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Autore: Vegethia    01/03/2017    3 recensioni
Raccolta di Flash fiction e brevi One shot ispirate ognuna ad una fan art Lucci/Kaku.
Il rating potrebbe variare.
"Kaku si sorprende a contemplarlo con la consapevolezza di chi sa che nessuna alba, nessuna sua tonalità d'oro sarà mai uno spettacolo paragonabile a questo. Non a Rob Lucci che si sveglia con gli scudi abbassati, in bilico nel suo dualismo. A metà tra l'uomo e il leopardo." (Trovarsi, cap. 1)
"Lucci si piega su un ginocchio e gli scioglie la cravatta annodata in modo maldestro. Vorrebbe ricordargli che le bugie hanno il naso lungo e le gambe corte, ma non lo fa, perché non vuole toccare un nervo scoperto." (Cravatta, cap. 2)
"Passano dieci minuti o poco più quando Kaku, bypassando le domande impiccione degli altri carpentieri, torna a lavorare al fasciame con Lucci. Passano altri cinque minuti di silenzio, quando gli dice: «Mi ha chiesto di uscire con lei.»" (Verità, cap. 3)
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Cipher Pool 9, Kaku, Rob Lucci
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cravatta

Genere: Fluff, Slice of life | Rating: verde | One shot (790 parole)
Cravatta



Kaku ha otto anni quando scopre di odiare le cravatte.
Il suo esiguo vestiario consiste in tute, scarpe sportive e berretti colorati, ma lui trova che non esista nulla di più bello e comodo per affrontare la dura vita da recluta del Cipher Pol. Può tuffarsi in una lotta o in una gara improvvisata senza alcun timore di strapparsi il cavallo dei pantaloni, né di perdersi i bottoni di una costosa camicia per strada.
Non ha mai capito la fissa del Governo Mondiale per doppiopetti, giacche e mocassini, e quando gli uomini in nero lo portano per la prima volta ad Enies Lobby e gli ordinano di indossare il completo, lui non trattiene una smorfia.
Alla fine obbedisce, ma lo fa con tutta la malavoglia del mondo.
Inizia a prepararsi appena cinque minuti prima del ricevimento col signor Spandam –suo compagno e superiore, anche se l'ha visto in pochissime occasioni in vita sua– che aspetta di riceverlo insieme agli altri membri del CP9 nella sala grande del Palazzo della Giustizia.
Infila la camicia e ficca svelto tutti i bottoni nelle asole, salvo ricominciare da capo quando si accorge di averne saltato uno. Calza i pantaloni del vestito, che gli fanno rimpiangere all'istante la praticità dei suoi bermuda in cotone, e stringe la cintura fino all'ultimo buco.
I rintocchi della cattedrale gli intimano di sbrigarsi, risuonando tre volte nel cuore della città. Sono le 15:00 in punto: Spandam si sarà appena accomodato in sala.
«Acc... Com'è tardi!»
Arriva la parte difficile. Kaku prende la cravatta e la fa passare intorno al collo, nervoso.
Gira l'estremità sinistra verso destra, fa un nodo; ci gira sopra l'altra estremità una, due volte; stringe un altro nodo, lo tira... si ferma. Non sa come diavolo s'indossa quell'affare, l'unica cosa certa è che stava per strozzarsi.
E dire che Kumadori aveva cercato di spiegarglielo più volte. Fukuro aveva persino inventato una filastrocca perché memorizzasse tutti i passaggi per indossarla correttamente –spifferandogli, tra l'altro, che Spandam non ne è capace e che per questo porta ancora il papillon.
Con una punta di amarezza, Kaku pensa che anche quello sbruffone di Jabura è in grado di mettersi una cravatta. Lui, invece, non vede proprio come possa trasformare l'inutile strisciolina di stoffa in un accessorio d'alta moda.
Qualcuno bussa alla porta della camera, ma è la voce che chiama il suo nome a farlo trasalire.
Lucci non aspetta di essere invitato ad entrare; varca la soglia: segno che nessun ulteriore ritardo sarà tollerato.
«Sei ancora qui? Manchi solo tu.»
«Sono pronto!» esclama il bambino, afferra la giacca e si precipita verso l'uscita. Prima che possa superare la porta, però, il collega lo trattiene per una spalla.
«Aspetta...» Lucci inclina la testa e studia Kaku all'altezza del collo, lo sguardo sottile e puntiglioso. Storce un po' le labbra: «Vuoi presentarti con quel cappio alla gola?»
«Non so come si mette», borbotta Kaku, e dà all'altro l'immediato sospetto di non averci provato fino in fondo.
Lucci si piega su un ginocchio e gli scioglie la cravatta annodata in modo maldestro. Vorrebbe ricordargli che le bugie hanno il naso lungo e le gambe corte, ma non lo fa, perché non vuole toccare un nervo scoperto. Grazie all'idiota di Jabura, Kaku è suscettibile a certi commenti.
«Devi imparare» dice, paziente ma categorico, risistemando la seta sotto il colletto della camicia. «Tra poco sarai un agente effettivo.»
Ma Kaku alza le spalle poiché ritiene di avere un'intaccabile soluzione: «Metterò la felpa sotto la giacca!»
Che idea ridicola, pensa Lucci accigliandosi un poco; poi capisce che Kaku sta dicendo sul serio e rimane a corto di parole. Torna a concentrarsi sul cravattino. È già tardi ma lo annoda con calma, illustrando la tecnica più semplice che conosce.
Kaku osserva attentamente. Le dita di Lucci ripiegano la cravatta in quattro mosse con esperienza e disinvoltura, il tocco talmente leggero che gli pare impossibile che le stesse dita eseguano degli Shigan micidiali.
In pochi secondi, la sua cravatta spicca perfetta al centro della camicia.
Lucci controlla che la lunghezza delle code non oltrepassi la cintura e solo allora concede a Kaku un cenno di approvazione.
«Mi soffoca», protesta sommesso il bambino, trattenendosi a fatica dall'allargare il nodo «E non mi piace...»
Si dà una rapida occhiata allo specchio e finisce per imbattersi nella figura austera del compagno. Con quel vestito addosso, Rob dimostra molto più dei suoi tredici anni e Kaku si sente ancora più piccolo. Un vero soldo di cacio, per usare un'odiosa espressione di Jabura.
Ma c'è dell'altro.
«Ti ci abituerai. Ora andiamo, siamo in ritardo.»
Kaku annuisce, affrettandosi fuori dalla stanza con le guance improvvisamente rosse.
Forse a lui le cravatte non piaceranno mai, ma gli piacerà sempre Rob Lucci quando ne indossa una.





Note dell'autrice
note dell'autrice
Piccoli approfondimenti per i più curiosi:
- La fan art che ha ispirato il capitolo non è mia, ma dovrei aver azzeccato l'età dei protagonisti. Lucci, infatti, mostra i capelli corti in un breve flashback del manga in cui aveva tredici anni (Kaku ha cinque anni meno di lui, sapevatelo).
- Non si sa se Kaku abbia l'avversione per gli abiti formali in canon, ma da adulto indossa veramente la felpa sotto la giacca. Inoltre, nelle SBS, Oda lo ha disegnato bambino con un abbigliamento sportivo che ricorda un po' quello che sfoggiava alla Galley-La.
- Sempre dai disegni di Oda, sappiamo che Spandam portava il papillon da piccolo, mentre da ragazzo (a 25 anni, nel flashback di Franky) aveva la cravatta. Quindi, essendo ventiquattrenne in questa storia, è probabile che fosse già capace di indossarla. Fukuro ha mentito? Lo lascio decidere a voi.

Grazie per essere arrivati fin qui!

Vegethia
  
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