovero.
- A cosa?- fece l’altra, cascando completamente dalle nuvole, ma fu sufficiente un’altra fulminata della gemella per renderla partecipe del problema – Oh – fece – è vero. Me ne stavo quasi dimenticando –
- Dici?- le domandò la finta rossa sarcastica – E ora come facciamo? Sapevo che prima o poi il problema sarebbe venuto a galla, ma non pensavo si sarebbe presentato così presto –
- È buffo che proprio tu mi parli di problemi che vengono a galla – la interruppe l’altra, piacevolmente divertita.
- Fine, concentrati! – tentò di richiamarne l’attenzione Rein – Il problema qui si fa serio, e dobbiamo trovare una soluzione alla svelta! –
- Smettetela di confabulare, voi due! Fine, che aspetti a buttarti? – le richiamò Altezza che già era entrata in acqua.
- S-sì! A-arrivo!- le strillò Rein in risposta, simulando un sorriso – Pensa, Fine, PENSA! – cominciò ad incitare la sorella, scrollandola per le spalle completamente nel panico.
- Sto pensando! – rispose quella rintontita – Potresti utilizzare la scusa di rimanere con me a riva per farmi compagnia – propose Fine nella sua originalità.
- L’abbiamo già utilizzata altre volte questa scusa, cominceranno a pensare che ho bisogno di una babysitter! – asserì l’altra agitata – Spesso anche se sei rimasta con me a riva sei comunque andata a fare una nuotata a largo con gli altri, non ci hai mai rinunciato! Sarebbe strano se rifiutassi ancora! Come diavolo faccio?!-
- Rein, Fine, qualche problema?- una voce alle loro spalle attirò la loro attenzione, costringendole a voltarsi nella direzione di chi le aveva chiamate. I volti perplessi e preoccupati di Bright e Shade le accolsero nel loro completo stato di agitazione. A Rein si seccò la lingua non appena si rese conto di trovarsi con le spalle al muro, e a Fine si aprì la bocca dello stomaco dallo spavento.
Shade osservò la reazione delle due scrutandole di sottecchi, quasi stesse facendo loro una radiografia.
- Bright, uhm – balbettò Rein tentando di riacquistare la calma – N-nessun problema, s-solo che, ecco… Rein rimarrebbe da sola se andassimo tutti a largo a nuotare, e-e quindi…-
- Beh, che problema c’è? Le faccio compagnia io – asserì il biondo in un sorriso, con un’alzata di spalle – Tu e Shade andate a fare una nuotata a largo, e poi ci diamo il cambio –
- Sì, già, la cosa potrebbe quasi funzionare – biascicò la finta rossa consapevole che il problema era un altro, e ben più grosso – Ma mi scoccia crearti questo tipo di problema, cioè, costringerti a stare con me quando hai tutto il diritto di divertirti…- continuò imbarazzata, scocciata di apparire come una bambina viziata e bisognosa di attenzioni agli occhi di Bright per colpa della sua stupida fobia dell’acqua. Nemmeno si era accorta di avere incominciato a parlare in prima persona.
- Non mi crei affatto un problema, anzi. Comunque mi pare di aver capito che è con tua sorella che devo stare, a meno che non voglia farle compagnia Shade mentre noi ci andiamo a fare una nuotata a largo – la interruppe il biondo, più che disponibile.
- Ecco…- provò ancora a difendersi Rein, cercando complicità dalla sorella che però al suono delle parole “compagnia” e “Shade” aveva cominciato a sentirsi mancare il respiro sentendosi le gote infiammare, rendendosi impossibilitata a rispondere.
- Sto io con Fine, sempre se a Rein non dispiace, il tempo di fare un giro di boa e torniamo da voi – intervenne Shade risoluto, con un tono che non lasciava spazio ad alternative.
Al suono di quelle parole, Fine per poco non svenne dall’emozione nell’udire che proprio Shade aveva espresso la preferenza di stare con lei, anche se tecnicamente sarebbe stata la sorella a godere di quel privilegio, mentre Rein per poco non svenne nel realizzare cosa il moro si aspettasse da lei.
- U-un giro di boa? – balbettò, puntando lo sguardo al mare e realizzando quanto lontano fosse – Ma…-
- Perfetto, allora! – concluse il biondo, entusiasta – Rein, andiamo a fare una passeggiata? –
- Eh? Ah, sì!- gli rispose Fine, riscuotendosi dai suoi pensieri.
- Fine, non lasciarmi così!- la pregò Rein disperata sottovoce, ma la sorella le lanciò in risposa un’occhiata di scuse senza sapere cosa dire, prima di essere trascinata via dal biondo sul bagnasciuga.
- Allora, vogliamo andare?- le propose il moro, facendola sobbalzare dallo spavento.
- S-sì – balbettò Rein, seguendolo titubante verso riva.
Osservò il moro tuffarsi tra le onde, mentre lei si limitò a pucciare l’alluce del piede nell’acqua, trattenendosi a forza dall’impulso di fuggire spaventata sotto l’ombrellone.
Il cuore prese a batterle ferocemente in petto, le gambe si irrigidirono. Le tornò in mente il giorno in cui aveva rischiato di annegare assieme alla sorella, e un vuoto allo stomaco si impadronì di lei.
“N-non ce la faccio…” pensò spaventata, deglutendo a fatica un bolo di saliva che le si era bloccato in gola.
- Beh, non vieni?- si sentì chiamare, e quando alzò lo sguardo incontrò gli occhi di Shade che la osservavano perplessi, come a tentare di leggerle dentro.
Nell’incrociare le sue pupille scure, Rein trasalì: - S-sì, c-cioè… N-no è che… Sto meglio qui dove sono – asserì tutto d’un fiato, con le gambe rigide e il respiro mozzato.
Shade alzò un sopracciglio, sospettoso: - Non avrai paura dell’acqua, spero…- suppose, e il cuore le mancò di un battito non appena lei l’udì – N-no, ma che dici! – cercò di difendersi prontamente lei, sentendosi avvampare in viso – E allora perché te ne stai rannicchiata a riva come se temessi di essere divorata dalle onde da un momento all’altro?- le domandò lui, con un tono che lasciava intuire fosse impossibile negare l’evidenza.
Rein abbassò lo sguardo colpevole, incapace di nascondere la verità.
Shade le si avvicinò di qualche passo, tentando di decifrare il suo atteggiamento.
- Fine, hai davvero paura dell’acqua? –
Nessuna risposta.
- Ma non era tua sorella l’idrofobica? – esclamò lui, interpretando il suo silenzio come un’affermazione – Certo che voi due siete proprio strane, non vi fa bene stare insieme. Vi influenzate troppo a vicenda – affermò ancora, tentando di provocare in lei una reazione, ma Rein ancora non riusciva neanche a guardarlo negli occhi, troppo delusa da se stessa per poter cedere a qualsiasi tipo di provocazione.
- Va bene, ho capito: che succede? – le chiese Shade in un sospiro, piazzandosi davanti a lei e costringendola a creare un contatto visivo.
- N-niente!- esclamò lei agitata, arrossendo di fronte al suo sguardo indagatore.
- Quella non è una faccia da “niente”- asserì lui paziente – Avanti, sputa il rospo –
Rein lo guardò ancora un istante negli occhi, sospirò amareggiata, prese un bel respiro, e parlò.
- Ho paura dell’acqua – confessò.
- Questo l’avevo notato. Perché? – chiese lui.
- Perché…- balbettò lei, cercando una risposta – Perché dopo l’incidente in acqua con F… Rein, il giorno in cui ci avete soccorse, ho avuto talmente paura da dimenticarmi come si fa a nuotare – pronunciò tutto d’un colpo, rifilandogli una scusa che in parte corrispondeva al vero, e nemmeno così banale.
- Pare che a tua sorella abbia fatto bene, invece – osservò Shade, accennando con lo sguardo a Fine e Bright che, lontani ma non troppo da non essere visti, passeggiavano allegri a riva con l’acqua che arrivava ala pancia, ridendo con complicità.
- Non tutti vivono i traumi allo stesso modo – provò a rispondere lei, chiedendosi che scusa avesse mai utilizzato con Bright per giustificare la sua presenza in acqua – Non ti scoccia startene in disparte mentre tutti gli altri sono a divertirsi? – le domandò lui, concentrando nuovamente l’attenzione su di lei.
- Certo che mi scoccia, ma che ci posso fare? È più forte di me…- esclamò lei dispiaciuta, quasi con rassegnazione.
Shade la osservò farsi piccola piccola nella sua paura, e comprese subito quale fosse la decisione da prendere.
- Ho capito – disse – E se ti dessi delle lezioni di nuoto? –
- Cosa? M-ma perché? Sei matto?! No! Mi vergogno troppo! E poi cosa penseranno gli altri quando ci vedranno insieme in acqua?! Cominceranno a fare domande, a farsi strane idee e…- - E tu lasciagli pensare quello che vogliono. Davvero ti importa così tanto? –
Rein non rispose, ragionando sull’offerta di Shade a dir poco imbarazzante.
- Dunque, accetti la mia offerta, o no?- incalzò lui asciutto.
- Perché lo fai?- gli domandò lei, testando le sue intenzioni.
- Ti scoccia essere esclusa dai tuoi amici soltanto perché non sai fare una cosa che tutti gli altri sanno fare?-
- Questo cosa c’entra?-
- Rispondi alla domanda, Fine –
Abbassò lo sguardo, sconfitta.
- Sì – confessò di malavoglia.
- E allora lasciati aiutare a uscire dal tuo blocco psicologico. Non permettere alle tue paure di impedirti di goderti la tua vita – disse quello risoluto, consapevole delle sue parole.
Rein ci pensò su un istante, riflettendo sulle parole del moro.
- D’accordo – asserì alla fine in un sospiro – Ma non ti sognare di andare a dirlo in giro. Nessuno deve sapere –
- Figurati se mi preme di far sapere che do delle lezioni proprio a te – le rispose Shade.
- A quando la prima lezione?- chiese lei, ignorando l’ennesima provocazione.
- Domattina alle sette –
- Alle sette!?- esclamò Rein scocciata – Nemmeno per andare a scuola devo alzarmi così presto! – si lamentò.
- Vuoi che resti un segreto sì o no?- le disse il moro alzando un sopracciglio.
- Ma sono pur sempre in vacanza!! – esclamò lei di rimando, pensando alle occhiaie che le sarebbero venute alzandosi a quell’ora ogni mattina.
Shade rimase impassibile: - Allora? – le domandò, fermo nelle sue decisioni.
Rein sospirò.
- Va bene alle sette – gliela diede vinta.
Lui annuì: - Ti aspetto fuori dal cancello di casa vostra. Vedi di essere puntuale –
Rein sostenne il suo sguardo, annuendo a sua volta: - Ci sarò -


Angolo Autrice:

Ma che fatica aggiornare tutte queste storie! E ho pure il coraggio di lamentarmi!
Ciao a tutti, sono tornata con un nuovo aggiornamento di Switch. So che la storia procede a rilento, ma i passaggi, sebbene non sembri, sono complicati, e di certo non si può risolvere tutto nel giro di pochi capitoli.
Rein e Fine hanno ancora da imparare molto sul loro scambio. Difatti, dal prossimo capitolo, pian piano cominceranno a prendere coscienza di ciò che sta accadendo loro. Un poco per volta. A me piace così. Non sopporto le cose fatte di fretta, penso non ci sia gusto a leggerle. Dunque prendiamoci insieme tutto il tempo necessario per scoprire cosa accadrà alle due gemelle, perchè la loro stramba avventura è soltanto all'inizio.
Lo so che non vedete l'ora di rivederle normali, ma prima che questo accada devono succedere ancora molte cose. Di più non dico.
Come vedete, in questo capitolo di transizione succede comunque qualcosina di interessante: Shade si propone come insegnante di nuoto a Rein. Cosa potrà mai capitare adesso? Il rapporto tra i due continuerà a degenerare, oppure troveranno un modo per sotterrare l'ascia di guerra? E Fine e Bright?
Voi pensate che le due gemelle riusciranno nell'impresa di far innamorare i rispettivi ragazzi della sorella opposta?
Lo vedrete ;)
desidero ringraziare di cuore tutti coloro che leggono la fiction, la commentano, hanno anche solo un minuto per prenderla in considerazione. Spero di continuare ad allietarvi con questa scrittura leggera e senza pretese.
E spero di rivedervi nel prossimo capitolo!
Baci

_BlueLady_

 
  
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