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Autore: always_strong28    01/03/2017    1 recensioni
Louis è il proprietario di un pub e Harry è un fotografo che ha bisogno di aiuto per un progetto. Louis è scontroso, Harry il contrario. Louis ha un segreto. C'è inoltre tanto tormento e fluff.
-- dal testo --
"Perché continui a tornare qui esattamente?" Chiese Louis, incrociando le braccia sul petto.
"Mi piace la tua faccia. E Niall fa delle battute fantastiche. Ah, ovviamente anche la birra è buona."
La storia appartiene a pinky_heaven19 (ho il suo permesso per tradurla)
Link qui: http://archiveofourown.org/works/6623869
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando emersero sul tetto, la prima cosa che Louis fece fu di fermarsi e voltarsi per vedere la reazione di Harry; amava mostrare alle persone il lavoro di cui andava maggiormente fiero. 

 

"Oh merda," mormorò Harry, guardandosi intorno con la bocca aperta. Louis era fiero di sé. 

 

"Bello, no?" disse, incapace di contenersi. Prendersi cura del suo giardino gli aveva dato più gioia che il pub stesso. 

 

"Mi prendi in giro? È bellissimo," disse Harry mentre faceva qualche passo avanti, i suoi occhi osservavano ogni pianta, ma tornavano sempre a scrutare l'albero al centro del tetto. 

 

L'albero era al centro dell'attenzione, non era altissimo, forse poco più di quattro metri, ma con i suoi rami spessi e le foglie verde smeraldo era comunque impressionante. C'era anche una piccola panchina di legno sotto, appoggiata direttamente sul terriccio. 

 

L'intero tetto era circondato da pareti di legno e completamente immerso da vasi di fiori, alcuni piccoli come tazzine altri grandi come vasche da bagno. Lungo le reti metalliche altri vasi si intravedevano pieni di felci di ogni specie e lunghezza; al lato opposto rispetto a dove erano in piedi, il muro sul retro del pub era completamente ricoperto da fitta edera. 

 

In un angolo era disposto un lungo tavolo di legno, Harry si diresse verso quel punto, respirando l'aria fresca e pulita. 

 

"È meraviglioso," disse Harry indicando alcuni vasi di piante grasse di ogni forma e dimensione. 

 

"Grazie," rispose Louis sorridendo, la sua faccia stava iniziando a far male dal troppo sorridere. Louis osservava mentre il ragazzo si muoveva intorno al tavolo che ospitava il suo piccolo giardino di spezie. Stava provando ad ingrandirlo ma non le usava praticamente mai per cucinare. 

 

Harry passò le dita tra le foglie di basilico poi se le annusò per assaporarne il profumo. 

 

"È uno dei miei odori preferiti al mondo," disse con un sorrisetto timido. 

 

"Anche il mio. Ehi, qui invece c'è la mia sezione dei tè." Continuò Louis, indicando un lungo vaso rettangolare dove diversi tipi di piante crescevano. Finocchio, citronella, menta e camomilla. I suoi preferiti. 

 

"Non ci credo, è favoloso! Posso?" chiese Harry prima di toccare le foglie di menta. 

 

"Certo." 

 

Harry ne staccò una e la mise in bocca, masticandola con gli incisivi prima di assaggiarla con la lingua. 

 

"Deliziosa," disse mostrando un piccolo pezzetto di menta incastrato tra i denti. Louis decise di non dirgli niente. 

 

Harry gironzolò per tutto il feto, fermandosi ad ammirare le piante intorno a lui. Ortensie, Lillà, gigli, margherite e molti altri. Ovviamente non erano ancora fioriti, ma erano comunque bellissimi da guardare. Si fermò di fronte ad un cespuglio di rose selvatiche e le annusò. 

 

"Sai che puoi mangiare i petali di rosa?" chiese, troppo affascinato dai fiori per voltarsi a guardare Louis. 

 

"Sì ma hanno un saporaccio." 

 

"Mia madre li mette nel tè qualche volta. Un petalo in ogni tazza e non è così male." 

 

"Ora capisco perché sei così strano," lo prese in giro Louis, ma Harry lo stava ascoltando a malapena. 

 

"Mi sembra di essere in un'altra dimensione. Come se fossimo entrati in una realtà parallela o qualcosa del genere," disse con voce sognante, "Non posso credere che siamo ancora nella popolosa e rumorosa Tottenham." 

 

"Per me è lo stesso. Dai vieni, sediamoci." disse Louis indicando la panchina e avvicinandosi. Si sedette con un sospiro; l'ombra dell'albero rendeva quel luogo fresco e proprio di frescura aveva bisogno in quel momento, dopo le pulizie necessitava di un po' di riposo. 

 

Harry fece un altro giro, lasciando che i suoi occhi si riempissero ancora di più di tutto quel verde. Si diresse poi alla panchina e con un sorrisetto si tolse scarpe e calzini. 

 

"Che cosa stai facendo?" Lo guardò Louis con aria curiosa. 

 

"Mi sto mettendo comodo," rispose mentre saliva in piedi sulla panchina e afferrava un ramo dell'albero. Si spinse su con gli addominali e appoggiò i piedi al tronco per darsi la giusta spinta, finalmente trovò un ramo abbastanza resistente e rimase lì in piedi a fissare Louis che a sua volta lo guardava incredulo. "Dai, sali!" 

 

Louis si schiarì la voce prima di parlare. La vista della schiena muscolosa di Harry mentre saliva era stato un po' troppo da reggere. "Sto bene qui, grazie." 

 

"Oh dai, non dirmi che non sali quassù ogni tanto…" chiese, sistemandosi comodo, con i piedi che dondolavano vicino alla testa di Louis. 

 

"No, non ho dodici anni." 

 

"Hai ragione, sei tanto brontolone quanto un sessantenne che non fa sesso da parecchi anni." 

 

Louis afferrò l'alluce di Harry e lo strattonò, facendo quasi perdere l'equilibrio al riccio. 

 

"Ehi!" rispose Harry ridendo, non sembrava essere per niente arrabbiato. Louis lo guardò e sorrise. I capelli di Harry erano arruffati e le sue fossette in bella mostra, rendendolo ancora più giovane di quello che era e facendo perdere un battito a Louis. 

 

Rimasero in silenzio alcuni minuti finché Harry non scese e si sedette di fianco a Louis. Le sue mani erano un po' graffiate dai rami e aveva un profumo misto a legno e polvere. 

 

"Hai fatto tutto questo da solo?" Chiese Harry, continuando ad ammirare il tetto in contemplazione. I suoi piedi erano piantati a terra e le sue dita giocherellavano con il terriccio. 

 

"Non tutto. Ad esempio quel muro era già coperto di edera da anni. E penso che mio nonno abbia piantato qui questo albero. Ho chiesto a mio padre, ma mi ha risposto che l'albero è sempre stato qui da che si riesca a ricordare e non si è mai disturbato di chiedere a suo padre. Ma sono sicuro al 99% che lo abbia costruito mio nonno. C'è della terra sotto alle varie installazioni in legno per almeno 40 centimetri, ha fatto un lavoro enorme." 

 

"Tuo nonno doveva amare davvero il giardinaggio." 

 

"Penso, non l'ho mai incontrato." 

 

"Perché hai fatto il pavimento in legno? Io ci avrei messo un bel prato." 

 

"Il prato c'era, ma alcuni anni fa ho voluto cambiare un po'. Se dovessi cambiare idea di nuovo tutto quello che devo fare è togliere il legno." 

 

"Hai installato tutto da solo?" chiese Harry, guardando meravigliato il lavoro di carpenteria. 

 

"Sì, uscivo con un tizio che faceva il falegname, mi ha insegnato qualche trucco e mi ha un po' aiutato durante il lavoro." 

 

"Sei un uomo dai mille talenti." Lo stuzzicò Harry, dandogli una spinta. Louis ridacchiò e si spostò leggermente. 

 

"Però la panchina era già qui," disse mentre con la mano accarezzava il legno, "le ho solo dato una riverniciata e penso che riuscirà a resistere qualche altro anno." 

 

"È incredibile, Lou," disse Harry piazzando un mano sul braccio di Louis e stringendolo. Louis si trovò a fissare dritto negli occhi verdi e seri di Harry. "Sei talentuoso e questo giardino è la cosa più bella che io abbia mai visto." 

 

"No, stai mentendo." Rispose Louis arrossendo. Era davvero timido quando si trattava di complimenti. 

 

"Dico sul serio, è sconvolgente. Se fossi in te, non lascerei mai questo posto." 

 

"Sei il benvenuto, ogni volta che vuoi." Disse Louis incapace di trattenersi. E fu piuttosto sorpreso, così come Harry, che non lo aveva invitato per cortesia, ma proprio perché gli faceva piacere. 

 

"Grazie, irromperò in casa tua e salirò di nascosto quassù," lo prese in giro e strinse il ginocchio di Louis prima di alzarsi. "Devo andare adesso, tu devi aprire questo posto molto presto e una doccia non ti farebbe male." 

 

"Senti chi parla. In questo momento hai anche delle foglie tra i capelli." 

 

"Davvero? Pensi che dovrei fare anche una corona di fiori?" rispose Harry, scrollando i capelli per rimuovere le foglie. 

 

"Sceglierò qualche fiore per te quando sarà primavera." disse Louis seguendolo per le scale. Notò Harry guardare attentamente il suo piccolo appartamento, ma non disse nulla. Parlò di nuovo quando furono nella zona bar. "Grazie per l'aiuto con le pulizie, l'ho apprezzato davvero." 

 

"Di nulla," rispose il riccio mentre prendeva un fazzoletto e una penna dal bancone e scriveva sopra qualcosa. Lo piegò con cautela e lo infilò nel box dei suggerimenti che era dimenticata in un angolo. 

 

"Un altro fantastico suggerimento?" 

 

"I miei consigli sono sempre fantastici, quindi sì," disse con un ghigno contento sul volto recuperando il telefono dal bancone. "Posso avere il tuo numero, così possiamo metterci d'accordo per le foto?"

 

"Certo." Louis gli prese il telefono dalle mani e salvò il suo numero come: "Louis Pub" aggiungendo poi l'emoji di un pallone da calcio. 

 

"Grazio. Verrai con me ad incontrare le persone, vero?" 

 

"Vuoi che venga con te?" 

 

"Sì, vorrei fare loro delle domande e temo che con un estraneo non si sentiranno così a loro agio da aprirsi. Se verrai con me sicuramente avranno altre storie da raccontarmi." 

 

"Va bene, se vuoi, posso venire," rispose Louis, guardandosi i piedi e sentendosi improvvisamente timido, come se Harry gli avesse chiesto un appuntamento. Era ridicolo. "Sono libero la maggior parte delle mattine e la domenica." 

 

"Bene, possiamo organizzarci per questo weekend?" Chiese Harry, mettendosi le cuffie. 

 

"Sì, ti mando i dettagli per messaggio." 

 

"Fantastico," rispose dirigendosi verso la porta. "Ci vediamo, Lou. Ciao." continuò agitando la mano in saluto e uscendo. Louis ricambiò il saluto e non appena non vide più Harry si nascose la faccia tra le mani. In che cosa si stava cacciando? 

 

Louis era in grado di controllarsi e non aveva mandato nemmeno un messaggio ad Harry. Fissava solo la sua immagine del profilo: era una foto molto ravvicinata del suo viso mentre faceva la linguaccia. Louis si era aspettato qualcosa di più artistico da un fotografo, ma non si sarebbe lamentato. Era venerdì sera quando Harry gli scrisse e gli chiese se potevano andare a casa di qualcuno domenica, si accordarono di incontrarsi al pub e di andare insieme. 

_______________________

 

Domenica mattina Louis si svegliò presto e si occupò del giardino per un'oretta prima di farsi una doccia e vestirsi. Era bel tempo e optò per un paio di jeans e una t-shirt nera. Era assurdo pensare a cosa indossare per il suo incontro con Harry, eppure era lì a farlo. 

 

Era troppo difficile aspettare fino alle nove, così salì di nuovo nel giardino e prese un vasetto con una pianta grassa, quella che aveva attirato maggiormente l'attenzione di Harry, poi si diresse al suo appartamento.

 

Arrivato lì, fissò il citofono e passò il dito sul campanello con su scritto "H.Styles". Non era stato invitato, non gli aveva scritto per avvertirlo ed erano solo le 8:30. Probabilmente non era pronto e Louis era stato maleducato a presentarsi lì.

Nonostante tutti questi pensieri, alla fine premette il bottone. 

 

"Sì?" Qualcuno rispose, ma non assomigliava a quella di Harry. 

 

"Hum, ciao. Harry? Sono Louis." 

 

"Louis…? O certo, sali pure." Sicuramente non era Harry, ma la porta venne aperta e Louis salì le scale due alla volta per arrivare in fretta. Bussò alla parta e venne aperta da un ragazzo mai visto in vita sua. Sì, decisamente non era Harry. 

Il ragazzo però sorrideva apertamente. 

 

"Ehi amico, entra pure. Piacere di conoscerti. Sono Liam." 

 

Louis gli strinse la mano ed entrò. Il ragazzo aveva un asciugamano sulla spalla e i capelli umidi. 

 

"Harry è ancora nella doccia. Pensavo vi sareste incontrati da qualche altra parte, no?" Chiese Liam curioso. "O meglio, è quello che mi ha detto." 

 

Louis si schiarì la voce. "Sì, dovevamo incontrarci al pub, ma ho deciso di….uhm." Non sapeva come continuare, come spiegare perché fosse lì. Non gli era chiaro in realtà. 

 

Liam si diresse in cucina e prese una tazza dalla mensola. 

 

"Te'?" 

 

"No, grazie. Sei il suo coinquilino?" Chiese prima di potersi controllare. 

 

"Il suo coinquilino?" Liam gli lanciò un'occhiata rapida. "No, non lo sono." 

 

"Okay." Louis si infilò la mano libera in tasca, mentre l'altra reggeva il vasetto, che non avrebbe mai dovuto portare. Non sarebbe mai dovuto andare lì in primis. Se fosse arrivato qualche minuto prima li avrebbe trovati insieme nella doccia. 

 

Rimasero in piedi nella stanza in un silenzio imbarazzante. Era stata una pessima idea. Louis era sul punto di dire che avrebbe aspettato Harry di sotto quando il riccio uscì dal bagno accerchiato dal vapore e frizionandosi i capelli con un asciugamano. Aveva solo dei jeans stretti addosso e Louis riusciva a vedere una sottile striscia di tessuto che apparteneva ai boxer uscire fuori e una sottile peluria che scompariva sotto l'ombelico. 

 

Non aveva mai visto le braccia di Harry nude e vederlo senza maglia era troppo. Lasciò vagare il suo sguardo sul corpo del riccio un po' troppo a lungo; Harry non aveva un fisico scolpito, ma osservando attentamente si riusciva a riconoscere le linee degli addominali sotto il tatuaggio di una farfalla. 

 

La salivazione di Louis aumentò improvvisamente mentre guardava i fianchi del ragazzo muoversi mentre camminava, con il tatuaggi di due corone d'alloro proprio lungo i basso ventre. 

 

"Ehi, Lou," disse contento mentre lo salutava, il suo sorriso gli arrivava alle orecchie. "Pensavo ci saremmo incontrati al pub." 

 

"Sì beh, mi sono alzato presto." Fu l'unica spiegazione che diede, Harry annuì come se avesse senso. 

 

"Vado." Disse Liam, recuperando lo zaino sul divano e avvicinandosi a loro. Strinse di nuovo la mano di Louis per salutarlo e diede un veloce bacio sulla guancia ad Harry. "C'è del te' sul bancone. Ci vediamo sta sera?" 

 

"Sì, in bocca al lupo per la partita." Harry lo salutò e lo stesso fece Louis, cercando di non sembrare l'idiota che si sentiva di essere. 

 

"È stato un piacere conoscerti Louis. Mi fermerò al pub qualche volta, Harry mi ha detto che è proprio tipico." 

 

"Ci vediamo allora," Louis aveva intenzione di chiudere il pub e non riaprirlo mai più dopo quella affermazione. 

 

"Che cos'è?" Chiese Harry eccitato indicando il vasetto in mano a Louis. 

 

"Oh, questa? Ho notato l'altro giorno che eri interessato alle piante grasse e che ne avevi già alcune, quindi…ecco qua." 

 

"Mi hai portato dei fiori, che dolce." Lo prese un po' in giro Harry e Louis alzò gli occhi, dandogli il vaso. 

 

"Non sono fiori. Non annaffiarla troppo o le radici marciranno e morirà." 

 

"Okay, grazie mi piace un sacco," rispose mentre si guardava intorno per trovare un posto adeguato dove metterla. Louis invece gli continuava a fissare le braccia. "Che ne dici se la metto in camera? C'è un davanzale che sarebbe perfetto ma il sole ci arriva solo la mattina." 

 

"Va bene, è una pianta resistente." 

 

"Fantastico, torno subito." 

 

Louis non riuscì a fermarsi dal fissare il fondoschiena del ragazzo. Chiuse gli occhi massaggiandoli con la punta delle dita e prendendo un profondo respiro. Perché era così infastidito? Erano un Harry senza maglia e il suo fidanzato. Erano cose per cui non doveva essere infastidito affatto. 

 

Quando Harry tornò da lui indossava una t-shirt che lasciava intravedere i tatuaggi, ma almeno aveva una maglia e Louis ne era grato. I capelli invece erano ancora umidi e estremamente ricci; quando Harry gli passò accanto, un aroma di cocco e vaniglia gli colpì le narici. Dio, era fottuto. 

 

"Chi incontriamo oggi?" Chiese Harry afferrando il proprio zaino da terra. Controllò il contenuto e se lo mise in spalla. Louis si diresse verso la porta e aspettò che Harry si avvicinasse. 

 

"Il suo nome è Roger Grimsted ed è un calzolaio. Ha il suo negozio qui a Tottenham da 43 anni." 

 

"Wow, questo è decisamente il tipo di persona che cerco!" rispose Harry eccitato come un bambino mentre si dirigevano verso la casa dell'uomo. "Gli va bene incontrarmi? Gli hai spiegato il mio progetto?" 

 

"Sì, gli va bene. Spera che questa cosa gli porti più persone al negozio." 

 

"Pensi che potrei fare delle foto di lui nel negozio?" 

 

"Non lo so." 

 

"Vive lontano? Potrebbe aprire il negozio per noi?" 

 

"Non so se lo farà." 

 

"Ma hai detto che era contento, quindi forse…" 

 

"Ho detto che non lo so, Harry. Cristo, sei così fastidioso oggi." 

 

Harry lo guardò come se fosse stato colpito in pieno da un pugno. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma poi la chiuse e rimase in silenzio finché non arrivarono a casa dell'uomo. Louis si sentiva una merda; ma sorrise e salutò gentilmente il Signor Grimsted. 

 

"Sono felice di rivederti, Louis," sorrise l'uomo invitandoli ad entrare. "Con le belle giornate mi farò vedere più spesso al pub." 

 

"Fantastico, mi fa piacere," Louis chiuse la porta dietro di loro mentre parlava. "Questo è Harry Styles."

 

"Piacere di conoscerla, Signor Grimsted. La ringrazio per aver acconsentito a vedermi e ad accogliermi in casa sua," disse con una salda stretta di mano. 

Cazzo, era davvero affascinante quando voleva. 

 

"Il piacere è tutto mio. Gradite del te'?" 

 

"Sì, per favore," risposero insieme e si sedettero sul vecchio divano dell'uomo mentre Louis portava avanti una leggera conversazione. Riusciva a sentire gli occhi di Harry fissi su di lui, ma Louis non lo guardò nemmeno una volta. Si stava comportando come un bambino testardo ma non gli importava. 

 

"Allora, è qui per fare delle foto, eh?" Chiese il Signor Grimsted ad Harry alla fine del loro te'. 

 

"Sì, sto cercando persone interessanti e lei lo è, Signore." 

 

"Sciocchezze. Non ho niente di interessante da dirle ad essere onesti." 

 

"Ne dubito. Iniziamo con qualche domanda per rompere il ghiaccio. Registrerò la conversazione se per lei va bene, è più facile che prendere appunti." 

 

"Nessun problema." 

 

"Benissimo, grazie." Harry allora tirò fuori un piccolo registratore dallo zaino e lo appoggiò sul tavolino da caffè. "Quando è nato, Signor. Grimsted?" 

 

"Il 7 Aprile del 1952, proprio qui a Tottenham. Ovviamente all'epoca non si chiamava così e le cose erano piuttosto diverse." 

 

"Quando ha aperto il suo negozio?" 

 

"Nel 1972, avevo vent'anni ed ero appena stato licenziato. Mia moglie aspettava il nostro primo figlio e avevo bisogno di soldi per mantenerli." 

 

"Si ricorda il suo primo cliente?" 

 

E andarono avanti così per circa un'ora; Harry chiese tantissime domande e Louis rimase in silenzio la maggior parte del tempo, giocando con qualche App nel suo telefono, sistemandosi i capelli e soprattutto evitando di guardare Harry. Continuava a pensare a Liam e al bacio che aveva dato ad Harry mentre usciva. Ai loro piani per la serata. Lo faceva incazzare per dei motivi che non voleva ancora indagare. Dio solo sapeva che cosa avrebbe capito facendosi un esame di coscienza. 

 

"Penso che sia più che sufficiente ora, Signor Grimsted. Possiamo passare alle foto ora?" 

 

"Indosso una nuova maglia proprio per questo," sorrise il signore, "c'è un bel muro bianco in cucina." 

 

"No, per favore. Voglio scattare le foto qui, così." 

 

"Ma la stanza è un caos." 

 

"È proprio per questo, ma io non direi 'caos'," disse veloce, "è caratteristico. In questo modo si può vedere la sua personalità." 

 

"Beh, allora accomodati." 

 

Louis guardò Harry preparare la fotocamera e fare diverse foto all'uomo. Si muoveva intorno alla stanza, cercando diverse angolazioni e giochi di luce. Fece foto del Signor Grimsted con un viso serio, sorridente, mentre parlava o addirittura quando non guardava nemmeno l'obiettivo. Dieci minuti dopo avevano concluso. 

 

"Grazie ancora Signore, ho apprezzato la sua gentilezza." Disse Harry stringendo la mano all'uomo per la centesima volta e uscendo. 

 

"Di nulla. Fai diventare famoso il mio negozio, Harry." 

 

"Farò del mio meglio." 

 

"Spero di vederti al pub ragazzo." 

 

"Anche io, stamperò qualche foto e gliele consegnerò." 

 

"Grazie. Ciao Louis. Ci vediamo domani, se non piove." 

 

"Arrivederci Signor Grimsted. Buona domenica." 

 

Louis aspettò che avessero voltato l'angolo per parlare di nuovo con Harry.

 

"Pensavo che gli avresti chiesto di fare foto nel negozio." 

 

"Volevo, ma chiaramente tu sei incazzato con me e non volevo fartela troppo lunga." 

 

Louis odiava ammettere che si era comportato come uno stronzo con Harry, e quest'ultimo sembrava risentito della cosa. 

 

"Comunque, grazie mille per avermi accompagnato." Harry si fermò e i loro occhi finalmente si incrociarono. "Stavo per chiederti se a te e Niall andava di unirvi a me e Liam per la serata ma immagino di conoscere già la risposta." 

 

"Perché ci vorresti invitare?" Chiese Louis confuso. 

 

"Pensavo fosse carino uscire tutti insieme ed essere…amici ." Harry evitò di proposito di guardare Louis negli occhi. "Ma stai facendo un buon lavoro affinché questo non accada." 

 

"Amici? Aspetta, ma Liam non è il tuo ragazzo?" 

 

"Il mio ragazzo?" Grugnì Harry. "No, non lo è. È un mio amico, ed è venuto a trovarmi. Dorme da me per il weekend. Che cosa ti ha fatto pensare diversamente?" 

 

"Beh, pensavo vi steste facendo la doccia insieme prima che io arrivassi questa mattina…" Wow, suonava anche più idiota detto ad alta voce. 

 

"Liam è il mio migliore amico, ma per quanto io gli voglia bene, preferiamo fare la doccia sperati. Abbiamo fatto un sonnellino insieme sul divano ieri pomeriggio, ma dubito che questo ci renda fidanzati." 

 

"Giusto." Louis non aveva nient'altro da aggiungere in quel momento così assurdo. Ma Harry continuò a parlare. 

 

"Aspetta, è per questo che sei scattato e mi hai risposto male questa mattina? Perché pensavi che Liam fosse il mio ragazzo?" Il sorriso di Harry era brillante. "Louis Tomlinson, sei per caso geloso di Liam?" 

 

"Fottiti, non sono geloso. Il mio umore è altalenante e sono burbero, lo dici sempre anche tu." Louis riprese a camminare con Harry alle costole. 

 

"Farò finta di crederci. Ma solo perché tu lo sappia, non ho nessun ragazzo o ragazza." 

 

"Non penserei mai a te con una ragazza." grugnì Louis in risposta. 

 

"Scusami? Ho già avuto una ragazza in passato. Avevo quattordici anni e non ci siamo nemmeno baciati, però indossavamo degli anelli." 

 

Louis rise e finalmente si voltò a guardare il riccio. Lo beccò a sorridere a sua volta mentre si sistemava i capelli. 

 

"Hai un ragazzo, Louis Tomlinson?" 

 

"No, non lo ho, Harry Styles." 

 

"Bene, allora siamo solo due ragazzi ventenni che escono insieme. Due ragazzi molto attraenti aggiungerei. Bello," prese un profondo respiro e nascose le mani dietro la schiena, "molto bello." 

 

"Sei un idiota," mormorò Louis, ma stava sorridendo. 

 

"Allora, ti unisci a noi per cena?" chiese Harry ormai davanti casa. 

 

"Vorrei, però mi vedo con mia madre." 

 

"Oh, che dolce. Allora ci sentiamo più radi." 

 

"Va bene, ti mando un messaggio." 

 

"Che romantico. Ciao, Lou." 

 

Louis rimase immobile quando Harry lo abbracciò. Fu un abbraccio veloce ma saldo e un secondo dopo il riccio era già sparito dentro il palazzo, mentre Louis si diresse verso casa canticchiando. 

________________________________

 

Salveeee! Sono imperdonabile lo so, purtroppo questa volta ci ho messo tantissimo ma i capitoli si stanno facendo più lunghi! ç_ç

Spero comunque che vi sia piaciuto il capitolo, abbiamo fatto un passo avanti e tra poco arriverà il bello! 

Ora scappo al lavoro,

un bacio da Dublino. 

 

Marica x

   
 
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