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Autore: _Marlee_    24/02/2017    2 recensioni
Dietro a quei muri e a quel cuore di vetro si nascondeva una donna fragile che portò Arizona ad avvicinarsi a lei nonostante tutto e nonostante tutti. Il suo primo vero amore sarebbe sempre rimasta Callie, ma Callie non c'era piu ed Eliza era li, indifesa e attaccata, cosi cominciò un nuovo capitolo del libro della dottoressa Robbins.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Arizona Robbins, Callie Torres, Sofia Robbins Sloan Torres
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessuna stagione
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“Catherine, è stata lei a chiamare la Minnick” disse Arizona durante la pausa pranzo chiarmente in assenza di Webber “Mia madre?” chiese Jackson incredulo, quella donna non finiva mai di sorprenderlo “Si, tua madre Jackson. Non oso immaginare come si sia sentito Richard” continuò Arizona, lei come tutti gli altri voleva bene al ex capo di chirurgia, nonostante fosse arrivata li tardi, e già da strutturata lui non esitò mai a consigliarla ed aiutarla, perchè era vero, il metodo di insegnamento di quell'uomo ce l'aveva solo lui e tutte le cose che Arizona conosceva su come affrontare i pazienti glie le aveva insegnate lui.

Il cerca persone di Arizona cominicò a suonare e cosi anche quello di Jackson.

“Cosa abbiamo?” chiese Arizona all'arrivo dell'ambulanza “Un politrauma. Incidente stradale. Donna, 29 anni, incinta al quinto mese di gravidanza” disse Richard, quando gli dissero il caso non si rese conto di cosa stesse succedendo, ma non appena lo ripetè a voce alta si rese conto di ciò che stavano apsettando “Arizona, possiamo chiamare Karev” disse subito Richard, lei non capì subito, ma non appena aprirono le porte dell'ambulanza le tornò tutto in mente.

Ai margini ad assistere c'era Eliza, li per dire la sua e per fare il suo lavoro. Arizona rimase immobile per qualche secondo, tutti capirono ma Eliza no, così intervenne e fu lei ad aiutare i paramedici, non appena sentì la voce della dottoressa mora Arizona si ricompose e prese di nuovo il suo posto.

Attorno alla donna si riunirono tutti i medici necessari, Owen, Amelia, Maggie, Meredith, Jackson e Arizona “Silenzio, c'è bisogno di silenzio” disse Arizona “La prego mi dica come sta mia figlia” disse una donna sulla porta, visibilmente sconvolta e solo con qualche graffio “Perchè quella donna è qui, qualcuno la faccia portar via” urlò Arizona e subito dopo richiese silenzio, tutti la ascoltarono e pochi istanti dopo la stanza si riempì del suono di un cuore piccolo ma forte “Il bambino non sembra in sofferenza fetale, quindi potete procedere per tenerla in vita” disse Arizona e si mise a sedere accanto al monitor dei battiti del bambino, accanto a lei si posizionò Eliza.

“Tutti i secondi sono indispensabili” disse lei un po in tono meschino, perchè in quel momento lei era in vantaggio “Lo so bene dottoressa” rispose lei senza dare troppo peso alla frase “I nuovi specializzandi non avranno esitazioni” disse prima di avvicinarsi a Meredith che chiaramente non la voleva li “Dottoressa Minnik, lei non è la benvenuta. Qui è già un casino, se lei non è necessaria la pregherei di andare la sopra e osservare senza essere d'intralcio a noi che stiamo cercando di salvare la vita di questa giovane donna” disse Meredith senza mai guardarla negli occhi “So cosa adesso portrebbe dire, ma non la sto guardando solo perchè ogni minima distrazione può farmi sbagliare questo intervento delicato, quindi per favore esca” continuò. Meredith era chiaramente bravissima in quello che faceva ed Eliza ebbe abbastanza intelligenza da rimanere al margine della stanza, ma non accanto ad Arizona “Il bambino ha delle decelerazioni sul battito. Avete pochi minuti per concludere” disse il chirurgo pediatrico imporvvisamente, ma Maggie aveva ancora le sue mani dentro al petto della donna, non riuscivano a stabilizzarle il cuore, continuava ad andare in arresto “Non arrivano le sostanze necessarie al feto, richiudete subito” disse molto irritata, Maggie finì alla velocità della luce e la donna tornò in terapia intensiva.

“Come sta mia figlia?” chiese lei, a rispondere fu Eliza “Chi è lei?” chiese “La fidanzata di Sasha” contunuò visibilmente terrorizzata “Non posso comunicarle nulla” disse lei molto canonicamente. Ma alle sue spalle c'era Arizona “Signora, non appena sappiamo qualcosa glie lo faremo sapere, per ora non ci sbilanciamo troppo, è ancora una situzione molto precaria” disse Arizona “Dottoressa Robbins cosa..” provò a chiedere Eliza, ma Arizona sorrise alla donna e si allontanò con la Minnick e finirono dentro ad una stanza
“Quella donna è disperata, che persona sei tu? La ragazza che fino a pochi secondi fa stavamo operando probabilmente era l'amore della sua vita e la madre del figlio che tenevo d'occhio nel monitor, voleva solo sapere se le sue due ragioni di vita avessero superato l'intervento, non voleva sapere quando sarà dimessa, se sopravvivierà, non ha chiesto di vederla. Era solo preoccupata per la sua donna e per il figlio che aveva in grembo, perchè quelle due vite sono fondamentali per lei. Aveva bisogno di essere tranquillizzata, forse non è legalmente sposata con quella ragazza ma..” disse bloccandosi imporvvisamente, Eliza non capiva quella sfuriata ed era pronta a ribattere “.. magari quella donna l'ha vista schizzare fuori dal parabrezza, forse le aveva appena chiesto di sposarla e lei non aveva ancora risposto, forse si era distratta per un momento per questo non vide il camion in mezzo alla strada, o forse il camion è comparso dal nulla. Forse stavano andando in uno chalet di montagna dato che tra qualche mese i loro momenti di intimità saranno estremamente ridotti. Tu non sai niente di loro eppure ti permetti di dirle che non può essere aggiornata? Ma che ne sai? Magari sono anni che queste due ragazze stanno insime, magari hanno lottato contro mostri piu grandi di loro e poi arrivi tu a dirle che lei non è nessuno? Io lo trovo un gesto ipocrita, non trovi?” chiese Arizona con le lacrime agli occhi, ma per il suo orgoglio non ne avrebbe fatta cadere neanche una, non voleva darle nessun tipo di soddisfazione. Eliza rimase muta, non aveva niente da aggiungere e dovette ammettere che Arizona forse aveva ragione “E ora togliti di mezzo che voglio tenere d'occhio quel bambino” disse Arizona sorpassandola e uscendo dalla stanza.

 

Somministrò al feto i medicinali per permettergli di sviluppare i polmoni, cosi se si fosse reso necessario un cesareo d'urgenza il bambino non avrebbe dovuto restare in terapia intensiva per mesi. Le lezioni si imparano e Arizona quella l'aveva imparata fin troppo bene.

Eliza invece dopo quella sfuriata si sentì cosi piccola e cosi insignificante che sentì il bisogno di parlare con Miranda

“Ehi Dottoressa Minnick, il suo programma è un toccasana per questo posto, oggi la Wilson ha eseguito con successo il suo primo intervento, spero che questa crociata contro di lei finisca presto” disse April, quei complimenti fecero rinascere un briciolo di speranza nel cuore di Eliza, forse la strada era lunga ma alla meta avrebbe potuto arrivarci lo stesso, cosi decise di ritornare in pronto soccorso e assistere il dottor Warren “Venga con me” disse lei e lo portò da Owen “Cos'hai qui?” chiese Eliza “Niente di che, solo una brutta ferita in fronte” disse lui, non era un grande intervento cosi la Minnik lasciò stare. Poi sentì il cercapersone suonare all'impazzata, ma non era il suo, si voltò e vide Owen sfrecciare verso la terapia intensiva, lei disse a Ben di seguirla ed insieme si recarono nella sala operatoria, di nuovo la donna: Sasha. 

“Dottoressa Robbins cos'è successo?” chiese vedendola sempre seduta accanto a quel monitor “Ha avuto un attacco cardiaco, la Pierce l'ha salvata per miracolo, l'innesto non ha tenuto” disse lei tranquillamente, non era di certo una persona che portava rancore di conseguenza le cose che aveva sputato qualche ora prima le aveva già superate “Se si rendesse necessario un cesareo lo farà Warren” disse in maniera autoritaria “Io non credo” disse Arizona essendo a conoscenza di ciò che sarebbe potuto succedere, Ben stesso sapeva di non essere pronto “Sto facendo il mio lavoro, se lei me lo impedisce farò rapporto al capo” disse Eliza minacciosa “E cosa succederà se l'intervento andasse male? Correrà a piangere nel primo sgabuzzino che trova e lascerà Ben in preda al panico davanti a quella povera fidanzata, che probabilmente si troverà con una figlia ma senza la sua donna al suo fianco?” chiese Arizona, lei era una persona buona e ragionevole, ma le minacce non le piacevano e glie lo fece capire in maniera molto chiara “Assisterà all'operazione, ma la svolgerà Warren, questo è il mio compromesso” disse Eliza “Spero solo che questo bambino rimanga nel ventre di sua madre abbastanza a lungo per scampare al suo metodo pericoloso e irragionevole” disse Arizona con un pizzico di cattiveria volontaria. Durante quell'operazione delicata al cuore le contrazioni non cominciarono, il bambino e la madre erano salvi.

 

“Sono contenta che il cesareo non sia stato necessario, perchè da un momento di insegnamento si sarebbe potuto trasformare in una tragedia e lei probabilmente avrebbe aggiunto una giovane madre lesbica alla sua lista dei morti” disse Arizona uscendo dalla sala operatoria e togliendosi la cuffietta lasciando cadere sulle spalle i suoi bellissimi capelli biondi. Eliza di nuovo rimase in silenzio e Ben seguì la Robbins felice di come si era concluso l'intervento.

 

La fidanzata di Sasha rimase in sala d'attesa tutta la notte senza che nessuno andasse a dirle come procedeva, così a farlo fu Arizona “Ho monitorato fino alla fine il battito della bambina..” disse Arizona “..Lana, nostra figlia si chiamerà Lana, come mia madre” disse la donna “Non ho potuto darle un po del mio DNA, quindi volevo avesse una parte della mia famiglia in lei” disse commuovendo Arizona “Ho tenuto monitorata Lana per tutto il tempo dell'intervento, ha un cuoricino piccolo piccolo ma molto forte, l'impatto non ha danneggiato in alcun modo il sacco amniotico, e la sua fidanzata sembra molto intenzionata a tenere dentro di se la bambina” disse Arizona, la ragazza scoppiò a piangere “Sasha come sta? Sopravviverà?” chiese “Ancora non posso dirle niente, è troppo presto per delle certezze, ma io le consiglio di fare un passo alla volta. Cosi ogni piccola conquista sarà una grande vittoria” concluse Arizona, la donna le mise le braccia al collo e la abbracciò “Grazie per quello che fa per me e per la mia famiglia” disse, si commossero entrambe.

 

“Era li seduta con lei quando invece avrebbe potuto essere in sala operatoria ad insegnare a quache specializzando a cavarsela da solo” disse Eliza a April, la quale non rispose solo perchè vide Arizona alle spalle della donna “Non so chi mi disgusti di piu tra lei, Dottoressa Minnik, o tu April, davvero non ne ho idea” disse Arizona. Per lei l'amicizia era una cosa importantissima, allo stesso identico livello dell'amore per questo si sentì pugnalata dalla rossa “Tu c'eri, tu l'hai vissuto con me. Tu c'eri” disse Arizona ma April non disse niente “Tu quel giorno eri in pronto soccorso, ricevetti la mia chiamata. Sei stata tu a rispondere a quel telefono, sei stata a tu a tranquillizzarmi quando ti dicevo che vedevo troppo sangue. Eri nell'equipe medica dentro a quella sala operatoria, e ogni tanto ti assicuravi che stessi bene buttando l'occhio in galleria, quella ragazza a cui volevo un bene immenso e a cui dovevo la vita per aver salvato una vita cosi importante per me, non la vedo piu. Non c'è piu. O per lo meno da un po non la vedo piu, e mi manca. Però in questo momento mi fa schifo, e tu sai quanto sia difficile per me dire queste cose. Posso capire che lei sia cosi senza cuore da non accorgersi del fatto di essere circodata da esseri umani con sentimenti e paure, me ne rendo conto. Ma tu April, io so che tu sei diversa da cosi. Per quanto riguarda lei Dottoressa Minnick io ho smesso di cercare di capirla, ho smesso. Fino a qualche minuto fa pensavo che ne valesse la pena, ma ora mi rendo conto che non ne è mai valsa la pena con lei. Non si meritava nessuno dei miei consigli, nessuno dei miei pazienti e nessuna mia parola. Non si meritava niente. Se io mi preoccupo cosi tanto per quella donna seduta in sala d'aspetto è perchè io un tempo sono stata quella donna. Fuori dalla stessa sala operatoria sperando che la mia ragazza, futura moglie, stesse bene. Ero seduta la fuori sperando che mia figlia non morisse. Dalla mia parte non avevo neanche la fede in Dio. Speravo solo che la medicina e i miei amici la salvassero, salvassero la donna della mia vita. Per questo ci tenevo tanto a quella giovane ragazza che piangeva in sala, ci tenevo perchè piu di chiunque altro io la posso capire, perchè sono stata al suo posto, ho corso, come lei, il rischio di perdere non solo la donna di cui ero pazzamente innamorata, ma anche mia figlia, che non conoscevo ma che amavo gia immensamente. Io dietro alle persone vedo delle storie, vedo delle vite. Lei no dottoressa Minnick, lei vede solo dei dannati interventi dai quali imparare, ma si è dimenticata che dietro a quegli inteventi, dietro a difficili procedure ci sono persone che sperano nel meglio, che pregano Dio che i loro parenti escano vivi da quella sala. Forse lei non lo può capire, ma non perchè lei vale meno di noi, solo perchè a lei non è mai stato insegnato, e adesso mi rendo conto che non merita il mio tempo, non sarò io a dimostrarglielo, non oggi” disse Arizona lanciando un ultimo sguardo ad April e lasciando Eliza per la seconda volta muta.

 

Le ore passavano, gli organi di Sasha non cedettero e le contrazioni non cominciarono “Amelia, ha reagito agli stimoli?” chiese Arizona vedendola uscire dalla stanza della donna “Certo che ha reagito. Siamo riusciti a tenere tutto sotto controllo” disse Amelia “Si sveglierà presto?” chiese di nuovo, mostrò davvero un attaccamento a quel caso “Si a momenti” disse.

Arizona andò in sala d'aspetto. Sapeva che quella ragazza stava ancora aspettando notizie “Dottoressa Robbins ci sono novità?” chiese lei “Prenda le sue cose e la porterò da Sasha” disse lei sorridendo “E' sveglia? Sta bene?” chiese di nuovo molto eccitata “Non ancora, ma si sveglierà presto, e non vorrei che la prima cosa che vedrà sia un infermiera. Che ne dice?” chiese Arizona quasi commossa “Non la lascerò neanche un secondo, non so come ringraziarla dottoressa Robbins, lo so che non è normale seguire cosi i pazienti come lei ha seguito me. O meglio i pazienti sono da seguire ma i loro parenti si devono arrangiare un po come possono, invece lei non ha mai smesso di aggiornarmi nonostante io non sia nessuno per Sasha” confessò la donna, Arizona si bloccò e rischiò di scoppiare a piangere “Non lo dica, io so bene cosa lei è per Sasha. Non accetti mai che qualcuno le dica che lei non è nessuno, non lo accetti mai, perchè non è vero. Lei è qualcuno. Quella donna è la sua vita, e spero che viva con lei il resto dei suoi giorni. La vostra Lana non deve crescere in un mondo dove le sue due madri non vengono riconosciute come tali. Non lo permetta. Non tanto per se stessa, ma per sua figlia. Merita un mondo migliore. Lo meritano tutti i bambini un mondo migliore e noi siamo gli unici che possono fare qualcosa per migliorare il mondo malconcio che ci ritroviamo” disse lasciandola entrare in terapia intensiva. Poche ore dopo la donna accanto a lei si svegliò e pronunciò una parola speciale per Arizona. Anche lei non appena aprì gli occhi disse SI.

NOTE: Ciao ragazzee, ho visto che il precedente capitolo è piaciuto molto e vi ringrazio immensamente per aver speso qualche minuto per leggerlo. Spero che questo secondo capitolo sia all'altezza del primo. Mi piaceva l'idea di inserire un intervento analogo a quello dell'incidente di Callie in modo che Arizona potesse rivelarsi e rivelare un altro lato di lei.. Come vi è sembrato? Aspetto ovviamente tutte le vostre opinioni a riguardo, non vedo l'ora di leggerle. Ora sto lavorando sui capitoli che seguono, li posterò il prima possibile. 

PS: HO AMATO IL BACIO DELLA PUNTATA 13X14 TRA ELIZA E ARIZONA, semplice, elegante, che le rispecchia in pieno entrambe. 

Marlee.

  
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