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Autore: Dea Agnesa    22/02/2017    4 recensioni
MALEC.
Alec è un giovane ragazzo di 18 anni, non potrebbe chiedere di meglio perchè si è appena diplomato e non vede l'ora di trascorrere una serena estate con i suoi amici prima di iniziare il college.
Purtroppo non sempre le cose vanno come ci aspettiamo.
A volte un semplice giorno come tanti altri può trasformarsi in un incubo.
Quando tutto cambia, come si comporterà Alec per superare il dolore? chi potrà aiutarlo?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Uscirono fuori dall'hotel tenendosi per mano. Magnus che quasi trascinava Alec, il quale tentava ancora di bisbigliargli i motivi per il quale era meglio restare insieme. Non erano reali motivazioni logiche, ma sperava ugualmente che l'uomo potesse cambiare idea. Si avvicinarono alla strada in cui vi era Adrian sopra una moto da corsa nera, che li aspettava. Alec non se ne intendeva molto di moto, ma quella era nera e grande, abbastanza bella e pericolosa insieme.

Poveretto il pazzo che ci sale sopra con Adrian al volante...pensò Alec.

Quando furono abbastanza vicini, Adrian prese il casco e lo lanciò ad Alec, che colto alla sprovvista, riuscì a non farlo cadere per un pelo.

- Salta su, ragazzino – disse Adrian indicando il posto a sedere dietro di lui.

- Cosa!??- rispose Alec guardando prima Adrian e poi Magnus, come se fossero dei pazzi – Io non vado con lui! -

- Alexander...vogliamo cominciare di nuovo questa discussione?- gli chiese esausto Magnus.

Alec lanciò un'occhiataccia ad Adrian e poi afferrò Magnus e si allontanarono, in modo tale che l'altro non sentisse. Poi Alec iniziò a parlare a bassa voce.

- Perchè devo andare con lui? Non mi piace Magnus, credo che potrebbe buttarmi giù dalla moto in corsa solo per farmi dispetto!-

- Tesoro, non ti farà del male. Siamo grandi amici, sono sicuro che farebbe di tutto per proteggerti-

- Si ma perchè tu non puoi venire? Credevo che mi avresti accompagnato!-

- In questo momento meno stiamo insieme e meglio è. Chiunque mi voglia, non avrà scrupoli a farti del male se sei con me...lo capisci Alexander?- gli chiese Magnus passandogli un pollice sullo zigomo.

- Diciamo..di si – gli concesse Alec

- Dai, andiamo -

Si avvicinarono di nuovo ad Adrian che li guardava con un misto di rabbia e malinconia. Prima che Alec salisse sulla moto, si girò veloce e diede un bacio a Magnus. Nonostante fosse stato frettoloso e un po' rude, Magnus gli sorrise dolcemente prendendogli il casco dalle mani e mettendoglielo sulla testa.

Il ragazzo fece un sospiro rassegnato e salì sulla moto.

- Ti conviene tenerti stretto. Vado veloce – gli disse Adrian mettendo in moto.

- Non ho intenzione di toccarti- gli rispose Alec

- Come ti pare. La vita è tua...-

- Adrian...- lo ammonì Magnus

- Non ti preoccupare Magnus, non morirà oggi. Non finchè è con me, almeno.- gli fece Adrian con un sorrisetto compiaciuto.

Quando partirono, Adrian alzò la moto da terra con un'impennata, e Alec fu costretto ad aggrapparsi a lui per non cadere.

Maledetto!

Quello che gli aveva detto era comunque vero. Il maledetto andava davvero veloce con la moto. Alec chiuse gli occhi. Sperava solo che il tragitto non fosse troppo lungo perchè non aveva intenzione di rimanere così vicino a quell'uomo per troppo tempo. Si stupì del fatto che nonostante la velocità, la guida di Adrian fosse fluida, e quasi Alec riuscì a rilassarsi, se non fosse stato che le mani gli si stavano congelando per via del vento freddo. Aprì gli occhi di scatto quando senti la mano di Adrian che gli spostava le mani fredde sotto la sua giacca di pelle. Alec restò spiazzato e avrebbe voluto spostarle ma Adrian gliele tenne ferme. Dopo un po' quando la sua mano torno a impugnare lo sterzo della moto Alec non le spostò. Era così sorpreso da quel gesto, che non fece neppure caso al fatto che stavano per arrivare all'aereoporto. Alec si vergognò a morte quando pensò che il corpo di Adrian, in effetti fosse molto bello. Il suo addome sembrava scolpito nella pietra, aveva il ventre piatto e ben definito dai muscoli, le spalle larghe ed era alto. Se non avesse avuto un carattere così indisponente sarebbe stato davvero un bell'uomo.

Quando arrivarono, Alec scese dalla moto con la testa che gli girava un po' e Adrian si offrì di portargli il borsone. Un altro gesto sospetto, non da lui. Alec lo guardava curioso. Forse sotto sotto anche lui aveva un cuore.

- Muoviti ragazzino, non sono bravo a fare il baby sitter -

Ok, è il solito stronzo.

- Si può sapere che problemi hai? - gli chiese Alec

- Mmm? -

- Non sono un ragazzino e anche io avrei preferito non essere qui con te!-

- Ma ci sei quindi siediti qui e aspetta, vado a prenderti il biglietto – gli rispose lui.

Possibile che Magnus avesse questo genere di amicizie? In quel momento, più di qualsiasi altra cosa, avrebbe voluto avere i suoi di amici. Sorrise pensando ad ognuno di loro. Simon non sarebbe riuscito a mantenersi serio neppure in situazioni di pericolo, perciò avrebbe allentato la tensione con una battuta. Izzy e Jace, i suoi due guerrieri, lo avrebbero protetto. Clary, con un sorriso dolce, lo avrebbe spronato a non lasciarsi abbattere. E infine Jonathan...lo avrebbe abbracciato. Gli mancava così tanto. Almeno tornato a Londra lo avrebbe rivisto.

- すみません、彼が知っている場所ベルリンへのフェリー?(Scusi, sa dov'è l'imbarco per Berlino?)-

Alec alzò il viso e vide un uomo anziano che lo guardava in attesa di una risposta.

- Ah ...scusi...può ripetere? -

Prima che l'anziano potesse aprir bocca arrivò veloce Adrian.

- Levati dai piedi! - gli ringhiò

Alec si alzò, con sguardo mortificato verso l'anziano che scappò via impaurito.

- Era necessario essere così maleducati?!- chiese ad Adrian.

- Siediti- gli rispose Adrian, prendendo posto a sua volta – il tuo volo è tra poco -

- Sarai felice di sbarazzarti di me! - gli fece notare Alec

- Non sai quanto -

- Così Magnus può essere tutto tuo, no? -

- Che?- Adrian si voltò incontrando gli occhi di Alec – Non sai niente di noi...non parlare di cose che non conosci -

- Hai ucciso quell'uomo vero? Quello che non è riuscito a fuggire – chiese Alec

- Ti importa?-

- Certo che mi importa! Non posso pensare che...a causa mia è morto un uomo!-

- A volte non hai altra scelta – gli rispose Adrian con voce priva di qualsivoglia emozione.

- La scelta è non uccidere -

- È facile parlare per te! Ma quando sei ad un passo dalla morte e l'unico modo che hai per salvarti è uccidere l'altro, non parleresti così! Questo non è un film, ragazzino. Non ci sono gli eroi che ti salveranno sempre! Sei stato fortunato oggi. Tieniti cara la vita perchè perderla è più facile di quanto puoi immaginare...è come un battito d'ali, in un millesimo di secondo non ci sei più -

- Poteva essere consegnato alla giustizia...-

- Alla giustizia...- Adrian rise amaramente – Sai cosa ti avrebbe fatto quell'uomo?prima ti avrebbe tagliuzzato ben bene e poi ti avrebbe scopato a sangue e lasciato agognante in quel vicolo. Dimmi, ragazzino, se avessi avuto la possibilità cosa gli avresti fatto?-

- Non lo avrei ucciso...- Alec rispose però con poca convinzione. Lo avrebbe ucciso? Sarebbe stato in grado di farlo?

- Allora sei uno sciocco...come lo era lui...- la voce di Adrian si abbassò e chiuse gli occhi.

- Lui chi?-

- Nessuno..-

- Hai...hai perso qualcuno?- gli domandò Alec.

Adrian voltò il capo. Quando ormai Alec non sperava più in una sua risposta l'uomo parlò, senza guardarlo in faccia.

- Mio fratello-

- Mi...mi dispiace tanto...non lo sapevo -

- Lui era come te – gli disse Adrian voltandosi – Era innocente. Uno sciocco con i tuoi stessi ideali...e a cosa gli è servito?- si prese la testa fra le mani e Alec gli mise una mano sulla spalla – Quella sera eravamo usciti per festeggiare la sua ammissione al college. Avevamo bevuto un po' e non ci rendemmo conto di essere seguiti. Un ladro da quattro soldi colpì mio fratello al fianco destro. Il sangue...usciva a fiotti...presi quel porco per la gola, lo avrei ucciso se mio fratello non mi avesse fermato. Poi lui scappò e mio fratello...aveva perso troppo sangue e l'ambulanza arrivò tardi.-

Alec non riuscì a dire nulla. Poteva immaginare il dolore che aveva passato perchè anche lui si era sentito perso pensando che non avrebbe più rivisto Max. Perciò quel suo essere sempre così sgarbato derivava da una ferita molto profonda. Sicuramente Magnus era a conoscenza di questa storia e gli stava vicino mentre lui era stato solo in grado di giudicarlo senza conoscerlo.

- Mi dispiace ma...tuo fratello non avrebbe voluto che tu uccidessi della gente. Farlo non ti aiuterà ad alleviare il dolore -

Adrian gli accarezzò la testa scompigliandogli i capelli e per la prima volta gli fece un lieve sorriso.

- Si...siete proprio gli stessi- si alzò – Andiamo, ragazzino, è ora di tornare a casa -

 

 

 

 

Ormai Adrian e Alec erano andati via da un bel pezzo. Magnus era fuori, sulla verandina della sua suite. Aveva le mani appoggiate alla ringhiera e osservava il cielo, domandandosi se Alec fosse già partito. Mandarlo via era stato più duro del previsto. Si sentiva come se avesse dato via una parte di sé, come un braccio, una gamba...o il cuore. Riusciva lo stesso a funzionare abbastanza bene, ma non in maniera efficiente come quando lui gli era accanto. La facilità con cui quel ragazzo aveva fatto breccia nel suo cuore era allarmante. Non sapeva ancora se stava facendo la scelta giusta a lasciarsi coinvolgere da quella storia, i suoi amici erano stati chiari dal persuaderlo a non aprire così presto il suo cuore ma tutto era avvenuto così velocemente che ancor prima che riuscisse a rendersene conto Alec era già diventato indispensabile per lui.

Rientrò dirigendosi verso l'angolo bar, per bere qualcosa. Fu in quel momento che vide un sacchetto rosso che fino a quel momento non aveva notato. Si avvicinò per prenderlo. Doveva averlo dimenticato Alec, probabilmente era un regalo per il fratello. Se lo rigirò tra le mani e prima che cadesse a terra afferrò una semplice busta bianca. Diceva “per Magnus”. Il suo cuore cominciò a battere più forte mentre con mani tremanti apriva la busta.

 

Caro Magnus, siamo appena tornati dal nostro pomeriggio di shopping e tu sei in bagno a fare una doccia, ti sento cantare “Relax, take it easy” di Mika...e penso a quanto sarebbe bello poterti sentire cantare sotto la doccia tutti i giorni. Dovrei chiamare mia sorella Izzy, ma prima voglio scriverti questa lettera per dirti quello che provo per te. Sono sempre stato pessimo con le parole, quando mi emoziono comincio a balbettare e dimentico quello che devo dire. Per questo motivo credo sia più semplice raccogliere le idee e metterle per iscritto. Devo confessarti che ho paura. Ho paura di quello che provo per te. Ti sembra sciocco? Fino a poco tempo fa non avevo idea di cosa volesse dire avere una persona dentro il cuore. Mi sentivo così sbagliato per quello che ero che credevo di non meritare la felicità. Poi ti ho conosciuto e...non so cosa mi hai fatto, forse scoprirò che in realtà sei uno stregone e che mi hai rifilato qualche strano intruglio per farmi innamorare di te...ah, cavolo, sono arrivato a dirti quello che sento prima del previsto. Ormai l'ho scritto. Io mi sono innamorato di te.

Ci sono così tante cose che vorrei scriverti, ma vanno così veloci dentro la mia testa che è difficile decidere a quale dare precedenza. Tu per me hai fatto così tanto che non so se potrebbe bastarmi una vita per sdebitarmi. Mi hai riportato Max e forse non ti ho mai ringraziato come si deve.

Ma quello che più è straordinario di te è che sei riuscito a farmi sentire importante...a me, capisci? Un ragazzo normale senza niente di interessante o di bello. Dici sempre che sono il tuo angelo ma in realtà sei tu la persona speciale che mi ha insegnato ad amare. Non voglio spaventarti con questa lettera, ti prego di non aver paura di dirmi che tutto quello che provo per te non è ricambiato, già il solo avermi fatto conoscere un amore così intenso è stata una fortuna, non potevo chiedere di meglio. Dopo averla letta non trattarmi in modo diverso da come hai sempre fatto.

Non allontanarmi. Non devi dirmi nulla.

Tuo, Alec

 

p.s. Non avevo idea di cosa regalarti, poi quando l'ho visto non ho resistito, i suoi occhi sornioni mi hanno ricordato i tuoi e la commessa mi ha detto che ( se ho capito bene) dovrebbe portarti fortuna. Ho pensato che tornato a Londra avresti potuto metterlo a casa...per ricordarti di questo viaggio insieme.

 

Magnus si accasciò a terra, aveva gli occhi lucidi e sentiva il suo cuore a pezzi. Aprì la confezione che chiudeva il regalo e scoprì che conteneva un grazioso Maneki- neko, un gatto in porcellana dagli occhi verdi con la zampina destra alzata. Sorrise e pianse allo stesso tempo. Avrebbe dato via tutti i suoi beni per avere ancora qualche minuto con Alec. Per poterlo baciare di nuovo, accarezzare, stringerlo a se e sentire le sue mani sul suo corpo. Si riscosse da quei pensieri quando sentì bussare alla porta. Si alzò riponendo con cura il regalo sul tavolo all'ingresso e prima di aprire si asciugò le lacrime.

- È partito?- chiese Magnus.

- Si – gli rispose Adrian spostando l'amico e entrando.

- Bene – sospirò Magnus

Adrian andò a versarsi un bicchiere di Whisky e quando arrivò Magnus gliene passò un bicchiere anche a lui. Poi si sedettero entrambi sul divano.

- Magnus se quell'uomo arriva da Valentine la mia copertura è saltata -

- Parli dell'uomo che è riuscito a fuggire? Pensi ti abbia riconosciuto? -

- Può darsi...non ne sono sicuro, era buio...ma se fosse così...-

- Dovresti andartene pure tu – concluse Magnus per lui

-So troppe cose...-

- Ma non abbastanza da incastrali – disse Magnus mortificato guardando l'amico.

- È da anni che gli sto dietro, finalmente cominciavano a fidarsi di me, cazzo!- sibilò Adrian a denti stretti

- Mi dispiace, se non fossi intervenuto..-

- Pensi che avrei lasciato che ti accadesse qualcosa?-

- Forse avresti dovuto – sospirò Magnus – hai buttato all'aria il lavoro di una vita -

- Per te lo rifarei...- rispose serio Adrian guardandolo negli occhi – Per te morirei, Magnus...lo sai – abbassò gli occhi.

Magnus si avvicinò a lui e piano gli sfiorò una guancia con la mano.

- Oh Adrian, mi dispiace così tanto -

- Per...per cosa? -chiese l'amico che ora, con Magnus così vicino, si sentiva a disagio.

- Non posso ricambiare i tuoi sentimenti – gli spiegò Magnus.

- Quali sentimenti?! Ti sei fottuto il cervello?...ti sbagli...- si alzò spostandogli la mano – Hai frainteso...e non guardarmi con quell'espressione compassionevole!-

Adrian si passò una mano fra i capelli, aveva il viso arrossato.

- Adrian...-

- Vado a lavarmi. Sono sporco di sangue -

Lasciò Magnus da solo e lui andò verso il bagno.

- Mi dispiace...- sussurrò Magnus

 

 

 

 

Scusate il ritardo ma sono impegnatissima con l'università, con la laurea imminente ho troppe cose da fare. Spero che il capitolo sia di vostro gradimento anche se non è un capitolo Malec. Ditemi cosa ne pensate :) . al prossimo aggiornamento :*

 

  
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