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Autore: satakyoya    25/02/2017    0 recensioni
Ebe, una ragazza angelo, e Pan, un ragazzo demone. Lei del PARADISO e lui dell'INFERNO.
Dei pretendenti per i due protagonisti. Pretendenti non desiderati ma costretti a dimostrare il loro amore davanti a tutti e tutto.
due destini che si uniscono, una maledizione che rischia di dividerli. uno scontro che cercherà di unire i due mondi.
Ce la faranno nella loro impresa??? E poi, riusciranno a vivere insieme o saranno condannati a restare divisi da una forza superiore?? Chi sarà questa forza superiore?
Lo scoprirete solo leggendolo e se vi piace recensite!!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Quella notte cercai di dormire, ma non ci riuscì perché l’unica cosa che vedevo quando chiudevo gli occhi erano delle immagini terrificanti. Ogni volta, ogni volta quelle immagini mi venivano alla testa.
‘Non capisco… che cosa sono quelle immagini? Perché vedo quelle cose? Non sarà che… questi riguardano eventi futuri?’ pensai io coricata per terra.
Alzai la schiena da terra ma l’unica immagine che non riuscivo a togliermi dalla mente era l’espressione arrabbiata di Pan. Ma perché? Cosa stava facendo? Contro chi ce l’aveva? Contro chi ce l’aveva? Non ne avevo idea, ma quell’espressione mi preoccupava un po’. Improvvisamente la stanza si illuminò e sentii una voce in lontananza che mi chiamava.
“…Ebe…”
‘Cos’è stato? Cos’era quella voce? Sembra molto quella…’ pensai io.
“Ebe! Ebe, ci sei?” disse di nuovo quella voce. Era proprio simile quella di qualcuno che conosco. Vidi la porta aprirsi e qualcuno fare un passo avanti.
“Ebe, sono io! ci sei?”
“Pan? Sei tu?” dissi io un po’ incerta.
“Certo che sono io. Hai visto? Sono ritornato da te.” Disse lui.
Era vestito con una maglia e dei jeans. Io, senza aprire bocca, mi alzai in piedi e gli corsi incontro fino ad abbracciarlo. Avevo voglia di vederlo.
“Ehi, non così forte. Dimmi ti sono mancato?”
“Sì, tanto. Ma come mai sei venuto qui?”
“Beh, avevo voglia di vederti. Mi sei mancata molto.”
“Ma quindi adesso tu resterai con me?”
“Certo! L’ho fatto anche per scappare da Macaria perché non ne posso più di lei! mi sta attaccato tutto il tempo. Non posso nemmeno muovermi che lei mi segue ovunque. Ti fa impazzire!”
Io, non appena sentii quel nome cambiai espressione. Passai da felice a triste in un istante.
“Ohi, che ti prende? Perché fai quella faccia? È successo qualcosa?” chiese lui.
“Beh…  riguarda Macaria. Lei…”
“Macaria? Che cosa ti ha fatto? Ti ha detto qualcosa?” disse lui preoccupato.
“Inizialmente si è messa a farmi delle domande e a parlarmi bene di te. Ma poi…”
“Ma poi? Che cosa ha fatto! Dimmelo!!” mi disse lui. Io feci un istante di silenzio e guardai in basso.
“Ma poi ha parlato male di mia madre e di te. Questo… questo mi ha fatto stare male… e anche arrabbiare!” dissi io guardandolo dritto negli occhi.
Lui mi guardò con uno sguardo leggermente scioccato. Rimanemmo così per una decina di secondi quando improvvisamente lui alzo lo sguardo, mi spostò e si girò verso la porta. Iniziò a fare un passo dopo l’altro.
‘Eh? Che sta facendo? Se ne sta andando? Ma perché?’ pensai io. io non volevo che se ne andasse così lo fermai prendendolo per un polso.
“Che vuoi fare?” dissi io.
“Voglio andare da lei e dirgliene quattro! Non voglio che ti tratti così.”
“Non farlo! Non andartene… Resta qui…” dissi io.
Lui mise una mano sulla mia testa e con l’altra mi abbracciò e mi disse: “Resterò qui finché non ti sarai calmata.”
“S - sì…” dissi io abbracciandolo.
Improvvisamente sentii una strana sensazione. Subito non ci diedi granché importanza, ma la sensazione era molto forte. Come se qualcuno mi stesse osservando…
“Ehi, Pan.” Disse una voce.
“Hm? Che c’è?” disse lui.
“Puoi toglierle le mani di dosso?” disse la voce.
Io e Pan girammo la testa e a fianco a noi trovammo Eracle. Era in piedi a fianco a noi, le braccia incrociate e lo sguardo dritto su di noi. I capelli che coprivano l’occhio sinistro erano tirati all’indietro.
“Eracle?” dissi io.
“Esatto! Ti sono mancato?”
“Neanche un po’!” risposi io. poi io e Pan ci smettemmo di abbracciarci tenendoci soltanto per mano.
‘Stupido.’ Pensai io.
“Ma che cosa ci fai qui? Non dovei andare da qualche parte?” disse Pan.
“Beh, sì… dovevo andare a Ragante, la città controllata da nostro fratello Zeto, ma sono stato fermato da Ade. Mi aveva ordinato di venire a chiamarti e che insieme saremmo dovuti andare a prendere lei. Per poi portarla davanti ad Ade. Carino da parte sua, vero?” disse Eracle.
“Dannazione a lui…” disse Pan.
“Ehi, calmati.” dissi io.
“Ohi, ma davvero non lo sapevi?” disse Eracle.
“E come diavolo facevo a saperlo! Io devo sempre essere  d’accordo nelle sue scelte anche quando non so niente! Questo mi fa davvero arrabbiare.” Disse Pan in modo arrabbiato.
“Ehi, calmati. calmati adesso.” Gli dissi io.
“Ma tu Ebe, veramente non vuoi vedermi?” disse Eracle.
“Assolutamente no. piuttosto dovresti vergognarti di come lo stai facendo sentire. Pan, rilassati adesso, okay?” dissi io.
“Che… guarda che sono io il tuo futuro marito, non lui! Lui è…”
“Io non voglio sposarti e non lo farò mai! Neanche tra millenni! Lui è il mio fidanzato e adesso devi scusarti con lui.”
“Ma… ma… e va bene. Scusami tanto Pan se ti ho fatto sentire così.” Disse Eracle girandosi da una parte. Come se la cosa non gli interessava.
Pan intanto si era un po’ calmato, non de tutto ma almeno non scattò ad ogni informazione di Eracle. O così mi era sembrato.
“Aaaaah! Uffa, non ce la faccio più a restare così! Senti Pan, non credi sia meglio che sia ora di andare nella stanza in cui Ade ci aspetta?” disse Eracle. Inizialmente aveva le mani fra i capelli, ma poi se li tolse e mise una mano su un fianco mentre con l’altra faceva dei gesti.
“Ah… ehm… giusto. Andiamo, Ebe?” mi disse Pan.
“S – sì…” risposi.
Uscimmo dalla porta e attraversammo un lungo corridoio illuminato. Vicino a me c’era Pan a destra ed Eracle a sinistra. In poco tempo arrivammo in fondo a corridoio, dove girammo a destra e dopo pochi passi girammo a sinistra.
Quel corridoio mi sembrava infinito. A fianco a noi c’erano tantissime porte una a fianco all’altra. Mi chiedevo cosa ci fosse dietro ad alcune di quelle porte, ma non lo chiesi mai.
Stavo camminando normalmente quando improvvisamente sentii Pan prendermi la mano. Io non dissi nulla e continuai a camminare. Se era solo lui, potevo accettarlo. Ma la cosa no si fermò lì perché poco dopo Eracle mi diede la mano.
‘Aspetta. Ma… ma cosa sta succedendo? Tutti e due mi tengono una mano? Che faccio adesso? Che faccio!‘ pensai io continuando a camminare.
“Ohi, Ebe.” Disse Eracle.
“Hm?” dissi io.
“Cerca di…” disse Eracle.
“Eracle, cosa hai intenzione di farle?” chiese Pan facendo fermare tutti.
“Proprio niente. Voglio solo parlarle.” Disse Eracle
“Allora potresti parlarle senza tenerle la mano?” disse Pan. Entrambi mi lasciarono le mani e si misero a discutere.
“Che cosa temi che io faccia?”
“Che tu metta le mani su di lei come ti ho beccato di fare la volta scorsa.”
“Ragazzi…” dissi io ma non venni considerata.
“Stupido, non ho intenzione di farlo.” Disse Eracle.
“Bugiardo. So che tu vuoi farle qualcosa.”
“Mmmh… beh, si forse. Ma di certo quando tu non ci sei.”
“Ehi, Come osi! Giuro che questa volta io…” disse Pan con tono arrabbiato.
“Perché ti ricordo che io sono la persona che dovrà stare con lei tutta la vita. Al contrario di te, che si mette a fare il dolce e carino ogni volta che la vedi.” Disse Eracle subito dopo essersi precipitato a fianco a me. Poi anche Pan  si mise a fianco a me tenendomi il braccio.
“Si da il casi che io sia il suo ragazzo.” Disse Pan.
“Ragazzi…” dissi io ma non venni considerata.
“Io invece il suo futuro marito.” Disse Eracle. Loro due si guardarono con espressione arrabbiata.
“RAGAZZI! Insomma smettetela. Non c’è bisogno di litigare.” Esclamai io.
“Dimmi Ebe, tra me e Pan, chi preferisci?” disse Eracle.
Feci un attimo di pausa, il tempo per pensarci. Pan diventò rosso in faccia, ma io gli presi il braccio e dissi: “Sicuramente lui.”
“EEEEEEH? Ma… Perché dici questo?”
“Non voglio assolutamente mettermi con una persona che prima è gentile verso di me, ma poi in realtà è l’opposto. Ancora meno mi viene in mente di sposarlo.” Dissi io.
“Che? E pensare che io ero venuto per te per informarti di alcune cose che sono successe ultimamente.” Dissi io.
“Che cosa sono queste cose?” disse Pan.
“Mi dispiace, ma non sono tenuto a dirlo anche a te. Voglio dirlo soltanto a lei.” disse Eracle con le mani incrociate.
“Allora se devi dire qualcosa dillo anche a me! Da solo con lei non ti lascio.” Disse Pan arrabbiato.
“Che? Ebe, ma seriamente, come fai a stare con lui! E perché mai dovrei dirlo anche a te! Tu no c’entri niente in questa faccenda. E poi…” disse Eracle.
“Eracle, che cos’hai intenzione di dirmi?” chiesi io. Lui esitò un attimo, ma poi si calmò.
“Va bene… un po’ di secoli fa ho sentito Ade parlare. Non so dirti con chi o cosa, ma avevo un tono di voce molto simile, se non uguale, a quello di una persona molto divertita.” Disse Eracle.
“Che cosa diceva?”
“diceva frasi tipo: “Con lui tutto andrà bene.”, “Questo mio fratello non se l’aspetterà mai.” oppure “Non vedo l’ora di veder mio fratello quando vedrà tutto ciò che ho in servo per lui. in questo modo no avrà altra scelta che arrendersi e  darmi tutto.” Cose di questo genere.” Disse Eracle in maniera molto divertita. Mentre lui parlava io avevo così paura che mi nascosi dietro Pan alla seconda affermazione.
“Guarda che cosa hai fatto, l’hai spaventata!” disse Pan.
“Oh, ma questo non è niente.” Disse Eracle.
“C – che cosa vuoi dire?” chiesi io.
“Beh, il suo piano verso di te e tutti gli altri pare essere completamente cambiato. Pare che voglia divertirsi con loro più di quanto tu possa immaginarti. In più sai, dopo quelle parole che ha detto Ade, ho sentito qualcosa.” Disse Eracle.
“Che cosa?” dissi io spostandomi da Pan.
“Com’è questo rumore?” dissi io.
“Non saprei dire molto ma ciò che ho sentito sembrava un ruggito. No, era qualcosa di molto peggio, molto più oscuro e forte. Non l’ho sentito chiaramente perché ero lontano, ma se fossi in te da adesso in poi starei molto attenta.” Disse Eracle.
Ciò che disse mi fece venire ancora più paura e, proprio come prima, mi nascosi dietro Pan.
“Ah… Idiota, guarda che l’hai terrorizzata ancora di più!” disse Pan.
“Ehi, non prendertela con me! Ti sto riportando soltanto ciò che ho sentito.” Disse Eracle in modo tranquillo.
“Stai zitto! Dovresti soltanto scusarti con lei adesso!” disse Pan.
Improvvisamente Eracle mi prese con una mano per un polso e mi spinse verso di lui. quando toccai il suo petto lui mise l’altra mano sulla mia schiena.
“C’e un’altra cosa che voglio proporti. Vedi, se tu cambiassi la tua decisione in questo istante e ti mettessi con me, tu non avrai più da preoccuparti. Sai, io , anche se sono un semidio, sono in grado di proteggerti molto, molto di più rispetto a lui.” disse Eracle.
Poi venni presa per un polso Da Pan e spostata verso di lui.
“Cavolo, perché non ti entra nel cervello che lei è la mia ragazza e vuole stare con me?” disse lui.
“Ah, non capisco proprio come fai ad essere innamorata di lui.” Disse Eracle in modo scocciato.
“Piuttosto Ebe, hai davvero intenzione di andare? Cioè, vuoi davvero partecipare alla Guerra?” mi chiese Pan.
“Sì, beh… voglio mettere fine a questa cosa e salvare mia madre.” Gli risposi io.
“Ma davvero vuoi proseguire? Non sei obbligata a sacrificarti. non puoi farlo…” disse lui.
“Ehi, Pan, calmati. Non ho scelta se voglio proteggere tutti.” Dissi io.
“Ma… ma deve esserci un modo per evitarlo. Io non voglio che tu fai questo. Non te lo permetto.”
“Calmati. Ho solo due scelte: o mi sacrifico io per il bene di tutti, oppure tutti muoiono perché io mi sono rifiutata di fare qualcosa.”
“Si, ma questo è sbagliato.  Non può essere così. Beh, certamente Ade deve essere fermato, però… Però io non gli permetterò di farti niente.” Disse Pan.
“ohi, non sarà meglio che ci incamminiamo? Ade si arrabbierà moltissimo se capisce che noi siamo in tremendo ritardo.” Disse Eracle guardando in alto.
In silenzio iniziammo ad incamminarci. Andammo avanti una ventina di metri, ma per me quel corridoio sembrava lunghissimo. Ogni passo che facevo, sentivo una strana sensazione. Il mio petto sembrava diventato più pesante. Non ci diedi granché caso perché era molto più leggero rispetto a tutte le altre volte passate, così non dissi niente a nessuno dei due. Inaspettatamente Eracle, che era davanti a me, fece fermare entrambi.
“Che ti prende adesso?” Disse Pan.
“Siamo quasi arrivati. Dall’altra parte di quella porta c’è Ade che ci aspetta.” Disse Eracle. Pan si mise a fianco a me e mi prese la mano.
“Pan.” Dissi io.
“Hm?” chiese lui.
“Io… io ho paura. Ho tantissima paura.” Dissi io.
“Ehi, rilassati. Ti ho detto che io sarò al tuo fianco. Senti, ho una proposta da farti.” Disse lui.
“Che c’è?” chiesi io.
“Vorresti… ecco… sposarti con me  quando tutto questo sarà finito?”
“SÌ!!” dissi io con un sorriso grande.
“Ohi, voi due.” Disse Eracle.
“Ma solo quando tutto questo sarà finito. Perché finirà tutto bene, non è vero?”
“Spero di sì.” Dissi io.
‘se tutto va secondo il mio piano…’ pensai io.
“Ohi, volete finirla? Mi state dando sui nervi.” Disse Eracle.
“Ebe, dimmi qual è il mio ruolo? Cioè, cos’è che devo fare io? Posso esserti utile in un qualche modo?” disse Pan.
“Non te lo so dire.” Dissi io.
“E io? Io che cosa devo fare?”
“Non te lo dico finché prima non capisco con chi vuoi stare.” Gli risposi io. Eracle fece il broncio per un po’.
“Beh, direi che dobbiamo andare.” Disse Eracle. Andammo avanti un paio di metri e ci trovammo davanti ad una porta grossa. Forse anche spessa. Eracle aprì la porta ed in fondo alla sala trovammo Ade in piedi.
“Ade, come mi hai ordinato, noi due ti abbiamo portato la ragazza.” Disse Eracle.
“Siete in tremendo ritardo. Quanto vi ci è voluto per portarmela?” disse Ade.
“Sì, scusaci, ma…” disse Pan, ma venne fermato subito.
“Non voglio sentire una parola da te! Hm? Ohi, cos’è quella ‘mano nella mano’ che vedo lì?” chiese Ade.
Guardai. infatti eravamo ancora con le mani unite. Ma come ha fatto a vederlo da così distante? Non ne avevo idea, ma Pan tolse subito la mano dalla mia.
“Che cosa hai intenzione di fare a Zeus e agli altri della mia famiglia?” chiesi io.
“Questo lo scoprirai presto. Ma prima tu devi scegliere.” Disse Ade.
“Scegliere cosa?”
“Devi decidere se vuoi uccidere adesso Eracle e Pan oppure farti bendare ed entrare là.” Disse Ade indicando con la mano destra una gabbia fatta d’acciaio. O meglio, sembrava d’acciaio e sembrava una gabbia visto che era composte da sbarre verticali.
‘Quando è apparsa quella cosa? Ed è d’acciaio? Ma come posso scegliere?’ pensai io. ero completamente scioccato da quella situazione.
“Ade, ma sei completamente impazzito? Come puoi chiederle questo?” disse Pan. Io avevo lo sguardo fisso sulla gabbia.
“Stai zitto! Mocciosa, non hai altra scelta se non decidere. Ah, no, aspetta. Un’altra scelta ce l’hai. Quella di farti uccidere adesso da me. allora, cosa scegli?” disse Ade. Io rimasi in silenzio.
“Ebe…” disse Eracle.
“Ebe non rispondere. Puoi anche rifiutare ogni scelta. Sei tu a…” disse Pan ma venne fermato.
“Allora?” disse Ade.
“Voglio farti una domanda prima. Che… che cosa hai intenzione di farmi durante la Guerra?” dissi io.
“Tch, sei una scocciatrice proprio come Zeus. Qual è la tua risposta?” disse Zeus.
“Scusami Pan, ma devo andare.” Dissi io a bassa voce poi feci un passo avanti.
“Eh? No… non puoi andare. Non voglio.” Mi disse pan fermandomi per il polso.
“Lasciami. Mi dispiace ma non ho scelta.” Dissi io. subito dopo mi diressi verso la ‘gabbia’. Appena mi sedetti dentro mi vennero coperti gli occhi.
“Brava, inutile mocciosa. E voi due, andate a prepararvi. Avrete de lavoro da fare anche voi due.” Disse Ade con tono molto divertito.
“Bene, ora siamo pronti per andare. Non vedo l’ora di giocare con mio fratello…” continuò Ade. poi sentii che la ‘gabbia’ in cui mi trovavo si stava muovendo. Sentivo anche dei passi. che fosse Ade che si stesse spostando? Probabilmente sì. E che fisse Ade a spostare la gabbia? Questo non saprei dirlo, ma mi sentivo così stanca che mi addormentai.
   
 
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