Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    03/03/2017    1 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 47 – Decisioni




Con circospezione, Akh si avvicina a quell’improbabile coppia formata da una bambina umana e da uno spirito oscuro. Solo che, nel momento in cui è sufficientemente vicino per dare un’occhiata più approfondita, si rende conto che qualcosa non torna: lo spirito oscuro in questione è decisamente meno oscuro di quanto rammentasse.


«È… diverso» tenta, sommerso da dubbi e domande. «Che cosa gli è capitato?».


Katherine gli risponde senza neppure sollevare lo sguardo, troppo occupata a controllare le condizioni di Pitch.


«Le Ombre l’hanno attaccato. No, aspetta! Le Ombre hanno attaccato me, a dir la verità, e lui s’è messo in mezzo per proteggermi e… e poi non lo so bene che cosa è successo» ammette contrita.


«S’è messo in mezzo…» ripete fra sé, frastornato. «Questo non ha senso. Perché mai lo avrebbe fatto?».


«Nessuno mi ascolta mai» sbuffa indispettita. «Non t’ho detto che Pitch non è come credi tu? Ma mi stai a sentire o no?».


Lui la osserva e scuote la testa. «Uhm… Beh, qualcosa di strano ha di sicuro. Ma non capisco cosa» ammette.


«Non importa» taglia corto Katherine. «A me basta solo che mi aiuti a riportarlo a casa».


Akh la squadra, interdetto. «A casa? Quale casa?».


«Ma la mia, no!» esclama, sottolineando quella che ritiene un’ovvietà.


Lo spirito continua a fissarla, non riesce a comprendere se lei lo stia prendendo per i fondelli oppure no, e a dirla tutta non è sicuro di quale delle due eventualità sia preferibile.


«Allora» insiste la bambina. «Lo puoi fare sì o no?».


«Ma non… non dirai sul serio?».


Katherine, per l’ennesima volta, si insulta mentalmente per aver scelto uno spirito tanto piantagrane a cui chiedere aiuto. A saperlo prima, quanti guai si sarebbe certo risparmiata. Ma adesso che è in ballo, per sua disgrazia, teme di non potersi più tirare indietro. Inoltre si sta facendo davvero tardi e il rischio, altrimenti, sarebbe di essere costretta ad abbandonare Pitch da solo nel parco; ipotesi assolutamente da scartare.


Incrocia le braccia e pianta gli occhi in quelli blu dello spirito.


«Ti sembra che sto scherzando?».


«Ehm… A dire il vero, no. Però… Andiamo, non puoi parlare seriamente. Insomma, questo qui è…».


Prima che Akh abbia il tempo di completare la frase, Katherine, colta da un attimo di rabbia, gli pesta un piede con tutta la forza che ha e lo osserva, compiaciuta, saltellare guaendo per il sottobosco.


«Non dirlo. Non lo dire mai più, chiaro?» lo ammonisce seriamente, mentre lui torna zoppicando ad avvicinarsi.


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Ha l’impressione che la sfortuna lo stia perseguitando. Come spiegare, altrimenti, l’incontro con questa bambina umana? Secoli trascorsi con la sola compagnia di qualche sporadico spirito di passaggio, e quando finalmente incontra un essere umano in grado di vederlo, ecco che quell’essere umano lo trascina in un folle salvataggio di uno spirito oscuro. E non uno spirito oscuro qualsiasi, oh no, direttamente il Nightmare King. Qualcuno di potente si sta certo divertendo un mondo a sue spese; magari addirittura quell’idiota di Seth, tsk!


«Molto bene» borbotta un po’ offeso (per non parlare del dolore al piede, accidenti!). «Fai strada. Io prendo il tuo amico e ti seguo».


Lei lo esamina con sguardo scettico e sospettoso. L’idea di lasciare Pitch nelle mani dell’uccellaccio blu non la entusiasma per nulla. E se, mentre è distratta, gli facesse del male?


Akh sta giusto manovrando per raccogliere da terra il dannato spirito oscuro, quando Katherine, colta dal panico, gli si para di fronte.


«No!» esclama atterrita, impedendogli di avvicinarsi oltre.


Akh solleva dubbioso un sopracciglio (blu, per non smentirsi mai).


«Cosa? Non dirmi che hai cambiato idea» la schernisce.


Katherine si mordicchia un labbro, pensierosa. «No, però…».


«Però?» incalza, piegando curiosamente il capo di lato.


Lei deglutisce e lancia una discreta occhiata al suo Pitch, che in tutta quella baraonda non si è mai mosso né ridestato.


«Promettimi che non gli farai del male» mormora incerta.


Akh socchiude le labbra, sorpreso. «Non era mia intenzione. Non sono certo una creatura malvagia, io» sottolinea.


Katherine si imbroncia. «Nemmeno Pitch è malvagio. Tu non lo conosci» insiste.


Lo spirito storce le labbra in una smorfia sarcastica.


«Tu sì?» chiede, per nulla convinto.


«Sì, io lo conosco» afferma inflessibile, senza mai distogliere lo sguardo da quello scettico dello spirito. «Siete voi, tutti quanti, che vedete solo quello che sembra da fuori. Ma nessuno si è mai preoccupato di sapere, di capire perché, di guardare meglio e scoprire cosa c’è dietro le Ombre. Voi, che credete di essere i buoni, e che invece non avete mai fatto niente. Lo avete lasciato da solo, per così tanto tempo. Non vi siete certo preoccupati di sapere che cosa sentiva, giusto? Nessuno di voi. Mai. Beh, se è questo che vuol dire essere buoni, accidenti, spero proprio di non esserlo».


Le ali di Akh frusciano nervosamente.


«Ahm… Ecco, io…» tenta, senza avere realmente idea di cosa dire.


«Guarda, alla fine non mi interessa. Sono stanca, e Pitch ha bisogno di riposare tranquillo in un posto sicuro. Quindi, per favore, fai quella cosa di scomparire e riapparire, ci porti a casa e poi puoi pure tornare a guardare il cielo. Io non ti disturbo più, promesso» assicura Katherine.


«D’accordo» si limita a mormorare lo spirito.


Con calma si china sui due, solleva appena il corpo di Pitch, offre nuovamente una mano a Katherine e, dopo averle gentilmente chiesto di concentrarsi, trasferisce tutti sulla soglia di casa della nonna della bambina senza ulteriori incidenti.



"Per vedere cosa c’è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo." (George Orwell)


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"Ci sono molti modi di andare avanti, ma solo un modo di stare fermo." (Franklin D. Roosevelt)


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"Se questo è il vostro modo di amare, vi prego di odiarmi." (Molière)






  
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