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Autore: Eledhelenie    27/02/2017    2 recensioni
Ultimo anno per i Malandrini.
Voldemort sta prendendo il potere, ma dei giovani studenti hanno ben altro di cui preoccuparsi. James Potter capisce che forse "una pomiciata è via" non è più ciò che vuole. Lily Potter e Remus Lupin, amici inseparabili, scoprono per la prima volta l'amore e si scambiano consigli. Sirius Black stravolgerà tutto. E Peter Minus affiancherà i suoi amici in tutte le avventure.
Il tutto raccontato partendo da un incipit: un bigliettino, una pagina di diario, una lettera.
Di come Lily e James si innamorarono, di come Sirius Black capì l'amore vero e tentò di conquistare la persona meno conquistabile del Mondo Magico, e di come, ancora una volta, sia tutta colpa dei Malandrini.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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4- I Malandrini

James si era svegliato il mattino dopo con un obbiettivo: fregarsene di Piton e riuscire ad andare alla Stamberga senza destare sospetti.

“Ragazzi, io voglio andare da Remus” disse agli altri non appena Frank fu uscito dal dormitorio.

“Ci scopriranno” disse Peter preoccupato.

Sirius invece sentì la solita stretta allo stomaco che lo tormentava da giorni. Voleva anche lui stare con Remus, voleva stagli vicino da solo e sistemare tutto. Doveva arrivare prima degli amici a Hogsmeade.

“Potremmo usare il mantello” continuò James.

“Sono secoli che non ci stiamo più tutti sotto quel mantello” replicò Sirius, “E a dire la verità io non mi sento molto bene, scusate. Penso che andrò a fare una passeggiata. Vedete di non fare cavolate”

Gli altri due lo guardarono, straniti, ma lui senza aggiungere altro se ne andò.

“Ma che diavolo succede a tutti?!” esclamò James con le braccia al cielo, ma ormai Sirius era andato via, e le braccia gli ricaddero lungo i fianchi.

Ormai soli, Potter e Minus decisero di andare a Hogsmeade passando dal passaggio della vecchia strega orba, che portava dritto al negozio Mielandia, di li, armati di mantello dell'invisibilità avrebbero attraversato Hogsmeade. Era una fortuna che né James né Peter fossero particolarmente alti, così il mantello avrebbe potuto coprire entrambi.

Usciti dal ritratto, però, si ritrovarono davanti alla persona che James desiderava meno vedere.

“Che diamine ci fai qua, Mocciosus?” chiese arrogantemente Ramoso.

“Non sono fatti tuoi, Potter”

Peter si piazzò di fronte a James, la bacchetta puntata verso il serpeverde.

Severus lo fulminò con lo sguardo.

“Ora hai anche la guardia del corpo?”

James andò su tutte le furie. Spinse Peter di lato e senza pensarci due volte urlò:

“Levicorpus!”

Severus Piton si levò a mezz'aria, appeso per una caviglia da una corda invisibile. I capelli sporchi che gli ricadevano sul viso e lo facevano somigliare ad un brutto corvo spennacchiato.

“Da quando hai imparato a usare la lingua, Mocciosus?” chiese James con un ghigno.

Piton si divincolò, la bacchetta gli cadde dalla tasca del mantello.

Peter ridacchiò. James invece si fece serio. Le braccia di Piton stavano ciondolando verso il basso, coperte dalle maniche del mantello, che si muovevano seguendo i movimenti convulsi del ragazzo. Durante uno di quei movimenti James aveva visto un segno nero sull'avambraccio.

“Ma che cazzo...”

“POTTER! MINUS!”

I ragazzi si voltarono e il grifondoro perse il controllo dell'incantesimo, facendo cadere rovinosamente Severus sul freddo pavimento di pietra.

Era il professor Lumacorno, capo della Casa dei Serpeverde.

“Cosa ci fa lei qui?” chiese Severus, vergognandosi.

“Oh beh” rispose tranquillo Lumacorno, “Cercavo te e ti ho visto salire le scale, ti ho seguito”

“Non ce n'era bisogno” bisbigliò Piton, e scappò via.

Il professore si voltò verso di lui, ma ormai era troppo tardi.

“Ragazzi...” borbottò allora Lumacorno rivolgendosi ai grifondoro, “Sono costretto a mettervi in punizione. Ciò che avete fatto è inconcepibile, da parte di alunni dell'ultimo anno poi!”

James lanciò un'occhiata a Peter, dovevano trovare Remus, non potevano essere messi in punizione.

“Professore, noi...”

“Si, non è stata colpa nostra”

“Dopo le lezioni vi voglio nel mio ufficio. Entrambi.”

*

Sirius si era appena ritrasformato in umano quando si sentì chiamare. Era la voce di James. Capì subito che si trattava dello specchio tramite il quale comunicavano.

“Felpato, noi non possiamo venire lì” bisbigliò James, era in corridoio e affianco a lui c'era Peter.

“Cos'è successo?” chiese Sirius, cercando di contenere l'entusiasmo.

“Casini con Mocciosus, poi dobbiamo parlare!”

“Okay, okay. Stanotte verrete?”

“Non penso” disse ancora James, “C'è un incontro del Lumaclub stasera e quell'idiota vuole che lo aiutiamo”

“Per la miseria!” esclamò Sirius, fingendosi dispiaciuto, “Dai, non preoccupatevi, ce la farò, lo sapete. Se qualcuno chiede... io sto male e sono a letto” Non aspettò una risposta e ripose lo specchio in tasca, poi iniziò a salire le scale scricchiolanti.

Quella vecchia Stamberga si stava rovinando sempre di più. Da qualche anno però era diventata molto tranquilla. Qualcuno aveva affisso un cartello all'entrata, con scritto che era la Stamberga più infestata della Granbretagna, la verità era che c'era un lupo mannaro di nome Remus Lupin che si trasformava ogni mese in quella vecchia catapecchia e nessuno lo aveva ancora scoperto.

“Rem, sono io” si annunciò mentre saliva l'ultima rampa di scale.

Dei rumori di passi furono la risposta al saluto.

Attraversato il pianerottolo Sirius si ritrovò davanti a Remus Lupin, spettinato, con i vestiti sporchi di polvere, come se fosse stato seduto a terra tutto quel tempo.

“Non dovevi venire, ti perdi le lezioni” esordì il ragazzo, ma sembrava contento di vederlo.

“Oh, tanto lo sai che ai M.A.G.O. copierò da te” fece con una scrollata di spalle, poi tornò serio “Rem, mi spiace per tutto, davvero”

Lunastorta arrossì e si sedette a terra cercando di non far notare il rossore delle guance, con la schiena contro la vecchia e logora parete.

Sirius si accasciò affianco a lui. Non sapeva bene cosa fare, così rimase in silenzio. Gli pizzicavano tutti i muscoli, ogni centimetro di pelle era tesa ad aspettare il minimo movimento. Quando Remus poggiò la testa sulla spalla di Remus il ragazzo si sentì pervadere il corpo da un piacevole tepore. Senza esitare cominciò ad accarezzargli i capelli.

“Sei il solito idiota, Rem”

Sirius lo sentì ridacchiare vicino al suo petto.

Sembrava tutto normale finalmente.

“Ci siamo comportati da idioti entrambi per la verità. Forse è davvero tutto sbagliato” continuò senza smettere di accarezzargli i capelli.

“Non è sbagliato...” bisbigliò Remus, “Ho solo paura”

Sirius allora si scostò da lui e Remus si alzò.

Solo allora il moro si rese conto di avere ancora il mantello addosso, se lo slacciò, sentendo il sudore sulla la schiena raffreddarsi velocemente. Lunastorta gli levò il mantello dalle mani e gli impose di fermarsi per guardarlo negli occhi.

“Ho paura, ma non perché ciò che abbiamo fatto sia sbagliato”

Sirius scosse la testa, sapeva benissimo che sarebbe stato troppo complicato per entrambi. Era una cosa così nuova e strana che non poteva andare bene. In quel momento sembrava normale, ma in presenza di altri?

“Io voglio provare a stare con te e basta” sputò allora Remus, vedendo che l'amico non capiva.

“Tu sei un pazzo” rispose Sirius quasi scoppiando a ridere per quell'affermazione improvvisa, “Come faremo con gli altri?”

Remus si avvicinò sempre di più a lui fino a far toccare il naso con il proprio, allora soffiò:

“Non ne ho idea, ma non pensarci adesso, ti prego. Sono le mie ultime ore quasi decenti”

Sirius chiuse gli occhi e sospirò. Sentiva il profumo della pelle di Remus misto all'odore di carne cruda, stranamente non gli diede fastidio. Gli tornò in mente il bacio di qualche ora prima e poi non capì più niente.

Le loro labbra si sfiorarono e i due non riuscirono più a staccarsi. Sirius mordicchiava il labbro inferiore di Remus, e il ragazzo contrattaccava succhiandogli avidamente quello superiore. Era così diverso per entrambi, ma al contempo così forte, come una scarica di adrenalina, che continuarono a baciarsi, sempre più intensamente, fino a quando la mano di Sirius non si avvicinò ai bottoni della camicia di Remus.

“No, io...” mugugnò il lupo, ansimante.

“Scusa, scusa” Sirius aveva le orecchie scarlatte.

“E' che io...” boccheggiò ancora.

“Tranquilli va tutto bene”

“No. Io non so come si fa e non voglio fare ancora la figura dell'idiota”

Remus e la sua capacità di dire la verità nonostante l'imbarazzo. Aveva sempre stupito Sirius con quel dono. Fu il turno di Sirius però di arrossire:

“Non lo so nemmeno io.”

Remus fissò gli occhi chiari di Sirius, sorridevano come mai. Non riuscì ad impedirsi di sorridere a sua volta.

La giornata trascorse tranquilla, leggermente velata di imbarazzo ogni volta che per sbaglio i due si sfioravano. Non si erano più baciati. Avevano giocato a scacchi magici e poi Sirius era andato in paese a sgraffignare un po' di cibo, era tutto squisito, ma a Remus bastò un po' di carne cruda, così ripresero a giocare a scacchi e andarono avanti finché non calò il sole.

“E' ora” annunciò mestamente Lunastorta osservando gli ultimi raggi tramontare dietro al castello.

“Vuoi già uscire?” Sirius sapeva che quello era il momento peggiore, l'attimo in cui il ragazzo prendeva davvero coscienza di ciò che stava per accadere e desiderava con tutto sé stesso che la trasformazione avvenisse subito.

Uscirono, Sirius già in versione canina. Correva affianco a Remus, strusciandogli contro le gambe e il ragazzo gli accarezzava il pelo di tanto in tanto. Uscirono dal cunicolo del Platano Picchiatore che stava facendo buio, fu allora che la videro.

Chiara e splendente, perfettamente tonda. Gli occhi di Remus si strinsero in due fessure e Sirius si allontanò da lui.

La trasformazione fu dolorosa, come al solito, ma Remus aveva qualcosa di diverso, non voleva farsi vedere da Sirius. Corse via, ancora mezzo umano e Sirius cercò di seguirlo nella foresta proibita.

“ARGH” urlò di dolore il lupo e nascosto dietro un albero Felpato vide la trasformazione completata.

Il lupo fiutò l'aria, sentiva l'odore di Sirius, la bestia aveva fame, doveva seguire quell'allettante odore di carne calda prima che fosse troppo tardi.

Sirius cercò di non fare rumore, Lunastorta lo aveva puntato. Aspettò che il lupo si voltasse di spalle per scappare. Corse via e sentì dei passi seguirlo, si voltò per un secondo non vedendo la fonte di quei passi. Poi si girò e riprese a correre, ma non riuscì a fare più di due passi che la bestia gli fu addosso e perse i sensi immediatamente.



NOTA:
Ciao a tutti, mi scuso per il ritardo, ma ho avuto pochissimo tempo libero :/
Spero vi piaccia questo capitolo un po' fluff, a me non piace molto, anzi, sono parecchio delusa da questo capitolo :c

A presto (spero davvero presto)
   
 
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