Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: __aris__    24/02/2017    3 recensioni
Dopo che il suo complotto è stato smascherato, il Principe Hans è stato rimandato nelle Isole del Sud dove è stato processato per alto tradimento dalla stessa famiglia reale che lo ha privato del titolo e condannato a morte. La notte prima dell'esecuzione Tremotino si presenta nella sua cella per fargli una proposta: concedendogli una seconda possibilità per avere il trono di Arendelle. -- cross over tra Once Upon a Time e Frozen. La storia si svolgerà esclusivamente nel regno delle favole ma non spiega nulla sulla fine della terza stagione. Sarà una Helsa.
Spero vi piaccia e che venga recensita. Buona lettura.
La copertina all'inizio di ogni capitolo è di Simpaleo, vincitrice del concorso per l'immagine di copertina.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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AVVISO DELL’AUTRICE: non so come scusarmi per aver impiegato tanto tempo per scrivere questo capitolo. Posso dirvi che la stesura è iniziata a Agosto ma tra impegni vari e ispirazione che è stata molto latitante in questi mesi (almeno per le long) sono arrivata praticamente a Marzo. Vi ringrazio per aver continuato ad aver fede e aver mantenuto la storia tra le preferite, seguite o ricordate.
Il nuovo banner è una mia creazione e spero vi piaccia.
Buona lettura e, se volete, sappiate che i commenti sono bene accetti.
 
 
 
 
Gli uomini di Weselton avevano seguito i principi alla distanza giusta che aveva permesso loro di osservarli non visti fino all’emporio ai piedi delle montagne. Lì avevano regalato un sacco peno di monete d’oro ad un uomo dai grandi baffi rossi in cambio di una semplice informazione: dov’erano diretti i viaggatori. Sorridente e gioviale aveva risposto che erano diretti alla Montagna del Nord ed aveva indicato loro la strada per raggiungerla. Li aveva messi in guardia contro i pericoli che avrebbero trovato lungo il cammino, proponendogli di acquistare qualche articolo invernale del negozio, ma gli era stato risposto che la loro missione era aiutare i Principi a riportare l’estate e che non gli serviva nient’altro se non una mappa che fu prontamente estratta dal bancone. A quel punto seguire Hans e David non serviva più: appena capirono quale sentiero la loro guida aveva scelto decisero di arrivare alla Montagna del Nord dalla direzione opposta per coglierli alle spalle. Camminarono nella neve per tutto il giorno fino a quando non arrivarono davanti ad un’imponente parete di roccia scoscesa in cima alla quale si poteva vedere il castello della Regina dei Ghiacci.
 
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Il castello di Elsa è oltre quelle rocce!” annunciò Olaf dopo diverse ore di cammino.
Il sole era sorto tingendo la neve di un rosa tenue che lasciò presto il posto a un delicato chiarore che si rifletteva dai picchi immacolati. Hans aveva osservato il cielo mentre David raccontava a Kristof del suo incontro con Biancaneve, di come lei gli aveva rubato l’anello di fidanzamento destinato alla figlia di Re Mida e delle peripezie che avevano affrontato per riprenderlo, dell’incantesimo del sonno, del risveglio della principessa e della battaglia finale contro Regina. Il tagliatore si era stupito più volte del coraggio di Azzurro e alla fine gli aveva regalato una fragorosa pacca su una spalla per dirgli che, anche se lo credeva ancora un po’ pazzo, era orgoglioso dell’uomo che era diventato.
Cero che ti sembro pazzo, tu non hai ancora incontrato il tuo vero amore. Quando capiterà vedrai che sarai capace di affrontare le imprese più incredibili e i pericoli più tremendi pur di proteggerlo.” Gli rispose David sorridendo.
Hans li aveva ascoltati con lo stesso interesse che aveva riservato ai capi d’accusa durante il processo: poco più di un rumore di sottofondo per i suoi pensieri. Passo dopo passo, ammirando il susseguirsi dei colori in cielo, aveva ripensato all’ultima notte in cella, quando aveva aspettato l’alba cercando di convincersi che morire decapitato sarebbe stato meglio di stringere un accordo con Tremotino. Credeva che quella fosse l’alba più bella che avrebbe mai potuto vedere, ma si era sbagliato. Lo spettacolo creato dalla neve e dalle nuvole era stato di gran lunga superiore. Si chiese quanta parte di quello splendore fosse dovuto alla magia di Elsa. Senza non ci sarebbe stata neve a luglio nemmeno a quote tanto alte, ma questa neve era così bianca e perfetta da riflettere il cielo proprio come avrebbe fatto una tela bianca in mano a un sapiente pittore. Per un attimo si ritrovò a rimpiangere che la Regina non fosse capace di controllare il suo dono. Dopotutto, se era riuscita a dare la vita a un ammasso di acqua fredda, cos’altro era capace di fare?
Che potesse addirittura fronteggiare la magia dell’Oscuro?
Eccolo, eccolo!” Olaf saltellò come un bambino felice appena il castello apparve davanti ai loro occhi: un rifugio fatto di guglie degli stessi colori del cielo che sembrava una parte del picco più alto della Montagna del Nord. Davanti a loro un lunghissimo ponte istoriato gli avrebbe permesso di superare un precipizio apparentemente senza fondo. Oltre il ponte un imponente portone di ghiaccio, chiuso.
Wohow!” esclamò Kristoff a bocca aperta “Questo sì che è ghiaccio!
La renna fu la prima ad avvicinarsi: stupita quanto il suo padrone, provò a passare il ponte ma il ghiaccio era troppo scivoloso per i suoi zoccoli e ogni suo tentavo si concludeva con una rovinosa caduta nella neve.
Ti aiuto io amico!” il tagliatore corse da Sven prima di dire agli altri di andare avanti perché loro ci avrebbero messo un po’.
I principi annuirono e senza aggiungere altro iniziarono la traversata del ponte. Il cuore di Hans rimaneva saldo: quella era la sua occasione: se avesse giocato bene le sue carte avrebbe potuto restare solo con Elsa e intrappolarla nell’ampolla che gli aveva dato Tremotino. Poi sarebbe stato re e Anna sarebbe diventata solo un nome nei libri di storia: tutti avrebbero elogiato il valoroso principe che era venuto da una terra lontana per porre fine al sortilegio di Elsa e tutto sarebbe stato come avrebbe sempre dovuto essere. Questa volta non le avrebbe salvato la vita, si disse stringendo la mano alla tracolla in pelle che aveva sulla spalla. Questa volta non ci sarebbero stati errori! C’era solo una cosa che doveva fare: trovare una scusa per rimanere solo con Elsa. “È meglio che parli da solo con la Regina.”  Disse prima di bussare al portone “Dopotutto se non mi fossi proposto ad Anna così velocemente tutto questo non sarebbe mai successo.”
David annuì. Avrebbe voluto dirgli che ciò che era successo non era colpa dell’amore, che il vero amore porta speranza, ma capiva che era l’onore a muovere Hans.
Il cadetto bussò ma nessuno rispose, riprovò nuovamente e aspettò ancora qualche minuto prima di spingere le pesanti porte ed entrare. Se pensava che l’altra volta aveva dovuto affrontare un golem di neve per raggiungere quella stessa stanza non era certo disposto a fermarsi davanti a una porta chiusa! L’interno del castello era esattamente come lo ricordava: completamente di ghiaccio azzurro, il pavimento scivoloso e lucente come uno specchio, la scintillate fontana centro della stanza dietro la quale si erigeva l’imponente scalinata. In cima Elsa, più bella dell’alba.
Tornate ad Arendelle Principe.” Disse senza scendere. La sua voce risuonò austera nello spazio vuoto. “Sposate Anna e rendetela felice. Siate la sua famiglia, avete la mia benedizione.”
Non posso.” Hans si avvicinò vedendo diminuire ad ogni suo passo la sicurezza della Regina. Ma nei suoi occhi non c’era la paura della preda che vede arrivare il cacciatore, ma di quello che lei avrebbe potuto fargli. “Arendelle è sotto un inverno perenne e solo voi potete sciogliere il sortilegio.
Gli occhi azzurri della donna si spalancarono “Cosa?
Sono venuto per riportarvi a casa e farvi porre fine al sortilegio.” Il cadetto aveva iniziato a salire la scalinata ghiacciata. Una mano aperta e conciliante dimostrava che non aveva paura, l’altra si insinuava furtiva nella tracolla cercando l’ampolla dorata.
Io non posso!” rispose l’altra indietreggiando, la voce ferma di pochi istanti prima era solo un ricordo. “Non so come fare!” ammise prima di correre via.
Hans sorrise: l’aveva trovata! “Insieme troveremo il modo. Arendelle è la vostra casa, il vostro regno ed ora ha bisogno di voi.” Ancora pochi passi e il trono sarebbe stato suo. “Non lasciate che la paura vi comandi, c’è del buono nel vostro dono. Io so che non siete un mostro e lo sa anche Anna.”
La regina ricomparve davanti ai suoi occhi, esitante. Le mani congiunte davanti al cure, le braccia attaccate al busto, sembrava essere diventata più piccola. Al centro di quella stanza ottagonale ornata da quell’enorme stalattite di ghiaccio, imprigionata nuovamente dalle sue paure. “Davvero Anna non mi odia?
Anna è vostra sorella, non potrebbe mai odiarvi.” Almeno su questo era sicuro di non mentire: nonostante tutto Anna avrebbe sempre amato Elsa. Povera piccola, sciocca e ingenua Anna!
Come potrebbe non farlo? Sono un mostro. Guardate cosa ho fatto al regno che ho giurato di proteggere!
Non lo avete fatto apposta. Io lo so, e lo sa anche Anna. E presto lo sapranno anche i vostri sudditi. Ma dovete venire con me.”
Elsa sembrava combattuta, si torceva le mani mentre piccoli fiocchi di neve la circondavano “Io non posso.” Disse alla fine allontanandosi dal principe. “Li avete sentiti all’incoronazione? Io sono la causa di questo sortilegio, come posso tornare se non so come spezzarlo?
Hans poté muovere solo un passo, pronto ad aprire l’ampolla appena Elsa avesse guardato altrove, prima che la voce di Olaf risuonasse nel grande salone.
Oh ma che bello! Guarda come luccica questo ghiaccio!
Ma chi ha parlato?” chiese Elsa in direzione della strana voce.
Pochi secondi dopo Olaf fece la sua comparsa nella stanza saltellando felice come un bambino. Quando vide la sua creatrice si fermò davanti a lei, immobile, con gli occhi che si sgranavano lentamente “Tu sei Elsa, vero?
La regina osservò il pupazzo di neve perplessa “Si, ma tu chi sei?
Io sono Olaf e amo …
“I caldi abbracci.” Lo anticipò stupita “Sei vivo?
Io … ” il pupazzo si guardò il corpo di neve allargando le braccia “Io … credo di si. Mi hai creato tu … te lo ricordi?
Elsa si avvicinò per toccare il pupazzo di neve. Ancora stentava a credere che quella strana creatura fosse frutto della sua magia. “Si … sei uguale a quello che ho fatto con Anna quando eravamo bambine.”
Hans rimise l’ampolla in tasca. “Visto Maestà? C’è del buono nella vostro potere. Tornate ad Arendelle, non siate il mostro tutti che temono. Diventate l’eroe della vostra storia.
Elsa non fece in tempo a riflettere sulla proposta del principe che le porte del balcone vennero spalancate da un poderoso calcio. Sulla soglia due uomini armati di spade la fissavano dritta negli occhi. Uno era alto e massiccio con folti baffi e il naso schiacciato, l’altro, meno imponente del compagno, aveva lunghe basette e lo sguardo torvo.
Ecco la regina!” disse quello più grosso mentre il compagno estraeva una balestra dal mantello e prendeva la mira.
No!”  Senza pensare Olaf corse verso l’uomo che prendeva la mira e gli saltò addosso. L’altro sguainò la spada tagliando in due il pupazzo di neve. Il corpo di Olaf rotolò sul pavimento ma la testa riuscì a colpire il servitore di Weselton e a fargli mancare il bersaglio.
In una frazione di secondo la freccia colpì il pesante ornamento di ghiaccio e Hans si ritrovò a ripetere lo stesso gesto dell’altra volta: di slancio afferrò Elsa per evitare che fosse colpita dalla stalattite. Senza che se ne fosse reso conto aveva usato nuovamente il suo corpo come scudo, proteggendo la testa della regina con una mano affinché non si facesse alcun male mentre rotolavano sul pavimento.
State bene maestà?” Hans vide il suo volto specchiarsi negli occhi di Elsa scoprendo una sincerità che non credeva gli potesse appartenere. Per un motivo che non capiva l’incolumità di Elsa era l’unica cosa importante in quel momento.
Voi mi avete salvata principe Hans!
Se fosse stato il Principe Azzurro di Biancaneve avrebbe risposto che lui l’avrebbe sempre salvata, ma lui era Hans von Hohenlohe, tredicesimo in linea di successione al trono delle Isole del Sud, e quella frase non era per lui. “È quello che fanno i principi, maestà!” disse con un sorriso dall’aspetto onesto e sincero. Ma appena ebbe finito di parlare le labbra si piegarono in una smorfia di dolore, fu quando vide che una mano di Elsa era sporca di sangue che comprese di essere stato colpito al fianco da una scheggia di ghiaccio.
Siete ferito principe!” disse lei osservando una goccia rossa cadere dalle sue dita.
Hans si fece forza e con l’aiuto della spada si rimise in piedi. “Non preoccupatevi maestà: ho affrontato momenti peggiori.” Una parte di lui non avrebbe voluto combattere, dopo tutto lui e i servi del Duca volevano la stessa cosa! Ma evidentemente aveva recitato la parte del principe senza macchia e senza paura troppo a lungo e si era immedesimato troppo nel personaggio per poter tornare indietro. E poi, se proprio doveva more, era meglio farlo combattendo che per mano del boia o di Tremotino.
Non crederete che finisca così!” disse l’uomo più grosso partendo alla carica con la spada in aria “Siamo stati mandati per uccidere la Regina, e non falliremo!
Ne sei davvero convinto?” sulla porta comparvero David e Kristoff. Il principe sguainò subito la spada correndo in aiuto dell’amico mentre il tagliatore di ghiaccio scrocchiava le dita pronto per una rissa.
Le guardie di Weselton si guardarono negli occhi decidendo se fosse meglio ritirarsi o tentare il tutto per tutto. Dover affrontare colui che aveva sconfitto perfino la Regina Cattiva non li allettava per niente, ma non avrebbero avuto un’altra occasione.
Chiudete la finestra Altezza.” Disse Kristof “Impeditegli di fuggire.”
Elsa si alzò in piedi e tese una mano in avanti. Dal palmo uscirono una miriade di cristalli di ghiaccio che oltrepassarono le guardie creando un muro alle loro spalle.
Se fossi in voi mi arrenderei!” suggerì un agguerrito David.
Se fossi in voi pregherei!” Rispose quello più piccolo con un ghigno.
Kristoff sorrise. Fare a pugni non gli piaceva, ma non perdeva una scazzottata con un altro tagliatore di ghiaccio da non sapeva nemmeno quando. “Come preferite!” disse caricando la guardia che aveva appena parlato.
Nello stesso momento David e l’altro uomo incrociarono le spade.  
Hans osservò i due combattimenti spostando lo sguardo da uno all’altro. Kristoff dimostrò presto che la sua forza fisica compensava lo svantaggio dell’essere disarmato schivando tutti i fendenti del suo avversario e tirandogli anche un paio di pugni bene assestati che fecero lo traballare. David invece era agile e astuto tanto quanto la sua guardia era forte e stupida: dopo un paio di scaramucce iniziali usate per saggiare le sue capacità non ebbe problemi nel bloccare ogni attacco. Dopo tutto si diceva che avesse decapitato un drago e sconfitto perfino una sirena!
Entrambi i duelli non durarono molto ma inaspettatamente il primo a vincere fu il tagliatore di ghiaccio: approfittando di un attimo di distrazione del suo avversario lo colpì sotto le costole con un vigoroso pugno. La guardia incasso il colpo indietreggiando e lasciando cadere la spada ma prima ancora che toccasse il suolo Kristoff gli elargì un secondo pugno sul naso e il poveretto cadde a terra senza aver capito cosa gli fosse successo.
Intanto David e l’altra guardia continuavano a fronteggiarsi scambiandosi qualche fendente per poi tornare alle posizioni di partenza. Prima si sentiva il clangore delle spade e poi il silenzio, fino a quando le lame non si incrociavano ancora. Ad un certo punto David parò prima una sciabolata e subito dopo si inginocchiò per ferire una gamba del gigante. Mentre l’uomo scivolava a terra il principe si rialzò con una giravolta e gli puntò la spada alla gola. “Vi suggerisco di creare un gabbia per non farli scappare, Altezza. Dopo che avrete sciolto il sortilegio su Arendelle potrete occuparvi di loro e dell’uomo che li ha mandati.” Disse riprendendo fiato.
Elsa guardò David stringendosi le mani al petto. “Io non posso tornare ad Arendelle, principe. Non dopo quello che è successo.”
So come vi sentite Elsa: imprigionata in una battaglia che non potete vincere. Ma è proprio per questo che dovete combatterla. Solo così potrete continuare a vivere.” La spronò il sovrano della Foresta Incantata.
Io posso sopravvivere, starò bene qui. Ma Anna, Arendelle e il principe Hans…”
Non basta sopravvivere, dovete vivere e convivere con il peso delle vostre azioni. Riuscirete a sopportare il pensiero di quello che avete fatto al vostro regno? Con l’idea che solo voi avreste potuto salvarlo?
Ma non so come!” ammise tristemente “Io non so controllare la mia magia.” E di nuovo la regina fu circondata di piccoli fiocchi di neve.
David sorrise “Non importa: la Fata Turchina vi aiuterà.”
Elsa era divisa: avrebbe tanto voluto rivedere Anna e trovare un modo per dominare i suoi poteri, ma avrebbe avuto la forza di tornare ad Arendelle e affrontare di nuovo gli occhi di tutti coloro che l’avrebbero ritenuta un mostro senza se e senza ma?
E cosa sarebbe successo se avesse perso il controllo ancora una volta?
Avete creato la vita da della semplice neve, se crederete nel vostro dono sarete capace di fare qualunque cosa.” Disse Hans tamponando la ferita con una mano. “Non chiudetevi dietro una porta chiusa Elsa! Anna, io, Biancaneve, David saremo sempre al vostro fianco. Qualunque cosa succederà l’affronteremo insieme e la supereremo.
Elsa guardò prima il cadetto e poi gli altri due uomini. Nei loro occhi c’erano fiducia gentilezza e comprensione. Invece di temerla avevano combattuto per lei. Per loro non era un mostro o una strega malvagia, era solo Elsa. Nessuno aveva mai avuto tanta fiducia in lei, nemmeno i suoi genitori. “Io non so cosa dire.”
Dite solo si.” Mai in vita sua la regina dei ghiacci aveva visto un sorriso incoraggiante come quello del principe David.
“Va bene.” disse dopo averci riflettuto per qualche momento. “Tornerò con voi.”
Si Che bello! Andiamo ad Arendelle!” disse Olaf battendo le mani di legno “Ma prima qualcuno mi dirà il mio popò per favore?
David si guardò attorno per vedere che del fondoschiena del pupazzo era rimasto solo un mucchietto di neve ma prima che potesse dare la brutta notizia Elsa gli si era già avvicinata e con la mano tesa aveva ricreato il bacino e le gambe di Olaf che iniziò subito a saltellare per la stanza.
Dobbiamo pensare anche a questi due.” Disse Kristof indicando con il pollice la guardia che aveva appena steso.
Siete pazza se pensate di poter tornare ad Arendelle dopo quello che avete fatto Altezza! Tutti hanno visto che siete solo una strega crudele!” disse quello ancora sveglio.
David premette la punta della spada contro la sua gola fino a quando l’uomo non ebbe paura che lo avrebbe ucciso “E tu se pazzo a parlare così con la mia spada puntata alla gola!” gli intimò.
Grazie principe per la vostra fiducia.” Disse la regia “Adesso allontanatevi da lui.”
Mentre David si allontanava di qualche passo Elsa creò attorno al prigioniero una gabbia di ghiaccio che nessuna spada sarebbe mai stata in grado di spezzare, e subito dopo fece lo stesso con il suo compagno ancora svenuto.
Adesso dobbiamo andare. L’inverno non è l’unica minaccia al vostro regno.” Intervenne Hans sentendo il freddo della lama diffondersi nel suo corpo.
Gli occhi di Elsa si velarono di preoccupazione “Che volete dire? Di cosa parlate?”
Non lo sappiamo, anche per questo dovete tornare: dovete difendere Arendelle.” Rispose il cadetto accasciandosi a terra.
David e Kristoff corsero dal compagno per sorreggerlo. Uno a destra e l’altro a sinistra si caricarono un braccio del cadetto attorno alle spalle.
Forse dovremo togliergli la lama di ghiaccio.” propose Elsa “Sta tremando di freddo.”
No.” Rispose David “Fino a quando non si scioglierà impedirà al sangue di uscire dalla ferita, ma dobbiamo tornare al castello prima che muoia di freddo.
Possiamo caricarlo su Swen fino a quando non arriviamo alla slitta.” Propose Kristoff mentre scendevano la scala di ghiaccio che riportava al grande salone con la fontana.
David scosse la testa “Potremo non fare in tempo.”
Forse io posso fare qualcosa.” Disse Elsa alle loro spalle “Forse posso creare una slitta di neve.”
Non siete obbligata altezza.” Rispose Hans che iniziava quasi a sperare di perdere conoscenza prima che la punizione di Tremotino si abbattesse su di lui. Perché si ritrovava sempre a salvare Elsa? Aveva smesso di essere una persona altruista quando era ancora bambino, ma salvare lei era stato qualcosa di talmente istintivo che non ci aveva nemmeno pensato. Era stato naturale come respirare.
Voi siete il fidanzato di Anna e vi siete ferito per salvarmi la vita, non potrei perdonarmi se non cercassi di aiutarvi.” La voce di Elsa fu nuovamente stentorea e inflessibile: amplificata dalla grande stanza vuota sembrava essere tornata quella della regina dei ghiacci.
David e Kristoff si scambiarono un cenno d’intesa “Allora è deciso. Ma dovrete creare una slitta molto veloce.” Disse il tagliatore.
Swen li vide uscire dal castello e scodinzolò per dimostrare il desiderio di entrare nel palazzo di ghiaccio. Il tagliatore lo guardò fugacemente mentre scendeva la lunga scalinata “Un’altra volta amico.” disse e la renna si afflosciò sé stessa prima di provare a piantare gli zoccoli sul gradino davanti a lei, ma ancora un volta il ghiaccio era troppo liscio per lei e così dovette aspettare l’aiuto del suo padrone.
Mentre Kristoff aiutava Swen con le scale una mesta Elsa allungava le mani davanti a lei creando un piccolo tornado di neve e ghiaccio che, dissolvendosi, rivelò una slitta tirata da tre cavalli. La slitta, i cavalli e i loro finimenti erano di scintillante ghiaccio bianco e azzurro. Nella slitta c’erano sedili con cuscini trapuntati fatti di soffice neve, uno per chi avrebbe guidato i cavalli e due nella parte posteriore l’uno di fronte all’altro come fosse una carrozza. I cavalli, pronti a partire, avevano finimenti con sonaglini e nappe, davanti a loro un posto vuoto per la renna che appena vide quella meraviglia si precipitò per le scale scivolando e trascinando anche Kristoff che si ritrovò con il sedere nella neve senza aver capito cosa fosse successo.
È bellissima Maestà.” Disse Azzurro osservando le volute e i riccioli ricamati sulla slitta.
Ci porterà ad Arendelle in poche ore.” rispose la regina guardando Hans che premeva con una mano sulla ferita.

 
   
 
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