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Autore: LaVampy    28/02/2017    4 recensioni
dopo l'ennesima lite a causa della magia,Alec sfida Magnus a stare una settimana senza magia. e come farà il nostro stregone???
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era un normalissimo martedì mattina, la solita vita caotica, il rumore della città che entrava prepotente dalla finestra aperta del loft, aperta nonostante il freddo per cambiare aria. Max che dormiva beato nella culla dopo l'ennesimo biberon e il compagno in una delle tante missioni, di cui di conosceva l'inizio e mai la fine. Un po' gli mancava andare sul campo, usare la magia, qualche incantesimo di localizzazione, ed invece nulla. Anzi. Già da un paio di giorni, a causa di una stupidissima scommessa, e del suo enorme orgoglio, era totalmente senza magia.  
 
Meno male che esisteva la televisione, almeno quello gli teneva occupato il poco tempo libero, tra un biberon e un cambio di pannolini. Chi l'avrebbe mai detto che fare il padre era così faticoso? Che poi lui era il padre o la madre? Aveva sempre rappresentato la figura della madre, come una donna sexy, con giarrettiera di pizzo, intenta a preparare da magiare con il solo grembiulino rosso, ma ora se pensava alla versione mamma si immaginava uno stregone, con il trucco sciolto dal calore del vapore, i capelli appiccicati, pigiamone e calzettoni. Di sexy non c'era assolutamente nulla,anzi.  
Ma dove stava scritto che la mamma fosse lui? Ripensò allora ad Alec con la giarrettiera e il grembiulino e una risata lo colse improvviso. Una versione "orso" del compagno era tutto tranne che sexy, e non c'era stato verso di fargli fare una ceretta, nemmeno con la magia. Togliergli quegli odiosi peli era più difficile che cambiare il pannolino a Max con una mano sola. L'unica volta che ci era riuscito, Alec aveva minacciato di lasciarlo e di tornare a casa di sua madre, finchè non sarebbero ricresciuti tutti. E Magnus sapeva, che era capacissimo di farlo. Ma quella stessa sera aveva ottenuto che parte di quei peli sparissero, e lo stregone era compiaciuto perché era la zona che più piaceva a lui. 
Sentendola frustrazione salire a livelli troppo alti, decise di guardare la televisione. Alla mattina c'erano tantissimi programmi interessanti. Televendite di oggetti inutili che non sarebbero mai serviti a lui, ma che prendeva tanto il gusto di poter dire: ora è mio. Che poi non sapesse nemmeno come utilizzalo era tutto un altro paio di maniche. 
Si sedette sul divano schioccando le dita per farsi comparire in mano una bellissima tazza di cioccolata alla cannella, sbuffando poco dopo quando fu costretto ad alzarsi.  
 
Dopo aver trafficato in cucina svariati minuti, essersi bruciato un dito, aver riempito gli interi fuochi di latte in ebollizione, aver gettato via ¼ del prodotto, e svariati pentolini, finalmente si potè sedere sul divano, sorseggiando la sua amata bevanda. Solo per alzarsi dopo qualche secondo per aggiungere dello zucchero.  
Prese anche qualche biscotto dalla credenza, evitando come la peste, quelli nel centro tavola che erano stati preparati da Isabelle. Essere senza magia era una punizione già abbastanza grande. Rischiare l'intossicazione alimentare, quello nemmeno per la sua adorata cognatina. Prima o poi si sarebbe messo di impegno e gli avrebbe insegnato a cucinare. Si sedette sul divano, assaggiando cautamente la cioccolata, nella sua adorata tazza: meglio di Gandalf e sistemò la penisola davanti a lui per poter appoggiare i piedi, quando sentì Max piangere. Sbuffando si alzò, appoggiando la tazza sul tavolino di fronte al divano e andò in camera da Max. 
 
-Buongiorno Signorino- disse Magnus, guardando dentro la culla. -Prese il biberon e lo avvicinò alla culla ma il bambino iniziò a scuotere la testa, piangendo più forte. 

-Ho capito, ho capito, qualcuno vuole essere cambiato- disse lo stregone, prendendo il bambino, toccandogli il pannolino e sentendolo umido.- Forza mirtillo, andiamo a pulirci- disse dirigendosi in bagno, dove era stata allestita, al posto della sua bellissima vasca idromassaggio, la zona nursery, con tanto di pupazzetti che pendevano dal soffitto. 

Dopo la titanica impresa, ripose Max nella culla perché si era nuovamente addormento e si diresse, dopo svariato tempo passato ad osservare suo figlio dormire, in sala per godersi il suo attimo di relax. 

Ma quella che doveva essere il suo angolo di pace, era in realtà un : benvenuti all'inferno. La sua tazza era rovesciata in bilico sul tavolino pronta a cadere. Schioccò le dita ma quando si rese conto che non aveva magia, la tazza era già impattata sul tappeto producendo un sinistro rumore. Si avvicinò con cautela solo per scoprire che il manico si era staccato e una lunga venatura percorreva tutta la faccia dello stregone. Di certo ero inutilizzabile. Imprecando tra se cercò di far combaciare il manico ma, senza colla e senza magia, tutto si rivelò vano.  

Si guardò intorno, in tempo per vedere il Presidente fuggire con la coda tra le zampe, lasciando dietro di se una scia di zampate color cioccolato. 

-Maledettissimo gatto- urlò Magnus, tornando a guardare sconsolato la tazza tra le sue mani. Era un regalo di Alexander, forse il primo regalo in assoluto che gli aveva fatto, ed ora averla tra le mani completamente rovinata gli faceva venire da piangere. E non aveva nemmeno la magia per poterla aggiustare. E c'era pure il bellissimo tappeto bianco, con una enorme macchia di cioccolato. Quel tappeto aveva circa un anno, non lo aveva più cambiato dopo che aveva scoperto quanto fosse morbido sentirlo sotto la schiena. Ogni tanto gli variava il colore in base al divano, ma era una degli oggetti più "vecchi", escludendo i mobili vittoriani di cui lo stregone andava fiero. Si alzò sconsolato, per andare in bagno e recuperare il secchio per cercare di arginare, quanto meno, la macchia sul tappeto, sempre consapevole della sua tazza ormai da buttare. 

Nel bagno trovò il Presidente, nascosto dietro la tazza del water, che appena lo vide si fece ancora più piccolo. 

-Non sono arrabbiato- disse Magnus, guardando il gatto. -Certo, hai distrutto la mia tazza preferita, ma dovevo ricordarmi che adori il latte al cioccolato- disse ancora sospirando, mentre il gattino rincuorato usciva dal suo nascondiglio. -Dai vieni qui, piccolo mostro, che di triste basto io- disse prendendolo in braccio e aspirando il suo profumo. Un mix di animale, magia e cioccolato. -Però per quanto non ti piaccia, dobbiamo pulire queste zampe- disse ancora, aprendo lentamente l'acqua e passandovi sotto, una per volta, tutte le zampe del gatto, non particolarmente felice della novità. -E' inutile che ti lamenti, la prossima vola, prima di fare un danno, accertati che io abbia la magia- rispose l'uomo al lamento del gatto. 

Dopo svariati minuti nel bagno si diffuse l'odore di pelliccia bagnata che fece storcere il naso allo stregone, chiuse la luce e si diresse verso la sala. Sperando che la macchia fosse sparita nel frattempo. Stava per mettersi a pulire quando sentì Max sveglio nella camera, controllando l'orario. Era quasi mezzogiorno. 

-Buongiorno Mirtillo- disse Magnus, districando il figlio dalle coperte per prenderlo in braccio, sciogliendosi quando lo sentì ridere felice. Passo il naso sulla pancia del bambino che in risposta gli arpionò i capelli con le piccole mani, continuando a gorgogliare felice. -E cosa abbiamo qui?- stava dicendo il padre, facendo il solletico al piccolo stregone.

-E abbiamo un bel pancino. E di chi è questo pancino? Di Papà?- diceva con voce infantile mentre il bambino batteva le mani. -Hai fame Mirtillo di papà?- chiese lo stregone, osservando il bimbo tra le sue braccia. -Forza mettiamoci una tutina nuova e andiamo a mangiare-disse prendendo l'occorrente dal cassetto.  
 
Fu così che li trovò Alec, poco dopo. Magnus appoggiato al fasciatoio che raccontava o meglio canticchiava, una favola per bambini mentre Max lo osservava meravigliato, per poi tendere le manine verso Alec, quando lo scorse dalla porta.  

-Alexander...-disse sorridendo lo stregone, guardando il compagno. -Sembri stremato, preferisci mangiare o vuoi prima farti una dormita?-. 

-Ciao a te, preferirei farmi una doccia e poi andare a dormire un paio di ore- rispose Alec, sorridendo-Ma prima voglio tempestare di baci questo piccolo stregone- disse Alec, baciando le manine di Max e le guance, facendo ridere il bambino. 

-E io nulla?- chiese lo stregone con la faccia triste. 

-Tu non hai un anno- disse Alec, sorridendo, per poi baciare velocemente le labbra dello stregone, mentre Max li guardava sorridendo. Per poi tornare a guardare il bambino che lo guardava confuso. 

-Che succede amore di Papà? -chiese Alec, osservando il viso del figlio. Ma il bimbo si limitò a toccare il viso di Alec e di Magnus insieme, facendosi poi forza con le braccia di arrampicò tra di loro. Il corpo appoggiato ad Alec, la testa sulla spalla di Magnus e le mani incastrate nei capelli dei padri. 

Quando Alec, fece per allontanarsi, Max strinse la presa sui capelli girando il viso verso di lui, sorridendo. 

-Quando fa così è tutto te- disse Alec, sussurrando appena. 

-Ammaliante, sexy,  e tremendamente dolce?-chiese Magnus. 

-Testardo-rispose ridendo Alec, per poi baciarlo delicatamente, sentendo il bambino ridere. 

-Credo che a qualcuno piaccia?- disse sorridendo Magnus. 

-Ti piace se do i bacini al papà?-chiese Alec, avvicinandosi di nuovo a Magnus, sentendo il bambino ridere felice.

Diede un bacio a Magnus e un bacio a Max, e continuarono così per alcuni minuti, fino a quando la pancia del piccolo stregone non emise un borbottio che fece ridere i due uomini. 

-Credo che abbia anche fame- disse Magnus, allontanandosi con Max in braccio, mentre Alec, aprendo la doccia si sfilava i vestiti ed entrava. 

Ignorando la macchia in sala, si diresse in cucina, preparando l'occorrente per il biberon, aggiungendoci qualche biscotto e un uovo fresco. Mise il bambino dentro il seggiolone e gli diede da mangiare, poi attese che facesse il ruttino battendogli delicatamente la mano sulla schiena. Si diresse in camera bloccandosi quando scorse il compagno dormire sopra al copripiumone ancora con l'accappatoio addosso. 

-Ogni tanto mi chiedo se ho uno o due figli- disse alzando gli occhia la cielo. -Ci stai un secondo qui, bravo, mentre sistemo papà?- chiese lo stregone, mettendo il bambino sul divano tra i cuscini. Si diresse in camera, sistemò il compagno meglio che potè, ma spostare Alec a peso morto era un'impresa impossibile, allora prese una coperta dall'armadio e coprì il suo uomo, che si limitò a mormorare il nome di Max, nel sonno.  

-Dovrei essere geloso- disse sottovoce, lasciandogli un tenero bacio sulla tempia, uscendo solo dopo aver alzato la temperatura.

Si diresse in sala per trovare il figlio addormentato tra le zampe protettive di presidente che ronfava felice emettendo piccole fuse. Ne approfittò per prendere la tazza e portarla in cucina, alzò il tavolino e sfilò il tappeto, mettendolo nella lavatrice e sperando, con tutto il cuore, che la macchia andasse via. Una volta finito il tutto, si distese sul divano cercando di non svegliare il bambino, non prima di aver sistemato i cuscini in modo che fermassero una eventuale caduta del piccolo stregone, risvegliandosi alcune ore dopo nel suo letto. 

-Buongiorno dormiglione-disse la voce squillante di Alec. -Eri proprio stanco- disse avvicinandosi al letto, porgendo ad Alec una tazza di cioccolata calda. 

-Max è da mia madre. E' venuta a prenderlo un paio di ore fa-disse Alec, rispondendo alla domanda silenziosa negli occhi del compagno. 

Magnus avvicinò la tazza alla labbra, prendendo una lunga sorsata, sentendo il caldo liquido riscardagli dentro. -Ma è...-disse stupito osservando la tazza. 

-La tua tazza- rispose sorridendo Alec, togliendogliela dalle mani per appoggiarla sul comodino. 

-Ma era... come... perché?- chiese Magnus, balbettando. 

-Non sei l'unico stregone che conosco- rispose Alec, baciandogli il collo. 

-Ma era...- disse ancora lo stregone sospirando. 

-Vuoi seriamente parlare del fatto che ho chiamato Catarina o vogliamo approfittare del tempo che abbiamo da soli senza nostro figlio?- chiese Alec, reggendosi sulle braccia e sulle ginocchia mentre sovrastava il compagno, guardandolo. 

-Tra quanto arriva tua madre?-chiese solo Magnus, allacciando le mani dietro al collo del cacciatore. 

-Un paio di ore, ma ha detto che prima ci chiama- disse Alec, appoggiandosi al compagno, per fondere le loro labbra, in un'urgenza che entrambi sapevano di avere. 
   
 
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