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Autore: Horse_    22/02/2017    4 recensioni
{Sequel Una vita senza di te significa non vivere per niente.}
(Per capire qualcosa consiglio di leggere anche l’altra storia)
Ian e Nina hanno appena capito cosa provano veramente l’un per l’altra e, dopo una notte d’amore e passione, si preparano per tornare a casa. Sono entrambi decisi ad iniziare una nuova vita insieme con i loro figli, perché sono stati separati fin troppo, ma, una volta tornati a casa, dovranno fari i conti con la cruda realtà. Ian è sposato con Nikki, che è ancora sua moglie, mentre Nina sta, quasi in modo fisso, con Eric. Una notizia sconvolgente porterà i due a separarsi definitivamente, ma sarà per sempre? Riusciranno a lottare contro tutto e tutti per stare finalmente insieme con i loro bambini e con il loro vero amore?
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev, Nuovo personaggio, Paul Wesley
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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                                                             Be positive.



Pov Nina.

Ian, di fronte a me, spalanca la bocca. Lo guardo per qualche istante, in attesa che dica qualcosa -o almeno faccia qualcosa.

E’ una notizia che ti mette parecchio sotto shock, anche se ci abbiamo provato e lo vogliamo. Poi non è detto che sia vero, potrei anche non esserlo, ma se lo fossi… Se lo fossi avremo tutto quello che abbiamo sempre voluto.

 

“Ian?”- lo chiamo piano.

“Ne sei… Sicura?”- mi domanda lui con il mio stesso tono. -“E’ per questo che stai male?”

“Io… Potrei esserlo… Cioè… I sintomi ci sono. Nausee, vomito, mal di testa, mal di schiena, stanchezza… Con i gemelli ho avuto gli stessi sintomi, ma…”- cerco di spiegargli. 

“Ma?”- mi domanda lui prendendo le mie mani tra le sue. Si apre in un sorriso bellissimo. -“Potremo avere un bambino!”

 

E l’ultima frase gli esce emozionata. E’ emozionato in un modo tale da averlo visto così poche volte. 

Vorrei esserlo anche io, perché desidero così tanto un bambino, ma non vorrei nemmeno deluderlo. I sintomi ci sono, okay, ma se non lo fossi? Non voglio illudermi così. E’ stato un anno così difficile quest’anno e non vorrei che peggiorasse.

 

“Hey, Neens, che cosa c’è che non va?”- mi domanda lui accarezzandomi delicatamente una guancia. E’ felice, ma sta anche tentando di capire che cosa abbia. -“Lo volevamo, no? Ci abbiamo provato per tanto tempo.”

“Lo so è solo… Non lo so…”- mormoro abbassando lo sguardo guardando le nostre mani intrecciate. -“Quest’anno sono successe così tante cose e ho paura… Ho paura che non sia vero.”

 

Ian addolcisce lo sguardo e mi attira a se. 

 

“Possiamo pensare che qualcosa vada per il verso giusto anche per noi? Che qualcosa di bello, ogni tanto, possa capitare anche a noi?”- mi chiede dolcemente. -“Abbiamo passato mesi difficili, è vero. Diciamo più un anno difficile con tutto quello che è successo, ma ora siamo qui, insieme, come famiglia. Abbiamo due bambini fantastici e in salute, noi siamo in salute, soprattutto tu che stai meglio, e stiamo provando ad avere un bambino che magari è arrivato. Non ti sembra che la fortuna stia girando anche per noi?”

 

Lui è il solito ottimista, lo è sempre stato, io la solita pessimista. Ho rischiato di rovinare anche questo bel momento. 

Ho solo paura che possa accadere qualcosa di brutto.

 

“E se non fossi incinta?”- gli domando.

“Ci proveremo di nuovo, se tu lo vorrai.”- mi dice lui accarezzandomi un braccio. -“E se lo fossi? Mi sembra una bella domanda anche questa.”

“Ti amo, lo sai questo?”- gli dico dandogli un bacio sulle labbra.

 

Ian si stacca da me solo per rispondermi.

 

“Lo so.”- mi sorride. -“Come ti amo io… E amo anche il tuo lato pessimista.”

“E io quello ottimista.”- gli dico. -“Dovrei fare un test.”

“Un test di cosa?”- mi domanda.

 

Lo guardo truce. Mi sta prendendo in giro?

 

“Di gravidanza. Ian, mi prendi in giro?”- gli rispondo.

“Oh, si…”- mormora lui grattandosi la testa imbarazzato. -“Si, dovremo.”

“Mi lasci andare?”- gli chiedo divertita osservando le sue braccia ancora strette a me.

“Dove vuoi andare?”- mi domanda guardandomi. -“Tu non ti muovi da qui, andrò io a prenderlo.”

 

Cerco di trattenermi, ma non ce la faccio. Scoppio semplicemente a ridere sotto il suo sguardo turbato. Ian a prendere un test di gravidanza in farmacia? No, assolutamente. Primo perché chiunque potrebbe vederlo e trapelerebbe la notizia -vera o falsa- prima del previsto, secondo perché non ce lo vedo un uomo a prendere un test di gravidanza.

 

“Stai ridendo di me?”- mi domanda fintamente offeso.

 

Fortunatamente ho previsto la cosa. E’ da quando abbiamo cominciato a provare ad avere un bambino che tengo un test di gravidanza nell’armadietto in basso, dietro gli asciugamani. Non l’ho mai usato perché non ce n’era motivo e nessun dubbio, ma ora ce n’è bisogno.

 

“Non serve, ne ho uno lì.”- indico l’armadietto in basso. -“L’ho preso… Candice l’ha preso… Quando abbiamo cominciato a provare…”

 

Lui annuisce riflettendo sulla cosa.

 

“Quindi… Lo facciamo?”- mi domanda osservandomi negli occhi.

“Lo facciamo.”- annuisco.

 

Prendo, con mani tremanti, la scatolina in fondo all’armadietto, poi lo richiudo. Da questo test la nostra vita cambierà per sempre -che sia positivo o negativo. 

Ian è dietro di me. Mi volto verso di lui per capire quando ha intenzione di uscire dal bagno perché non farò pipì con lui accanto.

 

“Ian, dovresti uscire.”- gli suggerisco.

 

Lui mi guarda come se avessi appena detto una barzelletta o la cosa più stupida dell’anno.

 

“E perché mai?”- mi domanda inclinando la testa di lato. -“Dai, andiamo, ti ho vista molto più nuda di così, per un po’ di pipì non mi scandalizzo.”

“Ian, fuori.”- gli ordino con un eloquente gesto delle braccia. -“Non farò nulla finché non sarai fuori di qui.”

“Dai Neens.”- borbotta lui.

FUORI DAL BAGNO!”- lo urlo quasi. -“ Ti prometto che quando avrò finito ti chiamerò dentro, okay? Perché comunque non avrei coraggio di guardarlo da sola… Quindi non farò pipì con te qui dentro.”

 

Ian alza le mani in segno di resa e va fuori dal bagno, lasciandomi sola. Prendo un profondo respiro prima di aprire la scatola. Prima di fare il tutto mi rigiro qualche secondo il bastoncino tra le mani, come a voler indovinare già il responso, poi alla fine mi convinco di farlo. Quando ho finito mi lavo le mani e le asciugo nell’asciugamano, poi chiamo dentro Ian. Non appena entra posso percepire quanto agitato sia.

 

“Allora? Dobbiamo guardare?”- mi domanda lui leggermente concitato.

 

E se non fossi agitata anche io molto probabilmente riderei di questo.

 

“Dobbiamo aspettare tre minuti…”- gli spiego indicando il bastoncino sopra il lavandino.

 

Lui ne sembra leggermente deluso, poi annuisce. Mi siedo per terra, perché ho bisogno di stare ferma, altrimenti comincerei a fare avanti e indietro per il bagno, e Ian mi imita, solo che si siede dietro di me prendendomi tra le braccia. Appoggio la schiena contro il suo petto e la testa contro la sua spalla.

 

“Perché ho l’impressione che questi saranno i tre minuti più lunghi di tutta la nostra vita?”- mi domanda. 

“Non sai quanto tu abbia ragione…”- mormoro. 

 

Aspettiamo. 

Aspettiamo che uno stupido bastoncino ci dia il responso. Alcune immagini mi investono. 

Io, nella mia vecchia casa, seduta sul pavimento del bagno, da sola, ad aspettare sempre il test di gravidanza che mi dicesse se fossi incinta o meno. Il terrore nei miei occhi quando ho scoperto di come fosse positivo e di come mi fossi incasinata la vita -che, all’epoca, era già incasinata parecchio.

Anche ora sono qui, seduta sul pavimento del bagno, ma non sono da sola. Non sono sola come otto anni fa, questa volta c’è Ian al mio fianco. Ed è quasi ironico vedere come siano cambiate le cose, come prima lui non ci fosse e ora c’è. Lo so che c’è e non solo per la sua presenza fisica dietro di me, lo so nel cuore. 

 

“Mi sembra di essere tornata indietro.”- do voce ai miei pensieri così, un po’ per liberarmene e un po’ per far passare il tempo. -“Seduta sul pavimento del bagno ad aspettare.”

 

Ian mi posa un bacio tra i capelli prima di dire qualcosa. Per lui è una nuova esperienza questa.

 

“Ma ora ci sono io qui con te. All’epoca eri da sola, ora ci sono io.”- mi dice rafforzando un po’ di più la presa stringendomi meglio al suo petto. -“Ci sono io qui con te e affronteremo tutto questo insieme.”

 

Lo bacio, un po’ perché ho voglia di farlo, un po’ perché ne ho bisogno. Ho bisogno di sentirlo vicino in questo momento, ho semplicemente bisogno di lui.

Più il tempo passa -e si avvicina quindi allo scadere- più divento nervosa e Ian non è da meno, solo che tenta di mascherare la cosa. 

Dopo tre minuti, che sembrano ore, la sveglia del telefono di Ian suona e entrambi sussultiamo a quel rumore. Giro la testa verso di Ian e entrambi ci guardiamo, tentando di capire cosa fare. 

 

“Ci alziamo, okay?”- mi domanda lui.

 

Ci sono già passata, dovrei essere io a fare il primo passo, invece sono più terrorizzata di lui -o lui è più terrorizzato di me, ma ha sempre saputo affrontare tutto, o quasi.

Annuisco e mi stacco da lui per alzarmi, poi, qualche secondo dopo, anche lui è in piedi accanto a me.

Ian, con un cenno del capo, mi invita a guardare. Prendo un respiro profondo prima di guardare il responso. Allungo la mano verso il bastoncino e lo prendo in mano, con il cuore che batte più velocemente del normale. 

Lo guardo per capire se sia positivo o negativo. Riesco a trattenere ogni tipo di emozione, riesco a non far trapelare nulla. Non dico niente, lo passo solo a Ian.

 

 


 

Pov Ian.

Nina, di fronte a me, afferra il bastoncino tra le mani, non prima di aver tentennato almeno un po’. Lo guarda e io chiudo gli occhi, preparandomi a sentire urla di gioia -se fosse positivo- o frustrazione -se fosse negativo-, ma non accade nulla di tutto questo.

Con sguardo quasi impassibile, che comunque non fa trapelare nulla, si gira verso di me e mi offre il bastoncino. 

La guardo negli occhi ed ho paura perché, per comportarsi così, è sicuramente negativo.

Con mano leggermente tremante, e con il cuore pesante e ormai rassegnato, accetto il bastoncino in mano e lo giro.

Guardo il responso, ma il problema è che non ricordo come si faccia a capire se sia incinta o meno.

Mi sembra che ++ sia positivo, e + sia negativo, ma forse è il contrario; magari ++ è negativo e + è positivo, ne sono quasi certo.

Qui c’è segnato ++.

Positivo o negativo?

Mi rigiro il bastoncino tra le mani.

 

“Io… Con due più è negativo, vero?”- domando amareggiato. 

“Mi sa che tu sia un po’ confuso.”- mi dice lei e finalmente, dopo tanto tempo, si apre in un sorriso radioso ed emozionato. Mi ha preso in giro? -“Con due più il test è positivo!”

 

Positivo quindi… Quindi è incinta?

 

“Quindi…”

 

Lascio la frase sospesa.

 

“Quindi sono incinta!”- trilla lei e le braccia mi ricadono lungo i fianchi. -“Auguri, papà!”

 

Rimango un attimo stordito dalla rivelazione, tutto il contrario di quello che avevo creduto visto il comportamento di Nina, ma poi l’unica cosa che riesco a fare è quella di prenderla tra le mie braccia e sollevarla. Lei aggancia le gambe al mio bacino e mi getta le braccia al collo e ride.

E’ felice, così come lo sono io.

Diventerò papà! Diventerà papà di nuovo. Ho aspettato così tanto questo momento e ora mi sembra un sogno. Avremo un bambino insieme -un altro bambino insieme. 

 

“Oh Nina…”- mormoro emozionato mentre la stringo più forte a me. -“Avremo un bambino.”

 

Nina mi bacia e sorride sulle mie labbra.

 

“Avremo un bambino si…”- mormora lei immergendo le dita tra i miei capelli. -“Stai piangendo?”

“Cosa?”- le chiedo aggrottando le sopracciglia. -“No.”

 

Lei mi accarezza la fronte.

 

“Hai gli occhi lucidi…”- mi fa notare lei sorridendomi dolcemente.

“Perché sono felice. Felicissimo!”- le dico dandole un bacio sulla punta del naso facendola ridacchiare. -“Aspettiamo un bambino!”

 

Nina scoppia a ridere e mi abbraccia, di nuovo.

 

“Quella che lo aspetta sono io, ma si… Hai contribuito anche tu.”- mi prende in giro lei pizzicandomi un fianco.

“Certo che ho contribuito!”- esclamo guardandola fintamente offeso. -“Dovresti ricordarlo.”

 

Nina scende dalle mie braccia e mi appoggia una mano sul petto.

 

“Certo che lo ricordo…”- mormora sulle mie labbra per poi baciarmi il mento. 

 

Socchiudo gli occhi mentre rafforzo la presa delle mie mani sui suoi fianchi.

 

“Stai tentando di sedurmi?”- le domando.

“Potrei.”- mormora lei sulle mie labbra. -“Ma non possiamo perché dobbiamo andare sul set.”

 

Spalanco gli occhi.

Sul set? Cosa?

Lei non si muoverà da qui per i prossimi mesi.

 

“Cosa? No, assolutamente no. Sei incinta, hai bisogno di riposo e quindi niente lavoro.”- le dico perentorio.

 

Ora che si sono spiegati i sintomi, in maniera particolare la stanchezza, non dovrà assolutamente stancarsi. La terrò d’occhio io. Nina rotea gli occhi al cielo e scuote la testa.

 

“Non guardami così.”- l’avviso già. -“Ora che abbiamo dato una spiegazione ai tuoi sintomi non andrai assolutamente a lavorare. Sei incinta e hai bisogno di riposo. Molto riposo, per questo chiamerò Julie e le dirò che stai poco bene.”

“Non sono malata!”- esclama lei incrociando le braccia al petto. -“Andiamo, Ian, lo sai anche tu che posso farlo.”

 

Mia sorella, Candice e Phoebe hanno continuato a lavorare, ma Nina non è loro e non voglio che capiti qualcosa di brutto a lei e a nostro figlio. Prima si farà visitare, poi ne riparleremo.

 

“Prima andremo da un dottore per farti visitare, poi potremo parlare di questo.”- le dico irremovibile.

“Ma non è detto che riesca ad avere un appuntamento per oggi, di solito ci vuole sempre qualche giorno.”- mi spiega lei mettendo una mano sul mio braccio.

“Se andiamo in una clinica potremo averlo in breve tempo.”- le suggerisco accarezzandole una guancia. -“Potrei provare a chiamare un amico, sua moglie è una ginecologa.”

 

Potremo avere un appuntamento entro questa sera e mi sembra una cosa perfettamente ragionevole.

 

“Sto bene, Ian, e non te lo dico come contentino. Ho solo un po’ di nausea, ma quella l’avrò anche per i prossimi mesi, per il resto sto bene.”- continua lei guardandomi negli occhi, quegli stessi occhi che adoro sopra ogni cosa. -“E ci sono già passata, so cosa sto affrontando. Per te è nuovo, ma per me… Non puoi obbligarmi a trascorrere nove mesi a letto!”

 

A letto no. Può passare dal letto al divano, dal divano alla poltrona, dalla poltrona alla sedia. 

Nina sembra capire al volo i miei pensieri e mi guarda dritto negli occhi.

 

“Non farò reclusione per i prossimi nove mesi, chiaro? Fidati di me, so di cosa sto parlando.”- mi dice appoggiandomi una mano sulla guancia. -“E proverò a fare alcune telefonate per avere un appuntamento per oggi, ma non ti assicuro niente.”

 

Mi fido di lei, ma non voglio che le accada qualcosa. Non voglio che accada qualcosa a lei e a nostro figlio.

 

“Mi fido di te, questo lo sa, ma non voglio che vi accada nulla.”- le spiego e vedo il suo sguardo addolcirsi. -“Io… L’altra volta non ci sono stato e non voglio fare errori.”

“Lo so e ti amo ancora di più per questo.”- mi dice lei posandomi un casto bacio sulle labbra. -“Ma non accadrà nulla, okay? Andiamo sul set e ovviamente non diremo ancora niente a nessuno, non voglio che… Che si sappia… Non ancora perlomeno.”

 

Ha ragione, anche io voglio tenere la cosa tra noi per un po’, almeno fino a quando non sapremo che va tutto bene.

Annuisco e lei sorride. Ho annuito più per l’ultimo punto, ma so che non le farò cambiare idea.

 

“Ti prometto, ancora prima che me lo chieda tu, che quando sono stanca mi fermerò. Mi fermerò per qualsiasi cosa.”- mi dice lei.

 

La terrò sott’occhio ogni istante e questo lei lo sa bene.

 

“Anche se hai sete.”- sottolineo.

“Per qualsiasi cosa.”- asserisce lei.

“Vieni qui.”- l’invito ad avvicinarsi.

 

Nina si avvicina a me e io mi inginocchio di fronte a lei. Le sollevo la maglietta e mi perdo per qualche istante ad osservare il suo ventre, ancora piatto. La donna che amo mi sorride, forse capendo quello che sto per fare. Appoggio delicatamente la mia mano sulla sua pancia e rimango così. Nina appoggia la sua mano sopra la mia e ne accarezza dolcemente il dorso. Qui dentro sta crescendo nostro figlio -o nostra figlia. 

Con il pollice accarezzo la pelle del suo ventre, poi vi appoggio sopra un bacio. Abbiamo appena scoperto che diventeremo genitori, eppure non vedo già l’ora di averlo -o averla- tra le mie braccia.

 

“Ti amo.”- dico a Nina alzando gli occhi su di lei, poi li riabbasso sulla sua pancia. -“E amo anche la piccolina qui dentro.”

“O piccolino.”- mi corregge Nina toccandosi il ventre. -“Potrebbe essere un maschietto, sai?”

“Potrebbe, ma qualunque cosa sia ne sarò felice lo stesso.”- le dico.







 

Pov Nina.

Mi siedo sul divanetto del corridoio sorseggiando la mia spremuta d’arancia con il copione appoggiato sulle gambe. Alla fine sono riuscita a convincere Ian a venire al lavoro, anche se siamo arrivati con mezz’ora di ritardo, non essendoci accorti di tutto il tempo trascorso in bagno.

Un sorriso spontaneo e emozionato mi affiora sulle labbra mentre una mano, quasi istintivamente, si appoggia sul mio ventre. 

Diventerò mamma per la seconda volta! Terza volta se si considerano i bambini separatamente.

E’ un sogno quello che sto vivendo da questa mattina. Abbiamo provato per mesi ad avere un bambino ed ora finalmente è qui. Quando ci siamo rimessi insieme, io e Ian, un po’ l’idea di avere un bambino era stata accantonata perché ero convinta che, tra i gemelli e l’avanzare dell’età, Ian fosse apposto così, ma mi sbagliavo di grosso, ed ora sono nuovamente incinta.

Ci sono già passata, ma mi sento esattamente come se fosse la prima volta ed è così bello tutto questo, a parte le nausee continue, le emicranie, i mal di schiena e la stanchezza. 

Sono riuscita ad avere l’appuntamento per domani mattina alle nove. Ian avrebbe voluto contattare il suo amico, ma io ho preferito contattare qualcun altro, qualcun’altra. Ho contattato Layla, la mia vecchia ginecologa, colei che mi ha seguito per tutta la mia precedente gravidanza e che ha visto e fatto nascere i gemelli. Non avrei potuto contattare nessun altro perché mi sono sempre fidata di lei e sentita a proprio agio.

La prima frase di Ian, dopo la mia decisione, quando ancora non avevo specificato che fosse una donna, è stata se è un uomo togliti dalla testa l’idea, avrai una ginecologA e poi aveva continuato il suo sproloquio, non lasciandomi tempo per parlare, di come nessun uomo avrebbe potuto guardare le mie parti intime e di come fosse successo tempo fa. Inutile dire la sua espressione quando ho chiarito che il mio ginecologo fosse una ginecologa, quindi una donna, e la sua scusa è stato un meglio prevenire, volevo esserne sicuro.

Qualcuno si siede accanto a me e la prima cosa che faccio, oltre a fare quasi un infarto, è togliermi subito la mano dal ventre cercando di fare finta di nulla. Fortunatamente è Ian.

 

“Non volevo spaventarti…”- mi dice lui dispiaciuto porgendomi un pacchetto di cracker. -“Ti ho portato questi, sai per… La nausea.”

 

Gli sorrido grata e scarto il pacchetto tirando fuori un cracker. Dopo un’ora dall’inizio delle riprese, purtroppo, sono stata colpita da una nausea violenta e sono stata venti minuti in bagno. Fortunatamente era una scena con Ian e lui è riuscito a sviare il tutto dicendo che avevo una leggera influenza -peccato che questa scusa la stavamo usando troppo spesso negli ultimi giorni. Ian, ovviamente, mi è stato accanto e poi l’ho quasi dovuto pregare in ginocchio per permettermi di riprendere a girare.

Deve ancora capire, e non so come fare per farglielo comprendere, che la nausea è normale e anche con i gemelli mi capitava così, forse un po’ meno. Quando abbiamo finito di girare, almeno le scene prima di pranzo, mi ha portato una spremuta, perché continuavo ad avere un leggero accenno di nausea, ed è andato a recuperare dei cracker, che ora sto mangiando.

 

“Ti senti meglio?”- mi domanda mettendomi un braccio attorno ai fianchi. -“Hai bisogno di qualcos’altro?”

“Tranquillo, sto meglio ora.”- gli sorrido addentando un altro pezzo di cracker. -“Mi è passata.”

“Sicura?”- mi domanda lui.

“Sicura. Ti ho detto che ti avrei avvisato.”- gli dico.

“Non prima.”- sottolinea lui.

 

Roteo gli occhi al cielo.

 

“Avrei dovuto dire davanti a tutti ‘Ian, sto per vomitare’? Molto probabilmente avrei vomitato lì se avessi aperto bocca.”- gli faccio notare e lui annuisce. 

 

Mi alzo dal divano guardando l’ora. E’ quasi l’una e io devo parlare con Julie prima di iniziare le riprese pomeridiane. Ho i muscoli leggermente intorpiditi e mi sento stanca, vorrei andare a dormire, ma prima devo parlare con Julie e poi magari mi concederò una pausa.

 

“Devo parlare con Julie, per dirle del film.”- gli dico dandogli un bacio a stampo sulle labbra. -“Devo dirle che non vi parteciperò, altrimenti conterebbero su di me e devono organizzarsi per tempo.”

“Non è stato un buon momento per metterti incinta, eh?”- mi dice lui.

“Non dirlo nemmeno, sai che molto probabilmente non avrei accettato lo stesso, bambino o meno.”- gli dico appoggiandogli un dito sulle labbra. -“Non devi pensare questo, sono così felice.”

 

Ian mi abbraccia e mi posa un bacio tra i capelli, mentre io affondo la testa sul suo petto.

 

“So quanto ci tenessi o comunque quanto allettante fosse la proposta.”- mi dice.

“Lo so, ma sono più felice così.”- gli dico sorridendo. -“Ora vado, ci vediamo tra poco.”

 

Ian annuisce, ma prima mi schiocca un’altro bacio adorante sulle labbra e mi accarezza il ventre -ho scoperto di essere incinta da nemmeno cinque ore e Ian non stacca le mani dalla mia pancia, ma mi piace, adoro la cosa. Io mi dileguo verso lo studio di Julie, lasciando la mia spremuta, i cracker e il copione sul divanetto, cose che sicuramente raccoglierà Ian. Busso prima di entrare, non vorrei fosse impegnata. Quando sento un avanti entro, chiudendomi la porta alle spalle.

 

“Hey, Neens, pensavo ti fossi persa!”- mi saluta lei allegramente facendomi cenno di accomodarmi.

 

Mi siedo sulla poltrona di pelle rossa di fronte alla sua scrivania. In effetti ha ragione, avrei dovuto parlare questa mattina, solo che siamo arrivati in ritardo e alla fine abbiamo dato priorità alle scene da girare.

 

“Sono venuta per parlarti della proposta del nuovo… Del nuovo film sai…”- inizio torturandomi le mani. -“Ci ho riflettuto. Ci ho riflettuto parecchio, anche più di parecchio e la proposta è veramente allettante…”

“Ma non accetti, vero?”- mi chiede lei tranquillamente.

 

Il suo tono tranquillo mi stupisce, è come se sapesse da tempo la mia risposta negativa.

 

“So cosa frulla in quella testa, ti conosco da così tanto tempo ormai.”- mi dice lei ridacchiando. -“Un tempo avresti accettato subito, invece ora hai una famiglia e un uomo a cui pensare.”

“Ian ne sarebbe stato felice, non fraintendermi. Più volte mi ha detto di accettare, ma questo non è il momento adatto.”- le spiego.

 

Non nego di aver pensato di accettare, ma dopo aver scoperto di essere incinta questa mattina tutto è passato in secondo piano. Ian non ha detto nulla perché si era già dimenticato della cosa, ma poi in macchina si è trovato d’accordo con me perché pensiamo la stessa cosa. Se non fossi stata incinta molto probabilmente avrei anche accettato la proposta, si parla sempre di un film e con ottimi -più che ottimi direi- attori, ma ora aspetto un bambino e caricarmi ancora di più di lavoro non è la cosa migliore. Non so ancora a quante settimane sia, ma ho qualche idea sul posto e il momento del concepimento, ma domani ne avrò quasi sicuramente la conferma. 

 

“Se ti serve meno carico di lavoro posso diminuire le scene, sai che non avrei problemi o se ti serve qualche giorno libero in più per organizzarti.”- mi dice lei apprensiva. -“Non voglio che tu perda questa grande occasione per The Vampire Diaries.”

“Non dirlo nemmeno, Julie. Non sto rifiutando per la serie o per qualcosa legata ad essa, perché gli orari sono più che perfetti, solo non è il momento adatto per me e Ian.”- le dico.

“E’ successo qualcosa tra voi due?”- mi domanda lei seriamente preoccupata. -“Sai che potete risolvere qualsiasi cosa, non buttate all’aria tutto per un film.”

“Julie no, non preoccuparti, non è successo niente tra noi due, stiamo solo cercando di avere un po’ più di tempo per noi.”- le spiego.

 

Oddio, detta così è piena di doppi sensi e, dallo sguardo che mi lancia Julie, penso abbia frainteso.

 

“Nina, quello si può fare sempre… Ti ripeto… Se dovete calmare i vostri animi bollenti potete chiedermi qualche giorno libero.”- conclude lei scuotendo la testa divertita.

 

Mi copro la faccia con le mani in imbarazzo. Effettivamente avrei dovuto calcolare bene le mie parole e non sparare a zero, perché quello che ho detto sembra avere tutt’altro significato.

 

“Ma non intendevo quello!”- mi affretto subito a chiarire.

“Detto così invece sembrava proprio quello.”- mi fa notare lei continuando a ridacchiare.

“Sai benissimo che non intendevo quello.”- mi difendo io guardandola negli occhi. 

“Comunque, parlando sul serio… Io direi di pensarci un altro po’, è un peccato buttare via un’opportunità del genere sapendo quanto il regista ci tenga. Sei l’unica con esperienza nel campo.”- continua lei.

 

So quanto tenace è Julie e devo dirle una mezza verità, altrimenti non mi lascerebbe mai stare continuando a dirmi che dovrei accettare.

So che lo fa per il mio bene e perché ci tiene a me, vuole che io possa spiccare il volo e intraprendere qualcosa di più grande, ma questo non è il momento adatto.

 

“Lo so, ma… Io e Ian stiamo cercando di avere un bambino e non mi sembra il momento adatto.”- le dico sganciando una bomba -o quasi.

 

Julie spalanca leggermente la bocca poi il suo sguardo si illumina. Non so se sia felice perché, in un certo senso, ci ha preso o per noi. 

 

“Davvero? State provando ad avere un altro bambino?”- mi chiede emozionata.

“Si, ci stiamo provando.”- le dico mordendomi il labbro inferiore leggermente imbarazzata.

“E ne siete felici?”- mi domanda sorridendomi dolcemente. 

“Lo siamo.”- gli dico e faccio di tutto per trattenermi sul non dire altro, tipo quello che abbiamo scoperto questa mattina, perché prima voglio essere convinta che tutto vada bene e che non ci sia nessun tipo di problema. -“E’ stata una decisione presa da entrambi.”

“Sono così felice per voi.”- mi dice emozionata scendendo dalla poltrona e venendo ad abbracciarmi. -“Lo meritate dopo tutto quello che vi è successo e poi… Un bambino è sempre un dono, no?”

“Lo è si.”- le rispondo.

“Mi auguro che possa accadere il prima possibile, anche perché verrà fuori un altro capolavoro.”- mi dice staccandosi da me. -“Però devi ammettere che avevo ragione!”

 

E so che si riferisce a prima.

 

“Julie!”- esclamo imbarazzata.

 

La mia produttrice scoppia a ridere e mi ritrovo irrimediabilmente a sorridere anche io.

 






































 

                                                                                 * * *









































 

Dopo aver parlato ancora con Julie e aver mantenuto il mio segreto, sono andata in sala pranzo dove mi stava aspettando Ian insieme agli altri. E’ stato difficile nascondere la cosa, un po’ per il discorso appena avuto con Julie e un po’ per la troppa fame con tanto di commento di Candice finalmente hai deciso di mangiare abbondantemente anche a pranzo. Come se non mangiassi mai insomma. E’ anche vero che a pranzo di solito mangio poco, ma questo perché mangio abbastanza durante l’arco della giornata, ma, ovviamente, ultimamente mangio tutto e sempre perché ho qualcuno che ha bisogno di questo. Per ora non sono iniziate le voglie, ma Ian rimpiangerà il tempo in cui gli chiedevo in piena notte a malapena i pancake.

 

“Sono un po’ stanca, provo a dormire un po’ in camerino.”- gli mormoro all’orecchio mentre finiamo di mangiare.

 

Ian, invece, insiste per venire con me. Ci congediamo dai nostri amici, i quali stanno ancora mangiando, con una scusa e ci dirigiamo verso il camerino. Mia madre è andata a prendere i gemelli e staranno, come ogni pomeriggio, dai miei genitori. 

 

“Ti fa male da qualche parte?”- mi domanda premurosamente lui.

“No, ho solo sonno.”- mormoro mentre uno sbadiglio mi coglie all’improvviso obbligandomi a portarmi una mano alla bocca. 

 

Arriviamo nel camerino e la prima cosa che faccio, dopo essermi tolta le scarpe, è sdraiarmi sul divanetto. Ian si siede accanto a me e mi da un bacio sulla spalla.

 

“Vuoi una coperta?”- mi domanda.

 

Annuisco e in pochi secondi ho una coperta addosso che mi riscalda quasi subito. 

 

“Ho parlato con Julie prima.”- gli dico con voce leggermente assonnata. -“Le ho dovuto raccontare una mezza verità altrimenti mi avrebbe tartassata.”

“Che cosa le hai detto?”- mi chiede lui massaggiandomi alla base della schiena.

 

Non è che abbia proprio male, ma è comunque piacevole.

 

“Che stiamo provando ad avere un bambino…”- mormoro mentre chiudo gli occhi. -“C’è stato un po’ di fraintendimento… All’inizio le ho detto che ci serviva del tempo per noi e beh… Lei ha pensato subito male.”

 

Sento Ian ridacchiare alle mie spalle. Mi posa un bacio sulla spalla prima di rispondermi.

 

“Effettivamente avremo del tempo libero…”- mormora lui malizioso. 

“Ian, stavo parlando di una cosa seria…”- mormoro sempre più assonnata. -“Comunque alla fine ne è stata felice…”

 

Ian molto probabilmente mi dice qualcosa, ma non riesco a capirla perché crollo in un sonno profondo.

 

 

 

 

Pov Ian.

Entro nel nostro camerino e la trovo ancora addormentata. L’orario di inizio riprese dopo pranzo è già passato da un po’, ma fortunatamente c’è stato un problema con alcune macchine per le riprese così abbiamo guadagnato mezz’ora in più.

Ora però sono obbligato a svegliarla perché deve girare una scena con Paul.

Mi avvicino al divanetto e le accarezzo una guancia, cercando di darle un risveglio meno traumatico possibile, ma ovviamente è Nina, la stessa Nina che non si sveglia nemmeno a colpi di cannone.

 

“Neens… Svegliati…”- le sussurro all’orecchio mentre la scuoto leggermente.

 

Lei mugugna qualcosa, poi gira la testa dall’altra parte. Sorrido intenerito, ma, sebbene voglia lasciarla dormire, deve svegliarsi. Se è troppo stanca per girare la porterò a casa io stesso ed è probabilmente la cosa che farò. 

Alla fine, dopo un paio di minuti, riesco finalmente a svegliarla e avere la sua più completa attenzione, anche se rimane un po’ intontita perché si è appena svegliata.

 

“Se sei stanca possiamo andare a casa.”- le dico spostandole una ciocca di capelli dalla fronte. -“Così potrai dormire ancora.”

“No, sto bene, riposerò questa sera.”- mi dice lei alzandosi dal divanetto. -“Andiamo dai.”

 

La guardo di sottecchi, ma so che ogni mia parola non la fermerebbe comunque. 

 

 

 

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Buon pomeriggio a tutte ;)

Okay, non posto da quasi un mese, ma ormai, tra una cosa e l’altra, è inutile che stia qui a spiegarvi le motivazioni, che ormai sapete praticamente tutte ahahah

Questo, forse, è uno dei capitoli più importati ed emozionanti che abbia mai scritto, sotto ogni punto di vista, ma partiamo per gradi.

Innanzitutto ringrazio le meravigliose quattro ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e che, ogni volta, con le loro belle parole, mi invogliano a continuare ;)

Dunque, passiamo al capitol… Ah, no.

SPOILER/NO SPOILER, quindi chiudetevi gli occhi, chiudete il PC se non volete sapere altro, oppure proseguite, a vostro rischio e pericolo. A dir la verità è un po’ una cavolata visto che ne ho fatto uno anche nello scorso capitolo mi pare, ma vabbeh ahah

TORNA KATHERINE e a quanto pare farà di tutto per boicottare il matrimonio STERLINE. Dì un po’, Kath, sei anche tu KLAROLINE? E poi, povera, è giusto che si riprenda Stefan u.u

 

Comunque, momento di spoiler (o forse no!) finito, quindi passiamo questa volta al capitolo. Beh, è un continuo dell’altro e penso sia accaduto quello che tutte volevate dal primo capitolo di questa storia, compresa la parte iniziale che precede questa.

Baby Nian will be come soon!

E questi due, dopo tutto quello che hanno passato, se lo meritavano alla grande, almeno una gioia per loro quindi. 

La prima parte mi sembra abbastanza eloquente… Ma ve lo immaginate Ian che va in farmacia a prendere un test di gravidanza? AHAHAHA

Avevo anche scritto la scena, ma poi l’ho cancellata perché beh… Volevo attenermi alla realtà e al fatto che tutti lo avrebbero riconosciuto subito, però vi basta solo immaginarlo per capire. Ho voluto inserire un momento riflessione di Nina, con dialogo annesso, mentre aspettavano il risultato perché ho trovato carino e toccante il fatto che, a distanza di otto anni, si siano ripetute due situazioni molto simili, ma che lei si senti più sicura perché ora ha Ian al suo fianco e di come, appunto, le cose possano cambiare in meglio. 

Per quanto riguarda la seconda parte beh… Molte di voi avevano ipotizzato che Nina avrebbe rifiutato la proposta magari per una futura gravidanza e si, ci avete azzeccato. Sono state un insieme di cose a portarla a quella scelta, ma non se n’è pentita e non se ne pentirà mai. 

Detto questo non ho altro da dire, se non di prepararvi a vedere Ian stare appiccicato a Nina 24/24 perché vuole darle tutto il suo supporto. 

Povero, compatiamolo ;)

Scusatemi per il cambio di Pov quasi continuo, ma era necessario mostrarvi i loro punti di vista mano a mano che la situazione si faceva sempre più chiara. 

Ah, quasi dimenticavo… I dubbi iniziali su Nina penso siano stati più che leciti perché anche lei ormai si era rassegnata a una vita di mainagioia e non perché non volesse un bambino, poiché infatti l’hanno cercato per mesi. E si, è stata un po’ crudele con Ian per non avergli detto subito di essere incinta, ma è stato divertente scrivere di Ian che non capiva cosa significassero i segni sul test :’)

Alla prossima <3

 

 

  
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