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Autore: Layla    03/03/2017    1 recensioni
Tamao Ishida è una delle tante schiave senza nome che lavorano come sarte per la yakuza.
La sua vita cambierà il giorno in cui deciderà di scappare e finirà per nascondersi nel pullman dei Pierce The Veil e si unirà a loro. Scoperta dall'Immigrazione verrà sposata da Jaime, per cui ha una cotta, riuscirà a farlo innamorare di lei o il loro rimarrà solo un matrimonio di facciata?
Yukari Yidashi è la merchgirl dei Pierce The Veil cotta di Vic Fuentes, ma non è detto che sia lui l'uomo che davvero ama.
Forse è una persona del suo passato che aveva considerato sempre e solo un amico.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jaime Preciado, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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22)La  fine della guerra.

 

Yukari p.o.v.

 
Ci ­sono giornate che iniziano in modo strano, come questa.
Io e Lee siamo insolitamente zitti a colazione, sembriamo tutti e due spaventati dall’eventualità che inizi una conversazione, probabilmente perché non sapremmo dove potrebbe finire e  non vogliamo che finisca per toccare argomenti sgraditi.
Alla fine sono io a prendere coraggio.
“Com’è andata ieri sera?”
“Oh, non male.
C’era la musica reggae che ti piace, quei drink tropicali e le casse come sedie, avresti dovuto venire anche tu o forse no. Forse è meglio che tu sia rimasta a casa.”
Io alzo un sopracciglio.
“Perché?”
“Hannah e Oli hanno litigato tutta la serata.”
“Come mai?”
Lui beve un sorso di caffè.
“Uhn, all’inizio della serata è arrivata al nostro tavolo una modella della Drop Dead che si chiama Alissa ad Hannah non è piaciuto molto, a quanto ho capito non è la prima volta che succede. Credo che lei abbia paura che Oli abbia una storia con questa Alissa.”
“Ah ah, Hannah ha ragione o è solo una paranoia?”
Lui scuote le spalle.
“Tutto può essere quando c’è di mezzo Oli Sykes.”
“E tu?”
“Io cosa?”
Finisco l’ultimo sorso del mio caffè.
“È spuntata Jennie?”
Lui si incupisce e già questo mi dà una risposta affermativa.
“Sì, è arrivata.”
“E?”
“Niente, Yukari. Puoi immaginare cosa sia successo, lei ci ha provato pesantemente con me.”
“Questo lo avevo immaginato, tu come hai reagito?”
“L’ho respinta, non mi interessa tornare con lei, è un danno con le gambe.”
“Ma la cosa non ti ha lasciato indifferente.”
“Eh?”
Mi guarda stupito.
“Se non ti avesse colpito in qualche modo avresti dormito con me, invece di limitarti a portarmi a letto e poi dormire sul divano.”
Lui non dice nulla.
“Lee?”
“Non so perché l’ho fatto, ok?
Mi dispiace, forse ero solo ubriaco e avevo paura di perdere il controllo.”
“Non mi pare ti sia dispiaciuto quando hai perso il controllo prima della partenza per Brighton.”
“E a te? A te è piaciuto?”
“Sì.”
Rispondo senza esitare nemmeno un secondo, guardandolo dritto negli occhi, poi mi alzo e fumo la seconda sigaretta della giornata, pensando che non è iniziata bene.
Cosa ha fatto di preciso Jennie ieri sera?
Qualcosa deve avere combinato se lui ha preferito non dormire con me, ma cosa?
Lui non me lo dirà di sicuro, così il mio cervello può divertirsi – si fa per dire – con le peggiori ipotesi: da un bacio, a una scopata nei cessi, o una confessione o chissà che altro.
Il mio cervello rischia di esplodere da un momento all’altro, così mi prendo la testa tra le mani.
“Tutto bene?”
Mi domanda Lee, che è uscito nel frattempo.
“E me lo chiedi?
Chissà cosa è successo ieri sera con Jennie.”
“Non è successo nulla, ti prego, credimi.
Io non voglio tornare con lei, non ne vale la pena.”
Il suono del cellulare impedisce che questo degeneri in una discussione seria, è Matt Kean.
“Pronto?”
“Ciao, Yukari! Noi adesso andiamo in spiaggia, voi cosa fate?”
“Arriviamo, adesso lo dico a Lee.
Ciao, Matt.”
Chiudo la chiamata.
“Chi era?”
“Matt Kean.”
“E cosa voleva? Cosa devi dirmi?”
“Che loro sono in spiaggia e vorrebbero che li raggiungessimo, io ho detto di sì.”
“Capisco, allora vado a prepararmi.”
“Sì, vado anche io.”
Il litigio per questa volta è stato evitato, per quanto tempo riusciremo ancora a farlo?
Mi sembra di sentire la risata odiosa di Jennie e vorrei ammazzarla, ma penso che non riuscirei a farlo passare per un suicidio o una morte accidentale.
Salgo al piano superiore, prendo un costume da bagno e vado in bagno a mettermelo, poi indosso un semplice paio di shorts e una maglietta. Preparo una borsa con le cose che potrebbero servirci con l’aiuto di Lee che sembra tornato cordiale, come se non avessimo mai discusso. Non riesco a capire questo comportamento, non riesco a capire come passi dall’essere turbato per qualcosa alla normalità più assoluta.
Devo assolutamente sapere cosa sia successo ieri sera e la band può dirmelo, escluso Oli che sarà sicuramente di cattivo umore.
Una volta che è tutto pronto usciamo e ci dirigiamo alla spiaggia dove andiamo di solito che dista un quarto d’ora di cammino che Lee riempie parlando di cazzate assecondato da me.
Arrivati Matt Nicholls ci viene incontro sventolando il suo cappello da pescatore.
“Dove eravate, dormiglioni?
Pensavamo voleste renderci zii!”
“Che dici? Io non sapevo nemmeno che dovevamo vederci questa mattina.”
“Lee non te lo ha detto?”
“No.”
Io lo guardo.
“Scusa, ero ubriaco. Me lo sono dimenticato.”
“Sempre il solito, Malia.”
Do un’occhiata al resto della banda e noto che manca Hannah, ci sono solo Emma e Chloe che chiacchierano tranquillamente.
Ci avviciniamo per prendere possesso delle nostre due sdraio e noto l’aria seccata di Oliver, che continua a guardare il cellulare e non si è nemmeno tolo le scarpe.
Forse dovrei parlargli, ma non saprei che dirgli, che lui flirti non è una novità. Ha sempre avuto questo vizio e di certo il matrimonio non poteva toglierglielo, spero solo che si sia limitato a fare lo scemo perché da quando sta con Hannah è davvero migliorato come persona. In fondo è grazie a lei che ha smesso con la ketamina.
In ogni caso non sono affari miei e non saprei che fare per sistemare le cose, non so nemmeno sistemare la mia storia con Lee.
In ogni caso il mio quasi ragazzo si toglie la maglietta e va verso l’oceano e ben presto anche gli altri lo seguono lasciandomi da sola.
Do un’occhiata a Oli, credo che alla fine dovrò parlare con lui che io lo voglia o meno.

 
Il sole è caldo, ma non troppo visto che siamo solo a giugno e non siamo in Italia o in qualche posto dal clima più mite. Io sono seduta sulla mia sdraio, Oli sulla sua, non si è ancora tolto le scarpe.
“Puoi togliertele.”
Dico per spezzare la tensione.
“Uhn?”
“Le scarpe, puoi togliertele, siamo in spiaggia.”
“Ah, giusto.”
Si toglie scarpe, calzini e la maglietta rimanendo solo in jeans senza perdere la sua aria pensosa e preoccupata.
“Cosa succede Oli?”
“Sarei io a dovertelo chiedere.”
“Se c’è qualcosa che non va puoi parlarmene almeno non andrò fuori di testa pensando ai miei problemi.”
“Jennie?”
Annuisco piano guardando verso il mare.
“Non riesco a capire cosa provi Lee per lei, è turbato da quando l’ha vista, non sembra più nemmeno lo stesso ragazzo che si è dichiarato a me.”
“Jennie è cancro, una tizia di cui liberarsi e Lee lo sa.”
“Tu come stai invece?”
“Male, le cose vanno male, Yukari.”
“Perché flirti?”
Lui sospira.
“Ecco un’altra che pensa che io la tradisca.”
Il commento è piuttosto amaro.
“Io non penso che tu la tradisca, penso che tu semplicemente possa aver flirtato con qualche ragazza, hai sempre avuto questo vizio. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
“A volte il lupo può perdere sia il pelo che il vizio se vuole, non sono io quello infedele anche se lei lo racconta a tutti i suoi amici.”
“Cosa vuoi dire?”
“Ok, io non sono perfetto, ma lei vive praticamente attaccata al culo di un tatuatore.”
“Eh?”
“È sempre con lui e ci va a letto, lei pensa che io non lo sappia, ma lo so.
Lo so e non ce la faccio più, lui non è un tizio a posto. È un violento, è uno che la tratta male, che la costringe, viene da me e chiede aiuto. Io litigo con questo tizio e poi finisce che lei ci va a letto lo stesso e a casa è sempre in crisi.
Non è mai bella abbastanza, vuole essere perfetta e non so per chi, io le dico che per me lei lo e già e non mi crede. È sotto il potere di quel tizio, te lo dico io.
È coperta di suoi tatuaggi e poi dice che è tutta colpa mia e altra merda di cui non mi va di parlare.”
“Mi dispiace, Oli.”
“Dispiace anche a me, non mi aspettavo un matrimonio perfetto, ma nemmeno questo.
Non so cosa fare, io la amo ancora.”
Rimango in silenzio, non so cosa dirgli.
Vorrei avere la bacchetta magica e sistemare tutte queste situazioni incasinate, ma non ce l’ho, sono solo io: Yukari, non una strega.

 
All’improvviso una secchiata d’acqua colpisce me e Oli facendoci sobbalzare e imprecare.
Un sogghignante Matt Nicholls mostra la sua faccia sovrastata da quell’assurdo cappello da pescatore o muratore.
“Che cazzo fai, Nicholls?”
Urla Oli.
“Volete venire a nuotare o volete continuare a confessarvi i reciproci peccati?
Quante ave maria deve dire Oli e quante Yukari?”
“Quanto sei coglione! Non sono un prete, una suora, una miko o qualsiasi altra stramaledetta  sacerdotessa!
Come se poi Oli si facesse confessare da un esponente di una qualsiasi religione!”
“Potresti fare la sacerdotessa, ce l’hai l’abilità di fare prediche.”
Se la ride il batterista, io e Oli sbuffiamo.
Il cantante rimane in jeans e non accenna ad andare verso il mare, io invece mi spoglio e rimango in costume e me ne vado con Matt.
Non appena siamo fuori dalla portata delle orecchie di Oli mi decido a parlare.
“È davvero così brutta la situazione con Hannah?”
“Sì, direi di sì.”
“Non lo sembrava quando sono arrivata.”
“È precipitata senza che nessuno se ne accorgesse, lei crede che lui la tradisca, lui sospetta lo stesso perché lei trascorre molto tempo con un suo amico tatuatore.
Non so cosa pensare, so solo che se una bomba deve scoppiare scoppierà, nonostante il tuo impegno per far sì che non succeda.”
Ha ragione, non possiamo fare altro che aspettare e stare accanto a Oli se dovesse finire male.
Chiacchierando arrivo fino alla battigia, lì il mio cuore si ferma per un attimo o due e poi riprende a battere: Jennie e Lee stanno parlando.
Sembrano andare molto d’accordo, lei sorride, lui pure seppure in modo impacciato, all’improvviso lei lo bacia.
Basta! Per me è troppo!
La mia bomba è scoppiata e non rimane altro che raccogliere i pezzi della mia vita e del mio cuore.
Mi volto e corro via, veloce come il vento, afferro la mia borsa da mare e poi esco dalla spiaggia a piedi nudi, incurante delle urla di Matt e di Lee.
Non sono mai stata una grande atleta, ma raggiungo la casa di Lee in pochissimo tempo, inizio a buttare rapidamente e a caso le mie cose nella valigia, impresa che non richiede molto tempo dato che non avevo ancora svuotato quella che avevo usato per venire qui.
Mi infilo un vestito rosso e un paio di ciabatte e poi trascino la valigia fuori casa e mi incammino verso la stazione. Voglio tornare a Londra al più presto, poi non so cosa farò: forse tornerò a Sheffield, forse me ne tornerò a San Diego. Adesso tra il vedere Vic e il vedere Lee preferisco la prima.
Arrivo alla stazione sudata e sconvolta, riposo un attimo sulle panchine che ci sono fuori e asciugo il sudore, infine entro e mi metto in coda alla biglietteria.
“Buongiorno, signorina. Desidera?”
Mi chiede l’impiegata.
“Vorrei un biglietto per il primo treno per Londra.”
“Sì, certo. Il prossimo arriverà tra un’ora.”
Stampa il biglietto e poi mi dice quanto costa, ritiro il biglietto e pago.
Fuori dalla biglietteria controllo il grande tabellone elettronico e cerco il mio treno, che parte al binario 5 ed è lì che mi dirigo.
Anche lì ci sono delle panchine e io mi siedo, la valigia accanto a me, mi accendo una sigaretta e finalmente mi concedo di scoppiare a piangere. Lacrime salate solcano le mie guance, il mio petto è squassato dai singhiozzi, è delusione cocente quella che sento, io ci credevo davvero in una possibile storia con Lee.
Io avevo creduto alla sua dichiarazione e pensavo di poter costruire un futuro insieme a lui, ma lui non mi ama, non mi ha mai amato. Jennie aveva ragione, nella sua testa e nel suo cuore c’è sempre stata solo lei e – Cristo! – fa male sapere che per un po’ di sesso ha mandato a fanculo un’amicizia che durava da anni.
Fa un male cane.
All’improvviso mi sembra di non conoscere più l’amico di una vita intera, di aver avuto a che fare con un estraneo che mi ha spezzato il cuore.
Mi accendo una sigaretta e aspetto mischiando lacrime e nicotina, spero che Lee sia felice d’ora in poi con Jennie.
Finalmente il mio treno arriva al binario, le persone scendono e io inizio a salire con la mia valigia in mano, una mano si stringe attorno al mio polso e mi blocca.
Chi diavolo è?
Mi volto e mi trovo faccia a faccia con Lee, la mia mano parte da sola e gli assesta uno schiaffo sonoro che gli fa voltare la faccia dall’altra parte.
“Lasciami andare.”
Ringhio.
“No.”
“Cosa vuoi?”
Urlo esasperata, facendo voltare parecchie teste verso di noi.
“Il mio cuore lo sei preso e il mio corpo anche, non c’è più nulla che possa darti. Va da Jennie, è quello che ha sempre voluto, no?”
“Quello che voglio è parlare con te, hai frainteso la situazione.”
“La scusa più antica del mondo.”
“Sì, probabile. In questo caso è la verità e vorrei che tu m lasciassi spiegare, poi potrai prendere il dannato treno e andare dove vuoi.”
“Lasciami andare, Lee. Se davvero una volta sei stato mio amico, lasciami andare.”
“Siccome sono ancora tuo amico non lo farò.”
Io sospiro stanca e ferita, non ho più la forza di oppormi.
“Va bene, Lee.”
Scendo dal predellino e mi siedo su una delle panchine, accendendomi l’ennesima sigaretta.
“Avanti, parla.”
“Quando sono arrivato all’oceano ho incontrato Jennie, sospetto che mi aspettasse, tipo predatore.”
Io sbuffo.
“Abbiamo iniziato a chiacchierare e lei ci provava pesantemente, non sapevo come liberarmi di lei.”
“E hai pensato bene di farlo baciandola, dandole quello che ti chiedeva.”
Lui scuote energicamente la testa.
“No, se si potesse berrei la candeggina per disinfettare dove le sue labbra di merda si sono posate sulle mie!
Cristo, stavo pensando a come togliermela dai piedi quando si è buttata su di me e mi ha baciato, io non ho nemmeno replicato, ero confuso, non capivo perché avesse interrotto così bruscamente il suo teatrino.
Poi ho visto una figura scappare e Matt che gridava il tuo nome e ho capito il perché, voleva ferirti, voleva che tu ti togliessi dai piedi, perché ha paura di te.
Ha capito che non ha chances, che tu mi piaci davvero e allora ha cercato di impedirti di stare con me. Sai, la storia del “se non posso averlo io, non lo avrà nemmeno lei” e direi che ci è riuscita.”
“Tu cosa hai fatto?”
“Uh?”
“Dopo tutti i tuoi ragionamenti filosofici cosa hai fatto?”
“Ho spinto via Jennie e l’h mandata a fanculo, poi sono venuto a cercarti. Prima a casa, ma non c’eri e mancava la tua roba, poi alla stazione dei pullman e infine qui.
Io ti amo, Yukari.
Per favore, credimi.”
La sua voce è disperata, io sospiro di nuovo.
“Ti amo anche io, Lee. Sì, alla fine ce l’hai fatta a farmi innamorare di te, ma non ti credo.”
Mi alzo dalla panchina, spengo la sigaretta, prendo la valigia e mi avvio verso il treno.
“Addio, Lee.
Spero sarai felice con Jennie o qualcun’altra.”
Salgo sul treno e con la coda degli occhi lo vedo abbassare il capo e piangere in silenzio, chiudo gli occhi e mi siedo sul primo sedile libero.
Do di nuovo sfogo alle mie lacrime e inizio a pensare.
Perché venire a cercarmi se ha riavuto Jennie?
Perché dirmi che mi ama se ha riavuto la ragazza che voleva?
Forse ha ragione lui, Jennie ha fatto quello che ha fatto per evitare che io mi mettesse con Lee perché è invidiosa di me e vuole farmi del male. Conoscendola, sarebbe capacissima di farlo, ama far soffrire a gente, amici o nemici non importa, lei è felice nel dolore.
Io gliela sto dando vinta andandomene e la cosa non mi piace per niente, ma ho paura nel buttarmi in questa storia con queste premesse.
Lee mi ama?
-Se non ti amasse non sarebbe venuto a supplicarti di non partire, ti avrebbe lasciato andare e basta.
E poi ha pianto, lo sai che è molto difficile che lui pianga, che altre prove vuoi?
Che si uccida per te?
Ti stai facendo guidare dall’orgoglio e questo non va bene,Yukari. –
Bercia la mia coscienza e ha fottutamente ragione.
Non posso permettere che Jennie l’abbia vinta, amo Lee e non posso lasciarmelo scappare!
Mi alzo di scatto e corro verso la porta, una alla volta si stanno chiudendo tutte perché il treno è in partenza, lancio la valigia sulla banchina e poi mi lancio anche io, cadendo sull’asfalto duro e ruvido.
Fa male, ma mi rialzo subito, mi accorgo che ho fatto appena in tempo perché il treno ha iniziato a muoversi, afferro la valigia e inizio a correre.
Via, verso l’uscita!
Mi faccio largo tra la folla fino a quando non arrivo alle scale che percorro alla velocità della luce, arrivo al grande atrio e mi guardo attorno: non c’è traccia di Lee, deve essere uscito.
Esco anche io e mi guardo attorno, c’è una folla di persone, macchine, motorini, taxi e persino il pullman, ma lui non c’è.
“Lee!”
Urlo, ma non ricevo risposta.
“Lee!”
Urlo di nuovo, ma nessuno risponde.
“Lee…”
Sussurro e poi mi lascio cadere in ginocchio, ricominciando a piangere per l’ennesima volta in questo giorno di merda. Una mano si posa gentilmente sulla mia spalla e io sussulto perché mi sembra di riconoscere questo tocco.
Alzo gli occhi e mi scontro con quelli blu di Lee, gli butto le braccia al collo e lo bacio come se non ci fosse domani, felice di averlo ritrovato.
Quando mi stacco da lui lo guardo e noto che ha gli occhi rossi.
“Ti amo, brutto stronzo.
Fammi pentire di questa decisione e ti farò patire le pene dell’inferno.”
“Non ho intenzione di farti pentire! Ti amo, zuccona!”
Ci baciamo ancora fino a che le proteste della gente perché blocchiamo il passaggio ci fanno spostare, Lee prende le mie valige e si dirige verso la sua macchina fischiettando.
Vicino troviamo Jennie, probabilmente vuole dire la sua, ma Lee non le lascia il tempo. Molla le mie valigie e mi bacia alzando un medio in direzione della sua ex che se ne va sibilando maledizioni e imprecazioni.
“E questa è risolta.”
Mormora sulle mie labbra.
“Più che risolta e mi piace come l’hai sistemata.”
“Vuoi un bis?”
“Perché no?”
Ci baciamo ancora e poi ridiamo.
Mi sento felice e senza alcun peso, leggera come l’aria, libera come il vento, potrei volare ora se ci provassi.
Saliamo in macchina e lui mette in moto, durante il viaggio cantiamo a squarciagola una canzone commerciale che sta trasmettendo la radio le mia mano stretta nella sua.
Arriviamo a casa sua e lui parcheggia nel vialetto d’entrata, io esco dalla macchina, lui all’improvviso mi prende in braccio come se fossi una sposa ed entra in casa sorridendo.
Immagino che adesso ci dimostreremo in altri modi che ci siamo mancati e siamo felici di essere di nuovo insieme e che Jennie è quello che è sempre stata: un fantasma del passato che non ha il potere di rovinarci il presente.
Sorrido felice, sentendo il cuore di Lee battere contro il mio orecchio, batte forte e veloce e sono io a fargli questo effetto, l’amica di sempre.
Sono al colmo della felicità, non credo di poter chiedere di più.
La porta si chiude e quello che succede dietro le porte chiuse non è affare di nessuno.

Angolo di Layla.

Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione. Ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia...

   
 
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