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Autore: Elissima    03/03/2017    0 recensioni
Questa è la mia raccolta di One Shots dedicata a Dragon Trainer.
Sono quasi tutte romantiche e riflessive. Per la maggior parte scrivo di sentimenti, pensieri ed emozioni di missing moments e non, cercando di entrare nell'animo dei personaggi per svelare i loro più intimi pensieri.
Buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Hiccup aprì gli occhi, destandosi da un sogno che subito svanì dalla sua memoria, lasciandogli però un senso di vuoto allo stomaco.

Non era necessario ricordare il sogno; anche senza sapere cosa aveva sognato Hiccup lo intuiva perfettamente, col pensiero tornò a pochi giorni prima, quando suo padre era morto davanti a lui, per proteggerlo. Fu subito investito dal senso di colpa che lo schiacciò come un macigno, opprimendogli il petto. Se avesse ascoltato suo padre, se non fosse fuggito per fare di testa sua, se per una volta avesse fatto quello che lui gli aveva detto, se lui... se... Poi ricordò le parole di sua madre, che gli diceva che suo padre aveva sempre creduto in lui, e una lacrima gli solcò il viso.

I vichinghi comunque sono uomini forti sia di fisico che di spirito, si risollevano facilmente, non perchè siano più portati di altri a farlo, bensì perchè la loro forza d'animo eguaglia la loro forza fisica, e benchè Hiccup non fosse dotato fisicamente quanto la maggior parte dei suoi compaesani, aveva comunque ereditato la loro forza d'animo, quindi si ridestò e si alzò dal letto.

Non che non avesse pianto suo padre, lo aveva fatto, insieme a tutti gli abitanti del villaggio. Stoick era stato un capo amato, un padre per tutti, e tutti lo avevano onorato nel migliore dei modi.

E proprio Stoick aveva insegnato ad Hiccup a risollevarsi, a non arrendersi e a continuare a dare il meglio di sè anche nelle situazioni più difficili. Nonostante Hiccup fosse molto diverso da come era stato suo padre, gli aveva comunque trasmesso i valori che avrebbero fatto di lui un capo-villaggio altrettanto amato e benvoluto.

Questi pensieri gli diedero la spinta necessaria a fargli compiere il suo dovere, doveva rialzarsi, lavorare sodo per onorare la memoria di suo padre, e soprattutto perdonarsi. Sarebbe stato un lavoro lungo e complicato, ma la costanza (e soprattutto la testardaggine) era una caratteristica del suo popolo, e non dubitava del fatto che avrebbe senz'altro fatto del suo meglio per raggiungere questi obiettivi.

Hiccup si vestì velocemente, quindi scese al piano inferiore, dove sua madre aveva già acceso il fuoco e stava scaldando una zuppa del giorno prima per fare colazione.

"Buongiorno" la salutò.

"Buongiorno Hiccup" la donna gli sorrise amorevolmente, e gli passo una ciotola con un po' di zuppa.

Era strano averla a casa. Da quando era tornata a Berk (pochi giorni in effetti) lui aveva insistito affinchè si trasferisse a casa sua, che era poi stata anche la casa di lei prima che se ne andasse con Saltanuvole, ed ora ogni volta che la vedeva indaffarata in qualche faccenda domestica, o anche solo seduta di fronte al focolare a contemplare il fuoco, provava un misto di tenerezza, adorazione e timore. Era molto contento che fosse tornata, ma doveva abituarsi all'idea di avere una donna per casa, soprattutto perchè con suo padre c'era sempre stato poco pudore, e aveva spesso il timore di metterla in imbarazzo, o di sentirsi lui stesso imbarazzato, quando compiva gesti quotidiani che non gli avevano mai causato problemi con suo padre, come svestirsi o lavarsi.

La donna sembrava avergli letto nel pensiero, perchè gli disse: "non farti troppi problemi con me, ti prego Hiccup. Sono pur sempre tua madre. Pensa che quando sarai sposato avrai in giro qualcuno molto più interessante di me, allora sì che dovrai farti vedere sicuro e tranquillo di avere una donna sempre intorno."

Hiccup per poco non si fece scivolare di mano la zuppa, versandosene un po' sulla casacca. Non ci aveva mai pensato...

"Voglio dire" continuò lei. "La convivenza è anche questo, condividere piccoli gesti quotidiani che di solito siamo abituati a fare da soli."

"Mmm... Sì certo..." Hiccup era perso nei suoi pensieri, immaginandosi Astrid che gli preparava la colazione o la cena. Non aveva mai affrontato un discorso del genere con suo padre, forse i padri hanno il compito di educare i figli alla caccia e alla pesca, e le madri alla vita famigliare?

"Scusa, ti ho forse turbato?"

Hiccup si ridestò. "No. No, certo che no. Mi hai solo fatto pensare a qualcosa a cui non aveva mai pensato finora."

Valka gli sorrise maliziosamente e piegò leggermente la testa di lato come per dire: ma dai, non hai mai pensato all'intimità con la tua donna?

Hiccup intuì quello che intendeva lei, e si affrettò a chiarire. "No, no non si tratta di questo!" Si sentiva imbarazzato per la piega che stava prendendo quel discorso, non voleva certo parlare dell'intimità con Astrid con sua madre!

"Non avevo mai pensato seriamente al fatto che Astrid vivrà qui e che condivideremo gli stessi spazi." Si affrettò a chiarire.

Per un po' mangiarono in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri, poi quando ebbero terminato la colazione Valka ritirò le ciotole e chiese: "da quanto tempo vi conoscete?"

"Chi? Io e Astrid? Da sempre credo, siamo praticamente cresciuti insieme tutti noi ragazzi." Hiccup aiutò sua madre a sistemare, quindi uscirono di casa per dirigersi al villaggio e cominciare i lavori di routine della giornata. Sdentato e Saltanuvole andarono incontro a madre e figlio per salutarli.

"Ora non posso portarti a volare Sdentato" disse Hiccup mentre grattava la gola al drago "devo sbrigare alcune faccende al villaggio, ma ti prometto che oggi pomeriggio mi dedicherò a te."

Valka li osservò in silenzio, poi dopo che Sdentato si fu allontanato con Saltanuvole si rivolse al figlio: "è molto bella..."

Hiccup rimase un attimo sconcertato da quella affermazione. Certo Sdentato era un esemplare fiero, era uno dei draghi più veloci finora conosciuti, ma non l'aveva mai apostrofato come 'bello'. Poi capì che sua madre non si stava riferendo a lui.

"Ah, sì certo, è bellissima." Pensare al sorriso di Astrid lo mise di buon umore.

"Quindi, com'è successo che voi due, sì insomma, siete diventati una coppia?" Valka era curiosa, avrebbe voluto conoscere meglio Astrid, in fondo sarebbe diventata la moglie di suo figlio.

"Non so se sentirmi lusingato oppure offeso da questa domanda. Sai, sembra dire: com'è che uno come te" e indicò se stesso "sta con una come lei?" Scherzò Hiccup.

Valka rise, e prese a braccetto Hiccup mentre camminavano verso la piazza.

"No, scusa! Non intendevo questo! Sono solo curiosa!"

Ad Hiccup piaceva parlare con sua madre di Astrid, così le raccontò di quando lei aveva scoperto che stava addestrando Sdentato di nascosto, e di come lei avesse cambiato idea sui draghi in fretta, di come aveva aiutato lei e gli altri ragazzi ad addestrare i loro draghi, di come avevano viaggiato insieme, scoprendo nuove terre, e di come il rapporto tra lui ed Astrid si fosse consolidato nel tempo.

Valka ascoltò con interesse, e arrivati alla piazza gli disse: "Sei fortunato ad avere accanto una persona con la quale condividere tutto questo." Indicò il villaggio attorno a sè che piano piano si stava risvegliando. Uomini, donne, bambini e draghi che condividevano quel luogo, e un pizzico di malinconia e rimpianto le strinse il cuore.

"Buongiorno capo! Buongiorno Valka!" Scaracchio interruppe il loro discorso andandogli incontro e salutandoli. "Che si dice questa mattina?"

Valka lo salutò calorosamente "buongiorno anche a te. Hiccup mi stava giusto raccontando di lui ed Astrid" e strizzò l'occhio in direzione del figlio. Era uno scherzo, un modo affettuoso di prenderlo in giro. Hiccup non se la prese, ma sorrise benevolo.

"Oh, capisco" annuì Scaracchio "sai, li ho visti crescere, e raramente ho visto qualcuno avere una cotta del genere per una ragazza come è successo ad Hiccup con Astrid! Quando era mio apprendista ed era poco più grosso di una lisca di pesce gli tremavano le ginocchia ogni volta che lei veniva alla fucina per farsi affilare l'ascia!"

"Ehi!" Lo interruppe scherzando Hiccup "non è affatto vero questo, non mi tremavano affatto le ginocchia, facevo il mio lavoro in maniera decisamente dignitosa." Gonfiò il petto e assunse un'aria sofisticata mentre diceva queste parole. Poi si rilassò e sorrise ripensando a come era impacciato quando era poco più che un bambino. "Però sì, lo ammetto, avevo una cotta pazzesca per lei."

Scaracchio gli diede una pacca sulla spalla "perchè, adesso no?" Tutti e tre risero, poi Hiccup si illuminò in volto vedendo Astrid in lontananza che stava camminando nella loro direzione mentre discuteva animatamente con Testabruta.

"Adesso no." E questa volta parlò seriamente. "Adesso non ho una cotta per Astrid. Adesso è la mia più intima amica, la prima persona a cui penso quando voglio confidarmi con qualcuno, la prima con cui voglio condividere i miei pensieri quando qualcosa mi fa gioire." Fece trasparire tutto il suo sentimento mentre si confidava con sua madre e Scaracchio, continuando a guardare Astrid che gli andava incontro sorridendo. "Mi è sempre stata accanto, è lei che mi ha sempre sostenuto, ed è lei che voglio accanto quando ho bisogno di sostegno. Si è sempre fidata di me, e per questo io mi fido totalmente di lei." Volse lo sguardo a sua madre e il suo amico, entrambi rimasti col fiato sospeso e senza parole per questa dichiarazione d'amore indiretta. "No, non ho una cotta per lei adesso, Astrid è entrata nella mia vita ed ha lasciato un segno indelebile, è diventata parte di me. Se dicessi che ho una cotta per lei sarebbe decisamente riduttivo."

Valka sorrise. E le si riempì il cuore di gioia nel vedere quanto suo figlio così giovane fosse in realtà così maturo e profondo.

"Sai" gli disse "credo proprio che anche lei sia molto fortunata."

Sorrise ad Hiccup, che ricambiò, e indicò con lo sguardo Astrid, che ormai li aveva raggiunti.

"Buongiorno" li salutò con un sorriso caloroso. Hiccup si voltò dalla sua parte, le prese la mano e la baciò, e sondando i suoi occhi le rispose "buongiorno mia Signora."

   
 
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