“Stupido
topo. Perciò, dopo tutto questo casino, per te, Tohru era
solo come
una madre? Ti sembra una cosa sensata?” ringhiò
Kyo. I suoi capelli arancioni si
sollevarono verso l’alto mossi dal vento, mentre stringeva i
pugni e digrignava
i denti.
“Non
abbiamo mai avuto qualcuno che si occupasse di noi. Pulisse, fosse
gentile e portasse un po’ di allegria. Siamo sempre troppo
impegnati a litigare
tra loro” rispose Yuki. Socchiuse gli occhi, la luce del sole
gli illuminava il
viso liscio e rilassato.
“Poi
hanno il coraggio di chiedermi perché ti voglio spaccare la
faccia”
ribatté il cugino. ringhiando. Yuki scrollò le
spalle.