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Autore: xKibaz    22/02/2017    1 recensioni
Una lotta incandescente pervade i due branchi della Grande Valle da sempre.
Marx, figlio del branco dell'Ovest, sarà colui che dovrà affrontare le dure leggi del branco per raggiungere il drastico cambiamento al quale ambisce. Ma prima, dovrà cambiare se stesso.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una leggera brezza mi sfiorò il pelo. Provai una sensazione mai sentita prima, arricciai il naso. Evitai di svegliare Zed disteso placido sulle mie (povere) spalle, cominciavo a sentirmi schiacciato dal suo peso e quello delle mie sorelle. Mi rialzai in un leggero stiracchio e sbadigliai emanando un delicato uggiolio, senza volerlo. Esploravo l'aria annusando la brezza, che stranamente era un tantino più fresca del solito, quindi cominciai a seguire la poca luce che proveniva dall'esterno. Voglio uscire dalla tana!

Attento a non far scricchiolare le fastidiose pietruzze del terreno, mi avviai deciso... o quasi; tornai indietro più di una volta, mi voltavo a guardare la mamma che ancora dorme tranquilla, ma quando finalmente raggiunsi l'uscio, mi bloccai. Mi sedetti di colpo, come se un muro invisibile mi stesse bloccando la via, e guardavo dritto davanti a me dimenando la coda. Sapevo che non mi era permesso, quindi non proseguii, ma avevo così tanta voglia di uscire, di vedere e di conoscere ciò che mi circondava. Rivolsi nuovamente lo sguardo per essere sicuro che nessuno mi stesse osservando, trotterellai da un lato all'altro della piccola uscita uggiolando. Presi un bel respiro e...finalmente sono fuori!

Venni quasi interamente travolto da un enorme strato di roba gelida e bianca, ma allo stesso tempo era morbida e piacevole; rimansi in un primo momento incastrato a testa in giù nel tumulo, riuscivo solo a dimenare goffamente la coda. Addentai e testai quella "roba" con il naso: non aveva sapore, e non aveva nemmeno odore, cos'è?. Mi dimenai e riuscii ad uscire da quel tumulo faticosamente.
Saltavo, correvo lasciando le mie piccole impronte indefinite, adoravo la sua frescura sul mio pelo, e mi divertivo a ricoprirmici per poi scrollarmela di dosso. Avevo appena fatto la mia prima scoperta, avevo trovato un nuovo gioco.

Non capisco perché non mi è stato permesso prima d'ora, il mondo esterno non è così male, al contrario, è così...divertente!

Mi distesi a pancia in su e, con la lingua penzolante, riprendevo fiato. Osservai l'Immensa-distesa-blu e mi accorsi che non era più tanto scura e lucente come quando c'è la Luna, era più chiara; ciò significa che il Grande-cerchio-caldo stava per sorgere, erano le prime ore dell'alba. Decisi, quindi, di rientrare sperando che la mamma non mi avesse scoperto. Scrollai per l'ultima volta il Gelo-bianco dal mio pelo eliminandone ogni minima traccia e tornai verso la tana sbuffando, a coda bassa. Cominciai, però, a sentirmi osservato. Drizzai le orecchie e mi guardai la coda, ma non c'era nessuno; essendo totalmente inesperto non riuscivo nemmeno a captare un eventuale odore. Il battito del mio cuore accelerò, e con esso anche il passo. Mi accorsi a quel punto di essermi allontanato troppo dalla tana, ed ebbi quasi paura.
Mi impietrii di colpo puntando intimidito verso quei due luccichii, che a loro volta, sembrava che mi stessero osservando. Volsi la testa di lato, attonito; non provavo paura, in realtà ero curioso, ma non abbastanza coraggioso per scoprire cosa fosse.
Un odore pervase l'aria mattutina, un odore a me sconosciuto. Il luccichio d'improvviso scomparve tra i cespugli, ed io provai un leggero sollievo, pensai che magari non era una minaccia, o meglio, lo speravo. Indietreggiai lentamente cercando la strada di ritorno, ma qualcosa mi fece drizzare il pelo sulla collottola, lungo tutta la schiena: un suono gutturale in lontananza, forse un ringhio. Allora capii di essere in pericolo e cominciai a correre, con la coda tra le zampe. Qualcosa mi rincorreva, ma non ebbi il coraggio di voltarmi e vedere chi fosse, pensai solo a fuggire, pensai a sopravvivere... ma fui troppo lento.
Quella "cosa" mi piombò addosso, e non ebbi il tempo di reagire. Serrai gli occhi, con un guaito.

 
   
 
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