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Autore: SweetAinwen    21/02/2017    3 recensioni
- Mi odi così tanto? - chiese a scatti.
- Oh, io non soltanto ti odio, - sorrise - ti disprezzo anche! - sbottò, il volto velato da una leggera follia di risentimento.
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Due migliori amici con una doppia identità neanche una volta rivelata l'uno all'altra, impauriti dalla reazione che potrebbe avere la persona di cui si fidavano più di chiunque altro. Volevano, senza riuscire nel loro intento. E questo, per loro, era un sollievo: non dovevano vedere l'espressione impressa nei volti di entrambi. Davvero una fortuna.
Ma non avrebbero mai immaginato che questo potesse essere... un segreto mortale.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chat... Blanc... è...

 

I segreti hanno un costo. Non sono mai gratis. Né ora né mai. 
(May Parker) 






No... Era uno scherzo, vero? Il suo compagno di combattimenti, amico... era stato akumizzato e si chiamava Chat Blanc.

Chat Blanc.

Chat Blanc.


Quel nome le risuonava nella mente come una mantra. Era stato lui a...?
- Cos'è quella faccia? - si incamminò lentamente nella sua direzione. 
- Sei stato tu...? -
- Oh, My Lady, non dirmi che sei addolorata e pentita del male che mi hai causato? - domandò, il busto inclinato leggermente in avanti e la mano sul petto. - Peccato, perché non ti perdonerò mai. - mostrò i denti, mettendosi in posizione eretta.
- Io non ti ho fatto alcun male, Chat! - strinse la presa sullo yo-yo. 
- Ne sei convinta? - 
Ladybug non parlò. Era inutile, se aveva per la testa l'idea che era la colpevole del suo dolore, non avrebbe cambiato pensiero tanto facilmente. Lo conosceva, almeno credeva.
- Il silenzio vale più di mille parole, - disse, tirando fuori il suo bastone e allungandolo. - lo sapevi? - urlò, dopodiché lo portò in alto. 
In quel frangente la mora ebbe un flash che si sovrappose al ragazzo: lui, da Chat Noir. Lo stesso movimento e il medesimo sguardo.

<< Sei una bugiarda. Una bugiarda! >>

"Come nell'incubo che mi ha tormentata per giorni.", pensò, evitando il colpo che finì sul suolo, creando una crepa.
I poteri del Miraculous, sotto l'effetto dell'akuma, probabilmente erano aumentati fino a rendere le percosse mortali. Il biondo trascinò a mezz'aria l'asta e ci riprovò. Ladybug si mise da un lato, poi dall'altro e viceversa.
Chat Blanc soffiò e strinse la presa: - Ho sempre odiato questa tua agilità, rendere il lavoro più... difficile! - commentò e, nel momento in cui pronunciò l'ultima parola, le fece lo sgambetto con l'oggetto e lei cadde sul fondoschiena con un urletto di incredulità, così si mise a cavalcioni sulla ragazza. - Ma persistono vecchi mezzucci che ti permettono di avere la meglio. - ridacchiò divertito, accompagnato da un'altra voce.



Oh, sì! Finalmente! Ne era valsa la pena, allora. I sentimenti di quel ragazzo si erano accentuati ora dopo ora fino a diventare un miscuglio perfetto di cattiveria. Sapeva con certezza che sarebbe diventato un eccellente avversario per Ladybug, che non poteva fare altro che osservare e trovare un metodo per non infliggergli ferite mortali. Povera illusa! Loro non potevano combattere tra loro e di questo Papillon ne era conoscenza. 
Erano la creazione e la distruzione. 
- E adesso, Ladybug... puoi soltanto arrenderti. Come ha fatto Chat Noir. - proferì ghignando. - Prendile il Miraculous! - ordinò al biondino.



Dopo aver sentito Papillon, protese in avanti le mani, dirette verso gli orecchini della mora; ma quest'ultima riuscì a trascinare in direzione dello stomaco le gambe e, con il volto contratto dallo sforzo, posò i piedi sulla pancia di lui, spingendolo indietro e liberandosi. Si alzò velocemente e lanciò il suo yo-yo, aggrappatosi a un comignolo e si librò in aria, arrivando su un terrazzo.
- Laaadybuuug! - gridò frustrato, mettendosi in piedi per poi rincorrerla.
Doveva scovare in fretta l'akuma, altrimenti si sarebbe detrasformata senza aver fatto niente e non le andava affatto giù. Doveva ancora utilizzare il Lucky Charm, ma con Chat Blanc alle calcagna era faticoso ottenere un punto fermo e poter evocare il suo potere. Ritordando al problema principale, la farfalla si sarà inserita nel suo anello. È la fonte basilare di comando, giusto? Quindi avrà preso il suo possesso da lì. 
Il quesito era: come calmarlo non ricorrendo alle maniere forti? Qualcosa o qualcuno doveva avergli provocato un tumulto interiore tale da divenire un cattivo e abbattere la città, aggiungendo l'akuma di Papillon, che possedeva anche lui un Miraculous, l'intensità dei sentimenti di Chat Noir era aumentata a dismisura. Maledizione! 
- CATACLISMA! -
- Wo! - saltò su un altro tetto, scansando in tempo il cataclisma che divise in due quello su cui correva per sfuggirgli. - Chat, possiamo parlarne con calma. - disse, voltando per un attimo il capo per osservarlo e lui rise, divertito dalla situazione, mentre con il bastone allungato si dava uno slancio per atterrare in piedi sul tetto. - Senza distruggere altro! - 
- Ha! Non ho intenzione di giungere a patti con te! - il rimbombo dell'asta battuta sul suolo risuonò minacciosa e, prolungandola per un paio di metri, riuscì infine a bloccarle il passaggio, mostrandosi davanti a lei. - Io devo metterti k.o, non prendere il tè pomeridiano! - prima di terminare la frase le andò incontro, tuttavia Ladybug scagliò il suo yo-yo che si avvolse attorno all'oggetto.
Chat Blanc trascinò verso di sé e la mora fece lo stesso. Sembrava il tiro alla fune e chi lasciava la presa perdeva. 
- Smettila di giocare, mi sto innervosendo. - sibilò lui, dopodiché divise a metà il bastone e lo yo-yo cadde a terra, per poi ritornare tra la mano di lei, che sfruttò l'occasione di tregua.
- Lucky charm! - lanciò in aria il suo oggetto e dal nulla apparì ciò che l'avrebbe aiutata nell'impresa, rimanendo sorpresa: - Uno spray al peperoncino?! Ma... -
- La sfortuna è dalla parte di qualcun'altro, questa volta, vero? - la schernì, facendo roteare le mazze tra le dita che in seguito le scaraventò contro.
La ragazza fece una capriola, evitando il primo, successivamente colpì con lo yo-yo il secondo e si poggiò su una canna fumaria, guardandolo dall'alto. Con tranquillità il ragazzo li riafferrò e li unì, facendo poi percuotere di fronte a sé l'estremità sulla superficie piana e poggiando le mani sull'altra sommità.
Alzò lo sguardo: - Allora, non so se il tuo intento è quello di sola difesa o meno... - iniziò a battere ritmicamente un piede - ma sto sprecando un sacco di tempo necessario per la riuscita del mio piano. -
- Non credevo ne avessi uno, soltanto che eseguissi gli ordini. - portò in alto un lato della bocca, deridendolo.
Chiuse gli occhi, irritato dalla sua insinuazione: - Mmh... Hai voglia di provocare, eh? - li riaprì - Be'... non rifiuto l'invito di chi voglio vedere morto! -
- Dovrai prendermi, prima. - lo sfidò, mentre teneva tra la mano il contenitore in plastica e con l'altra gettava lo yo-yo su una ciminiera.
La seguì a ruota: - Con molto piacere! -
 
Era passato sicuramente qualche minuto, perché il beep-beep glielo aveva ricordato forte e chiaro. Dannazione!

<< Il brutto presentimento di giorni fa si è incrementato a dismisura! >>

Le parole di Tikki poco prima della trasformazione invasero la sua mente. Era a quello che si riferiva? Chat Noir che volgeva al male? Strinse la presa sulla spray e atterrò sul suolo, cominciando a correre.
Gli incubi, la paura della kwami e anche la sua di sensazione... era connessi con ciò che stava accadendo? Si nascose dietro a delle mura ancora intatte, con il sopra coperto da alcune travi e macerie. 
"Su una cosa ha ragione: il Lucky charm non è dalla mia parte.", meditò, appoggiando la schiena al muro. "Cosa dovrei farci con questo coso?!"
Se lo rigirò tra le dita, dopodiché scosse la testa. Perché le aveva dato quell'oggetto? Certo, poteva considerarsi un'arma contro... 
Sorrise. Aveva capito! Fece sbucare solo il capo, osservandosi attorno e si mosse velocemente. 
- Trovata! - 
Si voltò e bloccando con una mano il bastone a pochi centimetri dal suo viso cominciò a girare su sé stessa, trasportando così il ragazzo che non mollò la presa e che si ritrovò a volare per aria, urlando.
Cascò a quattro zampe, digrignando i denti. Quella maledetta! Gli stava sorridendo beffarda ed esibiva il suo yo-yo facendogli fare su e giù, con l'altra mano sul fianco. Soffiò imbufalito. Oh, presto avrebbe supplicato di risparmiarle la vita e di appropriarsi solo del Miraculous. Poverina, povera la sua Ma...
- Qualche problema? - il cordino si avvolse intorno allo yo-yo, che lei strizzò. - Hai paura di essere sconfitto? -
Il biondo mostrò il palmo della mano, dove attorno era apparsa una specie di nebbiolina dal colore nero e gridò furibondo: - Cataclismaaa! -



No, no, no! Era sicuro che in pochi secondi tutto si sarebbe concluso con la vincita del Miraculous e l'eliminazione di Ladybug, con annesso quello di Chat Noir! Invece... Miseria! 
Si stava rivelando più difficile del previsto e non era per niente un buon segno! Però le carte in tavola erano cambiate e non c'era pericolo di essere vinti. Ladybug poteva vincere la battaglia, non la guerra.
Nemmeno in quella avrebbe trionfato, non glielo avrebbe permesso!
Batté con forza lo scettro al suolo, infuriato: - Avanti, Chat Blanc! Non farti prendere in giro da chi non merita di aprire bocca! - distese la verga di fronte a sé.



Beep-beep.

"Oh, no! Ti prego, ho bisogno di tempo!", rifletté frustrata, mentre centrava con lo yo-yo ogni affondo del bastone di Chat Blanc.
- Oh-oh... La normalità ti attende! - rise di gusto, con l'asta bloccata dallo yo-yo. - Arrenditi, Bugaboo. - 
- Mai! - 
Si impossessò di nuovo del suo oggetto e lo lanciò, aggrappandosi ad un lampione e si trovò sospesa per aria. 
Chat Blanc ghignò: - Cataclisma. - sussurrò e posò a terra il palmo.
Istantaneamente una crepa si formò, avvicinandosi velocemente al lume, che sprofondò all'interno di essa e Ladybug cominciò a vedere il suolo sottostante venire verso di lei, che urlò. Anzi, era il contrario. Lo yo-yo era ancora attorno al lampione nel momento in cui svanì ingoiato dalla terra e, di conseguenza, la ragazza era stata sbalzata a causa della presa non più ferrea sull'oggetto. Stava per incombere sul suolo, ma il bastone di Chat Blanc a contatto con il suo stomaco glielo impedì. 
Il ragazzo lo aveva esteso a lunghi metri di distanza, incastonandolo tra le fessure di due mattoni. 
- Bene, bene. Siamo al capolinea, My Lady. - constatò sorridendo, in equilibrio sulla verga.
La mora si mise a cavalcioni, reggendosi con le mani e guardandolo con ogni espressione era possibile avere. Non ce l'aveva fatta, era logico! Scappava, scappava e scappava! Che stupida!

Beep-beep. 

- O dovrei dire... - inclinò la testa di lato - Marinette. -
La citata abbassò il capo, strizzando gli occhi.
Tikki chiuse i bulbi: - Marinette... - mormorò flebile, iniziando a cedere, ma la mora la prese in tempo tra le mani e la osservò con tristezza.
- Oh, Tikki... avrei dovuto darti retta. - 
- Su, Marinette, - ella aggrottò la fronte e mise la kwami nella borsetta a tracollo che portava sempre con sé. - la tua kwami tornerà in forze. Dovresti preoccuparti della tua salute, invece. - ricevette la sua attenzione.
- Ma davvero? - alzò gli occhi al cielo notturno e Chat Blanc strinse i pugni.
- Noto con piacere che hai poca considerazione di te. - commentò, avvicinandosi e poggiando un ginocchio sulla verga per poter raggiungere la sua altezza.
- Si nota così tanto? - domandò tristemente, rafforzando la presa sul contenitore in plastica che si era completamente dimenticata di avere. 
Che stranezza. Non rammentava che gli utensili del Lucky charm rimanessero anche dopo la detrasformazione.
- Mmh-Mmh. Sai... Shorty... - a quel soprannome sobbalzò - io avevo dei sospetti su di te, me lo sentivo che eri tu Ladybug. - prese tra le dita la catenella attorno al suo collo - La collana ne era una prova... come gli orecchini. Uno scherzo da farmi a Natale? - ridacchiò - Ma chi vuoi prendere in giro? -
Marinette l'osservò, spalancando lentamente la bocca, tremante. 





- Princess... quale onore incontrarla. - salutò con un sorriso birbantello.
Marinette mugugnò, alzando gli occhi al cielo: - Chat Noir... quale disonore incontrarti. -
- Oh, su,
princess! Non sia così scontrosa! - si rimise in posizione retta, avvicinandolesi. - Il mio cuore lacrima e non sopporterebbe altre parole come queste. - aggiunse, chiudendo gli occhi e una mano sul torace.
- Sì, molto commovente. Davvero, perdona la mia personalità. - lo prese in giro, superandolo e imitando i suoi gesti e la sua voce.
Chat Noir sorrise e l'affiancò, le mani unite dietro la schiena, mentre Marinette scosse la testa. 
- Alloooora... dove stai andando di bello,
princess? - 
- Mmh... ad incontrare l'uomo della mia vita. - 
- Cosa?!?! - sbottò sbigottito, fermandosi e rimanendo a bocca aperta. 
Un battere incessante nella gabbia toracica iniziò ad infastidirlo e strinse i pugni, riducendo gli occhi a due fessure. Balzò in aria e si mise di fronte a lei, bloccandole il passaggio, a braccia conserte.
Marinette alzò un sopracciglio: - Che c'è? - 
- E chi sarebbe? - 
- Perché? -
- Oh, niente, - rispose con un'alzata di spalle - avrà soltanto poco tempo da vivere. - sorrise innocente, facendo scoppiare a ridere la ragazza poco dopo. - Cosa c'è di divertente!? - domandò irritato. 
- Solo il fatto che ci sei cascato come una pera cotta. -
- Vuoi dire che... - si interruppe non appena notò il suo sorriso birichino e si alterò non poco, grugnendo. - Quando la pianterai di prendermi in giro? - chiese stanco, con una mano a reggersi la fronte.
- Io non ho detto niente. Sei tu che intendi cose che non sono mai state rivelate. E poi che motivo hai di arrabbiarti? Non sei mio padre! - ridacchiò, coprendosi la bocca con la mano e portandosi di lato, così da ricominciare il suo cammino.


- Cos'hai ora? Un attimo prima sei tutto pimpante e dopo giù di morale. -
- E di chi pensi sia la colpa? - le domandò, fissandola con la coda dell'occhio e Marinette gli buttò un'occhiata annoiata. 
- Di certo non mia. - Chat Noir sospirò.
- Ma sentila... - la guardò - Sei davvero irritante,
Shorty. A volte ti picchierei. - 
Si tappò subito la bocca. Cavolo! Aveva parlato troppo! Marinette scoppiò a ridere, ammaliandolo come ogni volta e sorrise.
- Sai... quello è il soprannome datomi dal mio migliore amico. -
- Ah, davvero? - si grattò la nuca, nervoso. - È carino, infatti. -
- Affatto. - lo contraddisse, con espressione assassina. - Non ripeterlo più, io non sono bassa! Posso ancora crescere! - 
Il ragazzo rise: - Se ne sei convinta tu! - ricevette uno scappellotto sulla testa - Ahi! Manesca come sempre! -
- Come sempre? - chiese con la fronte corrugata.
- Be', quando ci vediamo non mancano questi schiaffi da parte tua. - tirò fuori una scusa, cercando di sembrare credibile, ma lo sguardo inquisitorio di lei lasciò intendere che non lo era. 
- Capito. Allora scusami. -


All'improvviso Marinette fu attratta da ciò che avvolgeva il suo collo e le sue mani: - Ma questi... - Adrien si congelò sul posto - non sono i guanti e la sciarpa che ho regalato a Chat Noir? Come fai ad averli tu? - 
"Dannazione! Li ho messi senza pensarci!", pensò, dandosi dell'idiota da solo.
Doveva trovare immediatamente una soluzione e il cervello di Marinette stava sicuramente facendo girare le sue rotelle per cercare la risposta al suo quesito. L'avrebbe ottenuta, se non si dava una mossa! 
- Oh, davvero? Aspetta un attimo! Chat Noir? - cambiò discorso, guardandola serio. - Hai fatto un regalo a lui e non a me? -
- Cosa... Sì, cioè no! Ahhh! - si portò le mani tra i capelli, incespicando con le parole. - Era per te, sì, ciò nonostante non sono riuscita a dartelo a causa dell'irritante intromissione di Chloé, il tuo lavoro, poi casa vuota e ieri ho incontrato quel gatto e ho deciso di darglielo. Insomma! A Natale si è più buoni, no? Giusto, sì, no? Uffa!!! - parlò velocemente, gesticolando come una matta e Adrien scoppiò a ridere. - Cosa c'è di divertente?! - urlò lei, battendo un piede sulla neve.
- No, è che... sei... sei troppo buffa. - 
- Adrieeeen! Ti uccido! - lo minacciò, scuotendolo per le spalle. - Non ridereeee! - 


Marinette rimase sorpresa da quello che vide. Era solo una sua impressione o quello era proprio...
- E questo? - domandò, prendendo la mano del ragazzo tra la sua. - È lo stesso anello di Chat Noir, cambia solo il colore. - lo fissò, mentre lui sfilava via la mano e la celava con l'altra.
Le iridi saettavano da un lato all'altro, evitando le sue che ora erano ridotte a due fessure.






La sua vista si annebbiò. Come aveva potuto essere così cieca?! Eppure era palese: il nomignolo, i doni, il suo mutare il tema... e l'anello. Perché non aveva ragionato e unito ogni dettaglio?! Erano proprio quest'ultimi a fregarti, vero? Non ci badavi e il puzzle era incompleto. Doppiamente stupida! La sua bocca rabbrividì per la verità dietro quei particolari. Quell'impressione che aveva percepito in ogni fibra del suo essere e che, in quell'istante, si era placata... era riferita a...
- Adrien? - mormorò flebile, le labbra non si erano nemmeno mosse, ma il ragazzo udì lo stesso e la guardò intensamente.
Schioccò la lingua: - Good job, My Lady. - 
- No. - negò, singhiozzando e scuotendo la testa.
- Yes. -
- No! - alzò la voce.
- Yes. - ghignò lui. 
- Nooo! - urlò a perdifiato, il respiro irregolare.
- Oh, ma cosa sono queste? - chiese, sfiorando con un dito la sua guancia e sorridendo cattivo. - Lacrime? -
La ragazza digrignò i denti, sfuggendo al suo controllo una goccia salata che solcò la gota destra e Chat Blanc si paralizzò. Stava piangendo sul serio! Avvertì un martellare incessante nella gabbia toracica e portò la mano libera su di essa, non distogliendo gli occhi da quelli di lei, che erano diventati talmente lucidi da potersi specchiare. Un improvviso mal di testa lo colse impreparato e si prese la testa tra le dita.



Papillon strinse la presa sul suo scettro, impaziente. Gli avrebbe fatto del male psicologico se non si fosse dato una mossa, lo aveva promesso. Quest'occasione era una rarità che non andava sprecata! Perché non faceva quello che gli spartiva? Era troppo legato a quella ragazza e per questo faceva resistenza. Non sapeva di cosa stessero parlando, però era rimasto anche sorpreso: non credeva affatto che dietro la maschera si trovasse lei, ma non aveva importanza al momento. Avrebbe fatto di tutto per raggiungere il suo scopo, lo aveva detto. 
Tutto.
- Non venire sopraffatto da emozioni inutili! Il Miraculous, ora! - impose con veemenza.


Scrollò il capo e ritornò sotto il controllo dell'uomo. Alzò lo sguardo e si vide lo spray al peperoncino a pochi centrimetri di distanza e si coprì gli occhi, urlando di dolore.
Giovandosi dell'attimo di distrazione del biondo, si mise a penzoloni sul bastone e allentò la stretta, cadendo a terra con le gambe piegate e lasciando lo spray, che scomparve, per poi correre.
Chat Blanc cercò di vedere dove fosse diretta, ma i bulbi bruciavano da morire e non riuscita a tenerli aperti. Gliel'aveva fatta alla grande! 
Sentì Papillon ringhiare di frustrazione e sorrise: - Calmo, non tormentarti. È nelle mie mani, adesso. - lo rassicurò, mentre discendeva dopo aver premuto il pulsante al centro dell'asta e averla rimpicciolita. 
L'avrebbe pagata cara per ciò che gli aveva procurato, il suo cuore e la sua mente si trovavano in condizioni che non avrebbe mai immaginato. Si era capaci di angosciarsi fino a quel punto? Giungere al non ritorno? Era colpa sua!
Odio, odio e odio profondo per quella stupida che non lo corrispondeva! 



Procedeva velocemente da non sapeva quanto e ormai il fiato si era completamente esaurito a causa del pianto convulso e di quella sua maratona. Rallentò pian piano, le gambe che reggevano a malapena e poggiò il palmo della mano sul muro lì vicino. Abbassò la testa e poi scivolò fino a terra, i pugni e la fronte sul tramezzo e avendo fatto passare dei secondi, gridò. Uno strillo prolungato e colmo di dolore, ne fece un secondo e un terzo...
"Adrien... Adrien è...", singhiozzò e strillò ulteriormente. "No... No! È solo un incubo!", iniziò a prendere a pugni la parete.
Vederlo in quello stato le aveva trasmesso un'intensa fitta al muscolo cardiaco e all'encefalo. Una pressione fisica e psicologica che non si sarebbe nemmeno sognata di avere. 
- Marinette? - la lieve voce della kwami le fece asciugare i residui di lacrime sulle gote, mentre la agguantava dalla borsetta. - Scusami, Tikki. - tirò su col naso, facendola sorridere.
- Ti capisco, non c'è bisogno di scusarti. Anch'io avrei reagito alla medesima maniera, se mi fossi trovata davanti la persona che amo akumizzata. -
Sorrise e si alzò: - Sarà meglio andare. I miei saranno preoccupati e tu avrai sicuramente fame. -

Era a pochi passi dalla boulangerie, quando intravide i suoi genitori aprire la porta del negozio. Per fortuna la sua casa non aveva subito danni e di quello era sollevata.  
Sabine si accorse di lei e le andò incontro, abbracciandola stretta: - Marinette, dove ti eri cacciata?! Ti abbiamo cercata dappertutto! Eravamo in pensiero! - Lei sorrise lieve, ricambiando e Tom si aggiunse all'abbraccio.
- Non lo fare mai più! - la rimproverò il padre, carezzandole la guancia e la figlia annuì. 
- Entriamo, su. - 
Dopo aver chiuso la porta, Marinette salì direttamente le scale che conducevano alla sua camera.
- Marinette, non vuoi cenare? - domandò la mamma.
- No, grazie. Mi è passato l'appetito. - sussurrò abbattuta.
Sabine guardò Tom, che scrollò la testa. Avevano scoperto dagli amici che Adrien era scomparso e che era stata tutto quel tempo fuori a cercarlo e, a quanto pareva, senza successo. Era successo così in fretta... 
Forse non dovevano rimanere lì, erano esposti al pericolo, tuttavia, in Tv, la reporter che ora trasmetteva le immagini della città mezza distrutta diceva che per il momento quel disastro sembrava essersi calmato. 
Stranamente le linee elettriche e la corrente non erano state toccate e ciò permetteva di non rimanere completamente al buio e senza possibilità di utilizzare i telefoni. Una fortuna! Ma come bisognava davvero atteggiarsi in quelle situazioni?

- Sono felice che tu stia bene. - fu sollevata Alya come gli altri che l'avevano chiamata e Marinette sorrise, osservando Tikki mangiare i suoi biscotti. - Domani veniamo tutti da te e... - sospirò - Adrien? -
Chiuse gli occhi, cercando di non piangere. Tutti i compagni di classe avevano chiesto anche quello e sapeva lo avrebbe fatto anche la bruna, ciò nonostante era ugualmente doloroso dover rispondere sempre e solo...
- No. - sussurrò, riaprendoli.
... per non dover dire che era proprio lui la persona che aveva combinato quella catastrofe. Per proteggerlo. Ma fino a quando? 
- Mmh, nemmeno noi. - rivelò triste.
"Oh, lo so bene... lo so bene.", meditò amara, abbracciando le gambe con un braccio, seduta sul letto. 
- Non ti preoccupare, lo troveremo, ok? Dormi un po', anche se sarà difficile. Va bene? - proferì con dolcezza e chiuse la comunicazione.
"Ma io l'ho già trovato... e non in buone condizioni.", si disse, lasciando cadere a peso morto il braccio, con tra la mano il cellulare, sul materasso.
Non solo l'akuma aveva reso i suoi colpi più letali, ma poteva usare il cataclisma all'infinito senza destrasformarsi.
Nascose il volto tra le gambe e non resistette. Pianse, pianse fino ad addormentarsi... con Tikki che le accarezzava i capelli, avvilita.



Chat Blanc si trovava poggiato su un comignolo da cui gli era possibile vederla e un'improvvisa oppressione al petto lo costrinse a portare le mani su di esso, digrignando i denti.
"Marinette...", pensò, mentre un fugace sorriso gli comparve in volto, ma fu stroncato dal martellare alla testa che gli fece strizzare gli occhi. "Dannato Papillon! Non le farò del male, scortatelo!"
Dopodiché prese il suo bastone e lo allungò, per distanziarsi prima che ritornasse sotto il suo controllo e che l'attaccasse in un momento di debolezza.








*Angolino*
Ok, lo ammetto... questo capitolo mi ha fatta... posso dirlo? Piangere. Cioè, non proprio, ma mi sono venuti gli occhi lucidi e la tristezza... un'amara tristezza... Insomma! Scoprire in tale modo che la persona a cui tieni di più... 
Non ci voglio pensare! Mi sono messa nei loro panni, però, e ho compreso che è meglio non lasciarsi sfuggire nemmeno un'occasione. Devi dire qualcosa? Dilla e fai in fretta! Anche se è una verità crudele, è meglio essa che una bugia che ti porta ad odiare a causa della falsità della gente. Non credete? E voi, vi siete messi nei panni di Marinette e Adrien? 
Spero vi sia piaciuto come è piaciuto a me. ^__^ E che mi leggerete ancora.
A presto! 
Da: SweetAinwen.
  
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