Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil
Segui la storia  |       
Autore: Layla    24/02/2017    1 recensioni
Tamao Ishida è una delle tante schiave senza nome che lavorano come sarte per la yakuza.
La sua vita cambierà il giorno in cui deciderà di scappare e finirà per nascondersi nel pullman dei Pierce The Veil e si unirà a loro. Scoperta dall'Immigrazione verrà sposata da Jaime, per cui ha una cotta, riuscirà a farlo innamorare di lei o il loro rimarrà solo un matrimonio di facciata?
Yukari Yidashi è la merchgirl dei Pierce The Veil cotta di Vic Fuentes, ma non è detto che sia lui l'uomo che davvero ama.
Forse è una persona del suo passato che aveva considerato sempre e solo un amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Preciado, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

21) Stelle che pensano ai dinosauri.


Yukari p.o.v.

 
Il vialetto si snoda in un giardino giapponese con aceri rossi e statue tipiche.
Finalmente arrivo alla porta, salgo la piccola scala di legno e busso, Jaime mi apre sorridendo.
“Come mai sei qui?”
“Vorrei parlare con Tamao, se possibile.”
“Certo, è sul portico sul retro.”
Io sorrido, è uno dei miei ambienti preferiti.
Nelle case tradizionali spesso c’è un una terrazza-portico che dà sul giardino e questa è davvero speciale. Si affaccia direttamente in un laghetto.
E infatti trovo Tamao che beve una lattina di the con i piedi che sfiorano la superficie dell’acqua.
“Ciao, Yukari!”
Si volta sorridendo.
“Come mai sei qui?”
Io scuoto le spalle.
“Volevo solo parlare con te.”
Cerco di usare il tono più tranquillo che ho, ma qualcosa nella mi voce deve tradirmi perché Tamao corruga le sopracciglia e si alza.
“Tutto bene?”
“Non esattamente.”
“Lo sapevo.”
“Chiacchiere tra signore, me ne devo andare?”
“Come preferisci, Jaime.”
“Allora facciamo che porto tre birre.”
Sparisce dentro la casa e io emetto un sospiro pesante, emotivamente stanca e distrutta da quello che sarebbe dovuto essere il primo giorno di vacanza.
Jaime poco dopo torna con le birre e si siede sul portico insieme a noi, apriamo le lattine e il primo sorso di birra gelata raggiunge la gola. Bellissimo.
“Allora? Cosa succede?
Tu e Lee sembravate molto affiatati oggi.”
“Hai usato la parola giusta, Tamao.
Sembravamo.”
Dico amara.
“Cosa è successo?”
Mi chiede Jaime.
“Beh, avete presente che prima di andare a mangiare Matt Nicholls mi ha chiesto di fumare una sigaretta con lui?”
Annuiscono tutti.
“L’ha fatto per dirmi che Jennie June era a Brighton.”
“Chi è Jennie June?”
“L’ex storica di Lee, una vera stronza. L’ha tradito un sacco di volte e voleva che lasciasse la band.”
Spiega velocemente Jaime a Tamao.
“Abbiamo deciso tacitamente di non dirgli nulla per evitare che stesse male, dopotutto c’era la possibilità che non la incontrassimo mai, invece è successo.
Oggi eravamo al supermercato l’abbiamo incontrata e lei ha subito cominciato a fare la smorfiosa con lui che è stato freddo con lei. Il problema è arrivato dopo, Lee si è arrabbiato perché gli abbiamo mentito e ha iniziato a trattarmi piuttosto freddamente.
Ho deciso di farmi una passeggiata e ho incontrato Jennie che mi ha detto… Mi ha detto che Lee è innamorato di lei, è sempre stato innamorato di lei, anche adesso, e che se mi ha detto che pensava a me mentre stava con lei è una bugia.
Mi ha anche detto che io sono … sono solo una scopata, fatta perché non ha il coraggio di andare a puttane.
Io ho paura che abbia ragione, da quando l’ha incontrata ha cambiato atteggiamento verso di me, è come se qualcosa lo turbasse. E se Jennie avesse ragione?
E se amasse ancora lei?
Il fatto è che lei mi ha detto quella cosa di Lee che pensava a me quando stava con lei ed è la stessa cosa che mi ha detto lui.
Può essere un caso e se non lo fosse?”
“Yukari, conosco abbastanza Jennie June per sapere che è un serpente dalla lingua biforcuta che si inventa bugie per far soffrire le persone colpendole nel loro punto debole.
Ha capito che il tuo è Lee e di conseguenza si inventa palle per farti stare male, non le credere, lo dice solo per riprendersi Lee.”
“Ma perché lui ha cambiato atteggiamento da quando l’ha vista?
Non è che si è accorto che la ama?”
Jaime scuote la testa.
“Jennie è il punto debole di Lee, è la persona che l’ha fatto soffrire di più, è ovvio che stia male vedendola. Gli saranno venuti in mente i ricordi di quando stavano insieme e di come lei l’abbia fatto stare male, non credo sia ancora innamorato di lei.”
“Ok, Jaime. Tu cosa dici, Tamao?”
“Io penso che Jaime abbia ragione. Basta notare come ti guarda e ti ha sempre guardato per notare che gli piaci e che ti ama e poi i ragazzi non confessano tanto facilmente i loro sentimenti. Se l’ha fatto significa che è vero.”
Il mio cellulare si mette a suonare all’improvviso, io guardo il mittente ed è Lee.
“Pronto?”
“Ciao, Yukari. Dove sei?
È quasi ora di cena.”
Io do un’occhiata al cellulare di Tamao e noto che sono quasi le sette.
“Scusa, ero da Tamao e Jaime. Arrivo subito.”
“Hai incontrato qualcuno?”
“Cosa vuoi dire?”
Sento un sospiro dall’altra parte.
“Lo sai. Mi riferisco a Jennie.”
“Sì, l’ho incontrata e mi ha parlato.”
“Lo immaginavo. Potresti venire a casa per favore?
Ho ordinato dal cinese.”
“Ok, arrivo.”
Chiudo la chiamata e guardo i miei amici.
“Devo andare, ci vediamo in giro.”
“Va bene. Ciao, Yukari.”
Tamao mi abbraccia.
“Yukari non pensare a quello che ti ha detto Jennie, mi raccomando.”
Mi dice Jaime.
“Va bene.”
Con il cuore stretto dall’angoscia lascio la mia casa delle vacanze e mi dirigo verso quella di Lee. Mi hanno detto di non fidarmi di Jennie e in buona misura hanno ragione, ma la mia paura di perdere Lee non è svanita, temo che quella zoccola finirà per avere quello che vuole.
Arrivo alla casa che conosco bene, apro il cancello e poi la porta e subito un piacevole profumo di cibo raggiunge il mio naso, Lee ha effettivamente preso qualcosa al cinese.
Mi metto le ciabatte e poi vado verso la sala da pranzo, il tavolo è apparecchiato, ma Lee non c’è.
“Lee?”
Chiamo piano.
“Sono qui.”
Dice una voce dietro di me che mi fa spaventare, Lee ha in mano due lattine di birra e il viso in ombra.
“Ah, sei qui.
Mi hai fatto spaventare.”
“Scusa, non volevo.
Adesso è tutto pronto, vieni.”
“Ok.”
Lo seguo e ci sediamo entrambi al tavolo, io prendo un paio di ravioli e un po’ di riso alla cantonese, si parte dal primo a mangiare, no?
“Come mai eri da Tamao e Jaime?”
“Sono miei amici, ho fatto quattro chiacchiere, è la loro luna di miele ed ero anche un po’ curiosa.”
“Capisco. Avete parlato anche di Jennie?”
Io mi irrigidisco.
“Preferirei non parlare di questo argomento.”
“Io invece sono del parere contrario, l’hai incontrata, vero?”
“Sì.”
“Cosa ti ha detto?”
“Lee, è proprio necessario?”
Lui sospira.
“Lo so che non è piacevole, ma ho bisogno di sapere cosa ti ha detto per provare a rimediare ai danni.”
“Preferirei non parlarne, davvero.”
“Yukari…”
“Va bene, va bene. Se proprio ci tieni a rendere questa cena spiacevole te lo dirò.
Dice che sei suo e che ti riprenderà. Che credi di amarmi perché sono sempre stata l’unica ragazza nel tuo piccolo gruppo di amici e che magari credevi di amarmi quando stavi con lei, ma che sono tutte stronzate.
Tu hai sempre amato solo lei e che adesso mi dici queste cose solo perché hai bisogno di scopare e non hai le palle per andare a puttane.
Ecco, adesso sei felice?
Mi è passata la fame, vado a fumare.”
Mollo a metà il mio piatto ed esco per andare al mio solito angolo vicino alla piscina, è un lago dorato dagli ultimi raggi del sole. Mi accendo una sigaretta e aspiro la prima graffiante boccata, ricacciando indietro le lacrime.
Poco dopo la portafinestra si apre di nuovo ed esce anche Lee che si siede sulla sdraio vicino alla mia.
“Yukari, devi ascoltarmi.
Non devi credere a nulla di quello che dice Jennie. A nulla, mi hai capito?
È sempre stata gelosa di te, non ti ha mai sopportato e non vede l’ora di farti del male.
Non è vero che penso ancora a lei, non è vero che mi sono dichiarato per avere qualcuno con cui scopare e non è vero che voglio stare con te perché non ho il coraggio di andare a puttane.
Queste sono stronzate, tutto quello che dice lei sono stronzate e non le devi credere.
Non voglio tornare con lei, mi fa schifo.
Lei non mi ama, ama solo il Lee chitarrista famoso, non il ragazzo che sta dietro all’immagine della rockstar, ok?
Lei vuole distruggere il mio mondo, lei voleva che mollassi la band per stare con lei, lei è una stronza egoista e non va ascoltata, per favore, mi devi credere.”
Io rimango in silenzio continuando a fumare.
“Davvero preferisci credere a una ex piena di odio piuttosto che a me?”
“Il problema, Lee, è che non so più a chi credere.
È questo il problema, perché lei sarà anche un serpente a sonagli, ma non puoi negare di essere stato malissimo per lei e sono certa che sentimenti del genere non si possano dimenticare facilmente.”
“Yukari.”
“Lasciami fumare in pace.”
“Yukari, non permetterle di distruggere quello che si è creato tra di noi, ti prego.”
Detto questo lui rientra in casa lasciandomi piena di dubbi.
A chi devo credere?

 
La sera è scesa su Brighton con naturalezza.
Il sole si è fatto il suo bagnetto nel mare colorandolo di rosso, arancio e oro, poi nel cielo è rimasta solo una striscia verde acqua a commemorare il giorno e se ne è andata infine – vedova giornaliera – per lasciare spazio al manto scuro della notte trapuntato di stelle.
Lee è seduto sul divano a guardare la tv e io sto disegnando sul tavolo qualcosa che non riesce a prendere forma, continuo a cancellare e a mettere nuove righe sul foglio.
Alla fine il cellulare di Lee suona per l’arrivo di un messaggio che lui legge.
“È Nicholls. Chiede se ci va di uscire, a quanto pare hanno riaperto quel posto sul lungomare dove andavamo quando eravamo pischelli.”
“Il Jamaica? Quello con le specialità tropicali, la musica reggae e le casse usate come sedie?”
“Ah ah.”
Dentro di me si scatena una guerra, da una parte voglio andare, dall’altra l’idea di poter vedere Jennie di nuovo mi terrorizza.
Rimango in silenzio mordicchiando la matita e pensando a che fare.
“Allora? Che gli dico?”
“Io non esco, non me la sento.
Magari ci vado domani da sola, ma stasera no.”
“Che? Ma se eri quella a cui quel posto piaceva di più!”
“Lo so! Ma ho paura.”
“Di che? Di bere troppo rhum?”
Io sospiro e abbasso gli occhi.
“Di incontrare Jennie di nuovo, due volte in un giorno sarebbero troppo.”
Lui batte un pugno sul tavolo e impreca sottovoce contro la sua ex.
“Va bene. Adesso scrivo a Matt.”
Digita il messaggio e gli arriva subito la risposta.
“Ci si vede là alle dieci e mezza, vado a prepararmi.”
Sale in camera sua e immediatamente il mio cellulare inizia a suonare e manco a dirlo è Nicholls anche sul mio, io esco e rispondo mentre mi siedo su una delle solite sdraio.
“Qual è il problema, Yidashi?
Ho scelto quel posto perché sapevo che ti piaceva e perché speravo tu potessi tubare un pochino con Lee.”
“È successo un casino dubito che avremmo tubato.”
Rispondo con l’ennesimo sospiro di questa serata storta.
“Che casino è successo?”
“Sai che dovevano andare a fare la spesa?”
“Ah ah.”
“Abbiamo incontrato Jennie e lei ha fatto la gatta morta.”
“Merda.”
“Da lì ha capito che tu mi avevi detto che Jennie era in circolazione e si è arrabbiato perché gli abbiamo mentito. Dopo sono andata a farmi un giro e ho incontrato la vacca che mi ha sputato addosso veleno dicendo che Lee stava con me solo perché aveva bisogno di scopare e che amava lei.
Lee mi ha costretto a dirglielo e mi ha rassicurato dicendo di non credere a nulla di quello che dice lei.”
“Ma…”
Mi dice Matt.
“Sono confusa e ho paura che lei possa avere ragione. Lee ha reagito davvero male quando gli ho detto di Jennie.”
“Ma ti ha anche rassicurato.”
“Ed è esattamente perché sono confusa, mi sembra che tutto quello mi abbia detto possa non essere vero.”
“Il che è sbagliato, stai facendo il gioco di Jennie comportandoti così.”
“Forse hai ragione.”
“Allora vieni stasera.”
“No, non me la sento. Scusa, Matt.”
Lui sospira.
“Ok, Yukari. Promettimi almeno che non passerai la serata a piangere.”
“Va bene, divertitevi.”
“Sì, ciao.”
Chiudo la chiamata e mi sdraio sul divano, abbracciando il cuscino che Lee teneva in mano fino a poco tempo fa.
“Chi era al telefono?”
Mi domanda .
Io decido di dirgli la verità, mentire non è una buona politica, me lo ha insegnato la storia di Jennie.
“Matt Nicholls.”
“E cosa ti ha detto?”
“Di crederti e di venire stasera.”
“Ma tu non farai nessuna delle due cose, vero?”
“Non verrò stasera, ma può darsi che ti creda.”
“Venire a Brighton non è stata una buona idea.”
Commenta prima di andarsene.
No, non è stata affatto una buona idea, tutto sta cadendo a rotoli.
Doveva essere una vacanza rilassante, un modo per dimenticare del tutto Vic, e un’occasione per rinsaldare la nostra amicizia facendo qualcosa che facevamo in passato, ma non è stato così.
Era partita bene, potevo davvero tubare con Lee e dirgli che lo amo a un certo punto, invece si è messa in mezzo Jennie e tutte le carte sono state scompigliate.
Lee forse non la ama, ma lei non gli è indifferente, un’ombra è caduta su di lui da quando l’ha vista e non so a cosa sia dovuta.
Rabbia?
Nostalgia?
Capire che la ama ancora?
“No, non la ama. Non mi avrebbe detto quello che mi ha detto se la amasse ancora, ci tiene alla nostra amicizia.”
Dico ad alta voce nel silenzio della casa.
“Ti ha persino detto che mentre stava con me pensava a te: tutte stronzate.
Ha sempre amato me e continua a farlo tuttora, se ti ha detto quelle cose è perché ha bisogno di qualcuno con cui scopare e non ha il coraggio di andare a puttane”
Replica la voce dell’ex di Lee.
“Vattene, demone.
Vattene via, non ti renderò le cose facili.”
Mi alzo dal divano, vado al piano superiore e mi metto un costume da bagno.
È sera e c’è già buio, ma la piscina della casa è illuminata da dei faretti e ci sono delle luci esterne che aspettano solo di essere accese. Le accendo e poi mi tuffo nell’acqua, sembra di entrare in un iceberg sciolto, ma io faccio finta di nulla.
Riemergo e faccio un po’ il morto per abituarmi alla temperatura, intanto guardo le stelle, scintillano così lontane, così belle e così indifferenti ai problemi umani.
Alcune di loro sono già morte e forse negli ultimi istanti della loro vita pensavano ai problemi dei dinosauri, chi può saperlo.
Lee mi ama?
“Sì.”
Sembrano sussurrare lentamente loro.
È solo quel po’ di pioggia che serve per raggiungere l’arcobaleno, solo quello, presto andrà tutto bene di nuovo e Jennie sarà ancora solo un ricordo lontano.
Torno sott’acqua con la testa piena di pensieri contradditori e cerco conferma in questo blu illuminato a tratti dai faretti, che gli dona pozze azzurre.
Muovo lentamente le braccia aspettando di raggiungere quella calma che provo sempre quando nuoto ma stasera sembra essersene andata lontano.
Scoraggiata riemergo e guardo ancora un po’ le stelle, poi esco dalla piscina, mi avvolgo in un asciugamano e vado a farmi una doccia calda. Fatta quella e asciugati i capelli esco di nuovo a fumarmi una sigaretta, cosa posso fare adesso?
Forse la cosa migliore sarebbe uscire a fare una passeggiata, ma sono sicura che se dovessi farlo non resisterei alla tentazione di fare un salto al Jamaica e non so se mi piacerebbe vedere Jennie che ci prova con Lee. Senza contare che quella voce che mi dice che lui potrebbe accettare le sue avances diventerebbe più forte e io non voglio.
Sospirando torno dentro e do un’occhiata ai dvd di Lee e alla fine trovo quello de “Il mio vicino Totoro”, mi riporta alla mente la volta che l’ho visto con i Pierce The Veil e Tamao, ma non mi importa. È abbastanza poetico da distrarmi e Dio solo sa quando abbia bisogno di poesia e magia nella mia vita.
Inserisco il dvd e mi immergo nelle avventure di Satsuki e Mei, nei loro incontri con il misterioso fantasma Totoro e mi sento meglio.
Mi sento così bene che mi addormento durante la visione, che stupida.
Mi sveglio la mattina dopo, ma non sono sul divano, ma sul letto matrimoniale che divido con Lee, in pigiama e coperta amorevolmente.
Chi mi ha portato qui?
Deve essere stato lui,  non posso esserci arrivata da sola!
Tasto l’altra metà del letto, ma è vuota e fredda, come se non ci avesse dormito nessuno, mi volto e noto che in effetti è intatta. Lee mi ha portata a letto, ma non ha dormito qui, il cuore mi si stringe.
Perché?
E dove è adesso?
Mi metto le ciabatte e controllo la camera degli ospiti: completamente intatta, nemmeno qui ha dormito qualcuno.
Il mio cuore inizia a battere più veloce, sempre più preoccupato, dov’è Lee?
Scendo al piano inferiore e scorgo una figura informe sul divano, mi avvicino senza fare rumore e vedo lui che dorme avvolto in una coperta, il berretto grigio che porta sempre appoggiato sul basso tavolinetto che c’è lì vicino.
Mi perdo interi minuti a guardarlo, sembra un bambino, così indifeso e fragile.
Non voglio assolutamente perderlo né cederlo a Jennie, ma ho paura che dovrò farlo, perché stanotte pur avendomi portato a letto non è rimasto a dormire con me?
Perché ha scelto di dormire sul divano?
Forse ha la coscienza sporca?
Forse ha fatto qualcosa che non doveva stanotte?
Mi allontano silenziosa dal divano ed esco fuori con una sigaretta in mano e le lacrime che minacciano di uscire dagli occhi, un piccolo singhiozzo finisce per sfuggirmi, ma lui non lo sente per fortuna.
Fuori mi accendo la sigaretta e lascio che le lacrime scorrano sulle mie guance, ho una paura fottuta, paura di avere perso la mia occasione in questo mese in cui abbiamo vissuto insieme, ma – cavolo! – chi pensava che Jennie sarebbe tornata alla carica?
Penso nessuno, dopo Deni sembrava archiviata del tutto, il che purtroppo non è vero, il fattore ex si è ripresentato.
Cosa devo fare?
C’è una parte di me che mi suggerisce di scappare ora che Lee dorme, che il mio appartamento a Londra ora è libero e che non è il caso di farsi del male assistendo al ritorno di fiamma tra lui e la vacca; un’altra mi dice che così facendo gli spezzerei il cuore.
Ma il suo cuore è mai stato mio?
Si potrebbe davvero spezzare a causa mia?
Sono talmente presa nei miei pensieri che non mi accorgo che la mia sigaretta è ormai spenta fino a quando qualcuno non me la toglie di mano: Lee.
Io sobbalzo.
“Cosa ci fai qui?”
“Mi sono svegliato e sono salito a vedere se fossi sveglia anche tu, ma non c’eri e ti ho trovata qui.
Come mai quell’aria imbambolata?”
“Pensieri miei, entriamo a fare colazione?”
Lui annuisce perplesso.
Cammino come un’acrobata sul filo della normalità per evitare il disastro, spero di farcela.
Spero che Jennie non vinca, ormai sono certa di amarlo.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Pierce the Veil / Vai alla pagina dell'autore: Layla