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Autore: SweetAinwen    03/03/2017    3 recensioni
- Mi odi così tanto? - chiese a scatti.
- Oh, io non soltanto ti odio, - sorrise - ti disprezzo anche! - sbottò, il volto velato da una leggera follia di risentimento.
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Due migliori amici con una doppia identità neanche una volta rivelata l'uno all'altra, impauriti dalla reazione che potrebbe avere la persona di cui si fidavano più di chiunque altro. Volevano, senza riuscire nel loro intento. E questo, per loro, era un sollievo: non dovevano vedere l'espressione impressa nei volti di entrambi. Davvero una fortuna.
Ma non avrebbero mai immaginato che questo potesse essere... un segreto mortale.
Genere: Azione, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Papillon.

 

L’amore è sapere tutto su qualcuno, e avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona.
(Albert Einstein)






- Sei uscito allo scoperto, Papillon. - constatò atono, facendolo sorridere.
- La guerra è stata portata a termine, - guardò la ragazza stesa a terra - con un risultato soddisfacente. Ora mancano sono gli orecchini di Ladybug, che tu mi darai. - spostò lentamente l'attenzione su di lui, che aveva la testa bassa.
I suoi occhi si posarono inconsciamente su Marinette, notando un rivolo di sangue al lato della sua bocca. Ci passò sopra il pollice, levando quella macchiolina che storpiava il viso della giovane e sfiorò delicatamente con l'indice la sua guancia, poi il collo e viceversa. 
- Non lo fare. - disse Tikki, spaventata.
Si avvicinò all'orecchio sinistro e gli tolse un orecchino, in seguito passò all'altro.
- No, Marinette! - esclamò, per poi svanire.
La mora, sentendo la voce disperata della sua amica e quel tocco tanto familiare quanto dolce e rovente, riaprì i bulbi e vide perfettamente tra le dita di lui i suoi orecchini.
Gli afferrò il polso: - No. Fermo. Ti prego. - lo supplicò in un sussurro, cercando di mettersi seduta, senza successo.
Chat Blanc poggiò la mano libera su quella di lei e si svincolò, alzandosi e iniziando a camminare.
- No. No. No. - ripeté come una nenia Marinette, mentre si faceva forza sulle braccia e, lentamente, riuscì a reggersi in piedi. 
- Chat... ti supplico. Parigi è in queste condizioni a causa sua! Lui è nostro nemico! - 
- È inutile, Ladybug. - ridacchiò - O meglio dire Marinette. - allargò le braccia - Ormai la vittoria è mia e nessuno, - protese in avanti una mano, pronto a ricevere ciò che desiderava. - ora, è in grado di fermarmi. Rassegnati. - 
Mancavano pochi passi e la fine si sarebbe avvicinata. 
Gli occhi di Marinette si fecero lucidi e portò una mano a stringere il ciondolo donatole dal suo amato, digrignando i denti: - Maledetto! Ridammi il Miraculous, ridammi Tikki, ridammi la mia vita... - inclinò il busto davanti a sé e urlò: - Ridammi Chat Noir! -
La mano del ragazzo si bloccò proprio nel momento in cui quei piccoli ornamenti stavano quasi per scivolare su quella dell'uomo.
Finalmente... lo aveva detto. 
- Ci voleva così tanto? -
Ambedue sgranarono gli occhi a quelle parole, sorpresi. Papillon lo vide sorridere a trentadue denti e aggrottò la fronte, furioso, muovendo di scatto la sua mano per acchiappare il Miraculous. 
Chat fu più agile e li lanciò dietro di sé: - Prendili. - 
Marinette vide due puntini rossi volare nel cielo e portò in alto le braccia più che poté, prendendoli. Li guardò con le labbra schiuse e successivamente Tikki ricomparve, con le lacrime agli occhi. 
- Tikki! -
- Marinette! - esultò, mentre le mani della ragazza la stringevano delicatamente, poi osservò lui.
- Non è facile abbattermi, Shorty. - le fece l'occhiolino e lei sorrise, sollevata e felice.
"Adrien...", pensò, stringendo gli orecchini.
Il ragazzo diventò serio, voltandosi: - E adesso... - tirò fuori il suo bastone, allungandolo. - vediamo di farti rigare dritto una volta per tutte. -  
- Non può essere! - enfatizzò, battendo l'estremità dello scettro al suolo. -  Come hai fatto?! - 
- L'amore fa Miracoli, - rispose con dolcezza, inclinando la testa di lato. - mai sentito? -
Marinette arrossì fino alla punta dei capelli. Oh, cavolo! Il bacio! Ed era stato anche bellissimo!
- Sei tutta rossa. - 
- Tikki! - la kwami ridacchiò, coprendosi con una zampetta la bocca. 
La sfera della verga dell'uomo si illuminò e Chat ridacchiò: - Cosa stai cercando di fare, Papillon? -
- Ma che diamine...?! - sibilò, osservando furibondo il suo scettro. - Perché non funziona?! -
- Forse per l'assenza... dell'intermediario? - propose Chat, una mano sul campanellino.
- Cosa? - 
Improvvisamente la tuta cambiò colore, riprendendo il suo stato originale e, tra l'indice e il pollice, si poteva benissimo intravedere... l'akuma! Da non crederci! Marinette non si capacitava di avere davanti quella piccola farfalla combina guai! Come aveva fatto?! Chat Blanc... era di nuovo Chat Noir!
- Trasformati, Marinette. - le disse, non distogliendo lo sguardo da Papillon, che rafforzò la stretta sul suo oggetto.
- Come? -
- Devi purificare l'akuma. -
- Ma... dovrei usare prima il Lucky charm. -
- E dove sta scritto? - domandò divertito - Per una volta sarà il contrario. - si girò completamente verso di lei, sorridendo. - Hai un compito da svolgere. - si addolcì - Vedi di non battere la fiacca. -
Marinette osservò Tikki, che annuì sorridendo e riportò l'attenzione su Adrien, acconsentendo col capo e mostrando i denti: - Tikki, trasformami! - 
Chat evitò il colpo con lo scettro da parte di Papillon, allontanandosi quanto bastava con un sorriso di scherno.
Ridacchiò: - Mi duole il cuore nel comprendere che il tuo piano è andato a monte. - l'uomo ringhiò - Non pensavi che la marionetta si sarebbe ripresa il controllo delle sue piene facoltà con un bacio d'amore, vero? - Ladybug atterrò accanto a lui, diventando rossa a quelle parole. 
Papillon fissò i due, poi si soffermò sulla ragazza, che si mise in posizione di difesa. Non c'erano falle nel suo piano: attendere che i sentimenti negativi dell'eroe incrementassero, inviare l'akuma e renderlo un cattivo per raggiungere il suo scopo. Così semplice, eppure aveva fallito! 
Non aveva però considerato l'astuzia della ragazzina ed era stata proprio lei a mandarle in fumo il lavoro! Se solo fossero state le sue emozioni avverse a venire a galla... a quell'ora li avrebbe avuti entrambi! Era sempre e solo colpa sua!
- Tu, sei tu la causa dei miei problemi. - la indicò - Fin dall'inizio! - sibilò, trascinando verso l'alto lo scettro e la sfera si illuminò.
Uno stormo di farfalle comparve all'orizzonte nella direzione dei due ragazzi e Chat Noir fece roteare il suo bastone, dando vita ad una brezza che le disperse.
- Io provo a combatterlo. Tu purifica l'akuma. - dopodiché la lasciò libera ed essa fluttuò lentamente.
Il biondo si piegò leggermente in avanti e in seguito si diede uno slancio, girando di lato il suo oggetto.
Ladybug sfiorò il centro del suo yo-yo, aprendolo:- Niente più malefatte, piccola akuma. -
- Le tue farfalle non ti aiuteranno a scamparla! - urlò Chat, correndo verso di lui e facendo cozzare le armi tra loro.
La mora sgranò gli occhi, rendendosi conto che la situazione circostante non era mutata. Oh, no! Maledizione!
- Chat! - lo chiamò, facendogli voltare la testa, sempre con l'asta contro la verga dell'uomo, che guardò la ragazza. - Senza il Lucky charm non posso far tornare la città normale! - lo informò frustrata e lui sussultò, ricordandosi solo in quel momento della questione. - È per questo che lo utilizzo prima di mondare l'akuma. - 
Papillon spinse il ragazzo, che fece una capriola all'indietro per poi cadere con le gambe leggermente divaricate, e rise maligno. I due lo guardarono digrignando i denti e stringendo i pugni.
- A quanto pare la tua fortuna è svanita, Ladybug. - la beffeggiò, congiungendo le mani con in mezzo lo scettro.
- Non credere di farla franca, Papillon! - enfatizzò, prendendo il suo yo-yo e iniziando a correre.
Lo fece volteggiare e poi lo lanciò, ma il colpo fu bloccato da una persona vestita con una tuta da combattimento viola e una specie di casco a coprirle il viso, messasi dinanzi all'uomo. Gli adolescenti sobbalzarono e lei diede inizio ad un tiro alla fune con lo yo-yo. 
La ragazza cercò di non mollare la stretta e inclinò il busto all'indietro, tuttavia l'individuo lasciò la presa e si ritrovò con il sedere per terra. 
- Au! - si massaggiò il fondoschiena, venendo aiutata poco dopo dall'amato ad alzarsi.
Chat Noir e Ladybug osservarono attentamente quella figura mascherata. Da dov'era sbucato fuori e cosa ci faceva lì? Si guardarono negli occhi e si accorsero di aver avuto lo stesso pensiero. 
- No... - negò la ragazza, scuotendo leggermente la testa, poi spostarono lo sguardo su Papillon, che sorrideva cattivo, e il tizio. 
- Ah, la disperazione, la sofferenza, l'odio.... - cominciò lui, successivamente alzò la voce: - nel scoprire che è stato proprio il loro eroe... - gesticolò con una mano, l'estremità della verga sul suolo. - a rovinare la loro Parigi. - abbassò il tono.
Improvvisamente avvertirono la presenza di qualcun altro alle loro spalle e si voltarono lentamente. C'era parecchia gente, identica al tale che ora si trovava al fianco dell'avversario e capirono. 
Quella moltitudine di insetti servivano per radunare quella folla! Li aveva fregati!
- Hai akumizzato degli innocenti! - si imbestialì Chat Noir, muovendo un passo in avanti, ciò nonostante Ladybug poggiò una mano sul suo avambraccio, scrollando leggermente il capo.
- Può far loro del male, cerchiamo di giocarci bene le nostre carte. -
- Dai ascolto alla tua amata, eviteresti stragi. - 
- Giuro... - lo indicò - che ti farò fuori non appena avremo liberato queste persone. -
Papillon ghignò: - Senza ferirle? Buona fortuna. - 
Detto quello si incamminò e i due videro la folla avventarsi su di loro e Chat prese per la vita Ladybug, poggiò la sommità del bastone a terra e lo prolungò di qualche metro. Le marionette afferrarono l'oggetto e iniziarono a scrollarlo con forza, così il biondino rafforzò la presa e la mora gli avvolse il fianco con un braccio e con la mano dell'altro scagliò lo yo-yo contro un lampione, finendo su un tetto. 
Chat scosse l'asta e i burattini mollarono la stretta, poi lo restrinse, portandolo di lato: - Tu rimani qui, cerca di trovare le akuma e di non utilizzare il Lucky charm. Quello ci servirà per Papillon. - 
- Aspetta, io voglio venire con te! - esclamò, bloccandolo per un avrambraccio.
- No, è una questione tra me e lui. Per colpa sua... - abbassò il capo - ti ho quasi uccisa. - sussurrò con un groppo in gola.
Era vero. Si stava per macchiare del suo sangue, di colei che aveva scoperto amare con tutto sé stesso e se fosse accaduto sul serio non avrebbe retto la perdita. Si era fatto akumizzare in un battito di ciglia, soltanto per non dover patire quella sofferenza che gli aveva attanagliato la mente e il cuore. 
Un emerito imbecille! Una carezza delicata sulla sua guancia lo risvegliò e le sue iridi verdi incontrarono quelle azzurre della ragazza, che sorrideva dolcemente.
- Ma non è successo. -
- Poteva succedere. - posò la sua mano su quella di lei, chiudendo gli occhi e inclinando leggermente di lato il capo. - E non me lo sarei mai perdonato. -
"Oh, Adrien...", pensò lei, dispiaciuta.
- Io sono qui - gli rammentò, la fronte sulla sua e lui riaprì i bulbi. - e non ti lascerò in nessun caso. Per sempre. - 
Per sempre era la promessa che si erano fatti a Natale, mentre lui le aveva regalato quella collana. Lo rendeva immensamente felice sapere che non se n'era dimenticata e come poteva? Era così lei.
Sorrise: - Per sempre. -
Ladybug si avvicinò e premette le labbra sulle sue, in contemporanea i loro muscoli cardiaci aumentarono i battiti. Oh, una sensazione piacevole... intensa, riscaldò il petto di entrambi. Il loro secondo bacio, con una piccola differenza: Adrien era normale, semplicemente sé stesso... ed era magnifico!
- Ora devo andare, My Lady. - disse, dopo essersi staccati, facendole un lieve inchino. - Devo portarle la testa di qualcuno. - aggiunse, muovendo su e giù le sopracciglia, mostrando i denti e il volto a pochi centimetri dal suo.
Ladybug alzò un lato della bocca e appoggiò l'indice sulla punta del suo naso, issandolo e allontanandolo: - Oh, Chaton, dovrai prima catturarlo per potermela offrire. - ridacchiò, una mano all'altezza del cuore.
Si guardarono intensamente, dopodiché annuirono e lei prese il suo yo-yo, facendolo roteare nel momento in cui lui saltò giù dal tetto. 
- Fai attenzione! - si raccomandò e lui si voltò.
- Non ti preoccupare. - le disse, in seguito iniziò a correre: - Non cadrò una seconda volta nel suo tranello! -
"Ti proteggerò con ogni mia capacità. Anche con il mio corpo.", giurò tra sé e sé, rafforzando la stretta sulla verga.
La mora osservò il punto in cui era sparito e sorrise. Ora che le identità erano state smascherate si sentiva meglio. Certo, era stata lei che fin dall'inizio voleva tenerla nascosta, glielo aveva detto Tikki in fondo, ma sapere che era Adrien... il suo migliore amico, il suo amore... rendeva la cosa ancora più... liberatoria. Esatto. 
"Mi fido, Adrien. Mi fido.", pensò, rimembrando le sue parole.
Portò l'attenzione sui fantocci e alzò a mezz'aria il pugno libero, il gomito poggiato su un fianco: - Bene. Da chi comincio? - 



Correva sui tetti guardandosi attorno da un bel po', invano, così si fermò. Non poteva essersi volatilizzato senza escogitare un piano con cui sottrarre i Miraculous, non avrebbe avuto senso mostrarsi a quel punto. 
Udì un rumore e le sue orecchie si mossero all'indietro. 
Lentamente divaricò le gambe, flettendole, piegò le braccia di lato e all'indietro e si voltò di scatto, facendo cozzare il suo bastone con lo scettro dell'uomo. 
- Dammi il tuo Miraculous. Non ho tempo per giocare. - lo spintonò e saltò su un comignolo.
- Se è per questo nemmeno io. Voglio soltanto capire il perché e impedirti di continuare. -
Chinò lievemente il capo di lato, ghignando: - Capire il perché? - portò verso l'alto i palmi, i gomiti sui fianchi. - Non sono argomenti da considerare in un momento del genere. - 
- E per quale motivo? - lo indicò con la verga - Possiedi anche tu un Miraculous, no? Non ti basta? - domandò, abbassando l'oggetto. - La tua avidità è talmente elevata da renderti cieco e privo di lucidità? Non riesco proprio a capire quale sia il tuo dannatissimo e inutile scopo! Ti piace distruggere ciò che ti circonda? -
Digrignò i denti, furioso. Come si permetteva quel moccioso di biasimarlo?! La sua non era cupidigia, c'era una buona causa per volerli e lui era solo il suo nemico, colui che lo possedeva! 
- Non conosci le mie ragioni, quindi evita di parlare a sproposito! - sibilò, facendo poi illuminare il capo e immediatamente giunsero altre farfalle.
Chat Noir si fece scudo con le braccia, mentre veniva avvolto completamente da esse, ostacolando la sua visuale.
- Il difetto di voi adolescenti è quello di dare alito alla bocca per sentirvi grandi e di far capire che non siete più dei bambini, - sospirò - ma è proprio ciò che siete. Dei marmocchi viziati che hanno solo bisogno di una lezione! - 
Sentì Papillon parlare con rabbia e girò su sé stesso per intendere la sua ubicazione esatta. Fece roteare il bastone, tuttavia non riuscì a sparpagliarle, anzi, con il vento creato fluttuavano con maggior determinazione e dovette chiudere gli occhi e piantare i piedi al suolo per non finire spazzato via dalla corrente. 
Rise: - Non riesci ad abbattere delle innocue farfalle? - lo derise, assistendo alla scena con delusione. - Credevo avessi più capacità. - scosse la testa - Davvero deludente. - 
- Prova a spiegarmi le tue ragioni, forse possiamo aiutarti e nessuno si farà del male. -
L'uomo ridusse gli occhi a due fessure: - Non serve che tu sappia, non insistere. Arrenditi e basta! - 
Trascinò un piede in avanti, insieme al busto, aiutandosi con l'asta che produceva un leggero rumore a contatto con la superficie piana. 
- Io... insisto. - la folata diventò più forte e lui rafforzò la presa - Finché non me lo dirai! - urlò con veemenza, stupendolo.
Sì, voleva sapere. Fin dall'inizio si era dato il nome Papillon, disperdendo le sue akuma e trasformando in cattivi coloro che erano afflitti da emozioni negative per sfruttarle a suo vantaggio. E che cos'altro? Niente.
Se lo sentiva, sussisteva una giustificazione plausibile e l'avrebbe scoperta! Con o senza il suo permesso. 
- Che insolente. - commentò, sferzando l'aria con lo scettro e i suoi insetti incrementarono l'uragano che circondava il ragazzo, facendogli strisciare i piedi per il vigore di esso.
- Ora piantala! - gridò, dandosi uno slancio e corse con la verga alzata, pronto a colpire le farfalle, ma quest'ultime si divisero in due parti e si fermò, voltandosi.
"Ma che diamine...?", pensò stranito, mentre le vedeva dirigersi da qualche parte.
Una risata cattiva si propagò intorno al ragazzo, che sussultò e ne cercò la fonte. Dov'era finito?!
Papillon lo guardò tramite la sfera e ghignò: - Vedremo se ci riuscirai, Chat Noir. Si sta avvicinando la vostra fine... e io non attendo altro che assistere a quella scena. - quelle parole riecheggiarono come se si trovassero in una caverna buia e minacciosa, espandendo il suo senso di disagio. 
Si guardò attorno ed emise un ringhio di frustrazione prolungato, battendo sul suolo l'estremità dell'oggetto. Dannazione! Ti distraevi un attimo ed ecco cosa succedeva!
- Se l'è svignata, quel maledetto! - 
Il trillo di una chiamata in arrivo gli fece restringere il bastone e issare la parte superiore, trovandosi sullo schermo il volto di Ladybug. Sembrava stesse facendo uno sforzo, dai lineamenti di esso contratti, e che stesse in movimento, probabilmente aveva la mano malferma. 
- Chat, avrei bisogno di un aiutino. -
- Che succede? -
- Oh, be'... - lei guardò il ragazzo, bloccato dal casco con una sua mano poggiata sopra, con quest'ultimo che non faceva altro che scuotere a casaccio le braccia per acchiapparla. - Sembra si siano triplicati e la situazione sta diventando... - spiegò, notando una ragazza venirle incontro e la calciò lontano, facendo attenzione a non mollare la presa sull'altro. - insostenibile. - finì con fatica.
L'urlo collettivo la costrinse ad alzare lo sguardo e a spalancare la bocca. Oh, era una maledizione quella?
- Andiamo! Quanti ne ha akumizzati?! - 
Il biondino sospirò, capendo al volo dove si erano dirette quelle farfalline precedenti: - Papillon ne ha inviate altre, per questo sono aumentati. - 
- Fin dove arriverà pur di averli? - domandò tristemente. 
All'improvviso avvertì un peso sulla sua schiena e il fanciullo fermato da lei riuscì a liberarsi, successivamente si ritrovò a pancia in su, con uno a cavalcioni e l'altra con le mani posate sulle sue braccia. 
"Dannazione! Non riesco a muovermi!", imprecò a denti stretti.
- Ladybug? Ladybug! -
Girò il capo alla sua sinistra e osservò Chat attraverso lo schermo: - Urge la tua presenza! Ahio! - 
La comunicazione fu interrotta poco poco l'urlo della ragazza e lui strinse la presa. Perfetto! Gli avversari erano aumentati e Papillon non si faceva vedere. Che cosa stava architettando?
Se si fosse trovato al suo posto, avrebbe messo in atto ciò che avrebbe contribuito all'eliminazione del suo dilemma. Chi odiava con tutto sé stesso? 

<< Tu, sei tu la causa dei miei problemi! >> 

"Oh, no. No, no, no, no!", negò, cominciando a correre.
Dal principio era colei che detestava, più di lui, e poteva aver pensato qualsiasi cosa pur di farla cadere nella sua trappola. Persino farle vedere cose che non esistevano.
Non era a conoscenza delle sue abilità e ci si poteva aspettare di tutto. Anche l'impossibile. Per questo doveva sbrigarsi e farle da sostegno, era al corrente della fragilità nascosta della ragazza e sperava vivamente che non si facesse viva in quella situazione: avrebbe avuto un calo e non ne sarebbero usciti, ne era sicuro. Lui non voleva, però, lo avrebbe impedito. 



Gli adolescenti e i genitori di Marinette si trovavano all'interno del negozio, conversando tra loro nell'attesa. Alya, Tom, Sabine e Nino erano i più preoccupati. Rispetto agli altri, il loro legame era maggiore.
Quanto tempo era passato? Dieci minuti, trenta, un'ora? Quanto?! Che nervi! La bruna batteva ritmicamente un piede per terra, le braccia incrociate tra loro, nervosa. 
- Alya, calmati. - le consigliò Nino, dopo essersi avvicinato.
- Come faccio a stare calma? Le loro vite sono praticamente appesa a un filo. E se Marinette non riuscisse a farlo tornare normale? - ipotizzò terrorizzata.
- Non mi ricordavo avessi così poca fiducia in lei. - 
- Cosa?! No! Non è vero! -
- Invece sì! - la contraddisse, aggrottando la fronte e indicandola con l'indice. - La migliore amica a prescindere dovrebbe fidarsi! Io mi fido, come si fidano Tom e Sabine. -
- Esatto, ragazzo. - concordò Tom, poggiando una mano sulla sua spalla.
Sabine guardò Alya, carezzandole la testa: - Non dobbiamo perdere le speranze. In fondo... ha sempre salvato la città. Perché non dovrebbe riuscirci adesso? C'è in gioco Adrien, giusto? Farà di tutto, - le scompigliò i capelli, facendola ridacchiare. - e lo sai anche meglio di me. - 
Persino loro non riuscivano a stare tranquilli, tuttavia l'unica cosa che potevano fare era credere in lei, come avevano fatto e come sempre faranno.
- Avete ragione. - annuì Alya, sorridendo. - Avete ragione. -



- Siete davvero insistenti! - constatò, avvolgendo una donna con il suo yo-yo per poi farla girare su sé stessa e cadere. 
Dei passi veloci dietro di lei la fecero voltare e si piegò verso il basso per evitare il pugno di un uomo, che si ritrovò a terra dopo un calcio allo stomaco. 
Questa volta ne arrivarono due insieme e scagliò lo yo-yo contro un comignolo: - Ah! Ma cosa posso fare per non dover ricorrere alle maniere forti?! - si chiese e improvvisamente, mentre era sospesa per aria, si sentì afferrare a mo' di sposa ed emise un urletto spaventato avviluppando il collo del ragazzo, che rise.
- L'ho spaventata, princess? - ricevette un'occhiata di sbieco - Dài, su! Non fare la scontrosa. - disse e poco dopo atterrò su una ciminiera, accovacciato e con la sua Lady seduta su una coscia.
- Dovrei tirarti le orecchie - ne prese con delicatezza una tra le dita - per il quasi infarto che mi hai fatto prendere. - 
- Sono venuto in tuo soccorso ed è così che mi ripaghi? - avvicinò il viso al suo - Un bacino? -
Lo allontanò con un dito poggiato sulla punta del suo naso: - Affatto, data la tua entrata in scena non di mio gradimento. - gli fece la linguaccia, saltando sul tetto e lui si imbronciò.
- Stavo così bene con te su di me. - brontolò ammiccante, il gomito su un coscia e una mano sotto il mento.
- Anche per me, Chaton. - giocherellò con la sua coda, attorcigliandola alla mano e la tirò lievemente verso di sé, successivamente la mollò ed essa schiaffeggiò il fondoschiena del ragazzo, lasciandolo sorpreso. - Ma abbiamo del lavoro che non voglio incompleto. -
Si posizionò di fronte a lei, guardandola con uno strano luccichio negli occhi e Ladybug incrociò le braccia, alzando le sopracciglia in una muta domanda.
- Scopro un lato di te che non conoscevo. - le avvolse le spalle e accostò le labbra all'orecchio: - Purrfetto ed iiinteressante. - sussurrò, provocando la pelle d'oca sia a lei sia a lui per averla sentita sospirare con i bulbi chiusi.
- Non credevo di farti quest'effetto. - parlò con voce flebile.
- È così fin da quando ne ho memoria. - lo osservò - E adesso che sono a conoscenza della tua doppia vita, - sorrise con dolcezza - ho ancora più voglia di averti al mio fianco. - 
Il cuore di Chat Noir sobbalzò, meravigliato: - Anche se... - abbassò il capo - ti ho quasi uccisa? - concluse a scatti.
I sensi di colpa non la piantavano di ricordargli che era stato lui a procurargli quel piccolo taglietto al lato della fronte che aveva attirato la sua attenzione e non si sarebbe dato pace molto in fretta. In fondo poteva dire quelle parole a causa della circostanza in cui si erano incappati, la capiva. Nonostante ciò faceva male.
- Chaton. - lo chiamò, le mani sulle sue spalle e lui issò il capo. - Con o senza maschera, tu sei tu. - gli accarezzò le guance - Il mio Chaton e il mio Failed Model. -
Addolcì lo sguardo: - Tu sai come tirare su le persone. - 
- Ho detto semplicemente la verità. - disse gonfiando il petto, orgogliosa.
- Certe volte è un difetto, Bugaboo.  Ora mi monterò la testa. - fece su e giù con le sopracciglia e Ladybug ridacchiò. - Tu sai chi sei? - ricevette la sua attenzione - Il mio amore, la mia migliore amica. My Lady, la mia Bugaboo... la mia Shorty. - 
Le guance della ragazza si tinsero di un leggero rosso, lusingata. 
Non si capacitava ancora di poter vedere Adrien comportarsi come Chat Noir e viceversa, aveva bisogno di tempo come lui non riusciva a credere di avere accanto Marinette atteggiarsi a Ladybug. Pian piano, però, lo avrebbero accettato... o lo avevano già fatto?
- Adesso, Mon Petit Chat Noir... dobbiamo ritornare alle nostre mansioni e mettere da parte questi flirt. - indicò prima lui e poi sé stessa. 
- My Lady, non sono flirt, sono chiarimenti. - specificò con un inchino e facendole il baciamano. 
Sfilò la mano, portandola su un fianco: - Convinto tu. - afferrò lo yo-yo - Meglio riprendere da dove ci siamo fermati. -
Chat sospirò, acchiappando il suo bastone. Già, lì si trovavano gli akumizzati che si guardavano attorno alla loro ricerca e se ne era completamente dimenticato, ma non ci poteva fare niente: quando parlava con Marinette... il mondo andava altrove e c'erano solo lei e lui. Insieme. Solo quello contava. Era stato egoista? 
- Chat, stai bene? - 
Annuì: - Sì, sì. Sto bene. - allungò l'asta e sorrise. - Preparatevi! Arriva l'eroe parigino a salvarvi! - urlò e tutti si voltarono nella loro direzione. 
Ladybug si schiaffeggiò la fronte. C'era davvero Adrien, dietro la maschera? In quell'istante...
- Intelligenza... zero! - scagliò lo yo-yo.
- Detto qualcosa? - domandò con un sopracciglio alzato. 
- Io? - tirò verso di sé - Niente. - si diede uno slancio e si ritrovò sospesa per aria, seguita poi dal biondino. 
Successivamente si misero schiena contro schiena, in posizione di difesa, osservando gli avversari muoversi verso di loro. 
- Hai scovato le akuma? - 
Inclinò il busto di lato e acchiappò la mano chiusa a pugno della persona nella sua, dandogli una gomitata e un calcio nello stomaco.
- No. - negò, mettendosi a cavalcioni su un uomo dopo avergli fatto lo sgambetto. - Le tute che indossano celano gli oggetti in cui si sono inserite. - spiegò, scrutando la persona sotto di sé.
- Non è... - colpì con la verga il mento di una donna, facendola cadere all'indietro. - il momento di amoreggiare, My Lady. - concluse infastidito. 
Lei girò di poco il collo dietro di sé, mentre lui digrignava i denti: - Geloso, Chaton? -
- Uhm... fammi pensare... - proferì, l'indice e il pollice poggiati sul mento e pochi istanti più tardi mise al tappeto un altro nemico colpendolo sulla testa con il bastone. - Al cento per cento! - aggrottò la fronte, battendo un piede per terra e la mora ridacchiò. - Non c'è niente di divertente! - esclamò, saltando con l'asta.
- Invece sì! - lo contraddisse, colpendo alla nuca l'uomo e facendogli perdere i sensi. 
"Maledizione! Papillon ha pensato bene, quest volta, eh?", meditò frustrata, tastando il corpo del nemico. "Dove sarà l'akuma?"
- Ah, non rammentavo questo tuo lato, Bugaboo. - disse, facendo cozzare l'estremità della mazza contro il suolo, posando i palmi sul capo e mettendo il broncio. 
- Piuttosto coprimi! Sto cercando la farfalla! - 
Chat fece in tempo a sbarazzarsi dell'ennesimo individuo che si era avvicinato alla ragazza e continuò così per un paio di minuti. Quanto ci voleva? 
- Allora? -
- Ahhh! - si scompigliò i capelli - Gli indumenti sembrano una seconda pelle! Non si riesce nemmeno a staccarli per quanto aderiscono! -
Chat la guardò con gli occhi a due fessure, mentre bloccava con l'asta una fanciulla: - Non è una scusa, vero? - 
Ladybug roteò gli occhi. Ok, la sua gelosia era fuori luogo, decisamente! 
Una risata si spanse intorno ai due, che alzarono il capo e il biondo, con un piede sulla schiena della ragazza, la calciò lontano. Ladybug si raddrizzò e Chat Noir si mise al suo fianco, in guardia. 
Delle mani batterono tra loro e poco dopo comparve Papillon con un ghigno sul volto: - Bene. Siete stati bravissimi. Li avete liberati? - rise - Oh, è vero. Gli oggetti sono nascosti sotto le tute. - lo guardarono storto - Suvvia! Fece cozzare lo scettro con il suolo - Un po' di senso dell'umorismo. -
- È il tuo a non essere gradito. - enunciò Ladybug, le braccia lungo i fianchi e i pugni serrati. - Non c'entrano niente! Lasciali andare e veditela con noi! - sorrise beffarda - Oppure hai paura di uno scontro corpo a corpo? - 
Chat ridacchiò. Sapeva perfettamente qual era il sul obiettivo, era capace di urtarti il sistema nervoso solo per lo sguardo presuntuoso che aveva. 
Infatti, Papillon rispose con i lineamenti del viso deturpati dalla rabbia. 
"Tombola!", pensarono nello stesso momento ambedue, dopodiché lo videro portare verso l'alto lo scettro e la sfera illuminarsi.
- Ragazzina, non scherzare con il fuoco! - 
Ladybug e Chat Noir fecero roteare lo yo-yo e il bastone davanti a loro, disperdendo le  farfalle dal colore nero.
- Faresti meglio a non scherzarci neanche tu, Papillon. - gli consigliò il biondino, sorridendo.
Papillon ringhiò furioso, notando Ladybug giocare con lo yo-yo, facendogli fare su e giù, e Chat Noir che si picchiettava la spalla con la verga. Credevano di aver vinto? Si sbagliavano di grosso!
Il ragazzo urlò e corse verso di lui, dopodiché le loro armi cozzarono l'uno contro l'altro, dando inizio alla battaglia finale. 
Ladybug osservò con attenzione Papillon, alla ricerca del Miraculous. 
"Se fossi Papillon... dove si troverebbe...?"
Vide l'amato strisciare sul suolo in seguito alla spinta dell'uomo e sbattere la testa contro un lampione.
Si coprì la bocca con le mani: - Chat! -
- Sto bene. Sto bene. - la rassicurò, alzandosi con lentezza. - Non ti muovere di lì. - 
- Ma... -
- Niente ma! - la interruppe, scagliandosi contro l'avversario, che ridacchiò. 
- Fai ammenda di ciò che le hai causato? - 
I due sobbalzarono e il ragazzo rafforzò la presa, mettendoci più forza nei colpi. 
Ladybug si rattristò, sfregandosi le braccia. Dannazione! Che stava  cercando di fare il maledetto?! 
- Oh, guardala... È triste. - 
Chat Noir digrignò i denti e gridò: - Pensa a combattere!! - 
La mora spostò lo sguardo sulle persone akumizzate. Si erano fermate, immobili come statue di pietra e lo sguardo vuoto. Doveva sbrigarsi! Riportò l'attenzione sui combattenti, mentre il biondino calciava Papillon per levarselo di dosso e poi si issò e riprese da dove si era bloccato. 
"Dov'è... Dov'è il suo Miraculous?!"
Improvvisamente i suoi occhi si posarono su qualcosa e si focalizzarono su di essa per capire che cos'era e sgranò i bulbi.
Sì, era quello, ne era certa! 
- Chat! - lo chiamò, l'indice su Papillon ed entrambi si voltarono, allontanandosi l'uno dall'altro. - Lì! Al centro del colletto c'è quell'oggetto a forma di farfalla! Prendilo! - 
D'istinto l'uomo portò la mano libera proprio in quel punto.
"Dannazione!", imprecò, preso alla sprovvista.
- Non esserne così sicura. - 
Fece in tempo ad evitare il fendente del ragazzo mettendosi di lato, ma venne lo stesso ferito al braccio e si toccò quella parte, producendo un sibilio coi denti stretti tra di loro. 
- Allora per quale motivo lo nascondi? - lo canzonò, un lato della bocca alzato. 
- Hai il terrore di utilizzare il cataclisma? - cambiò discorso, nel momento in cui Ladybug si avvicinò a Chat Noir. 
- E detrasformarmi cinque minuti dopo? - mosse una mano - Nah! Non avrebbe alcun effetto su di te, non riuscirei a farti entrare nel buco. - ammiccò, a braccia conserte e gli occhi fissi sulla ragazza, che ricambiò con un sopracciglio alzato.
- Questa era perversa, Chaton. Da quando sei così pervertito? - 
- Da quando in quando capisci i doppi sensi, Bugaboo? - 
Gonfiò le guance, facendolo sorridere vittorioso. Era vero, in certe cose era molto ingenua e non comprendeva, di conseguenza veniva presa in giro e lei si ritrovava con il broncio. 
Batté un piede per terra: - Vuoi essere picchiato? - 
- Da te con immenso piacere. - 
Il suolo fu diviso in due da un colpo dell'estremità dello scettro e ambedue furono costretti a costarti dalle parti opposte per non finirci dentro.
- Interessante quanto riusciate ad essere così giocherelloni in momenti di questo genere, tuttavia io sono propenso ad attendere che siate seri. Quindi basta giocare e datemi i Miraculous! - 
- Ladybug? - lei lo guardò, ricambiata. - Usa il Lucky charm. - dopodiché ricominciò a combattere con Papillon.
Lanciò in aria il suo yo-yo: - Lucky charm! -
Rimase scioccata da ciò che si trovò tra le dita. Era uno scherzo, vero? 
"Un... Un... Perché?", si domandò scuotendo la testa. 
- Lanciamelo! - 
Quella parola urlata dal ragazzo la destabilizzò ancora di più. Era impazzito?! 
- Vi farete del male! - 
Chat si mise a cavalcioni su Papillon, una mano sul bastone a bloccare lo scettro e l'altra che provava ad afferrare l'oggetto al centro del colletto: - Lui non sta provando ad ucciderci? - le rammentò a fatica, ricevendo una gomitata allo stomaco e lasciandolo senza fiato.
Lei sobbalzò e strinse la presa sull'utensile, con l'uomo che si alzava insieme a Chat, che si allontanò con una mano a reggersi lo stomaco.
- Ma noi non siamo lui! - 
- Ladybug. - le sorrise dolcemente - Andrà tutto bene. Nessuno verrà ucciso. - 
Il volto della ragazza fu stravolto dalla preoccupazione e dall'ansia. Perché non credeva affatto a quelle parole? Con tra le mani un arnese del genere si veniva sicuramente feriti! Ciò nonostante si ritrovò con il braccio all'indietro e a lanciarlo nella sua direzione. 
Chat fece un balzo e lo acchiappò dal manico, atterrando in piedi con le gambe divaricate e protese in avanti l'oggetto: - Ora dovresti fare attenzione. Non avrò pietà. - 
- Chat, ti prego... - 
- Nessun problema, My Lady. - 
- Aspetta! - esclamò, muovendo un passo in avanti mentre lo vedeva correre verso Papillon. 
Chat emise un urlo prolungato, finché non lo raggiunse e... fu tutto... imprevedibile. 
Aveva gli occhi sgranati, un rivolo di sangue al lato della bocca, una mano sulla farfalla attaccata al colletto della tuta di Papillon e l'altra con il coltello che... aveva perforato un fianco del suo stomaco. La mano dell'uomo poggiata su quella del ragazzo rafforzò la presa e gli conficcò più in profondità la lama, facendogli inclinare il busto in avanti. Chat non sapeva come, ma era riuscito a rivoltargli contro il suo stesso attacco. 
Papillon con la mano libera andò a sfiorare l'anello, sfilandoglielo poco dopo e mollando la stretta sul coltello. Mentre il ragazzo iniziò a cadere all'indietro, riuscendo a privarlo della piccola farfalla al collo, i due poterono distintamente notare l'identità dell'altro. 
La schiena che cozzava contro il suolo provocò un rimbombo pesante, angosciante...
Prima di chiudere i bulbi, ci fu un solo pensiero a tormentargli la mente. 
"Pa... pà..."
Il respiro di Ladybug si fece affannoso. No, non poteva essere! No! 
- ADRIEEEEEEN! -













*Angolino dell'autrice*
Bonjour! ^--^ Come state? *evita i pomodori* Ok, so perfettamente che ora mi odierete, ma... uhm... doveva andare così(?). Insomma... dai... ci stava... *evita l'arsenale da cucina* Va bene, va bene! Ritiro tutto! XD Che ve pare di questo capitolo? Eheh... lo so... il finale è... t8bdkr... (sono impazzita, capitemi.) È stato un po' difficilotto, tuttavia ho continuato a scrivere e ta-daaan! ^--^""" Ci sono delle parti però che mi hanno fatta ridere xD tipo Chat quando fa quella battutina da "pervy: on"! Ahahah! Ci stava, non credete? Sdrammatizzare fa bene. Giusto?
Spero vi sia piaciuto e vi avviso ragazze... il prossimo è l'ultimo! Preparate i fazzoletti! XD 
A presto! 
Da: SweetAinwen.
  
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