Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta per I prompt del lunedì di Il giardino di Efp.
Prompf di Elena Fanti:
1 - A decide di dare un taglio al passato... iniziando dai capelli!
Il vento faceva ondeggiare le pesanti
tende di raso viola
che decoravano la finestra aperta. S’insinuava gelido nella
camera da letto,
muovendo la cascata di capelli ondulati della giovane. Erano color
dell’ebano e
le arrivavano fino ai glutei. La donna si guardava allo specchio
dell’antico
mobiletto di ciliegio che aveva di fronte. Intorno agli occhi dalle
iridi
castane si erano create delle spesse rughe che deturpavano la sua pelle
nivea.
Le sue labbra, coperte da un leggero trucco d’oro, tremavano.
Si morse il
labbro inferiore, incidendolo con i denti fino a sentire un sapore
metallico in
bocca. Un rivolo di sangue le scivolò dal labbro squarciato
fino al mento.
“E così non ero
abbastanza gentile? Avevo una nota
inquietante negli occhi?” disse la donna con voce tremante.
Si strappò il
ciondolo dorato che portava al collo e lo sbatté contro la
superficie del
mobile, facendolo tremare. Il primo dei cassetti si socchiuse. La donna
passò
il braccio sul ripiano, facendo cadere a terra con una serie di tonfi i
pettini, le spazzole e i trucchi.
La luce della luna filtrava dalla
finestra aperta, rendendo
argentee le pareti.
La donna spalancò il
cassetto, questo le scivolò di mano. La
mora indietreggiò, mentre il cassetto precipitava per terra,
andando in pezzi.
Il contenuto, che consisteva: in una serie di confezioni di crema, in
alcuni
rossetti, un asciugamano di lino bianco ricamato e una forbice dalla
lama
aguzza, si sparpagliò sul pavimento. La donna si
piegò, flettendo le gambe e
arcuando la schiena. Una delle spalline del lungo vestito viola a un
pezzo che
indossava scivolò, lasciandole scoperta la spalla.
La mora raggiunse con una serie di
calci il cassetto,
facendolo scricchiolare. Prese da terra il paio di forbici e si
raddrizzò, la
mano le tremava. Si afferrò i lunghi capelli con una mano,
stringendo le
labbra.
“Tu mi hai usato. Ti sei
divertito con me, usandomi, e il
tempo sembra avermi rinchiuso. Non resterò qui a diventare
la strega che tu
volevi che io diventassi” sibilò. Si
tagliò i capelli di netto, ricadde sul
pavimento come una cascata nera. Conficcò le forbici nel
legno del mobiletto.
“Io ti maledico, dannato.
Che la dannazione colpisca te e
tutti i discendenti!” gridò. Piegò di
lato il capo e sgranò gli occhi, le sue
iridi castane illuminate dalla luce della luna brillavano di riflessi
rosso
sangue.
“Tu crollerai nella
dannazione ed io cambierò la mia natura.
Ho tagliato i miei capelli come sacrificio per rinascere diversa. Con
questo gesto ho dato un taglio al passato, a noi, a ciò che
ci univa, a ciò che mi rendeva umana”
sibilò. Le
sue labbra divennero più piene e si tinsero di rosso sangue.
I suoi denti si allungarono
e ringhiò.
“Più tu
scenderai negl'inferi, più io salirò,
innalzandomi sopra gli altri uomini. Tu sarai dannato nella
vita come hai dannato me nell’anima”. I corti
capelli neri le ondeggiarono
intorno alla pelle che le divenne sempre più nivea,
mostrando i capillari
azzurrini.
Fuori dalla finestra volò
un pipistrello e la donna si piegò
in avanti. Si strinse le spalle con le mani, incrociando le braccia.
La vampira scoppiò a
ridere, mentre le sue iridi divenivano
completamente rosso sangue e delle ali da pipistrello le crescevano
sulla schiena.