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Autore: DreamerGiada_emip    04/03/2017    2 recensioni
Attenzione: questo libro è il sequel di Dark Angel, presente anch'esso sul mio profilo, se non si conosce la storia precedentemente nominata sconsiglio vivamente la lettura di questo sequel.
La bella Lilith viene costretta a una vita che non avrebbe mai nemmeno immaginato. Il suo nome, i suoi sogni, le sue perdite di controllo, il suo sangue la legano indissolubilmente a questo nuovo e oscuro regno. La ragazza non sa come uscire da questa situazione che non ha mai desiderato, vorrebbe ritornare in quella che considera la sua vera famiglia, ma un'ombra oscura la tiene incatenata.
Nella villa Sakamaki, i sei fratelli non sanno cosa fare, la loro preda è scomparsa tra le fiamme sotto i loro occhi. Soprattutto il giovane Subaru è alla disperata ricerca di quella che ormai considera la sua unica ragione di vita. È deciso a ritrovarla e riportarla a casa, per tenerla con sé al sicuro per sempre.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Angel, Demon or Human?'
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Lilith’s P.O.V.
 
Lucifero mi ha lasciato da sola in questa enorme stanza con la precisa raccomandazione di rendermi elegante per la cerimonia di oggi. Ho cercato di fargli qualche domanda al riguardo, ma se n’è andato di fretta congedandosi da me. Aragorn mi ha fatto un elegante inchino per poi chiedersi la porta alle spalle. Ho sentito Lucifero ordinargli di restare davanti alla mia porta per qualsiasi evenienza, la cosa non mi fa saltare di gioia. Aspetto un paio di minuti poi mi affaccio alla porta.
 
«Tutto a posto, Principessa?» chiede subito Aragorn. Non ho la più pallida idea di cosa io debba indossare, non conoscendo l’occasione. Forse lui sa qualcosa.
 
«Non capisco di che cerimonia parli» confesso sospirando una volta uscita completamente dalla stanza. Lui mi fa un lieve sorriso.
 
«Vostro padre dovrà presentarvi al popolo come sua figlia, dimostrerete questo fatto tramite il rito d’iniziazione nella Stanza Bianca» spiega a grandi linee la guardia. Sbatto un paio di volte le palpebre cercando di raccapezzarmi in tutto ciò. Rito d’iniziazione? Stanza Bianca?
 
«In cosa consiste il rito?» chiedo mentre mordicchio nervosamente l’unghia del pollice.
 
«Non sono io che dovrei parlarvene, lo vedrete con i vostri occhi, sarà semplicemente la prova tangente che voi siete la figlia di Lucifero» risponde tranquillo. Ho l’atroce presentimento che mi stia nascondendo qualcosa, qualcosa di importante o forse pericoloso.
 
«Consigli su cosa indossare?» mi passo una mano sul retro del collo. Non credo gli scucirò altre informazioni. Lui mi squadra da capo a piedi.
 
«Lui preferisce il nero e, se accettate un consiglio, uno scollo sulla schiena potrebbe rivelarsi una bella scelta» dice velocemente senza abbandonare il suo atteggiamento ”sull’attenti”. Gli mostro un sorriso di ringraziamento, poi torno dentro. Non c’è un armadio nella stanza e la cosa mi fa aggrottare la fronte per lo stupore. Dove pensano dovrei prendere i vestiti? Noto una porticina poco lontana dal letto, mi avvio verso di essa e la spalanco. Sgrano immediatamente gli occhi. Chiamarla cabina armadio sarebbe una blasfemia, lì dentro c’è un intero negozio di vestiti super fornito, completo di scarpe e accessori di ogni genere e tipo. Sono disposti ordinatamente in base alle varie occasioni che si possono presentare: cocktail, cena, da sera, da cerimonia e altri ancora. Una cosa mi disorienta, nessuno specchio. Sono così certi mi stiano bene da non darmi nemmeno la possibilità di vedermi? Esco da quel paradiso che ogni donna sogno e mi guardo intorno. Nella stanza c’è anche uno splendido pianoforte posizionato su un rialzo di tre gradini. Sorrido contenta di poter suonare anche qui in totale libertà. Mi accorgo di un’altra porta, avanzo senza esitare verso di essa e la apro. Uno splendido bagno mi si para di fronte agli occhi.
 
«Santo cielo, questo posto è ancora più ricco e sfarzoso della villa dei Sakamaki!» esclamo sbalordita contemplando la stanza. In fondo una grande vasca idromassaggio nella quale ci possono stare tranquillamente cinque persone con accanto un camino nel muro, sulla destra una doccia due metri per due. Non appena muovo qualche passo nella stanza mi accorgo del pavimento tridimensionale che rappresenta il fondo del mare con stelle marine, piccoli pesci colorati e alghe. Una meraviglia. Apro i tanti rubinetti e la grande vasca ci mette relativamente poco viste le sue dimensioni. Prendo dei petali di rosa posti dentro cinque piccole ciotole sul bordo della vasca. I petali sono rosa, rossi, neri, bianchi e blu, semplicemente splendidi. Attivo l’idromassaggio e verso nell’acqua un’abbondante quantità di shampoo così che in pochi attimi la superfice è piena di schiuma. Mi tolgo velocemente l’abito bianco posandolo su uno dei divanetti di pelle poco distante, per poi immergermi nell’acqua calda. Un sospiro di relax scivola fuori dalle mie labbra, osservo il soffitto fatto di lapislazzuli a mosaico. Potrei restare così per il resto dei miei giorni. Osservo i tasti per l’idromassaggio e mi accorgo che ce n’è uno con una nota musicale incisa sopra. Lo premo e una soave musica classica si sparge nell’aria, mi fa pensare al mare, alla schiuma delle onde. Il delirio dei sensi.
 
«Altro che Inferno… questo è il Paradiso…» sussurro con gli occhi socchiusi troppo presa da tutto quel relax. Inizio a massaggiarmi la pelle con la spugna che somiglia più a una nuvola, lavo anche i capelli con uno shampoo rigenerante adatto a loro. Quando esco, la mia pelle profuma di rosa e i miei capelli di ciliegia. Avvolgo il mio corpo in un morbido telo nero e strofino un po’ i miei capelli con un asciugamano dello stesso colore, tanto per non sgocciolare in giro. Ritorno nell’enorme cabina armadio e inizio a scansionare l’area degli abiti da sera neri. Decido di seguire i consigli di Aragorn e tiro fuori alcuni abiti con profondi scolli sulla schiena trovandone uno particolarmente interessante. Lo indosso e inizio a ispezionare l’ambiente alla ricerca di uno specchio, l’unico sembra essere appeso alla porta. La chiudo e in un attimo tutti gli armadi girano su se stessi di 180° circondandomi di specchi. La mia immagine viene moltiplicata all’infinito in essi. Riesco a vedermi da ogni angolatura. Il vestito mi fascia perfettamente il busto valorizzando i fianchi e il sedere, per poi scendere morbido fino ai piedi. L’abito mi stringe la vita ed è sostenuto da un lembo di stoffa intorno al collo così da lasciare la schiena totalmente scoperta, lo spacco della gonna mette in mostra la mia gambe destra fino a metà coscia. Infino i sandali neri con il tacco che avevo già scelto. Piroetto per la stanza di specchi osservando la mia immagine. Mi piace, mi piace davvero tanto. Non appena apro la porta, tutto torna normale, al posto degli specchi tornano gli armadi ricolmi di vestiti. Non appena apro la porta, tutto torna normale, al posto degli specchi ritornano i grossi armadi ricolmi di vestiti. Mi dirigo in bagno accompagnata dal ticchettio dei miei tacchi sul pavimento. Mi metto davanti al grande specchio sopra il lavandino e apro i cassetti. Con mio grande stupore, oltre a spazzolini, filo interdentale, spazzole, nastri, trucchi e altri oggetti classici del bagno, trovo anche svariati gioielli protetti da lastre di vetro. Faccio scorrere le lastre di vetro e resto incantata dal luccicare di quelle pietre, sono convinta siano tutte vere, nessuna esclusa, comprese alcune davvero enormi.
 
«D’accordo che tecnicamente il Diavolo dovrebbe portarti alla tentazione in tutti i modi, compresa l’avarizia, ma tutto ciò mi sembra eccessivo» esclamo osservando quelle pietre e quei metalli preziosi. Non voglio nemmeno sapere il prezzo di accessori simili. Lascio aperti i cassetti con i gioielli e inizio ad acconciarmi in capelli facendo uno chignon apparentemente disordinato con alcuni ciuffi di capelli che mi accarezzano dolcemente la schiena. Riporto lo sguardo sui preziosi e mi accorgo di un piccolo anello. Credo sia fatto d’oro bianco. Il cerchio centrale, sul quale è incastonato un diamante nero, si snoda in due bracci laterali sulla cui punta vi sono due piccoli diamanti bianchi. Davvero meraviglioso e luminoso. Lo sfilo dal suo sostegno delicatamente e me lo infilo all’anulare ammirandolo estasiata. Osservo anche tra le collane e prendo tra le mani con estrema attenzione una catenella d’argento con un pendente di zaffiro tagliato a goccia e adornato da dei diamanti. Appoggio il pendente al mio petto e mi guardo allo specchio prima di infilarlo. Il blu intenso dello zaffiro riporta immediatamente all’azzurro gelido dei miei occhi. Sorrido prima di mettere al collo la collana. Basta così Lilith, ti sei agghindata anche troppo. Chiudo i cassetti ed esco pronta dal bagno. Non passano nemmeno dieci minuti che sento bussare alla porta.
 
«Avanti» esclamo subito alzandomi dalla poltrona di velluto nero sulla quale mi ero adagiata per pensare un po’. Dalla porta compare il viso di Lucifero che mi osserva attentamente per poi farmi un sorriso. Mi si avvicina e mi prende una mano per poi baciarne il dorso.
 
«Adoro le donne in nero» dice semplicemente osservandomi con quello sguardo furbo. Faccio un mezzo sorriso. «E vedo che hai anche trovato i gioielli, mi fa piacere che i miei piccoli doni di benvenuto ti piacciano»
 
«Piccoli?» sollevo un sopracciglio con un mezzo sorriso divertito. Se per lui questi sono piccoli doni, ho paura a immaginare cosa possa regalare quando pensa in grande.
 
«Non sono niente di esagerato e ti stanno anche molto bene» osserva la mia collana per qualche secondo. «Però vorrei che per stasera tu indossasti questa» mi mostra un cofanetto di velluto blu scuro, non mi ero accorta ce l’avesse in mano quando è entrato. Quando lo apre per poco non vengo abbagliata dal gioiello al suo interno. È un rubino davvero grande incastonato nell’oro bianco che lo sostiene, il tutto con l’aggiunta di svariati diamanti luminosi. Davvero incantevole. La luce sembra girare all’interno della pietra come intrappolata in essa.
 
«È splendido» cerco di riscuotermi sbattendo più volte le palpebre. «Nel mio mondo, per un gioiello simile, potrebbero tranquillamente staccarmi la testa» sollevo le spalle con un sorrisetto. Lucifero appoggia il cofanetto sul tavolino di vetro di fronte ai divanetti e solleva la collana.
 
«Tu sei mia figlia, quando avrai sviluppato il potere che è dentro di te, nessuno oserà anche solo pensare una cosa simile, sarai amata e temuta da tutti» spiega tranquillamente facendomi cenno con la testa di girarmi. Lo assecondo e gli porgo la schiena.
 
«Perché proprio un rubino? Lo zaffiro non ti piaceva?» chiedo quando vedo la pietra passarmi davanti agli occhi e posarsi delicatamente sul mio petto. È fredda. In totale contrasto con le mani bollenti di Lucifero. Mi sfiorano appena, finché non sento soltanto la catenella. Così mi giro.
 
«Il rubino è la mia pietra preferita, inoltre ti rappresenta perfettamente: bellissima, passionale, preziosa, di stirpe reale» dice con una punta di orgoglio. Mi fa un sorriso al quale qualsiasi donna avrebbe reagito saltandogli addosso e strappandogli via i vestiti. Sorrido a mia volta e scappo in bagno per vedermi allo specchio. Non appena il mio sguardo si posa sulla pietra rosso accesso, la mia mente va a prendere un doloroso ricordo. Degli occhi rossi. Luminosi quanto questo rubino. Subaru. In un attimo tutta la sua mancanza mi piomba addosso. Il mio sorriso si spegne e sfioro la pietra con un dito. Mi pensi anche tu, Subaru? Sei preoccupato per me? Forse no, dopotutto mi considera solo la sua preda, probabilmente mi avrà già sostituito… chissà se ha almeno provato a ritrovarmi…
 
«Sei splendida» la voce calda di Lucifero mi riscuote da questi pensieri. Mi sforzo di fargli un sorriso. Esco dal bagno e Lucifero mi porge il braccio, sul quale appoggio delicatamente il mio. Ci avviamo fuori dalla mia stanza, non appena usciamo, Aragorn si accoda a noi come un’ombra. Seguiamo svariati corridoi, a cui dovrò sicuramente abituarmi, sono intrigati come labirinti. Ci fermiamo davanti a un grande portone.
 
«Fuori di qui ci sono angeli e demoni, dobbiamo presentarti a loro» mi osserva con serietà disarmante. «Sei pronta?» chiede dopo svariati secondi durante i quali mi osserva in silenzio. Ci rifletto attentamente. Sono pronta a essere riconosciuta ufficialmente come la figlia di Lucifero, come la Principessa degli Inferi? Fino a non molte ore fa mi credevo orfana e ora sto per diventare la futura Regina di un Regno. Mi sento pronta?
 
«Sì»
   
 
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