22)La
fine della guerra.
Yukari p.o.v.
Ci sono giornate che iniziano in modo strano, come
questa.
Io e Lee siamo insolitamente zitti a colazione, sembriamo
tutti e due spaventati dall’eventualità che inizi
una conversazione,
probabilmente perché non sapremmo dove potrebbe finire e non vogliamo che finisca
per toccare
argomenti sgraditi.
Alla fine sono io a prendere coraggio.
“Com’è andata ieri sera?”
“Oh, non male.
C’era la musica reggae che ti piace, quei drink tropicali
e le casse come sedie, avresti dovuto venire anche tu o forse no. Forse
è
meglio che tu sia rimasta a casa.”
Io alzo un sopracciglio.
“Perché?”
“Hannah e Oli hanno litigato tutta la serata.”
“Come mai?”
Lui beve un sorso di caffè.
“Uhn, all’inizio della serata è arrivata
al nostro tavolo
una modella della Drop Dead che si chiama Alissa ad Hannah non
è piaciuto
molto, a quanto ho capito non è la prima volta che succede.
Credo che lei abbia
paura che Oli abbia una storia con questa Alissa.”
“Ah ah, Hannah ha ragione o è solo una
paranoia?”
Lui scuote le spalle.
“Tutto può essere quando c’è
di mezzo Oli Sykes.”
“E tu?”
“Io cosa?”
Finisco l’ultimo sorso del mio caffè.
“È spuntata Jennie?”
Lui si incupisce e già questo mi dà una risposta
affermativa.
“Sì, è arrivata.”
“E?”
“Niente, Yukari. Puoi immaginare cosa sia successo, lei ci ha
provato
pesantemente con me.”
“Questo lo avevo immaginato, tu come hai reagito?”
“L’ho respinta, non mi interessa tornare con lei,
è un danno con le gambe.”
“Ma la cosa non ti ha lasciato indifferente.”
“Eh?”
Mi guarda stupito.
“Se non ti avesse colpito in qualche modo avresti dormito
con me, invece di limitarti a portarmi a letto e poi dormire sul
divano.”
Lui non dice nulla.
“Lee?”
“Non so perché l’ho fatto, ok?
Mi dispiace, forse ero solo ubriaco e avevo paura di
perdere il controllo.”
“Non mi pare ti sia dispiaciuto quando hai perso il controllo
prima della
partenza per Brighton.”
“E a te? A te è piaciuto?”
“Sì.”
Rispondo senza esitare nemmeno un secondo, guardandolo dritto negli
occhi, poi
mi alzo e fumo la seconda sigaretta della giornata, pensando che non
è iniziata
bene.
Cosa ha fatto di preciso Jennie ieri sera?
Qualcosa deve avere combinato se lui ha preferito non
dormire con me, ma cosa?
Lui non me lo dirà di sicuro, così il mio
cervello può
divertirsi – si fa per dire – con le peggiori
ipotesi: da un bacio, a una
scopata nei cessi, o una confessione o chissà che altro.
Il mio cervello rischia di esplodere da un momento
all’altro, così mi prendo la testa tra le mani.
“Tutto bene?”
Mi domanda Lee, che è uscito nel frattempo.
“E me lo chiedi?
Chissà cosa è successo ieri sera con
Jennie.”
“Non è successo nulla, ti prego, credimi.
Io non voglio tornare con lei, non ne vale la pena.”
Il suono del cellulare impedisce che questo degeneri in
una discussione seria, è Matt Kean.
“Pronto?”
“Ciao, Yukari! Noi adesso andiamo in spiaggia, voi cosa
fate?”
“Arriviamo, adesso lo dico a Lee.
Ciao, Matt.”
Chiudo la chiamata.
“Chi era?”
“Matt Kean.”
“E cosa voleva? Cosa devi dirmi?”
“Che loro sono in spiaggia e vorrebbero che li
raggiungessimo, io ho detto di
sì.”
“Capisco, allora vado a prepararmi.”
“Sì, vado anche io.”
Il litigio per questa volta è stato evitato, per quanto
tempo riusciremo ancora
a farlo?
Mi sembra di sentire la risata odiosa di Jennie e vorrei
ammazzarla, ma penso che non riuscirei a farlo passare per un suicidio
o una
morte accidentale.
Salgo al piano superiore, prendo un costume da bagno e
vado in bagno a mettermelo, poi indosso un semplice paio di shorts e
una
maglietta. Preparo una borsa con le cose che potrebbero servirci con
l’aiuto di
Lee che sembra tornato cordiale, come se non avessimo mai discusso. Non
riesco
a capire questo comportamento, non riesco a capire come passi
dall’essere
turbato per qualcosa alla normalità più assoluta.
Devo assolutamente sapere cosa sia successo ieri sera e
la band può dirmelo, escluso Oli che sarà
sicuramente di cattivo umore.
Una volta che è tutto pronto usciamo e ci dirigiamo alla
spiaggia dove andiamo di solito che dista un quarto d’ora di
cammino che Lee
riempie parlando di cazzate assecondato da me.
Arrivati Matt Nicholls ci viene incontro sventolando il
suo cappello da pescatore.
“Dove eravate, dormiglioni?
Pensavamo voleste renderci zii!”
“Che dici? Io non sapevo nemmeno che dovevamo vederci
questa mattina.”
“Lee non te lo ha detto?”
“No.”
Io lo guardo.
“Scusa, ero ubriaco. Me lo sono dimenticato.”
“Sempre il solito, Malia.”
Do un’occhiata al resto della banda e noto che manca Hannah,
ci sono solo Emma
e Chloe che chiacchierano tranquillamente.
Ci avviciniamo per prendere possesso delle nostre due
sdraio e noto l’aria seccata di Oliver, che continua a
guardare il cellulare e
non si è nemmeno tolo le scarpe.
Forse dovrei parlargli, ma non saprei che dirgli, che lui
flirti non è una novità. Ha sempre avuto questo
vizio e di certo il matrimonio
non poteva toglierglielo, spero solo che si sia limitato a fare lo
scemo perché
da quando sta con Hannah è davvero migliorato come persona.
In fondo è grazie a
lei che ha smesso con la ketamina.
In ogni caso non sono affari miei e non saprei che fare
per sistemare le cose, non so nemmeno sistemare la mia storia con Lee.
In ogni caso il mio quasi ragazzo si toglie la maglietta
e va verso l’oceano e ben presto anche gli altri lo seguono
lasciandomi da
sola.
Do un’occhiata a Oli, credo che alla fine dovrò
parlare
con lui che io lo voglia o meno.
Il sole è caldo, ma non troppo visto che siamo solo a
giugno e non siamo in Italia o in qualche posto dal clima
più mite. Io sono
seduta sulla mia sdraio, Oli sulla sua, non si è ancora
tolto le scarpe.
“Puoi togliertele.”
Dico per spezzare la tensione.
“Uhn?”
“Le scarpe, puoi togliertele, siamo in spiaggia.”
“Ah, giusto.”
Si toglie scarpe, calzini e la maglietta rimanendo solo in jeans senza
perdere
la sua aria pensosa e preoccupata.
“Cosa succede Oli?”
“Sarei io a dovertelo chiedere.”
“Se c’è qualcosa che non va puoi
parlarmene almeno non andrò fuori di testa
pensando ai miei problemi.”
“Jennie?”
Annuisco piano guardando verso il mare.
“Non riesco a capire cosa provi Lee per lei, è
turbato da
quando l’ha vista, non sembra più nemmeno lo
stesso ragazzo che si è dichiarato
a me.”
“Jennie è cancro, una tizia di cui liberarsi e Lee
lo sa.”
“Tu come stai invece?”
“Male, le cose vanno male, Yukari.”
“Perché flirti?”
Lui sospira.
“Ecco un’altra che pensa che io la
tradisca.”
Il commento è piuttosto amaro.
“Io non penso che tu la tradisca, penso che tu
semplicemente possa aver flirtato con qualche ragazza, hai sempre avuto
questo
vizio. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio.
“A volte il lupo può perdere sia il pelo che il
vizio se
vuole, non sono io quello infedele anche se lei lo racconta a tutti i
suoi
amici.”
“Cosa vuoi dire?”
“Ok, io non sono perfetto, ma lei vive praticamente
attaccata al culo di un tatuatore.”
“Eh?”
“È sempre con lui e ci va a letto, lei pensa che
io non
lo sappia, ma lo so.
Lo so e non ce la faccio più, lui non è un tizio
a posto.
È un violento, è uno che la tratta male, che la
costringe, viene da me e chiede
aiuto. Io litigo con questo tizio e poi finisce che lei ci va a letto
lo stesso
e a casa è sempre in crisi.
Non è mai bella abbastanza, vuole essere perfetta e non
so per chi, io le dico che per me lei lo e già e non mi
crede. È sotto il
potere di quel tizio, te lo dico io.
È coperta di suoi tatuaggi e poi dice che è tutta
colpa mia
e altra merda di cui non mi va di parlare.”
“Mi dispiace, Oli.”
“Dispiace anche a me, non mi aspettavo un matrimonio
perfetto, ma nemmeno
questo.
Non so cosa fare, io la amo ancora.”
Rimango in silenzio, non so cosa dirgli.
Vorrei avere la bacchetta magica e sistemare tutte queste
situazioni incasinate, ma non ce l’ho, sono solo io: Yukari,
non una strega.
All’improvviso una secchiata d’acqua colpisce me e
Oli
facendoci sobbalzare e imprecare.
Un sogghignante Matt Nicholls mostra la sua faccia sovrastata
da quell’assurdo cappello da pescatore o muratore.
“Che cazzo fai, Nicholls?”
Urla Oli.
“Volete venire a nuotare o volete continuare a
confessarvi i reciproci peccati?
Quante ave maria deve dire Oli e quante Yukari?”
“Quanto sei coglione! Non sono un prete, una suora, una
miko o qualsiasi altra stramaledetta
sacerdotessa!
Come se poi Oli si facesse confessare da un esponente di
una qualsiasi religione!”
“Potresti fare la sacerdotessa, ce l’hai
l’abilità di
fare prediche.”
Se la ride il batterista, io e Oli sbuffiamo.
Il cantante rimane in jeans e non accenna ad andare verso
il mare, io invece mi spoglio e rimango in costume e me ne vado con
Matt.
Non appena siamo fuori dalla portata delle orecchie di
Oli mi decido a parlare.
“È davvero così brutta la situazione
con Hannah?”
“Sì, direi di sì.”
“Non lo sembrava quando sono arrivata.”
“È precipitata senza che nessuno se ne accorgesse,
lei
crede che lui la tradisca, lui sospetta lo stesso perché lei
trascorre molto
tempo con un suo amico tatuatore.
Non so cosa pensare, so solo che se una bomba deve
scoppiare scoppierà, nonostante il tuo impegno per far
sì che non succeda.”
Ha ragione, non possiamo fare altro che aspettare e stare
accanto a Oli se dovesse finire male.
Chiacchierando arrivo fino alla battigia, lì il mio cuore
si ferma per un attimo o due e poi riprende a battere: Jennie e Lee
stanno
parlando.
Sembrano andare molto d’accordo, lei sorride, lui pure
seppure in modo
impacciato, all’improvviso lei lo bacia.
Basta! Per me è troppo!
La mia bomba è scoppiata e non rimane altro che raccogliere
i pezzi della mia
vita e del mio cuore.
Mi volto e corro via, veloce come il vento, afferro la
mia borsa da mare e poi esco dalla spiaggia a piedi nudi, incurante
delle urla
di Matt e di Lee.
Non sono mai stata una grande atleta, ma raggiungo la
casa di Lee in pochissimo tempo, inizio a buttare rapidamente e a caso
le mie
cose nella valigia, impresa che non richiede molto tempo dato che non
avevo
ancora svuotato quella che avevo usato per venire qui.
Mi infilo un vestito rosso e un paio di ciabatte e poi
trascino la valigia fuori casa e mi incammino verso la stazione. Voglio
tornare
a Londra al più presto, poi non so cosa farò:
forse tornerò a Sheffield, forse
me ne tornerò a San Diego. Adesso tra il vedere Vic e il
vedere Lee preferisco
la prima.
Arrivo alla stazione sudata e sconvolta, riposo un attimo
sulle panchine che ci sono fuori e asciugo il sudore, infine entro e mi
metto
in coda alla biglietteria.
“Buongiorno, signorina. Desidera?”
Mi chiede l’impiegata.
“Vorrei un biglietto per il primo treno per Londra.”
“Sì, certo. Il prossimo arriverà tra
un’ora.”
Stampa il biglietto e poi mi dice quanto costa, ritiro il biglietto e
pago.
Fuori dalla biglietteria controllo il grande tabellone
elettronico e cerco il mio treno, che parte al binario 5 ed
è lì che mi dirigo.
Anche lì ci sono delle panchine e io mi siedo, la valigia
accanto a me, mi accendo una sigaretta e finalmente mi concedo di
scoppiare a
piangere. Lacrime salate solcano le mie guance, il mio petto
è squassato dai
singhiozzi, è delusione cocente quella che sento, io ci
credevo davvero in una
possibile storia con Lee.
Io avevo creduto alla sua dichiarazione e pensavo di
poter costruire un futuro insieme a lui, ma lui non mi ama, non mi ha
mai amato.
Jennie aveva ragione, nella sua testa e nel suo cuore
c’è sempre stata solo lei
e – Cristo! – fa male sapere che per un
po’ di sesso ha mandato a fanculo
un’amicizia che durava da anni.
Fa un male cane.
All’improvviso mi sembra di non conoscere più
l’amico di
una vita intera, di aver avuto a che fare con un estraneo che mi ha
spezzato il
cuore.
Mi accendo una sigaretta e aspetto mischiando lacrime e
nicotina, spero che Lee sia felice d’ora in poi con Jennie.
Finalmente il mio treno arriva al binario, le persone
scendono e io inizio a salire con la mia valigia in mano, una mano si
stringe
attorno al mio polso e mi blocca.
Chi diavolo è?
Mi volto e mi trovo faccia a faccia con Lee, la mia mano
parte da sola e gli assesta uno schiaffo sonoro che gli fa voltare la
faccia
dall’altra parte.
“Lasciami andare.”
Ringhio.
“No.”
“Cosa vuoi?”
Urlo esasperata, facendo voltare parecchie teste verso di noi.
“Il mio cuore lo sei preso e il mio corpo anche, non
c’è
più nulla che possa darti. Va da Jennie, è quello
che ha sempre voluto, no?”
“Quello che voglio è parlare con te, hai frainteso
la situazione.”
“La scusa più antica del mondo.”
“Sì, probabile. In questo caso è la
verità e vorrei che tu m lasciassi
spiegare, poi potrai prendere il dannato treno e andare dove
vuoi.”
“Lasciami andare, Lee. Se davvero una volta sei stato mio
amico, lasciami andare.”
“Siccome sono ancora tuo amico non lo
farò.”
Io sospiro stanca e ferita, non ho più la forza di
oppormi.
“Va bene, Lee.”
Scendo dal predellino e mi siedo su una delle panchine, accendendomi
l’ennesima
sigaretta.
“Avanti, parla.”
“Quando sono arrivato all’oceano ho incontrato
Jennie, sospetto che mi
aspettasse, tipo predatore.”
Io sbuffo.
“Abbiamo iniziato a chiacchierare e lei ci provava
pesantemente, non sapevo come liberarmi di lei.”
“E hai pensato bene di farlo baciandola, dandole quello che
ti chiedeva.”
Lui scuote energicamente la testa.
“No, se si potesse berrei la candeggina per disinfettare
dove le sue labbra di merda si sono posate sulle mie!
Cristo, stavo pensando a come togliermela dai piedi
quando si è buttata su di me e mi ha baciato, io non ho
nemmeno replicato, ero
confuso, non capivo perché avesse interrotto così
bruscamente il suo teatrino.
Poi ho visto una figura scappare e Matt che gridava il
tuo nome e ho capito il perché, voleva ferirti, voleva che
tu ti togliessi dai
piedi, perché ha paura di te.
Ha capito che non ha chances, che tu mi piaci davvero e
allora ha cercato di impedirti di stare con me. Sai, la storia del
“se non
posso averlo io, non lo avrà nemmeno lei” e direi
che ci è riuscita.”
“Tu cosa hai fatto?”
“Uh?”
“Dopo tutti i tuoi ragionamenti filosofici cosa hai
fatto?”
“Ho spinto via Jennie e l’h mandata a fanculo, poi
sono venuto a cercarti.
Prima a casa, ma non c’eri e mancava la tua roba, poi alla
stazione dei pullman
e infine qui.
Io ti amo, Yukari.
Per favore, credimi.”
La sua voce è disperata, io sospiro di nuovo.
“Ti amo anche io, Lee. Sì, alla fine ce
l’hai fatta a
farmi innamorare di te, ma non ti credo.”
Mi alzo dalla panchina, spengo la sigaretta, prendo la valigia e mi
avvio verso
il treno.
“Addio, Lee.
Spero sarai felice con Jennie o qualcun’altra.”
Salgo sul treno e con la coda degli occhi lo vedo abbassare il capo e
piangere
in silenzio, chiudo gli occhi e mi siedo sul primo sedile libero.
Do di nuovo sfogo alle mie lacrime e inizio a pensare.
Perché venire a cercarmi se ha riavuto Jennie?
Perché dirmi che mi ama se ha riavuto la ragazza che
voleva?
Forse ha ragione lui, Jennie ha fatto quello che ha fatto
per evitare che io mi mettesse con Lee perché è
invidiosa di me e vuole farmi
del male. Conoscendola, sarebbe capacissima di farlo, ama far soffrire
a gente,
amici o nemici non importa, lei è felice nel dolore.
Io gliela sto dando vinta andandomene e la cosa non mi
piace per niente, ma ho paura nel buttarmi in questa storia con queste
premesse.
Lee mi ama?
-Se non ti amasse non
sarebbe venuto a supplicarti di non
partire, ti avrebbe lasciato andare e basta.
E poi ha pianto, lo sai
che è molto difficile che lui
pianga, che altre prove vuoi?
Che si uccida per te?
Ti stai facendo guidare
dall’orgoglio e questo non va
bene,Yukari. –
Bercia la mia coscienza e ha fottutamente ragione.
Non posso permettere che Jennie l’abbia vinta, amo Lee e
non posso lasciarmelo scappare!
Mi alzo di scatto e corro verso la porta, una alla volta
si stanno chiudendo tutte perché il treno è in
partenza, lancio la valigia
sulla banchina e poi mi lancio anche io, cadendo sull’asfalto
duro e ruvido.
Fa male, ma mi rialzo subito, mi accorgo che ho fatto
appena in tempo perché il treno ha iniziato a muoversi,
afferro la valigia e
inizio a correre.
Via, verso l’uscita!
Mi faccio largo tra la folla fino a quando non arrivo
alle scale che percorro alla velocità della luce, arrivo al
grande atrio e mi
guardo attorno: non c’è traccia di Lee, deve
essere uscito.
Esco anche io e mi guardo attorno, c’è una folla
di
persone, macchine, motorini, taxi e persino il pullman, ma lui non
c’è.
“Lee!”
Urlo, ma non ricevo risposta.
“Lee!”
Urlo di nuovo, ma nessuno risponde.
“Lee…”
Sussurro e poi mi lascio cadere in ginocchio, ricominciando a piangere
per
l’ennesima volta in questo giorno di merda. Una mano si posa
gentilmente sulla
mia spalla e io sussulto perché mi sembra di riconoscere
questo tocco.
Alzo gli occhi e mi scontro con quelli blu di Lee, gli
butto le braccia al collo e lo bacio come se non ci fosse domani,
felice di
averlo ritrovato.
Quando mi stacco da lui lo guardo e noto che ha gli occhi
rossi.
“Ti amo, brutto stronzo.
Fammi pentire di questa decisione e ti farò patire le
pene dell’inferno.”
“Non ho intenzione di farti pentire! Ti amo,
zuccona!”
Ci baciamo ancora fino a che le proteste della gente
perché blocchiamo il passaggio ci fanno spostare, Lee prende
le mie valige e si
dirige verso la sua macchina fischiettando.
Vicino troviamo Jennie, probabilmente vuole dire la sua,
ma Lee non le lascia il tempo. Molla le mie valigie e mi bacia alzando
un medio
in direzione della sua ex che se ne va sibilando maledizioni e
imprecazioni.
“E questa è risolta.”
Mormora sulle mie labbra.
“Più che risolta e mi piace come l’hai
sistemata.”
“Vuoi un bis?”
“Perché no?”
Ci baciamo ancora e poi ridiamo.
Mi sento felice e senza alcun peso, leggera come l’aria,
libera come il vento, potrei volare ora se ci provassi.
Saliamo in macchina e lui mette in moto, durante il
viaggio cantiamo a squarciagola una canzone commerciale che sta
trasmettendo la
radio le mia mano stretta nella sua.
Arriviamo a casa sua e lui parcheggia nel vialetto
d’entrata, io esco dalla macchina, lui
all’improvviso mi prende in braccio come
se fossi una sposa ed entra in casa sorridendo.
Immagino che adesso ci dimostreremo in altri modi che ci
siamo mancati e siamo felici di essere di nuovo insieme e che Jennie
è quello
che è sempre stata: un fantasma del passato che non ha il
potere di rovinarci
il presente.
Sorrido felice, sentendo il cuore di Lee battere contro
il mio orecchio, batte forte e veloce e sono io a fargli questo
effetto,
l’amica di sempre.
Sono al colmo della felicità, non credo di poter chiedere
di più.
La porta si chiude e quello che succede dietro le porte
chiuse non è affare di nessuno.
Angolo di Layla.
Ringrazio Nico_Ackerman per la recensione. Ci stiamo avvicinando alla fine di questa storia...